#incontrano
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Il 23 marzo Weather kids contro i cambiamenti climatici, appello dei Giovani meteorologi: "Aumento delle temperature colpirà il 94% dei bambini nel mondo"
#innovazione#consapevolezza#incontrano#appuntamento#74#giornata#mondiale#meteorologia#gmm#giornata mondiale della meteorologia#world meteorological day#worldmetday#wmd#23 marzo#weather#kids#weather kids#contro#cambiamenti#cambiamenti climatici#climate change#appello#giovani#meteorologi#riscaldamento globale#global warming#colpirà#rischio#bambini#our resilient future
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Ma io come lo spiego agli stranieri che probabilmente Veneziano aspetta che lo chiamino a “C’è posta per te” e di ritrovarsi HRE dall’altra parte
#hetalia#hws italy#hws veneziano#aph italy#hws north italy#hws hre#aph hre#hws holy roman empire#aph holy roman empire#aph north italy#holitalia#holytalia#è l'unico che piange alle gag dei vecchi che si incontrano dopo 60 anni aspettando arrivi il suo turno
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Se è difficile non lo voglio.
#ma perché se una conoscenza#una storia sono difficili da subito#incontrano ostacoli subito vuol dire che non se po’ fa#io voglio cose semplici#tipo pane e marmellata#cose che si incastrano senza forzare#e invece no#non sono brava a fare la Penelope della situazione#io non voglio aspettare nessuno
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Vignale Monferrato: i Carabinieri incontrano la cittadinanza per contrastare truffe e furti – Informazione e prevenzione al centro dell’incontro promosso con il Comune
I Carabinieri incontrano la cittadinanza sui temi delle truffe e dei furti: l’informazione come strumento di prevenzione e concorso nel contrasto al fenomeno. Vignale Monferrato – Nuovo incontro tra i Carabinieri e la cittadinanza per discutere e confrontarsi sui problemi delle truffe e dei furti, sempre di strettissima attualità. Alla presenza del Sindaco, i Carabinieri hanno offerto consigli…
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magico mondo di tumblr, oggi mi rivolgo a te per un aiuto con la mia ricerca! sono un dottorando (dignitosamente disperato) in sociologia e ricerca sociale, e la mia ricerca si concentra sugli ostacoli e le discriminazioni che le persone trans* incontrano nel mondo del lavoro.
cerco persone di qualsiasi età che abitino in emilia-romagna (soprattutto bologna, reggio emilia, rimini e rispettive province!) e si riconoscano come persone trans, non binarie, agender, genderfluid o qualsiasi altra identità nell'ombrello trans*, che abbiano voglia di farsi una chiacchierara in un’intervista!
l'intervista può essere fatta online o di persona, non ci sono risposte giuste o sbagliate e sono anch’io una persona trans, quindi non ho un approccio da zoologo che studia le cavallette: il mio obiettivo è far risuonare le nostre voci in posti come l'università, dove raramente arrivano, e portare un tema iper mega ignorato.
se vi interessa o conoscete persone a cui potrebbe interessare scrivetemi! se volete fare un reblog per il sociale (o meglio, per il sociologico) apprezzo, grazie mille ♡
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GOOD OMENS - STAGIONE 4
Episodio 3 - Fuoco Che Torna A Bruciare
A:"Vuoi venire da me?"
Queste sono le parole che escono da Aziraphale poco dopo aver riso.
Le dice senza pensare.
Di getto.
Crowley esita nel rispondere, poi mugugna qualcosa come un si.
Esattamente 6 minuti dopo, una macchina famigliare fa stridere le ruote in strada.
Aziraphale ha il cuore che gli batte forte.
Quando lo vede, sorride piano.
Crowley non ricambia, ma non abbassa lo sguardo.
Restano in silenzio.
Poi si siedono.
Uno di fronte all'altro.
Nessuna distanza teatrale.
Solo lo spazio giusto per essere sinceri.
A(quietamente):"Sono contento che tu sia venuto."
C(mordace, ma la voce è roca):"Non sono qui per fingere che non sia successo niente."
A(sincero):"Neanche io. Voglio solo dirti tutto. Senza pi�� difendermi."
Crowley annuisce.
Poi parla.
Con lentezza.
C:"Mi hai lasciato. Con la scusa di salvare qualcosa che non ci voleva vivi, né insieme. Hai fatto una scelta. E io... non ero compreso in quella scelta."
Una pausa.
Aziraphale lo guarda, scosso.
La voce gli trema ma è limpida.
A:"Hai ragione. Hai maledettamente ragione Crowley. Ma ti giuro che ti ho pensato ogni giorno. E ogni giorno ho capito quanto dolore ti ho causato. Quanto ti ho fatto soffrire, e non lo meritavi neanche un po'. Credevo di proteggerti. Invece ti ho solo ferito. E non so se posso rimediare. Ma voglio provarci. Non per tornare indietro. Ma per andare avanti, se tu lo vorrai."
Crowley lo guarda.
Gli occhi lucidi. Ma la voce è ferma.
C:"Io..."
Si alza e sospira.
Mette le mani sui fianchi.
Guarda il fuoco che crepita nel camino.
Il fuoco gli si riflette nelle lenti.
C:"Non so cosa voglio. Ma so che non voglio mentire più. A te. A me. Perché la verità è che mi sei mancato, tantissimo. Ma non è sufficiente il fatto che mi manchi. Voglio capire se possiamo ancora essere... qualcosa."
Aziraphale annuisce.
Fa un passo mentale verso di lui, ma non lo tocca.
A:"Allora iniziamo da questo. Da due verità che si incontrano. E da un tè, magari."
Un accenno di sorriso si forma su Crowley.
Minuscolo.
Reale.
C:"Ma stavolta lo faccio io, l'infuso. Così smetti di avvelenarti con lo zucchero."
Ridono piano.
Poco, ma ridono.
E restano lì, seduti.
Non come prima.
Non ancora.
Ma forse, meglio.
Poco dopo...
Crowley siede con la tazza tra le mani. Aziraphale versa altro tè, con un gesto lento, come se volesse prolungare il momento.
C(annusando la tazza):"Almeno non profuma di vaniglia sacra."
A:"Un compromesso: tè nero, miele, e un'idea di whisky. Una tua vecchia ricetta, se ben ricordo."
Crowley sorride appena.
Il silenzio cade. Si ode solo il crepitio del fuoco. Aziraphale lo guarda. Lo guarda davvero, forse per la prima volta da mesi.
Le linee stanche. Le mani che non tremano più. La distanza che li separa, solo un cuscino sul divano.
A(sottovoce):"Ti sei fatto carico di così tanto, e io...Non ti ho mai ringraziato."
C(guardando il fuoco):"Non serviva un grazie. Serviva che restassi."
Silenzio.
Il fuoco scoppietta. Una scintilla danza tra loro. Nessuno la spegne. Crowley posa la tazza. Lo guarda. Aziraphale lo guarda a sua volta.
Un momento sospeso. L'aria si fa più calda. Non per il camino. Per qualcos'altro.
Aziraphale prova a creare un primo contatto, allunga la mano. Le dita sfiorano quelle di Crowley. Crowley non si ritrae. Si guardano. Le barriere cedono.
Solo per un attimo.
Il bacio nasce piano. Come se fosse la cosa più naturale al mondo. Labbra che si cercano, incerte. Poi si trovano. E tutto si fa più urgente. Il tempo si stringe.
La ferita brucia e desidera insieme. Mani che si stringono. Respiro che si confonde. E poi...
Crowley si stacca, piano, ma deciso, allontana Aziraphale mettendogli le mani sulle spalle.
C:"No. No..."
Crowley scuote la testa, ha gli occhi lucidi.
C:"Non così. Non ancora."
A(confuso, ferito):"Scusami. Io credevo che..."
Crowley lo guarda, ma non è uno sguardo di rimprovero, è...dolce.
C:"Anch'io lo volevo. Ma non possiamo saltare al lieto fine solo perché ci siamo baciati davanti a un camino romantico."
Crowley sospira.
C:"Ho ancora una ferita qui."
Crowley si tocca il petto con la mano e fa la stessa cosa sul petto di Aziraphale.
C:"E tu anche. Siamo ancora feriti. Finché non lo riempiamo da soli... rischiamo di farci del male di nuovo."
Aziraphale abbassa lo sguardo. Poi annuisce. Silenzio.
A(flebile):"Allora restiamo qui. Davanti al fuoco. E nient'altro."
Crowley prende fiato.
Poi annuisce anche lui.
Si risiede.
Riprende la tazza.
Le mani sfiorano di nuovo, questa volta senza baci, solo contatto.
E il fuoco continua a bruciare.
Calmo.
In attesa.
Più tardi, il momento di andare a casa è imminente. Aziraphale si strofina le mani contro i pantaloni e Crowley ha le mani in tasca. Apre la porta ma prima di andare via del tutto si ferma sui gradini.
C:"Aspetta."
Sembra un momento sospeso. Crowley si morde il labbro, come se stesse per dire qualcosa che non può più rimangiarsi una volta detto. Aziraphale lo fissa sulla soglia, tiene ancora la mano sul pomello della porta.
C:"Domani, vieni a cena da me? Solo noi. Niente angeli. Niente demoni. Solo... noi. Senza aspettative."
Aziraphale lo guarda.
Lo guarda per davvero.
Poi, piano, annuisce.
A:"Mi piacerebbe."
C:"Perfetto."
Aziraphale lo guarda andare via, non né è sicuro ma crede che anche Crowley lo stia guardando, per un attimo, da dietro le lenti scure.
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Due cuori che si incontrano, iniziano la danza dell'amore.

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[…]
è strano come certe persone riescano a farsi spazio nella tua mente e nel tuo cuore senza che te ne accorga.
ti ho conosciuto per caso, eppure adesso non passa giorno senza che pensi a te.
è come se le tue parole avessero preso vita nella mia testa, e anche se non ci siamo mai sfiorati, sento un legame che va oltre le distanze.
non so cosa cerchi tu, non so nemmeno se mi pensi come io ti penso, ma so che con me potresti essere te stesso, senza filtri o paure. so che con me puoi raccontarmi tutto, e io vorrei sapere tutto di te e mi chiedo se anche tu senta questa voglia di dare un volto alle nostre parole.
a volte ho paura che tutto questo sia solo nella mia testa, ma poi ti leggo e mi sembra che anche tu stia cercando me, anche se forse non te ne rendi conto.
vorrei che un giorno, se avrai il coraggio di guardarmi negli occhi, tu possa vedere che non voglio niente di più di ciò che sei davvero.
e quando ci vedremo, se succederà qualcosa, spero che tu possa capire che non sarà mai troppo, non sarà mai troppo presto. perché a volte basta un attimo per sapere che vale la pena rischiare e io so che con te lo farei volentieri.
poi penso a tutte le parole che ci siamo scambiati. mi piace immaginare come sarebbe se potessimo ridere insieme, se potessi vedere il tuo sguardo mentre dici certe cose. mi piace pensare a quella connessione silenziosa che sembra esserci anche se a volte sembra fatta solo di illusioni.
forse sono io che idealizzo, forse è la mia voglia di leggerti oltre le righe… ma so che questo pensiero mi tiene viva. non sono certa se tu lo percepisca allo stesso modo, ma una parte di me spera che tu senta questa stessa curiosità, questo stesso desiderio di andare oltre.
e se alla fine sarà solo un’illusione, se ci perderemo in un attimo di distrazione o di esitazione, porterò comunque con me questa sensazione di averti trovato. perché è raro e anche se fa un po’ male ammetterlo, io credo che certe cose non capitino due volte.
non so dove ci porterà questa strada e forse è proprio questo che la rende così preziosa. ma voglio che tu sappia che, se deciderai di lasciarmi entrare, troverai sempre uno spazio sicuro tra le mie parole e i miei silenzi. un luogo dove puoi essere fragile, dove puoi dire tutto quello che ti passa per la testa, e dove io ti vedo già per ciò che sei.
non so se questa storia avrà mai un inizio o se resteremo sempre sospesi tra una parola e l’altra, come due viaggiatori che si incontrano per caso in una stazione e sanno che, prima o poi, ognuno riprenderà la propria strada. ma voglio credere che un giorno, in un angolo di un bar o in una piazza sconosciuta, potremo guardarci negli occhi e dirci tutto quello che ora ci lasciamo solo intuire.
voglio credere che tu abbia capito quanto sono vere le mie parole, quanto mi piaccia scoprire ogni sfumatura di te, anche quando non dici nulla. perché, anche se mi sento un po’ sciocca ad ammetterlo, io mi sono affezionata a questa parte di te che lasci trasparire e a quella che invece tieni nascosta.
forse è proprio questo che rende tutto così fragile e intenso allo stesso tempo.
una parte di me vorrebbe proteggerti, l’altra vorrebbe spingerti a raccontarmi ogni cosa, anche le paure più scomode.
ma so che non posso forzare nulla. so che, alla fine, se davvero qualcosa deve succedere, accadrà nel momento giusto.
così, per ora, mi accontento di questo… delle tue parole, dei tuoi silenzi, e di quel piccolo spazio che sembri avermi lasciato nel tuo mondo.
non so cosa ci sia dietro al tuo sguardo o cosa tu voglia davvero, ma io sono qui e voglio che tu lo sappia.
chiudo tutto ciò, come se fosse un pensiero che posso rileggere solo io e che forse un giorno, chissà, ti arriverà davvero… non so dove finiranno queste parole, ma so che volevo lasciarle qui, come una piccola promessa o un segreto sussurrato al vento.
qualunque cosa accada, io resto convinta che alcune connessioni non hanno bisogno di spiegazioni, e che a volte basta un semplice ci sono per sentirsi meno soli.
e io, per te, ci sono. anche se forse non te ne sei accorto, o forse sì.
[…]
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Ci sono delle PERSONE che si incontrano, quando LA VITA DECIDE che il MIGNOLO CONTRO LO SPIGOLO DEL COMODINO non era abbastanza.
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Nel suo terzo libro, Lello Traisci intreccia tradizione musicale e storia collettiva. Un'opera di impegno civile per non dimenticare. Scopri di più su Alessandria today.
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La dove il tempo, dimentica di scorrere, due anime, si incontrano, con il calore, di un respiro condiviso...
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A un certo punto, se la vita è clemente e ci fa il dono della consapevolezza, cominciamo a innamorarci di come le persone stanno al mondo.
Non ci rapiscono più solo gli occhi, le mani, il modo in cui le labbra si incontrano o le gambe reggono il peso della quotidianità. Reagiamo alla pace con cui chi siamo destinati ad amare si muove tra la gente, all’ironia che dispiega in risposta a uno stimolo imprevisto, alla grazia con cui accoglie la bellezza e l’imperfezione nostre.
Di questo ci innamoriamo quando cresciamo, della magia di chi è umano e degli altri vede l’umano, senza perdere tempo.
#ninoelesirene#pensieri#frasi#persone#riflessioni#sentimenti#letteraturabreve#emozioni#amore#aforismi#stare al mondo
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♠️_Esistono legami rari, in cui le anime si riconoscono al primo sguardo. Intese che sfidano il tempo e la distanza, parlano senza parole, sentono la gioia e il dolore dell'altro come propri. Non è attrazione, è profonda empatia, è un legame che nasce altrove, al di là della ragione. Anime che si sono cercate a lungo e, quando si incontrano, nulla è più lo stesso.🖤🌹
©️Licaonia Lupe
#cuore#frasi#romantic#amore#legami#frasi pensieri#peccati#leggerezza#mind control#emozioni#primo bacio#sguardo#tempo#relazioni a distanza#amore a distanza#long distance relationship#attrazione#connessione profonda#profondità#occhi profondi#empatia#legame#ragione#anime#cercare#coppia#disponible#avvenire#appartenenza#insieme
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Riflessione sulla dimensione del collettivo.


Costruire qualcosa, insieme. Trovare una dimensione in cui far risaltare la propria voce. Tessere una trama di fili di colori diversi, disegni fitti, intricati, difficili da sbrogliare. Il gruppo mi spaventa e mi affascina. Mi chiama a sè, ne cerco l'approvazione, e poi mi fa fuggire lontano, con l'innato desiderio di nascondermi, farmi piccola, non vista. La dimensione collettiva fa da risonanza, microfono, eco. Quello che dico diviene grande, si insinua nei pensieri degli altri, crea molteplici versioni di sè. Quello che sono si perde, si trasforma, si annienta, rinasce. Perde i suoi confini e si ricostruisce senza poter far a meno dei semi gettati dagli altri. Un’inevitabile e reciproca condivisione. Ciò che condivido cessa di essere mio, mio soltanto, eppure il nostro frutto pare più solido, complesso, sfaccettato, e quella porzione di me, interconnessa alle altre, sembra più forte. Allora, lascio andare.
Quando le onde si incontrano, avviene quel fenomeno fisico chiamato interferenza, e laddove queste vengono in contatto, inevitabilmente non sono più sole, si sommano o si azzerano a seconda delle posizioni reciproche. Una conversazione tra acqua ed energia. Ciò che sono, ciò che sei: quello che siamo si intreccia e diviene qualcosa di nuovo. L’incontro dona vita a qualcosa che prima non esisteva, disegna una trama irriproducibile sullo specchio dell’acqua. Siamo noi, nella nostra singolarità, a permettere quel particolare disegno, ma non siamo più singoli, uni. In quel centro, esistiamo solo insieme.
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amica E.
- pronto? - scusa se ti chiamo e non l'ho mai fatto prima, ti potrà sembrare strano, ma avevo bisogno di una boccata di energia e tu sei l'unica che... scusa, scusa se ti ho chiamato e sono ubriaca, come stai? io male, io sono al limite, oltre il limite, stremata. mamma sta male, mio marito va al mare con sua sorella, così dice. sai da quanto non vedo il mare io? davano la notizia della morte di lady Diana mentre tornavo in treno. lo sai che ho un gatto nuovo? è della vicina di casa, non può più curarlo, sta morendo. la vicina, non il gatto. il gatto sta bene. almeno lui. l'altro giorno sono tornata a casa dalla spesa... mia mamma mi chiama quattro volte in mezz'ora mentre faccio la spesa, non posso più lasciarla a casa da sola. ma dove vado? non posso più muovermi di qui. l'altro giorno torno a casa dopo aver fatto la spesa e vedo un'ambulanza in fondo alla via. In fondo alla via abitano i miei zii. allora chiamo. risponde lo zio, che ha un senso dell'umorismo discutibile, e dice: non venire oggi, la zia non c'è. come non c'è? è morta, l'ambulanza era per lei. è morta soffocata e io le ho visto un cerotto sulle labbra che le teneva la bocca chiusa e magari è stato mio zio, tanto sono vecchi, nessuno indaga. l'ha guardata morire senza chiamare nessuno. scusa se ti ho chiamato. come stai? mi hai già risposto? non mi ricordo. Il mio cervello... sono così contenta che sei viva. ho voglia di vederti, sei sempre così cara. però lo sai che l'autostrada mi fa paura. ora mi segue ino psichiatra, te l'ho detto? mi ha detto che se voglio mi tiene nella sua clinica, ma come faccio con mia mamma? ho bisogno di riposare, di allontanarmi da tutta sta gente vecchia e malata. scusa se ti ho chiamato, ma sto leggendo tutto Bukowski, è per quello che ho iniziato a bere. e poi il vino costa meno della droga. ci dobbiamo vedere un giorno, ok? ma quando... non posso lasciare sola mia madre e mio marito va al mare. con la sorella. così dice. e S. si è separata e ora è in un gruppo di genitori separati e piangono insieme. ti rendi conto? si incontrano e piangono, giuro. scusa se ti ho chiamato. sei sempre stata così cara con me. ti voglio bene. scusa. scusa ancora. ciao.
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Ci sono persone che vivono distanti, ma a volte sono vicine, che non si telefonano ma in alcuni momenti si sentono comunque, che conducono vite diverse, ma ogni tanto, tra la notte e l'alba si incontrano. Il segreto sta nella forza del pensiero, delle parole e desiderio. E quei momenti sono come piccole oasi lussureggianti nel caos della vita. Ti penso... si, ti penso.
cywo

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