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Una ventina di minuti ben spesi, vi invito ad ascoltarlo!
In occasione del laboratorio radiofonico del Master ComRis, Chiara e Stefania hanno parlato del rapporto tra collettività e individualità nell'ambito del cambiamento climatico e in quello della ricerca scientifica e della comunità scientifica.
Come si legano i due aspetti?
Chiara e Stefania ce lo spiegano con l'aiuto di due ospiti d'eccezione: Massimiliano Pasqui, ricercatore, climatologo del CNR e curatore del libro "Un clima nuovo. Perché dobbiamo prendere sul serio il cambiamento climatico" edito da Città nuova
Licia Troisi, astrofisica, scrittrice e autrice del giallo "Uscimmo a riveder le stelle" edito da Marsilio lucciole.
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Uscito appena ieri l'articolo per il magazine EduINAF che analizza "dal punto di vista cosmico" le poesie della finalista al Premio Nazionale Frascati Poesia "Antonio Seccareccia" Rossella Frollà. Con questo si chiude il ciclo in cui ho passato in rassegna i versi di tutti e quattro i finalisti.
E già in quel di Frascati, si ragiona sulla prossima edizione del Premio...
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E tu Luna
Finalmente è disponibile su Amazon il nuovo libro sulla Luna!
Grazie infinite a Claudio Damiani per le sue bellissime poesie (tra cui una stupenda, inedita). Grazie ad Elisa Nichelli per la favolosa prefazione, a Gianluca Li Causi e Marco Mastrofini per le foto spettacolari che mi avete donato per questo progetto. Grazie a tutte le persone dell'Osservatorio Astronomico di Roma: tutte mi avete aiutato rendendo l'ambiente sereno e bello per vivere e lavorare.


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Una bella sorpresa, questo nuovo disco di Finardi. Devo dire che arrivo spesso prevenuto, davanti a questi "grandi vecchi" che (grazie al cielo, aggiungo) non perdono la voglia di proporre nuove cose. Mi viene subito il pensiero malevolo, ma non avranno ormai detto tutto quel che avevano da dire?
Così è interessante quanto questo pensiero viene smentito dal semplice ascolto. Come in questo caso. Canzoni fresche ma spesso profonde, testi che rivisitano la propria storia (bello il riferimento esplicito ad Extraterrestre, nel testo e mi pare perfino in una inflessione nel canto, all'inizio del primo brano, Futuro). Perfino qualche sperimentazione in brani come Onde di probabilità: istintivamente il pensiero corre al Battiato "vecchia maniera", per come qui Finardi gioca con i termini della fisica quantistica, lavorandoli efficacemente non tanto secondo il rigore scientifico quanto in riconoscimento del loro potere evocativo. E infatti di Battiato parla anche in una recente intervista, decisamente da leggere.
La voce è ben processata, è caratteristica, complessa, espressiva. Magari non ha molta ampiezza di registro ma ha guadagnato in profondità (un po' come Mark Knopfler, in un certo senso). Al confronto, la voce di antichi brani che mi è capitato di sentire, come Musica Ribelle (nella sua versione originale) è poco sfaccettata, troppo semplice, troppo dichiarativa. Sarà anche che le tecniche di incisione e manipolazione del suono ora sono infinitamente più sofisticate di prima, ma tant'è.
Un disco godibile, che in molte parti fa riflettere e che comunque intrattiene, dove gli arrangiamenti non sono mai troppo banali (anzi, qua e là senti il divertimento di provare soluzioni abbastanza nuove) e comunque non senti di perdere tempo, ascoltandolo.
E visto che siamo qui in un tumblr che tratta (anche) di scienza, un disco piuttosto interessante anche da questo punto di vista.
A parte la già citata Onde di Probabilità, con tutti i riferimenti scientifici, basta ascoltare bene le parole di La mano di uno che sa per imbattersi nello spazio, vero e proprio. E con tutto lo stupore che provoca, se solo gli doniamo quel briciolo di attenzione necessaria.
E la chiusura in un agrodolce luminoso, tra teneri ricordi e rinnovate speranze, ne La facoltà dello stupore è davvero tutta da assaporare, e (certo) riassaporare.
Quindi posso dire che sono d'accordo "in tutto" (scusate il gioco di parole) con la recensione di Rockol.
E bravo Finardi.
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Cari, finalmente ci siamo! In uscita imminente presso Amazon.
Grazie infinite a Claudio Damiani che ha pensato questo progetto, ha selezionato le poesie (tra cui un bellissimo inedito) e mi ha seguito cordialmente ed efficacemente in tutte le varie fasi.
Grazie a Elisa Nichelli per la bellissima prefazione, a Marco Mastrofini e Gianluca Li Causi per le stupende foto che mi hanno donato perché fossero incluse nel volume. Tre amici e colleghi stupendi di INAF Osservatorio Astronomico di Roma che hanno reso più vero e più bello questo lavoro, e mi hanno anche confermato (e questo me lo porto ben oltre il libro) che vivo e lavoro in un ambiente pieno di persone straordinarie.
La Luna affrontata dal punto di vista scientifico, ma anche artistico, musicale, poetico. Perché la conoscenza ormai non può limitarsi ad una sola modalità di approccio. Perché per capire qualcosa - e la Luna è ben più di qualcosa - dobbiamo avvicinarci ad essa con tutti gli strumenti disponibili nell'umana avventura.
La Luna ci attende!!!
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"... si considera l’universo come “partecipativo”, dove l’osservatore – inteso in senso epistemico e ontologico – influisce sulla realtà osservata. Il soggetto non è più estraneo al mondo, ma co-implicato nella sua manifestazione. La realtà emerge come evento relazionale, in cui osservatore e osservato si co-costituiscono. Tale concezione trova paralleli nel pensiero fenomenologico e nella filosofia della mente."
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La fame silenziosa dei buchi neri
Nel nostro immaginario, i buchi neri crescono divorando tutto ciò che li circonda con inimmaginabile violenza. E spesso lo fanno davvero — brillano come quasar, scagliano getti di materia per migliaia di anni luce, e dominano i nuclei galattici attivi (AGN). Ma la realtà è ben più sfumata, come stiamo imparando giorno per giorno.
Grazie a osservazioni recenti del telescopio spaziale JWST e dell'interferometro submillimetrico ALMA, gli astrofisici stanno scoprendo che molti buchi neri crescono in silenzio. Accrescono lentamente gas freddo, senza brillare come quasar. Sono nascosti, ma non inattivi.
In alcune galassie apparentemente “quiescenti”, è stato osservato gas molecolare spiraleggiare verso il centro — un segnale inequivocabile che qualcosa, lì dentro, sta nutrendosi.

Un buco nero supermassivo (immagine artistica creata con chatGPT)
Questa modalità “in sordina” potrebbe essere molto comune nell’universo. E se fosse proprio questa la fase dominante della crescita dei buchi neri supermassicci? Questa ipotesi in effetti ha parecchie implicazioni:
Cambia la nostra comprensione dell’evoluzione galattica.
Spiega perché alcuni buchi neri sembrano “troppo grandi” per la loro galassia.
Mette in discussione l’idea che i quasar siano l’unico motore della crescita.
Il JWST sta del resto rinnovando il quadro delle interazionitra quasar e galassie. Ma tutta la comprensione dell'universo profondo si sta modificando. Ne vedremo delle belle.
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Un augurio di Buona Giornata Internazionale dell'Astronomia, dall'Osservatorio di Roma!
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Noi proveniamo da una logica di relazione armoniosa, la medesima che ancora adesso aggrega le particelle dei nostri atomi, gli atomi delle nostre molecole, le molecole delle nostre cellule e così via fino all’insieme dell’organismo. La cosa più importante di me che merita la mia dedizione sarà quindi quella che più fedelmente riproduce e favorisce tale logica di armonia relazionale da cui provengo, che mi mantiene in vita e che, con una parola sola, si può chiamare bene. Anzi, il Bene, da Platone identificato con il Dio, l’assoluto.
Vito Mancuso (da "Non ti manchi mai la gioia")
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Noi siamo formati da polvere cosmica. «Non è per questo che brillate e sentite dentro di voi il calore e l’impulso a splendere? Sì, perché portate dentro di voi la potenza delle stelle»
Leonardo Boff
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Il corpo fisico altro non è che un’errata interpretazione di chi siete. In molti sensi è una versione microcosmica dello spazio esterno. Per darvi un’idea di quanto sia grande lo spazio fra i corpi celesti, considerate che la luce, che viaggia a una velocità costante di trecentomila chilometri al secondo impiega poco più di un secondo per viaggiare fra la Terra e la Luna; impiega circa 8 minuti per raggiungere la Terra dal Sole. Dalla stella più vicina a noi nello spazio, chiamata Proxima Centauri, che è il sole più vicino al nostro Sole, la luce viaggia per 4 anni e mezzo prima di raggiungere la Terra. Così vasto è lo spazio che ci circonda. Poi c’è lo spazio intergalattico, la cui vastità sfugge a ogni comprensione. Dalla galassia più vicina alla nostra, la Galassia Andromeda, la luce impiega due milioni e quattrocentomila anni per raggiungerci. Non è incredibile che il corpo sia spazioso quanto l’universo?
Eckhart Tolle "Un nuovo mondo"
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Per chi insegna, per chi fa ricerca, mantenere la porta aperta è più che un atto formale, è un'attitudine necessaria. E soprattutto, utile per entrambe le parti in gioco.
Pur non insegnando normalmente (lavorando in un osservatorio astronomico la didattica non è l'occupazione principale) mi accorgo che traggo sempre molto vantaggio dalle conversazioni con gli studenti, con i laureandi o dottorandi. Non è raro che portino visioni più ampie della mia o in ogni caso diverse, con l'occasione per me di allargare il punto di vista o renderlo meno monolitico.
I punti di osservazione del cosmo sono tanti quante le persone, e un punto solo non basta, non basta a nessuno. Non restituisce una visione all'altezza della complessità contemporanea. L'idea di bastare a sé stessi oppure di coltivare autonomamente la propria scienza è un'idea balzana e fallimentare.
In un cosmo che sempre più diciamo in relazione di tutto con tutto, sfilarsi dal dialogo e dalla contaminazione significa anche, alla fine, sbiadire i propri colori. Che si ravvivano, invece, proprio nell'intreccio con altre tavolozze, altri quadri, altre pitture. Altri odori, sapori, sorrisi. Altri volti, dai quali imparare, da disegnare dentro di sé.

my latest cartoon for New Scientist
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Venerdì sera (28 febbraio) se siete liberi, venite che parliamo della missione Gaia dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), di cosa voleva fare, di cosa di bello ha combinato in tutti questi anni (ora che si avvia alla meritata pensione), di come ci ha svelato una "nuova" Via Lattea. Quella di Gaia, appunto
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La galassia Arp 107 vista dal James Webb Space Telescope. La spirale di destra contiene al centro un buco nero supermassivo.
In blu, sono milioni e milioni le stelle che si stanno formando in questa struttura gigantesca, formata in realtà da due galassie interagenti.
Un cosmo che non si ferma, che si lancia sempre in avanti. Che nasce, nasce di continuo.
Crediti: NASA, ESA, CSA, STScI
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