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Coordinatore del Dipartimento Nazionale Ambiente dei Giovani Democratici
Ho accettato con piacere la carica di Coordinatore del Dipartimento Nazionale Ambiente dei Giovani Democratici.
Grazie ai Gd Naz e al Responsabile Michele Masulli per la fiducia.
Da basilicatanet.it
Giovani Democratici, Lattarulo coordinatore dip. Ambiente
11/12/2013 14:18
BAS“Ringrazio Francesco Lattarulo, tuttora componente della Direzione nazionale dei Giovani Democratici, per aver voluto accettare la mia proposta di assumere il ruolo di coordinatore del Dipartimento Ambiente dei GD”. E’ quanto si legge in una nota di Michele Masulli, responsabile Ambiente dei Giovani Democratici. “Di nuova costituzione – si legge nella nota - il Dipartimento Ambiente è composto dai responsabili regionali Ambiente dei GD, da giovani amministratori locali e da membri di associazioni impegnate nel vasto mondo della tutela e promozione ambientale. Credo che Francesco – commenta ancora Masulli - possa svolgere una funzione rilevante nella direzione di fare del Dipartimento un luogo aperto di elaborazione tematica e di stimolo all’iniziativa politica, così da sostenere i Giovani Democratici nello sforzo di porre la propria attività all’altezza delle grandi sfide ecologiche e delle pressanti emergenze ambientali dei nostri tempi”. bas 03

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Oggi Giovani democratici in una conferenza stampa sono ritornati sugli eventi climatici che negli ultimi anni hanno colpito il territorio italiano
Presentate oggi, alla camera, le nostre proposte su modifica patto di stabilità, contro il dissesto idrogeologico e per difesa dell'ambiente.
Nella pancia delle proposte, anche il mio invito alla sospensione degli adempimenti fiscali, come fatto per la sardegna, anche per le regioni del Sud colpite dall'alluvione del primo dicembre scorso.
Ottimo il lavoro del responsabile nazionale Michele Masulli.
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Obama alla Cerimonia commemorativa di Nelson Mandela. Il testo del discorso integrale.
A Graça Machel e alla famiglia Mandela; al presidente Zuma e ai membri del governo; ai capi di Stato e di governo, passati e presenti; agli illustri ospiti voglio dire che è un grandissimo onore trovarmi qui con voi oggi a onorare una vita diversa da qualsiasi altra. Al popolo sudafricano - di ogni razza ed estrazione sociale - il mondo intero dice grazie per aver condiviso Nelson Mandela con noi tutti. La sua lotta è stata la vostra lotta. Il suo trionfo è stato il vostro trionfo. La vostra dignità e la vostra speranza si sono espresse al meglio nella sua vita, e la vostra libertà e la vostra democrazia sono l'apprezzata eredità che egli ha lasciato. È difficile fare l'elogio di qualsiasi uomo, racchiudere nelle parole non soltanto i fatti e le date che ne hanno segnato la vita, ma la verità fondamentale e intima di quella persona, le sue gioie profonde e i suoi dolori; i momenti di pace e le qualità che ne hanno illuminato l'anima. Quanto maggiormente è difficile farlo nel caso di un gigante della storia, che ha messo una nazione intera in marcia verso la giustizia e così facendo ha messo in marcia miliardi di persone in tutto il mondo! Nato durante la Prima guerra mondiale, molto lontano dai corridoi del potere, dopo un'infanzia trascorsa a fare il pastore di bestiame e a imparare dagli anziani della sua tribù Thembu, Madiba sarebbe emerso come l'ultimo grande liberatore del XX secolo. Come Gandhi, egli avrebbe guidato un movimento di resistenza, un movimento che agli esordi aveva ben poche prospettive di successo. Come King, egli avrebbe dato voce forte e potente alle richieste degli oppressi e alla necessità morale di giustizia razziale. Avrebbe affrontato una prigionia disumana, iniziata all'epoca di Kennedy e Krusciov e conclusasi nel periodo finale della Guerra Fredda. Uscendo dalla prigione, senza la forza delle armi, al pari di Lincoln avrebbe unificato il paese proprio mentre esso rischiava di lacerarsi. Come i padri fondatori dell'America, egli avrebbe dato vita a un ordine costituzionale per difendere la libertà a vantaggio delle generazioni successive, assumendosi un impegno nei confronti della democrazia e della legalità ratificato in seguito non soltanto dalla sua elezione, ma dalla sua volontà di abbandonare il suo mandato. Tenuto conto della sua incredibile vita e dell'adorazione che si è guadagnato così meritatamente, si sarebbe tentati di ricordare Nelson Mandela come un'icona, sorridente e serena, distaccata dalle occupazioni ordinarie di uomini comuni. Ma Madiba stesso si è sempre opposto strenuamente a questo ritratto senza vita. Al contrario, egli ha sempre insistito per condividere con noi i suoi dubbi e i suoi timori; i suoi errori di valutazione insieme alle sue vittorie. "Non sono un santo" diceva, "a meno che non si pensi che un santo è un peccatore che continua a mettersi alla prova". È proprio perché egli riusciva ad ammettere di non essere perfetto - e perché sapeva essere così pieno di buon'umore, addirittura di furbizia, malgrado il pesante fardello che trasportava - che noi lo abbiamo amato. Non era un busto di marmo. Era un uomo fatto di carne e di sangue, un figlio e un marito, un padre e un amico. Ecco perché abbiamo appreso così tante cose da lui. Ecco perché possiamo apprenderne ancora molte altre da lui. Perché niente di ciò che egli è riuscito a raggiungere era scontato. Nell'arco della sua vita abbiamo visto un uomo guadagnarsi un posto nella storia lottando, con avvedutezza, persistenza e fede. Egli ci dice che cosa è possibile non soltanto nelle pagine di polverosi libri di storia, ma anche nelle nostre stesse vite. Mandela ci ha dimostrato tutto il potere dell'azione, dell'assumersi dei rischi nell'interesse degli ideali. Forse Madiba aveva ragione quando diceva di aver ereditato da suo padre un fiero spirito di ribellione e un tenace senso di giustizia. Di sicuro, egli ha condiviso con milioni di neri e di sudafricani di colore tutta la rabbia scaturita da migliaia di offese, migliaia di umiliazioni, migliaia di momenti da non ricordare, e il desiderio di lottare contro il sistema che imprigionava il mio popolo. Ma al pari di altri giganti facenti parte da subito dell'Anc - Sisulu e Tambo - Madiba ha saputo tenere a freno e domare la sua rabbia. Ha incanalato il suo desiderio di combattere in un'organizzazione, in piattaforme e strategie operative, così che gli uomini e le donne potessero prendere le difese della loro stessa dignità. Oltre a ciò egli ha accettato le conseguenze delle proprie azioni, sapendo che tenere testa agli interessi dei potenti e alle ingiustizie comporta un prezzo da pagare. "Io ho combattuto contro il dominio dei bianchi e ho combattuto contro il dominio dei neri", disse durante il suo processo del 1964. "Ho accarezzato e nutrito l'ideale di una società libera e democratica, nella quale tutti possano vivere in armonia e con pari opportunità. È un ideale per il quale spero di vivere e che spero di raggiungere. Ma se ce ne sarà bisogno, questo è un ideale per il quale sono disposto a dare la mia vita". Mandela ci ha insegnato il potere dell'azione, ma anche delle idee; l'importanza della ragione e delle giuste argomentazioni; la necessità di studiare non soltanto coloro con i quali vai d'accordo, ma anche coloro con i quali non vai d'accordo. Mandela ha capito che le idee non possono essere imprigionate tra le mura di un carcere, né messe a tacere dalla pallottola di un cecchino. Egli ha trasformato il suo processo nella denuncia dell'apartheid grazie alla sua eloquenza e alla sua passione, ma anche grazie ai suoi studi e alla sua formazione di avvocato. Ha trascorso i decenni passati in prigione a rendere più affilati i suoi ragionamenti, ma anche a diffondere la sua sete di sapere agli altri del movimento. E ha appreso la lingua e le usanze dei suoi oppressori, così da poter riuscire meglio un giorno a comunicare loro in che modo la loro libertà dipendesse dalla sua. Mandela ha dimostrato che l'azione e le idee non bastano. A prescindere da quanto siano giuste, devono essere incise all'interno di leggi e istituzioni. Era un uomo pratico, che metteva alla prova i suoi principi rispetto alla dura apparenza delle circostanze e della storia. Era intransigente per ciò che concerne i principi di fondo, ed è per questo che ha potuto respingere seccamente le offerte di libertà condizionata, ricordando al regime dell'apartheid che i prigionieri non possono stipulare contratti. Ma come ha dimostrato in scrupolosi negoziati per trasferire il potere e redigere nuove leggi, non aveva paura di scendere a compromessi per il bene di un obiettivo superiore. E poiché non è stato soltanto un leader di un movimento, ma un abile politico, questa democrazia multirazziale si meritava la Costituzione che è stata messa a punto; fedele alla sua visione delle leggi che proteggono i diritti delle minoranze come pure quelli della maggioranza, e la preziosa libertà di ogni sudafricano. Infine, Mandela ha compreso lo spirito umano e come esso sia legato a quello di tutti. C'è una parola in Sudafrica, Ubuntu, che descrive e condensa questo suo immenso dono: egli ha saputo vedere che siamo tutti legati gli uni agli altri in modi invisibili e che sfuggono allo sguardo; che esiste unione nel genere umano; che possiamo conseguire il nostro pieno successo condividendolo con gli altri e prendendoci cura di chi abbiamo attorno. Non possiamo sapere quanto di ciò fosse già innato in lui, o quanto si sia plasmato e forgiato nella sua buia cella solitaria. Ma ne ricordiamo i gesti, piccoli e grandi, come presentare i suoi carcerieri come ospiti d'onore alla sua cerimonia di insediamento come presidente; scendere in campo indossando l'uniforme degli Springbok; aver trasformato una tragedia della sua famiglia nell'invito a lottare contro l'Hiv/Aids. Questi suoi gesti piccoli e grandi hanno svelato tutta la sua profonda empatia e comprensione. Egli non soltanto ha incarnato l'Ubuntu, il senso di umanità. Ha insegnato a milioni di persone a trovare dentro di sé quella stessa verità. C'è stato bisogno di un uomo come Madiba per liberare non soltanto il carcerato, ma anche il carceriere; per dimostrare che ci si deve fidare degli altri così che gli altri si fidino di te; per insegnare che riconciliarsi non significa ignorare un passato crudele, ma che riconciliarsi è un mezzo per opporre a quel crudele passato l'inclusione, la generosità e la verità. Ha cambiato le leggi, ma anche i cuori. Per il popolo sudafricano, per coloro che egli ha ispirato in tutto il pianeta, il trapasso di Madiba è giustamente motivo di lutto, e occasione per celebrarne la vita eroica, ma io credo che la sua morte debba anche invogliare ciascuno di noi a un'autoriflessione. Con onestà, e indipendentemente dalla nostra posizione o dalle circostanze della nostra vita, dobbiamo chiederci: quanto bene ho applicato queste lezioni nella mia stessa vita? Questa è una domanda che io rivolgo a me stesso, come uomo e come presidente. Sappiamo che come il Sudafrica anche gli Stati Uniti hanno dovuto superare secoli di oppressione razziale. Come è stato vero qui, ci sono voluti i sacrifici di un numero incalcolabile di persone, note e ignote, per vedere l'alba di un giorno nuovo. Michelle e io abbiamo beneficiato di quella lotta. Ma in America e in Sudafrica, e in molti paesi di tutto il pianeta, non possiamo permettere che il progresso oscuri il fatto che il nostro compito non può dirsi concluso. Le lotte che puntano alla vittoria dell'eguaglianza e al suffragio universale possono non essere caratterizzate da quella stessa drammaticità e limpidezza morale di quelle combattute in precedenza, ma non per questo sono meno importanti. Perché ancora oggi in tutto il mondo vediamo bambini patire la fame e soffrire per le malattie, vediamo scuole fatiscenti e scarse prospettive per il futuro. Ancora oggi in tutto il mondo uomini e donne sono messi in prigione per le loro idee politiche e sono perseguitati per il loro aspetto fisico, per la loro pratica devozionale, per la persona che amano. Anche noi dobbiamo agire per il bene della giustizia. Anche noi dobbiamo agire perché la pace prevalga. Troppi di noi sono pronti ad abbracciare con gioia l'eredità di Madiba della riconciliazione razziale ma oppongono una strenua resistenza a riforme anche modeste che potrebbero porre fine alla povertà cronica e alle crescenti ineguaglianze. Ci sono troppi leader che si dichiarano solidali con la lotta di Madiba per la libertà, ma che non tollerano il dissenso dei loro stessi popoli. E ci sono troppi di noi che ancora restano in disparte, comodamente compiacenti o cinici quando dovrebbero far ascoltare la loro voce. Non esistono facili soluzioni per i problemi con i quali siamo alle prese oggi: come promuovere l'eguaglianza e la giustizia, come affermare la libertà e i diritti umani; come porre fine ai conflitti e alle guerre settarie. Ma neppure per quel bambino di Qunu c'erano facili risposte. Nelson Mandela ci rammenta che ogni cosa può sembrare impossibile finché non la si realizza. Il Sudafrica ci dimostra che questa è la verità. Il Sudafrica ci mostra che possiamo cambiare. Noi possiamo scegliere di vivere in un mondo non definito dalle nostre differenze, ma dalle nostre comuni speranze. Possiamo scegliere un mondo definito non dal conflitto, ma dalla pace, dalla giustizia, dalle pari opportunità. Non vedremo mai altri Nelson Mandela. Ma permettetemi di dire ai giovani africani e ai giovani di tutto il mondo che voi potete fare vostre le lotte e le conquiste della sua vita. Oltre trenta anni fa, quando ero ancora uno studente, appresi chi era Madiba e quali fossero i conflitti della sua terra. Conoscerlo scosse qualcosa dentro di me, nel profondo. Mi risvegliò e mi mise in grado di far fronte alle mie responsabilità nei confronti degli altri e di me stesso, e mi avviò lungo la strada che mi avrebbe portato dove mi trovo oggi. Se da un lato so che non riuscirò a eguagliare l'esempio di Madiba, dall'altro so che egli vuole che io voglia migliorare. Egli fa appello a ciò che di meglio c'è dentro di noi. Quando questo grande liberatore sarà sepolto per riposare in pace; quando saremo ritornati nelle nostre città e nei nostri villaggi e avremo ripreso le nostre routine quotidiane, proviamo a cercare dentro di noi, nel profondo di noi stessi, la sua grande forza, la sua grandezza d'animo. E quando la notte si farà scura, quando l'ingiustizia renderà pesante i nostri cuori, o quando i nostri piani ben delineati ci sembreranno irraggiungibili, pensiamo a Madiba, pensiamo alle parole che nelle quattro mura della sua cella gli arrecarono tanto conforto: "Non importa quanto stretto sia il passaggio, quanto piena di castighi la vita: io sono il padrone del mio destino; io sono il capitano della mia anima". Che grande anima è stata. Ci mancherà moltissimo. Che Dio benedica Nelson Mandela e il popolo sudafricano. (Traduzione di Anna Bissanti) Repubblica.it
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Una piccola carezza. Il Governo sospenda gli adempimenti fiscali anche alle regioni del Sud.
Le tragedie, quelle naturali, sono sempre più manifeste.
In Italia, ahinoi, ne abbiamo quasi perso il conto.
Ogni regione italiana, approssimativamente, è stata provata da tragiche calamità naturali, ultime le regioni del sud, dopo la tragedia sarda delle settimane scorse.
Sud che ha limitato al massimo i danni a persone, grazie ad un'allerta meteo efficiente, ma che è rimasto inerme di fronte alla forza ingente della natura, cadendo a pezzi nel silenzio dei più.
Calabria, Puglia, Basilicata, Abruzzo.. il ciclone Nettuno non ha avuto pietà.
Le regioni interessate hanno già chiesto lo stato di emergenza, Basilicata in primis.
La situazione è critica, soprattutto nella mia amata regione, e si sente l'eco del grido d'aiuto delle popolazioni interessate.
Il Governo, come atto embrionale, potrebbe tendere la propria mano estendendo la sospensione dei versamenti e degli adempimenti fiscali per i contribuenti residenti nei comuni del sud colpiti dal nubifragio del primo dicembre, come previsto per i comuni sardi, con un decreto adottato ai sensi dell'art. 9, comma 2, della legge n. 212/2000.
Il comma dedicato prevede che "Con proprio decreto il Ministro delle finanze, sentito il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, può sospendere o differire il termine per l'adempimento degli obblighi tributari a favore dei contribuenti interessati da eventi eccezionali ed imprevedibili" .
Per la popolazione sarda il decreto è stato emanato il 30 novembre 2013 e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 3 dicembre.
In sostanza prevede la sospensione dei termini dei versamenti e degli adempimenti tributari, inclusi quelli derivanti da cartelle di pagamento emesse dagli agenti della riscossione, scadenti nel periodo compreso tra il 18 novembre e il 20 dicembre 2013.
In più la sospensione riguarderà i versamenti degli acconti delle persone fisiche ai fini IRPEF (termine scaduto il 2 dicembre), delle società ai fini IRES e IRAP (in scadenza il 10 dicembre), delle ritenute dei sostituti d’imposta (16 dicembre), e dell’IMU relativa agli immobili diversi dall'abitazione principale.
Credo possa essere una risposta non sufficiente per rimettere in piedi l’economia meridionale, ma un atto immediato, una prima piccola carezza, per non far sentire solo un territorio sempre più abbandonato.




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Per questo motivo, l'8 Dicembre, voterò Cuperlo.
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Non so chi l'ha ammazzato. Non so se dietro quel piano, crudo e diabolico, ci sia stata la Russia, la C.I.A., l'F.B.I., Cuba, la Mafia, i milionari di estrema destra, Fidel Castro, i nemici di Fidel Castro, Lyndon Johnson, l'industria militare o altri.. so solo che 50 anni fa non è morto da solo.. con lui è morta la speranza di vivere e credere in un mondo diverso. John Fitzgerald Kennedy [22 Novembre 1963 - 22 Novembre 2013]
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La green economy è un settore in forte espansione. Lo si deduce dai dati di Green Peace: nel 2007 si prevedevano, entro il 2010, 10 GW dal fotovoltaico, invece ne sono stato generati 40! Ciò è accaduto nonostante l’Enel rimanga al di sotto del 2%
Ecco il testo dell'editoriale di Marcello Ravveduto, ieri su la Città di Salerno. Sono davvero onorato.
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Se lo conosci lo eviti.
Per me è stato davvero un piacere ed un onore partecipare alla pubblicazione del secondo ebook edito da Tienilammente: "Se lo conosci, lo eviti. Il nucleare e il problema irrisolto".
A differenza del mio "Basta Volerlo" questo secondo ebook, ci racconta la tematica "Nucleare" in ogni sua sfumatura, soprattutto le sue grandi contraddizioni.
Scritto a più mani, fra le più importanti del mondo ambientaliste, è un testo notevole.
Il testo potete leggerlo, e scaricarlo gratuitamente, a questo link: sito http://tienilammente.org/2012-01-03-15-07-44/libri/2-protesta-scanzano/2-se-lo-conosci-lo-eviti?hitcount=0
Ricordiamo insieme la protesta di Scanzano, nel suo decennale, conoscendo meglio un "nemico" storico.

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..e chi l'ha detto che un ebook non si può sfogliare??? sfogliate.. sfogliatelo pure.. : ) ..ecco il file in flash del mio ebook "Basta Volerlo"
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La sua musica più di ogni altra parola. Rip.
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#bastavolerlo! A Milano una bellissima presentazione. Galleria fotografica.
Quando ho scritto l'ebook, l'ho fatto con l'intento di stimolare una discussione di merito su temi fondamentali che investono, ed investiranno, la nostra generazione.
Ieri a Milano, con prestigiosi relatori, abbiamo fatto una discussione proficua,appassionata e partecipata da un'autorevole platea attenta.
Sono molto contento.
Ringrazio ancora i ragazzi dei Giovani Democratici di Milano Città del circolo "il Caffè" di Zona 4 (Marco, Carmelo.. insomma tutti! ;) ) gli Ecodem nelle figure di Massimo Pintus e Stefano Facchi, il circolo Pd che ci ha ospitati ed il consigliere Monguzzi.
Di seguito vi riporto la galleria fotografica della serata. Un ringraziamento alla splendida Deborah per le foto. : )













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Martedì presentiamo #bastavolerlo a Milano.

I Giovani Democratici del circolo “Il Caffè” di zona 4 di Milano presentano l’e-book di Francesco Lattarulo ‘Basta Volerlo’. L’incontro si terrà a Milano - in via Archimede, 13 - presso il circolo PD Carminelli, alle ore 21. Introduce: - Stefano Facchi, Presidente Regionale Lombardia degli Ecodem. Intervengono: - Carlo Monguzzi, Consigliere Comunale PD, - Agostino Agostinelli, Responsabile Ambiente PD Lombardia, - Francesco Lattarulo, autore dell’opera e Dirigente Nazionale dei Giovani Democratici - Massimo Pintus, Direttore Nazionale degli Ecologisti Democratici. Modera: Carmelo Zizzo, Coordinatore GD Zona 5. Gli effetti catastrofici dei cambiamenti climatici generati dalla produzione delle emissioni inquinanti nell'ambiente obbligano la politica ad individuare soluzioni per garantire la sicurezza dei cittadini. La conversione del modello energetico convenzionale fondato su combustibili fossili e nucleare è ormai diventata una priorità per la comunità internazionale che si è posta degli obbiettivi vincolanti di sostenibilità per far fronte al problema. Le soluzioni e le buone pratiche presenti sono molteplici: riduzione dei consumi energetici, generazione di energia rinnovabile e sensibilizzazione ambientale con nuovi stili di vita. L'e-book di Lattarulo è un importante strumento per capire il problema energetico nel suo complesso, che oggi non è più sostenibile a causa dell'uso sempre maggiore di fonti fossili, come carbone, petrolio e nucleare. Serve, quindi, un cambio di paradigma, basato sull'uso intelligente delle risorse e sull'applicazione delle fonti rinnovabili: un Green New Deal “rooseveltiano”, fondato su un trinomio imprescindibile: rispetto, sviluppo e futuro utile a risolvere sia la crisi economica che quella ambientale, oggi strettamente connesse. L'e-book è scaricabile e consultabile gratuitamente in tutti i formati dal sito www.bastavolerlo.com.

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#bastavolerlo: Firmato il contratto di autopubblicazione con la Frenico
Firmato il contratto di autopubblicazione dell'ebook "Basta Volerlo" con la Frenico Self Publishing Hub. Il libro, nel file ebook reader .epub,o verrà distribuito sempre GRATUITAMENTE nelle più importanti Librerie Online, tra cui: Amazon Kindle Store, Apple iBooks Store, IBS.it, LaFeltrinelli.it, Cubolibri, inMondadori e altri 29 librerie on line italiane ed internazionali.

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Cibarsi di Spreco.
Ogni anno nella sola Europa si sperperano 90 milioni di tonnellate di cibo. Un miliardo e 300 mila tonnellate in tutto il pianeta. Si butta via più di un terzo del cibo che si produce. In Italia ogni anno una persona butta via 149 kg di cibo, l'1,19 per cento del nostro PIL (0.96 dovuto solo allo spreco domestico). 15 miliardi l'anno. Ogni anno è pari a 1'693 euro lo sperpero alimentare di una famiglia italiana: sei famiglie su dieci gettano via del cibo almeno una volta a settimana. Mentre nel mondo 842 milioni di persone denutrite, 12 per cento della popolazione mondiale.

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Novità non trascurabili.
Credo che la giornata trascorsa di sicuro svela elementi di novità non trascurabili:
1. Alfano ha una testa pensante, ha alzato le spalle e si è contato. Lascia le vesti di Andrea Carrea e cerca di indossare quelle di Fausto Coppi.
2. Berlusconi, anche quando perde, alza la coppa.
3. Bondi è sempre l'ultimo a sapere le cose. (Aveva il discorso scritto da ieri). kamikaze.
4. Letta dimostra una forza nascosta. Sembra che il vestito da Presidente del consiglio gli sia stato cucito addosso.
5. Non siamo ancora nella Terza Repubblica. Fin quando inviteranno nei talk show politici Di Pietro resteremo ancorati alla Seconda.

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