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(dove ovviamente i "sighs" sono proprio per quel "1997-2002"...)

Daria (1997-2002)

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“It was twenty, ahem FORTY years ago today”. Quarant’anni fa esatti, il 10 giugno 1985, sul New York Magazine usciva l’articolo che – con uno dei giuochi di parole migliori di sempre – avrebbe dato a un gruppo di attori giovani americani allora assai di moda il nome collettivo di “brat pack”. E fin qui vabbè: in Italia né “St. Elmo’s Fire” né “Sixteen Candles” (ma neanche il vero capolavoro: “The Breakfast Club”) erano stati neanche lontanamente dei successi al box office (diventeranno un micro-culto nella seconda metà del decennio, grazie a numerosi passaggi tv sulle reti Fininvest). Qualche mese fa però è uscito un documentario intitolato “Brats” (stava su Prime, ora pare sia su Disney+) dove Andrew McCarthy – uno del brat pack: co-protagonista di “St. Elmo’s Fire”, protagonista di “Pretty in Pink” eccetera – per un’ora e mezza si dilunga a spiegarci come e perché quell’articolo del New York Magazine sia stato devastante per lui e per la sua carriera.

Che detto così sembra la pagina Facebook di certi miei conoscenti che ancora oggi dibattono di green pass, ma McCarthy fa una cosa mezza “Il grande freddo” e mezza “It”, va cioè a cercare uno per uno tutti gli attori del brat pack a casa loro – quelli che lo ricevono almeno, perché prevedibilmente la principessina Molly Ringwald manco gli risponde al telefono – e li coinvolge in una specie di interminabile seduta psicanalitica, a tratti oggettivamente imbarazzante (l’educato tatto con cui Timothy Hutton chiaramente pensa ma NON gli dice: “Ma ancora stai a ’ste storie di quarant’anni fa?”), e però sincera in modo quasi disarmante. Meravigliosa Demi Moore, meravigliosissimi Malcolm Gladwell e Bret Easton Ellis (tirati in mezzo totalmente alla cazzo, ma appunto per quello indispensabili), e meraviglioso pure McCarthy che – nei viaggi in macchina, tra un’intervista e l’altra – dice a mezza voce alla camera: “Oddio ma che sto facendo, non ce la farò mai a finire ’sto folle lavoro” (in cui ho ovviamente rivisto il me stesso di tre estati fa, a bordo di planes trains and automobiles alle prese con la realizzazione del libro giallo col titolo buffo, e ho quindi molte volte annuito dicendo: “Andrew, fratello!”. Anche e soprattutto quando alla fine incontra pure la sua nemesi – David Blum, l’autore dell’articolo del 1985 di cui sopra – dimostrando una volta di più come non sia mai troppo tardi per chiudere i conti con la propria adolescenza). NEW YORK MAGAZINE

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“Memoria polaroid” – un blog alla radio S24E38

“The world can’t bring you down” sostengono, con un certo tono incoraggiante, The Crabs nella canzone che apre la scaletta di questa sera. Ho qualche dubbio che sia così semplice, ma in ogni caso c’è qualcosa che il mondo non ci potrà togliere, ovvero i prossimi sessanta minuti pieni di belle novità indiepop e indie rock, senza tralasciare i necessari brindisi, nella nuova puntata del

podcast di “Memoria polaroid – un blog alla radio”, la trasmissione in onda ogni settimana in diretta da Bologna, sulle frequenze di NEU Radio, a cura di Enzo Baruffaldi. Questa è la playlist della serata:

Bridge Dog – Standard Issue Galore – Field Trip The Wind-Ups – (That’s Just My) Dream Girl Pearly* – Hit The Ground Beside You Steven Lipsticks and His Magic Band – Comedy The Slow Summits – Dream On Bourgeois – Mattias Waving Blue – Jackie Hidden Eyes – Piranha Dancer – Just Say Yes The Beach Boys – God Only Knows

-> https://linktr.ee/polaroidblogpodcast

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It will get worse till you can't stand it at all

Certi dischi, semplicemente, esplodono. E i Lifeguard, per quanto giovani, hanno messo bene in chiaro sin dagli esordi che a loro interessa proprio quel tipo di dischi. Con il loro nuovo album Ripped and Torn, il primo pubblicato dalla prestigiosa Matador (dopo la ristampa dei già promettenti EP Crowd Can Talk / Dressed In Trenches), confermano di essere capaci di architettare e allestire esplosioni a dir poco sbalorditive...

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"È un talento la rinuncia, se continuo è causa persa"

Allucinata, sarcastica e dolente, la poesia di Fanta Sbocco sputa in faccia alla poesia e ci consegna, suo malgrado, la fotografia, lo scontrino e il resto di questa vita duemilaventicinque. I Laguna Bollente sono dietro il bancone a servire il tuo doppio vuoto freddo corretto. Senza un sorriso lasciano lì un album definitivo e se ne sbattono delle definizioni. Grottesco il mondo e noi che ci trasciniamo per questa esistenza esausta, e pretendiamo ancora di dire la nostra, di avere un’ultima parola che non ascolta mai nessuno: “io io io il concetto è stupido”...

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Those bands we like

La prima volta che ho premuto play sul nuovo album degli I Wanna Be A Truck Driver ho pensato di essermi imbattuto in una qualche band dimenticata dell’âge d'or dell’indiepop. Il loro sound scanzonato, traballante e sincero sembra arrivare dalla stessa epoca che ha visto nascere i Pastels o i Beat Happening. La grana di queste registrazioni mi ha fatto pensare che si trattasse della copia di una copia di una cassetta duplicata e passata di mano in mano, in certi lontani pomeriggi dopo la scuola. E invece While No One's Looking è appena uscito, e suona già come un piccolo classico....

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God only knows what indiepop would be without you

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I know I am done for the rest of the day

Pare che in certe strade di Torino girasse questa specie di leggenda urbana intorno a due fratelli gemelli, uno solo dei quali si chiamava effettivamente Oscar, dalla natura misteriosa e inquietante. "Nessuno ha mai saputo dove abitassero veramente, forse in qualche vecchio cinema abbandonato dalle parti di Porta Palazzo". L'atmosfera di quelle notti d'inverno e nebbia lungo le rive del Po, il brivido di quei volti silenziosi e pallidi, e di quegli occhi color ghiaccio, ha ispirato il nome degli Oscar Twins, nuova formazione indie rock del capoluogo piemontese..

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“Memoria polaroid” – un blog alla radio S24E37

“Someone said to just keep moving on” cantano i Bridge Dog nella canzone che apre la scaletta di questa sera. Se anche voi siete arrivati ormai da un pezzo alle stesse conclusioni, ecco qui per convincerci ad andare avanti, nonostante tutto, sessanta minuti pieni di belle novità indiepop e indie rock, senza dimenticare gli irrinunciabili brindisi, nella nuova puntata del podcast di “Memoria…

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E mi sembra anche giusto e totalmente coerente che "the present" arrivi via "classic horror blog".

Friday The 13th (1980)

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..."Can you stay up To see the dawn In the colors Of Benetton?"...

Edward Hopper, Cape Cod Afternoon, 1936

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“Memoria polaroid” – un blog alla radio S24E36

Nella canzone che apre la scaletta di questa sera, i nostri cari Comet Gain parlano di “cuori fatti di cicatrici”, e se anche a voi, in qualche modo, vi riconoscete in questa immagine, ecco qui sessanta minuti pieni di belle novità indiepop e indie rock scelte proprio per placare e addolcire i nostri cuori. E poi si aggiungono il prezioso contributo di Benty, la sua rubrica “Troppa Braga”, nonché…

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Sailboats at Collioure 1905

Andre Derain (1880-1954)

France

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Richard Linklater, Ethan Hawke and Julie Delpy at work writing the screenplay for “Before Sunset".

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🙄

... ehm...

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Quarant'anni vez.

Mi commuovo un attimo, scusa.