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Les Copains
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Les Copains è un’azienda e un marchio di abbigliamento del prêt-à-porter italiano fondata nel 1958 da Mario Bandiera, fondatore e consigliere combattivo della Camera Nazionale della Moda Italiana, e da marzo 2022 il marchio viene acquisito da OVS. Les Copains nasce a Bologna da Mario Bandiera, detto Monsieur Les Copains, e il nome del brand è ispirato da un programma radiofonico francese…
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PRIMA PAGINA La Repubblica di Oggi sabato, 28 giugno 2025
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Sclerosi Multipla: Il 36,2% dei Pazienti Attende Troppo per una Risonanza Magnetica
I dati del Barometro AISM 2024 presentati a Roma mettono in luce criticità e proposte innovative per migliorare i percorsi di cura
I dati del Barometro AISM 2024 presentati a Roma mettono in luce criticità e proposte innovative per migliorare i percorsi di cura Un quadro complesso per i pazienti con SMA Roma, presso il Lifestyle Hotel, il convegno organizzato dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) ha presentato i risultati del Barometro AISM 2024, evidenziando le criticità che affliggono le persone con sclerosi…
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“È molto strano vincere un premio insieme a un’altra persona. Lo trovo irrispettoso, nel senso che ognuno di noi è un individuo singolo”. Lo ha detto Matilda De Angelis, attrice e cantante, in riferimento al Nastro d’Argento vinto insieme a Elodie per Fuori, il film di Mario Martone su Goliarda Sapienza. Non sbaglia nulla ma tutti la criticano. Quindi logica vuole che tutti quelli che la criticano stiano sbagliando.
(...) Intanto Matilda De Angelis non ce l’ha con Elodie, come pare dal titolo del Fatto e dalle riprese degli altri quotidiani. Ce l’ha con chi le toglie “la singolarità” perché così “togli la personalità, l’impegno, l’unicità, la particolarità”. E' così difficile premiare il migliore, sia Elodie o Matilda? Scegliere. O dare due premi diversi. Invece no, tutti bravi come a scuola.
Ovviamente le risponde la presidente del Direttivo del sindacato dei giornalisti cinematografici, Laura Dell Colli: “Sono sorpresa, penso si commenti da sé. (...)”. A dimostrazione che la presidente del Direttivo del sindacato eccetera eccetera non ha capito granché (...). Il fatto che ora Matilda potrebbe essersi guadagnata un posto nel libro nero del premio, questo ce la renderebbe solo più simpatica. (...)
Sette volte su dieci chi parla dai palchi dei concerti, teatri, festival e convegni vuol passare semplicemente da vittima, sfruttando un problema altro per posizionarsi (...); prendete proprio Elodie, che sventola la bandiera della Palestina dopo aver cantato con Achille Lauro, immagine delle pubblicità della McDonald’s accusata da altri sventola bandiere altrui di essere “complice del genocidio” (...).
Ma c'è di più, e profondo. Domanda (...): “Goliarda Sapienza non era allineata al femminismo del suo tempo, e lei?” Risposta meravigliosa, luminosa, chiarissima: “Probabilmente anche io, però non lo saprei argomentare bene come vorrei, quindi delle cose di cui non so un cazzo evito di parlare”. (...)
Elodie, Gaia, Emma Marrone, l’Estetista cinica, Rose Villain. (...)Tutte che parlano, un commento di politica internazionale, un j’accuse contro la sessualizzazione del loro corpo che però sono libere di sessualizzare (ricordate quando Elodie a Sanremo disse: “Voglio essere put*ana dall’inizio alla fine”?), una campagna contro il bodyshaming e una per il diritto di cittadinanza, etc.etc.. (...) Certo in passato anche Matilda ha detto cose un po' così: nel 2018 in occasione dell’uscita di Veloce come il vento. Poi con la serie Netflix su Lidia Poët. Che oggi sia cresciuta? (...) Sta di fatto che oggi dice qualcosa di inaudito tra attrici o cantanti. (...)
via https://mowmag.com/culture/evviva-matilda-de-angelis-che-in-un-mondo-di-elodie-gaia-estetista-cinica-e-rose-villain-e-l-unica-ad-ammettere-di-femminismo-non-so-un-caz-o-e-non-ne-parlo-ecco-quello-che-nessuno-ha-notato-dopo-l-intervista-al-fatto-sui-nastri-d-argento
Il vittimismo, espressione del passivo aggressivo corrente bipartizan; è ora di esporlo alla giusta gogna, soprattutto usando esempi positivi fuori dal coro come questo, senza per questo esaltare troppi protagonismi ma sottolineando che se n'è finalmente sentita una giusta. Un po' come sentire Salveneehh che in a totally unrelated line ma nemmen tanto, ha usato il mio concetto anti vittimismo, anti checchisterismo passivo aggressivo, anti white guilt di Israele Avamposto dell'Occidente.
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Luigi and Mario act as 'uncles' to the Koopalings, they're awesome uncles— i loro nomi sono letteralmente la bandiera dell'italia lmao 😭
Also forgor Wendy's polkadots, but added it later 🎀
Blinkies by everyone's fav site <3
#------------------------------------------------------˚₊‧ᯓ★#karilyx's au stuff#karilyx#super mario#super mario fanart#mario fanart#luigi fanart#mario and luigi#wendy o koopa#koopalings#super mario au#super mario headcanons
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[...]
Ora, noi non vorremmo spingerci a dire che sia imparentato con Vincenzo Visco, detto dai contribuenti “Dracula” (a proposito: qualcuno ha più sentito parlare la Lega di flat tax?). Non è che lo vogliamo precisamente proporre come segretario del Pd al posto di Elly Schlein o come bandiera del “sistema” e dell’“establishment” (anzi: dell’élite) portato al governo dal Bilderberg e da George Soros. Però qualcosa dobbiamo dirla. Siamo lieti, ecco. Non abbiamo difficoltà a confessarlo. Siamo lieti che Matteo Salvini, l’uomo pescato più volte al mare insieme col pesce azzurro, attualmente vicepremier, ministro dei Trasporti e segretario della Lega, nei fatti rappresenti l’intersezione insiemistica di Giuliano Amato (quello del prelievo forzoso dei conti correnti) e di Mario Monti (quello dell’austerity).
Salvini è infatti vittima di una grave ingiustizia. Bisogna cominciare a dirlo. Giù le mani da Salvini! Egli viene infatti giudicato per quello che dice, e non per quello che fa. Dice che “con meno armi c’è meno guerra”? Sì, però non c’è nessuno in Parlamento che abbia votato con costanza, fedeltà (e accanimento) a favore dell’invio delle armi in Ucraina come Salvini e la Lega. Egli farà pure il putiniano da hotel Metropol su Facebook o su Instagram, ma poi guardatelo al Senato: è assai più atlantista di Giuseppe Conte e di gran parte del Pd che addirittura mette in discussione l’appartenenza dell’Italia alla Nato. Lui e Joe Biden: fratelli. Dicono che sia razzista. E in effetti su Instagram trasmette solo video di neri che fanno cose brutte. Però quale governo in Italia ha accolto più migranti di tutti? Ma quello con Salvini, ovviamente, che ha votato e fatto votare alla Lega il decreto flussi. Un record di neri sbarcati nel nostro paese (sai quanti video adesso sui social). E poi: chi ha cancellato il Superbonus? E chi ha cancellato il Reddito di cittadinanza? Lui, lui, e sempre lui. Matteo nostro. Il figlio segreto di Angela Merkel e Ursula von der Leyen. A Palazzo Chigi gli danno la sua Settimana Enigmistica con la biro, le sue forbici con la carta bianca per ritagliare gli elefanti e lui vota qualsiasi cosa. Certo le spara grosse, a volte sembra un picchiatello, non ha inibizioni né pudori né freni, ma non si può giudicare un uomo dalle apparenze. Per una volta, stiamo ai fatti. Questo fa tutto il contrario di quello che dice. E’ una garanzia: Salvini, (non) basta la parola.
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Totò e Anna Maria Ferrero sul set di "Totò e Carolina"
E' uno dei film più censurati della storia del cinema italiano , nella versione che venne poi distribuita pare che fossero avvenuti 31 tagli e 23 battute modificate . Girato tra settembre del '53 e gennaio del '54 una volta montato venne presentato alla commissione di censura , pare che proprio il ministro degli Interni, Mario Scelba, si sentì scosso da tale pellicola .La commissione censoria ravvisa nel film oltraggio al pudore , alla morale , alla religione , alle forze armate e chiede decine di tagli . Non era ammissibile che un poliziotto decidesse di avanzare di grado solo per poter avere più soldi alla fine del mese , o che viva in una casupola ; non era concepibile che i comunisti fossero dei bonaccioni e i preti troppo concilianti ; che i primi cantino bandiera Rossa e aiutino il poliziotto a spingere la camionetta in avaria ; non era ammissibile che un poliziotto giocasse al lotto : queste solo alcune delle "inammissibilita " decretate dalla commissione censoria che chiedeva altrettanti tagli
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Le canzoni estive più belle dal 1960 al 2024

Le canzoni estive più famose Le canzoni estive più belle dal 1960 al 2024, una selezione delle canzoni più famose delle varie estati con autore, titolo, anno di produzione e parecchi video. Cosa sarebbe l'estate senza alcune canzoni che ne segnano l'epoca, le avventure, i ricordi mitici. Le canzoni estive hanno un fascino particolare che le rende memorabili, spesso associandole a momenti di festa, relax e allegria. Ecco una lista delle migliori e più famose canzoni estive degli ultimi 60 anni. Per chi era presente in quegli anni, sarà un gran bel tuffo nell'oceano dei ricordi; per gli altri è invece l'occasione per (ri)ascoltare le canzoni che hanno segnato le estati dei propri genitori, o dei propri nonni. Tutte queste canzoni hanno lasciato un segno importante nel panorama musicale internazionale, diventando colonne sonore delle estati di molte persone in tutto il mondo. Gli Anni '60 Gino Paoli - Sapore di sale - 1963 Edoardo Vianello - Abbronzatissima - 1963 Peppino di Capri - St. Tropez Twist - 1962 Mina - Tintarella di Luna - 1959 Piero Focaccia - Stessa spiaggia, stesso mare - 1963 Los Marcellos Ferial - Sei diventata nera - 1964 Nico Fidenco - Legata a un granello di sabbia - 1961 Rocco Granata - Marina - 1959 Adamo - La notte - 1965 Gianni Pettenati - Bandiera gialla - 1966 Riccardo Del Turco - Luglio - 1969 Mario Tessuto - Lisa dagli occhi blu - 1969 Louiselle - Andiamo a mietere il grano - 1965 Rocky Roberts - Stasera mi butto - 1967 The Beach Boys - Surfin' USA - 1963 California Girls - The Beach Boys - 1965 Scott McKenzie - San Francisco - 1967 Summer in the City - The Lovin' Spoonful - 1966 Under the Boardwalk - The Drifters - 1964 Gli Anni '70 Donatella Rettore - Splendido splendente - 1979 Lucio Battisti - Fiori rosa fiori di pesco - 1970 Orietta Berti - Fin che la barca va - 1970 Patty Pravo - Pazza idea - 1973 Umberto Tozzi - Gloria - 1979 Francesco De Gregori - Rimmel - 1975 Umberto Balsamo - Balla - 1979 Oliver Onions - Sandokan - 1976 Alan Sorrenti - Tu sei l'unica donna per me - 1979 Adriano Pappalardo - Ricominciamo - 1979 Viola Valentino - Comprami - 1979 Donna Summer - Hot Stuff - 1979 ABBA - Dancing Queen - 1976 Bee Gees - Stayin' Alive - 1977 Jimmy Buffett - Margaritaville - 1977 https://www.youtube.com/embed?listType=playlist&list=PLN7AdavxIea58XCMJDXbrwUApsyoCpNXc Gli Anni '80 Righeira - Vamos a la playa - 1983 Giuni Russo - Un'estate al mare - 1982 Gruppo Italiano - Tropicana - 1983 Lu Colombo - Maracaibo - 1981 Marcella Bella - Nell'aria - 1983 Donatella Rettore - Kobra - 1980 Miguel Bosé - Bravi ragazzi - 1982 Tony Esposito - Kalimba de Luna - 1984 Luis Miguel - Noi, ragazzi di oggi - 1985 Eros Ramazzotti - Terra promessa - 1984 Katrina and the Waves - Walking on Sunshine - 1983 Bryan Adams - Summer of '69 - 1984 The Go-Go's - Vacation - 1982 Blondie - The Tide Is High - 1980 Gli Anni '90 Francesco Baccini e Ladri di biciclette - Sotto questo sole - 1990 Luca Carboni - Mare mare - 1992 883 - Nord Sud Ovest Est - 1993 Alex Britti - Solo una volta (o tutta la vita) - 1998 Lucio Dalla - Attenti al lupo - 1990 Articolo 31 - Tranqi funky - 1996 Fiorello - Spiagge - 1991 Raf - Il battito animale - 1993 Irene Grandi - Bum Bum - 1995 Zucchero - Per colpa di chi - 1995 Los Del Rio - Macarena - 1995 Lou Bega - Mambo No. 5 - 1999 Ricky Martin - Livin' la Vida Loca - 1999 DJ Jazzy Jeff & The Fresh Prince - Summertime - 1991 https://www.youtube.com/embed?listType=playlist&list=PLficH3Qnhpmi0CTaL9CoPbasdgReFk8wz Gli Anni 2000 Anastacia - I'm Outta Love - 2000 Bomfunk MC's - Freestyler- 1999 Bon Jovi - It's My Life - 2000 Shivaree - Goodnight Moon - 1999 Eiffel 65 - Move Your Body - 1999 Paola e Chiara - Vamos a bailar- 2000 Eiffel 65 - Too Much of Heaven - 2000 Madonna - Music- 2000 Nelly - Hot in Herre - 2002 Beyoncé - Crazy in Love - 2003 Shakira - Hips Don't Lie - 2006 The Black Eyed Peas - I Gotta Feeling - 2009 Gli Anni 2010 Yolanda Be Cool - We No Speak Americano - 2010 Pitbull - Oye Baby (feat. Nicola Fasano) - 2010 Dennis Ferrer - Hey Hey - 2009 Bob Sinclar - I Wanna (feat. Shaggy e Sahara) - 2010 Alex Gaudino - I'm in Love - 2010 Angie Be - Soundwaves - 2009 Dirty South - Phazing (feat. Rudy) - 2010 Lucenzo - Vem dançar kuduro (feat. Big Ali) - 2010 Eiffel 65 - Move Your Body (2010 Golden Remixes) - 2010 Molella - Paradise (feat. Alessia D'Andrea) - 2010 Steve Watt - Give It Up (feat. Jean Philippe) - 2010 Riva Starr - Splendido (feat. Donatella Rettore) - 2010 Rls - Festa (feat. Sandra Godoy) - 2010 Mads Langer - You're Not Alone - 2009 Gabriella Cilmi - On a Mission - 2010 Crookers - Festa festa (feat. Fabri Fibra e Dargen D'Amico) - 2010 Après La Classe - Mammalitaliani - 2010 Iyaz - Replay - 2009 Omega - Si te vas / Que tengo que hacer (feat. Daddy Yankee) - 2009 Zero Assoluto - Grazie - 2010 Modà - Sono già solo - 2010 The Baseballs - Umbrella - 2009 Luis Fonsi ft. Daddy Yankee - Despacito - 2017 Robin Thicke ft. T.I. & Pharrell - Blurred Lines - 2013 Daft Punk ft. Pharrell Williams - Get Lucky - 2013 Ed Sheeran - Shape of You - 2017 Gli Anni 2020 BoomDaBash & Alessandra Amoroso - Karaoke - 2020 Achille Lauro - Bam Bam Twist (feat. Gow Tribe) - 2020 Takagi & Ketra feat. Elodie, Mariah & Gipsy Kings - Ciclone - 2020 Irama - Mediterranea- 2020 Purple Disco Machine - Hypnotized (with Sophie & The Giants) - 2020 Master KG - Jerusalema (feat. Nomcebo Zikode) - 2019 Mahmood feat. Feid & Sfera Ebbasta - Dorado - 2020 Francesco Gabbani - Il sudore ci appiccica - 2020 Harry Styles - Watermelon Sugar- 2019 (singolo rilasciato come parte dell'album "Fine Line") LP - The One That You Love - 2020 Lady Gaga & Ariana Grande - Rain On Me - 2020 Tiziano Ferro Feat. Jovanotti - Balla per me - 2020 Fedez & Robert Miles - Bimbi per strada (Children) - 2020 Purple Disco Machine - Hypnotized (with Sophie & The Giants) - 2020 Giusy Ferreri & Elettra Lamborghini - La Isla- 2020 Harry Styles - Watermelon Sugar - 2020 Sangiovanni - Malibù - 2021 Rocco Hunt - Teoreama - 2022 Rocco Hunt - L'estate dei sogni - 2022 Rocco HuntTakagi & Ketra feat. Elodie, Mariah & Gipsy Kings - Ciclone - 2020 Gianni Morandi - Supereroi - 2022 Gruppo Italiano (remix) - Tropicana - 2023 The Weeknd - Blinding Lights - 2020 Dua Lipa ft. DaBaby - Levitating - 2020 Jawsh 685 and Jason Derulo - Savage Love (Laxed - Siren Beat) - 2020 https://www.youtube.com/embed?listType=playlist&list=PLRidd9lFZ0GbJ4uc618F_CLF546TXgyHZ Ecco alcune delle canzoni estive più ascoltate del 2024 Cubalibre - Giorgia Malerba Elettra Lamborghini - Bachata senza sosta Elodie - Black Nirvana Alessandra Amoroso e BigMama - Mezzo rotto Emis Killa e Fedez - Sexy Shop Angelina Mango - Melodrama Loredana Bertè ed Eiffel 65 - Bestiale Paola & Chiara - Festa totale Benji & Fede - Musicale animale Tony Effe e Gaia - Sesso e Samba Sempre sulla musica puoi anche visitare queste pagine: A short history of pop music Entertainment Music and Dancing Drive & Listen Best Christmas Songs Christmas Songs Read the full article
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Senza Stalin, eravamo tutti nazisti, questa è la realtà. Non come quella mascalzonata di Benigni in “La vita è bella”, quando alla fine fa entrare un carro armato con la bandiera americana. Quel campo, quel pezzo d’Europa la liberarono i russi, ma… l’Oscar si vince con la bandiera a stelle e strisce, cambiando la realtà (Mario Monicelli)
Ogni essere umano che ami la libertà deve più ringraziamenti all’Armata Rossa di quanti ne possa pronunciare in tutta la sua vita. (Ernest Hemingway)

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Fede Apparente

Di questi tempi, la rivalità tra tifosi delle squadre di calcio ha assunto sempre più i contorni di una vera e propria guerra tra eserciti contrapposti. Tra le fila di semplici appassionati desiderosi di assistere a una partita, si nascondono individui mossi da intenti ben più oscuri, il cui unico scopo è seminare disordine e colmare la propria miseria facendo sentire miserabile qualcun altro. I capi ultras della Fiorentina di quella stagione, Mario e Luigi Bros, incarnavano perfettamente questo archetipo di violenza e fanatismo. La verità su di loro era che si trattava di due furfanti di strada, che usavano la passione per la squadra di calcio come paravento per dar sfogo ai loro istinti più bassi. Pur avendo più volte incrociato il braccio della legge, non si dissuadevano dall'ergere la bandiera viola a vessillo delle loro scorribande, celandosi dietro una bandana dello stesso colore come se fosse un’armatura d’onore. In un giorno cruciale, all’alba della partita contro la loro acerrima rivale, la Juventus, i due furfanti si aggiravano nei pressi dello stadio, ignari di essere stati individuati da un gruppo di tifosi juventini in abiti comuni. Il motivo della loro presenza era presto svelato: intendevano disseminare attorno allo stadio armi contundenti e mazze, preparandosi a una plausibile rissa tra le opposte tifoserie. Visto che i tifosi juventini non indossavano indumenti relativi alla propria squadra, erano uguali in tutto e per tutto alle persone che vivevano lì da sempre. La scintilla che accendeva la rabbia tra le persone era, in quel caso, il semplice colore di una maglia o di una sciarpa, esattamente come, in altri luoghi e in altre epoche, le divisioni e le ostilità tra gli uomini sono state dettate dal colore della pelle o dalla differenza di credo religioso.
Tra gli juventini che riconobbero i tristemente famosi fratelli vi era una giovane di beltà non comune e dallo sguardo malizioso, il cui sorriso era dolce come miele ma tagliente come lama affilata. Benché ignara del loro losco piano, conosceva bene la loro fama e decise di impartire loro una lezione degna delle più astute faine. Con l'arte della seduzione che è tanto innata quanto insondabile agli uomini, si avvicinò loro con modi amabili e suadenti, sfiorando Luigi con la carezza di una parola melliflua, insinuandosi nella sua mente come il più insidioso dei veleni. Con dolci parole e sguardi allusivi, li persuase a bere insieme, ma ben presto il suo interesse si focalizzò su Luigi, il più giovane e il più vanitoso dei due. Si insinuò nel suo animo la promessa di un'avventura memorabile. Lui, tanto tronfio quanto ingenuo, si lasciò guidare sino all’albergo della dama, varcando la soglia con l’ardore di un gallo di fronte a un pollaio. Una volta lì, la donna lo spogliò e lo mandò sotto la doccia, al termine della quale, il giovane, impaziente come un navigante che pregusta l’approdo su un’isola vergine, aprì la porta del bagno per reclamare il suo tesoro, ma ahimé la sua sirena era svanita nel nulla, lasciandolo naufrago in un mare deserto. Confuso ma ancora speranzoso, attese qualche minuto, cullandosi nell’illusione che la sua maliarda complice potesse tornare. Ma presto dovette arrendersi all’amara verità: i suoi vestiti e il telefono erano svaniti, sostituiti da una divisa juventina completa di bandana, dimostrando che all'inganno era susseguita un'ulteriore beffa. Luigi fu pervaso da una furia cieca, e con l’ardore di un amante tradito si scagliò sulla mobilia, sfogando la sua ira su ogni oggetto a tiro. Poi, ancora ansimante, corse al bagno nella vana speranza di trovare i suoi abiti, ma il destino volle impartirgli l’ultima lezione: scivolò sulla saponetta lasciata a terra nella fretta del lavaggio e, con la grazia una capra, sbatté la testa sulle fredde piastrelle di marmo, piombando nell’oblio.
Quando si ridestò, un dolore acuto e insistente gli martellava il capo, come se un fabbro infernale, deciso a forgiare un elmo a sua insaputa, vi battesse dentro con furia. Portando la mano al punto dolente, vi trovò un bernoccolo imponente, pulsante l'incessante picchiettare di un picchio su un tronco. Ancora stordito, si aggirò per la stanza, cercando di raccapezzarsi, finché il suo sguardo non si posò su un orologio appeso sopra la porta del bagno. Fu allora che la realtà gli cadde addosso: la partita era già in corso e il tempo stringeva inesorabilmente. Mille pensieri affollarono la sua mente, tormentandolo come il fantasma di uno sciagurato. Temeva che suo fratello si fosse già cacciato nei guai, e la sola idea che potesse affrontare gravi pericoli senza di lui gli serrava il petto. Con un disgusto pari solo alla sua urgenza, si infilò la divisa juventina, avvolgendo il volto con la bandana per celare la propria identità, e si precipitò allo stadio. Sperava di giungere in tempo, di mettere le mani sulle armi e farle sparire prima che Mario potesse usarle, scongiurando così il disastro imminente.
Lungo la corsa, chiunque lo incrociasse lo sommergeva di insulti e offese. Avrebbe voluto gridare che era sempre lui, Luigi, il medesimo di sempre, e che solo un capriccio del destino lo aveva costretto a indossare quei maledetti abiti. Che avrebbe preferito correre nudo, se non avesse avuto la certezza che lo avrebbero fermato prima di poter arrivare alle armi. Ma quale umiliazione sarebbe stata, quale ignominia, ammettere di aver portato sul petto quegli abominevoli colori bianconeri? Percepiva distintamente l'odio da parte di coloro che solitamente lo sostenevano. Per un attimo lo colse un’epifania amara: era la stessa persona di sempre, eppure quei pochi centimetri di tessuto bianconero bastavano a trasformarlo da eroe in nemico. Quelli che un tempo lo incitavano a menare le mani con fierezza, ora lo additavano con disprezzo, come se il colore della stoffa potesse cancellare la sua identità. Una bandiera ha il potere di compiere ciò che gli uomini, da soli, non riuscirebbero a fare: unisce e divide, arma e condanna, un simbolo che si fa catena perché mosso dalla paura e dall’odio. Giunto nei pressi dello stadio, un gruppo di tifosi fiorentini lo accerchiò, occhi colmi di astio per il traditore vestito da nemico. Non c’era tempo per parole o spiegazioni: senza altra scelta, colpì il più vicino e, approfittando del trambusto, si diede alla fuga mentre gli altri soccorrevano il compagno. Finalmente giunto al luogo del nascondiglio, dopo tante fatiche, le mise in un sacco che aveva raccolto poco prima e si apprestò ad andarsene, quando una voce alle sue spalle lo fermò:
« Hey, tu, gobbaccio! Che fai qui? » La voce risuonò come il ruggito di un leone ferito, e Luigi non ebbe bisogno di voltarsi per sapere chi fosse. Mario lo fissava con uno sguardo che ardeva di un’ira mai vista prima, un fuoco che non si era acceso nemmeno quando lo aveva sorpreso con la sua ragazza. Stringeva tra le mani uno dei bastoni che avevano nascosto con cura, e lo brandiva come un paladino deciso a punire l’infame bianconero. Luigi avrebbe voluto fermarlo con parole ragionevoli, raccontargli ogni dettaglio della trappola in cui era caduto, ma sapeva che non c’era perdono per l’abominio che aveva commesso: indossare quei maledetti colori. Così, non vi fu spazio per spiegazioni né tempo per esitazioni. Con la furia di due guerrieri medievali pronti a difendere l’onore della propria casata, si scagliarono l’uno contro l’altro, e le ombre della notte furono testimoni di una rissa tanto feroce quanto grottesca. Ne seguì uno scontro che avrebbe potuto esser degno di menzione nei poemi cavallereschi, se non fosse stato che al posto di spade e destrieri vi erano bastoni e calci ben assestati. Mario e Luigi si affrontarono con una rabbia che superava ogni legame di sangue, colpendosi senza requie, senza pensiero, spinti da un furore cieco che nulla aveva di umano. Le bandane caddero, ma ormai non vi erano più volti, solo avversari. E così, i due fratelli che volevano battersi per una bandiera, videro il proprio desiderio avverarsi: ma non contro un nemico lontano, bensì l’uno contro l’altro.
Fu solo dopo l’intervento della polizia che le loro menti, annebbiate dalla furia, tornarono a ragionare. Ma ormai era troppo tardi: l’autorità li colse sul fatto, con le armi accanto, e li trascinò via. Con il tempo, Luigi comprese amaramente il potere ingannevole della bandiera, ma solo perché l’esperienza gli era stata maestra inflessibile. Mario, d’altro canto, restò incatenato a una prigione più buia di qualsiasi cella: l’ignoranza e il rancore. Mai più rivolse la parola al fratello, rimanendo cieco ai motivi che lo avevano spinto, lui che un tempo amava, a indossare i colori del nemico. E così, la bandiera, che aveva unito e diviso, trionfò ancora una volta, signora e padrona dei destini di chi la serviva senza capirla. E chi sentendo questa storia non rida delle sciocche sorti dei due fratelli e ben si guardi dallo scagliare la prima pietra, ché nella sua vita, più d’una volta, si sarà trovato a combattere, non per ragione, ma per semplice abitudine, come un asino che segue la via già tracciata, senza mai domandarsi dove porti davvero.
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Se pensavate di essere romantici facendo la proposta di matrimonio al vostro partner, aspettate di vedere cosa fanno alcuni giocatori
Non è un segreto che i videogiochi siano un potente strumento di narrazione. Ma negli ultimi anni sono diventati anche lo scenario di una delle decisioni più importanti della vita: il matrimonio. Sempre più giocatori utilizzano titoli come Super Mario Maker o Minecraft per progettare livelli personalizzati in cui l’obiettivo finale non è una moneta o una bandiera, ma una proposta d’amore –…
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Il giornalista Pietro Spirito presenta il catalogo della mostra "Vola Colomba"
Giornalfoto, Il ritorno di Trieste all’Italia 04.11.1954Il 4 novembre 1954 la città si riunisce ancora una volta nel salotto buono di piazza Unità d’Italia per assistere alla manifestazione che vede la presenza del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, del Presidente del Consiglio Mario Scelba, del Sindaco Gianni Bartoli.Giornalfoto immortala la bandiera e l’oceanica moltitudine che accoglie…
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PRIMA PAGINA La Repubblica di Oggi martedì, 21 gennaio 2025
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12 giu 2024 19:57
LA LEZIONE DELLE EUROPEE: CHI VA ALLE URNE SE NE FOTTE DEGLI SCANDALI POLITICI – I CASI GIUDIZIARI CHE HANNO TRAVOLTO LIGURIA E PUGLIA, DOPO AVER RIEMPITO PAGINATE DI GIORNALI, NON HANNO LASCIATO IL SEGNO ALLE URNE – IL POLITOLOGO ALBERTO VANNUCCI: “LA QUESTIONE MORALE NON SPOSTA VOTI, CASOMAI SPINGE SEMPRE PIÙ CITTADINI A DISERTARE LE URNE. COSÌ A GUADAGNARCI SONO I ‘POLITICI D’AFFARI’, I MISTER PREFERENZE” – LA LEZIONE È CHIARA: PER GLI ELETTORI È MEGLIO UN POLITICO CHE RUBA E MILLANTA POSTI DI LAVORO PIUTTOSTO CHE UNO ONESTO CHE, IN NOME DEL REALISMO, PROMETTE POCO O NULLA… -
Estratto dell’articolo di Mario Portanova per “il Fatto Quotidiano”
“La questione morale non sposta voti, caso mai spinge sempre più cittadini a disertare le urne. Così a guadagnarci sono i “politici d’affari”, i mister (o lady) preferenze, che in una platea elettorale ristretta acquisiscono sempre più peso. È l’analisi di Alberto Vannucci, politologo dell’Università di Pisa esperto nello studio della corruzione e del malaffare amministrativo.
I casi giudiziari di Liguria e in Puglia hanno fatto discutere, ma non hanno lasciato il segno nei risultati elettorali, giusto?
Nel voto ai partiti non sono emerse tendenze diverse da quelle nazionali. L’unica tendenza generalizzata è il crescente distacco dei cittadini dalla politica, determinato anche dalla sfiducia nell’integrità morale dei suoi protagonisti.
Non vede differenze di atteggiamento fra gli elettori di destra e di sinistra?
Gli studi mostrano che l’elettorato di sinistra è più attento alla questione morale, mentre quello di destra ha un atteggiamento più disinvolto e privilegia altri aspetti. In Puglia, però, gli elettori progressisti hanno percepito una strumentalizzazione dell’indagine su Bari e hanno fatto quadrato. Ma c’è un aspetto ancora più rilevante.
Quale?
Il tema della lotta alla corruzione e alle mafie è totalmente scomparso dalle campagne elettorali. Lo abbiamo visto alle Politiche del 2022, e in queste Europee è entrato soltanto sull’onda della cronaca, anche se magari declinato sulla “giustizia a orologeria”.
[…]
Dunque la questione morale alle urne non paga?
Negli ultimi anni ha provato a farne una bandiera il Movimento 5 Stelle. Su mafia e corruzione, però, la tensione politico-mediatica è occasionale, imprevedibile, legata alle indagini della magistratura. Casi come Mose, Mafia capitale, Expo hanno colpito l’opinione pubblica e spinto i 5 Stelle. Quando però cade l’attenzione, scema anche l’indignazione. E oggi siamo in una fase di assoluto disinteresse.
Al contrario, il successo bacia personaggi in grado di accumulare migliaia di preferenze, magari con meccanismi clientelari.
In un lavoro con Donatella Della Porta li definiamo “politici d’affari”. Sono quelli che investono in campagne elettorali faraoniche, che creano reti capillari di consenso basato sullo scambio. Un report Istat della settimana scorsa rivela che il 2,7% della popolazione italiana fra 18 e 80 anni si è vista offrire denaro o favori in vista delle elezioni. Quasi 2 milioni di cittadini, una dimensione patologica. Quando l’integrità si indebolisce, la componente economica prevale. E il meccanismo si autoalimenta.
Perché?
Perché se percepisci che “sono tutti ladri”, o ti astieni o entri in quel mercato. E intanto vediamo sempre più indagini per voto di scambio politico-mafioso, anche al Nord. Così le mafie rafforzano i legami con la cosiddetta zona grigia.
In un’intervista ad Avvenire, il sondaggista Nando Pagnoncelli lega l’astensionismo al “discredito” che viene gettato addosso alla politica.
Altro che discredito, Eurobarometro ci dice che per l’86% dei cittadini italiani c’è corruzione nel governo nazionale e in quello locale. Ma il discredito non nasce in un vuoto pneumatico: è frutto di un circolo vizioso in cui la politica non è vittima, è parte attiva. Anche a sinistra. Citando Italo Calvino, esiste una pur numerosa categoria di cittadini, e io aggiungerei anche di amministratori pubblici, che subiscono questa realtà, ma non hanno margini per provare a cambiarla.
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