Claire. 23 anni. Un cuore. Infranto E da ogni crepa filtra luce.
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Ci fioriscono gli occhi se ci guardiamo.
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Ho un problema con questa storia che il tempo passa. Che i capelli diventano bianchi. Che tutto scorre e che non ci si può tuffare due volte nello stesso fiume, come dicevano gli antichi. Che cambiano i nostri corpi e cambiano le nostre anime. Che costuiscono palazzi sopra al parco dove un tempo andavo in bicicletta. Ho un problema con il tempo e con le sue trasformazioni. E così non mi rassegno, scatto foto, scrivo, riempio di ricordi armadi, cassetti, agende, così come borse e tasche di cappotti. Cerco di intrappolare gli attimi perché durino un po' di più, di conservarne una traccia per poter dire che quel momento io l'ho vissuto veramente, anche se non tornerà più. Ho il problema di tutti i nostalgici, che vivono ogni giorno rimpiangendolo ancora prima che sia finito. Che piangono ad ogni partenza e ad ogni ritorno perché si rendono conto che per tutti questi ricordi, posto nella valigia non ce n'è. E allora si cerca di fare spazio nel cuore. Ed è così che si spezza sempre un po'.
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Per me era importante che mi guardassi, non importava in che modo. Volevo i tuoi occhi su di me. Volevo che mi guardassi perché solo quando mi guardavi io sentivo di esistere
Precipitatadaunasteroide
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Per la strada comincia a soffiare il vento dell’autunno.
Mi sono stretta nel mio cappottino grigio, sempre troppo leggero per il freddo di questa città, e sono entrata in farmacia.
Mi rigiro tra le mani la ricetta del medico un po’ come fosse una pistola. E in effetti, so che in un certo senso potrebbe diventarlo.
Un sonnifero. L’extrema ratio per combattere quell’insonnia che mi attanaglia da mesi, che mi toglie le forze e il sorriso. Che mi toglie la voglia di vivere.
L’ultima soluzione per farmi dormire. Ma per quanto?
Leggo il nome del farmaco e ho paura. Paura perché so quanto possa essere pericoloso.
Paura per quei pensieri terribili che mi girano in testa da un po’ e che non riesco a mandar via. Perché sento che nessuno potrebbe capirmi. Perché nessuno può capirti quando non avresti nessuna ragione per stare male e invece il male te lo senti dentro. Perché quella voce che ti dice che non sei mai abbastanza la senti solo tu, e gli altri vedono solo la tua luce mentre la tua anima si è nascosta nell’ombra. Quell’ombra che fisso la notte quando l’ansia mi viene a trovare e mi tiene sveglia.
E se dormissi, mi dico, forse quest’ombra non la vedrei più neanche io.
Un sonnifero. La mia via di fuga.
“Non posso dartelo.” Dice la farmacista. “Sei troppo giovane, mi fa male al cuore. Proviamo qualcos’altro”
E non so se abbia visto le mie ombre o no, ma in quel momento credo che mi abbia salvato la vita.
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"Credimi, non ho mai sopportato quei racconti in cui le principesse se ne stanno tutto il giorno chiuse in una torre sorvegliata da un drago ad aspettare che qualcuno le venga a salvare. Ho sempre pensato che fossero storie odiosamente maschiliste, che se mi fossi trovata in una situazione del genere avrei preso a calci il drago, o sarei scappata dalla finestra. Però..." "...Però forse ci sono draghi che fanno troppa paura per riuscire a prenderli a calci da soli"
Precipitatadaunasteroide
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“Hai cambiato profumo.”
“Anche tu.”
“Perché non mi hai detto che te ne andavi?”
“Perché non mi hai detto che ti sposavi?”
“Davvero non abbiamo altro da dirci?”
“Non so, tu devi dirmi qualcosa?”
“Forse che a metà mi manchi”
“E l'altra metà?”
“L'altra metà sa che è meglio così”
“Perché?”
“Perché se fossi rimasta qui non ti avrei lasciata andare via mai più.”
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"Avrei voluto vederti ieri sera" "Anche io" "Perché non sei venuta? Ho passato la serata ad aspettarti. A controllare il telefono per vedere se avevi chiamato. Continuavo a dire a tutti che saresti arrivata, che sicuramente stavi impazzendo a cercare parcheggio. Non pensavo che potessi lasciar perdere, proprio tu..." "Non ho lasciato perdere. Ho avuto paura" "Paura di me?" "Paura di perdere quel che resta di noi. Anzi, paura di rendermi conto una volta per tutte che di noi non resta più niente. Perché non è più come prima, non può più esserlo. Ma io non posso accettarlo questo fatto che tu non mi guardi più come mi guardavi un tempo, che non mi chiami più con quei soprannomi che mi facevano impazzire. Non posso accettare di far finta di niente, non voglio accettarlo. Non voglio finire per convincermi che in fondo non ci sia mai stato niente. Credo di doverlo a entrambi." "Quindi pensi che continuerai ad evitarmi per sempre? Cosa ci resta se non possiamo più nemmeno guardarci negli occhi?" "Ci resta un ricordo. Preferisco ricordare il tuo profumo che mi piaceva tanto piuttosto che scoprire che lo hai cambiato. Preferisco ricordarti senza capelli bianchi, e che tu mi ricordi senza neppure una ruga. Preferisco un ricordo che non sbiadisce ad una realtà che non riconosco più. Preferisco ricordare come ci sentivamo un tempo quando eravamo insieme, piuttosto che rendermi conto che in quel modo così speciale non mi ci sentirò mai più.
Precipitatadaunasteroide
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Ti ho visto per strada, correvi mentre la pioggia ti scendeva lungo le guance.
Ti ho visto salire in macchina e mettere in moto.
Ti ho visto uscire dalla palestra, tirando su il cappuccio della felpa per proteggerti dal vento.
Ti ho visto al supermercato, guardavi il cellulare mentre eri in fila alla cassa.
Ti ho visto ovunque negli ultimi mesi. Ti ho visto in tanti sconosciuti che hanno incrociato la mia strada, ora così lontana dalla tua.
Ti ho visto ovunque e non ti ho visto mai, e so che è un bene che sia andata così.
#diario delle cose che non succedono#precipitatadaunasteroide#storie#fine#amore#amore impossibile#ricordi
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Dai tramonti dovremmo imparare che le cose sembrano sempre più belle quando stanno finendo
Precipitatadaunasteroide
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Settembre era il mese in cui ti rivedevo e perciò quando arrivava settembre io ero felice. Conservavo i giorni in cui mi mancavi, le notti in cui ti sognavo, come un mazzo di fiori e desiderio che ti avrei dato quando saremmo stati di nuovo insieme, anche se insieme per davvero non lo siamo stati mai. Speravo di esserti mancata almeno un decimo di quanto tu mancavi a me, ma lo sapevo bene che non si manca mai abbastanza agli amori impossibili. Guardavo le tue foto al mare e mi chiedevo come potessi pensare a me davanti a quell’acqua cristallina, a quel cielo blu infinito. Speravo che rivedendomi mi avresti trovata diversa, più bella, più simpatica, più sicura di me. Speravo soprattutto che nel frattempo non avessi trovato qualcun’altra per occupare quel tuo angolo di cuore che sapevo essere riservato a me. Speravo di non perderti, e alla fine mi perdevo io.
precipitatadaunasteroide
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C’è questo ricordo che mi torna in mente in questi giorni, soprattutto quando sento o sono tentata di dire: “Ma proprio adesso?” Proprio adesso che è il mio compleanno? Proprio adesso che avevo l’esame? Proprio adesso che mi devo sposare? Proprio adesso che dovevo partire? Aprile 2018. Notte in rianimazione. Ci chiamarono (o meglio, chiamarono il rianimatore di guardia e io lo seguii) in Pronto Soccorso per un ragazzo della mia età in shock settico. Ricordo che mentre il medico gli spiegava che la sua condizione necessitava un trasferimento in Rianimazione, lui provava a protestare dicendo che di lì a breve avrebbe avuto un esame e che doveva studiare. La stessa cosa che avrei detto anch’io, probabilmente. “Ma devo venire proprio adesso?” “Sì, adesso” Un’ora dopo era intubato e sedato, a lottare per sopravvivere. Penso che la vita abbia un modo tutto suo per ricordarci quali siano le priorità. E potete pensarla come volete, potete dire che è ingiusta, brutale, spietata, ma di una cosa sono abbastanza certa. Ha ragione lei. Sì, proprio adesso.
Precipitatadaunasteroide
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Qualche tempo fa una persona mi ha detto che crescere è sempre una buona idea. Ecco, io non l’ho ancora capito tanto bene se questa storia che il tempo passa, che i capelli cambiano colore, che quel bellissimo vestitino rosa che mettevo da bambina non mi entri più, che un giorno stai giocando a campana in cortile e il giorno dopo stai facendo la dichiarazione dei redditi (quali redditi??), che devi imparare a camminare sulle tue gambe, poi a correre, a nuotare, ad allacciarti le scarpe, a camminare sui tacchi, a leggere e scrivere, a parlare in pubblico, a pagare le bollette, a rispondere al telefono anche se ti vergogni, a cucinare e pulire il filtro della lavatrice (che ho scoperto essere un po’ lo “spegni e riaccendi” delle casalinghe disperate), che devi ricordare a memoria le lettere dell’alfabeto, la canzoncina in inglese per lo spettacolo di fine anno, i compleanni, il numero di telefono della tua prima cotta, la terza declinazione in latino, il pin del cellulare, il pin della bancomat e il codice per entrare in casa, non accettare caramelle dagli sconosciuti ma ritrovarti a raccontare tutta la tua vita a un tassista per rompere il silenzio, cambiare gusti musicali a seconda dell’umore, ridere fino ad avere mal di pancia e piangere anche senza un motivo, e poi ancora innamorarti, disinnamorarti e innamorarti di nuovo, dire quei « ciao » che sanno un po’ di « addio », scoprire che le lacrime di felicità hanno un sapore diverso rispetto alle lacrime di nostalgia, perderti nella tua città o tra le pagine di un romanzo, studiare, lavorare e immaginare sempre cosa farai “da grande” e tutto questo crescere, insomma, non lo so ancora se sia una gran figata o una grande fregatura. Quello che ho capito però è che, in questa vita in cui tutto sembra passare troppo in fretta, le cose che contano sono quelle che non cambiano, quelle che restano ad aspettarti, quelle che ritrovi, di anno in anno, sempre lì, in quella parte di cuore dove in fondo non le hai mai lasciate.
precipitatadaunasteroide
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Oggi è il tuo compleanno ma noi non ci vediamo più. Mi ero ripromessa di non farlo, ma è da quando ho aperto gli occhi stamattina che ci penso. Quando hai aperto gli occhi e non hai trovato i miei. Quando ho aperto gli occhi e ho pensato che adesso accanto a te ci dorme un'altra, ed è giusto che sia così. Mi sono chiesta se ti facesse comunque un po' strano non avere più un mio bacio stampato sulla guancia. Niente più regali consegnati di nascosto, niente "tanti auguri" canticchiato sottovoce, che un po' quasi mi vergogno di volerti così bene. Mi sono chiesta se ci pensi anche tu che il tempo tra noi due non scorre allo stesso modo, che ogni anno che passa ci separa un po' di più. Un po' come due clessidre in cui la sabbia scivola in senso opposto. Come due rette perpendicolari che si sono incontrate una volta e poi mai più. Avrei voluto scriverti tutto questo per sapere se anche tu avevi l'impressione di vederci sbiadire inesorabilmente. Ma poi non ce l'ho fatta e ho scritto solo "Tanti auguri". Però tu mi hai risposto subito. Come a dire che sì, un po' ci hai pensato anche tu.
Precipitatadaunasteroide
#amore#amore impossibile#fine#compleanno#ricordi#età#precipitatadaunasteroide#diariodellecosechenonsuccedono#tanti auguri#febbraio
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Ho ricominciato a parlarti. Ho ricominciato a sorriderti. Un sorriso vero, non più quella smorfia che facevo prima per fingere che andasse tutto bene. Ho ricominciato a chiederti come stai, e ho smesso di avere paura di quello che potrai pensare. Ho smesso di preoccuparmi se ho i capelli sottosopra o se ho detto qualcosa di sbagliato. Sembrava impossibile, ma ho ricominciato anche a volerti bene, nel modo più semplice e sincero che ci sia. Perché ti ho perdonato. Ho perdonato le parole che mi hai detto e soprattutto quelle che mi hai nascosto. Ho perdonato i baci che mi hai negato, ma soprattutto quelli che mi hai dato, anche se non si poteva. Il male che mi hai fatto, “anche se non lo volevi”. Davvero, non ce l'ho più con te. Magari in fondo mi sto anche convincendo che sia stato meglio così. Però ci penso ancora. Però mi capita ancora di piangere da sola sotto la pioggia. Di svegliarmi la notte e cercarti accanto a me, per poi ricordarmi che è stato solo un sogno. Perché non c'è giorno in cui io non ti cerchi tra le macchine che passano e i messaggi che mi arrivano, o non arrivano. A volta mi sembra addirittura di rivivere ogni maledetto istante. E vorrei cancellare tutto, vorrei poter vivere come se non fosse mai successo niente tra di noi, ma non si può. Non ce la faccio ancora a guardarti negli occhi. Non ci riesco ancora a considerarti “un amico”. Perché il problema è questo. Io ti ho perdonato tutto, credimi. È me stessa che non riesco a perdonare.
(via precipitatadaunasteroide)
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Puoi dirmi quello che ti pare, ma questa storia te la devo raccontare. E te la devo raccontare mentre siamo sdraiati su un letto, o meglio ancora su un prato verde. Non succederà mai, dici? E allora immaginalo. Sognami. Sogna che siamo io e te, sdraiati su un prato verde, e io ti racconto questa storia. Perché la devi sentire. “Ti ricordi quella volta che sei partito per lavoro?” “Eeh sarò partito mille volte” “Sì ma quella volta è stato diverso. Dovevi rimanere fuori per un mese, se non sbaglio…” “Così tanto?” “Già, così tanto. Ed io ero disperata, anche se non ti avevo detto niente. Non sapevo come fare senza di te per tutto quel tempo, e così mi era venuta un'idea. Mi ero messa a disegnare volpi. Una per ogni giorno che ci separava. O forse per ogni ora, addirittura. Non ricordo. Ad un certo punto avevo cominciato a disegnarle semplicemente in ogni istante in cui sentivo la tua mancanza. Le disegnavo ovunque. Sui quaderni di scuola. Sui libri che leggevo. Persino sulla scrivania. Era il modo migliore che avessi trovato per aspettarti. Le disegnavo per te e questo mi dava la certezza che saresti tornato. È una cosa stupida, lo so…” “È una cosa dolce” “Avrei voluto fartele vedere, tutte quelle volpi che ti disegnavo” “E poi cos'è successo?” “E poi tu sei tornato prima del previsto. Mi hai fatto la sorpresa più bella che potessi desiderare. Quando meno me lo aspettavo, ti ho ritrovato lì davanti ai miei occhi, e sono stata così felice che mi sono dimenticata tutta questa storia delle volpi. Mi è ritornata in mente solo dopo un po’, quando hai ricominciato a mancarmi pur essendo molto meno lontano di allora. Certe volte, anche se è passato tanto tempo, me lo chiedo ancora. Quante volpi dovrei disegnare, adesso, per farti tornare da me?”
(via precipitatadaunasteroide)
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Per questo nuovo anno vorrei diventare più forte. Vorrei perdere qualche chilo e acquisire un po’ di sicurezza. Camminare a testa alta e non guardando per terra come faccio sempre. Mi sono ripromessa di non piangere più per cose stupide, né quando sono felice. Di sorridere più spesso. Di dire più spesso ti voglio bene. Di volermi più bene. Vorrei volermi bene anche con quei chili di troppo, anche quando lo sguardo non riesco ad alzarlo perché la testa, con tutti quei pensieri, pesa troppo. Vorrei perdonarmi quando piango e quando le parole mi restano bloccate in gola. Vorrei imparare una canzone da cantare quando sono triste, o quando il cielo è nuvoloso. Vorrei crederti quando mi dici “Sei bella” E se un anno è troppo poco per cambiare le cose, io mi terrò stretto quel che ho così com’è. Perché se hai qualcosa da amare è sempre un “buon anno”. Perché quando si ama, non serve altro.
precipitatadaunasteroide (via precipitatadaunasteroide)
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