Cucino, parlo troppo e a volte combino disastri| 25 | 🏳️🌈Side blog: @descrivermi
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storie di una casa che sa di casa, di luoghi immaginari in cui rinasco senza più paure
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Consumata dal pensiero delle tue labbra, galleggio in questi giorni un po’ strani. Aspetto con finta tranquillità il nostro primo, casuale, momento di solitudine. La notte ti sogno sempre più vicina, in piedi di fronte a me - io che indietreggio docile - finché con il tuo corpo non mi metti all’angolo, al muro. Finché non ho le narici la testa il corpo pieni del tuo profumo, inebriati da te.
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beh beh questa Liguria in cui posso mangiare solo pizza e farinata
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mio fratellino sta imparando a suonare tastiera e chitarra, menomale che almeno lui sarà quello affascinante della famiglia
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È notte, hai acceso le luci viola in camera mia. Ti guardo pensando a noi che limoniamo davanti alle altre: è un gesto così abituale baciarti, eppure poche ore prima l’ho fatto con un brivido caldo, la sensazione di essere guardata per bene mentre le tue labbra mi rendevano così debole. Complice l’alcol, mentre più tardi ti bacio, mordo, lecco, parlo tanto: ti dico che mi faceva impazzire il modo in cui eri vestita, che avrei voluto spogliarmi davanti a te mentre tu ancora avevi i vestiti addosso. Invece adesso, nel letto, sono io che ti ordino di spogliarti mentre ho ancora tutti i vestiti. Mi piace sentirti morbida, cedevole ai miei gesti fermi. Sento i tuoi gemiti soffocati, reazione ai morsi di cui ti ricopro. Ho voglia di scoparti e farti male, di essere cattiva con te, per vedere come minuto dopo minuto lasci andare il controllo e godi per me. Ti dico di guardarmi negli occhi mentre gemi al contatto con le mie dita: per la prima volta mi avvisi quando stai per venire e mi cedi definitivamente la possibilità di farti provare piacere. E io ti dico vieni, godi per me, dimmi che sei la mia troia. E tu me lo dici: sei così brava a rispettare quello che dico. Per stasera, ti sei meritata un orgasmo lento, profondo, brutale, così intimo da essere doloroso.
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all’ultimo anno di uni (ri)scopro i bagni aestethic del secondo piano
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Ho trascorso gli ultimi anni a staccarmi da casa. Pezzo dopo pezzo, ho rinnegato luoghi, sensazioni, ricordi troppo dolorosi per essere comodi. Ho dimenticato gli alberi, le foglie, il silenzio dei fili d’erba, il vociare del mercato e del sole che sussurra l’inizio di una nuova giornata. Ho voltato le spalle alle vigne, al profumo di verde, al profumo di solitudine. Dopo un lungo giro tortuoso di fughe per seminare il passato, la vita mi ha fatto tornare qui. Tu arrivi dalla campagna e ne porti il sapore, proprio come me. La tua presenza mi fa capire come i nostri luoghi siano scolpiti sul corpo, radici pesanti e profonde che guidano ogni nostro passo, ogni nostro sospiro. Oggi, senza tornare a casa, sto tornando a casa con uno sguardo e un corpo che sono sempre gli stessi, ma allo stesso tempo sono diversissimi. Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un corpo ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via.
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ma sei stupenda! hai of??
Ciao! Grazie, no però se in futuro ne aprirò uno lo scriverò sicuramente qui✨
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se dovevo avere tutti sti problemi con mia madre almeno potevo nascere Xavier Dolan e farci dei film stupendi a riguardo
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Questi giorni hanno avuto il sapore di tutte le mie prime volte. La prima volta in cui da piccola sono riuscita a fidarmi abbastanza del mare da stendermi facendo il morto. La prima volta in cui ho percepito il rumore del vento sulle punte delle dita. La prima volta in cui ho avvertito che il mondo e le strade mi accarezzavano invece di minacciarmi. Qui ho fatto il mio primo bagno nuda, al buio, con la testa leggera. Qui sono stata svegliata dal gatto che mi annusava il viso, soffiando piano dalle narici e perdendo peli bianchi ovunque. Qui ho assaggiato per la prima volta i percochi, dolci e duri e accoglienti come un posto nuovo che sa subito di casa. Qui ho ballato e cantato in macchina sulle strade trafficate, deserte, dissestate, profumate di sale e di sole. “Qui” non è un unico posto, ma una serie di luoghi e ricordi dove mi sono sentita libera di tornare bambina e ridere, ridere forte, ridere fortissimo.
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Just let me be your lady bug Twenty-four hours a day I give you love
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Sul consenso
Insomma siamo nel 2022 e mi sembrava superfluo ribadirlo ma:
1. Una mia foto sexy/provocante non equivale ad autorizzazione a dirmi nei DM quello che vorreste farmi senza che io vi abbia dato il mio consenso;
2. I complimenti sono ben accetti se posti CON EDUCAZIONE;
3. Non cerco persone con cui fare sexting/scambiare foto.
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I ricordi di questo weekend formano un’eco inesauribile nella mia testa. La tua pelle che si mischia al sale, i tuoi occhi che si mischiano all’azzurro del mare. Le tue dita nella mia bocca, il tuo sguardo che si muove velocemente dai miei occhi alle mie labbra. Le tue dita sulle mie spalle, sui fianchi, premute ai lati delle cosce. Le tue dita dentro di me mentre la tua bocca è lucida della mia saliva. Le tue dita che tracciano la geografia di interi universi intorno, fuori e sopra di me. Sussurri come una sirena, tanto che quando sento la tua voce per un attimo tremo con la paura di impazzire. Con la paura che il mio sia solo un sogno delirante. Eppure sei reale. Sotto al sole, la tua pelle si confonde con la sabbia. Bianca, così bianca che quasi rifletti l’azzurro. Tu sei bianca e io, davanti a te, sono trasparente.
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sto leggendo Stone Butch Blues e credo che il vecchietto in treno davanti a me abbia visto il full range di emozioni che posso provare avvicendarsi sul mio viso
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Domani L. viene al mare e non so se ridere perché è la seconda volta che ci vediamo e già viene da me per due giorni come nel best stereotipo di rapporti tra donne o se piangere perché ha raccontato ai suoi genitori che va al mare da una ragazza con cui si sta frequentando, facendo così coming out con loro. L. mi fa sentire vista, importante, cosa per me nuova considerato che, nell’ultima relazione che ho avuto, per due anni lui ha tenuto nascosta la mia esistenza ai suoi genitori. In questi giorni ho il cuore a fior di pelle perché è tutto veloce, inaspettato, dolce, naturale, come se il mio corpo il mio cuore i miei pensieri andassero tutti nella stessa direzione. Sperimento sensazioni che riuscivo a provare molto faticosamente nelle mie frequentazioni degli anni passati: sento che per una serie di ragioni il mio cuore è aperto a ricevere emozioni che prima bloccava in un inconscio meccanismo di difesa. Mi ricordo che la mia prima psicoterapeuta, parlando della mia difficoltà a sentire appieno le emozioni, mi aveva suggerito che forse era quello il motivo per cui mi legavo a persone che sapevano esprimerle e viverle con grande fatica, e che una persona molto sensibile forse mi avrebbe messa in difficoltà in quella fase della mia vita. L., invece, è un fiume di sensazioni a fior di pelle, di mani che tremano, di dita che sfiorano. E io sono pronta ad immergermi nella sua corrente.
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