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esplorandolacitta · 3 months ago
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La Cattedrale di Bisceglie ❤️
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Noi di Esplorandolacittà vi portiamo alla scoperta della Cattedrale di Bisceglie! Situata nel cuore del centro storico di Bisceglie, in provincia di Barletta-Andria-Trani (ma storicamente legata alla provincia di Bari fino al 2004), la Cattedrale di San Pietro Apostolo è un vero gioiello del romanico pugliese. Noi di Esplorandolacittà siamo rimasti incantati da questo monumento che domina Piazza Duomo con la sua imponenza e il suo fascino medievale.
La costruzione della Cattedrale iniziò nel 1073, sotto i Normanni, per volere del conte Pietro di Trani, e fu completata solo nel 1295, quando venne consacrata. Pensate: più di due secoli per darle vita! La sua facciata in pietra chiara è un mix affascinante: il portale romanico, con le sue bifore e monofore, racconta l'originaria semplicità medievale, mentre il grande finestrone barocco in alto è un'aggiunta del XVIII secolo, dopo un terremoto che impose interventi di restauro. Entrando, ci siamo persi nella bellezza delle tre navate, separate da colonne slanciate, e nel matroneo con trifore che sembrano quasi sospese. Il coro ligneo intagliato è un capolavoro che ci ha lasciati a bocca aperta!
Sotto la Cattedrale c'è una cripta speciale, costruita nel 1167 per custodire le reliquie dei santi patroni di Bisceglie: Mauro, Sergio e Pantaleone. La storia racconta che questi tre martiri cristiani, uccisi nel 117 d.C., furono sepolti in contrada Sagina e poi traslati qui dal vescovo Amando. Le loro urne di pietra sono ancora lì, sotto tre altari, e visitarle è come fare un tuffo nel passato. Durante il Rinascimento, grazie al duca Francesco II Del Balzo, la cripta fu risistemata con un tocco di eleganza che si sente ancora oggi.
Accanto alla Cattedrale, il palazzo vescovile ospita il Museo Diocesano, dove noi di Esplorandolacittà consigliamo di fare un salto: dipinti, sculture e argenti vi aspettano per svelare altri pezzi della storia biscegliese. E poi c'è il porto antico a due passi, con i resti dei moli settecenteschi, che rende il tutto ancora più suggestivo.
Insomma, la Cattedrale di Bisceglie non è solo una chiesa: è un racconto di fede, arte e resilienza che noi di Esplorandolacittà siamo felici di condividere con voi. Pronti a esplorarla?
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jacopocioni · 11 months ago
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Il campanile della chiesa di Sant’Andrea
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Quando si parla di campanili pendenti in Toscana il pensiero va subito a piazza del Duomo a Pisa e al campanile della cattedrale di Santa Maria Assunta, costruito tra il dodicesimo e il quattordicesimo secolo, la cui pendenza fu dovuta ad un naturale cedimento del terreno durante la sua realizzazione. Sempre a Pisa la torre della chiesa di San Michele degli Scalzi sembra quasi sul punto di crollare tanto risulta inclinata e così quella ottagonale della chiesa di San Nicola che risale all’ XI secolo. Sempre in Toscana, a Figline Valdarno, vicino al Palazzo Pretorio, in piazza Marsilio Ficino, c’è una torre merlata con una notevole pendenza dovuta al franoso terreno argilloso sul quale è stata costruita. Anche Firenze prima del 1889, cioè avanti al “risanamento del centro della città”, che portò alla totale eliminazione della zona del Mercato Vecchio e del Ghetto ebraico (oggi piazza della Repubblica), aveva il suo campanile pendente. Tra via Calimala e via Pellicceria nel cuore della vita cittadina, dove si svolgevano le principali attività artigianali dell’ Arte della Lana e dell’ Arte dei Vaiai e Pellicciai, c’era la piccola piazza di Sant’Andrea all’Arco. Era chiamata comunemente piazza del lino perché qui sorgeva imponente la residenza quattrocentesca dell’Arte dei rigattieri e linaioli, accanto alla quale svettava l’alta torre che era stata un tempo di proprietà della potente famiglia degli Ubaldini. Una piazza anche molto animata, vivace , con tante botteghe artigianali e dove per tanto tempo in una delle case dei Catellini fu attiva l’osteria di Sant’Andrea, molto frequentata da fiorentini e stranieri e ricordata anche dal fisico e astronomo Galileo Galilei (Pisa 1564 – Arcetri 1642) nella poesia “Capitolo contro il portar la toga”.
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Su questa piazza si affacciava l’antica chiesa di Sant’Andrea all’Arco, da cui prendeva il nome. Un documento risalente all’ anno 852 ne attestava già l’ esistenza insieme all’attiguo monastero per nobili fanciulle, il primo in Firenze, fondato dal vescovo Ardingo . Fu tra le prime 34 parrocchie della città e dipese sempre dal Capitolo fiorentino. All’ atto della demolizione ottocentesca l’edificio, da tempo utilizzato solo come oratorio o luogo di riunione di confraternite, aveva ancora addossato al fianco settentrionale un campanile pendente. Era l’unica torre campanaria in Firenze che presentasse una profonda inclinazione. Su una base quadrata si ergeva un primo piano chiuso ai quattro lati , sepolto nel suolo, mentre i piani superiori, coperti di intonaco imbiancato, presentavano aperture di diversa forma: finestre monofore al primo piano, al secondo e al terzo bifore con colonnine al centro e al quarto piano, al posto di colonne centrali, vi erano piccoli pilastri. Ogni piano era separato dall’altro da una cornice che nell’ aspetto ricordava il becco di una civetta. I primi due piani risalivano al nono secolo e posteriori gli altri due, edificati tra il XII ed il XIII secolo. Era privo di campane e già da tempo in disuso, non più utilizzato perché pericolante e inagibile.
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Quando intorno al 1750 il Capitolo fiorentino restaurò la chiesa di Sant’Andrea in stato di degrado, fu infatti costruito un nuovo campanile a vela all’estremità della parte orientale dell’edificio che, al momento della demolizione, era il solo fornito di campane. Nello specifico non si conoscono le cause che determinarono la pendenza dell’antico campanile. Lo scarso assestamento del terreno fece la sua parte: la chiesa, il monastero e la torre risultarono costruiti sulle fondamenta di una antica casa romana. Gli incendi, che nel medioevo colpirono l’antico centro della città, danneggiarono più volte questo edificio. L’esplosione del 1232 bruciò le vicine case de’ Caponsacchi e di altre famiglie, provocando la morte di 22 persone. ll fuoco veniva usato in diversi mestieri e in alcune attività quotidiane e tutto questo avveniva in vicinanza di edifici realizzati in legno e in prossimità di materiali facilmente infiammabili, come panni di lana, pelli, pellicce conservati ed accatastati nei numerosi fondachi fiorentini. Uno dei momenti più drammatici avvenne poi nel giugno del 1304, quando, durante le guerre tra fazioni, Neri degli Abati, priore di San Pier Scheraggio , appiccò per vendetta il fuoco ad alcune case fra Orsanmichele e Calimala, mandando in rovina il nucleo vitale della città commerciale e mercantile e con conseguenze gravissime per le persone e per edifici civili e religiosi. L’incendio scoppiato successivamente nel 1601 danneggiò molti stabili proprio nel tratto fra la chiesa di Sant’Andrea e il Mercato Nuovo. Non solo incendi, ma anche terremoti colpirono quella parte della città. Nella notte del 28 settembre 1453 ci fu una scossa talmente forte che perfino Piero, figlio di Cosimo dei Medici, a letto ammalato, dalla paura si fece trasportare dal palazzo di via Larga ( l’ attuale palazzo Medici Riccardi) nell’orto di San Marco. Questi e tanti altri eventi calamitosi saranno stati causa della pendenza del campanile di sant’Andrea, di cui oggi non rimane più alcuna traccia. La decisione di “risanare” il centro città per dare un assetto “più moderno” alla città portò negli anni Ottanta dell’Ottocento all’abbattimento di tutta la zona densamente edificata del Mercato Vecchio e di tutti quei luoghi storici e caratteristici, come appunto piazza Sant’Andrea con la sua chiesa e il suo antico e unico campanile pendente.
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radiotusciaevents · 1 year ago
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Ti accolgo nel cuore, la mostra in onore di Alessio Paternesi
E’ stata inaugurata oggi pomeriggio, nella sala delle monofore a Santa Maria in Gradi, la mostra Ti accolgo nel cuore, Una passeggiata nei giardini di Alessio Paternesi. La mostra Ti accolgo nel cuore. Una passeggiata nei giardini di Alessio Paternesi. è stata curata dalla Prof.sa Sonia M. Melchiorre con la produzione di Marina Fracasso che ha curato anche  l’allestimento insieme a Jurji…
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enricopelos · 2 years ago
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Luoghi (semi) abbandonati La CHIESETTA DI S ANTONINO di PERTI La cripta (sec XII), detta dell’oracolo, con le monofore.
Narra la tradizione che se una persona avesse fatto il ripido percorso in salita… una volta arrivato a parlare con l’oracolo avrebbe ascoltato saggi consigli e predizioni per il futuro…
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myfontz · 6 years ago
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artcademy · 4 years ago
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Cappella degli Scrovegni - Giotto - 1300ca.
La capacità di concentrarsi nella caratterizzazione fisica e psicologica dei personaggi rappresenta una delle innovazioni più straordinarie della pittura di Giotto. Appare particolarmente evidente negli affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova, la cui complessa rappresentazione occuperà l’artista dal 1303 al 1305.
Il ciclo di affreschi viene commissionato da Enrico Scrovegni, la sua decisione di costruire una cappella di famiglia e di farla affrescare da uno degli artisti di maggior prestigio del momento è attribuita alla volontà di voler riparare ai peccati di usura commessi dal padre Reginaldo; studi approfonditi trovano motivazioni più complesse ed economiche. Grazie a questa cappella Enrico riesce a dare prova tangibile di potere e ricchezza a tutta la città. Questo gli permette di ampliare la sua rete di relazioni e prestigio personale.
La piccola costruzione era dedicata in origine a Santa Maria della Carità e a quel tempo si chiamava anche dell’Annunziata all’Arena.
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Gli affreschi
La cappella, forse progettata dallo stesso Giotto, ha una struttura molto semplice. Presenta un’unica navata coperta con volta a botte e illuminata da sei monofore, terminanti con archi a tutto sesto poste sul lato destro. Il modesto portale è sormontato da una trifora gotica di gusto toscano a sua volta inserita in un arco a tutto sesto.
L’artista affresca le due pareti laterali e l’arco trionfale della cappella con storie tratte dalle Vite di San Gioacchino e Sant’Anna della Vergine e di Cristo.
La volta è dipinta di azzurro a suggerire un cielo trapunto di stelle dorate, viene decorato con dieci medaglioni raffiguranti: Gesù, Maria e vari Profeti.
Sulla controfaccia d’ingresso realizza un grandioso Giudizio Universale.
Rispetto al ciclo di Assisi che si inseriva in un complesso preesistente, quello di Padova è concepito interamente da Giotto. Questo consente all’artista di studiare con attenzione la disposizione dei propri affreschi in modo da adattarli alla struttura muraria della cappella.
Pittura e architettura si fondono armonicamente tra loro senza che la prima debba necessariamente porsi come complemento alla seconda. La pittura, dà l’impressione di voler sfondare le pareti, mentre l’architettura volutamente sobria costituisce il contenitore ideale per mettere in risalto la narrazione pittorica giottesca.
Gli affreschi si svolgono da sinistra a destra e dall’alto in basso, sono suddivisi in tre ampi registri sovrapposti. Ogni scena è separata dalla successiva da una larga cornice dipinta a motivi geometrici e dopo l’ultima scena di ogni parete la cronologia riprende dalla parete di fronte, in una sorta di ininterrotto dialogo narrativo speculare.
Nella parete destra le cornici dipinte che dividono le varie scene fungono anche da realistica inquadratura per le sei monofore che insieme alla trifora della facciata sono le uniche fonti di illuminazione della cappella. Alla base del registro inferiore, lungo tutto il perimetro interno della costruzione, corre uno zoccolo dipinto ove le raffigurazioni allegoriche delle sette Virtù (a destra) e dei sette Vizi Capitali (a sinistra) realizzate in monocromia si alternano a zone affrescate in modo da imitare un rivestimento marmoreo secondo il gusto dell’antica pittura romana a incrostazione.
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Il giudizio universale
DATI: Affresco, 1000×840 cm
Questa grandiosa rappresentazione, attribuibile direttamente a Giotto, è estremamente indicativa della nuova concezione che il maestro ha dell’arte. Essa nonostante il soggetto sia di pura fantasia, non tende più a raffigurare qualcosa di estraneo alla realtà quotidiana ma, al contrario, ne utilizza molti elementi, con il risultato di accrescere il realismo complessivo della scena.
È interessante notare come il committente, inginocchiato in basso al centro, ai piedi della croce della Passione, venga di fatto rappresentato come facesse parte della narrazione stessa dell’affresco. Sopra di lui, in una mandorla con i colori dell’arcobaleno, circondata da dodici angeli, giganteggia la figura di Cristo giudice, seduto su un trono di nuvole fra le schiere celesti degli angeli, dei santi e dei beati.
Alla sua destra gli eletti iniziano la loro gioiosa ascesa verso il regno dei cieli, mentre alla sua sinistra i dannati vengono sprofondati negli orrori dell’inferno. In questo modo la presenza di un personaggio reale come lo Scrovegni e quella di invenzione del Giudizio Universale, finiscono per avere la stessa importanza agli occhi di chi osserva.
Il modello della cappella dà all’insieme un’ulteriore nota di concretezza e di quotidianità. L’edificio in muratura, infatti, è rappresentato prospetticamente in modo fedele.
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L’incontro a Porta Aurea
DATI: Affresco, 200×185 cm
In questo affresco, che pure è uno dei primi del ciclo, sono già presenti tutti gli elementi caratteristici della grande pittura giottesca. In esso vengono rappresentati Anna e Gioacchino, futuri genitori della Vergine Maria, che si sarebbero dovuti incontrare proprio sotto la Porta Aurea, uno dei luoghi-simbolo di Gerusalemme.
La narrazione si svolge da sinistra verso destra. Il giovane pastore che accompagna Gioacchino, all’estremo margine sinistro, è per metà fuori dal dipinto stesso, come se Giotto volesse farci capire che ciò che rappresenta non è che un piccolo frammento di una realtà sempre più vasta e complessa. Il senso di questa realtà, può essere colto sia nella serena tenerezza con la quale i due personaggi principali si abbracciano, baciandosi castamente sulla bocca, sia nell’emozione delle donne. I corpi di San Gioacchino e di Sant’Anna sono descritti con vigore e decisione. Anche le due aureole splendenti d’oro che si fondono in una sola contribuiscono a sottolineare il senso di indissolubilità del vincolo che lega i due personaggi.
Tra le donne in lontananza che avevano accompagnato Anna all’incontro notiamo in particolare quella avvolta nel mantello nero. È una figura densa di mistero, probabile personificazione della vedovanza, della quale Giotto ci mostra solo uno spicchio di volto e due dita di una mano. Nonostante ciò essa riempie di sé tutto il dipinto, ponendosi come ideale punto di stacco tra gli altri personaggi opposti.
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Annuncio a Sant’Anna
DATI: Affresco, 200×185 cm
La scena, straordinariamente innovativa, raffigura Sant’Anna, in ginocchio al centro della propria abitazione, nel momento in cui l’angelo di Dio le annuncia che diventerà madre di Maria.
L’invenzione giottesca sta soprattutto nel trattare l’architettura della casa di Anna come una meravigliosa scatola prospettica che ci consente di osservarne l’interno.
La profondità spaziale è suggerita dai mobili, disposti fra loro perpendicolarmente e dalla cassettonatura del soffitto.
A sinistra l’ancella è intenta al suo lavoro, serena e inconsapevole.
A destra, al contrario, l’angelo irrompe con impeto attraverso la piccola finestra, protendendo la mano destra a ribadire la solennità dell’annuncio. A fronte del concreto realismo degli oggetti, Giotto attribuisce all’angelo caratteristiche assolutamente soprannaturali. L’artista non rappresenta la parte del corpo rimasta all’esterno, che in base alla collocazione prospettica, avrebbe dovuto essere ben visibile.
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Il bacio di Giuda
DATI: Affresco, 200×185 cm
Realizzato nel terzo quadro del registro inferiore della parete di destra, mostra uno dei momenti di massima maturità espressiva dell’arte di Giotto.
Al centro del dipinto Giuda bacia Cristo, avvolgendolo in un abbraccio che fa delle due figure un unico solidissimo blocco, che l’ampio mantello giallo dell’Apostolo traditore panneggia con compostezza solenne. Attorno ai protagonisti, si agita la folla tumultuosa delle guardie (sulla destra) e quella degli Apostoli (sulla sinistra).
Anche in assenza di qualsiasi riferimento paesaggistico o architettonico il senso della profondità spaziale è suggerito in modo straordinariamente realistico dal convulso agitarsi di lance e alabarde che si stagliano nitidamente contro l’azzurro intenso di un cielo già notturno.
I corpi dei personaggi minori sono realizzati in modo massicciamente compatto e anche la scelta dei colori delle vesti, alternativamente caldi e freddi, contribuisce a evidenziare la maestosa solidità fisica delle figure.
La posizione frontale, tipica di tutti i dipinti di tradizione gotica e bizantina, presuppone che le scene siano composte appositamente per essere guardate, come su di un palcoscenico teatrale. In Giotto, al contrario, i personaggi appaiono sempre intenti all’azione e incuranti degli eventuali spettatori, tanto che possono tranquillamente permettersi non solo di non guardarli direttamente, ma anche di voltare le spalle. I personaggi visti da dietro sono un espediente per coinvolgere lo spettatore nell’azione.
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La Carità (Kàritas)
DATI: Affresco, 120×60 cm
Nello zoccolo monocromo con le allegorie delle sette Virtù e dei sette Vizi Capitali, il grande pittore fiorentino si cimenta nel simulare una ricca fascia decorativa in marmi policromi e di rendere, con il chiaroscuro, il senso del rilievo e del volume tipico di una scultura a tutto tondo.
Si tratta di una prova di abilità straordinaria, per realizzare la quale Giotto ha studiato i marmi antichi (a Roma) e quelli bizantini. Nella celebre allegoria della Carità (Karitas) l’artista rappresenta una statua in marmo bianco, riuscendo a dare l’illusione concreta della terza dimensione.
I modelli di riferimento sono probabilmente ripresi dalle sculture di Giovanni Pisano.
Il personaggio veste i panni di una fanciulla che regge con la mano destra un cestino, simbolo dei frutti che la terra dona in tutte le stagioni; con la sinistra, offre sorridente il proprio cuore a Gesù. La rappresentazione della statua è all’interno di una nicchia in prospettiva, anticipando il senso dello spazio rinascimentale.
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Coretti
DATI: Affresco
Dove il gioco prospettico si fa più raffinato e ardito è nei due cosiddetti coretti posti ai lati dell’arco trionfale subito sopra lo zoccolo perimetrale dipinto a finto marmo.
Essi sono inquadrati attraverso due archi a sesto acuto e simulano la presenza di due ulteriori locali retrostanti coperti con volte a crociera e illuminati grazie a esili bifore.
Dal centro delle crociere dei coretti, infine, pendono due lampadari cilindrici in ferro battuto, che aiutano ad accrescere l’illusione della profondità spaziale.
La prospettiva giottesca libera i personaggi, le architetture e gli oggetti dall’immobile astrattezza della tradizione pittorica gotico-bizantina, cercando di proiettarli in una dimensione più vicina alla realtà quotidiana.
È per questo motivo che le narrazioni bibliche della cappella sono così cariche di spontaneità ed efficacia, come se quegli antichissimi avvenimenti si stessero svolgendo sotto i nostri occhi.
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outfitgridman · 4 years ago
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personal-reporter · 2 years ago
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Custodi di arte e fede: Abbazia di Piona
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Ai piedi dei monti Legnone e Legnoncino, sulla punta del promontorio di Olgiasca, sull'alto lago di Como, si trova il monastero benedettino di Piona.  Una fonte attesta che nel VII secolo d.C. in quel territorio esisteva una comunità monastica, probabilmente di impostazione eremitica, infatti nel chiostro si conserva il Cippo di Agrippino,  che prende il nome dal vescovo di Como che nel 617 fece erigere un oratorio consacrato a  santa Giustina martire.  Verso la fine dell'XI secolo l'abbazia di Piona venne inserita nel movimento della riforma cluniacense che prevedeva il trasferimento dei monaci dalla casa madre di Cluny alle abbazie in crisi. Dal XII secolo è pervenuta una documentazione che dimostra la vitalità dell'abbazia di Piona, ma nel corso del XIV secolo ci fu una lenta decadenza dovuta al ridotto numero di monaci. Nel 1798, per ordine del Direttorio della Repubblica Cisalpina, tutti i beni dell'abbazia furono incamerati dal dipartimento dell'Adda e messi all'asta  e nel 1879 iniziò il restauro della chiesa con aiuti governativi e sovvenzioni del comune e della provincia di Como. L’imprenditore Pietro Rocca nel 1935 acquistò l’edificio, ma poco tempo dopo suo fratello Cesare si recò in Etiopia per la costruzione di un tratto di strada e fu ucciso insieme alla moglie in un attentato. Per onorare la memoria dei loro cari, Pietro e la madre Annetta Pogliani decisero di affidare il monastero alla Congregazione dei Cistercensi di Casamari. Nel 1938, un gruppo di monaci provenienti da Casamari riaprì le porte di Piona permettendo ancora oggi di visitarla. La chiesa appare un po’ arretrata rispetto al lato occidentale del monastero cui si appoggia, mentre sulla facciata si apre la porta bronzea dello scultore Giuseppe Abram e una monofora, mentre una serie di arcatelle segue gli spioventi del tetto e prosegue lungo le pareti laterali, la cui superficie è scandita da monofore e sottili lesene. A destra dell'abside si nota il campanile quadrangolare del XVII secolo e sui lati si susseguono con ritmo ascensionale e alterno oculi e feritoie fino alla cella campanaria decorate da quattro fornici a tutto sesto. Il suggestivo chiostro,  realizzato intorno al 1242, in uno stile di passaggio tra il romanico e il gotico, è il punto di riferimento del complesso monastico. La struttura quadrangolare del chiostro evoca il numero quattro, come i quattro elementi dell'universo, i quattro punti cardinali, il disprezzo di se, il disprezzo del mondo, l'amore del prossimo l'amore di Dio. Al centro del chiostro la fonte e l'albero simboleggiano la fonte delle delizie e l'albero della vita del paradiso terrestre.. Di incredibile bellezza sono i capitelli decorati con motivi vegetali e figurati oltre agli affreschi Calendario con Santi degli inizi dek XIII secolo e Miracolo di San Benedetto della fine del XII secolo. La sala capitolare, sul lato orientale del chiostro, prende il nome dall’antica funzione di luogo di lettura del Capitolo della Regola e del Capitolo delle colpe in cui i monaci si accusavano delle colpe commesse e chiedevano perdono ai fratelli. Gli stalli e le spalliere in legno della scuola veneziana del secolo XVIII  provengono dalla sagrestia di San Zeno a Verona, con colonne tortili e lesene sormontate da capitelli compositi, oltre che sa pannelli intarsiati. Particolare attenzione merita il pannello raffigurante il sole che irradia luce sulla terra e i due con la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre. Read the full article
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marcoargentati · 7 years ago
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“La chiesa di San Salvatore[1] si trova nei pressi di Palazzo Spada sede del Comune di Terni, ed è citata per la prima volta in un documento del 1047 tra le proprietà dell'Abbazia di Farfa come "cella Sancti Salvatoris in civitate"[2]. L'edificio è composto da due diversi volumi che si intersecano: 1) il corpo longitudinale, a due campate quadrate coperte con volte a crociera e illuminate da piccole monofore strombate, che si innesta nella "rotonda" e sembra trapassarla prolungandosi nell'abside rettangolare coperta a botte; 2) la "rotonda" cilindrica e coperta a cupola, l'elemento dominante del complesso, alla cui base si aprono otto grandi finestre ad arco a tutto sesto, di proporzioni ancora romane piuttosto che romaniche, oltre ad un oculo circolare al sommo della cupola, come nel Pantheon di Roma. Per la compenetrazione dei volumi che lo caratterizza, è infatti proprio il Pantheon il modello imitato dal San Salvatore, per quanto nelle forme rustiche e di piccole dimensioni tipiche dell'Alto Medioevo.” (presso Terni)
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marketsnmarkets39 · 4 years ago
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Enterprise Architecture Tools Market Size, Growth, Statistics & Forecast Research Report 2021-2026
According to a research report "Enterprise Architecture Tools Market by Component (Solutions and Services (Managed Services and Professional Services)), Deployment Type, Organization Size, Vertical (BFSI, IT, Manufacturing), and Region - Global Forecast to 2026" The global Enterprise architecture tools market size is expected to grow from USD 989 million in 2020 to USD 1,283 million by 2026, at a Compound Annual Growth Rate (CAGR) of 4.4% during the forecast period. Key factors that are expected to drive the growth of the market are the increasing adoption of the business-driven enterprise architecture approach for strategic business transformation and an increasing need to align enterprise information technology architecture with business strategy.
Download PDF Brochure @ https://www.marketsandmarkets.com/pdfdownloadNew.asp?id=147467618
Solutions segment to hold a larger market size during the forecast period
Based on solutions, the enterprise architecture tools market is segmented into infrastructure architecture, application architecture, data architecture, security architecture, and others. These solutions assist in increasing collaboration and improving workflow environments to accelerate productivity. Major reasons behind the decline of enterprise architecture tool solutions across the globe are reduced profit margins and less allocation of IT budgets. These reasons lead to low investments in new subscriptions. The demand for consulting, integration, and implementation services has also decreased with low technology spending on new subscriptions. These trends are expected to decrease the demand for enterprise architecture tools solutions.
SMEs segment to grow at the highest CAGR during the forecast period
SMEs are defined as organizations with an employee strength ranging from 1 to 1,000. SMEs have a low marketing budget and often lack the resources and capabilities for effective marketing orchestration. The majority of SMEs are prone to cyberattacks compared to large enterprises due to the lack of security infrastructure. According to a survey, nearly 43% of cyberattacks occur in small enterprises. Hence, SMEs need robust infrastructure to fight against cyberattacks and avoid data loss and downtime. The IT spending in the SMEs segment is estimated to increase at a high rate.
BFSI industry vertical to grow at the highest CAGR during the forecast period
The BFSI institutions are facing challenges due to changing business environment. The advent of advanced technologies will play a crucial role in the growth of the BFSI vertical. Digital technologies have enabled banking customers to access real-time banking and financial information services on any device. The financial crisis, changing customer behavior, increased risk awareness, focus on cost reduction, and the entrance of new financial players are some of the factors behind the changing landscape in the BFSI vertical.
North America to account for the highest market share during the forecast period
North America is estimated to hold the largest market size in the global enterprise architecture tools market in 2020, and the trend is expected to continue during the forecast period. The region is at a growth stage due to several players offering enterprise architecture solutions and services. Organizations shifting toward the adoption of emerging technologies and the increasing adoption of digital business strategies are the major factors for the adoption of enterprise architecture tools offerings in North America. Enterprises increasing budget allocations for cloud services are expected to drive the market in North America.
The enterprise architecture tools market comprises major providers, such as Software AG (Germany), Avolution (Australia), BiZZdesign (Netherlands), MEGA International (France), BOC Group (US), Orbus Software (UK), QualiWare (Denmark), Leanix (Germany), erwin (US), Sparx Systems (Australia), ValueBlue (Netherlands), UNICOM Global (US), Clausmark (Germany), Enterprise Architecture Solutions (UK), Planview (US), MonoFor (US), Valispace (Portugal), FIOS Insight (US), Aplas (Australia), NinjaRMM (US), CodeLogic (US), BetterCloud (US), Ardoq (Norway), Facility Planning Arts (US), and Keboola (US).The study includes an in-depth competitive analysis of key players in the enterprise architecture tools market with their company profiles, recent developments, COVID-19 developments, and key market strategies.
Browse in-depth TOC on Enterprise Architecture Tools Market @ https://www.marketsandmarkets.com/Market-Reports/enterprise-architecture-tools-market-147467618.html
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edicoladelcarmine · 4 years ago
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CHIESE DEL TERRITORIO DEDICATE ALLA MADONNA DEL CARMINE
Tra i luoghi di culto dedicati alla Madonna del Carmelo o del Carmine, esiste in località Caporosso, nel Comune di Guardiagrele (CH), una graziosa Chiesa intitolata alla Beata Vergine del Carmine, già inserita nel sito: https://edicoladelcarmine.suasa.it. La Chiesa si presenta semplice con la facciata intonacata di color rosa, ha un profilo a capanna su cui è addossata una cornice aggettante a forma di timpano triangolare come nel portale con cornice modanata. A sinistra della facciata si eleva l'esile torre campanaria in laterizio a vista, bucata da quattro monofore, che ospita una campana elettrificata a slancio. L'interno ad aula unica conserva, nella nicchia retrostante l'altare, una bella statua della Madonna del Carmine ed è coperta con solaio piano e tetto a due falde con tegole marsigliesi. Notizie storiche del sito sono nella relazione finale della visita pastorale dell'arcivescovo Edoardo Menichelli (dicembre 1998) e dell'arcivescovo Bruno Forte (maggio 2013), in cui, la Chiesa della Beata Vergine del Carmine è menzionata tra le Chiese in cui si conserva abitualmente il Santissimo. Per saperne di più: https://edicoladelcarmine.suasa.it/Caporosso.html Per aggiungere informazioni: [email protected]
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pettiveria · 4 years ago
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Chiesa di San Vittore Ascoli Piceno - Marche - Italia 🇮🇹  La chiesa di San Vittore emblema dell'architettura romanica, venne eretta nel X secolo, su un precedente oratorio del I secolo. La chiesa realizzata in conci squadrati di travertino, è affiancata da un basso campanile alla base del quale si apre una piccola cappella, dove si pensa era ospitato il Fonte Battesimale. La facciata, caratterizzata dalla copertura a spiovente del tetto, è decorata da un rosone a raggi di colonnette restaurato nel 1924, e da un elegante portale ad arco falcato, la cui porta lignea è divisa in riquadri. La chiesa è internamente divisa in tre navate longitudinali prive di volte, con soffitto a capriate. Le pareti interne della struttura accolgono pregevoli affreschi romanici commissionati dai fedeli benestanti, che raffigurano principalmente la Madonna in trono con Bambino. Portati alla luce nel 1991, sono conservati in parte (quasi tutti quelli della navata destra) nel Museo Diocesano. Il transetto sopraelevato di tre gradini, si apre in un'abside pentagonale centrale della sagrestia, aggiunta nel XIV secolo e caratterizzata da monofore di stile gotico. Dall'esterno si può accedere alla cripta di S. Eustachio: presenta un ciclo di affreschi della prima metà del XIV secolo attribuiti al Maestro di Offida, che descrivono la leggenda del Santo. https://www.instagram.com/p/COry8GGlP0pbio4_TRW9p8AU83IFdu5w7IiiNk0/?igshid=18lw6f74jgpdh
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sandlerresearch · 4 years ago
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Enterprise Architecture Tools Market by Component (Solutions and Services (Managed Services and Professional Services)), Deployment Type, Organization Size, Vertical (BFSI, IT, Manufacturing), and Region - Global Forecast to 2026 published on
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Enterprise Architecture Tools Market by Component (Solutions and Services (Managed Services and Professional Services)), Deployment Type, Organization Size, Vertical (BFSI, IT, Manufacturing), and Region - Global Forecast to 2026
“The global enterprise architecture tools market size to grow at a CAGR of 4.4% during the forecast period”
MarketsandMarkets estimates the global enterprise architecture tools market size would grow from 989 million in 2020 to USD 1,283 million by 2026, at a Compound Annual Growth Rate (CAGR) of 4.4% during the forecast period. Key factors that are expected to drive the growth of the market are the increasing adoption of the business-driven enterprise architecture approach for strategic business transformation and an increasing need to align enterprise information technology architecture with business strategy.
The services segment is expected to grow at a higher CAGR during the forecast period
The services segment of the enterprise architecture tools market includes managed services and professional services. Services are an important part of any solution’s deployment life cycle. Therefore, various vendors offer services associated with enterprise architecture tool solutions to help companies effectively implement their enterprise architecture strategies. Enterprises require active support from skilled professionals to minimize their downtime during pre- and post-installation processes of solutions. These services provide the necessary support to uphold the efficiency of business processes, increase enterprise growth, and reduce unwanted operational expenses.
BFSI industry vertical to hold the highest market share in 2020
The BFSI industry needs to change its supporting IT to cope up with the challenging transformational change. Due to the inter-dependency of operations and IT in the BFSI vertical, there is a need for a planned and guided-integrated approach. BFSI institutions are adopting enterprise architecture tools at a high rate as it is a key to enabling such change initiatives to stay ahead of the curve.
APAC to grow at the highest CAGR during the forecast period
Growing industrialization, coupled with an increase in competition, has proved to be one of the biggest drivers for the enterprise architecture tools market in this region. The region has seen an increase in the deployment of enterprise architecture tools by industries to enhance efficiency and streamline their business processes. Due to these factors, the region is projected to grow at the highest CAGR during the forecast period.
By Company: Tier 1–18%, Tier 2–44%, and Tier 3–38%
By Designation: C-Level Executives–32%, Director Level–36%, and Others–32%
By Region: North America–38%, Europe–26%, APAC–18%, MEA – 10%, and Latin America – 8%
The enterprise architecture tools market comprises major solution providers, such as Software AG (Germany), Avolution (Australia), BiZZdesign (Netherlands), MEGA International (France), BOC Group (US), Orbus Software (UK), QualiWare (Denmark), Leanix (Germany), erwin (US), Sparx Systems (Australia), ValueBlue (Netherlands), UNICOM Global (US), Clausmark (Germany), Enterprise Architecture Solutions (UK), Planview (US), MonoFor (US), Valispace (Portugal), FIOS Insight (US), Aplas (Australia), NinjaRMM (US), CodeLogic (US), BetterCloud (US), Ardoq (Norway), Facility Planning Arts (US), and Keboola (US). The study includes an in-depth competitive analysis of key players in the enterprise architecture tools market with their company profiles, recent developments, COVID-19 developments, and key market strategies.
Research Coverage
The enterprise architecture tools market revenue is primarily classified into revenues from solutions and services. Solutions revenue is associated with variety of solutions such as infrastructure architecture, application architecture, data architecture, security architecture ans others and services revenue is associated with services including managed services and professional services. The market is also segmented based on component, deployment type, organization size, vertical, and region.
Key benefits of the report
The report would help the market leaders/new entrants in this market with the information on the closest approximations of the revenue numbers for the overall enterprise architecture tools market and the sub segments. This report would help stakeholders understand the competitive landscape and gain insights to better position their businesses and plan suitable go-to-market strategies. The report would help stakeholders understand the pulse of the market and provide them with information on the key market drivers, restraints, challenges, opportunities, and COVID-19 impact.
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myfontz · 6 years ago
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Vuuuds (2 di 2)
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Vuuuds è la fonderia di Agung Syaifudin, creata nel 2015 con base a Denpasar, Indonesia.
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outfitgridman · 5 years ago
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personal-reporter · 5 years ago
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Il duomo di Casale La Chiesa con due campanili e molte altre cose, vere rarità. Il Duomo di Casale Monferrato, consacrato a Sant’Evasio, patrono della città, è un capolavoro dell'architettura gotico - romanico, frutto di una lunga, complessa vicenda costruttiva che dal 1108 termino nell'Ottocento, quando ne fu decisa la demolizione, ma l'archeologo Luigi Canina riuscì a far modificare il progetto trasformandolo in un restauro con il rifacimento della facciata dal modello a capanna, con una serie di monofore, bifore e trifore e serrata tra due alti campanili cuspidati di altezza diversa.
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