#supportasse
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isaax-sims · 2 years ago
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Villiers Lace Piccadill (Necklace)
My very second completely-from-scratch mesh, a piccadill (wired lace collar, evolution of the ruff) based on ones worn by George Villiers, 1st Duke of Buckingham, in several 1620s portraits.
Download at SimFileShare.
More previews and info under the cut.
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I used some Historian gradients for creating the 8 colors included: whites with variants of painted-on shading, blacks, an off-white, gilt thread on white, and a suggestion of a gold wire supportasse showing through the lace.
It also has a small neck band painted onto the skin to help hide the seam where the piccadill meets the neck.
709 verts/619 polys, all LODs. Disabled for random.
There is both a necklace version and a right brow ring version, in case you want to try wearing it with outfits that are set to hide necklaces. However, both use the necklace texture space.
Clips with many hairs and most everything else known to man. But I made it to fit zx-ta's TSM Aristocrat Doublet conversion when the Sim isn't animating wildly, and it also fits other outfits like Admiral, simulatedstyles 16th century gown, etc. so hopefully you can find something to wear with it.
I've also uploaded a PSD so you can play with recolors if you like! Please go nuts with this and recolor, reuse, fix, chop up as you see fit. I'm so proud I've managed to make this.
You can also peruse my George Villiers folder and tag.
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lucifero-natsume · 1 year ago
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se ci fosse qualcuno che supportasse me, così come io supporto gli altri sarei sicuramente una persona molto più felice e forse realizzata...
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schiusuramentale · 1 year ago
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Mi sono reso conto che riguardandomi indietro non odio più il me del passato che ha fatto delle determinate scelte sbagliate, in fondo non ho mai avuto nessuno che mi supportasse realmente, o che credesse in me, me stesso in primis.
Semplicemente vorrei tornare indietro ed esserci per me stesso.
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jetaime03 · 1 year ago
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Vorrei qualcuno che mi sopportasse e supportasse anche se dico/faccio cazzate. Anche se non sono emotivamente stabile.
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storywonker · 7 years ago
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17th century clothing specialists!
(I presume there’s some following me, or that followers might know someone) 
I’m looking for the technical term (for novel research) for a kind of upturned, large lace collar on women’s clothing. The examples here are from BBC’s The Musketeers, which I know isn’t anywhere near accurate, but even allowing for artistic licence there must be some truth to them.
(and even if they aren’t, this is for a fantasy novel so I can have them if I want to)
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The closest term I’ve been able to find is rebato, or possibly a ruff or collar with a supportasse. In my manuscript, I’ve described one character’s clothing thus:
She had not taken a mantle; it had seemed a waste to wear it. Most of her clothes were still on the northern shore of the sea. They would remain there, pass into the ownership of whoever replaced her. To her trial she would wear this brocade dress with its silver thread, this blue silk holding back the dark curls of her hair, this lace collar fanned about her head, symbols of the Gods framing her face.
But I’d like to know the actual term, even if just to know that it’s too technical and I should avoid it.
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momentidicri · 3 years ago
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Devo solo prendere coscienza che ormai posso contare solo su me stessa, che le mie decisioni non faranno mai contenti i miei genitori. Avrei solo voluto una famiglia che mi supportasse.
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scheinysca · 3 years ago
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Daaaaaaaamn, lookit that fiiiiiine supportasse! I learned a new word and have every intention of making you all suffer for it. https://en.m.wikipedia.org/wiki/Supportasse Photo by @libbycr80 at The Rubens House #SCALife #SocietyForCreativeAnachronism #SCA #MySCA #Dalhraidia #boglodyte https://www.instagram.com/p/CfFMI5cOkyB/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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buscandoelparaiso · 3 years ago
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I tifosi di Levski Sofia, West Ham, Cracovia e Real vanno sempre e i laziali ricambiano. È una cosa da mentalità ultras, non è una novità. Filo russi sicuramente messo solo per gettare scompiglio in questi periodo. Non è necessariamente una cosa brutta, qualche anno fa in Polonia successe una cosa gravissima con i tifosi laziali prelevati da ristoranti, camere di hotel e arrestati (sulla base del nulla perché molti erano semplicemente a cena, senza nessun fatto scatenante). Per rilasciarli gli furono fatti firmare documenti in polacco di cui omisero il fatto che fossero confessioni e intervennero i tifosi del Wisla Cracovia fornendo avvocati e traduzioni.
giuro non lo sapevo che si gemellassero tra tifoserie in questo modo.....pensavo che ognuno supportasse la propria squadra e fine. Conosco le varie tifoserie e so che i gruppi ultras di Madrid e del West Ham sono terribili (chiaramente non tutti, parlo dei gruppi piu estremisti....) per quello dicevo che hanno scelto tutte tifoserie 'molto calme' (ironicamente) per gemellarsi. Io sono contraria ad ogni tipo di violenza negli stadi specialmente dei gruppi ultras estremisti che spaccano cose fanno rissa e creano il disastro per niente, mi ricordo ancora uno scempio incredibile durante una partita italia-croazia anni e anni fa dove avevano dovuto sospendere il match perche gli ultras avevano lanciato in campo fumogeni, rotto barricate, tirato cose ai giocatori in campo, un'immagine orrenda. Speriamo non sfoci in caciara (o ancora peggio in tragedia) anche stasera, i derby roma-lazio sono sempre 'speciali'.........
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cassandrablogger · 4 years ago
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Nessuna domanda da farti, volevo solo dirti che i tuoi post e i giochini di logica nelle storie mi mancano tantissimo da quando ho disattivato il mio profilo Instagram 🥺
Un abbraccio Cass❤️
ma sei un tesoro ❤️ se solo tumblr supportasse il formato quiz, li pubblicherei anche qui
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gloriabourne · 4 years ago
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Hai notato nell'intervista delle Iene, alla domanda "hai mai tirato una sberla ad una ragazza" Ermal prima annuisce e sembra lì lì per sussurrare un sì, poi scuote tipo il capo e dice in fretta "mai"? ditemi che non sono stata l'unica a notarlo... e un'altra cosa, solo io ci son rimasta male quando ha detto che a Chiara non gliene frega nulla della musica? mi viene impossibile non paragonarlo a quando stava con Silvia e nelle interviste diceva che lei lo supportava sempre tantissimo
A me onestamente spiace che sia passato un messaggio simile in quell'intervista, addirittura da spingere le persone a pensare che Ermal - oltretutto con il passato che ha dovuto affrontare - possa aver tirato uno schiaffo a una donna.
Io l'ho percepita in modo diverso.
Premesso che non ho notato da parte sua indecisione nel rispondere, mi è semplicemente sembrato che stesse annuendo alla domanda come si fa spesso quando si vuole dimostrare attenzione verso la persona che ti sta parlando.
Ma a parte questo l'indecisione in una risposta può essere data da tante cose, anche solo ad esempio da un attimo di disattenzione. Io una volta in gelateria ho ordinato un cono al limone perché ero sovrappensiero e ho semplicemente ripetuto quello che aveva detto il ragazzo prima di me, e solo quando la barista mi ha consegnato il gelato mi sono accorta che avevo ordinato un gusto che nemmeno mi piace. Non voglio ovviamente paragonare le due cose, però è per farti capire che spesso la disattenzione o una momentanea distrazione può portarti a dire esattamente l'opposto di quello che vorresti dire in realtà.
Parlando di Chiara, in realtà secondo me la cosa va vista in senso più ampio. Nel senso che magari Ermal intendeva semplicemente che visto che Chiara non fa parte dell'ambiente le importa meno della musica rispetto a quanto potrebbe importare a un'altra persona. Silvia lavora in radio, ha a che fare con la musica tutti i giorni ed era già così quando stava insieme a Ermal, quindi era ovvio che lo supportasse perché in un certo senso facevano parte dello stesso ambiente.
Non penso che intendesse proprio che a Chiara non frega niente della musica in senso stretto, ma visto che quella cosa è stata detta quando gli hanno chiesto se aveva conquistato Chiara suonando per lei, credo semplicemente che Ermal intendesse dire che tra loro (forse proprio perché non fanno parte dello stesso ambiente lavorativo) è entrato in gioco altro e la musica è solo un contorno.
Il fatto che a una donna interessi poco del lavoro che fa il compagno (che poi non mi pare il caso di Chiara, nel senso che la vedo sempre abbastanza presa dalle cose di Ermal) non significa che sia poco di supporto. Non so se si è capito il mio ragionamento 😂
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chicot-premier · 7 years ago
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Taking a break from my Valois tapestry posts for today in order to post/reblog some of the other things I’ve been wanting to post/reblog, such as this video. Tomorrow, I plan to resume posting about the Valois tapestry exhibit.
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tuahadedana · 7 years ago
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Its tuesday...and i have so much to do in the next 7 weeks... I would like to announce the first news today 😊: i have my 4th. Publication with @reikondevore in the @femmerebellemagazine in march and i am so happy about that❤ and i will show you the picture in the next days 😉 so stay tuned and have a beautiful evening 🌺 . . . . Picture @wuschels_art Model @ apple doll Skullheadpiece and collar @tuahadedana . . ➡️other skullheadpieces are avaiable in my shop 😉 follow link in bio . . #tuahadedana #gothfashion #queensofgothicstyle #featuremegothikamagazine #gothicfeatureme #supportasse #collar #standingcollar #skullheadpiece #whiteheadpiece #gothcouture #resin #myowndesign #headpieceoftheday (hier: Berlin, Germany)
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sguardimora · 6 years ago
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Conversazione con Annamaria Ajmone #NO RAMA
In occasione della residenza creativa al Teatro Dimora di Mondaino ho incontrato Annamaria Ajmone che mi ha raccontato qualcosa di più su NO RAMA, il nuovo progetto al quale sta lavorando insieme alle danzatrici Marta Capaccioli e Lucrezia Palandri, al musicista Francesco Cavaliere, alla costumista e scenografa Jules Goldsmith, con la direzione tecnica di Giulia Pastore.
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Come nasce questo nuovo progetto NO RAMA?
Annamaria: Qualche anno fa leggevo un romanzo e proprio all’inizio il protagonista racconta di un pomeriggio trascorso ad Anversa in un nocturama. La descrizione precisa di quello spazio mi ha fatto entrare in universo capovolto che mi è rimasto impresso. Ho tenuto stretta questa immagine per un po’ di tempo, mentre lavoravo ad altro, poi sono tornata lì. NO RAMA è un’indagine immaginifica sul futuro di questo pianeta. Il nome fa riferimento per assonanza al nocturama e a tutti quei meccanismi di illusione ottica come il diorama che fanno riferimento alla costruzione di uno spazio artificiale che riproduce il mondo naturale. NO RAMA si muove tra questi due territori: natura e artificio. L’idea parte dal desiderio di guardare ad altre realtà, altre “nature” e di conseguenza spostare il nostro sguardo da dove siamo solitamente immersi. L’idea è quella di costruire un ecosistema, all’interno del quale vivono creature che si trasformano, assumono diverse forme e hanno diverse proprietà. Il mio tentativo è quello di scardinare la visione antropocentrica, immaginando di ribaltare le gerarchie tra mondo vegetale, animale e umano. Cercare di ridefinire le relazioni tra le diverse forme di esistenza a cui siamo abituati è un dovere che abbiano verso noi stessi per guardare e sognare il futuro dopo la fine.
Come è avvenuto l’incontro con gli altri artisti che daranno vita insieme a te al progetto No Rama?
Annamaria: Il mio percorso è partito in solitudine. Mi sono tuffata in diversi materiali, da quelli narrativi a quelli sonori attraversando testi più scientifici e filosofici. Durante questi momenti di studio ho iniziato a pensare con chi lavorare, scelta che per me non è mai casuale ma è dettata da bisogni specifici. Marta Capaccioli e Lucrezia Palandri oltre ad essere ottime danzatrici e amiche, sono anche due persone con le quali sentivo potesse svilupparsi questo dialogo, presenze che, con tutto il loro bagaglio creativo, sentivo necessarie. Con Jules Goldsmith, invece, ci siamo incontrate per un altro progetto e le ho chiesto di partecipare perché eravamo riuscite ad instaurare un dialogo intenso, sentivo una sensibilità e un ascolto necessari per entrare in questo specifico lavoro. Di Francesco Cavaliere avevo sentito dei dischi, avevo visto delle sue performance e sono certa che in qualche modo la sua ricerca mi abbia influenzato. Quando ho iniziato a pensare a NO RAMA ho subito pensato a lui. Con Giulia Pastore, che ora non è qui, lavoro da sempre, è come se ci capissimo al volo anche quando non ci capiamo subito. 
Per ogni elemento che vai a trasformare e provi a fare esplodere c’è una specificità e ogni componente del gruppo è specifico, ha un suo ruolo, senza di loro, inevitabilmente, tutto sarebbe diverso.
L’ultima volta che ho visto un tuo lavoro è stato proprio qui a Mondaino dove stavi lavorando a Tiny. Lì portavi avanti attraverso la ricerca coreografica una riflessione sul paesaggio e sul ricordo. Anche con NO RAMA mi sembra di ritrovare una relazione al paesaggio, un paesaggio desertico popolato di cactus e serpenti. Che relazione c’è tra questo immaginario e la scrittura coreografica?
Ammamaria: NO RAMA è la costruzione di un ecosistema in cui le forme si trasformano, lo spazio continua a cambiare, cambia la temperatura e cambiano i colori. C’è il deserto certo ma c’è anche il ghiaccio  e c’è un’esplosione (forse). Lo guardi e ne sei immerso. Lo spazio continua a modificarsi, non vuole collocarsi né riferirsi a un tempo specifico. Questo è reso possibile attraverso la combinazione di tutti gli elementi che compongono la scrittura coreografica. L’immaginario e la scrittura coreografica vanno di pari passo, si informano a vicenda, si completano, si spostano e a volte si tradiscono. 
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Come nasce la struttura sonora in relazione anche al tema del silenzio e in relazione alla danza?
Francesco: Quando lavoro con il suono lavoro per immagini. Più che da una partitura di note parto da dei racconti. Quando Annamaria mi ha proposto questo lavoro mi ha mandato un testo con delle suggestioni e delle immagini e da qui ho capito che c’era sintonia e potevo farlo. Se avessi avuto altri tipi di informazioni magari più tecniche e coreografiche sarebbe stato più difficile. Nel momento in cui mi sono trovato davanti a un minerale mi sono sentito a mio agio. Il discorso sul silenzio mi interessa molto. Spesso lavoro sulla scrittura che viene poi in un secondo momento accompagnata dalla musica o viceversa, come accade per i radiodrammi, gli audiolibri o le colonne sonore. In questo caso invece il movimento è il loro racconto, il loro mondo e la musica sta dentro e sta fuori. In questo stare dentro e stare fuori c’è anche il silenzio. Non vorrei che la musica supportasse la danza ma che stesse in mezzo alla danza. Vorrei che ci fossero episodi sonori e movimenti che iniziassero a intrecciarsi tra loro per diventare una cosa unica. Quando lavori in questa direzione tutti i momenti di attesa, di respiro diventano essenziali, così abbiamo pensato di lavorare con sistemi di diffusione diversi, anche molto piccoli, che focalizzano l’attenzione dell’ascolto, ti distraggono ma anche ti sorprendono.
Tornando al percorso di residenza inserita all’interno del progetto @residancexl, a che punto eravate del percorso creativo quando siete arrivati a Mondaino e cosa vi portate a casa da queste giornate?
Annamaria: Siamo più o meno a metà del percorso creativo. In sala ci siamo incontrate con le danzatrici per quindici giorni a Prato. Ora qui a Mondaino è la prima volta che siamo tutti cinque insieme; è stato difficile ma ricco di stratificazioni di pensieri e azioni. È stato un po’ come quando i bambini si incontrano per la prima volta e iniziano a giocare in modo travolgente. È stato uno “shock” importante e necessario.  
Francesco: In questa prima sessione non ho dato materiali audio subito, ma ciò non ha creato problemi. Le danzatrici hanno iniziato a lavorare e a farmi vedere dei movimenti per darmi dei punti di riferimento temporali e ritmici. Mi hanno messo a mio agio e mi sentivo libero di decidere quando mettere improvvisamente un suono dentro la scena di lavoro. Sentivo di non interrompere il loro flusso ma anzi continuavano a muoversi seguendo la loro vita interna. Questo mi ha aiutato molto nella creazione. La cosa incredibile che ha fatto in questi giorni Annamaria è di non averci messo di fronte a compiti precisi ma a immagini, piante, avventure, esperienze che ci hanno aiutato a elaborare un linguaggio comune.
Lucrezia: In questi giorni il tentativo è stato quello di creare un habitat tra il naturale e l’artificiale, una sorta di prospettiva verso il futuro. Si è creata anche una stretta relazione con il fuori, siamo uscite dal teatro e molto del fuori, la natura, i cieli che cambiavano velocemente tonalità di colore, gli animali sono entrati in connessione con noi. Il luogo era giusto per questo momento di lavoro.
Jules: Per me è stata una possibilità rara di essere coinvolta nella costruzione di un percorso creativo. Le mie esperienze di lavoro con la danza erano diverse, non sono mai stata coinvolta dall’inizio. Annamaria mi ha condiviso suoni, musiche, testi, film e mi ha incluso completamente nel viaggio evolutivo della sua creazione e per me è stato incredibile. Il mio ruolo può essere anche molto solitario perché c’è tutta la parte pratica di ricerca dei tessuti e costruzione dei capi rispettando le esigenze precise dei danzatori. Quindi sono arrivata con delle idee ma durante questa settimana si sono aperte infinite possibilità. Ora tutto è in evoluzione. Lavorare qui, in questo teatro con questa luce e con la natura intorno, è stato speciale.
Marta: La cosa più incredibile è stata percepire un tempo altro. In questa settimana è come se non ci fossero mai state delle attese ma tutto era nel momento in cui si faceva. Non c’è stato uno scandirsi quotidiano, momenti noti, ma eravamo dentro un vortice che non si è mai fermato. È stato molto naturale, un fluire insieme.
Abitare. Paesaggio. Memoria. Parto da questi tre concetti chiave che mi sembrano indicativi del tuo percorso artistico per chiederti che cos’è per te la danza…
Premetto che è una domanda alla quale non so rispondere. Posso fare un tentativo rispetto al mio sguardo ora; magari tra qualche anno arriverà un’altra risposta, un’altra visione. La danza è la tensione al raggiungimento di un punto. La danza sta nello spostamento, sta nel mezzo di una tensione.
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alessandrovilla1982 · 2 years ago
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Guarda ""E non mi dire che ho bevuto" - #Nek @ Alessandro Villa ( #cover #acappella )" su YouTube
"E non mi dire che ho bevuto" - #Nek @ Alessandro Villa ( #cover # )
Link al video: 👇
https://youtube.com/shorts/tyMBtbnNizw?feature=share
"E non mi dire che ho bevuto" è un brano di #Nek contenuto nell'album "Lei, gli amici e tutto il resto" pubblicato nel 1996 con #WarnerMusic Italy nel 1996, portato al successo grazie ai singoli "Tu sei, tu sai" e " Dimmi cos'è" per poi essere ristampato dopo la partecipazione al Festival di Sanremo di Filippo Neviani del 1997 col brano "Laura non c'è".
"E non mi dire che ho bevuto" non è mai diventato un singolo ma ricordo che mi colpì sin dal primo ascolto perché, più di una volta, mi sono ritrovato a "barcollare tra i miei guai" senza il supporto di un amico che mi supportasse e mi stesse vicino per farmi capire di valere qualcosa davvero.
Per questo, non potevo non portarlo sul mio canale #YouTube nella rubrica "La mia storia in un shorts" dato che descrive perfettamente il mio stato d'animo di ragazzo che vive il proprio essere sentendosi in disarmonia col mondo delle #persone normodotaei in una #società mal disposta nei confronti delle #diversità.
Per vedere tutti i video del format "LA MIA STORIA IN UN SHORTS" collegatevi al seguente link...👇
✔️https://youtube.com/playlist?list=PLGvsuqpzdDy9GjSuxtF1ArMNIOIH4VOGu 🎧🎶
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Alessandro Villa official contact:
---
https://linktr.ee/alessandrovillaofficial
- #Facebook:
http://www.facebook.com/alessandrovillaofficial
- #Instagram:
http://www.instagram.com/alessandrovillaofficial
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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Assumere nuovi talenti rimarrà una sfida in molti paesi
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Assumere nuovi talenti. Con un mercato del lavoro sfidante e un’economia incerta all’orizzonte, è probabile che gli anni a venire saranno caratterizzati da una persistente carenza di manodopera in settori economici chiave. In assenza di un’immigrazione sostenuta, di un aumento della produttività del lavoro o di un’attenzione ad attirare chi è fuori dal mercato del lavoro, la situazione in molti paesi industrializzati la situazione continuerà a essere sfidante. Assumere nuovi talenti: un report per fare chiarezza È quanto emerge dall’Hiring & Workplace Trend report del 2023 di Indeed e Glassdoor, un rapporto condotto su più Paesi che evidenzia le tendenze emergenti del mercato del lavoro e fornisce insight sul futuro. Per la prima volta Indeed e Glassdoor hanno collaborato per produrre un report congiunto sulle tendenze del mercato del lavoro. Indeed, il portale numero uno al mondo per chi cerca e offre lavoro e Glassdoor, leader mondiale per insight su posti di lavoro e aziende, sono società sorelle e filiali di Recruit Holdings. Il report mette in evidenza cinque tendenze chiave del mercato del lavoro che caratterizzeranno gli anni a venire e che persisteranno alle fluttuazioni di breve periodo del ciclo economico e probabilmente resisteranno anche a una potenziale recessione globale. Le cinque tendenze chiave includono: #1: la carenza di manodopera continuerà a incidere sulle assunzioni.  Cambiamenti demografici e invecchiamento della popolazione permetteranno ai lavoratori di chiedere cambiamenti. In alcuni settori assumere continuerà a essere problematico per diversi anni. #2: il lavoro da remoto è qui per restare.  Il lavoro da remoto continuerà a diffondersi nelle professioni dove è praticabile. Questa tendenza avrà un impatto anche sui due terzi delle occupazioni non adatte al lavoro a distanza; infatti, per i datori di lavoro che offriranno posizioni in cui è richiesta la presenza, potrà essere più difficile attrarre lavoratori che potrebbero scegliere un lavoro che consenta loro di stare a casa.  #3 A fronte di lavoratori che chiedono salari più alti, i datori di lavoro possono distinguersi attraverso i benefit.  I benefit (sia in termini di compenso, sia di altri vantaggi) maggiormente apprezzati dai lavoratori stanno cambiando e l’inflazione gioca un ruolo chiave a questo proposito. Questo vale per tutti i lavori, non solo quelli che, tradizionalmente, offrono dei benefit. Tra il 2019 e il 2022, la percentuale di settori a basso salario che ha iniziato a offrire permessi retribuiti come benefit è aumentata sostanzialmente dal 17% al 34%. L’accesso alla copertura per la salute mentale sta crescendo in tutti i settori economici. #4: la felicità e il benessere contano La cultura aziendale si è dimostrata preziosa sia per attrarre, sia per trattenere i dipendenti e rappresenta una leva per i datori di lavoro per emergere rispetto alla concorrenza. Un recente studio di Indeed ha rilevato che il 46% delle persone dichiara che le aspettative circa la felicità sul posto di lavoro sono aumentate nell’ultimo anno e l’86% afferma che il modo in cui ci si sente al lavoro influenza il modo in cui ci si sente a casa. #5: il cambiamento della forza lavoro spinge diversità, equità e inclusione in prima linea Diversità, equità e inclusione (DEI) rimarranno al centro dell’attenzione, infatti, per i lavoratori continueranno a essere aspetti imprescindibili. In un recente studio, quasi due terzi dei lavoratori ha affermato che rinuncerebbe a un’offerta o lascerebbe un’azienda se il datore di lavoro non supportasse le iniziative DEI. Read the full article
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thefourthhexgirl · 3 years ago
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Piccadill
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A large broad collar of cut-work lace that became fashionable in the late 16th century and early 17th century. The term is also used for the stiffened supporter or supportasse used to hold such a collar in place.
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