Tumgik
#insalivation
emmacrayen · 5 years
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Anticipare i desideri
Ieri il mio signore mi ha stupita e anticipata: ha concesso alla sua schiava la facoltà di praticare, perché "Voglio farti venire": così le ha detto. Ed io ho atteso impaziente tutte le ore seguenti a quella gentile concessione, con strepito e desiderio, bagnandomi gradualmente e sempre un po' di più. Fino ad arrivare esausta a sera, al momento in cui avrei potuto soddisfarmi. Ho deciso di indossare già dal pomeriggio le palline, che ho spinto fino in fondo alla fica, lasciando fuoriuscire solo un pezzetto di cordicella, impercettibilmente. Le sentivo muoversi, mentre sul divano sorseggiavo una tisana: ad ogni sorso, ogni volta che mandavo giù la bevanda calda, proprio giù giù tra le cosce mi corrispondeva una specie di stretta, una morsa che mi bloccava e tratteneva tutto il pavimento pelvico. Prima di mettermi a letto (perché sotto le coperte volevo godere) sono andata in bagno a fare pipì e ho dovuto estrarre le palline... Gli occhi mi si sono riempiti di eccitazione e desiderio, alla vista della mia lattea produzione di umori buoni, che ho anche assaggiato, cogliendone un po' con l'indice e passandomene uno strato sulle labbra come fosse burrocacao e poi sulla lingua, con voluttà. Ho preso le palline con la mano destra e volevo allargare la fica con la sinistra per ricacciarle dentro, ma non ce n'è stato bisogno: buco completamente dilatato, una finestra appannata di condensa molle e odorosa. Così senza fatica vi ho sbattuto dentro le sfere, giù fino in fondo (e ho sentito il loro rumore quando hanno toccato le pareti del fondo, corrispondendo quasi al culo) e poi ho dovuto stringere il pelvico per evitarne la fuoriuscita. Questo solo per dare un'idea al mio padrone di quanto la sua cagna sia aperta e disponibile... Dal bagno, tutta stretta nelle cosce chiuse, mi sono distesa a letto, dove ho finalmente potuto piegare e spalancare le gambe, in modalità "visita ginecologica". Quindi ho iniziato ad accarezzarmi la pancia, l'ombelico, i peli pubici e l'interno e il retro delle cosce, mi sono spinta anche dietro, tastandomi le natiche, premendole e affondandovi le dita: mi sono procurata un lieve dolore che mi ha innaffiato la fica e smosso le palline. Mi sono portata un dito in bocca, poi un altro e un altro ancora, dall'indice al mignolo, prima uno per volta e poi mi sono ritrovata a leccare e succhiare 4 dita insieme, già gustando il percorso che avrei loro destinato. Dalla bocca, le dita così insalivate le ho portate tra le cosce: con la sinistra mi sono aperta la fica e ho iniziato a ficcare dentro l'indice e accanto il medio, e poi l'anulare e infine il mignolo (e c'era ancora spazio). Ho sussultato e ho sentito rigarmi la guancia destra da una lacrima, ma non avevo nessun dolore: per la prima volta ho provato lacrime salate di piacere, derivate dalla sensazione di quasi totale pienezza della fica. Di una fica pulsante, "mobile", calda... Ho avvitato dentro le dita e ho spinto dentro, muovendomi anche col bacino; mi sono fottuta, prima piano, poi forte, spingendo sempre più dentro e girando in senso orario, avvolgendo tutte le pareti. Sono stata parecchio tempo così, perché l'orgasmo l'ho raggiunto diversi minuti più tardi, almeno 30 minuti dopo avere iniziato... Forse perché ho iniziato a godere e frignare di piacere praticamente subito. Mi sono scopata quasi con tutta la mano che sentivo venire risucchiata dagli spasmi pubici incontrollati, tanto che mi sembrava non poterla più estrarre, tutta imprigionata e fradicia com'era! Il momento più bello e intenso è stato qualche secondo prima di venire, quando cioè la fica si contrae prima di sbocciare completamente nell'orgasmo: ho sentito la mia mano come mangiata dalle mie stesse carni, tutta assorbita dentro, un'unica carne fusa con la mia fica. La temperatura corporea mi è salita alle stelle, un fuoco interno indescrivibile... Ho lacrimato e ho sussurrato un "grazie" un po' strozzato in gola al mio signore.
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emmacrayen · 5 years
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Giorno 3. h. 14:30/15:00
Sono tornata a casa prima del solito. Non ho nemmeno pranzato perché volevo nutrirmi di altro. Di sensazioni, umori, odori e sapori diversi. I miei. Questo è il terzo giorno in cui ho il permesso di toccarmi, senza poter venire. E tutto il mio corpo è attraversato da scosse e reazioni contrastanti: da una parte pare accettare questa concessione parziale, lo stimolare ogni punto erogeno, pur senza goderne fino in fondo; dall'altra, invece, si oppone e rivolta, quasi avvicinando sempre di più la soglia, obbligandomi a smettere con le carezze. Ed ogni volta è una lotta con me stessa e la mia pelle. Ma è un agone anche nei riguardi del mio signore, dal quale tutto accetto, sebbene non sia sempre facile. Oggi, ad esempio, avrei una voglia incredibile di godere, gridare, comportarmi da cagna vogliosa e bagnata, come a lui piace. Invece no... E mi appresto a compiere il mio rituale quotidiano fatto di ricerca e tensione al piacere, ma anche di rinuncia e placida accettazione obbediente.
Sono distesa supina sul divano, ho freddo, ma sono riscaldata da un plaid che mi avvolge le cosce nude; di sangue, ormai ce n'è poco, perciò ho potuto togliere le mutandine e starmene nuda dal pube in giù. Ho messo in bocca le palline e le ho insalivate bene, poi, al posto del plug-in, mi sono lasciata catturare dalla fantasia di toccarmi avendo per tutto il tuo tempo un dito ficcato in culo. Così ho fatto: le palline sbattute nella fica, insieme alle dita che si sono introdotte piano a riempire tutto lo spazio, mentre dietro, tutto un dito dell'altra mano (il medio) a spingere nel culo, a stantuffo. Mi sono bagnata ovunque, da ambo i buchi: i seni, da sotto il maglione, hanno offerto il loro contributo di eccitazione e tensione. La piccola schiava ha iniziato ad ansimare e non voleva smettere. Mente annebbiata, occhi chiusi, bocca continuamente inumidita dalla lingua. Ho lottato, ho lottato con ogni fibra per non cedere alla tentazione di venir meno al comando del mio padrone, come una bestiola selvatica che si dimena perché catturata... Ho continuato per un po', ma percepivo nettamente l'inizio di quello spalancarsi della fica, di quel formicolio che dalle cosce sale alle terminazioni nervose. Una scarica. Elettrica. Forte. Ma sono stata tenace, obbediente (volevo piangere e godere e strillare, continuare). Tuttavia, per la piccina la cosa più importante è l'approvazione del signore che in lei confida... Ho tolto il dito dal culo, rimasto vuoto e pulsante; ho estratto le dita gocciolanti e infine le palline... Sono rimasta così, esanime, ad accarezzarmi le labbra, come una mesta consolazione.
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