#prettamente
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viviween · 9 months ago
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La credenza religiosa non è mai stata una forza benefica, poiché è una forma infantile della ragione umana, appartenente prettamente ad uno stadio dell'evoluzione primitivo, dalla quale siamo già usciti, da molti secoli, grazie alla scienza e alla conoscenza diffuse.
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officialpenisenvy · 6 months ago
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jesse dobbiamo chiedere la tesi
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viendiletto · 2 years ago
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Comunque, per chi si trovasse a Trieste, comunico che presso la Sala Bazlen di Palazzo Gopcevich questo sabato (20 gennaio) alle 10:30, verrà presentato il libro Una vita appesa a un filo di Erminia Dionis Bernobi, esule da Santa Domenica di Visinada e medaglia d’oro al merito civile.
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Ho conosciuto Erminia alla fine degli anni ‘90. A quei tempi suo marito Lino era nel direttivo dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia di Trieste, uomo di sani principi, che stimavo per la ferma compostezza delle sue idee. Non mancava mai a nessuna celebrazione pubblica, nonostante a quei tempi fossero frequentate quasi solo dagli esuli. Ad un certo punto, con l’incalzare della malattia il buon Lino non fu più in grado di presenziare agli eventi del mondo dell’Esodo. Fu allora che iniziai ad accorgermi della presenza di Erminia; credo altresì che la scomparsa di Lino le avesse dato una spinta ad uscire con la sua storia. Quando la ascoltai rimasi pietrificato, poiché la sua fuga da Santa Domenica di Visinada si intrecciava con la storia di Norma Cossetto.
Nel 2005 quando il Presidente Ciampi le conferì la medaglia d’oro al merito civile io, nato in un campo profughi, con i racconti di padre Rocchi e le parole di Erminia potei capire quanto oscura fosse l’atmosfera che si respirava in quel momento. Ecco che dunque, con Emanuele Braico, Pino Cossetto, gli insegnamenti di Giacomo Bologna, assieme a Bruno Marini non mi fu difficile pensare di collocare la stele in ricordo di Norma nel rione per eccellenza degli istriani, quello di Chiarbola. In quel luogo, mai una volta vandalizzato e circondato dalle vite operose degli istriani, non ho mai visto una sola volta Erminia mancare ad una commemorazione. Ella rappresenta un monumento vivente e con quelle case di periferia condivide l’operosità di una vita da artigiana. Anche alla foiba di Basovizza, lei, che l’abisso l’ha evitato fuggendo a Trieste nella notte, Erminia costituisce una presenza immancabile.
La sua tenacia e il suo coraggio rappresentano un punto di riferimento per tutto il mondo dell’Esodo.
Siamo sempre andati d’accordo per quella sua capacità di non provare odio, per quella sua volontà di costruire da zero il suo futuro dopo aver perso tutto.
Grazie a lei ho potuto conoscere la famiglia Cossetto, altro grande esempio di sobrietà e coraggio, in particolare Licia, che ricordo con affetto. La sua scomparsa mi ha fatto riflettere su quanto preziose siano le testimonianze degli esuli che per età anagrafica si stanno spegnendo. Con la stessa silenziosa fede profondamente cristiana che contraddistingue Erminia, come peraltro lo fu per lo stesso Lino, mi auguro che Dio la possa preservare ancora molti anni per poter portare l’acqua limpida della verità a tutti gli assetati. In lei non ho mai visto estremismi, pensieri di vendetta, né rassegnazione: ecco perché credo incarni pienamente la figura di una donna moderna ante litteram, impegnata nel sociale, di successo, indipendente, quando ancora questi temi non erano parte della cultura contemporanea.
Il suo successo lavorativo ci ha sempre reso orgogliosi delle comuni radici istriane. Inoltre, il 15 di aprile festeggiamo il compleanno lo stesso giorno, ed ogni anno mi chiama per dirmi che l’anno successivo festeggeremo assieme: il mio augurio è che questo momento sia finalmente arrivato.
Grazie di esistere.
Renzo Codarin 
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falcemartello · 2 months ago
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Il punto alla vigilia del nuovo tentativo di negoziato di pace tra Russia e Ucraina a Istanbul l'Ucraina ha sferrato il più grave attacco simultaneo all'entroterra russo dall'inizio della guerra.
Ci sono stati prima 2 attentati con esplosivo a linee ferroviarie civili, a Bryansk e Kursk. Nel primo caso al momento sono segnalati almeno 7 morti e 69 civili feriti. Dal secondo non sembra siano ancora pervenute notizie chiare.
Subito dopo vi è stato l'attacco simultaneo a tre aeroporti militari nelle remote regioni di Murmansk, Irkusk e Amur.
Attraverso l'inflitrazione di camion commerciali in prossimità degli aeroporti, sono stati liberati centinaia di droni che hanno colpito l'aviazione strategica russa.
Almeno 4 bombardieri nucleari sono stati certamente distrutti, ma più probabilmente 10; le fonti ucraine parlano di 41 bombardieri distrutti, il che farebbe di questo episodio una sorta di Pearl Harbour russa.
Se le cifre ucraine fossero confermate, ma anche se fossero significativamente inferiori, questo rappresenterebbe una seria riduzione del potenziale nucleare russo.
Sono certo che alcuni di quelli con la bandierina ucraina sul sito staranno brindando e felicitandosi del bel colpo.
Ora, io confesso di essere terrorizzato e se abitassi in Ucraina lo sarei infinitamente di più.
Secondo la dottrina nucleare russa, anche la distruzione di un solo bombardiere strategico negli hangar rappresenta una giustificazione per una risposta nucleare. Ma qui ci troviamo di fronte ad un danno reale, significativo, qualcosa che limita realmente il potenziale della difesa nazionale russa.
Nota bene, questo non cambia assolutamente niente per il tipo di guerra che si è combattuta in questi tre anni, in cui i bombardieri strategici non sono nemmeno decollati. Dunque niente cambia nei rapporti di forza al fronte.
Molto cambia invece nell'ottica - caldeggiata giorno e notte dal nostro bellicoso ceto politico - di uno scontro diretto prossimo venturo tra Europa (o Nato) e Russia. Questo colpo dei servizi segreti ucraini, colpo che non potrebbe essere stato portato a segno senza l'aiuto attivo dell'intelligence e delle infrastrutture della Nato, rappresenta un oggettivo indebolimento del potenziale di autodifesa russo.
Ora, fino a che per la Russia la questione era semplicemente di pazientare, lasciando che i relativi rapporti di forza facessero il loro gioco, il rischio di un'escalation autentica, con reale rischio nucleare, era minimo. Putin ha sempre fatto la guerra con un occhio alla pace futura e l'utilizzo di mezzi di distruzione di massa avrebbe compromesso la futura pacificazione tra popoli confinanti.
Dunque, per quanto durissima e tutt'altro che scevra di vittime civili, la guerra è rimasta su di un piano prettamente legato alla linea del fronte, e alle retrovie solo nella misura in cui rifornivano il fronte.
Ora, però con questo doppio colpo, da un lato sui civili con una dinamica tipicamente terroristica, e dall'altro lato su un comparto militare di massima rilevanza per la difesa nazionale, la guerra fa un salto di qualità rispetto a cui è difficile capire come la Russia possa reagire.
Di fatto quest'operazione ucraina, alla vigilia delle trattative di Istanbul, è un evidente sabotaggio delle trattative medesime, che sono fallite prima di cominciare.
Ma la questione più grave di tutte, quella di cui non teniamo mai conto, non ricevendo notizie dirette dalla Russia, grazie alla diligente censura europea, è determinata dal fronte interno.
Putin ha dimostrato più volte di essere un giocatore di scacchi freddo, moderato, esente da reazioni sanguigne. Ma il potere, in ogni sistema, poggia in ultima istanza su un certo tasso di supporto dal basso: nessuno governa da solo. E questo è un caso in cui sembra davvero difficile che, per l'ennesima volta, Putin possa fare buon viso a cattivo gioco, cioè al superamento dell'ennesima linea rossa.
Su molti siti russi si invoca letteralmente l'annientamento nucleare dell'Ucraina.
Riuscirà Putin una volta ancora a mantenere i nervi saldi e non fornire una "reazione esemplare"?
Lo spero, ma obiettivamente ne sarei stupito.
Stiamo correndo di notte a fari spenti verso una scarpata.
Spero che la Germania faccia la fine dell'Ucraina. È da quando l'hanno riunificata che è finita la pace per tutti.
-Andrea Zhok
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umi-no-onnanoko · 16 days ago
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Talvolta mi capita di fermarmi a pensare al mio periodo di degenza ospedaliera, questo soprattutto quando mi ritrovo, come ora, a convivere per lunghi periodi con la mia emicrania.
Ricordo come fosse ieri quel periodo trascorso in solitaria tra la mia stanzetta di ospedale e i diversi studi dei differenti medici da cui facevo avanti ed indietro sia all' interno dello stesso ospedale pediatrico che presso i diversi ambulatori di quello ordinario.
Ero finita in quella situazione a seguito di una caduta, con conseguente trauma cranico, avvenuta durante il mio corso di danza; non ricordo molto di quel giorno se non brevi flash, tutto ciò che so rispetto a quanto è accaduto mi è stato riportato da mia madre.
Non entrerò nei dettagli di quanto accaduto più del necessario, tuttavia ho deciso di scriverne perché penso possa fare bene a qualcuno che per qualche motivo si sia trovato o si trovi nella mia stessa situazione o in una analoga.
Quel giorno, quando riaprì gli occhi in ospedale dopo più di un'ora durante la quale ero svenuta ( seppure condizione strana avessi gli occhi aperti e rispondessi), mi venne spiegato che mi ero fatta male e che sarei dovuta restare in ospedale per 7/10 giorni almeno. Avevo sette anni e mezzo quindi non subito mi venne detto il vero motivo del mio periodo di degenza, ciò che posso dire però con esattezza è che ricordo il viso di mia madre, rigato di lacrime e più tirato del solito, avevo compreso che fosse prettamente per lo spavento di venire a riprendere la figlia al corso di danza e ritrovarsi l' ambulanza, ma nel suo sguardo capivo che era molto più di questo. Mi venne spiegato che non potevano rimanere con me sia la mamma che il papà, prettamente perché mio fratello era piccolo e qualcuno doveva occuparsi anche di lui, speravo rimanesse mamma, ma rimase mio padre.
Quel giorno e quello seguente non toccai cibo, non riuscivo ad ingerire alcunché (dopo mi nutri a camomilla e thè), mi sentivo debole, ma ogni più piccolo boccone di cibo ingerivo subito veniva espulso, mi girava troppo la testa per poter ritrovarmi nell' aria comune con gli altri bambini, quindi passavo le ore nel letto con il mio peluche, una pecorella regalatami da mamma per per premio qualche giorno prima per il bel voto nella verifica di matematica, e il libro con tutte le fiabe delle principesse che mi leggeva la notte prima di mettermi a letto (mi dispiace sinceramente l'aver poi nel tempo perso questa abitudine di lettura prima di coricarmi). Cercavo conforto in queste due cose e, senza successo, nella mia figura paterna; capì presto però che qualcosa fosse cambiato e di essere per lui ora un peso, non solo dopo ripetute richieste non mi lesse nemmeno una storia, ma passò i due primi giorni della mia degenza ad evitarmi e lasciarmi in stanza da sola per vedere la tv nello spazio comune oppure uscire a fumare una sigaretta.
In stanza con me c'era però un bambino, penso avesse su per ciò tra i 6 mesi e 1 anno, stava molto peggio di me, soffriva di epilessia,aveva le convulsioni quasi ogni ora, eppure mi dava pace quel piccolo bambino dai riccioli biondi mi sorrideva e seppure stessi male e fossi triste tutto spariva. Ho passato la prima notte in piedi a fissarlo in silenzio, quasi di nascosto, sgattaiolando poi a letto non appena sentivo arrivare un adulto, il tempo restante mi strinsi al mio peluche, presi il libro di fiabe e ne osservai le figure e quando mio padre tornò in stanza finsi di dormire.
Il secondo giorno cominciarono le visite e il primo incontro con il macchinario apposito alla TAC, un rumore assurdo, paura perché non comprendevo la sua funzione e un tremendo mal di testa appena finita la visita mi fece barcollare, almeno però c'era mamma con me questa volta. Quando gli esiti furono pronti non dovevo entrare nello studio del dottore, dove c'erano mamma e papà, finché non mi avessero chiamata, ma..beh lo feci: è stato in quel momento che scoprì che non avevo avuto solo un trauma cranico, ma che ero nata con una cisti aracnoidea attaccata come uno stronzo di ragno al mio cervelletto.
Ovviamente non avevo abbastanza strumenti per capire davvero cosa ciò significasse, ma avevo capito che sicuramente non era qualcosa di bello, che era il motivo delle lacrime di mia mamma e dell'indifferenza con cui mi guardava mio padre, da quel momento in poi la mia vita era cambiata, ero la figlia che era nata non sana e che avrebbe fatto meglio a non nascere.
Passai i restanti 5 giorni di degenza in camera mia, salvo per l'unica volta, prima delle dimissioni, in cui venne a trovarmi anche mio fratello in cui mi sforzai e raggiunsi la sala comunque con lui e gli altri bambini dove i medici clown regalavano sorrisi e palloncini, per il restante tempo stavo in camera mia, da sola o quando poteva con mamma,mi facevo portare dalla stanza dei giochi qualche puzzle, ma poi non li finivo mai, stavo nel letto ed osservavo di nascosto gli altri bambini con i loro genitori e provavo invidia per loro non mi vergogno a dirlo.
Quel periodo mi ha insegnato che spesso i grandi sono più fragili dei bambini, che anche se si pensa che siano stupidi i bambini capiscono e possono sopportare anche pesi più grandi di loro, mi ha insegnato che dovevo contare sulle mie forze e dovevo essere forte per me e per chi mi era attorno, ho imparato che anche nelle malattie non ci si deve arrendere mai, che si può vivere anche se si ha una ciste nel cervello e che non significa essere malati, ma solo di essere diversi dagli altri, ma tutti lo siamo.
Ho voluto scrivere questo testo oggi per ricordarmi che sono stata forte, che posso esserlo ancora, l'ho scritto per non dimenticare ciò che ho attraversato, l'ho scritto per me, ma anche per tutti coloro che affrontano condizioni psico/fisiche come la mia o anche più difficili, perché siete forti, lo siamo tutti quanti, perché se avete qualcuno al vostro fianco che vi sostiene è meno difficile e pesante, ci si può sentire accuditi, amati e capiti, ma che se non c'è nessuno accanto a voi, oppure c'è ma vi fa del male perché una figura tossica non siete soli, non valete meno degli altri, ricordatevi che ci siete voi per voi (scusate il gioco di parole)
Vorrei che nessuna delle persone che è stata, è attualmente o sarà in ospedale pensi di meritare qualsiasi cosa stia patendo o abbia patito, vorrei non dimenticaste mai quanto siete speciali, unici al mondo ed importanti.
Vi abbraccio forte.
-umi-no-onnanoko ( @umi-no-onnanoko )
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t-annhauser · 11 months ago
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Basta aprire un fico e metterci dentro il dito per capire come mai fica era già usato dai greci e dai latini per indicare l'organo sessuale femminile, non ci vuole un professore, figa è invece la variante settentrionale ("fica, non figa", Michele Apicella, Ecce Bombo, agevolo filmato). Fessa è invece prettamente meridionale, con il significato di fessura ("quella fessa che tieni ov’han la bocca le persone", Carducci). Mona è veneto, di origine incerta (si potrebbe arrischiare un'assonanza con monna, ma fermiamci qui). Passera è toscano, come topa, a suggerire una predilezione dei toscani per il crine, idem sorca, ma romano. Patata con riferimento forse al monte di Venere. Dove sono cresciuto, nel basso mantovano, erano in voga due termini: gnal, cioè nido, e brögna, prugna, entrambi di facile lettura. Il napoletano, sempre esagerato, la chiama pucchiacca, da portulaca, o erba fratesca, ma c'è chi ne dà un'interpretazione a dir poco epica, dal greco pyr (fuoco) e koliòs (fodero): fodera di fuoco. Vulva è latino che richiama le valve, mentre vagina è latino per guaina/fodera (gladius vagina vacuus, cioè la spada sguainata dal fodero vuoto, vacuus). Prossimo excursus: il pene (ho preferito iniziare dalle signore per galanteria).
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diceriadelluntore · 6 months ago
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17 e Venerdi
L'eptacaidecafobia (dal greco ἑπτακαίδεκα "diciassette" e φόβος phóbos, "paura") è la paura del numero 17. Il numero 17, in particolare abbinato al giorno venerdì, è ritenuto particolarmente sfortunato: nei paesi anglosassoni è non propizio il numero 13 (triscaidecafobia).
Tra le ipotesi:
17 era aborrito dai seguaci di Pitagora in quanto era tra il 16 e il 18, perfetti nella loro rappresentazione di quadrilateri 4×4 e 3×6
il diluvio universale cominciò il 17 del secondo mese (Genesi, 7-11)
XVII in numeri romani può essere anagrammato in VIXI, ho vissuto
dopo la battaglia di Teutoburgo del 9 d.C. combattuta tra i Romani e i Germani di Arminio, le legioni romani persero la battaglia, ed erano numerate 17,18 e 19, e quei numeri non verranno più usati per nessuna legione posteriore, perchè ritenuti sfortunati
il Venerdì 17 è doppiamente sfortunato perchè associa il Venerdì, giorno di lutto e dolore (in riferimento al venerdì Santo della Morte di Gesù) e il 17, per le ipotesi di cui sopra, in un memorabile esempio di sincretismo.
Tra l'altro, è una fobia prettamente italiana, dato che, per esempio, in un altro Paese latino e cattolico, come la Spagna, è infausto Venerdi 13.
L’ingegno può coesistere con le superstizioni più grossolane. Paul Valery
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segreti-anonimi · 3 months ago
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A vent’anni avevo una pseudo-relazione (difficilmente definibile ma prettamente sessuale) con un uomo di sessant’anni.
Ci sono talmente tanti elementi in ballo in questo tipo di dinamica che è impossibile arrivare a comprenderli tutti. Molti restano misteriosi a vita.
Con lui ho avuto le primissime vere esperienze sessuali. Mi ha letteralmente insegnato tutto quello che so. La ricerca della figura paterna è quasi sempre uno dei motori primi che guidano questo tipo di desiderio. Per me era molto forte il piacere che scaturiva dal sentirmi una “brava bambina”. Pensavo di non essere riuscita a esserlo per mio padre, quindi cercavo disperatamente di diventarlo per un altro uomo tentando di essere sempre disponibile e sessualmente “perfetta”. Mi trasformavo in uno specchio dove poteva guardarsi e scoprirsi, facevo miei i suoi desideri. Avrei fatto (e ho fatto) qualsiasi cosa pur di vederlo soddisfatto.
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princessofmistake · 9 months ago
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«καρδία» «Cuore» [cardìa]
Già in epoca preistorica è certo che i nostri lontani antenati avessero individuato nel cuore l’organo principale della vita e il simbolo per eccellenza dell’intelligenza emotiva.
Come testimoniano le pitture, gli scritti e i ritrovamenti nelle tombe, il cuore nelle popolazioni antiche era considerato la sede dell’anima, delle passioni e dei sentimenti. Lo è in Omero, in particolare nell’Odissea; è il cuore, infatti, che latra vendetta nel petto di Ulisse rientrato nella sua Itaca. Lo è poi in Eschilo (Supplici) e in Aristofane (Nuvole), e ancora nella poesia lirica e amorosa.
Il pitagorico Filolao lo considerava la sede della vita, così come Aristotele e lo Stoico Crisippo. Platone riteneva che nel cuore avessero la loro sede anima e temperamento.
Solo con l’avvento della medicina tra il 460 e il 370 a.C. il cuore comincerà a essere interpretato anche scientificamente e certamente più razionale sarà l’approccio allo studio della sua funziona in termini prettamente anatomici. Si deve, in particolare, ad Alcmeone di Crotone la scoperta che la sede dell’intelligenza è il cervello, non il cuore e che questo è, invece, collegato con i movimenti del sangue.
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in-consapevolezza · 5 months ago
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IL DOLORE...
Il dolore non piace a nessuno e nessuno lo vuole.
Eppure è l'unica cosa in grado di renderci umani. Di renderci forti. Di farci crescere.
Il dolore ci insegna i confini oltre cui non spingerci per non ferire gli altri; ci insegna ad essere gentili. Ci rende fragili e vulnerabili, è vero, ma ci rende migliori.
In una società prettamente egoistica come quella odierna ci insegna a rispettare gli altri, ad essere empatici, comprensivi, delicati.
Il dolore è sempre visto come un nemico dal quale fuggire, ma andrebbe sentito, sentito fin dentro le viscere, assaporato come un cibo mai assaggiato, goduto, compreso in ogni sua sfaccettatura ed accettato.
È un dono prezioso di crescita, di evoluzione.
Dietro il dolore, in fondo, c'è sempre l'amore.
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eros-chianti-1 · 1 year ago
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Nutro un certo fascino verso tutto il mondo femminile, ma ci sono delle cose che mi catturano profondamente.
Donne e ragazze che amano il loro stesso genere, ci ritrovo qualcosa di romantico, anche se l'interesse è prettamente sessuale hanno reazioni e comportamenti rari a noi uomini.
Mi ricordo quando la mia ex collega bisex vedeva una bellissima ragazza, con la voce di una bimba che chiedeva i doni a babbo natale, e gli occhi a cuore pieni di ammirazione diceva:
" oh ma che bella che è... Come me la scoperei volentieri!!"
Ogni volta mi innamoravo follemente di queste gargantuesche emozioni!
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a10alively · 1 year ago
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Okay faccio tipo la diva ( hades non ti puoi azzardare a dire qualcosa, non accetto critiche ) e mi sfogo su tumblr così Aphry non deve subire drammi vari:
Avete mai voglia di spaccare la faccia a qualcosa — o qualcuno più realisticamente — senza motivo? Cioè, arrabbiarsi per delle cose completamente stupide che alla fine ammontano a nulla più che un piccolo problema? Sì,gli esami di coscienza me li faccio anch'io difatti son prettamente confusa: che cazzo c'è che non va in me-? Anche che non riesco a distinguere bene affetto e ODIO, come cazzo si fa? Cioè, io voglio bene ai miei fratelli? Sì,penso di sì, ma realisticamente che ne so?
Non avete letto niente,vi odio tutti ho preso solo una pillola di troppo ignoratelo e non portate mai più a galla questo argomento (non è vero vi voglio bene forse. Forse.)
Bellissima questa cosa, #isentimentiahquestiestranei. Che poi li chiudo in compartimenti stagni per evitare che mi distraggano è un'altra gatta da pelare. (Pregando in greco che papi Lively non veda il post.. però Tutankhamon è troppo fossile per usare tumblr - .Στο όνομα του πατέρα του γιου και του διάολο που νοιάζομαι, αμήν)
(non mi pagano abbastanza parte 2)
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abatelunare · 1 year ago
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Trasmissioni che andrebbero chiuse quanto prima
Io mi sto convincendo che Masterchef e Amici siano sostanzialmente sullo stesso piano. Le due trasmissioni tendono a imporre una visione delle discipline in oggetto che io personalmente non condivido. La prima spinge per una preminenza dell'estetica: il piatto dev'essere bello (per lo meno, secondo i loro parametri). Se poi non sazia il cliente o gli costa uno sproposito, chissenefrega. L'idea che meno sopporto è quella della scomposizione/destruttrazione. Si scomponessero/destrutturassero quello che dico io. La seconda vuole sdoganare una musica che ripudia l'estetica. Cantare bene è superfluo. Meglio cantare male brutte canzoni con testi osceni dai quali non traspare alcuno sforzo di natura prettamente creativa. Dove si incontrano è nella volontà di mortificare l'aspirante, magari accusandolo d'essere arrogante quando in realtà l'arroganza è tutta in chi deve valutare. Il mio auspicio è uno soltanto: la chiusura di entrambi i programmi. Possibilmente prima che i danni da esse prodotti finiscano per divenire irreparabili.
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paperometria · 7 months ago
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Penso che qui siamo tutti d’accordo che a Lilly, la vita l’abbia ricompensata con la grande fortuna di trovare te e la tua famiglia lungo la strada!! 💛💛
Ti dirò, da un punto di vista prettamente cinico/oggettivo è vero, ma ragioniamo per differenze, nel senso che è nata in una famiglia (ahilei) talmente incasinata che, se fossi un padre che se ne frega della figlia, ci è andata comunque già a guadagnare.
Detto questo, spero tu abbia ragione, e i conti li faremo solo alla fine, posso solo dirti che proviamo a dare il nostro meglio, sperando sia sufficiente.
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dilebe06 · 2 years ago
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Lighter & Princess
"You don't love someone because they're perfect, you love them in spite of the fact that they're not."
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Mi sono mangiata letteralmente le mani.
Oh...se avessi ascoltato @lisia81 che mi consigliava di vedermi questa serie l'anno scorso, mi sarei evitata l'imbarazzo di cosa dover scrivere nel quiz di fine anno alla domanda "miglior storia d'amore", "miglior bacio" o anche "miglior drama". ma sono quasi convinta che avrei potuto infilare questa serie anche in altre categorie.
Esattamente come per Moving, trovare un difetto in Lighter and Princess (L&P per brevità) è tosta: regia, montaggio, sceneggiatura, ambientazione, dialoghi, ritmo della narrazione, recitazione... ho trovato tutto fantastico.
PS: Ci saranno spoiler.
Partiamo dalla storia: la trama è semplice e non è niente di trascendentale o epico.
Li Xun è un freddo e calcolatore asso della programmazione informatica che è entrato al college come primo agli esami di ammissione all'università nazionale, guadagnandosi l'ammirazione di tutti i suoi compagni di classe. Tuttavia, non è interessato a partecipare alle normali attività universitarie con i suoi compagni e ha i suoi progetti per il futuro. Questa mentalità lo porta in conflitto con molti dei suoi compagni di gruppo poiché spesso rifiuta di collaborare con loro. #asociale Zhu Yun, nel frattempo, è una giovane donna amichevole e innocente che ha appena iniziato la sua vita universitaria dopo aver fatto tutto ciò che i suoi genitori e la società si aspettavano da lei. Quando incontra Li Xun, si sente in conflitto. Si preoccupa che lui sia un possibile piantagrane, ma si sente comunque in qualche modo attratta da lui. Anche se all'inizio sembrano scontrarsi, iniziano ad apprezzare il tempo trascorso insieme. Ma quando un incidente cambia le loro vite e minaccia di separarli – proprio mentre la storia d’amore stava iniziando ad evolversi – la loro relazione è alla prova finale! [mydramalist]
Come si evince la trama non è nulla di rivoluzionario o lontanamente leggendario. Sono ragazzi dell'università che affrontano i drammi di tutti i giorni mentre crescono piano piano ed imparano sempre di più dalla vita.
Dal punto di vista narrativo ho adorato come L&P avesse un impostazione alla The Untamed, ossia farci vedere una situazione del presente per poi tornare indietro nel tempo e mostrarci come si sia arrivati a quella circostanza. E' una modalità molto furba perché mette lo spettatore in condizioni di sapere già che andrà "tutto a skifio" più va avanti la storia ambientata nel passato...di soffrire più la storia prosegue. E allo stesso tempo da speranza allo spettatore che si torni presto nel presente cosicché l'agonia finisca.
Andando invece alle tematiche del drama esse sono tante e raccontate magnificamente. Come detto sopra la serie è una storia di crescita. I personaggi di L&P ci vengono presentati sin dall'inizio con le loro personalità, convinzioni e desideri per il futuro. Mano a mano che la storia avanza, ognuno di loro dovrà fare i conti con le difficoltà della vita di tutti i giorni, amicizie, decisioni per il futuro... ci saranno scontri, riappacificazioni e tanti sbagli, errori. Come è la vita.
Si perdono amici e se ne trovano altri, si cerca di capire "cosa vogliamo diventare da grandi" e ci sta stretto che qualcuno decida per noi. E quello che pensavamo di volere nel nostro futuro, risulta non del tutto veritiero. Tutti i personaggi di L&P crescono ed imparano dai loro errori: per fare un esempio superficiale, Zhu Yun che sul finire della serie si schiera dalla parte di Li Xun andando contro alla madre e decidendo lei stessa per il suo futuro e con chi vuole passarlo.
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A fare da paio al concetto di crescita, c'è quello dell'essere "il migliore" che riguarda prettamente Gao e Li Xun. Per il marito di Lina essere il migliore vuol dire sconfiggere Li Xun. Che sia al computer o a chi piscia più lontano, l'importante è vincere contro il lead. Un ossessione così forte che lo porta a preferire la morte - letteralmente - piuttosto che lasciar prevalere Li Xun. Anche il lead relega l'essere il migliore alla vittoria su Gao - anche per motivi personali - mostrando all 'ex migliore amico che non riuscirà mai a batterlo, guidato dall'odio e dal risentimento.
Alla fine però entrambi capiscono che il miglioramento non è in relazione verso gli altri, nella competizione. Ma verso se stessi. L'essere una persona migliore rispetto al passato, perdonando vecchi rancori ed imparando ad andare avanti amando le cose e le persone che gli stanno più vicine. Capendo dove si è sbagliato, cercando di fare ammenda e comprendendo che ci sarà sempre qualcuno migliore di te in qualcosa.
Ma se ho adorato come la serie mostri e sviluppi questi due concetti, la cosa che ho amato ancora di più è stata la scrittura dei personaggi: umani, sfaccettati, fallaci. Pieni di insicurezze, rabbia, egoismo, arroganza ed inclini all'emotività.
Zhu Yun, interpretata da una fantastica Zhang Jing Yi, è uno di quei personaggi protagonisti femminili che io adoro. Perché è tosta e determinata senza essere badass o violenta. E' intelligente e coraggiosa, a tratti delicata ed elegante. Non fa scenate, non urla. Lei silenziosamente fa la sue cose ed una volta che ha preso una decisione è molto risoluta nel perseguirla. sposarsi il lead come missione di vita
Ma allo stesso tempo è insicura, cerca continuamente conferme e si lascia prendere dalle emozioni. Ad esempio nella sua relazione con Li Xun e Lina. Non c'è storia: ogni volta che il lead passa dieci secondi con questa ragazza, Zhu Yun va in paranoia totale. Sia nel passato che nel presente della storia. Come dice giustamente @lisia81 sarà poi questa insicurezza a non permettergli di "vedere" il piano di Li Xun nel passato e di stargli davvero vicino nel momento di bisogno. Ed anche se fa male, adoro questa imperfezione della lead che la rende molto umana.
Interessantissima poi la sua relazione con la madre. Io mi lamentavo di quell'altra mamma famosa dei drama cinesi - non dirò il nome perché solo nominarla mi fa salire il crimine e perché @lisia81 deve ancora vederlo e non voglio spoilierargli nulla- ma a ben pensarci, la madre di Zhu Yun è peggio. Almeno quella era malata e depressa e cercava di ammazzarsi a giorni alterni. RIP
Questa invece, ha instaurato con Zhu Yun un rapporto ossessivo e controllante. Lei sa cosa è meglio per sua figlia. Lei decide cosa deve studiare, fare, andare e "provare per il lead". E se da una parte posso comprendere il fatto che voglia le cose migliori per la figlia - tutti i genitori vogliono le cose più belle per i figli - dall'altra inorridisco quando impedisce a Zhu Yun di fare la sua vita, le sue scelte.
Senza parlare poi di come tratta quel povero lead. Nel finale quando gli dice che il marito di sua figlia deve avere una buona famiglia ecc ecc... sapendo benissimo che Li Xun una famiglia non ce l'ha, non è stata cattiva. E' stata meschina. Crudele.
Ma è stata utile. Perché "grazie a lei" Zhu Yun prende in mano la sua vita ed il suo futuro, dimostrando che non gli importa di cosa pensi o provi sua madre e concludendo così il suo percorso di crescita.
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Poi c'è Li Xun che ha il volto di Chen Fei Yu e a cui devo letteralmente inchinarmi. Perché l'avevo già visto in Ever Night e non mi era piaciuto. Avevo trovato la sua recitazione rigida e non mi sembrava che fosse entrato nel personaggio.
Ma in L&P fa il salto di qualità: lui è Li Xun. La naturalezza con cui porta in scena il bel tenebroso mezzo tsundere è encomiabile, così come l'espressività. Li Xun è un uomo di poche parole - una è poca e due sono troppe XD - e spesso mostra i suoi pensieri tramite espressioni: l'alzamento del ciglio, il sorrisetto, il socchiudere gli occhi. Li Xun non parla ma grazie all'ottimo lavoro di Chen Fei Yu tu spettatore puoi supporre cosa sta provando e pensando.
La poca loquacità non è ovviamente un caso: il giovine ha avuto una vita di merda - e soffre di preoccupante artrosi a trent'anni XD @ili91-efp - così come è perfettamente normale che non gli importi nulla degli altri e persegue i suoi piani a prescindere da tutto e tutti. All'inizio di questa storia Li Xun è un blocco di ghiaccio che risponde male a tutti e se ne frega di qualsiasi cosa. Vive per se stesso ed è unicamente interessato a raggiungere i suoi obiettivi. Il resto è nulla.
Poi arriva Zhu Yun. Il suo amore per lei, la loro relazione, gli permette di sciogliersi diventando piano piano più aperto e disponibile tanto che anche la sorella nota il suo cambiamento. Zhu Yun d'altronde è l'unica persona al mondo disposta a combattere al suo fianco, che si fida ciecamente di lui, che si preoccupa per lui...
Ma ahimè tutti i progressi s'infrangono alla morte della sorella e relativa prigione. Li Xun cade nel vortice della vendetta, mandando a puttane la sua relazione con Zhu Yun ed il suo futuro.
Ci sarà modo di parlare della relazione tra i due. Quello che mi preme è mettere in risalto come il protagonista di questa storia non sia minimamente perfetto e che va benissimo così.
Li Xun, anche per via del suo vissuto, può essere cattivo e spietato. Ha ignorato le richieste e le preghiere di Gao per più di metà serie. Ha lasciato la sua ragazza facendo espressamente leva sulle sue insicurezze e paure e facendole volontariamente del male. Li Xun è un genio che può creare piani diabolici senza preoccuparsi di chi ha intorno e come essi reagiranno alla cosa. Una volta che si pone un obiettivo va avanti come uno schiaccia sassi.
Ma allo stesso tempo è capace di grandi gesti d'amore, di gentilezza e rispetto. Intelligentissimo, è sempre un passo avanti a tutti ed è un piacere vederlo spiegare i suoi piani o ammirarlo mentre lavora al pc.
Quando esce di galera pare tornato ai vecchi tempi dell'università. Chiuso, introverso, a tratti scortese. E di nuovo impelagato con vecchi rancori. E' straziante vederlo guardare la lead con gli occhi a cuore e sapere che fosse per lei sareste già sposati con 10 figli non pensa di meritarla e che secondo lui non torneranno più assieme.
Nel finale poi, fa il salto di qualità riuscendo a lasciarsi alle spalle l'odio e la vendetta per vivere felicemente la sua vita. Riconosce i suoi errori con Zhu Yun, accetta che i genitori della ragazza difficilmente daranno la loro benedizione alla coppia ce ne faremo una ragione e comprende finalmente che la sua ex fidanzata è ancora la donna che ama e che vorrà sempre.
Il personaggio di Li Xun è quello con cui ho avuto più difficoltà ad interpretare i pensieri: avendo il POV bloccato e dovendomi spesso basare sulle espressioni o su poche parole, ho dovuto qualche volta decodificarlo.
Infatti la mia scena preferita è quella dove Li Xun, geloso del pittore, sbrocca malamente con Zhu Yun. In quella scena il lead non riesce a trattenere la gelosia che diviene rabbia quando la ragazza sembra sminuire la loro passata relazione " chi non è mai stato innamorato a 18 anni?" - una cosa cosi. Adoro questo momento perché Li Xun pare un fiume a cui hanno rotto gli argini e dove si mostra la vulnerabilità ed il dolore di questo personaggio.
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Ed infine c'è Gao. A livello di scrittura credo che sia il migliore tra tutti i personaggi. Dovrebbe essere il villain di questa serie ma la narrazione fa in modo che non lo sia fino in fondo.
Gao che voleva battere il lead e dimostrarsi il migliore. Gao che era sempre primo al liceo e non poteva accettare che qualcun altro, senza troppi sforzi, lo superasse. Gao innamoratissimo di Lina anche se lei amava il lead. Gao che consapevole dei propri limiti e desideroso di allontanarsi dall'ingombrante bravura di Li Xun, fa un passo indietro per andarsene all'estero...
Gao, come tutti i personaggi di questa storia, compie azioni non sempre condivisibili ma che sono comprensibili. Tu come spettatore capisci da dove proviene l'odio e la disperata voglia di sconfiggere Li Xun che Gao mostra così sfacciatamente.
Nella prima parte della serie, Gao è un bravo ragazzo. Studia, si impegna ma non riesce a superare Li Xun. Nonostante lavorino assieme c'è un baratro tra loro, spesso perché Li Xun attua scelte che riguardano il lavoro di tutti senza tenere conto di chi ci ha lavorato oltre a lui. Non posso dare torto a Gao quando si arrabbia con il lead per questi motivi.
Finché Gao perde la specializzazione. Nonostante avesse pregato Li Xun di non fare casino per non creargli problemi, Li Xun lo ignora e Gao non raggiunge l'agognato risultato.
Qui c'è forse uno dei pochi appunti che posso fare alla serie, per quanto riguarda la trasformazione di questo personaggio in uno così crudele e che sorride nel vedere Li Xun essere arrestato dopo che gli è morta la sorella. Secondo me, questa trasformazione così lapidaria è stata un po' frettolosa per uno che fino a 3 episodi prima, era impensabile facesse una cosa così cattiva.
Comunque sia, poiché non riesce a sconfiggere il lead per vie normali, Gao usa quelle "traverse", sforando nell'illegalità. Ma finché può battere Li Xun, vale tutto.
Quando lo ritroviamo nel presente, Gao è il Presidente della L&P, copia i giochi degli altri ed è sposato niente popò di meno che con Lina, la donna che ha sempre amato ma che non lo ricambia.
L'uscita di galera del protagonista metterà sotto pressione Gao in tutti i modi possibili ben sapendo che Li Xun rivuole la L&P. E Gao piano piano cadrà nell'ossessione.
E se da una parte godo nel vederlo in difficoltà visto tutti i danni che ha fatto, dall'altra mi dispiace anche un po': alla fine ha raggiunto tutti i risultati che voleva...ma a che prezzo? E davvero questo, era quello che voleva?
Dal finale di serie s'intuisce di no. Una volta venuta fuori la malattia, l'ossessione si acuisce e diventa quasi follia: Gao si rifiuta di operarsi finché Li Xun non si arrende. Che è illogico. E' stupido. Ma è perfettamente comprensibile per il personaggio di Gao.
Ed il finale... da una parte temevo che la malattia di Gao fosse un motivo per darci il buonismo finale con tutti i personaggi che s'abbracciavano felici perché oh...Gao sta male e bisogna fare pace. Lighter and Princess invece, mi stupisce ancora non dando alla malattia il ruolo risolutore dei conflitti ma rendendola un modo per i due di riflettere sulle loro azioni e su cosa sia davvero importante.
Nota a margine sulla espressione felice ed un po' stupida di Gao quando Lina si presenta all'ospedale dicendogli che rimarrà con lui. Non l'ho mai visto così felice come in quella scena. Adorabile. Mi si è stretto il cuore per lui.
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Ma se ho amato come siano stati scritti i personaggi, quello che mi ha davvero preso il cuore è stata la storia d'amore. Spesso i drama romantici scadono nello smielato e nei cliché: perdita di memoria, second lead che fanno gli stronzi, lei che inciampa e casualmente cade tra le braccia del fusto di turno...insomma le solite cose.
L&P non solo non presenta niente di tutto questo ma riesce ad essere adorabile e romantico con una coppia giocosa e divertente, amorevole e davvero piacevole da guardare. Sorridevo involontariamente ogni volta che Li Xun faceva il solletico a Zhu Yun, ad esempio!
I due lead infatti, hanno una chimica spaventosa ed ogni volta che si guardavano negli occhi pare veramente che non esistesse nient'altro che l'altro. Il modo in cui di guardano, toccano, si abbracciano, invadono lo spazio uno dell'altro, è così naturale che sembra che siano sposati da anni.
Inoltre, l'altro motivo per cui ho amato questa coppia è perché sono tutto tranne che perfetti. Sono imperfetti presi singolarmente e sono imperfetti come coppia. Nonostante si amino molto e si sostengano sempre, ognuno di loro porta nella relazione i proprio difetti: Zhu Yun diventando insicura e ansiosa e Li Xun volendo fare tutto da solo. Ricordo ad esempio che sia nel passato che nel futuro, Zhu Yun si lamentava di come il lead non la includesse nei suoi piani e la tenesse sempre all'oscuro di tutto. Gli chiedeva se era inclusa nei suoi piani, del loro futuro ecc ecc....
Questo succede anche nel presente con dei notevoli miglioramenti ma ancora siamo lontani dalla perfezione...e va benissimo così. E' perfetto così!
Le relazioni impeccabili non esistono. E non mi piacciono le storie dove i due protagonisti perfetti si giurano amore eterno e dove sono così bravi uno con l'altro che sai che l'unico motivo per cui si potrebbero lasciare sono per interventi esterni.
Sicuramente Li Xun e Zhu Yun sono una delle mie coppie preferite di quest'anno. Così come lo è questo drama.
Poi oh...ci sarebbe tantissimo altro da dire: dal second lead pittore che non è mai stato veramente un second ma anzi un buon amico. Da Lina che da brava egoista pensa solo ai fatti suoi salvo poi rinsavire nel finale, dai ragazzi della compagnia dei due lead, da Ren Di e la sua storia con il cantante del suo gruppo... ma per adesso basta così.
Consiglio comunque a tutti la visione di questa serie!
Voto: 9
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pccre · 6 hours ago
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oggi in vena di scrivere about mie amicizie andate male con consigli prettamente per me stessa
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