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🚚 Visitiamo la Rocca di Spoleto (PG) 🧿 Area Sosta Camper DOC ➡ I viaggi ...
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Montefalco - Italy’s Rising Star
Montefalco – Italy’s Rising Star

The Bocale winery and vineyards, showing the landscape of Montefalco – photo courtesy of Montefalco wine.
I love Italian wine and am fascinated by the enormous potential there is in every corner of that amazing wine producing country.
Excitingly every now and again a region emerges from relative obscurity to sit alongside the famous classic wine regions such as Barolo and Chianti. We might well…
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#Adarmando Trebbiano Spoletana#Antonelli#Arnaldo Caprai#Beneditti & Grigi#Bocale#Cantina Fratelli Pardi#Chianti#Dolce Vita Wines#Grechetto#Hedonism#Italy#Montefalco#Montefalco Rosso DOC#Montefalco Sangrantino DOCG#Orvieto#Sagrantino di Montefalco DOCg#Sangiovese#Scaccadiavoli#Spoleto DOC#Tabarrini#Tannico.co.uk#The Good Wine Shop#The Wine Society#Torgiano#Trebbiano Spoletino#Tuscany#Umbria#Uncorked#Uvinum#Valdimaggio
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"Abbinamenti", Consorzio Montefalco e la Strada del Sagrantino riaccendono l'Umbria
“Abbinamenti”, Consorzio Montefalco e la Strada del Sagrantino riaccendono l’Umbria
Dal 18 al 20 settembre 2020 in Umbria si svolgerà “Abbinamenti”, l’evento dedicato al vino in accoppiata al cibo, all’arte e alla musica organizzato dal Consorzio Tutela Vini Montefalco e La Strada del Sagrantino. Protagonisti saranno i grandi vini del territorio di Montefalco e Spoleto, tra gastronomia d’eccellenza, musica dal vivo, appuntamenti con l’arte, cultura del buon vivere, degustazioni,…
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#45 parallelo#abbinamenti#bottiroli#comunicazione#consorzio#consorzio Montefalco#doc#docg#emanuele bottiroli#enoturismo#italia#monte zovo#Montefalco#Spoleto#Strada del Sagrantino#Turismo#Umbria
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WINE/ “ANTEPRIMA SAGRANTINO” IL 19 E 20 APRILE A MONTEFALCO LE NUOVE ANNATE DEI VINI DOC E DOCG MONTEFALCO E SPOLETO
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Anteprima Tonda Antonelli San Marco 2019 Italia, Umbria DOC Trebbiano Spoletino Trebbiano Spoletino (100%) Bianco; Biologico; Vignaioli Indipendenti 13,5 % Questo vitigno a lungo dimenticato rappresenta oggi una delle perle dell’Umbria e nella versione di Antonelli trova la sua massima espressione. Coltivato nella “Vigna Tonda” (vigneto a forma circolare datato 1902), in collina a 350 m con esposizione ad Ovest e allevameto a Guyot. Viene vendemmiato manualmente a metà Ottobre. Segue fermentazione spontanea senza controllo di temperatura e con lunga macerazione sulle bucce (quasi Orange) in contenitori ceramici per poi terminare la svinatura in anfora per alcuni mesi. La prima etichetta uscì nel 2013. Una delle più storiche tenute dell’Umbria, locata a Montefalco: la famiglia Antonelli (originaria di Spoleto) è qui presente dal 1881 con 5 generazioni di viticoltori, fino a Filippo che dal 1986 decide di attuare numerose innovazioni. Con i suoi 170 ettari di terreno (boschi, oliveti, allevamenti) di cui 50 vitati, è una realtà molto estesa, a un’altezza di 350 m su suoli argillosi e calcarei. L’azienda si fregia della certificazione biologica dal 2012 e coltiva viti di 15-30 anni, sia vitigni rossi e bianchi. L’antica casa padronale è disposta al centro dei possedimenti ma l’edificio di vinificazione è moderno e tecnologico. Sagrantino, Grechetto e Trebbiano Spoletino sono esposti a sud e ovest. La vinificazione e la svinatura avvengono per gravità, preservando le uve e la loro ricchezza polifenolica. I metodi di affinamento coinvolgono ceramica, anfore di terracotta e botti troncoconiche in cemento oltre ai nuovi tulipani. La ricerca continua riesce tuttavia a non disperdere l’identità di questa cantina, di riferimento per tutto il Montefalco. Il maggior riguardo è sicuramente verso il Sagrantino, vino storico di quest’area e protagonista di un processo di zonazione e da Antonelli è diviso in due Crus (Chiusa di Pannone e Molino dell’Attone). #antonellisanmarco #anteprimatonda #trebbianospoletino #degustameet #viniumbri #umbriawines #winestagram #instawine #vignaioliindipendenti (presso Rimini, Italy) https://www.instagram.com/p/Cokf2bVLoTA/?igshid=NGJjMDIxMWI=
#antonellisanmarco#anteprimatonda#trebbianospoletino#degustameet#viniumbri#umbriawines#winestagram#instawine#vignaioliindipendenti
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Posso dire che è stata una delle prime cantine che mi ha fatto amare il Sagrantino di Montefalco e sicuramente non ha fatto questo effetto solo a me. La cantina @antonellisanmarco rappresenta una vera icona di questo rinomato territorio umbro, nel quale ha creduto da oltre un secolo. La sua storia inizia infatti nel 1881 quando la tenuta appartenuta in passato al Vescovo di Spoleto, viene acquistata da Francesco Antonelli, avvocato di Spoleto, che la ristruttura completamente aggiornando anche tutta la parte di produzione vinicola. La proprietà si estende su un corpo unico di 175 ettari situato proprio al centro della zona Docg di #montefalco . La parte più collinare ed esposta a sud e a ovest è dedicata alle vigne, per un totale di circa 50 ha coltivati prevalentemente con varietà autoctone. Antonelli non si è mai seduta sugli allori, anzi, ha sempre guardato avanti con arguzia e lungimiranza. Dal 1986 la cantina è condotta da @filippoantonellisanmarco ed è tutto un #workinprogress con la costruzione di una nuova sede della cantina. Ma in cantiere c’è anche la produzione di uno spumante Metodo Classico, del quale però non posso dirvi di più! Nel frattempo ecco alcuni dei vini degustati in compagnia del simpaticissimo proprietario Filippo Antonelli. #trebium : 100% #trebbianospoletino , un vitigno autoctono storico recentemente tornato alla ribalta . Questa versione proviene da vigne vecchie, maritate con aceri, e fermenta e matura in botti grandi di rovere con sosta sui lieviti per circa 6 mesi. Ha bellissima eleganza e longevità e si affianca alla versione più giovane e fresca dell’ #anteprimatonda vinificato in anfore. #montefalcorosso Doc : a differenza di quanto molti possano pensare, la percentuale di sagrantino è inferiore al 15% mentre a dominare il blend troviamo il #sangiovese al 70%, come approvato dal disciplinare stesso. #chiusadipannone : Cru di #sagrantinodimontefalco vino simbolo del territorio ma anche dell’attenta zonazione che stanno portando avanti per sottolineare le potenzialità del territorio e le importanti sfumature che le diverse particelle possono avere. Thanks @consorziovinimontefalco (presso Cantina Antonelli) https://www.instagram.com/p/CRRT9LSry35/?utm_medium=tumblr
#montefalco#workinprogress#trebium#trebbianospoletino#anteprimatonda#montefalcorosso#sangiovese#chiusadipannone#sagrantinodimontefalco
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#bpbitalia Umbria In Tavola #spoletodoc #trebbianospoletino 2018 - Cantina #BenedettieGrigi da #Montefalco Una azienda conosciuta durante #AnteprimaSagrantino2016 Per Coloro che avranno del tempo libero e amano #Viaggiare Consigliamo un passaggio in #Umbria e soprattutto di degustare lo Spoleto Doc Vino, che vi farà innamorare di un grande vino. #VinidiBacco #baccoperbaccoitalia Buon Vino e Buona Vita Lo abbiamo conosciuto e assaporato con #thesoundsofwine Grazie al Nostro Carissimo Massimiliano Lami Vino perfetto per ➡️ #degustazionisonore @thesoundsofwine https://www.instagram.com/p/CCtxtYnIZ6r/?igshid=12vapi3r7yx74
#bpbitalia#spoletodoc#trebbianospoletino#benedettiegrigi#montefalco#anteprimasagrantino2016#viaggiare#umbria#vinidibacco#baccoperbaccoitalia#thesoundsofwine#degustazionisonore
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Non appena si posa lo sguardo sul borgo umbro di Montefalco si capisce in un istante perché il villaggio dalle chiare suggestioni medievali sia stato inserito nel circuito dei Borghi Più Belli D’Italia. Situato in provincia di Perugia, grazie all’incantevole posizione geografica in cui si trova Montefalco si è procurato l’appellativo di “Ringhiera dell’Umbria”. Dai numerosi belvedere del paese è possibile infatti osservare scorci di pura bellezza che spaziano da Perugia ad Assisi, fino a Spello, Foligno, Spoleto, Trevi, Bevagna e Gualdo Cattaneo. Tra i colli ammantati di uliveti che circondano il borgo si possono scorgere inoltre gli Appennini, i rilievi del Subasio ed i Monti Martani, per una veduta panoramica incredibilmente emozionante. Il nome del borgo trae il suo nome dalla caccia al falcone di cui Federico II di Svevia che qui soggiornò nel XIII secolo era particolarmente appassionato. Tra i confini di Montefalco si celano interessanti memorie artistiche, reperti storici ed affreschi di rilievo, ed i dintorni del villaggio sono celebri nel mondo per la produzione di vini rossi dalle proprietà organolettiche divine. Cosa vedere a Montefalco Il centro storico di Montefalco ha una struttura radiocentrica che mira alla perfezione urbanistica. Tulle le principali vie del borgo convergono verso la principale piazza, Piazza del Comune. Sullo spiazzo si specchiano numerosi edifici di interesse come il Palazzo Comunale e l’oratorio di Santa Maria, entrambi del XIII secolo, la chiesa di San Filippo Neri del 1705 trasformata nel XIX secolo in Teatro Comunale nonché diverse residenze signorili del ‘500, come palazzo Santi-Gentili o i palazzi Senili, Langeli e Camilli. Dalla piazza comunale si può passeggiare tra i vicoli di Montefalco per raggiungere il rione di Colla Mora, dal clima duecentesco, dove si trovano la Chiesa ed il Convento di San Francesco. Entrambi databili tra il 1335 ed 1338, sono incredibilmente ricchi opere d’arte e conservano tracce di inestimabile valore della cultura e della storia di Montefalco. Dal 1895 la Chiesa-Museo di San Francesco è sede infatti del Museo Civico, articolato su diversi interessanti spazi espositivi. Il primo è costituito dagli ambienti della ex chiesa, celebre per essere custode tra le altre cose del ciclo di affreschi denominato “Storie della vita di San Francesco“, opera di Benozzo Gozzoli, ed anche della Natività del Perugino. La pinacoteca del museo racchiude invece dipinti di Niccolò di Liberatore, conosciuto come L’Alunno, di Antoniazzo Romano e del pittore montefalchese Francesco Melanzio. Nella cripta giacciono invece reperti archeologici locali e da lì si accede infine alle cantine dei Frati Minori ed all’originale esposizione di utensili per la produzione vinicola risalenti al XVIII e XIX secolo. Il carattere medievale di Montefalco si lascia intravedere nelle sue mura difensive, ancora visitabili e intervallate dalle porte di accesso al borgo: la porta di Federico II, quella di Sant’Agostino, la porta della Rocca, di Camiano e di San Leonardo. Costeggiando le mura del paese, si arriva poi nel borgo San Leonardo, leggermente dislocato rispetto al centro, dove svettano la Chiesa di Santa Chiara e l’annesso convento. Fu proprio la Santa a volere la costruzione della chiesa che porta il suo nome, e le sue spoglie riposano oggi in un’urna d’argento tra le navate classiche ed austere della chiesa. Santa Chiara fu nel XIII secolo anche badessa del monastero agostiniano di Santa Chiara, un monastero di clausura attualmente visitabile solamente su richiesta. Al suo interno si trovano numerose opere d’arte, come un affresco del Gozzoli raffigurante proprio Santa Chiara ed un graziosissimo chiostro con giardino. Cosa fare nei dintorni di Montefalco Oltre a perdersi tra le vie del centro di Montefalco, è consigliabile uscire dai suoi confini per visitare le campagne circostanti, splendido esempio di paesaggio umbro. Uliveto e vigneti disegnano il territorio e sono numerose le opportunità di tour enogastronomici che permettono di approfondire l’arte vinicola e degustare il nettare prodotto in queste terre. Un’immersione negli splendidi territori che fanno da sfondo a Montefalco completa in maniera perfetta l’esplorazione di queste zone dell’Umbria. Da Montefalco si può ad esempio intraprendere la Via del Sagrantino, che si snoda tra scenari meravigliosi e luoghi che si sono mantenuti piacevolmente intatti nei secoli. Cosa mangiare a Montefalco Montefalco è celebre per una sua caratteristica: è il fulcro della produzione di vini rossi eccezionali. Famoso è il Sagrantino di Montefalco, prodotto Docg, ottenuto con le sole uve sagrantino, dalle quali si producono anche Sagrantino Montefalco Passito Docg e il Montefalco Rosso Doc. Tra i golosi derivati delle uve di Montefalco compare il pan mostato, un pane preparato nel periodo della vendemmia e famosi sono in zona i tozzetti alle mandorle da accostare rigorosamente ad un buon bicchiere di Passito. Carne di agnello e tagliata di chianina accompagnano benissimo il sapore del Sagrantino ed in tavola non mancano primi piatti al vino, come gnocchi, pappardelle o riso alla montefalchese tra i cui ingredienti c’è ovviamente un bicchiere di rosso. Montefalco non è solo vino: i suoi uliveti producono uno straordinario olio extravergine davvero pregiato e dal gusto intenso, tutto da assaporare. Eventi a Montefalco Se ci si trova a Montefalco in estate, tra i consigli su cosa non perdere c’è l’appuntamento con La Fuga del Bove, una tradizionale manifestazione rievocativa che trasforma la piazza principale in un teatro a cielo aperto. Tra degustazioni, giostre medievali, esibizioni di sbandieratori, l’attenzione è catturata dalla serata dedicata alla fuga del bove: una rievocazione non cruenta di un gioco popolare, durante la quale i quattro rioni del borgo si sfidano trascinando e sospingendo il proprio bue sfidando i bovi dei quartieri rivali. Nel palinsesto di eventi montefalchesi non potevano mancare la Festa della Vendemmia, a settembre e il festival Frantoi Aperti, a novembre, con laboratori e degustazioni guidate. Un sogno per il palato ed un tuffo nelle più vive tradizioni montefalchesi. https://ift.tt/2UuqD4d Alla scoperta del borgo di Montefalco, in Umbria Non appena si posa lo sguardo sul borgo umbro di Montefalco si capisce in un istante perché il villaggio dalle chiare suggestioni medievali sia stato inserito nel circuito dei Borghi Più Belli D’Italia. Situato in provincia di Perugia, grazie all’incantevole posizione geografica in cui si trova Montefalco si è procurato l’appellativo di “Ringhiera dell’Umbria”. Dai numerosi belvedere del paese è possibile infatti osservare scorci di pura bellezza che spaziano da Perugia ad Assisi, fino a Spello, Foligno, Spoleto, Trevi, Bevagna e Gualdo Cattaneo. Tra i colli ammantati di uliveti che circondano il borgo si possono scorgere inoltre gli Appennini, i rilievi del Subasio ed i Monti Martani, per una veduta panoramica incredibilmente emozionante. Il nome del borgo trae il suo nome dalla caccia al falcone di cui Federico II di Svevia che qui soggiornò nel XIII secolo era particolarmente appassionato. Tra i confini di Montefalco si celano interessanti memorie artistiche, reperti storici ed affreschi di rilievo, ed i dintorni del villaggio sono celebri nel mondo per la produzione di vini rossi dalle proprietà organolettiche divine. Cosa vedere a Montefalco Il centro storico di Montefalco ha una struttura radiocentrica che mira alla perfezione urbanistica. Tulle le principali vie del borgo convergono verso la principale piazza, Piazza del Comune. Sullo spiazzo si specchiano numerosi edifici di interesse come il Palazzo Comunale e l’oratorio di Santa Maria, entrambi del XIII secolo, la chiesa di San Filippo Neri del 1705 trasformata nel XIX secolo in Teatro Comunale nonché diverse residenze signorili del ‘500, come palazzo Santi-Gentili o i palazzi Senili, Langeli e Camilli. Dalla piazza comunale si può passeggiare tra i vicoli di Montefalco per raggiungere il rione di Colla Mora, dal clima duecentesco, dove si trovano la Chiesa ed il Convento di San Francesco. Entrambi databili tra il 1335 ed 1338, sono incredibilmente ricchi opere d’arte e conservano tracce di inestimabile valore della cultura e della storia di Montefalco. Dal 1895 la Chiesa-Museo di San Francesco è sede infatti del Museo Civico, articolato su diversi interessanti spazi espositivi. Il primo è costituito dagli ambienti della ex chiesa, celebre per essere custode tra le altre cose del ciclo di affreschi denominato “Storie della vita di San Francesco“, opera di Benozzo Gozzoli, ed anche della Natività del Perugino. La pinacoteca del museo racchiude invece dipinti di Niccolò di Liberatore, conosciuto come L’Alunno, di Antoniazzo Romano e del pittore montefalchese Francesco Melanzio. Nella cripta giacciono invece reperti archeologici locali e da lì si accede infine alle cantine dei Frati Minori ed all’originale esposizione di utensili per la produzione vinicola risalenti al XVIII e XIX secolo. Il carattere medievale di Montefalco si lascia intravedere nelle sue mura difensive, ancora visitabili e intervallate dalle porte di accesso al borgo: la porta di Federico II, quella di Sant’Agostino, la porta della Rocca, di Camiano e di San Leonardo. Costeggiando le mura del paese, si arriva poi nel borgo San Leonardo, leggermente dislocato rispetto al centro, dove svettano la Chiesa di Santa Chiara e l’annesso convento. Fu proprio la Santa a volere la costruzione della chiesa che porta il suo nome, e le sue spoglie riposano oggi in un’urna d’argento tra le navate classiche ed austere della chiesa. Santa Chiara fu nel XIII secolo anche badessa del monastero agostiniano di Santa Chiara, un monastero di clausura attualmente visitabile solamente su richiesta. Al suo interno si trovano numerose opere d’arte, come un affresco del Gozzoli raffigurante proprio Santa Chiara ed un graziosissimo chiostro con giardino. Cosa fare nei dintorni di Montefalco Oltre a perdersi tra le vie del centro di Montefalco, è consigliabile uscire dai suoi confini per visitare le campagne circostanti, splendido esempio di paesaggio umbro. Uliveto e vigneti disegnano il territorio e sono numerose le opportunità di tour enogastronomici che permettono di approfondire l’arte vinicola e degustare il nettare prodotto in queste terre. Un’immersione negli splendidi territori che fanno da sfondo a Montefalco completa in maniera perfetta l’esplorazione di queste zone dell’Umbria. Da Montefalco si può ad esempio intraprendere la Via del Sagrantino, che si snoda tra scenari meravigliosi e luoghi che si sono mantenuti piacevolmente intatti nei secoli. Cosa mangiare a Montefalco Montefalco è celebre per una sua caratteristica: è il fulcro della produzione di vini rossi eccezionali. Famoso è il Sagrantino di Montefalco, prodotto Docg, ottenuto con le sole uve sagrantino, dalle quali si producono anche Sagrantino Montefalco Passito Docg e il Montefalco Rosso Doc. Tra i golosi derivati delle uve di Montefalco compare il pan mostato, un pane preparato nel periodo della vendemmia e famosi sono in zona i tozzetti alle mandorle da accostare rigorosamente ad un buon bicchiere di Passito. Carne di agnello e tagliata di chianina accompagnano benissimo il sapore del Sagrantino ed in tavola non mancano primi piatti al vino, come gnocchi, pappardelle o riso alla montefalchese tra i cui ingredienti c’è ovviamente un bicchiere di rosso. Montefalco non è solo vino: i suoi uliveti producono uno straordinario olio extravergine davvero pregiato e dal gusto intenso, tutto da assaporare. Eventi a Montefalco Se ci si trova a Montefalco in estate, tra i consigli su cosa non perdere c’è l’appuntamento con La Fuga del Bove, una tradizionale manifestazione rievocativa che trasforma la piazza principale in un teatro a cielo aperto. Tra degustazioni, giostre medievali, esibizioni di sbandieratori, l’attenzione è catturata dalla serata dedicata alla fuga del bove: una rievocazione non cruenta di un gioco popolare, durante la quale i quattro rioni del borgo si sfidano trascinando e sospingendo il proprio bue sfidando i bovi dei quartieri rivali. Nel palinsesto di eventi montefalchesi non potevano mancare la Festa della Vendemmia, a settembre e il festival Frantoi Aperti, a novembre, con laboratori e degustazioni guidate. Un sogno per il palato ed un tuffo nelle più vive tradizioni montefalchesi. Nel borgo di Montefalco, in Umbria, è possibile visitare le mura medievali, il monastero e la chiesa di Santa Chiara e molto altro.
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La recensione del Trebbiano Spoletino DOC Spoleto 2014 di @PerticaiaWinery https://buff.ly/2yQKQXh #vino #winetasting
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Il Cammino di Spoleto (festival dei due Monti)
Mercoledì 6 marzo, partendo dal passo delle Cese, in Val Nerina, passando per CastelMonte e Monteluco, siamo arrivati a Spoleto, dove abbiamo dormito in albergo e da dove siamo ripartiti il giorno dopo per tornare alle nostre macchine. Oltre ai promotori, Enrico, Ivana, Teresa e Roberto, i quali intendevano allenarsi ai percorsi lunghi come preparazione al Cammino di Santiago da fare a maggio, hanno partecipato con entusiasmo anche Kioka, Gloria e Fabrizio con Teo, Donatella e Stefania.
Dopo la prima parte, tutta in salita, siamo arrivati alla Forca delle Porelle e abbiamo cominciato la discesa. La vegetazione di fine inverno cominciava a mostrare i primi segni della preparazione alla collezione primavera-estate. Ci siamo fermati all’albergo-ristorante-bar Ferretti per la pausa caffè, dopo di che abbiamo continuato fino a Spoleto. Il famoso Ponte delle Torri è interdetto al passaggio perché lesionato dal terremoto e quindi abbiamo allungato il viaggio con un sentiero alternativo.
Dopo una birra al bar e un gelato col pistacchio “Campione del mondo 2017” abbiamo raggiunto l’albergo, gestito da un tipodi Bari, molto gentilee disponibile. Il personale era tutto straniero, albanesi e altro. Sembra che la maggior parte degli spoletini sia emigrata altrove e, a parte il periodo del Festival e quando si gira la fiction di Don Matteo, a Spoleto, di sera, c’è meno vita che su Marte. Comunque è notoriamente una bella cittadina, con palazzi, chiese e antiche rovine. Ci sono anche scale mobili, ascensori e sorprendenti passaggi sotterranei con lunghissimi tapis roulant. Ottima cena tipica in albergo a 20 euri e una bella dormita in una notte silenziosa. Fabrizio e Teo sono invece tornati a Terni dopo la cena.
La mattina, dopo una bella colazione, siamo ripartiti su per la salita ricordando man mano il percorso già fatto, di nuovo pausa caffè da Ferretti, e poi il ritorno in discesa. Naturalmente abbiamo chiuso con la birra al Bar dell’Isola, dal quale eravamo partiti il giorno prima.
Questa relazione rischia di risultare noiosa, senza imprevisti o incidenti: abbiamo camminato bene, mangiato bene, dormito bene, bevuto bene, non abbiamo litigato né fra noi né con chi abbiamo incontrato, né caldo né freddo, fatica giusta, buona atmosfera. Ma io l’ho scritta lo stesso perché mi è stato richiesto.
A questo proposito ricordo una storiella divertente: un monaco, mentre percorreva un sentiero, si mise a contare i sassi che calpestava. Quando arrivò al Monastero gli chiesero: com’era il sentiero? Il monaco rispose: tremiladuecentoquarantasei sassi. E com’era il paesaggio? Nessun paesaggio.
a mani giunte
Roberto Doc
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Il vitigno Trebbiano Spoletino e il vino Spoleto DOC. Guarda il filmato su umbriacenter.tv (link in bio) #umbriacenter #umbria #umbriaitaly #umbriatourism #doc #spoleto #vino #clouds #wine #trebbianospoletino #trebbiano #loveumbria #umbriagram #vivoumbria #picsoftheday #instagood #bestumbriapics #travelblogger (at San Brizio, Umbria, Italy) https://www.instagram.com/p/CFFwoGpKDAA/?igshid=sh4b085yoxb7
#umbriacenter#umbria#umbriaitaly#umbriatourism#doc#spoleto#vino#clouds#wine#trebbianospoletino#trebbiano#loveumbria#umbriagram#vivoumbria#picsoftheday#instagood#bestumbriapics#travelblogger
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Montefalco nel Bicchiere
“MONTEFALCO NEL BICCHIERE”, DALL’11 LUGLIO TORNANO LE DEGUSTAZIONI DEL CONSORZIO TUTELA VINI MONTEFALCO IN UNO DEI BORGHI PIU’ BELLI D’ITALIA SUI CANALI SOCIAL PARTE IL “SUMMER SPLASH CONTEST” DEDICATO AI VINI DI MONTEFALCO E SPOLETO E NEL CDA L’INGRESSO DI PIERNERA IN RAPPRESENTANZA DELLA SPOLETO DOC
MONTEFALCO (PERUGIA) – Estate dedicata al vino a Montefalco: diverse le iniziative promosse dal…
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First Coffee, Then Tannins (Antonelli Montefalco Recent Releases)
Filipo Antonelli
It’s a wet, chilly, grey Winter morning in San Marco, a locality that sits just outside of Italy’s Montefalco and the ridiculously-well-named town of Bastardo. And I’ve had to wait in the damp cold for a short bit, because Filippo Antonelli is a bit late for our appointment at his family’s winery (hey, welcome to Umbria, right?). And that’s pretty much the only slightly-negative thing that you’ll read about Antonelli over the next few minutes… but let’s set the stage with a little bit more detail before we get into the effusive wine recommendation stuff…
Filippo opens up the Antonelli tasting room, which sits on a hill across from the old family house/cellar/former winery, and starts to bring the charmingly imposing place to life, switching on the lights, and asking me “would you like a coffee?”
I tell him no, grazie, I just had plenty of java at my hotel, so I’m good.
After a bit of a pause, he turns towards the espresso machine longingly, then back to me. “Do you mind if I have one, then, before we get started?” And that’s one of those moments where you just love Italy.
Anyway, Filipo then gives me the lowdown on the Antonelli biz. He co-owns (since 1986) the family company along with his cousins, with the Umbria property being from his father’s side (and formerly, for about six centuries, being the Summer residence of bishops – part of the fact that Umbria was a portion of the Vatican state until the Eighteenth Century). His great grandfather Francesco was a lawyer, who purchased the estate in 1881. At that time, it was typical Umbrian farming fare; a mix of vines, olive trees, pig farms, and wheat, with the wine being sold in bulk and crop-sharing being the norm. After the advent of the DOC in 1979, they began bottling their own wine, and now release about 300,000 bottles a year from 50 hectares of vines (and still farm olives, wheat, spelt, chick peas, and host agritourism (that is an actualy word, by the way) on roughly 170 hectares of land).
A new subterranean winery was built in 2001. And from it comes perhaps some of the most elegantly-crafted Sagrantino available on the planet…
The current winemaking at Antonelli is a team effort between consulting winemaker Paolo Salvi, resident Oenologist Massimiliano Caburazzi, vineyard consultant and Ruggero Mazzilli, and vineyard manager Alessio Moretti. What’s in their bottles suggests that they are doing just about everything right.
2016 Antonelli San Marco ‘Trebium’ Trebbiano Spoletino Spoleto (Umbria, $20)
The whites of Monteflaco are often overshadowed by their much more, uhm, robust red brethren. But it’s one of the regional white DOCs – Spoleto – that is among the area’s most vinously exciting. italy’s maddening penchant for naming every other genetically-unrelated white grape trebbiano aside, the Spoletino version can be fascinating stuff. Here, we get friendly citric and herbal/floral notes, with more serious hints of brioche and pith. It’s tight and young, revealing little (and even that after several minutes in the glass), but the structure and aging potential is apparent right off the bat.
2012 Antonelli San Marco Montefalco Rosso Riserva (Umbria, $33)
The Montefalco middle-child brother, this classification sits between the more instantly-appealing Montefalco Rosso and Sagrantino designations. Antonelli only produces their Riserva line in better vintages, and it sees longer wood aging than their Rosso (about 1.5 years). The blend is about 70% Sangiovese (in this case, selected from their oldest vines), 15% Sagrantino, and 15% Montepulciano. Sangio arrived in the area ’round about 1800, and despite the continental climate does well in the region’s ample sunshine. Interestingly, and thankfully unlike its Trebbiano, there’s no specific sangiovese variant that defines Montefalco’s plantings. Anyway, this red combines freshness and earthiness in a classy, spicy, plummy presentation. The mouthfeel is, at turns, full of tart cherry flavors and fleshier, riper plums, and finishes with hints of citrus peel and even clay (and I mean this in a very good, pair-it-with-flank-steak kind of way).
2012 Antonelli San Marco Sagrantino di Montefalco (Umbria, $43)
Now we get to the meat of the meal. Sagrantino isn’t a easy grape to get your head (or tongue, or gums) around, particularly when it’s young and full of burly tannins, burly acids, and burly alcohol. Antonelli has managed to set a standard on how elegant a Sagrantino can be upon release, without going overboard trying to completely tame its youthful unruliness. This is immediately complex stuff, with ample black cherry, tobacco, leather, and mineral aromas. In the mouth, all of the requisite structure for aging is there, along with power, but it never gets overbearing. Give it ten years, and thank me later.
2010 Antonelli San Marco “Chiusa di Pannone” Sagrantino di Montefalco (Umbria, $NA)
I’ve been trying, since tasting this wine, to come up with reasons for not considering it one of the best young Sagrantinos that I’ve ever tasted, and despite the effort of trying to prove the negative corollary, I keep coming up short so I’m going to give up and just call this release the real deal. The wine is sourced from 1990s plantings that sit at about 400 meters elevation, helping to tame the sun-ripening and heat during the growing season. The result is about as gorgeously kick-ass (think Michelle Yeoh) as Sagrantino gets; graphite, leather, earth, tobacco spices, red plums, black cherries, and a long, fleshy, grippy, stunning palate expression. I took a bottle home, which, given how ridiculously behind on sample tastings (and storage space) I am, is about as high a praise as I can offer a wine these days, I suppose.
Cheers!
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Copyright © 2016. Originally at First Coffee, Then Tannins (Antonelli Montefalco Recent Releases) from 1WineDude.com – for personal, non-commercial use only. Cheers!
Source: http://www.1winedude.com/first-coffee-then-tannins-antonelli-montefalco-recent-releases/
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First Coffee, Then Tannins (Antonelli Montefalco Recent Releases)
Filipo Antonelli
It’s a wet, chilly, grey Winter morning in San Marco, a locality that sits just outside of Italy’s Montefalco and the ridiculously-well-named town of Bastardo. And I’ve had to wait in the damp cold for a short bit, because Filippo Antonelli is a bit late for our appointment at his family’s winery (hey, welcome to Umbria, right?). And that’s pretty much the only slightly-negative thing that you’ll read about Antonelli over the next few minutes… but let’s set the stage with a little bit more detail before we get into the effusive wine recommendation stuff…
Filippo opens up the Antonelli tasting room, which sits on a hill across from the old family house/cellar/former winery, and starts to bring the charmingly imposing place to life, switching on the lights, and asking me “would you like a coffee?”
I tell him no, grazie, I just had plenty of java at my hotel, so I’m good.
After a bit of a pause, he turns towards the espresso machine longingly, then back to me. “Do you mind if I have one, then, before we get started?” And that’s one of those moments where you just love Italy.
Anyway, Filipo then gives me the lowdown on the Antonelli biz. He co-owns (since 1986) the family company along with his cousins, with the Umbria property being from his father’s side (and formerly, for about six centuries, being the Summer residence of bishops – part of the fact that Umbria was a portion of the Vatican state until the Eighteenth Century). His great grandfather Francesco was a lawyer, who purchased the estate in 1881. At that time, it was typical Umbrian farming fare; a mix of vines, olive trees, pig farms, and wheat, with the wine being sold in bulk and crop-sharing being the norm. After the advent of the DOC in 1979, they began bottling their own wine, and now release about 300,000 bottles a year from 50 hectares of vines (and still farm olives, wheat, spelt, chick peas, and host agritourism (that is an actualy word, by the way) on roughly 170 hectares of land).
A new subterranean winery was built in 2001. And from it comes perhaps some of the most elegantly-crafted Sagrantino available on the planet…
The current winemaking at Antonelli is a team effort between consulting winemaker Paolo Salvi, resident Oenologist Massimiliano Caburazzi, vineyard consultant and Ruggero Mazzilli, and vineyard manager Alessio Moretti. What’s in their bottles suggests that they are doing just about everything right.
2016 Antonelli San Marco ‘Trebium’ Trebbiano Spoletino Spoleto (Umbria, $20)
The whites of Monteflaco are often overshadowed by their much more, uhm, robust red brethren. But it’s one of the regional white DOCs – Spoleto – that is among the area’s most vinously exciting. italy’s maddening penchant for naming every other genetically-unrelated white grape trebbiano aside, the Spoletino version can be fascinating stuff. Here, we get friendly citric and herbal/floral notes, with more serious hints of brioche and pith. It’s tight and young, revealing little (and even that after several minutes in the glass), but the structure and aging potential is apparent right off the bat.
2012 Antonelli San Marco Montefalco Rosso Riserva (Umbria, $33)
The Montefalco middle-child brother, this classification sits between the more instantly-appealing Montefalco Rosso and Sagrantino designations. Antonelli only produces their Riserva line in better vintages, and it sees longer wood aging than their Rosso (about 1.5 years). The blend is about 70% Sangiovese (in this case, selected from their oldest vines), 15% Sagrantino, and 15% Montepulciano. Sangio arrived in the area ’round about 1800, and despite the continental climate does well in the region’s ample sunshine. Interestingly, and thankfully unlike its Trebbiano, there’s no specific sangiovese variant that defines Montefalco’s plantings. Anyway, this red combines freshness and earthiness in a classy, spicy, plummy presentation. The mouthfeel is, at turns, full of tart cherry flavors and fleshier, riper plums, and finishes with hints of citrus peel and even clay (and I mean this in a very good, pair-it-with-flank-steak kind of way).
2012 Antonelli San Marco Sagrantino di Montefalco (Umbria, $43)
Now we get to the meat of the meal. Sagrantino isn’t a easy grape to get your head (or tongue, or gums) around, particularly when it’s young and full of burly tannins, burly acids, and burly alcohol. Antonelli has managed to set a standard on how elegant a Sagrantino can be upon release, without going overboard trying to completely tame its youthful unruliness. This is immediately complex stuff, with ample black cherry, tobacco, leather, and mineral aromas. In the mouth, all of the requisite structure for aging is there, along with power, but it never gets overbearing. Give it ten years, and thank me later.
2010 Antonelli San Marco “Chiusa di Pannone” Sagrantino di Montefalco (Umbria, $NA)
I’ve been trying, since tasting this wine, to come up with reasons for not considering it one of the best young Sagrantinos that I’ve ever tasted, and despite the effort of trying to prove the negative corollary, I keep coming up short so I’m going to give up and just call this release the real deal. The wine is sourced from 1990s plantings that sit at about 400 meters elevation, helping to tame the sun-ripening and heat during the growing season. The result is about as gorgeously kick-ass (think Michelle Yeoh) as Sagrantino gets; graphite, leather, earth, tobacco spices, red plums, black cherries, and a long, fleshy, grippy, stunning palate expression. I took a bottle home, which, given how ridiculously behind on sample tastings (and storage space) I am, is about as high a praise as I can offer a wine these days, I suppose.
Cheers!
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