matteoos-world
matteoos-world
Matteo's world
6 posts
condivido qui tutto ciò che di mio voglio fare un po' vostro♡
Don't wanna be here? Send us removal request.
matteoos-world · 9 months ago
Text
Le mani di un assassino
Oggi
"Voi due vi conoscete?"
"Te li scegli sempre svegli i ragazzi"
"Lei é la donna che mi ha rovinato la vita!"
"Io sono la donna che te l'ha creata una vita, eterna per altro"
"Quello che volevo era vivere l'amore più bello della mia vita!"
"Con un servitore!" e si mise a ridere per poi continuare
"E noi due ci dovevamo sposare!"
la donna corse a stringere Dominick al collo con un coltello.
"Tu mi sposerai oppure potrai salutare il tuo nuovo ragazzo prima ancora che tu possa trasformarlo...oh ho un deja vu!"
"Tu chi sei?" singhiozzó Dominick con le mani della donna alla gola.
"Kassandra Eastwood e chi sei tu bestiolina".
La donna poi rammentó
"Oh aspetta ma noi abbiamo passato la notte insieme e non ti ricordi di me? Ma forse questo Wilder non lo sa...ops"
L'incantatore guardava il ragazzo confuso mentre l'altro a stento riuscì a dire
"Wi..lder?"
Avevano un bel po' di cui parlare.
"Devo dire che però somiglia a quel morto di fame di cui ti sei tanto invaghito.."
"Non parlare di lui così Kassandra"
"Diamine ancora tanto risentimento, sono passati 134 anni".
"Voi siete.."
"Vampiri! Ahh che paura, andiamo! pensavo queste cose fossero superate".
"Dominick tu devi ucciderla!"
"Perché non puoi farlo tu? mi mancano le tue mani addosso"
"Voi potete morire?"
"Tecnicamente naturalmente non muoriamo, ma possono sempre ucciderci" rispose lei.
"Dominick se mi ami devi farlo"
"Oh come siete carini! E non sarebbe ancora più commuovente se uno di voi morisse?"
disse stringendo il coltello sempre più vicino alla gola del ragazzo.
L'incantatore apparse alle spalle della donna, la strattonó a terra così che Dominick si potesse scansare.
L'uomo le teneva stretti i polsi, guardó il ragazzo e gli lanció il coltello.
"Dominick ora! dimostrami l'uomo che sei"
"No...io non posso" disse piangendo, non poteva credere gli stesse chiedendo una cosa del genere.
"Tu sei una brava persona ti é permesso"
"Io non credo sia permesso a nessuno.."
"Ma il tuo cuore é puro, ti verrà perdonato".
Dominick alzò il braccio impugnando il coltello,
"Guardalo sta tremando...patetico tu sei destinato a stare con chi é potente non con un ragazzino senza spina dorsale" bisbiglió Kassandra all'uomo.
"Dominick fallo e ti dirò che ti amo",
era una cosa malata ma non sapeva come uscirne.
Portó giù il braccio
"Lei ha ucciso un uomo"
"Anche tu! Charles Moreau" disse lui
"Charles Moreau é morto per epidemia"
"Non ti credo"
"Lei mi ha trasformato in un vampiro senza la mia volontà ed é sempre stata egoista"
il ragazzo tentennó con il coltello,
"Ti avrebbe già ucciso se non fosse che voleva minacciarmi".
"Anche tu mi avresti già ucciso se non fosse che..."
non sapeva cosa dire
"Se non fosse che ti amo!"
il cuore del ragazzo si fermò per qualche secondo.
"Uccidila! Dominick io ti amo e tu non hai mai fatto niente per dimostrarmelo sei solo un essere ingrato e se ora non ammazzi questa.."
ma il ragazzo portato allo sfinimento iniziò a colpire ripetutamente il corpo della donna continuando a piangere, si mise in ginocchio lasciando andare il coltello dalle sue mani e nel mentre il corpo colpí il pavimento.
Dominick si guardó le mani ricoperte di sangue, si alzó e si diresse in cucina ancora sotto shock non poteva vedere il cadavere.
Inizió a camminare avanti e indietro per la piccola cucina, non poteva credere di averlo fatto veramente.
Realizzó poi che non era mai entrato in cucina, si serví un bicchiere d'acqua in un calice che ovviamente sporcó di sangue.
Dopo aver bevuto e mente era poggiato sul bancone notó che il frigo era socchiuso.
Sentiva che doveva aprirlo, mai si sarebbe immaginato di trovare i pezzi di corpo di quegli uomini.
Un colpo allo stomaco, sentiva che doveva vomitare ma poi l'incantatore lo sorprese alla spalle.
"Devi uccidermi!"
"Cosa?"
"Questa é la grande prova finale, dimostrami il tuo coraggio un'ultima volta"
"Io ti ho già dimostrato il mio amore.."
"Ma con questo saprò che é un amore sincero, che mi ami veramente".
"Andiamo...io ho ucciso parecchi uomini e li ho mangiati e ti ho fatto fare lo stesso senza che lo sapessi"
"Ma..."
"E ora ti ho appena indotto a uccidere una donna..mi merito di morire"
"Io.."
"Forse non mi merito che sia tu ad uccidermi, ma voglio considerarla un'ultima concessione del mio piacere".
L'uomo poi ci pensò sú e disse
"Tanto ormai sei come me...hai mangiato carne umana ed ucciso, che differenza fa un corpo in piú?"
Che differenza fa un corpo in piú??
lui non era cosí e voleva affermarlo
"Io non sono come te"
"Non ho sentito.."
"IO NON SONO COME TE" a gran voce
"Dominick... tu sei un assassino!"
"Sei tu che mi hai detto di ucciderla"
"Ma sei stato tu a farlo!"
il ragazzo alzó il coltello e colpí piú volte e con foga il corpo dell'uomo ripetendo
"IO NON SONO COME TE, NON SONO..." urlando e nel mentre si schizzava con il suo sangue.
La camicia bianca che aveva sotto i vestiti di Charles ormai rossa, improvvisamente glí tornó in mente il momento della camicia.
Pensó che quelle macchie erano le stesse che aveva sulla camicia quella volta, quello non era mai stato vino ma sangue.
Quella pareti, quella casa erano stati il suo nido ma non era caldo e accogliente quanto oscuro.
Prima era convinto di averlo ucciso il mostro, poi di averlo sempre avuto al suo fianco e infine di esserlo diventato lui.
Continuó a sopravvivere mangiando I corpi degli aristocratici, ma poi la tosse.
Mentre era a tavola per la cena, si spinse indietro con la sedia e morí a terra.
Era vero, Charles quella sera era stato il primo a morire ma l'unico non per mano dell'incantatore se non per l'epidemia.
"Sono venuto qui per allontanarmi da Marvalia e scappare dall'epidemia"
"Anch'io sono passato di lì, devo sbrigare ancora degli affari.."
i vestiti indossati da Charles e che Dominick quella sera non aveva mai smesso di indossare, erano contaminati.
1 note · View note
matteoos-world · 9 months ago
Text
Kassandra
1890
Contea di Marvalia, Inghilterra nella camera del principe Wilder prima delle nozze.
Il servitore era morto a terra avvelenato, il calice a un passo dalla sua mano aperta.
"Ricardo, Ricardooo" (aveva origini italiane) urló Wilder preso dal panico, Kassandra lo aveva trasformato in un vampiro così si avvicinò e lo morse per salvarlo.
Era troppo tardi, lui era già morto e nel mentre il principe aveva sporcato il cadavere di sangue aprendogli il collo.
Le guardie reali entrarono nella sua stanza convinti che il principe fosse stato attaccato, invece era per loro il carnefice.
"Il principe ha ucciso il suo servitore!"
"No, non é cosí io stavo cercando di.."
ma mentre diceva ciò gli si potevano intravedere i canini.
"É un mostro! Presto chiamate suo padre!"
A Wilder venne tolta la possibilità di essere il prossimo erede in successione al trono, venne immediatamente condannato all'esilio con grande consenso del popolo.
Presto giró la notizia sull'erede al trono vampiro, quel ragazzo ammaliante era una creatura della notte.
La gente aveva così riservo nei suoi confronti che da quel giorno in poi gli era stato tolto il nome e soprannominato
"L'incantatore della notte", una macchia di terrore e vergogna sulla corona.
Tutto questo per la gelosia di Kassandra, l'incantatore era pronto a servirle la vendetta fredda, come il suo sangue.
Oggi
Era passata una settimana e Dominick era pronto, quella sera sarebbe stato Charles Moreau.
Pensava a come avrebbe reagito l'uomo, era sicuro che se non fosse stato geloso per la sua presenza sarebbe però andato su tutte le furie perché i suoi piani dovevano cambiare.
Magari quella sera non sarebbe morto nessuno, era sicuro che non avrebbe mai ucciso qualcuno davanti a lui.
"Devo andare in bagno", disse andando a prendersi i vestiti in camera per poi cambiarsi.
Avrebbe aspettato il loro arrivo per poi confendersi tra la calca, l'incantatore non sarebbe andato a controllarlo perché non lo voleva tra i piedi.
Qualche tempo dopo arrivarono, il ragazzo si mise per ultima la maschera e andò in scena.
L'uomo non l'aveva ancora notato, trovava ci fosse dell'ironia nel non avere la sua attenzione anche nei panni di qualcun'altro.
Osservava quegli uomini con giudizio, quali valori dovevano avere per trovarsi lì consapevoli di cosa li avrebbe aspettati, tranne per la parte in cui morivano che forse era per loro una specie di punizione divina.
Quello che piú trovava raccapricciante il ragazzo era quanto avessero d'ignobile quei signori, quello che facevano non l'avrebbero fatto alla luce del sole.
Probabilmente condannavano quelle cose, ma erano anche i primi a volerle praticare.
Che senso aveva avere tanto pudore per poi sviscerare in segreto tanta meschinità, lo disgustava come aveva fatto Charles.
Quella sera avrebbe interpretato il personaggio alla perfezione, divertendosi a scaturire la gelosia dell'incantatore.
Le porte della sua camera si aprirono, i ragazzi cominciarono ad entrarvi.
La camera era immensa ed ariosa, ricoperta d'oro e sull'entrata un tavolino di legno con dei calici per brindare.
Questi signori iniziarono ad abbandonare mano a mano come fosse un gioco elementi del loro costume, l'incantatore si giró e lo vide ancora sulla porta.
L'uomo gli sorrise, lo aveva riconosciuto subito e Dominick rispose a sua volta sorridendogli.
Il ragazzo andò dritto verso di lui per poi sorpassarlo e raggiungere un uomo che neanche conosceva, intento a provocarlo sotto gli occhi dell'incantatore.
Dominick si era seduto su una poltrona rossa dall'altra parte della stanza rispetto alla porta, si stava facendo baciare il collo dal suo compagno.
L'incantatore di fronte dando le spalle alla porta, con un uomo dietro la schiena che lo avvinghiava.
I due si guardavano intensamente, immaginavano di star facendo quelle cose con l'altro e nel mentre fingevano non fosse cosí.
Si istigavano a vicenda e contro le sue aspettative, Dominick iniziava ad apprezzarlo tornando a sentirsi potente.
Fu allora che l'incantatore lo raggiunse, si sedette a cavalcioni sopra di lui portando la schiena eretta, gli alzó il braccio e nel mentre fece scendere il suo intrecciando la mano nella sua.
Subito dopo il braccio di Dominick torno giù e con anche l'altro avvolse i fianchi della figura.
Dominick era estasiato, quasi gli aveva fatto dimenticare il motivo per cui era entrato, forse era il motivo stesso di questo spettacolo dell'incantatore.
Questo poi si alzò tornando alla porta e servendo i calici, il primo a Dominick per poi esortire con
"Un brindisi a Charles Moreau"
Dominick fece un accenno di sorriso e bevve.
Dominick apre gli occhi, era il giorno seguente doveva essere svenuto.
Gli aveva messo qualcosa nel bicchiere per sbarazzarsene, ecco perché il brindisi in suo onore e a lui il primo bicchiere.
Si trovava nella sua stanza, si guardó attorno pensando che avrebbe dovuto trovare qualcos'altro lì dentro.
Dopo varie ricerche pensò che non aveva mai aperto l'armadio, aveva ancora la sua vecchia valigia a terra.
Aprí l'armadio a fianco al suo letto e proprio quando stava per richiuderlo senza aver trovato niente, notó sotto i vestiti appesi un quadro.
Era più precisamente un ritratto, quello di un principe.
Si diresse verso la sala per la cena, avrebbe chiesto tutta la verità all'incantatore.
"Ora voglio sapere tutto"
"Di cosa parli?"
"Ti piaceva la mia innocenza perché pensavi mi avrebbe tenuto lontano dai tuoi segreti..beh non é così"
l'incantatore era entusiasta di come era cambiato il suo modo di parlare.
"Siediti, ne possiamo parlare" gli rispose.
Il ragazzo non ne aveva intenzione e si diresse a prendere il quadro in camera quando, una donna riccia e mora era apparsa alle sue spalle e davanti alla tavola al cui cospetto sedeva l'uomo.
Quando si giró riuscì a riconoscerla, era la stessa donna che aveva visto in camera e con cui aveva passato la notte.
La donna aveva in mano il quadro
"Cercavi forse questo?"
"Kassandra! sei tornata"
il ragazzo era tremendamente sconvolto.
2 notes · View notes
matteoos-world · 9 months ago
Text
Soirée
1890
Contea di Marvalia, Inghilterra nel palazzo del re Taurus.
Tutto era pronto per la Soirée in maschera nella sala reale, Kassandra promessa moglie del principe Wilder non smetteva di studiarlo a tavola.
Voleva capire scrutando le sottigliezze dei suoi movimenti e modi di fare, quale sarebbe stato l'uomo della sua vita.
Aveva notato che non beveva vino, cosa un po' insolita per gli uomini di quei tempi.
Era carismatico, teneva viva tutta la cena con la sua luce ed eloquenza.
I due ballarono sotto i cristalli del lampadario che poggiava su quelle teste ricche, ecco perché le feste mondane per rivendicare quello status e lasciarsi andare alla passioni più sfrenate, senza la solita discrezione.
I due scapparono dalla festa e andarono nella stanza del principe, volevano conoscersi meglio.
"Cosa nasconde dietro quella maschera signorina Eastwood"
la ragazza se la tolse
"Il mio viso ora lo vedi ma non é quella la mia maschera"
"Ohh cos'altro c'è da scoprire?" e nel mentre scendeva con le braccia sulle sue accarezzandole.
La ragazza lo bació di forza facendo cadere entrambi sul suo letto, si fermò per poi baciarlo sul collo...ma
"Principe..oh scusate!" interrompé lancillotto, fu allora che Wilder lo aveva notato.
"Lavorate in un palazzo reale e non conoscete le buone maniere?" lo attaccó con veemenza la principessa.
Il principe si sentiva dispiaciuto per il servitore "E dai perché devi fare così?"
"Perché voglio solo che il mio Re mi tenga sveglia tutta la notte, non voglio sprecare un solo secondo!" disse rivolgendosi al lancillotto
"Quasi Re Kassandra" la corresse il principe.
"Cosa volevate dirmi?" chiese curioso il principe
"Suo padre voleva vederla"
"Peccato che ora abbia questioni più importanti di cui occuparsi...e la questione sono io!"
il principe si sentiva mortificato per il lancillotto, così gli sorrise e lui fece lo stesso chiudendo la porta.
"Dove eravamo rimasti?" chiese la ragazza per poi riprendere il bacio sul collo e infine morderlo con i denti quasi a mangiarlo, il ragazzo iniziò a urlare stringendosi al letto, la sua vita sarebbe cambiata per sempre.
Oggi
I due stavano sistemando la casa per la Soirée e nel mentre Dominick non riusciva a smettere di pensare a quel bacio, non aveva mai provato quelle cose per un ragazzo.
Si era sentito così vivo, eterno ma non riusciva a fare finta di niente quando invece sentiva che quell'uomo era oscuro e probabilmente pericoloso.
Si chiedeva poi cosa sarebbe successo quella sera, non sapeva cosa aspettarsi e aveva sospettato che le parole di quella donna o visione potessero essere vere.
Forse era solo la rappresentazione dei suoi pensieri, aveva bisogno di farli un po' meno suoi e renderli propri di un'altra persona quasi come un angelo custode, un sesto senso.
Se con quegli uomini c'era qualcosa doveva saperlo, stava iniziando ad essere geloso non capiva perché non gli bastasse quello che avevano loro due.
"Sono tuoi amici giusto?"
"Pensi che siano qualcosa di più?"
"Magari non qualcosa di più per te ma qualcosa di più per il tuo piacere"
"E se fosse così ti darebbe fastidio? Voglio dire non stiamo neanche insieme.." venne poi interrotto dal biondo
"Ecco io pensavo che tra noi ci fosse qualcosa.."
l'altro lo ignoró e continuó per la sua strada
"Ma anche se lo fossimo dovrebbe darti effettivamente fastidio? Voglio dire l'hai detto tu!"
"Detto cosa?"
"Non qualcosa di più per me ma per il mio piacere, sei tu qualcosa di più per me"
il ragazzo nonostante non sostenesse quella tesi, si sentiva quasi stupido a quel punto.
"Voglio dire non sarebbe moralmente sbagliato?"
"Cos'é la morale se non ciò che decidiamo sia giusto o sbagliato"
"Ed é proprio questo" gli spiegò
"Ma non appartiene a tutti allo stesso modo, sei tu a giudicare cos'é moralmente giusto o sbagliato e non é un potere che spetta agli altri".
Se questo credo era applicato anche al di fuori dell'ambito sentimentale, doveva essere realmente capace di tutto.
Gli invitati arrivarono alla porta, tra i primi a presentarsi a Dominick un giovane dalla corporatura simile alla sua e i capelli di un biondo cenere, si chiamava Charles Moreau.
Era un aristocratico francese, si era mosso in Inghilterra per i suoi interessi rimanendo poi bloccato per l'epidemia.
Aveva un completo grigio e con il suo portamento risultava cosí affascinante, indossava una maschera bianca.
"Piacere Dominick"
"Charles Moreau e il piacere é tutto mio".
"É il suo compagno?"
"Oh no ci stiamo conoscendo, sono venuto qui per allontanarmi da Marvalia e scappare dall'epidemia"
"Capisco non sarebbe così tranquillo il suo ragazzo, con tanti uomini attraenti in casa"
e di nuovo si sentiva stupido, erano lì per sedurlo doveva aspettarselo da lui.
"Anch'io sono passato di lì, devo sbrigare ancora degli affari e poi sarò di ritorno in Francia".
Charles riprese fiato e poi
"Quindi vi divertirete anche voi sta sera?" gli disse mettendogli una mano sulla spalla,
il ragazzo aveva capito che ci stava provando con lui.
Sperava questo potesse smuovere l'incantatore ma era troppo impegnato ad accogliere e baciare tutti i suoi ospiti, sembrava che stesse aspettando questo da tanto.
Perché lui non gli bastava? Non era abbastanza? Avrebbe fatto le stesse cose che faceva con lui con loro? Quindi non c'era nulla di personale nelle loro interazioni.
Charles mise una mano sul suo petto ma Dominick si agitó, improvvisamente gli sembrava più viscido di quello che pensava, non l'avrebbe fatto quindi liquidó il ragazzo
"Scusami.."
e si diresse in bagno a gambe levate.
Una volta uscito, camminava spedito per raggiungere la sua camera, quando una mano prese la sua
"Charles non posso.."
"Credo di essere più femminile di Charles"
aveva risposto una donna dal capello castano e riccio, aveva una maschera nera così come il vestito.
"Sei Dominick giusto?"
"Si come fai a sapere il mio nome?"
"Mi ha parlato di te"
l'aveva fatto??
"Vivi con lui adesso no?"
"Si esatto"
"Dove ti ha fatto stare?"
"La mia camera é quella lì" e nel mentre
le stava andando incontro, intento a mostrargliela ormai.
Dominick trovó i vestiti di Charles sulla soglia della sua camera e c'era perfino la sua maschera, doveva averlo fatto per stuzzicarlo e probabilmente ora doveva cercarlo e riconoscerlo ma pensava che si fosse già dato da fare con qualcun'altro.
Non c'era piú nessuno in atrio, la porta dell'incantatore era chiusa, dovevano essere tutti nella sua stanza del resto l'aveva vista ed era particolarmente spaziosa.
Raccolse i vestiti e li mise sul suo letto ma mentre lo fece, la donna lo spinse e quando lui si trovó steso lei disse
"Ti piacciono anche le donne?"
"In realtà é la prima volta che mi piace un uomo"
"Bene" disse baciandolo
"No io.."
"Voi due non state insieme no? E poi mi sembra che lui non si privi di questa libertà non é cosí?"
aveva ragione e in quel momento Dominick sentiva un senso di frustrazione che lo divorava, così passarono la notte insieme.
Il mattino seguente Dominick si sveglió ai piedi del letto, aveva dei ricordi confusi sulla notte precedente.
Aveva in mente questa donna, solo dopo pensò che fosse impossibile ci potesse essere stata una donna a quella festa,  d'altronde a lui aveva sempre parlato di uomini.
Si chiedeva se fosse la stessa che lo aveva sorpreso l'altro giorno nella sua camera, doveva essere la pazzia o forse un sogno.
Ma fu in quel frangente che notó una vecchia e piccola televisione sotto il suo letto, non si era mai abbassato per poterla scoprire.
Si affrettò a collegarla e appena sintonizzato sulle reti principali d'informazione la notizia
"Charles Moreau é scomparso da ieri notte, il giovane aristocratico francese..."
con tanto di foto annessa, il volto non lo conosceva ma il resto sembrava appartenergli.
Scollegó la tv per non farsi sentire dall'uomo, ne era sicuro l'aveva ucciso.
Si chiedeva quindi quando sarebbe toccato a  lui o forse non era nei suoi piani, seppur strano si sarebbe sentito speciale.
Si guardó attorno, i vestiti di Charles poggiati sulla sedia davanti alla scrivania.
Sapeva cosa fare, aspettare il prossimo giovedí e sorprenderlo fingendosi Charles, avrebbe utilizzato i suoi vestiti e la sua maschera per entrare in quella stanza.
2 notes · View notes
matteoos-world · 9 months ago
Text
Io e te mentre il mondo sta morendo
1890
contea di Marvalia, Inghilterra nella camera del principe Wilder.
"Mio signore dovrei dire forse così?" se la rideva il lancillotto, prendendosi gioco della pompositá del titolo di Wilder.
"Sono il tuo signore in effetti" rispose Wilder  mentre giocava con i suoi capelli, i due erano stesi a letto intenti a coccolarsi.
Si amavano e vedersi in segreto sapendo di star andando contro l'etichetta e tutto ciò che odiavano, li appagava e faceva sentire vivi.
"Ma tu stai per sposare la principessa Kassandra quindi noi..." lo fermò l'altro
"Beh non é anche il matrimonio una costruzione sociale? io non potrei essere più moralmente sposato a te mio servitore".
Lancillotto si sentiva onorato da quelle parole, i suoi occhi brillavano nel sentirle  pronunciare.
"Io non voglio perderti Wilder, sei la cosa più bella che mi sia mai capitata" il principe aveva la pelle d'oca.
Wilder iniziò a baciarlo per poi scendere sul collo travolto dalla passione, il compagno si sbottonava la camicia quando ad un tratto iniziò a sentirsi osservato.
"Wilder fermati! c'è qualcuno là fuori"
"Potrebbero scoprirci, elettrizzante" continuava il principe non fermando i baci,
"Ci uccideranno" si allarmó a gran voce.
Dietro la porta appena socchiusa Kassandra, quel ragazzo infatti doveva morire.
Oggi
"Dominick, Dominickk" ripeteva con seccatura l'incantatore a tavola,
"Scusami ero assorto nei miei pensieri" disse con preoccupazione.
L'uomo abbassò la testa infastidito
"Te ne prego non scusarti mai piú di niente"
"Oh giusto, dimentico che é una cosa che ti da fastidio".
La figura continuava
"Sei un ragazzo consapevole non é cosí?"
"Si é cosí"
"Questo é tutto ciò di cui ho bisogno, che tu mi dica cosa vuoi"
"Io..io sono enormemente dispiaciuto di aver dubitato di te e della tua integrità",
"Non c'é problema sono io stesso a volte a dubitare della mia, ma promettimi che d'ora in poi ti fiderai di me".
Il ragazzo lo seguiva con attenzione e si preoccupó di rispondergli immediatamente
"Lo prometto"
"Sappi che se non sarà cosí allora mi avrai deluso veramente". 
Dominick non l'avrebbe fatto, avrebbe preferito morire lá fuori piuttosto.
Anche se si chiedeva perché dovesse dubitare della sua integrità, ecco si sentiva già colpevole, aveva quasi paura che i suoi pensieri gli si potessero leggere in faccia o peggio ancora che lui riuscisse proprio a leggerli.
Aveva ancora le fitte alla pancia, non riusciva a spiegarsi come facesse ad avere provviste di cibo, per di più solo di carne a quanto pare e per come lo faceva sentire doveva essere avariata.
Insomma non usciva di casa, quindi dovevano portargliela ma sembrava che nessuno arrivasse mai alla sua porta.
Sembrava isolato dal mondo, non c'era una televisione o qualcosa di vagamente dei nostri tempi.
"Dominick domani é giovedí e come ogni giovedì daró una soirée, volevo che lo sapessi"
"Soi cosa?" chiese perplesso
"Credo di amarti"
il ragazzo arrosí mentre sentiva un formicolio dentro lo stomaco, questa volta era piacevole.
"Io..non so cosa significhi ecco.."
"Vedi una festa elegante notturna, ricordi quegli aristocratici di cui ti parlavo.."
"Certo che ricordo"
dovevano essere loro ad omaggiargli alimenti.
Una fitta fortissima gli prese lo stomaco, si portò le mani dove gli faceva male e nel mentre fece uno scatto brusco e si rovesciò il calice di vino addosso sporcandosi la camicia.
"Che sciocco, non so proprio a cosa stessi pensando" lo sapeva ma era ancora troppo educato per lamentarsi del cibo,
"Non preoccuparti sei bello anche ricoperto di vino" fu pronto a rispondere.
"Ti do una mano" intervenne poi alzandosi e raggiungendo il suo posto,
"Non ce n'è bisogno, vado a cambiarla" e si diresse verso quella che ormai era la sua stanza.
L'incantatore lo seguí e rimase alla porta mentre il ragazzo si adoperò a togliere la camicia, nel mentre guardava l'uomo sperando che seguisse i movimenti con lo sguardo, quasi come se fosse lui a farlo.
Lo faceva lentamente così che lui potesse vedere, sentiva che per la prima volta aveva del potere su di lui.
L'incantatore era frastornato, il corpo di quel ragazzo era statuario ma al contempo naturale tanto da sembrare disegnato.
Sugli addominali ancora del vino, aveva poi delle spalle grandi e le braccia abbastanza muscolose.
L'incantatore si sentiva stregato, era un corpo cosí virile ma al contempo cosí dolce che non sembrava terreno.
Si mosse verso di lui con un asciugamano che aveva recuperato dal bagno spostandosi  e finí di pulirlo, per poi baciarlo scendendo sul collo ma qualcosa li fermò.
"Hai sentito?" disse Dominick che aveva percepito qualcosa muoversi,
"Non c'é nulla smettila" rispose scocciato.
Dominick era sicuro di aver sentito qualcosa ma non voleva preoccuparsene.
"Ci pensi che siamo solo io e te mentre il mondo sta morendo?"
"Sará meglio renderlo un tempo prezioso".
Dominick andó a sciaquarsi in bagno, l'incantatore si trattenne dal seguirlo.
Il ragazzo si fece una doccia e poco dopo tornó in camera a cambiarsi, quando trovò una donna.
"Ohh! mi scusi ma lei chi é?" le chiese spaventato,
"Sono la governante"
doveva essere lei a occuparsi del cibo.
"Ragazzo mio tu sei in pericolo"
"Da cosa?"
"Da quell'uomo non devi credere a niente di quel che ti dice"
"Ma io gliel'ho promesso e mi fido di lui, non mi nasconde niente!".
La donna aveva da dissentire e così incalzó
"Perché allora non rimani con lui tutta la notte domani?"
"Ma domani ha una serata con i suoi amici"
"Sei sicuro siano solo suoi amici? Se é così non avrà niente da nasconderti"
"Lo credo anch'io".
La figura femminile si spazientí
"Tu rimani a guardare, quell'uomo ti ucciderà!" e non appena il ragazzo abbassò lo sguardo e lo riportó sú questa non c'era già più.
Il ragazzo venne chiamato a finire di cenare con l'uomo, gli avrebbe parlato della soirée.
"Domani sera voglio esserci anch'io" pretese
"Piú passa il tempo e più mi piaci",
"Per fidarmi di te devo sapere cosa succede"
"Ma questo implica che già non ti fidi di me".
Il ragazzo aveva paura di mostrarsi così fermo, ma sapeva che era la cosa giusta da fare con lui.
"Non importa lo capisco e mi hai già dimostrato tanto così, faremo come vuoi e ti prego non ringraziarmi!"
"Ah comunque ho trovato la governante in camera.."
"Uccidila"
al ragazzo prese un colpo al cuore,
"Come hai detto?"
"Ho detto uccidila" non voleva spiegare di più ma sapeva che avrebbe dovuto farlo.
"Io non capisco"
"Dominick...non c'è nessuna governante"
e al ragazzo si geló il sangue nelle vene,
"Non c'è nessuno che vive con me ricordi?
Quindi se c'è una sconosciuta in questa casa, beh uccidila!"
Come poteva parlare così?
Cos'era vero e cos'era falso? A chi doveva credere? Forse lo aveva drogato ed era per questo che stava sempre male dopo aver mangiato, doveva avere le allucinazioni.
Dominick si era appena lasciato andare, ma stava iniziando a credere che quell'uomo potesse ucciderlo veramente.
2 notes · View notes
matteoos-world · 9 months ago
Text
Ricardo
1890
contea di Marvalia, Inghilterra nella camera del principe Wilder prima delle nozze.
"Signor principe mi hanno chiamato a servirla!" scoppió a ridere lancillotto
"Cos'é quello?" chiese con irruenza il principe con fare confuso, riferendosi al calice che teneva in mano il compagno.
"Me l'ha portato la sua futura mogliettina, un calice di vino, voleva che si rinfrescasse prima della cerimonia"
"Che strano io non bevo mai vino" affermò ancora più stranito Wilder,
"Dovrei forse essere geloso?" controbatté il servitore accennado un sorriso e guardando il principe negli occhi intento a distrarlo,
"Lei dovrebbe essere gelosa perché queste cose non le sa e tu si"
e nel mentre Wilder si avvinghiava al lancillotto portando le mani alle sue guance e baciandolo con passione tanto da sbilanciarsi e far perdere l'equilibrio a entrambi.
Il servitore lo spinse sul letto e senza distogliere lo sguardo si mosse per prendere il calice e berlo con aria seduttiva
"Questo servirà a me", si diresse verso il letto e si appoggiò sopra Wilder per baciarlo a sua volta quando poco dopo iniziò la tosse improvvisa.
"Che ti succede? ti é andato di traverso? ti sei mosso di scatto?",
ma l'altro non rispondeva e non gli avrebbe più risposto.
Il ragazzo si alza e inizia a contrarsi, lascia poi cadere il calice a terra mentre lui fa lo stesso facendo fuoriuscire dalla bocca della schiuma.
Oggi
"Ricardo, Ricardooo"
Dominick si sveglia di soprassalto, quel nome gli riecheggiava nella testa.
Era ricoperto di sudore tanto lo sgomento, iniziò a respirare lentamente per riprendere fiato,
"Brutto incubo?"
"Oh!" sobbalzó il ragazzone
"Scusa non volevo spaventarti, ti ho sentito dalla mia stanza e pensavo fosse giusto venire a controllarti" gli spiegò l'uomo seduto davanti al letto,
"No non preoccuparti sto bene" rispose agitato.
L'incantatore della notte si alzò e si avvicinò al ragazzo facendosi spazio nel letto,
"Non sembra tu stia bene, ho idea che sarà difficile capire realmente le tue intenzioni con la tua premura di non recare disturbo" e nel mentre gli sistemava i capelli guardandolo intenerito.
Dominick pensava a come avesse fatto la stessa cosa durante la notte mentre era nel letto, questo lo rabbrividiva ancora di più.
Il bellimbusto allora, trovò un escamotage come dopo la cena e chiese per il bagno.
Il ragazzo si sentiva attratto dall'energia dell'uomo ma sentiva anche di non poter reggere il confronto con lui, di guardarlo negli occhi forse provava anche un certo disagio avendo capito di piacere molto a lui.
Dominick una volta in bagno si rese conto che passando per le stanze non aveva visto di lui e della sua famiglia nessuna foto, tanto é vero che di entrambe le cose non parlava molto o quasi per niente.
Pensava che dietro tanta segretezza si dovesse celare un enorme segreto e forse lui era destinato a scoprirlo, per di piú essendo tanto vicino e caro a lui.
Non poteva essergli così difficile, se non fosse che dall'altra parte aveva paura di tradirlo e che in qualche modo potesse indisporlo.
Non voleva assolutamente rovinare il loro rapporto, soprattutto con un'apocalisse fuori da quelle mura o forse era proprio dentro quelle mura che si svolgeva l'apocalisse?
I pensieri dell'omaccione si fermarono all'improvviso per i dolori allo stomaco, realizzò che lo avevano accompagnato per tutta la notte insieme a quel nome
"Ricardo"
doveva forse assomigliare a qualcuno che aveva quel nome.
Se così fosse voleva dire che non gli piaceva veramente lui, ma il ricordo di quella persona e lui voleva piacergli veramente.
Dominick non sapeva neanche perché ma voleva compiacerlo, era pronto a tutto per dimostrargli che ne era all'altezza.
Le fitte alla pancia continuavano, si chiedeva se avesse mangiato troppo ma di certo non era cosí visto che si era dato un tono anche in quello, non voleva approfittarsene.
Il ragazzo uscì dal bagno,
"Stai bene?" lo sorprese la voce facendolo sussultare
"É una cosa che fai spesso" balbettó nervoso
"Sbucare all'improvviso forse intendi?"
lui fece un cenno tenendo lo sguardo basso,
"Vorrei solo che ti sentissi al sicuro qui dentro e che nulla ti facesse del male"
ma cosa poteva farlo se non lui in quella casa.
"Solo un po' di mal di pancia..."
"Oh cielo stenditi pure a letto, mi occuperò io di te" e a quel punto il ragazzo non sapeva se fosse un male o un bene.
L'incantatore si diresse in cucina, la quale si trovava ad estrema distanza dalla sua camera, così Dominick pensò che doveva farsi forza ed entrare in quella stanza.
Avrebbe dato un rapido sguardo, se non avesse trovato nulla da destare sospetti allora avrebbe potuto abbassare la guardia.
Forse tutto questo era una prova e voleva testare la sua lealtà?
Dominick si guarda le spalle e si mette a correre con passo felpato per raggiungere lo scrigno dei segreti dell'incantatore, incantatore che l'aveva giá incantanto.
Il ragazzo a quel punto accellera, fiducioso che ormai aveva scampato il tratto piú rischioso.
Dominick arriva davanti alla camera, questa aveva la porta socchiusa, il giovane pensò che era la seconda porta socchiusa dopo quella in entrata.
Era l'ennesimo dettaglio che solo l'occhio scrupoloso, di un ragazzo tanto meticoloso poteva osservare e che diceva tanto anche di quella figura.
Si sorprendeva di quanto potesse esserci di affascinante anche nel modo in cui teneva la casa, c'era sempre una porta socchiusa, uno spiraglio di luce che ti seduceva e portava a immaginare cosa potesse nascondesi dietro tanto mistero.
Eppure era la stanza in cui non voleva che entrasse, avrebbe potuto chiuderla a chiave e magari tenersi la chiave e invece era lì che ti chiamava ad aprirla.
Ormai era sicuro di aver perso il suo affetto, sarebbe sbucato da qualche parte prima che potesse farlo.
Lanció un'occhiata furtiva al corridoio e aprí quella porta, ad aspettare il suo sguardo quello dell'incantatore, nella stanza non c'era nulla.
"Ce ne hai messo di tempo"
"Scus.."
"No non farlo o rovinerai la tua grande impresa",
il ragazzo stava tremando non capendo cosa stesse succedendo.
"Ti aspettavo già ieri sera, ci speravo"
"Credo di non capire"
"Sei adorabile e dico sul serio"
gli piaceva più di prima? com'era esattamente possibile?
"Ti ho messo alla prova sí ma non come pensavi, volevo che ti spingessi oltre i tuoi limiti"
"Quindi sei fiero di me?"
"Avevo calcolato ci avresti messo meno tempo ma comunque...ottima idea però quella del mal di pancia"
in realtà la pancia gli faceva male eccome.
"Sai mi piacciono i ragazzi premurosi ma mi piacciono ancora di piú quando hanno la faccia tosta di contraddirsi" disse l'uomo muovendosi verso il ragazzo, facendo rumore con i tacchi delle scarpe.
L'incantatore si fermò sulla porta dove sostava Dominick, lo guardò e lo bació sulla guancia.
Continuó bisbigliandogli all'orecchio
"Chiudila tu a chiave" e nel mentre tirò fuori la chiave dal guantino e gliela porse.
L'uomo chiese poi
"Va sempre bene la carne per pranzo vero?",
a quelle parole erano tornati i dolori di stomaco a capelli d'oro.
Dominick era interdetto non sapeva se essere spaventato o felice, di nuovo.
Dominick pensava che l'aveva soddisfatto, era sempre stato sotto il suo controllo.
2 notes · View notes
matteoos-world · 9 months ago
Text
Nido Oscuro
Parte 1 -> Parte 2
Tumblr media
L'incontro
1890
Contea di Marvalia, Inghilterra nel palazzo del Re Taurus tutto sembra procedere
perfettamente per le nozze del figlio, il prossimo in successione al trono, Wilder con la principessa Kassandra.
"É arrivato il grande giorno figliolo, ora questo regno dipenderà da te, devi essere pronto a governarlo con coraggio"
"Si padre, cosí com'è scritto" seguí in risposta. Il ragazzo si guardava nello specchio che poggiava sul banco della sua camera illustre con aria sconsolata, Kassandra non era certo ciò che voleva, mentre dal potere si faceva sedurre e non si faceva neanche lo scrupolo di nasconderlo. Poco dopo entrò nella stanza il suo lancillotto a occuparsi di lui e della sua bellezza. Nessuno poteva immaginare che di lì a poche ore sarebbe cambiato tutto.
Oggi
Un'epidemia si diffonde rapidamente nel regno di Marvalia, Dominick, giovane
aristocratico, viene mandato nella notte dai genitori, amici della famiglia reale, in ritiro
nel palazzo gotico di quello che viene chiamato "L'incantatore della notte", questo perché distante dal regno così da proteggerlo.
Il ragazzo viene scortato dalle guardie reali fino al castello di questa figura misteriosa. Nel tragitto percorre strade tortuose e cupe in cui nota strane ombre dalla tunica nera e con grandi maschere a gas, alcune si facevano luce con delle lanterne.
Dopo ore di viaggio in cui Dominick si faceva impaziente e timoroso, la macchina nera si fermò davanti a un grande campo lasciato a sé stesso in cui poggiava con imponenza il palazzo dallo stile grottesco.
"Siamo arrivati signore."
"Oh si certo, immagino che debba scendere".
Apre la portiera e con estrema classe scende dall'auto per poi innalzarsi davanti alla facciata principale della dimora, era sicuramente spaventato.
Si accinge al portone e bussa, la macchina se ne va ma poco dopo nessuno apre. Dominick è capace di aspettare perché troppo pudico per ritentare ancora, avendo lo scrupolo di disturbare, poco dopo si rende conto di una lieve fessura che portava con sé della luce laterale alla porta, la quale non era di fatti del tutto chiusa, così pone poca resistenza e si decide a tirare la porta in avanti così da poter entrare
"Permesso…" Disse titubante
"Son..sono Dominick" Il ragazzo percorse l'atrio e poi ancora
Si imbatté in delle maestose scale di legno che conducevano al piano di sopra ricco di stanze immacolate, si fece strada da solo intento a trovare l'uomo. Iniziava a sentire dei rumori, voleva tornare indietro ma le gambe lo spingevano a continuare, pensò anche che aveva lasciato la sua vecchia valigia all'ingresso.
D'un tratto i rumori cessarono e da una delle stanze uscì lui, questa alta figura dal corpo esile, sembrava un uomo la cui stravaganza ti strega, aveva una raffinata eleganza e un dolce profumo sulla pelle, aveva indosso un bellissimo completo scuro che sembrava disegnato su di lui, era ricoperto di gioielli, le sue scarpe erano lucide, sotto la giacca aveva una lunga camicia con maniche larghe e con gli sbuffi, erano merlettate e sul collo poggiava un grande fiocco bianco e a cospetto di questo poggiava sul petto una vecchia collana di perle che portava larga, aveva poi sulle mani dei guanti neri e poi non poteva non notare il suo mosso e lungo capello rosso, era eccentrico l'aveva capito
ma era anche affascinante, era semplicemente quello con cui tutte le cattiverie del regno iniziavano "L'incantatore della notte".
Sempre con fare elegante ma allo stesso tempo con simpatia, l'uomo porge la mano al ragazzo in un inchino, intento a fargli strada
verso la sua stanza, ricordandogli di andare a recuperare i suoi averi.
"C'è un brutto male là fuori eh? voglio dire a Marvalia."
"Sta succedendo tutto così in fretta, è destabilizzante"
"Beh si potrebbe dire che essere condannato a stare qui si è rivelata la mia fortuna"
"Lei è condannato a stare qui?"
"Mi piace la premura con cui ti rivolgi a me, ma te ne prego non ce n'è bisogno, voglio che tu ti senta libero qui"
"Non le piace parlarne?"
"L'hai fatto di nuovo"
"Cosa?"
"Questa distanza, non mi piace, non mi è mai piaciuta"
"Scusa non volevo..."
"Oh non scusarti trovo questa tua insistenza deliziosa" Il ragazzo si sentì il cuore in gola, quella casa e quella figura lo facevano sentire così impotente eppure era sempre stato visto come un uomo tutto d'un pezzo, questo dovuto anche alla sua corporatura, era leggermente robusto ed era bellissimo, la sua stazza andava in contraddizione con il suo viso pulito, puro, dolce aveva un mosso capello biondo e nei suoi occhi ci si poteva  perdere, aveva i modi e il vestiario di un signore e aveva di certo un cuore nobile, nobile come lui.
"Sistemati pure in quella stanza, tra poco mangiamo, spero tu gradisca della carne ma ho idea che tu sia troppo ligio alle buone maniere perché tu mi dica il contrario, non oseresti"
il ragazzo si limitò a sorridere e si affrettò a prepararsi per la cena.
I due cenarono nella sala da pranzo, piena di ornamenti d'oro e con un grande lampadario di cristalli che poggiava sopra la lunga tavola antica. L'incantatore aspettò già in sala con ansia il ragazzo che tanto gli piaceva, e una volta che questo si era presentato alla porta, lui lo seguí con fare scherzoso:
"Dopo di lei? dovrei dire forse così?" Il ragazzo era divertito dalla sua ironia, ma aveva il costante timore di deluderlo anche se non lo conosceva, sentiva di aver già investito tanto in lui.
Una volta seduti iniziano entrambi a mangiare di gusto e prendendo il suo amato calice di quello che sembrava essere del vino, l'uomo esordí dicendo:
"Allora ti piace il mio palazzo?"
"Si mi piace perché è diverso"
"E questo ti fa paura?"
"Il palazzo?"
seguí immediatamente l'altro
"Il diverso..."
"Mi affascina, perché è qualcosa di nuovo, e le cose nuove ti fanno sentire eterno"
"E con tutta la gente che sta morendo, forse ce n'è anche bisogno, diventa un vizio immorale, una perversione, ma é pur sempre un desiderio"
"Non ti senti solo in un palazzo tanto grande?"
"Oh ma io non sono sempre solo"
"Avete qualcuno?"
"No di certo non quello, ma a volte vengono a farmi visita degli aristocratici come te o meglio non proprio come te"
"Che vuoi dire?"
"Intendo dire che non sono tutti cosí discreti o piacevoli come lo sei tu"
"Ti ringrazio"
"Non ringraziarmi, è quello che penso di te da quel poco che ti conosco"
"Non ha buoni rapporti con questi uomini?"
"No non é questo, é che mi fa sorridere come nonostante la tua giovane età tu sia più rispettoso di tanti signori la cui età ha portato via l'onore" Ripresero poi a mangiare in silenzio e poi ancora.
"Ah Dominick c'è una cosa che devi sapere" Il ragazzo s'irrigidí
"Non vorrei sembrarti scortese ma preferirei non entrassi nella mia stanza, che si trova alla porta dove ci siamo presentati, certe cose preferisco tenerle per me"
"Certo, certo capisco…”
"Certo che capisci" disse con fare amorevole l'uomo sorridendogli e parlando con una mano sotto il mento il giovane si faceva nervoso e fece finta di voler andare a dormire, così l'incantatore lo accompagnò e poi quando questo si mise a letto fece finta di dormire e la figura rimase ferma qualche secondo a contemplarlo, fece per giocare con i suoi capelli e con strazio pronunciò un nome "Ricardo" e se ne andò.
Ma Dominick l'aveva sentito, era ancora sveglio e stava iniziando a farsi delle domande "Perché era stato condannato a stare in quel palazzo? Perché non ha risposto alla mia domanda? Qual'era il suo titolo? E se non fosse riservatezza ma nascondesse qualcosa in quella stanza? Chi era Ricardo?"
Tutto questo mistero lo rendeva ancora più intrigante, voleva conoscerlo veramente anche se in parte si sentiva intimorito da lui, e l'idea di scoprire tutto di lui gli faceva pensare che potesse rovinare la sua bellezza.
6 notes · View notes