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Maggio 2025. Si scrive ogni era geologica qui. È densa la vita, i giorni scorrono veloci, e da ferragosto scorso c'è stato il frantoio, poi una lenta lunga ripresa, tanti mesi pieni, cose belle, cose spinose, discussioni, tanto amore. Come sempre.
Siamo individui complessi, tu, noi, e ci intrecciamo in spirali infinite.
Tu. Sei intelligente, edonista, simpatico, affettuoso. Hai una parlantina impressionante, sei gentile e soffri la competizione. Non sei uno che si impone, ma spero tu sia umo che fa quello che gli piace. Sei al centro esatto del tuo mondo, senza remore, senza ripensamenti! Hai neanche 6 anni, se fosse diverso da così magari sarebbe strano.
Io mi chiedo mille cose, ti osservo, aggiusto il tiro cento volte al mese. Cresci tu e cresco io, ma io non lo so mica quello che è giusto in assoluto e quello che non lo è. Mi autobombardo di domande, alla maggior parte delle quali non ho risposta. Non era facile allora, quando piccola ero io, e non è facile ora, che piccolo sei tu. Una cosa è costante in questi tempi sovrapposti. La diversità. La mezzità, la chiamerei. Quella che a me accompagna da tutta j a vita. La capacità di essere sempre più o meno aliena al contesto. Sempre diversa. Sempre un filo stonata.
Qui in paese i miei gusti e le mie attitudini sono stranezze, stramberie, da quella che era strana da giovane figurati ora. E io ho molto sofferto, perché se sei diverso vieni isolato. Hai voglia a dire è la mia insicurezza che erge un muro che sembra diffidenza. L'insicurezza è arrivata a un certo punto.qua fo proprio guardandomi intorno non trovavo uno specchio. Sento ancora gli echi di quella imbarazzante solitudine. Mi sento ancora così realmente ogni ogni volta che ti porto al giardinetto. Nel girone delle mamme.
Quest'anno mi sono fatta un regalo, ho deciso di portarmi un libro quando vado in quel luogo inospitale. Sicuramente mi farà sentire meglio. Sicuramente alzerà però di un'altro po quel muro lì.
Chissà se ti sarà possibile affrancarti da questo inevitabile lascito di diversità. O chissà se saprai farne un punto di forza.
Ti mancheranno ora gli inviti a casa dei tuoi compagni di scuola, ma mi impegno a darti ogni cosa, a farti vedere mondi non banali, a farti attraversare la bellezza. Spero che abbia un valore!


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La lunga estate. Si avvicina ferragosto. Avevo tanti progetti per questa estate. Ne ho sempre troppi in realtà. Nonostante tutto resto una sognatrice inguaribile. Sempre!
La lunga estate Per la quale avevo tanti progetti. E che in qualche modo ci troviamo sempre a vivacchiare. A portare a casa la giornata.
Ahi, oggi sono così scoraggiata che mi lamento anche qui. In questo spazio poco frequentato, che nei momenti di maggiore frustrazione penso di cancellare per sempre. Perchè se perdo la speranza allora è come un goccia di inchiostro nell'acqua. Diventa tutto nero, tutto inutile. Non ci si vede attraverso.
Sei testardo. Sei mancante di cooperazione. Del tutto. Il mondo intorno a te potrebbe esplodere e tu probabilmente ti accorgeresti solo della mancanza dei tuoi piccoli comfort.
Sei intelligente e dolce. Ma sei tanto testardo. Io ci provo in tutti i modi, da tutti i lati, ma non riesco mai a bucare questa bolla in cui sei barricato. E allora ci sono giorni, come oggi, giorni che ci sono già stati, in cui depongo le armi. Sono sconfitta e inerme. Non so cosa fare. Non ho voglia di fare niente.
Chissà perché la tua affermazione, la tua crescita debba passare attraverso un'opposizione ostinata e costante a me, a noi, ai tuoi genitori. Chissà se anche noi eravamo così.
Chissà se è la mia generazione e quelle vicine ad essere così insicura da non saper difendersi dal crescere un figlio.
È davvero sfiancante. Io avrei solo voglia di camminare nelle montagne col vento in faccia. Avrei bisogno di afferrare me stessa e dirmi Ci sei! Sei viva! Ci sei!
Riesco ad essere felice con poco. Mi basta niente.
Non riesco a vivere nel contrasto. Nell'opposizione. Mi devasta! Non capisco che succede, non so come cambiare che succede.
Ti guardo mentre dormi e per me rimani il più grande mistero
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Chissà cosa vorrò dirti con questo blog segreto. A suo modo già un oggetto datato. Di cui conosco l'esistenza solo io. Già, solo io. All'inizio scriveva anche il tuo babbo, ma poi il turbine degli eventi, e attività più affini alle une che agli altri mi hanno resa l'unica. Quella che ha da dirti delle cose. Un diario intimo, dei nostri anni insieme. Un diario del diventare famiglia, di un semino che sboccia e diventa un bambino. Dell'amore folle, a tratti tossico tra madre e figlio, tra me e te.
Allora ti scrivo queste parole, diluite nei mesi e negli anni.
È parecchio che ci penso. Ma cosa voglio scriverci qui dentro?
Ora credo di saperlo.
So di fare tanti errori. Di poter fare meglio. Di poter essere più, meno, diversa, uguale. So che cambierai e cambieremo tante volte. Che ci scontreremo, forse perderemo, ritroveremo.
Io vorrei solo esser capace di non soffocarti, vorrei esser capace di godere di te come essere umano, in questi tempi difficili, pieni di possibilità e benessere eppure così direzionati verso un tracollo fisiologico. Vorrei che non si interrompesse mai la comunicazione. Vorrei tu sapessi che in me troverai sempre rifugio, ascolto. Vorrei che se non fossi capace di darteli io, perché invecchio e mi lascio sopraffare dalle paure, dalle chiusure, vorrei ecco che tu li trovassi qui dentro. Almeno come espressione del mio pensiero, della mia volontà. Se proprio non sapessi fare di meglio insomma.
#mezza
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Domani 31 01 24 sono dieci anni, dieci anni fa ho conosciuto il tuo babbo. Si può dire che tutto inizia lì. Dieci anni fa eravamo più giovani, e parecchio disperati. Dentro vite che non ci appartenevano, a entrambi. Quando ci siamo incontrati è stato tutto chiaro, fin da subito. Non sappiamo dove andare, come fare, ma siamo certi che lo faremo insieme. E tanto tempo, tanto amore, tante cure e tanti cambiamenti dopo eccoci qui. Una famiglia. Una vita che ci piace, fatta di piccole scelte. E tu. Che a quattro anni e quasi mezzo, o quattro anni e basta, come dici tu, stai sbocciando come un fiore.
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I pisolini appiccicati, gli scontri, i miliardi di baci, i bagni nel lago e nel mare. Agosto, dell'estate 2023. Dico sempre di scrivere, perché vorrei lasciarti memoria di questi anni. Scrivo, meno di quello che vorrei. Ma non ci fermiamo mai, piccola tempesta che non sei altro.
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Oggi mi hai detto
Voglio rimanere piccolo fino a che muoro, così rimango per sempre il tuo figlio.
L'evoluzione di questi mesi è come continui viaggi interstellari.
Vorrei scriverne, ma tu possiedi tutto il tempo. Ed è giusto così.

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Ah, sono passati parecchi mesi, 4. Per l'esattezza. Oggi è il giorno di natale. La sera di natale. Caro T, sono successe mille cose. L'abruzzo ci ha innamorati. Hai iniziato la scuola. Sei cresciuto tantissimo. Chiacchieri tantissimo. Il frantoio è finito. Abbiamo superato anche questa stagione.
Oggi è stata una giornata un po così. Colpa mia. Troppe aspettative per questo giorno. Troppe. Troppo calo di tensione da fine lavoro. Troppi bisogni di approvazione tutti insieme. Chiedo solo una cosa t per il nostro futuro. Voglio trovare la forza di ascoltarti sempre. Plasmarmi da ora per restare flessibile. Non indurirmi tanto da non vederti più.

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Partenze di fine agosto. Partenze di inizio autunno. Eccoci qui, la famiglia pronta a partire per il Gran Sasso, il nostro primo vero viaggio insieme. Con le scarpe e gli impermeabili, che il tempo sarà particolarmente variabile.
È stata un'estate super lunga, super calda, in cui siamo stati molto soli. All'inizio molto spaventati. Molto scossi dalle crisi di crescita tue e della famiglia tutta. Mica è facile per niente. Poi senza un perché tutto si è rasserenato. Ahhhh. Grazie.
E allora lago, bagni, bicicletta, barbecue, e tanta Fiora, quasi tutti i pomeriggi. Ad assaporare la fortuna di vivere qui, di essere insieme.
Hai compiuto 3 anni.
In questo nostro piccolo viaggio speriamo vedrai cascate, laghi, funivie, grotte. E la montagna. La montagna.
Hai la tua luce ranocchia da grande esploratore. Direi che sei pronto.
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Dopo la tempesta, la quiete. Una settimana serena. Non è che uno la vita la vuole facile. Non è che sono cresciuta sognando la famiglia del Mulino Bianco. Tutt’altro. Ma amore, solo amore. Non lotta, non continuo scontro, ma confronto. Questo forte tira e molla, psicologico, emotivo e fisico è qualcosa che mi sconquassa dentro. Ha a che fare con me. Ovvio che ha a che fare con te, ma ogni cosa tira fuori a ognuno una risposta. E tu sei profondo in me e tiri fuori delle cose profonde. Irrisolte. Dolori antichi. Mi sento nuda, indifesa, con tutte le mie paure, tutte le mie insicurezze. Poi in qualche modo il cielo si apre. E tu ti rilassi. Finisce quella tensione della crescita così violenta che ti fa essere in continuo subbuglio. E dopo qualche ora mi rilasso anche io, anche il babbo. La famiglia si rilassa, l’aria diventa leggera. E in più è primavera. Quanto ne avevo bisogno. Di un po’ di baci. Di un po’ di sentirmi ok per te. Di vederti felice, e pensare di renderti felice!
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Eh no, la continuità non è cosa facile. Attraverso i giorni, le ore, le situazioni, in uno stato emotivo precario. Molto precario. Sono stanca, frustrata. Non sono particolarmente felice. Pensavo nella mia ingenuità di aver già dato con la mia dose di difficoltà relazionali. Ma no! Non è così. È come lottare per tutto il tempo di veglia. Lottare sempre, anche nelle giornate buone. In quelle cattive è un delirio.
Mi sto concentrando sul lasciar andare. Ogni emozione negativa, ma anche ogni emozione positiva. Ho bisogno di diventare impermeabile per resistere. Io vorrei solo essere capace di amarti.
Ma se li chiamano terrible two un motivo ci sarà!
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È un po’ che ho desiderio di scrivere. È un po’ che cerco le parole per dirlo. Non le trovo ancora, ma da qualche parte bisognerà anche iniziare. Questo è un periodo veramente duro. Non avrei immaginato. Nessuno lo immagina. Nessuno te lo racconta. Perché nn lo ricorda? Perché lo dimentica? Per pudore? Perché ci si sente tanto tanto tanto inadeguati. Io che di adeguatezza non ne ho mai avuta abbastanza mi sento l’inadeguata n.1. Leggo tutti i libri di autoaiuto per genitori, spiegazioni sul cervello dei bimbi, sulla crescita e fatico. Fatico e mi sento in colpa. Tu hai un carattere tosto. Ora stiamo sul crinale dell’opposizione da parecchi mesi, con poche interruzioni. Mi lamento, sto male, sbrocco, piango, mi sento in colpa. Perché non so come aiutarti, come aiutarci.
Oggi abbiamo fatto un bel picnic fuori sull’erba, preparato al volo, con tante cose buone da mangiare. Lascia stare che abbiamo tutti e tre il covid e i nostri guai. Sembrava che la giornata andasse un po’ meglio, invece nulla, sempre sul crinale dell’opposizione si finisce. Da una parte c’è un baratro, dall’altra pure. Quindi forse è più corretto dire che è un percorso in cresta, non so.
Ti stai definendo come persona. È doloroso. Non ricordo come fosse alla tua età, dopo per me è stato doloroso comunque. Mi ero illusa di poter vivere con te qualcosa di diverso, ma è presto, oppure è proprio il rapporto genitori figli che è controverso. È proprio l’essere umano che è controverso è troppo complesso per vivere dei rapporti regolati solo su dinamiche basiche. O no. Forse non sono proprio capace io. Cercherò di accettarmi per quel che sono, non l’immagine perfetta che avrei voluto mostrarti di me, ma proprio io.
Cercherò di dare continuità a queste parole, senza scrivere troppo. Che dopo un po’ farnetico e basta. Ma un pochino al giorno mi aiuterà a fare chiarezza, e forse aiuterà te a capire questa strana mamma che ti è toccata.
Ti amo, quello sempre e a prescindere da tutto.
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Tu e le galline, la nostra nuova opera, insieme allo zio Da, qui a santamico.
Sei in tumulto costante, più o meno violento. Dirai, e mi dico anche da sola, hai scoperto l'acqua calda! Cosa è crescere se non tumulto?
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La cosa che scrivo più spesso qui: il tempo vola. Vola alla velocità razzo! Siamo a fine gennaio. Tu sei in quarantena, e sabato sarai il primo della famiglia a fare il tampone. Del resto sei quello che fa più vita sociale!
Qualche altra settimana tosta intorno a natale, scandita dalla tua personalità che si afferma con la leggerezza di macigno. Vorrei insieme a te costruire uno spazio dove ci si afferma insieme, e non a scapito di. Ma non è facile. La sfida grande, che mi fa soffrire è doverti dare forma, che è naturale, ma rispettare i confini tra l'accompagnare e il forzare, l'abusare del potere e del ruolo. Ecco, se dovessi dire quale è lo scoglio che trovo più difficoltà a superare ora direi che è questo.
Parlo di me, ma parlo di te. La crescita vi riguarda entrambi. Io e tuo babbo siamo cambiati tanto da quando ci siamo conosciuti, e siamo cambiati tanto da quando sei arrivato. Tu. Sarà banale, ma dopo aver messo radici l'uno nell'altro, abbiamo messo radici nella terra per te, che ogni giorno, ogni settimana diventano più salde. Per tempo per offrirti amore e un posto sicuro. Per offrirti tutte le nostre persone, il nostro amore, quello tra di noi e quello per te. La nostra famiglia si sta crescendo come un piccolo bosco, intrecciamo radici. Perché il nostro legame sia lento, profondo e duraturo.
Mi dispiace quando siamo in tempesta, che alla tua opposizione fortissima non riesco ad opporre niente di dolce, di accogliente. Vorrei sedare ogni tuo conflitto. Ma lo so, e piano piano lo sto cercando di accettare, che le tempeste le posso vivere accanto a te, davanti, a fianco. Ma non le posso impedire. I giorni inquieti sono fondamentali. Te lo dice la tua mamma che l'inquietudine la conosce bene. Devo solo sempre ricordarmelo.
Loveu, ora ronfi beato qui accanto. Tu e la tua energia profumata!
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Sono passati due anni e qualche cosa in più, e non mi vergogno a dirlo, mi sento finalmente abituata ad essere mamma. E mi sembra che provi lo stesso anche tu, cioè ti riconosci nei tuoi panni di figlio, mio. Questo il tempo che ci è voluto per compiere questa enorme evoluzione. Sia chiaro. Dal tuo primo respiro, e da prima ancora, la priorità sei sempre stata tu. Quello è qualcosa di fisiologico, che nel momento in cui ho ospitato la tua vita si è acceso in me. Ma ora è diverso. Io ho sempre sofferto di inquietudine profonda, ho sempre lottato per difendermi, tutelarmi. Mi sono chiusa e sono scappata. Insicura e incoscientemente certa allo stesso tempo. Sono cambiata quando ho incontrato il babbo. Quando ho trovato in lui la casa. E sono cambiata da quando ho saputo di te, un cambiamento lungo e lento, che dura ancora ora, ma che iniziò a vedere compiuto.
Mi ci sono voluti due anni per sentirmi davvero mamma, e non una capitata per caso, o meglio una incapace.
E vivere con te è l’occasione di vivere due volte, in tempi diversi, in ruoli diversi! Voglio dire, quale dono più grande potremmo farci se non;la possibilità di vivere insieme con rispetto questo momento! Per me sarà rivivere l’infanzia, l’adolescenza…come fossi un bambino è un ragazzo nato nel 2019, e nello stesso tempo rivedere me, rivedere mia madre, mio padre.
La complessità meravigliosa della vita!
Di tutte le cose ne spero una più delle altre, riuscire sempre ad essere col cuore aperto e gli occhi aperti. E anche se ho paura perché ti amo, e anche se non capisco. E lo so che non capisco e non capirò, perché ho fatto un salto nel tempo e nello spazio e non faccio più parte del presente in divenire, ma piuttosto di quel momento saldo della vita in cui ci devi essere, devi essere la piattaforma, la sicurezza. In cui sono finite le turbe della lunga giovinezza e ci si sente affacciati su un’età matura, piena di possibilità. Tra cui la possibilità di vivere ancora, e avere il tuo amore e la tua stima. Ed essere per te qualcosa di importante.
Scrivo sempre di fretta, anche questo è un pasticcio di emozioni che richiederebbe di essere sviscerato in qualche modo, in un modo sicuramente migliore. Ma non voglio perdere queste tappe, i passi di questo cammino. Perché non lo potevo immaginare così affascinante.
Lo sai?

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Ho letto il post precedente. Hai dormito. La fase non è passata. Finita con i fuochi d'artificio. Come al solito. Grande sbrocco mio, grandi lacrime e senso di sconfitta. Di incapacità. E bum. Torna il sole.
E torni un concentrato di amore e baci e appiccicaticcio! Ahhhhhh. Che gusto così.

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Siamo di nuovo in mezzo all'uragano degli umori e dell'affermazione della personalità! Yeeeeee!
Sei tosto sempre tommasì, perché sei sveglio, non ti fermi un attimo, a neanche due anni suonati fai dei discorsi che scansati, richiedi attenzione 24h e ai tuoi ritmi. La vita dentro un frullatore!!
Ma quando c'hai questi momenti ci triti come un tritacarne, il frullatore è un ricordo piacevole. Per tutto il tempo in cui sei sveglio durante il giorno: ti lamenti, sbatti i piedi e piangi se non hai esattamente quello che vuoi e come lo vuoi, sbatti i piedi e piangi a prescindere, dici solo NO, ti lagni, ti lamenti, ci cacci, poi ci vuoi lì...sembra un test per la schizofrenia!
Ora dormi, io ricarico le pile, tanto quando ti sveglierai, lo farai urlando e piangendo. Ma quanto fa male sta personalità che cresce?
Ti amo, sempre! Anche se in questo momento che viviamo hai bisogno di continue minacce nella routine, e degli urlacci per l'hard reset. (Hai bisogno...boh, io questo metodo ho trovato, l'unico che ha un pochino funzionato).
Perdonami se non sono meglio di così, e speriamo che dormi n'altra mezzoretta!

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