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#Ministero della Difesa – Tribunale militare di Roma
e-o-t-w · 1 year
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Eyes on the world #138
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Anche se in ritardo, ma buona primavera a tutti/e!
Celebriamo (si fa per dire) il suo arrivo con una settimana molto densa e ricca di avvenimenti, partendo – al solito – dalle ultime novità dal fronte, per poi spaziare con banche, clima e un importante report made in UK.
Non perdiamoci in chiacchiere e partiamo 👇
🇺🇦 MANDATO D’ARRESTO PER PUTIN, NUOVE ARMI PER L’UCRAINA, IL PRESTITO DEL FMI: LA SETTIMANA IN BREVE
(1) Ultimi 7 giorni piuttosto intensi per ciò che riguarda la guerra in #Ucraina. Partiamo dallo scorso venerdì, quando il tribunale più importante al mondo in materia di crimini di guerra e contro l’umanità, la Corte penale internazionale, ha emesso un mandato d’arresto diretto al presidente russo Vladimir #Putin, accusato di aver compiuto crimini di tale gravità dal 24 febbraio 2022 (primo giorno dell’invasione in Ucraina). Nello specifico, si tratterebbe della deportazione di bambini dall’Ucraina alla Russia. La Corte aveva già avviato un’indagine nel marzo del 2022, riferendosi a fatti avvenuti sia durante l’invasione che anni prima, con occhi puntati soprattutto sul conflitto in #Donbass. Secondo la Corte, Putin sarebbe quindi responsabile di aver trasferito/deportato illegalmente parte della popolazione ucraina in #Russia, servendosi – ovviamente – di subordinati civili e militari che avrebbero agito per suo conto. Si tratterebbe di oltre 6 mila bambini e ragazzi, tra i 4 mesi e i 17 anni, trasferiti in centri di “rieducazione” collocati in territori controllati dai russi; alcuni sarebbero stati trasferiti con il benestare dei genitori e con la promessa di metterli al riparo dalle zone di guerra. In questi centri, sempre secondo il rapporto fatto dalla Corte, sarebbero in atto azioni di indottrinamento alla causa russa e, in alcuni casi, anche addestramento militare. Non sembrano esserci rischi, in ogni caso, per il presidente russo, dal momento che la Russia stessa non ha mai ratificato il documento che istituì la Corte (lo Statuto di Roma); di conseguenza, la giurisdizione già limitata di essa (che non dispone di una propria “polizia”) non ha alcun peso o influenza sul Cremlino.
Nel frattempo è stato esteso l’accordo sulle esportazioni di grano e cereali dall’Ucraina (immagino ricordiate la questione risalente all’estate scorsa), scaduto giorno 19 marzo. Poca chiarezza è stata fatta sull’estensione dell’accordo: secondo la Russia durerà per altri 60 giorni, mentre per la controparte 120. Ulteriori accordi, secondo il Cremlino, potranno essere fatti solo nel caso in cui alcune delle sanzioni imposte vengano allentate. Sul campo invece sono pronte ad arrivare nuove armi e ulteriori mezzi diretti all’Ucraina. Dopo la Polonia, un altro paese della #NATO (la Slovacchia) ha dato il consenso a inviare 13 aerei da caccia di provenienza sovietica, che l’Ucraina già possedeva in precedenza (ma non è chiaro in che condizioni siano dopo un anno di guerra). Ha scelto diversamente il Regno Unito, che – in base a quanto dichiarato da Annabel Goldie del ministero della Difesa – fornirà proiettili con uranio impoverito, capaci di indebolire più facilmente carri armati e veicoli blindati. La decisione ha fatto parecchio discutere, dal momento che, pur trattandosi di materiale meno radioattivo rispetto all’uranio naturale (o – peggio – di quello arricchito, utilizzato per produrre armi nucleari ed energia) e parecchio efficace in guerra, ha degli effetti sui quali oggi si dibatte molto. La Russia ha usato questa informazione per alimentare la narrativa di un’escalation nucleare voluta dall’Occidente, affermando che – in caso di effettivo utilizzo in guerra – verranno presi seri provvedimenti. In settimana poi il presidente russo Putin in persona ha visitato, nella sorpresa generale, la città ucraina di Mariupol, occupata dall’esercito russo a maggio e uno de primi obiettivi militari dell’invasione. Pare fosse lì per discutere della ricostruzione della città con alcuni dei funzionari presenti in loco. Proprio alla ricostruzione del paese serviranno i 15,6 miliardi di dollari che il Fondo Monetario Internazionale ha comunicato di aver messo a disposizione dell’Ucraina, nell’ambito di una decisione che necessiterà dell’ultimo ok del consiglio di amministrazione del Fondo prima di vedere la luce. Nel corso dei primi mesi bisognerà raggiungere la stabilità economica con riforme monetarie e fiscali, mentre in seguito si punterà a rafforzare l’economia e procedere alla ricostruzione. Infine è stata anche la settimana dell’incontro tra il presidente cinese Xi Jinping e l’omologo russo Putin a Mosca. Tra i due paesi c’è una larga intesa dal punto di vista economico e politico ed è stata ribadita la loro vicinanza soprattutto in ottica antioccidentale. La Russia ha fatto sapere che fornirà 98 miliardi di metri cubi di gas all’anno entro il 2030 alla #Cina e favorirà l’uso dello yuan nei pagamenti in Asia, Africa e Sudamerica. D’altro canto, gli investimenti cinesi in Russia aumenteranno notevolmente con il passare degli anni.
💰 UBS RILEVA CREDIT SUISSE PER 3,25 MLD DI DOLLARI, CRISI BANCARIA – AL MOMENTO – EVITATA
(2) La scorsa settimana ci eravamo lasciati con una situazione piuttosto caotica per ciò che riguarda il sistema bancario (statunitense in primis). I timori che le difficoltà potessero giungere anche in #Europa si sono fatti più concreti con l’interessamento di #CreditSuisse, seppur non direttamente collegato alla situazione in USA. La banca svizzera – in crisi da parecchio tempo e vicina al fallimento – è stata salvata dalla rivale #UBS, come annunciato dal presidente della confederazione svizzera Alain Berset la scorsa domenica. Il crollo di Credit Suisse avrebbe trascinato con sé pressoché l’intero sistema finanziario internazionale, ma il peggio sembrerebbe (condizionale d’obbligo) essere passato. UBS, con la mediazione del governo svizzero (che ha offerto all’acquirente – tramite la banca centrale locale – ben 100 miliardi di franchi come sostegno finanziario), ha messo sul piatto 3,25 miliardi di dollari, ben al di sotto del valore di mercato reale di Credit Suisse. Il valore dei titoli di quest’ultima - prima dell’acquisizione – è crollato a causa del timore degli investitori, che ne hanno venduti al punto da far scendere del 30% in un solo giorno. E le borse europee come hanno reagito all’acquisizione? Lunedì, dopo un primo calo, la situazione è stata piuttosto altalenante, essendo ancora in piedi l’ipotesi di una nuova crisi per altri istituti. Un maggiore equilibrio è stato raggiunto a fine giornata, quando il valore delle azioni di UBS (in calo di oltre il 10% in mattinata) è risalito dell’1,52%. C’è da dire che UBS, nel rilevare Credit Suisse, si è anche accollata le perdite della rivale. A questo proposito, sono stati azzerati i 16 miliardi di dollari di obbligazioni di tipo AT1 di Credit Suisse, un genere di investimento non coperto da alcuna tutela in caso di fallimento (e per questo considerato altamente rischioso, nonché remunerativo). In questo modo UBS è riuscita a cancellare alcuni debiti e a migliorare il bilancio di Credit Suisse. Gli azionisti di quest’ultima inoltre confluiranno nella nuova realtà, diventandone soci a tutti gli effetti, mentre gli obbligazionisti – come detto – perderanno tutto. L’azzeramento di questo debito ha di riflesso abbassato i valori delle obbligazioni AT1 delle altre principali banche, con gli investitori intenti a venderle per evitare sorprese. A garantire ulteriore stabilità al sistema bancario mondiale, lunedì sei banche centrali (di USA, UE, Inghilterra, Giappone, Canada e Svizzera) hanno fatto entrare in funzione dei meccanismi per garantire liquidità in dollari in caso d’emergenza, con l’obiettivo di rassicurare ulteriormente gli investitori.
🇬🇧 UK: DIFFUSO IL RAPPORTO SULLA POLIZIA METROPOLITANA DI LONDRA. CENTINAIA GLI ABUSI MAI PUNITI
(3) Torna a far parlare di sé la Polizia Metropolitana di Londra (#MET), stavolta in relazione a un importante rapporto sul suo comportamento pubblicato qualche giorno fa. Era stato commissionato nel 2021 dalla stessa MET, in seguito all’omicidio di Sara Everard (con rapimento e stupro annessi) da parte di un agente poi condannato all’ergastolo. Il rapporto non solo ha confermato le fortissime accuse di sessismo, violenza e misoginia nei confronti del suddetto corpo di polizia, ma ha anche aggiunto altri elementi riconducibili a episodi frequenti di razzismo e omofobia. Nelle 363 pagine del rapporto, pubblicate sotto la guida della funzionaria del governo britannico Louise Casey, emergono casi impuniti di molestie pressoché quotidiani (il 12% delle agenti donne ha detto di averne subite sul lavoro) e nessun provvedimento sostanziale per punire i responsabili. Anche il 30% degli agenti #LGBT+ ha dichiarato di aver subito episodi di bullismo per via del proprio orientamento sessuale. Non è tutto. Frequenti anche i riti di iniziazione (spesso violenti) per gli/le agenti più giovani e i casi di razzismo nei confronti di agenti non bianchi. Sono state riscontrate grosse criticità anche nelle attrezzature utilizzate per lavorare sui casi, il più delle volte fatiscenti o inadoperabili, cosa che ha spinto ad abbandonare alcuni casi sui quali si stava indagando. Per non parlare della scarsa preparazione del corpo in tema di abusi o altri reati con i quali ci si confronta tutti i giorni, con corsi di aggiornamento mai seguiti. Presumibilmente la diffusione di questo rapporto farà calare in modo vertiginoso la fiducia che la popolazione britannica (specialmente nelle comunità più emarginate) ripone nella MET, oltre a rendere necessaria la rifondazione dell’intero corpo.
🌦 CAMBIAMENTO CLIMATICO: PER L’IPCC TEMPO SCADUTO. ORA AZIONI RAPIDE PER EVITARE PEGGIORAMENTI
(4) Il principale organismo dell’#ONU che si occupa di cambiamento climatico (noto come #IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Change) ha pubblicato un nuovo rapporto sul tema lo scorso lunedì, utilizzando un formato più sintetico e chiaro rispetto alle classiche migliaia di pagine dense di dati e analisi. Come viene ricordato da anni ormai, la direzione da intraprendere per evitare un futuro catastrofico è chiara: sono necessarie azioni rapide, nette e costose affinché gli effetti del comportamento umano non siano irreversibili per l’ambiente. Si parla di riduzione dell’impiego di combustibili fossili (e la conseguente limitazione di emissioni di gas serra) e di anticipare di 10 anni (quindi entro il 2040) il raggiungimento della neutralità carbonica. Coinvolte nel discorso anche Cina e India che, a differenza del resto del mondo, hanno scadenze più distanti per raggiungere l’obiettivo (2060 e 2070). Oltre a ridurre le #emissioni, vengono suggerite delle soluzioni per rimuovere i gas serra già presenti nell’atmosfera, ad esempio impiantando nuovi alberi. Nel report si trova anche una stima dei danni causati finora dai cambiamenti climatici: dall’aumento del numero di malattie infettive alla maggiore frequenza di fenomeni meteorologici estremi, fino alla riduzione di produttività di molte aziende agricole (a causa della siccità o dell’eccessiva pioggia). L’obiettivo minimo era evitare che la temperatura aumentasse mediamente di 1,5°C entro la prima metà degli anni 30 del XXI° secolo; secondo diversi esperti, l’unica opzione attualmente sul tavolo è impedire ulteriori peggioramenti, dando per certa l’impossibilità a limitare l’aumento della temperatura media globale.
Brevi molto ricche questa settimana 👇
🇫🇷 La scorsa settimana avevamo lasciato la #Francia nel caos dopo l’approvazione, senza il passaggio con l’Assemblea Nazionale, della nuova (e molto discussa) riforma delle #pensioni. Le opposizioni hanno risposto con due mozioni di sfiducia al governo Macron, che lo avrebbero fatto cadere e messo in pausa l’iter della legge. Lunedì la votazione più importante si è fermata a 278 voti a favore, 9 in meno di quanti ne sarebbero serviti per portarla a termine, mentre la seconda ha raccolto solo 94 voti. Adesso l’ultimo step prima della promulgazione della legge è nelle mani del Consiglio Costituzionale, che dovrà verificare che la legge non sia in contrasto con la Costituzione. Le possibilità che venga ritenuta incostituzionale sono poche, anche se l’attesa dell’esito metterà maggiore pressione sul presidente Macron, viste anche le sempre crescenti proteste a riguardo. Ieri in centinaia di città francesi ci sono state manifestazioni molto partecipate, non senza scontri con le forze dell’ordine.
💊 Il Wyoming è diventato il primo stato americano a vietare la prescrizione, la vendita e l’uso di qualunque farmaco utile a eseguire un aborto. La pena prevista, al momento, è di un massimo di 6 mesi di carcere e 9.000 dollari di multa. Da notare come le donne in gravidanza verranno esentate dalle sanzioni, nonostante sia vietato anche l’utilizzo dei farmaci. La legge dovrebbe entrare in vigore dal 1° luglio, al netto di opposizioni diffuse. Diversi stati americani, a guida prevalentemente Repubblicana, si stanno attrezzando per promuovere provvedimenti simili.
🇮🇱 Continua la ricerca di dialogo tra Israele e Palestina, specialmente in periodo di Ramadan. L’obiettivo dell’incontro tra le parti in Egitto della scorsa domenica era mirato a porre fine alle violenze che hanno caratterizzato gli ultimi mesi.
🇱🇰 3 miliardi di dollari è l’ammontare della somma che il Fondo Monetario Internazionale ha deciso di destinare allo Sri Lanka. Un prestito per intervenire contro la gravissima crisi politica, economica e umanitaria che sta attraversando il paese da più di un anno. Il debito attuale dello stato si aggira intorno ai 58 miliardi di dollari. In cambio del prestito, lo Sri Lanka si impegnerà a realizzare riforme atte a riportare equilibrio al suo interno.
🇺🇸 Lo scorso sabato l’ex presidente degli Stati Uniti Donald #Trump ha comunicato via social (all’interno dei quali è stato riammesso) che il martedì successivo sarebbe stato arrestato, come risultato di un’indagine della procura distrettuale di Manhattan. La questione riguarderebbe il pagamento del silenzio dell’attrice di film porno Stormy Daniels nel 2016, alla quale Trump avrebbe dato – per vie traverse – 130 mila dollari affinché non menzionasse un rapporto sessuale avuto con lui circa 10 anni prima. Si tratterebbe di un reato minore e non sembrerebbero esserci sufficienti prove per dimostrare che Trump sia colpevole. La Daniels ha provato per anni a vendere la propria storia ai giornali, parlando di un ruolo televisivo a lei promesso dall’ex presidente stesso, all’epoca conduttore del programma The Apprentice (alla quale lei non prese mai parte). In verità fu Michael Cohen, allora avvocato della Trump Organization, a effettuare materialmente il pagamento, risarcito per intero dall’azienda per una consulenza legale mai avvenuta. Nel caso in cui la procura riuscisse a dimostrare la falsificazione dei documenti, la posizione dell’ex presidente peggiorerebbe non poco. Ma ancora si attendono sviluppi.
🇮🇹 Ieri è partita l’analisi da parte della commissione Giustizia alla Camera di una proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia a tema gestazione per altri (GPA). In sostanza, la si vorrebbe rendere un reato perseguibile in Italia seppur commesso all’estero, dal momento che nel nostro paese non è legale che una terza persona porti avanti una gravidanza per conto terzi. Spesso ricorrono a tale pratica coppie eterosessuali con problemi di fertilità, ma anche coppie di uomini/donne, costrette tuttavia a recarsi all’estero per portarla a termine. Qualora la legge venisse approvata, queste persone – tornate in Italia – rischierebbero di essere processate, con possibile reclusione da 3 mesi a 2 anni e una multa da 600.000 fino a 1 milione di euro. Ok dalla Camera anche alla nuova legge sulla pirateria online, accolta con l’approvazione di ogni deputato. Previsto l’aumento di poteri nelle mani dell’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) e maggiori sanzioni per chi trasmette o ne fa utilizzo.
🇮🇹 Continuano a essere parecchio critiche le condizioni dell’anarchico al 41-bis Alfredo #Cospito, ancora in pieno sciopero della fame per via del regime detentivo al quale è sottoposto. Il detenuto è attualmente nel reparto di medicina penitenziaria del San Paolo di Milano. In base a quanto riferito dal suo avvocato, l’uomo ha avuto una crisi cardiaca e rischierebbe danni irreversibili. I medici del reparto hanno dato una versione dei fatti meno “letale” di quella del legale. Sviluppi sulla vicenda potrebbero arrivare a breve, dal momento che è stato chiesto il differimento della pena per motivi di salute (cioè quando le condizioni di salute di un detenuto non sono compatibili con lo stato di detenzione).
🇮🇳 Da giorni il leader indipendentista sikh Amritpal Singh Sandhu è ricercato nella regione indiana del Punjab. Il reato a lui contestato è di “minaccia all’ordine sociale” e il governo centrale ha mosso agenti e risorse da ogni dove pur di trovarlo., arrivando persino a bloccare numerose strade e il traffico internet via mobile per 2 giorni. L’uomo è il leader del movimento Waris Punjab De, il cui obiettivo era di creare uno stato indipendente nella regione del Punjab (abitata da 30 milioni di persone). Sandhu è tornato in cima alle cronache (ed è ricercato) dopo aver assaltato una stazione di polizia nella città di Ajnala insieme ai suoi seguaci, al fine di liberarne uno in quel momento sotto custodia.
🇦🇺 Il primo ministro australiano Anthony Albanese (Laburista) ha annunciato un referendum – che si terrà entro la fine del 2023 – per riconoscere all’interno della Costituzione le persone aborigene, discendenti dalle popolazioni che in origine abitavano i territori dell’Australia. Attualmente parliamo di circa 700 000 individui che vivono in condizioni di quasi totale povertà e costantemente discriminati. Il referendum istituirebbe un organo di rappresentanza per tali popolazioni, che collaborerebbe con il parlamento e il governo centrale.
🇮🇱 In #Israele continua ad aumentare il potere nelle mani del primo ministro Benjamin Netanyahu, dopo che ieri è stata approvata una legge che non consentirà al procuratore generale di rimuovere il premier qualora lo consideri inadatto al ruolo. Questo diventerà un compito esclusivamente del consiglio dei ministri, che potrà dichiararlo tale solo per motivi di salute fisica o mentale. Si tratta dell’ennesimo passo verso la perdita di potere della magistratura a discapito del governo, in virtù della criticatissima riforma del sistema giudiziario.
🇬🇧 Ricordate il famoso #Partygate britannico? Boris Johnson, primo ministro in periodo di pandemia, ha da pochi giorni dichiarato di aver mentito di fronte al Parlamento quando disse che le famose “feste” (avvenute tra maggio 2020 e aprile 2021) a Downing Street si erano svolte nel pieno rispetto del distanziamento sociale. Mercoledì è stato ascoltato da una commissione d’inchiesta della Camera dei Comuni a riguardo. Johnson ha detto di non aver mentito intenzionalmente, in quanto convinto di quanto stesse dicendo. L’ex premier ha più volte ribadito di come si trattasse di incontri di lavoro, ma adesso sarà la commissione a decidere come dovrà essere punito Johnson, pur essendo il parlamento ad avere l’ultima parola.
Alla prossima 👋
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paoloxl · 4 years
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Poche settimane fa il comune di Verona ha deciso di intitolare una via a uno storico leader della destra radicale italiana, Giorgio Almirante, morto nel 1988, ex dirigente del regime fascista e collaborazionista dei nazisti, divenuto nel dopoguerra fondatore del Movimento Sociale Italiano (MSI).
In Italia esistono già diverse vie e piazze Almirante, ma la notizia ha causato particolari polemiche poiché lo stesso consiglio comunale di Verona ha votato pochi giorni dopo per dare la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti. Segre ha detto che le due scelte del comune di Verona sono incompatibili. «La città di Verona, democraticamente, faccia una scelta e decida ciò che vuole, ma non può fare due scelte che sono antitetiche l’una all’altra», ha scritto Segre.
Il dibattito su Almirante dura da decenni, in parte a causa della sua lunghissima carriera politica – fu parlamentare per quarant’anni, dal 1948 fino alla sua morte – ma soprattutto a causa della sua storia personale estremamente controversa. Durante il regime fascista, Almirante fu un importante dirigente del partito, autore di articoli razzisti e antisemiti; dopo la guerra non rinnegò mai la sua fede fascista, la sua ostilità alla democrazia e la sua ammirazione per Benito Mussolini.
Nato a Salsomaggiore in provincia di Parma nel 1914, Almirante divenne un convinto fascista fin da giovane. Iniziò a lavorare come giornalista e fu uno dei principali redattori de La difesa della Razza, il periodico che iniziò le sue pubblicazioni nel 1938 e che, insieme all’approvazione delle cosiddette “leggi razziali”, segnò la definitiva svolta antisemita e razzista del regime fascista.Uno dei suoi articoli più citati venne pubblicato il 5 maggio del 1942. «Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti», scriveva Almirante, «altrimenti finiremo per fare il gioco dei meticci e degli ebrei». Per Almirante «non c’è che un attestato col quale si possa imporre l’altolà al meticciato e all’ebraismo: l’attestato del sangue».
Alla caduta del regime fascista, nel 1943, Almirante entrò a far parte della Repubblica di Salò, il regime fantoccio che i nazisti instaurarono nell’Italia settentrionale. Grazie alle sue credenziali di giornalista fedele al regime venne nominato capo di gabinetto del ministero della Propaganda. In quel periodo Almirante firmò un manifesto distribuito nella provincia di Grosseto in cui veniva intimato agli sbandati dell’esercito italiano (che dopo l’armistizio dell’8 settembre si trovavano in una situazione di grande confusione) di arrendersi e consegnare le armi alle milizie fasciste o all’esercito tedesco, pena la fucilazione.
Quando il documento venne pubblicato dal quotidiano del Partito Comunista L’Unità, nel 1971, ne nacque una lunghissima battaglia legale. Almirante querelò i giornalisti che avevano pubblicato il manifesto, accusandoli di aver falsificato un documento, e per sette anni L’Unità, Il Manifesto e il leader neofascista si scontrarono in tribunale. Alla fine il procedimento dimostrò che il manifesto era autentico ed era stato effettivamente realizzato da Almirante in quanto capo di gabinetto del ministero della Propaganda. Almirante, però, rifiutò sempre l’etichetta di “fucilitatore” che i giornalisti di sinistra gli avevano attribuito, sostenendo di non aver mai compiuto o ordinato episodi di violenza.
Dopo la guerra Almirante divenne uno dei fondatori e poi segretario del MSI, il più importante partito neofascista italiano, che guidò fino alla sua morte (è il partito da cui poi nacque Alleanza Nazionale). Durante la sua lunghissima carriera politica non rinnegò mai la sua passata appartenenza al regime e la sua fede fascista. «La parola fascista ce l’ho scritta in fronte», disse in un’intervista. Fu sempre critico sulla democrazia («Democratico», disse in un’altra occasione, «è un aggettivo che non mi convince») e, dopo il colpo di stato militare in Cile nel 1973, in un discorso alla Camera auspicò che anche in Italia potesse accadere qualcosa di simile. Era un feroce anticomunista e non nascose mai che piuttosto che una loro vittoria alle elezioni riteneva che sarebbe stata meglio una dittatura militare.
L’unico aspetto della sua precedente carriera su cui fece marcia indietro fu il suo sostegno al razzismo e all’antisemitismo. Per tutta la sua carriera politica gli venne rinfacciato il suo lavoro a La difesa della razza, ma in quasi ogni occasione Almirante prese le distanze da quanto aveva scritto tra la fine degli anni Trenta e i primi anni Quaranta. In una tribuna elettorale del 1967, per esempio, Almirante disse che non aveva «alcuna difficoltà» a respingere il razzismo e che, altrettanto, non aveva «alcuna difficoltà» a inserire il Diario di Anna Frank nella biblioteca del suo partito.
Per queste sue posizioni considerate troppo morbide, Almirante fu criticato tra gli altri dal filosofo ed estremista Julius Evola. Ma nonostante fosse percepito come un “revisionista” dalla destra più estrema e razzista, Almirante non arrivò mai a condannare il regime fascista per le leggi razziali e le persecuzioni degli ebrei e sostenne sempre che le azioni che furono compiute all’epoca erano comprensibili e giustificabili alla luce del contesto storico di quei tempi (la condanna arrivò soltanto quindici anni dopo la sua morte con il suo successore, Gianfranco Fini, che definì il fascismo «male assoluto»).
Almirante accompagnò questi atteggiamenti all’apparenza moderati con un comportamento sobrio e responsabile nella sua attività politica, una tattica che venne chiamata “fascismo in doppiopetto” per indicare come l’ideologia violenta e radicale del fascismo assumesse in Almirante tratti rispettabili ed accettabili nel dibattito pubblico dell’epoca. Tra gli altri episodi, il più famoso fu probabilmente la sua visita alla camera ardente del segretario del PCI Enrico Berlinguer (una visita che fu ricambiata dai dirigenti comunisti quando, nel 1988, fu la salma di Almirante a essere esposta dopo la sua morte). Nonostante questi sui atteggiamenti concilianti, Almirante e il suo partito furono spesso accusati di offrire collaborazione e copertura alla destra extraparlamentare, responsabile di violenza, uccisioni e attentanti. Un episodio famoso è quello degli scontri di Valle Giulia a Roma nel 1968 in cui Almirante (ritratto in una celebre foto con giovani neofascisti armati di bastoni) partecipò e secondo molte testimonianze guidò un’aggressione contro l’occupazione dell’università da parte di studenti di sinistra.
Secondo i suoi difensori la strategia di Almirante portò alla “costituzionalizzazione” dell’estrema destra, evitando che milioni di voti e migliaia di militanti sostenessero partiti e movimenti ancora più estremisti. Per i critici, invece, Almirante aveva soltanto mascherato gli aspetti esteriori di un’ideologia violenta e antidemocratica che, anche grazie a lui, non è stata mai del tutto estirpata dal dibattito pubblico italiano, spesso proteggendo direttamente scelte e atti violenti dei movimenti neofascisti. Negli ultimi anni, e in particolare dopo la sua morte nel 1988, il ruolo di Almirante è stato per molti versi assorbito nella storia dell’Italia democratica, come spesso avviene con le figure del passato. Politici di tutti gli schieramenti, compreso il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, hanno partecipato alle commemorazioni della sua figura e ne hanno lodato l’attività politica.
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orbiscomunication · 2 years
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Nuova vittoria per sindacato Itamil, condannati per atteggiamento antisindacale il Ministero e stato Maggiore dell’esercito
UDINE. Nuova vittoria per il sindacato militare dell’esercito “ITAMIL”. 
A seguito del ricorso dal Sindacato Itamil Esercito a difesa del Presidente Regionale del Comitato del Friuli Venezia Giulia, Il Maresciallo Capo Romano Lufrano, sono stati condannati il Ministero e lo Stato Maggiore dell’Esercito. 
Nello specifico, il sottufficiale era stato trasferito da Udine a Roma. Il ricorso, prontamente presentato dal sindacato Itamil attraverso lo studio legale Battista  aveva già portato ad una condanna in primo grado del Ministero e dello Stato maggiore dell’Esercito, imponente la cessazione delle azioni antisindacali ed il ritrasferimento immediato del presidente regionale. Tale verdetto aveva, inoltre, portato al risarcimento, da parte degli enti, di euro 2.000,00 più diversi oneri. Nonostante le sentenze nella stessa direzione riguardanti forze armate e di polizia, l’avvocatura di stato aveva, poi, posto opposizione. Conseguenza diretta è stata un’ulteriore condanna in secondo grado atta a cessare le azioni antisindacali e causa del pagamento di 3.600,00 più tutti gli altri oneri (per un totale di quasi 6.000,00 euro). In entrambi i casi, ad emettere la sentenza è stato il Giudice del Lavoro di Udine. 
In una nota del Sindacato, a firma del Presidente Sandro Frattalemi e del segretario generale, Girolamo Foti, si legge: “Chi paga effettivamente dazio? Il contribuente - recita il testo -. È ora che i soldi pubblici vengano gestiti con maggior cura visto la grave crisi economica che investe il nostro paese. Il direttivo - in conclusione della nota - ringrazia il Tribunale di Udine per aver reso giustizia nei riguardi di un nostro dirigente".
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latinabiz · 3 years
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Annullata l'udienza per causa pandemia per il processo di “nonnismo” a Latina
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Nonnismo L'emergenza sanitaria ha fatto slittare l’udienza del processo per nonnismo a carico di otto sergenti dell’Aeronautica in servizio presso la scuola di volo del 70esimo Stormo di Latina accusati di lesioni personali, pluriaggravate e in concorso ai danni dell’ex allieva ufficiale Giulia Schiff.Non essendoci un’aula sufficientemente ampia da garantire il distanziamento tra coloro che devono presenziare il Tribunale militare di Roma ha deciso di annullare l’udienza prevista per il 7 maggio e rinviare al 23 settembre prossimo. In quella sede saranno depositate anche le liste dei testimoni sia dell’accusa che della difesa: in quella di quest’ultima compaiono anche i nomi di tre astronauti, Luca Parmitano, Samantha Cristoforetti e Maurizio Cheli, in veste di ex allievi dell’Aeronautica che i giudici dovranno decidere se ammettere o meno. Tra le parti chiamate in causa ci sarà anche il Ministero della Difesa, citato come responsabile civile per omessa vigilanza sul comportamento dei sottufficiali e sui loro comportamenti che dovevano rientrare nel tradizionale battesimo del volo ma che invece avrebbero “offeso il prestigio, l'onore e la dignità dell’allieva usandole violenza e cagionandole plurime escoriazioni". Quel rito, secondo i legali della Schiff che si è costituita parte civile, si svolgeva con modalità consolidate e i superiori non hanno fatto nulla perché ciò non si verificasse. Read the full article
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giancarlonicoli · 4 years
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30 nov 2020 15:36
UN VOLO VERSO L’ABISSO – “REPORT” STASERA SVELA COME ALITALIA FU SPOLPATA PER REGALARLA A ETIHAD - LO SPONSOR POLITICO DI QUELL'AVVENTURA FU MATTEO RENZI, MA L'ANELLO DI CONGIUNZIONE CON GLI EMIRATI ARABI FU LUCA MONTEZEMOLO, ATTUALMENTE SOTTO INCHIESTA - LA SVALUTAZIONE “NON CORRETTA”, LE FATTURE GONFIATE, LE MIGLIAIA DI EURO PER PORTARE GLI OSPITI AL GP DI FORMULA 1 E LE CARTE SUL COSIDDETTO “AIR FORCE RENZI” – VIDEO
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DAGONOTA
L’inchiesta bomba di “Report” su Alitalia parte dalla relazione dei consulenti della procura di Civitavecchia, che indaga per bancarotta fraudolenta e falso in bilancio rispetto alla stagione Alitalia-Etihad.
Lo sponsor politico di quell'avventura fu Matteo Renzi, ma l'anello di congiunzione con gli Emirati Arabi fu Luca Cordero di Montezemolo, attualmente sotto inchiesta. Nella relazione viene fuori che la nostra compagnia di bandiera sarebbe stata in qualche modo depredata.
“Report” ha ottenuto in esclusiva anche una serie di fatture fatte pagare ad Alitalia (in cui venivano inserite anche cene in cui venivano lasciati 1000 euro di mancia). Spuntano anche centinaia di migliaia di euro per portare gli ospiti al Gran premio di di F1 di Abu Dhabi. Pagava sempre Alitalia.
La trasmissione di Sigfrido Ranucci ha ottenuto in esclusiva anche l'informativa riservata degli ispettori del lavoro di Roma, che multano Alitalia per aver fatto passare per cassa integrazione pagata da tutti noi  quelli che dovevano essere riposi pagati dalla compagnia. Nell'informativa si punta il dito contro il ministero del lavoro che avrebbe avallato  tutto senza controllare. Il ministro del lavoro dell'epoca era Giuliano Poletti (non indagato).
Alitalia aveva anche stretto un accordo con i sindacati, nel quale si riconoscevano 3432 giornate annue di permessi sindacali per ogni sindacato compresi di diaria.  La cosa incredibile è che l'accordo prevede che per ogni giornata di permesso sindacale il sindacalista accumuli 3,8 ore di volo.
La ratio era quella di permettere al lavoratore sindacalista di non perdere quote di stipendio, visto che la retribuzione è legata alle ore volate ma qui siamo al paradosso: un pilota sindacalista, grazie alle ore fittizie accumulate durante le giornate di permesso sindacale, guadagna mediamente 2500/3000 euro rispetto alla media degli altri piloti non sindacalisti, che però le ore di volo e di lavoro se le fanno veramente.
Nell’inchiesta di Danilo Procaccianti si parla anche dell’Air Force Renzi, con tutte le carte sul discusso aereo di stato e la testimonianza in esclusiva di una fonte di alto livello, che racconta come avesse avvisato chi di dovere sul reale valore di quell'aereo. Nessuno gli ha dato ascolto. Anche su quello c'è un'inchiesta per truffa alla procura di Civitavecchia.
La stessa fonte anonima di alto rango militare racconta a “Report” alcuni dettagli sul prototipo del drone militare in sperimentazione da Piaggio Aerospace, che in quel momento era controllata dagli Emirati Arabi Uniti. Il drone precipitò misteriosamente in mare a Trapani e la sperimentazione naufragò. Quel drone sarebbe stato fatto precipitare volutamente per questioni geopolitiche.
2 – Comunicato stampa
Nuovo appuntamento con le inchieste della squadra di Report su Rai3, lunedì 30 novembre, alle 21.20. Si parte con “Allacciate le cinture” di Danilo Procaccianti. In questo periodo si parla tanto di Alitalia perché il governo Conte ha deciso di stanziare 3 miliardi di euro per salvarla, che si aggiungono ai tanti soldi pubblici messi in campo in quello che sembra un pozzo senza fondo. E quando è toccato ai privati?
L’ultima avventura è stata quella con gli emiratini di Etihad, una partnership fortemente sponsorizzata dall’allora premier Matteo Renzi. Come è finita? Molto male. Dopo due anni e mezzo hanno portato i libri in tribunale. Ma il rapporto degli Emirati con l'Italia in epoca Renzi non si esaurisce con Alitalia: Report mostrerà tutti i documenti sul famoso Air Force Renzi, l'aereo di Stato voluto dall'ex premier.
Si era siglato un accordo, sempre con Etihad, di svariati milioni di euro per un aereo che valeva pochissimo ed era fuori produzione dal 2011. Inoltre, l’inchiesta racconterà la vicenda di Piaggio Aerospace, l'azienda aeronautica del settore sicurezza e difesa anch'essa entrata in possesso degli Emirati Arabi in epoca renziana. E poi c'è un drone militare in sperimentazione, precipitato misteriosamente.
3 – "COSÌ SPOLPARONO ALITALIA PER REGALARLA AGLI ARABI"
Estratto dell’articolo di Vincenzo Bisbiglia per “il Fatto Quotidiano”
Prima di vendere le quote, nel 2014, Alitalia aveva svalutato in maniera "non corretta" le quote di una sua partecipata, Alitalia Loyalty, risultando così più appetibile all'acquirente Ethiad. Tutto ciò mentre l'azienda degli Emirati Arabi produceva verso la compagnia di bandiera italiana fatture probabilmente gonfiate. E mentre si accavallavano gli extra-costi, fra straordinari considerati in quota cassa integrazione - e dunque pagati dai contribuenti - costi di catering abnormi e lussuosi voli di Stato sull'Airbus 340-500, noto come "Air Force Renzi".
Sono alcune delle conclusioni di Ignazio Arcuri e Stefano Martinazzo, nelle loro 526 pagine di relazione tecnica consegnata alla Procura di Civitavecchia e, nelle scorse settimane, alla Corte dei Conti di Roma, che indagano sul crack di Alitalia, nonostante il salvataggio "tentato" dall'ex premier Matteo Renzi insieme a Luca Cordero di Montezemolo.
L'attuale leader di Italia Viva non è indagato, a differenza degli ex vertici di Alitalia, da Montezemolo agli ex amministratori delegati Silvano Cassano e Marc Cramer Ball, fino all'ex numero uno di Etihad, James Hogan e al commissario liquidatore Enrico Laghi.
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 RENZI E MONTEZEMOLO TRA LE HOSTESS ALITALIA    il servizio di report su alitalia etihad 8
 la puntata di report su alitalia etihad 2
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italianiinguerra · 4 years
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Il 6 maggio 1947, si concludeva a Venezia il processo intentato dal Tribunale Militare Britannico della città lagunare il processo contro il feldmaresciallo Albert Kesserling, che durante gli anni dal 1943 alla fine della guerra, ebbe il Comando Supremo di tutte le forze tedesche, sia Wehrmacht che SS in Italia. 
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    Il processo aveva avuto inizio il giorno 10 febbraio 1947, nell’aula della Corte d’Assise di Venezia, vedeva imputato l’alto ufficiale tedesco di:
a) – partecipazione dell’imputato ai fatti che si conclusero con l’eccidio delle Ardeatine; b) – atti di crudeltà e rappresaglie compiuti in Italia dalle truppe tedesche, tra il giugno e l’agosto 1944.
Durante il dibattimento Kesserling riguarda alla lotta partigiana ebbe a dire:
    “La minaccia partigiana venne ad aggravare la situazione disastrosa per il temuto dissolvimento dell’Esercito tedesco. “Come comandante supremo avevo il diritto e il dovere di oppormi a questa guerriglia insidiosa di fuori legge, con tutti i mezzi di cui disponevo; mezzi, del resto, consentiti dalle usanze internazionali. Io diramai gli ordini ai comandi di grande Unità che non potevano non applicare le leggi internazionali; se vi furono eccessi da parte di qualche reparto isolato, in sotto ordine, o di gruppi di singoli soldati, questi sono dovuti allo stato di esasperazione in cui la durissima guerra e le azioni insidiosissime dei partigiani – la cui offensiva veniva quando meno la si attendeva, da dietro una casa, da dietro una siepe – avevano ridotto i miei soldati. Spero che, comunque vada questo processo, i legislatori di tutte le Nazioni esaminino per l’avvenire, e fissino, in forma inequivocabile, la disciplina dell’azione partigiana, in modo che non vi siano più dubbi in proposito”.
Il 6 maggio 1947 la Corte giudicò Kesselring colpevole in relazione a entrambi i capi d’accusa e lo condannò a morte tramite fucilazione. Chi volesse leggere gli atti completi dello stesso li può trovare sul sito del Ministero della Difesa cliccando sul link sottostante:
Il Processo ad Albert Kesserling
Il 29 giugno, la condanna a morte di Kesselring, così come le analoghe condanne inflitte l’anno precedente ai suoi sottoposti Eberhard von Mackensen comandante della 14ª armata tedesca in Italia e Kurt Mälzer comandante della piazza militare di Roma, entrambi corresponsabili della rappresaglia delle Fosse Ardeatine fu commutata nel carcere a vita dal generale John Harding, a cui, in qualità di comandante in capo delle forze britanniche in Europa, spettava il giudizio di secondo grado.
  Reclusi nel carcere di Werl, Mälzer vi morì nel marzo 1952, mentre Kesselring e von Mackensen furono graziati nell’ottobre dello stesso anno.
  Venezia 6 maggio 1947, il feldmaresciallo Kesserling condannato a morte Il 6 maggio 1947, si concludeva a Venezia il processo intentato dal Tribunale Militare Britannico della città lagunare il processo contro il feldmaresciallo…
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Domino Solutions: Fincantieri navi leggendarie da oltre 230 anni
Fincantieri SpA (FCT.MI) è uno dei più importanti complessi cantieristici navali d’Europa e del mondo: azienda pubblica italiana, già di proprietà dell’IRI fin dalla sua fondazione, è oggi controllata al 71,6% da Fintecna S.p.A., finanziaria del Ministero dell’economia e delle finanze.
Fincantieri, nata dall’IRI come società finanziaria di stato per la cantieristica sul modello della Finmare, finanziaria per la flotta mercantile, (attraverso cui lo stato assumeva il controllo di quasi tutti i grandi gruppi cantieristici a partecipazione statale dell’epoca (CRDA, OTO, Navalmeccanica e Ansaldo), è stata fondata il 29 dicembre 1959.
Nel 1984 Fincantieri viene trasformata in società operativa. Negli anni ’90 la società entra nel business delle navi da crociera e consegna la prima nave, la Crown Princess, al gruppo Carnival (CCL). Nel ’92 il Destriero, un monoscafo in alluminio con carena a V profondo con propulsione a idrogetti costruito dalla Fincantieri, percorse 3.106 miglia nautiche senza rifornimento sull’Oceano Atlantico, da New York (faro di Ambrose Light) al faro di Bishop Rock nelle Isole Scilly in Inghilterra in 58 ore, 34 minuti e 50 secondi, alla velocità media di 53,09 nodi (98,323 km/h), impiegando ventuno ore e mezza in meno del precedente record appartenuto al catamarano inglese Hoverspeed Great Britain.
Tra il 1993 e il 2001 Fincantieri si focalizza nella progettazione e produzione di prodotti, quali navi da crociera, traghetti e navi militari. Nel ’98 la società conta 8 cantieri e opera attraverso due divisioni: navi mercantili e navi militari.
A partire dal 2005 il gruppo rafforza la sua strategia diversificando le proprie attività in tre nuove aree: – Mega Yachts, creando una nuova linea di prodotti “Fincantieri Yacht“, che si occupa della progettazione e costruzione di imbarcazioni di lusso di grandi dimensioni. – Riparazioni e trasformazioni navali. – Sistemi e Componenti: per rafforzare la propria attività come integratore di sistemi per la progettazione e costruzione di soluzioni chiavi in mano.
Nel 2006 l’azienda consegna il suo primo sommergibile U212A classe Todaro.
Dal 2008 al 2013 il gruppo decide di diversificare e internazionalizzare ulteriormente il suo business acquisendo negli Stati Uniti il gruppo Manitowoc Marine (oggi Fincantieri Marine Group), entrando nel mercato della difesa statunitense. Nel 2009, in joint venture con ABB (ABB), costituisce la società Seastema Spa, attiva nel settore dell’automazione. Nel 2010 sbarca in Medio Oriento, costituendo in joint venture, Etihad Ship Building LLC, per la costruzione e riparazione delle navi delle Marine Militari nell’area del Medio Oriente. Nel 2013 viene acquisito il gruppo Norvegese Vard, uno tra i leader a livello mondiale nella costruzione di mezzi di supporto offshor di alta gamma.
Nel 2014, a margine del varo del sommergibile Pietro Venuti (S 528) al cantiere di Muggiano, Leonardo (LDO.MI) (ex Finmeccanica) e Fincantieri hanno firmato un importante accordo di collaborazione per la costruzione di navi militari. Questo accordo prevede la collaborazione nelle attività di ricerca e innovazione e la possibilità di creare una rete di fornitori comuni per prodotti e componenti di base. Sempre quell’anno Fincantieri firma importanti accordi con Carnival Corporation (settore delle navi da crociera) e China State Shipbuilding Corporation (settore cantieristico) per la costruzione di navi da crociera. Nel 2015 vengono create due nuove società, Fincantieri SI, attiva nella progettazione, produzione e fornitura di sistemi innovativi integrati e Fincantieri (Shanghai) trading Co Ltd, filiale in Cina, per assicurare la presenza del gruppo nel mercato cinese.
L’affare STX
A gennaio del 2017 Fincantieri presenta un’offerta al tribunale di Seul per l’acquisto di STX. Ben presto si giungerà ad uno scontro con lo Stato francese, che detiene il 33% della società. Il nodo della vicenda è il cantiere navale di Saint Nazaire, dove vengono tra l’altro costruite le navi della Marina francese, inoltre i rappresentanti sindacali avevano espresso in più occasioni una forte preoccupazione per l’ingresso del gruppo italiano, ma ceo di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha cercato di dissipare i timori garantendo il mantenimento dei livelli occupazionali e anzi assicurando un piano d’investimenti triennale da 100 milioni, con un programma di assunzioni da concordare.
A due settimane dal voto francese François Hollande dà il via libera all’operazione di salvataggio dei Chantiers de l’Atlantique di Saint-Nazaire. L’elezione di Macron cambiano i rapporti di forza e quest’ultimo decide che il precedente accordo vada rinegoziato, e a luglio, dopo mesi di trattative Emmanuel Macron ha scelto la linea dello scontro con Roma, annunciando la nazionalizzazione temporanea della società. Finalmente nel mese di settembre si giunge ad un ormai quasi insperato accordo in cui Fincantieri diventerà proprietaria del 50% dell’azienda d’Oltralpe. I francesi avranno l’altra metà delle azioni che saranno spartite fra lo Stato, l’azienda pubblica francese della cantieristica militare Naval Group (ex Dcns) e un gruppo di fornitori della regione di Saint-Nazaire. In compenso Parigi presterà per dodici anni l’1% della sua quota in Stx a Fincantieri.
Con più di 7.000 navi realizzate in oltre 230 anni di storia Fincantieri ha prodotto navi leggendarie in ogni epoca. Il Gruppo vanta, tra le unità prodotte nei propri cantieri, indiscusse icone della marineria internazionale quali l’Amerigo Vespucci, nave scuola dell’Accademia Navale Militare Italiana, e il transatlantico Rex, vincitore del premio “Blue Riband” per la più veloce traversata atlantica di una nave passeggeri nel 1933.
Una storia lunga 230 anni
Fincantieri ha chiuso il primo semestre del 2017 con ricavi per 2,3 miliardi di euro, in aumento dell’1,3% rispetto ai 2,27 miliardi ottenuti nella prima metà dello scorso anno; la variazione del giro d’affari è principalmente dovuta all’incremento dei ricavi del settore Shipbuilding, in particolare dell’area di business navi da crociera, che ha raggiunto un peso pari al 51% dei ricavi complessivi del gruppo. Lo scorso semestre ha registrato un’incidenza dei ricavi generati dal gruppo con clienti esteri pari all’86%, in leggero aumento rispetto all’85% del corrispondente periodo del 2016. In forte miglioramento il margine operativo lordo di Fincantieri, che è passato da 113 milioni a 146 milioni di euro; di conseguenza, la marginalità si è attestata al 6,3%. La società ha terminato lo scorso semestre con un utile netto (esclusa la quota di terzi) di 13 milioni di euro, rispetto ai 7 milioni contabilizzato nel primo semestre del 2016.
Fincantieri prevede per l’esercizio 2017 risultati in linea con le proiezioni economico-finanziarie del piano industriale 2016-2020. In particolare, nel secondo semestre del 2017 il management stima ricavi in sensibile crescita rispetto ai primi sei mesi dell’anno.
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paoloxl · 5 years
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l carabiniere Tedesco denuncia in Corte d’Assise i suoi coimputati e gli insabbiamenti. Conte: il ministero della Difesa parte civile
Non passeranno una Pasqua tranquilla, gli otto carabinieri indagati dal pm Giovanni Musaròper l’insabbiamento e il depistaggio della verità sulla morte di Stefano Cucchi.
Entro la settimana prossima, infatti, la procura di Roma depositerà la richiesta di rinvio a giudizio per i componenti della catena di comando dell’Arma, tra i quali il generale Alessandro Casarsa, responsabile secondo gli inquirenti di quel «muro insormontabile» di cui ha parlato ieri in udienza il vicebrigadiere Francesco Tedesco, imputato e testimone chiave del processo bis.
Davanti alla I Corte d’Assise, il militare che il 15 ottobre 2009 arrestò il giovane geometra romano, morto una settimana dopo all’ospedale Pertini, ha ripetuto quanto già ammesso negli interrogatori del pm e sottoscritto in una denuncia presentata in procura il 20 giugno 2018. Ha confermato tutto, parola per parola.
Dal violento pestaggio avvenuto nella stanzetta del fotosegnalamento della caserma Casilina, dove i suoi commilitoni e coimputati Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro infierirono sull’inerme Stefano Cucchi perfino con un calcio in faccia anche quando era già caduto in terra, dopo i primi calci e schiaffi, sbattendo violentemente il coccige e la testa. Fino alla scomparsa dell’annotazione di servizio con la quale, dopo aver saputo della morte dell’arrestato, aveva deciso di denunciare tutto ai suoi superiori.
E soprattutto ha raccontato dei verbali fatti modificare per ordine superiore, delle minacce subite, del mobbing continuo, delle umiliazioni. «Non ho parlato in tutti questi anni– ha affermato Tedesco prima di rispondere alle domande, chiedendo scusa alla famiglia Cucchi e ai poliziotti penitenziari ingiustamente accusati nel precedente processo (ma dei quali non ricorda il nome) – perché avevo paura, stavo male ma per me era un muro insormontabile».
Un monolite che ha cominciato a sgretolarsi quando Tedesco ha preso coraggio, ispirato dai carabinieri Riccardo Casamassima e sua moglie Maria Rosati, che denunciarono per primi il pestaggio, del quale avevano sentito parlare in caserma. Ma solo successivamente, il vicebrigadiere imputato decise di svuotare il sacco: «Mi ha colpito molto la lettura del mio capo d’imputazione (che lo accusa di omicidio preterintenzionale, ndr) perché descrive i fatti come sono avvenuti, e perché stabilisce il nesso tra il pestaggio e la morte di Cucchi». Spiega Tedesco che in precedenza invece si era fatto «condizionare dei media» e aveva creduto che Stefano fosse stato pestato in un secondo momento anche dalla polizia penitenziaria.
Di sicuro ieri il militare appariva a tutti molto più rilassato del solito, probabilmente anche grazie alla promessa fatta dal generaleGiovanni Nistri alla famiglia Cucchi quando, un mese fa (ma la notizia è stata data solo ieri a Repubblica), nel far recapitare loro una lettera di solidarietà e di condivisione della richiesta di verità e giustizia, il comandante generale ha assicurato che l’Arma si costituirà parte civile al processo, nel caso se ne riscontrino le condizioni.
E ieri sera, finita l’udienza forse più importante del processo che si sta celebrando ai primi cinque carabinieri imputati, il premier Giuseppe Conte, precisando di parlare «a nome del governo», ha riferito che il Ministero della Difesa «è favorevole a costituirsi parte civile». Mentre il ministro Luigi Di Maio ha ringraziato il generale Nistri «per il suo gesto».
Troppo vergognosa, infatti, per le istituzioni dello Stato, la verità che è emersa ieri per la prima volta in un’Aula di tribunale, dopo quasi dieci anni non solo di depistaggi ma anche di macchina del fango contro la figura di Stefano Cucchi e la sua famiglia.
Non è vero, per esempio, che il giovane arrestato per spaccio in via Lemonia fu aggressivo con i carabinieri: «Quando con Di Bernardo iniziarono a battibeccare Stefano fece il gesto di dargli uno schiaffo, ma solo il gesto, tipo scacciare una mosca», racconta Tedesco. E ancora: «Se non li avessi fermati avrebbero continuato a pestarlo, D’Alessandro stava già per partire con il secondo calcio quando io gli ho dato una spinta». Se ce ne siano stati altri, di pestaggi, Tedesco non lo sa, perché tornati alla caserma Appia, il carabiniere ha perso di vista per un po’ il ragazzo.
Dopo le violenze Cucchi non parla, «si tira il cappuccio sulla testa» e tace. «Io ero sotto shock e lui peggio di me». «Ho chiamato il maresciallo Mandolini (in quel frangente comandante della caserma Appia, oggi imputato per falso, ndr) e gli ho raccontato tutto». Ma «D’Alessandro e Di Bernardo erano i pupilli di Mandolini, tanto che consentiva loro di uscire in borghese e fare arresti anche con la loro auto personale». E infatti il comandante della stazione Appia, che secondo Tedesco era tanto potente e «aveva molti contatti in Vaticano», gli ordina di firmare un «verbale di arresto già redatto» (dove non c’è scritto del mancato fotosegnalamento) poche ore prima di portare Cucchi in tribunale per l’udienza di convalida del fermo.
Non solo: nei giorni successivi – dopo che la nuova annotazione di servizio di Tedesco contenente la verità era sparita dall’archivio della caserma, e il numero di protocollo relativo era stato cancellato – Mandolini gli fa sentire la sua pressione. Davanti a lui «come se non esistessi, ordina di correggere le annotazioni dei carabinieri di Tor Sapienza», riferisce il teste.
«Ho saputo – aggiunge – che D’Alessandro e Di Bernardo sono stati ascoltati da un alto grado gerarchico, io non sono mai stato convocato». E soprattutto, quando, il 7 novembre 2009, viene richiamato urgentemente da un breve periodo di ferie perché doveva essere di nuovo sentito dall’allora pm Vincenzo Barba, Tedesco chiede a Mandolini come avrebbe dovuto comportarsi, e si sente rispondere: «Tu devi seguire la linea dell’Arma, se vuoi continuare a fare il carabiniere».
Eleonora Martini
da il manifesto
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latinabiz · 4 years
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Assolto militare dalle accuse di millantato credito
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Tribunale Un militare a suo tempo era stato accusato di estorsione, millantato credito corruttivo e truffa aggravata, reati per i quali nel febbraio 2012 era stato arrestato. Ma l'8 luglio per Amalio Tempesta, 47enne militare dell’Esercito, è arrivata la sentenza di assoluzione da parte del Tribunale di Latina e la conclusione del processo a suo carico. Il caporale maggiore, che all'epoca dei fatti prestava servizio a Roma, era finito al centro di una inchiesta portata avanti dal Commissariato di Fondi  dalla quale era emerso, secondo la ricostruzione dell'accusa, che il militare vantava importanti conoscenze all'interno della pubblica amministrazione e prometteva posti di lavoro sia in enti pubblici che in aziende private multinazionali oltre a garantire ai colleghi trasferimenti. Il tutto in cambio di denaro. Poi, se qualcuno si lamentava perchè quelle promesse non venivano mantenute, arrivavano le minacce. Ieri l'ultima udienza del processo con la richiesta da parte del pubblico ministero di una condanna a tre anni e quattro mesi di reclusione, richiesta alla quale si sono associate le numerose parti civili costituite. La difesa, rappresentata dall’avvocato Lorenzo Magnarelli ha chiesto l'assoluzione sottolineando che l’ipotesi di millantato credito corruttivo è stata abrogata con la conseguenza che attualmente i fatti dedotti nei singoli capi di imputazione non sono più previsti dalla legge come reato. #cronaca Read the full article
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latinabiz · 4 years
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Condannati a più di due anni di carcere due giovani spacciatori
Droga Due ragazzi sono stati condannati a due anni e otto mesi di reclusione ciascuno i due ragazzi che sono stati arrestati il 26 gennaio scorso alla stazione di Fondi, in quanto erano  a bordo del treno Roma-Napoli perché trovati in possesso di 125 grammi di ecstasy, 1 grammo di cocaina, 4 grammi di marijuana e ancora 20 grammi di anfetamine e 15 millilitri di popper. I giovani, che hanno 20 e 25 anni, sono comparsi nella mattinata dell'11 giugno davanti al Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina Mario La Rosa per rispondere di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. La difesa degli imputati ha chiesto il rito abbreviato e il pubblico ministero Marco Giancristofaro, al termine dell’arringa, ha chiesto una condanna a due anni e otto mesi di carcere, richiesta accolta dal Gup. I giovani, entrambi originari della provincia di Salerno, erano stati notati a bordo del treno per il loro atteggiamento sospetto da un militare che aveva avvisato il locale comando dei carabinieri poi, con l’aiuto di due colleghi liberi dal servizio, li aveva fermati e perquisiti rinvenendo il consistente quantitativo di stupefacenti, corrispondente complessivamente a circa 370 dosi, oltre al materiale per il confezionamento e 490 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività di spaccio. I ragazzi erano stati quindi arrestati mentre la droga e l’altro materiale posto sotto sequestro. #cronaca Read the full article
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purpleavenuecupcake · 5 years
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Sindacati Militari: "SIM Aeronautica accende la scintilla nel cuore del Parlamento"
(di Andrea Pinto) Alla luce di questa due giorni epocale  che ha interessato la sindacalizzazione militare abbiamo intervistato il presidente del Sim Aeronautica Militare, Sinibaldo Buono, per avere le sue reazioni a freddo.  Presidente, quali sono le sue impressioni dopo il suo intervento in Commissione Difesa e l'incontro il giorno  successivo con il Capo di Stato Maggiore di Forza Armata?  "il 2 luglio é stato un giorno epocale, l'idea che ci siamo fatti è che  la politica ha finalmente compreso l'importanza di riconoscere i diritti sindacali al personale militare. Ringrazio Domenico Ferraiolo e Massimiliano D'Elia per essere stati con me in questo momento delicatissimo.  Dopo una falsa partenza della legge sindacale - aggiunge Buono -  ci siamo seduti finalmente ad un tavolo e abbiamo tutti insieme dialogato. Molto apprezzata  è stata la vicinanza di tutti i partiti politici, sono stato particolarmente orgoglioso della presenza dell'onorevole Paolo Russo, giunto dall'aula del Parlamento in  commissione solo per noi, per ascoltare il nostro punto di vista.  Alla luce di questo, le oltre 20000 visualizzazioni del video  in meno di 30 ore e i complimenti di tutte le sigle sindacali passano in  secondo piano”, precisa Buono.  Presidente, in questo tour de force il primo sindacato della storia dell'Arma Azzurra ha incontrato anche il generale Alberto Rosso, quali sono state le sue impressioni?  “Molto positive, hanno ascoltato la nostra compostezza e determinazione nell'essere parte attiva  di un progetto che resterà nella storia per sempre, la sindacalizzazione militare”.  Hanno chi?  “Il capo di Stato Maggiore, generale Rosso, il capo ufficio generale del Capo di Sma Generale Mauro Lunardi e il consulente giuridico della Forza Armata, col. Dario Zannoni. Hanno ascoltato - precisa Buono - con molta attenzione il nostro progetto illustrato dal segretario generale Valeria Pavoncelli, avvocato del Foro di Roma, e hanno rassicurato l'associazione sindacale che non c'è alcun contrasto  nei confronti dei principi che, serenamente e con vivacità, portiamo avanti”. Quindi qual’è la sensazione che ha avuto del capo della vostra Forza Armata?  “L'apertura alle evoluzioni del Capo di Sma la conosciamo benissimo, la tendenza alla modernità che ha  sempre contraddistinto l’Aeronautica e per tradizione i corsi dell’Accademia “Urano” ancora di più”.  Prossime tappe?  “Innanzitutto un incontro con il capo della Difesa, il generale Enzo Vecciarelli, il resto vedremo passo per passo, sulla scia che il Ministro Trenta, donna dal cuore grande e forte, saggiamente ha tracciato per noi”.  Presidente Buono, vuole lasciarci con un messaggio?  “Certamente. A noi che facciamo parte delle associazioni militari a carattere sindacale spetta l'arduo compito che pesa sulle capacità di  un avvocato difensore in arringa dopo la requisitoria del pubblico ministero, quello di dare una scintilla ai giudici, la scintilla che tutti coloro che hanno sofferto ingiustizie come tanti di noi aspettano con ansia. Ma  così come la decisione finale in un tribunale spetta al collegio, per la legge sindacale spetta al parlamento sovrano. Sono sicuro che io e i miei uomini abbiamo dato la scintilla di cui parlo, per restare nella storia dei diritti dei cittadini con le stellette” Read the full article
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