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“[…] Aɴᴅ ɴᴏᴡ ᴛᴇʟʟ ᴍᴇ ﹣ ʀᴇᴀᴄʜ ᴍᴇ ᴛʜᴇ ᴍᴀᴛᴄʜᴇs, ʟɪᴋᴇ ᴀ ɢᴏᴏᴅ ʙᴏʏ; ᴛʜᴀɴᴋs ﹣ ᴡʜᴀᴛ ᴀʀᴇ ʏᴏᴜʀ ᴀᴄᴛᴜᴀʟ ʀᴇʟᴀᴛɪᴏɴs ᴡɪᴛʜ Sɪʙʏʟ Vᴀɴᴇ﹖” Dᴏʀɪᴀɴ Gʀᴀʏ ʟᴇᴀᴘᴇᴅ ᴛᴏ ʜɪs ғᴇᴇᴛ, ᴡɪᴛʜ ғʟᴜsʜᴇᴅ ᴄʜᴇᴇᴋs ᴀɴᴅ ʙᴜʀɴɪɴɢ ᴇʏᴇs. “Hᴀʀʀʏ﹗ Sɪʙʏʟ Vᴀɴᴇ ɪs sᴀᴄʀᴇᴅ﹗” “Iᴛ ɪs ᴏɴʟʏ ᴛʜᴇ sᴀᴄʀᴇᴅ ᴛʜɪɴɢs ᴛʜᴀᴛ ᴀʀᴇ ᴡᴏʀᴛʜ ᴛᴏᴜᴄʜɪɴɢ, Dᴏʀɪᴀɴ”, sᴀɪᴅ Lᴏʀᴅ Hᴇɴʀʏ, ᴡɪᴛʜ ᴀ sᴛʀᴀɴɢᴇ ᴛᴏᴜᴄʜ ᴏғ ᴘᴀᴛʜᴏs ɪɴ ʜɪs ᴠᴏɪᴄᴇ. “Bᴜᴛ ᴡʜʏ sʜᴏᴜʟᴅ ʏᴏᴜ ʙᴇ ᴀɴɴᴏʏᴇᴅ﹖ I sᴜᴘᴘᴏsᴇ sʜᴇ ᴡɪʟʟ ʙᴇʟᴏɴɢ ᴛᴏ ʏᴏᴜ sᴏᴍᴇ ᴅᴀʏ. Wʜᴇɴ ᴏɴᴇ ɪs ɪɴ ʟᴏᴠᴇ, ᴏɴᴇ ᴀʟᴡᴀʏs ʙᴇɢɪɴs ʙʏ ᴅᴇᴄᴇɪᴠɪɴɢ ᴏɴᴇ·s sᴇʟғ, ᴀɴᴅ ᴏɴᴇ ᴀʟᴡᴀʏs ᴇɴᴅs ʙʏ ᴅᴇᴄᴇɪᴠɪɴɢ ᴏᴛʜᴇʀs. Tʜᴀᴛ ɪs ᴡʜᴀᴛ ᴛʜᴇ ᴡᴏʀʟᴅ ᴄᴀʟʟs ᴀ ʀᴏᴍᴀɴᴄᴇ.” Cᴀᴍɪʟʟᴀ ʀᴇᴀᴅ, ʜɪs ᴠᴏɪᴄᴇ ᴡᴀs ᴄᴀʟᴍ ᴡɪᴛʜ ᴀ ʜɪɴᴛ ᴏғ ᴇᴍᴘʜᴀsɪs; ᴛʜᴇ ᴇʏᴇs ᴏɴ ᴘᴀɢᴇs.

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“ Wʜᴀᴛ ᴀʀᴇ ʏᴏᴜ ᴛʜɪɴᴋɪɴɢ, Cᴀᴍɪʟʟᴀ﹖” ‘ I'ᴍ ᴛʜɪɴᴋɪɴɢ ᴛʜᴀᴛ ᴛʜᴇ Sᴘʀɪɴɢ ɪs ʀᴇᴀʟʏ ʙᴇᴀᴜᴛɪғᴜʟ. Tʜᴇ ғʟᴏᴡᴇʀs. Dᴏ ʏᴏᴜ sᴇᴇ ᴛʜᴇ ғʟᴏᴡᴇʀs, ᴏɴ ᴛʜᴇ ɢᴀʀᴅᴇɴ﹖ Tʜᴇʏ'ʀᴇ ᴛʜᴇ ᴠᴇʀʏ ᴄᴏɴᴄᴇᴘᴛ ᴏғ ʙᴇᴀᴜᴛʏ, ᴏғ ᴘᴜʀ��ᴛʏ, ғᴏʀ ᴍᴇ. ’

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Sᴍᴜᴋᴋᴇ ᴛɪɴɢ﹐ ɪ ᴠᴇʀᴅᴇɴ﹐ ᴅᴇʀ ᴇʀ.

❝𝒲𝒽𝒶𝓉 𝒶𝓇𝑒 𝓎𝑜𝓊 𝓌𝒶𝓉𝒸𝒽𝒾𝓃𝑔, 𝒞𝒶𝓂𝒾𝓁𝓁𝒶? ❞  ❛𝐼'𝓂 𝓇𝑒𝓉𝓊𝓇𝓃𝒾𝓃𝑔 𝓉𝒽𝑒 𝑔𝒶𝓏𝑒 𝑜𝒻 𝓉𝒽𝑒 𝓈𝓀𝓎, 𝓌𝒽𝒶𝓉𝑒𝓋𝑒𝓇 𝓉𝒽𝑒 𝓈𝓉𝒶𝓇𝓈 𝒶𝓇𝑒 𝓉𝓊𝓇𝓃𝒾𝓃𝑔 𝓉𝑜 𝓂𝑒, 𝑔𝓇𝒶𝓃𝒹𝓂𝒶.❜ 

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Ricordo d'aver pensato, un tempo, con il naso rivolto al cielo scuro, la veste candida ad abbracciarmi l'esile corpo, mentre mi libravo nell'aria cullata dall'altalena sulla quale ero appollaiata, che di bello al mondo c'è molto, dopotutto.   Ricordo d'averci riflettuto a lungo, quella sera di metà Gennaio, tanto da essermi estraniata dalla realtà, fino a non avvertire le gelide carezze del vento; dita invisibili, temerarie, tanto da insinuarsi fra le bionde ciocche, che ricadevano oltre le spalle. Carezze che scivolavano lungo la schiena, disegnando con maestria la curva della colonna vertebrale, così in bella mostra e coperta solo da un sottile strato di stoffa. Ora, a distanza di tempo, potrei paragonare quelle dita, tanto esperte quanto sicure dei loro movimenti, a quelle di Charles. Come le setole d'un pennello, impregnate di un qualche colore, stretto tra le sue affusolate dita, che danzano sull'immacolata tela.  

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Il giardino sul retro, allegato all'abitazione della nonna, a Copenaghen, non era mai stato troppo grande. Non lo era abbastanza per i barbecue, che la nonna tanto sognava, a cui inviare gli innumerevoli vicini con i quali aveva stretto amicizia, ma lo diventava, inspiegabilmente, per organizzare una festa di compleanno ogni cinque di Giugno. Io non ne ero mai troppo entusiasta, tuttavia Charles, ogni anno, sembrava attendere quel momento da tutta una vita. Diventava euforico e carico di energie, nei giorni precedenti a tale data, tanto da riuscire a trasmettermi un pizzico di felicità.   Due mesi prima del nostro decimo compleanno, Charles decise, mentre eravamo in giardino, stesi al delicato Sole primaverile, che avrebbe imparato a giocare a carte. 

 – Ho trovato un libro, ieri, in biblioteca, il cui titolo cita “mille e uno modi per giocare”. Disse, rivolto a me. Ricordo perfettamente, tanto da sorprendermene, che aveva le palpebre calate ed entrambe le braccia incrociate sotto la testa.    – E quali sono i giochi trattati in questo libro? Mi ritrovai a dover chiedere, quasi stupidamente, non avendo ben afferrato, almeno all'inizio, a cosa si stesse riferendo.   Le sue labbra si incurvarono, appena schiuse, ed un lieve sbuffo d'aria, una risatina appena udibile, le attraversò. La quiete ci circondava ed, a rompere il silenzio, vi era solo il cinguettio di qualche passerotto, nascosto tra i rami.   Trascorsero alcuni attimi, prima che Charles proferisse parola; ancora una volta, tuttavia, lo fece con un tono basso e pacato, una voce che ora, a distanza di anni, sono certa non gli appartenga più.  

– Insegna come giocare a carte. Ogni singolo gioco, esistente al mondo, può esser appreso, se lo si vuole, con questo libro.  

Charles ne imparò di diversi, nel tempo a seguire, apprese le tecniche e le affinò man mano, con costanza. Con passare degli anni, le carte, non l'hanno mai stufato ed io, alla fine, son arrivata a considerarlo un ottimo giocatore. Al contrario, io, non provai ad imparare e, anche nel tempo che seguì, trovai più piacevole osservarlo giocare, piuttosto che cimentarmi io stessa in tutto ciò. ━━━━━━━━━━━━━━━━━━━━━━━━━━━━━━━━━

Di cose belle, al mondo, ce ne sono davvero molte, sostengo oggi. Che si tratti delle stelle, schizzi di vernice bianchi su d'una tela color pece, o di occhi azzurri ed un sorriso pallido, dita sporche di tempere ed un bicchiere di whisky, ben invecchiato, sul bracciolo del vecchio divano in pelle. Di cose belle, al mondo, ce ne sono; basta sollevare le palpebre, affinare la vista, e coglierle non sarà difficile.

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Cᴀᴍɪʟʟᴀ·s ʙᴇᴅʀᴏᴏᴍ. “Rᴏʙʙᴇʀs” ; ( She had a face straight outta magazine God only knows but you'll never leave her Her balaclava is starting to chafe And when she gets his gun he's begging, "Babe, stay, stay, stay, stay, stay." I'll give you one more time We'll give you one more fight Said one more lie Will I know you Now if you never shoot, you'll never know And if you never eat, you'll never grow You've got a pretty kind of dirty face And when she's leaving your home she's begging you, "Stay, stay, stay, stay, stay." I'll give you one more time We'll give you one more fight Said one more line Be a riot, cause I know you Well, now that you've got your gun It's much harder now the police have come Now I'll shoot him if it's what you ask But if you just take off your mask You'd find out everything's gone wrong. Now everybody's dead And they're driving past my old school He's got his gun, he's got his suit on She says, "Babe, you look so cool, you look so cool, you look so cool. You look so cool, you look so cool, you look so cool." )

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— Cᴀᴍɪʟʟᴀ·s ᴄᴏᴘʏʙᴏᴏᴋ ; ᴛʜɪʀᴛᴇᴇɴᴛʜ ᴘᴀɢᴇ. “ Tʜᴇ sᴘɪᴅᴇʀ, ᴛʜᴇ ғʟɪᴇs ᴀɴᴅ ᴛʜᴇ ʟɪᴢᴀʀᴅ. ” ‘ Αράχνη ὑϕαίνει καὶ ἐπιβουλὴν ταῐς μυίαις παρασκευάζει. Μυρίαι μὲν μυῐαι τὴν ἐργασίαν ἐπιβλέπουσιν καὶ θαυμάζουσι τὴν ἐμπειρίαν τῆς ἀράχνης. Ἡ δὲ δολερὰ ἀράχνη πλησιάζειν προτρέπει τὰς μυίας καὶ λέγει• '' τί περιμένετε; οὐκ ἑπιθυμεῖτε ἑγγύθεν βλέπειν καὶ θιγγάνειν τῆς ἐμῆς ἐργασίας; '' Αἱ δὲ μυῖαι συντρέχουσι καὶ ἐϕιζάνουσιν ἐπὶ τῶ ἀραχνίῳ καὶ καταλαμβάνουσι τὴν ἐπιβουλήν. Αἱ μὲν μυῖαι ἀνακράζουσι καὶ σαύραν ἱκετεύουσιν σωτηρίαν ϕέρειν• ἀγνοῦσι γὰρ ὄτι ἐπιθυμητικαί εἰσι μυιῶν αἱ σαῦραι. Ἡ δὲ σαύρα προστρέχει καὶ τὴν μὲν ἀράχνην εἰς ϕυγὴν τρέπει, τὰς δὲ μυίας καταβιβρώσκει. Ὁ δηλοῖ ὄτι τοῖς ἀνοήτοις σωτηρία οὐκ ἔστιν. ’ ( Tʜᴇ sᴘɪᴅᴇʀ ᴡᴇᴀᴠᴇs ᴀɴᴅ ᴘʀᴇᴘᴀʀᴇs ᴛʜᴇ ᴛʀᴀᴘ ᴛᴏ ғʟɪᴇs; ᴍᴀɴʏ ғʟɪᴇs ᴏʙsᴇʀᴠᴇ ᴛʜᴇ ᴊᴏʙ ᴀɴᴅ ᴛʜᴇ ᴇxᴘᴇʀᴛɪsᴇ ᴏғ ᴛʜᴇ sᴘɪᴅᴇʀ. Tʀᴇᴀᴄʜᴇʀᴏᴜs sᴘɪᴅᴇʀ ᴜʀɢᴇs ᴛʜᴇ ғʟɪᴇs ᴛᴏ ᴀᴘᴘʀᴏᴀᴄʜ ᴀɴᴅ ʜᴇ sᴀʏs﹕ “ᴡʜʏ ᴅᴏ ʏᴏᴜ ᴇxᴘᴇᴄᴛ﹖ Dᴏɴ·ᴛ ʏᴏᴜ ᴡɪsʜ ᴛᴏ ᴡᴀᴛᴄʜ ᴀɴᴅ ᴛᴏᴜᴄʜ ᴛʜɪs ᴡᴏɴᴅᴇʀғᴜʟ ᴊᴏʙ﹖”. Tʜᴇ ғʟɪᴇs ʀᴜɴ ᴛᴏɢᴇᴛʜᴇʀ ᴀɴᴅ ᴛʜᴇʏ ᴀʟɪɢʜᴛ ᴏɴ ᴛʜᴇ ᴄᴏʙᴡᴇʙ ᴀɴᴅ ʀᴇᴀᴄʜ ᴛʜᴇ ᴛʀᴀᴘ. Tʜᴇ ғʟɪᴇs sᴄʀᴇᴀᴍ ᴀɴᴅ sᴜᴘᴘʟɪᴄᴀᴛᴇ ᴛʜᴇ ʟɪᴢᴀʀᴅ ᴛᴏ ʙʀɪɴɢ ᴛʜᴇᴍ ᴛᴏ sᴀғᴇᴛʏ. Tʜᴇʏ ᴅᴏɴ·ᴛ ᴋɴᴏᴡ ᴛʜᴀᴛ ᴛʜᴇ ʟɪᴢᴀʀᴅ ᴀʀᴇ ɢʀᴇᴇᴅʏ ᴏғ ғʟɪᴇs. Tʜᴇ ʟɪᴢᴀʀᴅ ʀᴜɴs ᴀɴᴅ ғʀᴏᴍ ᴏɴᴇ ᴘᴀʀᴛ sʜᴇ sᴄᴀʀᴇs ᴀᴡᴀʏ ᴛʜᴇ sᴘɪᴅᴇʀ, ᴏᴛʜᴇʀ sʜᴇ ᴅᴇᴠᴏᴜʀs ᴛʜᴇ ғʟɪᴇs. Tʜᴇ ғᴀʙʟᴇ sʜᴏᴡs ᴛʜᴀᴛ ғᴏʀ ᴛʜᴇ ғᴏᴏʟɪsʜ ᴛʜᴇʀᴇ ɪsɴ·ᴛ sᴀʟᴠᴀᴛɪᴏɴ. )