#comunità fragili
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Il progetto “#wecare – protection” promosso da Dussmann e CESVI debutta al Kilometro Rosso: una tavola rotonda sulla sostenibilità come scelta strategica. Scopri di più su Alessandria today.
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angelap3 · 6 months ago
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Omelia di don Andrea Gallo al funerale di Fabrizio De Andrè
Caro Faber,
da tanti anni canto con te, per dare voce agli ultimi, ai vinti, ai fragili, ai perdenti. Canto con te e con tanti ragazzi in Comunità.
Quanti «Geordie» o «Michè», «Marinella» o «Bocca di Rosa» vivono accanto a me, nella mia città di mare che è anche la tua. Anch’io ogni giorno, come prete, «verso il vino e spezzo il pane per chi ha sete e fame». Tu, Faber, mi hai insegnato a distribuirlo, non solo tra le mura del Tempio, ma per le strade, nei vicoli più oscuri, nell’esclusione.
E ho scoperto con te, camminando in via del Campo, che «dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior».
La tua morte ci ha migliorati, Faber, come sa fare l’intelligenza.
Abbiamo riscoperto tutta la tua «antologia dell’amore», una profonda inquietudine dello spirito che coincide con l’aspirazione alla libertà.
E soprattutto, il tuo ricordo, le tue canzoni, ci stimolano ad andare avanti.
Caro Faber, tu non ci sei più ma restano gli emarginati, i pregiudizi, i diversi, restano l’ignoranza, l’arroganza, il potere, l’indifferenza.
La Comunità di san Benedetto ha aperto una porta in città. Nel 1971, mentre ascoltavamo il tuo album, Tutti morimmo a stento, in Comunità bussavano tanti personaggi derelitti e abbandonati: impiccati, migranti, tossicomani, suicidi, adolescenti traviate, bimbi impazziti per l’esplosione atomica.
Il tuo album ci lasciò una traccia indelebile. In quel tuo racconto crudo e dolente (che era ed è la nostra vita quotidiana) abbiamo intravisto una tenue parola di speranza, perché, come dicevi nella canzone, alla solitudine può seguire l’amore, come a ogni inverno segue la primavera [«Ma tu che vai, ma tu rimani / anche la neve morirà domani / l’amore ancora ci passerà vicino / nella stagione del biancospino», da L’amore, ndr].
È vero, Faber, di loro, degli esclusi, dei loro «occhi troppo belli», la mia Comunità si sente parte. Loro sanno essere i nostri occhi belli.
Caro Faber, grazie!
Ti abbiamo lasciato cantando Storia di un impiegato, Canzone di Maggio. Ci sembrano troppo attuali. Ti sentiamo oggi così vicino, così stretto a noi. Grazie.
E se credete ora
che tutto sia come prima
perché avete votato ancora
la sicurezza, la disciplina,
convinti di allontanare
la paura di cambiare
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti,
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti.
Caro Faber, parli all’uomo, amando l’uomo. Stringi la mano al cuore e svegli il dubbio che Dio esista.
Grazie.
Le ragazze e i ragazzi con don Andrea Gallo,
prete da marciapiede.
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l-incantatrice · 1 year ago
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Dopo il fatto in Sicilia di quell’uomo che ha ucciso la moglie e due figli perché convinto che fossero schiavi del demonio,in diverse trasmissioni televisive hanno parlato di quante sette,religiose e non,ci sono in Italia. Gli esperti sostengono che quelli che vengono irretiti da queste sette e dai loro santoni sono persone fragili,confuse,che stanno attraversando un momento difficile e si sentono sole. Nella setta trovano una comunità che li accoglie e dá loro sostegno. Secondo me non è sufficiente questo,alla base c’è una grande ignoranza. Tutti più o meno abbiamo attraversato periodi di difficoltà e di solitudine,ma non siamo finiti vittime di qualche setta. Io ho ascoltato in televisione i discorsi di alcuni sedicenti santoni e se fossi stata in loro presenza sarei scoppiata a ridergli in faccia per le stronzate assurde che dicevano. Purtroppo la gente che dá loro credito è di un’ignoranza spaventosa. Ed è questo che mi lascia di stucco: che nel ventunesimo secolo,con internet,la globalizzazione,la circolazione delle idee e la scolarizzazione di massa,esistano ancora persone così stupide e ignoranti
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wickedlydistantpirate · 2 months ago
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Il disegno di legge (DDL) 832, presentato al Senato dal partito di Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia) e a prima firma del senatore Alberto Balboni, propone modifiche significative in materia di affido condiviso, con l'obiettivo di imporre la bigenitorialità perfetta e l'obbligo di doppio domicilio per i figli di genitori separati.
Questo significa che i bambini dovrebbero vivere alternativamente nella casa del padre e in quella della madre con tempi di permanenza identici, eliminando il concetto di "residenza abituale".
Il disegno di legge (DDL) 832 è stato soprannominato "DDL Salomone": rischia di "tagliare a metà" i figli, mettendo al centro i diritti degli adulti piuttosto che l'interesse superiore dei minori.
Prevede la scomparsa dell'obbligo di mantenimento proporzionale alle risorse economiche dei genitori, sostituito da un mantenimento paritetico, con conseguente rischio di penalizzazione economica soprattutto per le madri, che sono statisticamente più fragili sotto questo profilo.
Il disegno di legge (DDL) 832 ha suscitato forti critiche da parte di associazioni femministe come Radfem Italia, per i rischi che il DDL comporta per madri e figli.
ll disegno di legge non prevede alcuna tutela specifica nei casi di violenza domestica da parte dei padri, né considera i procedimenti penali in corso contro genitori violenti.
ll disegno di legge privilegia la bigenitorialità a ogni costo, anche quando questa può risultare dannosa per i minori e le madri vittime di violenza.
Punto controverso del disegno di legge (DDL) 832 è la possibilità per il giudice di collocare i figli presso una terza persona o in comunità familiari in caso di "gravi motivi", senza definire chiaramente quali siano tali motivi, con il rischio di allontanamenti dolorosi e ingiustificati dalla madre. Il DDL ignora la sindrome di alienazione parentale (PAS), invocata per giustificare l'allontanamento della madre, sulla quale non esiste fondamento scientifico.
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mezzopieno-news · 1 year ago
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LE BARRIERE CORALLINE DEL MONDO SONO PIÙ ESTESE DEL PREVISTO
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Un nuovo studio ha rivelato che la superficie sottomarina ricoperta da barriere coralline è grande il doppio rispetto alle stime precedenti e corrisponde a un’area di 348.000 chilometri quadrati nelle acque poco profonde degli oceani.
Le mappe degli ecosistemi marini mettono in evidenza molte attività scientifiche e di conservazione ma, fino a tempi recenti, nessuna carta ad alta risoluzione delle barriere mondiali era disponibile per l’esame della comunità scientifica. Oggi grazie ai rilevamenti satellitari, un team di ricercatori dell’Università del Queensland in Australia ha analizzato 1,5 milioni di campioni di addestramento per implementare oltre 100 bilioni di pixel di immagini, ottenendo così una mappatura dettagliata delle barriere coralline di tutto il mondo.
Le barriere coralline ospitano un quarto della vita sottomarina mondiale e contribuiscono al sostentamento di milioni di persone, soprattutto nelle aree tropicali. Sebbene siano sistemi fragili, minacciati da inquinamento, sovrapesca e sviluppo costiero, esse rappresentano una protezione delle coste da erosione e tempeste, contribuendo a mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Perciò una delle domande di maggiore interesse che la comunità scientifica si pone è quanti coralli siano effettivamente presenti sotto la superficie del mare. Le mappe realizzate dall’Università del Queensland, liberamente accessibili tramite l’Atlante Allen Coral e il motore di ricerca Google Earth, vengono ora utilizzate da migliaia di ricercatori per migliorare la gestione e la conservazione sugli ecosistemi corallini mondiali.
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Fonte: Science Direct; foto di VisaVietnam
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londranotizie24 · 3 months ago
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Di Annalisa Valente Sabato 12 luglio torna l’Italian Summer Market a Nottingham, evento benefico organizzato dalla Scuola Italiana di Nottingham. Un pomeriggio tra artigianato, cibo italiano e musica dal vivo, con i fondi destinati al Nottingham Hospitals Charity. Confermati espositori d’eccezione e il sostegno delle istituzioni locali. L’Italian Summer Market 2025 di Nottingham: eccellenze italiane per un evento solidale L’Italian Summer Market di sabato 12 Luglio a Nottingham inizia a prendere forma. L’appuntamento benefico organizzato dalla Scuola Italiana di Nottingham (Italian School of Nottingham) di Alessia Beneventi registra i primi espositori che confermano la loro presenza. Importante esserci, per regalare alla comunità locale un pomeriggio ricco di suoni, colori, buon cibo (rigorosamente italiano) insieme alla possibilità di mettere in mostra manufatti e prodotti unici da ammirare e regalare. Ma non solo. Ad oggi presenza confermata per: - Franco Specialty Coffee - caffè e assaggi di diverse tipologie di caffè, per intenditori e per chi è semplicemente curioso; - Mr Delis - prodotti italiani confezionati, la cultura del buon cibo arriva ovunque; - Little Big Sicily - Sicilian street food, la tradizione culinaria incontra la modernità; - Dolly and Pops Uk - orecchini e gioielli fatti a mano, colorati, sfiziosi, per ogni occasione; - Rosa’s Jewels - gioielli fatti a mano, easy ed eleganti, da sfoggiare ogni giorno; - The Marriott Gluten Free - dolci senza glutine, per chi ne ha bisogno e per chi ne ha semplicemente voglia; - Martina’s craft - gioielli fatti a mano, come da tradizione artigiana, per tutti i gusti; - Write Good Words - scritte personalizzate e gioielli fatti a mano, la fantasia al potere; - Da Vinci Dough - Pizze italiane, immancabili nella tradizione culinaria made in Italy; - Toads Adorbs - articoli fatti con l’uncinetto crochet, l’originalità che va a braccetto con la fantasia. E come lo scorso anno, anche in questa edizione 2025, la musica dal vivo promette ritmi coinvolgenti e molto estivi (visto anche il periodo): ci saranno i Mas y Mas, gruppo musicale con un travolgente repertorio latino-americano. Anche l’Italian Summer Market 2025 ha uno scopo benefico, i fondi ricavati dall’iniziativa andranno quest’anno al Nottingham Hospitals Charity (https://www.nottinghamhospitalscharity.org.uk/) punto di riferimento della città per l’aiuto alle persone fragili, ai bambini, ai pazienti terminali. E’ l’obiettivo che ci si pone quando si ha un cuore grande e si lavora a beneficio dei meno fortunati, di chi ha più bisogno di cure, di vicinanza reale, di aiuti concreti. E l’Italian Summer Market di Alessia Beneventi è tutto questo. Anche le istituzioni locali iniziano a dare supporto tramite la propria adesione all’iniziativa, a voler sottolinearne la rilevanza degli obiettivi: il Councillor Hari Om di Ruschliffe Council ha già confermato la propria presenza. E altri, come è sempre stato in passato, presto si aggiungeranno. A questo punto, l’Italian Summer Market non aspetta altro che continuare a riempirsi di espositori, di venditori desiderosi di esserci, di mettere in mostra la loro produzione, di non mancare a un appuntamento così importante. Londra Notizie 24 c’è già, quest’anno il nostro magazine è media partner dell’Italian Summer Market of Nottingham, perché essere parte dell’evento è importante, un’occasione da non perdere. Quando: Sabato 12 Luglio A che ora: dalle 1 pm alle 4 pm Dove: Rushcliffe School, West Bridgford, Nottingham, NG2 7BW Per info: https://www.italianschoolnottingham.co.uk/ [email protected]. #ItalianSummerMarket #Nottingham #CiboItaliano #MadeInItaly #Solidarietà #EventoBenefico #Artigianato ... Continua a leggere su
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campanauz · 1 year ago
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La prima volta che ho letto "il maestro e Margherita", ne venivo da un brutto esaurimento. Ero stata trascinata all'interno di una setta para cristiana, ero giovanissima, ne ero uscita ma chiaramente non stavo bene, tutti i miei riferimenti erano sconvolti, la serenità persa, quasi anche la fede. La lettura mi era stata suggerita da una zia, comunista pura, insegnante di lettere, che mi voleva tanto bene: doveva farmi uscire da quel tunnel facendomi usare la testa, che fino ad allora aveva funzionato bene, ma soprattutto darmi degli strumenti- la tagliente ironia di Bulgakov.
E adesso sono passati più di vent'anni, anche io come molti vedo lo short in cui Barbero piange pensando a Margherita, che ha pietà di una disgraziata, e decido di ascoltare l'audiolibro mentre lavo casa, come premio per il mio essere un adulto funzionale.
Che dire. Ho trovato più compassione e cristianità nel racconto della morte di Joshua che nella maggior parte dei discorsi di quelli che si vendono come Veri Cristiani. Che certo, c'è del genio indiscutibile nel capire l'animo umano, nel descrivere i luoghi, le sensazioni, le emozioni che difficilmente ho visto (o sentito) utilizzare con questo calibro, questa misura perfetta. Che è ironico- ed è sicuramente adatto a come sono io, ma anche a come è lo scrittore- che mi faccia piangere di commozione il racconto di un russo con una fede travagliata veda la morte di un uomo innocente con tanta compassione. Ironico perché sebbene cerchi di vivere scegliendo di fare quello che è giusto, non sono mai più riuscita ad aprire una Bibbia, o a frequentare continuativamente una comunità, una chiesa. E forse è tutto qui, quello che mi serve: questa visione compassionevole, intelligente, umana, di uomini e donne fragili che pensano di poter ballare col diavolo ma che sono indifesi di fronte alla verità. Che viaggio incredibile.
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viverecagliari · 11 days ago
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Bibliobus: Fermate dal 16 al 30 GIUGNO 2025
Il Bibliobus torna in città: cultura itinerante per tutti, dal 16 al 30 giugno.
Un furgone carico di libri, idee e opportunità. Il Bibliobus riprende il suo viaggio tra i quartieri di Cagliari con il calendario estivo delle fermate attivo dal 16 al 30 giugno 2025. Il servizio, promosso dal Comune, è molto più di una biblioteca su ruote: è un presidio culturale mobile che porta la lettura nei luoghi della quotidianità, rendendo i libri accessibili anche a chi vive lontano dalle biblioteche tradizionali.
Un servizio fondamentale per la comunità
Il Bibliobus rappresenta un ponte tra cultura e territorio, offrendo un servizio gratuito e inclusivo che arriva direttamente nelle piazze, nei parchi e nei mercati dei diversi quartieri cittadini. È un’opportunità per tutti — bambini, giovani, adulti e anziani — di prendere in prestito libri, restituirli o semplicemente riscoprire il piacere della lettura all’aria aperta.
In un’epoca in cui si parla spesso di divari culturali e di mancanza di spazi aggregativi, il Bibliobus si rivela uno strumento efficace di democrazia culturale, capace di raggiungere le fasce più fragili della popolazione, promuovendo al contempo l’amore per la lettura e la partecipazione attiva alla vita culturale della città.
Calendario delle fermate (16 – 30 giugno 2025)
Il servizio sarà attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13, secondo questa programmazione:
Lunedì 16, 23, 30 giugno Parco Giovanni Paolo II – h 9.00-13.00
Martedì 17 e 24 giugno Mulinu Becciu, via Giotto – h 9.00-13.00
Mercoledì 18 e 25 giugno Genneruxi, via Stoccolma – h 9.00-13.00
Giovedì 19 giugno Is Mirrionis, Mercato di via Quirra – h 9.00-13.00
Giovedì 26 giugno Pirri, Parco Ex Vetreria – h 9.00-13.00
Venerdì 20 e 27 giugno La Palma, via Euro – h 9.00-13.00
Le fermate di via Quirra (Is Mirrionis) e Parco Ex Vetreria (Pirri) si alterneranno il giovedì a settimane alterne.
Contatti utili
Per ulteriori informazioni sul servizio, è possibile:
Telefonare al numero 329 9019746 Scrivere una mail a [email protected]
Perché il Bibliobus è importante oggi
In un mondo iperconnesso ma spesso frammentato, iniziative come il Bibliobus rimettono al centro la relazione, l’incontro e l’educazione permanente. Portare i libri fuori dagli scaffali significa anche abbattere le barriere fisiche, culturali ed economiche che ancora oggi limitano l’accesso alla cultura.
Il Bibliobus è una piccola rivoluzione gentile, che ogni mattina accende un motore per portare parole, storie e possibilità là dove più servono: tra le persone.
Vuoi scoprire altri eventi in città?
Consulta la sezione Eventi su Vivere a Cagliari per restare aggiornato su concerti, spettacoli, manifestazioni culturali e appuntamenti imperdibili.
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katnisshawkeye · 11 days ago
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The 100 – La serie completa
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Scheda informativa
Titolo originale delle opere: The 100 – The 100: Day 21 – The 100: Homecoming – The 100: Rebellion
Autore: Kass Morgan
Editore: BUR RIzzoli
Prima pubblicazione: febbraio 2023
Prezzo: € 20,00
Trama
In seguito a una devastante guerra termonucleare scoppiata sulla Terra, i sopravvissuti si sono imbarcati su tre navi spaziali e per secoli i loro discendenti hanno vissuto nello Spazio. Ora pare giunto il momento di tornare. A essere spediti sulla Terra per capire se sia di nuovo abitabile sono in cento ragazzi, giovani delinquenti ritenuti sacrificabili. Alle prese con una natura magnifica e selvaggia, i 100 sulla Terra dovranno lottare per sopravvivere. Non sono eroi, ma sono l'unica speranza per il genere umano e diventeranno figure di riferimento per il resto della loro gente che li seguirà. Ma tra mille insidie, la strada per un futuro di pace e prosperità non sarà facile da tracciare...
Recensione
Se avete visto la serie tv tratta dai libri di Kass Morgan, prendetela e mettetela da parte. Questo perché la serie tv è solo lontanamente ispirata ai libri della serie The 100, i quali non si limitano a essere una soap opera in cui i personaggi scoprono, sulla Terra, l'amore e l'orientamento sessuale.
I libri seguono i quattro punti di vista di quattro giovani “criminali”: Clarke, in Confinamento perché ritenuta complice dei propri genitori per aver effettuato test con le radiazioni sugli orfani della Colonia; Glass, che ha fatto l'amore illegalmente; Bellamy, che ha voluto partire con i cento fuorilegge solo perché tra di loro c'era la sua sorellina, Octavia, in Confinamento proprio perché ritenuta clandestina per il solo fatto di essere una secondogenita; Wells, migliore amico di Clarke e figlio del Cancelliere, che — sentendosi in colpa per aver mandato Clarke in Confinamento — voleva solo proteggere la sua migliore amica, e scusarsi con lei.
Clarke, Bellamy, Wells e Glass portano con sé un bagaglio emotivo enorme, fatto di scelte sbagliate, sensi di colpa, segreti e desideri profondamente umani. Kass Morgan non li idealizza, ma li mette alla prova costringendoli a confrontarsi con la fame, la paura, la fiducia e, soprattutto, con se stessi, in una narrazione corale che restituisce non solo l'azione ma, soprattutto, il mondo interiore di ciascuno.
A differenza della serie tv, dove i personaggi sembrano cambiare personalità a seconda delle esigenze di trama, nei libri i cambiamenti avvengono in modo graduale e credibile: Clarke non è un'eroina infallibile, ma una ragazza piena di contraddizioni, divisa tra razionalità e sentimento, tra la responsabilità verso gli altri e la rabbia per ciò che ha perso. Glass, che manca del tutto nella serie tv, è il personaggio che permette all'autrice di mostrare cosa accade sulla Colonia durante la missione dei cento: doveva, infatti, essere una dei cento, ma la paura di morire e di non rivedere mai più la persona amata, Luke, l'hanno fatta fuggire, nascondersi, permettendoci così di riflettere sulle disuguaglianze sociali e sui privilegi tra i Coloni della Fenice, della Walden e dell'Arcadia., sul costo personale delle scelte e sulla possibilità di redenzione. Bellamy e Wells, così diversi ma egualmente guidati dall'amore — il primo per la sorella, il secondo per la sua migliore amica — non sono solo degli archetipi maschili: sono impulsivi, fragili, pieni di buone intenzioni ma, anche, di paure. Ed è qui che The 100 non è solo una storia d'azione travestita da romanzo per ragazzi, ma un'indagine profonda sull'identità e sul senso di appartenenza.
In tutto questo, la Terra non è solo un'ambientazione: è un simbolo. È il luogo del ritorno, del possibile riscatto, e della speranza. Ma è anche il luogo dove i Coloni scoprono che non solo i soli terrestri sopravvissuti, perché ci sono Terrestri che durante il Cataclisma sono riusciti a nascondersi e a prosperare, non in una ma in più piccole comunità. Questo, nella serie tv, viene fatto vedere solo in parte: ci sono sì dei Terrestri violenti e selvaggi, ma ci sono anche dei Terrestri molto democratici, che cercano di riconnettersi alla Terra in maniera sostenibile e pacifico. I conflitti non nascono da una guerra preordinata, ma dalla necessità di trattare la coesistenza, la leadership e l’accesso alle risorse: una politica pratica e quotidiana, basata sulla negoziazione e sul rispetto reciproco, non su slogan o vendette spettacolari. La politica nei libri di Kass Morgan non è un pretesto narrativo, ma un vero specchio delle nostre difficoltà: decidere chi merita una seconda possibilità, come bilanciare disciplina e libertà, quando ingiustizia diventa legittima difesa: l'importante non è chi comanda, ma come esercita il potere.
Un altro aspetto che distingue nettamente i libri dalla serie tv è il modo in cui vengono trattate le relazioni omosessuali. Nei romanzi di Kass Morgan, le coppie come Felix ed Eric oppure Octavia e Anna, sono introdotte con naturalezza, senza forzature o dichiarazioni sensazionalistiche. Le loro relazioni fanno semplicemente parte del tessuto emotivo della storia, e vengono raccontate con la stessa delicatezza, profondità e rispetto riservati a qualsiasi altra relazione. Al contrario, la serie tv inserisce la coppia Clarke-Lexa (un personaggio, quest'ultimo, aggiunto nella serie con strategia), piegandola spesso a scelte di trama che appaiono più legate al bisogno di rappresentazione mediatica che a un vero sviluppo emotivo coerente con i personaggi. Nei libri, l’amore — in tutte le sue forme — è una conseguenza dei legami, delle esperienze condivise e delle ferite comuni, non un espediente narrativo: lo si può notare molto bene anche quando Bellamy racconta della sua prima fidanzatina, Lily, o di quando Wells incontra Sasha.
La scrittura è semplice, ma non banale. Non cerca di impressionare con colpi di scena a effetto, ma costruisce emozione attraverso i dettagli: un gesto non detto, uno sguardo, una memoria che riaffiora. E questo è ciò che rende i libri veri: perché anche se si parla di un futuro lontano, sono profondamente ancorati a ciò che siamo ora.
In sintesi, leggete The 100 per ciò che è, non per ciò che la serie TV ha voluto che fosse. Scoprirete una saga che parla di seconde possibilità, di relazioni autentiche, di perdono e di crescita. Una storia di giovani costretti a diventare adulti troppo presto, che — proprio per questo — ci parlano con una sincerità che spesso manca nei prodotti costruiti per piacere a tutti.
E se anche voi siete sopravvissuti alla deriva nonsense della serie TV, qui troverete ciò che vi mancava: sostanza.
Valutazione
★★★★★ 5/5
Note aggiuntive
La serie tv del regista Jason Rothenberg è andata in onda tra il 19 marzo 2014 e il 30 settembre 2020.
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drking77 · 23 days ago
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La disabilità nell’antichità tra esclusione e solidarietà
Contrariamente a quanto si crede, nell’antichità non vi era solo emarginazione delle persone con disabilità. Testimonianze archeologiche e fonti storiche dimostrano che molte comunità seppero includere e valorizzare i più fragili, anticipando modelli solidali ancora oggi attuali L’idea diffusa che nel mondo antico le persone con disabilità fossero sistematicamente abbandonate o eliminate non…
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inpuntadibiro · 28 days ago
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Crisi esistenziale e ricerca di senso: tra iperconnessione e fede
Tra sogni che evaporano sotto il peso delle aspettative e un futuro che appare sfocato, molti giovani vivono un senso di smarrimento profondo, silenzioso ma onnipotente. Si tratta di una crisi che non fa rumore, ma che lascia tracce ovunque: nei corpi stanchi, negli occhi distratti, nelle domande senza risposta.
Una volta la crisi esistenziale era appannaggio esclusivo della mezza età: oggi, invece, colpisce i giovani, in particolare la cosiddetta generazione dei Millennial. Secondo uno studio del Thriving Center of Psychology, gli intervistati di questa fascia d'età dichiara di aver vissuto o di vivere una crisi esistenziale. Si tratta di un dato significativo, che apre interrogativi profondi sulla condizione psicologica, culturale e spirituale delle nuove generazioni.
Viviamo in un mondo iperconnesso, dove la tecnologia consente un accesso pressoché illimitato all'informazione e alla comunicazione. Eppure, nonostante questa costante connessione, molti giovani dichiarano di sentirsi soli, incompresi, disorientati. L'interazione virtuale spesso non riesce a colmare il bisogno profondo di relazione autentica, di ascolto empatico e di appartenenza. Il confronto continuo con modelli idealizzati sui social alimenta ansia, inadeguatezza e senso di fallimento. In passato, religione, famiglia, scuola e comunità offrivano cornici di significato e appartenenza. Oggi, questi pilastri sono percepiti come fragili, distanti o inadatti a rispondere ai bisogni contemporanei. Non sorprende, dunque, che molti giovani si sentano spiritualmente smarriti, in cerca di qualcosa in cui credere.
In questo smarrimento molti trovano rifugio nella spiritualità, che non è necessariamente quella religiosa, ma che riguarda una concezione più ampia: il bisogno umano di connessione con qualcosa che trascende il quotidiano, che dà profondità e coerenza all'esistenza. Può esprimersi attraverso la fede, la meditazione, la preghiera, la ricerca interiore, l'impegno in cause sociali o ambientali, l'arte, la filosofia. In ogni caso, si tratta di una risposta alla sete di senso, alla necessità di sentire che la propria vita ha un valore, uno scopo, una direzione. 
La sfida educativa è dunque ritrovare la possibilità di credere: in se stessi, negli altri, in un futuro possibile. Questo richiede ascolto, tempo, presenza. Richiede anche un rinnovamento culturale che rimetta al centro l'essere umano nella sua interezza, e non solo come produttore o consumatore. La crisi esistenziale non è un segnale di debolezza, ma diventa in questa accezione un profondo grido di ricerca. È il sintomo di un mondo che ha perso alcuni dei suoi orientamenti fondamentali. Per affrontarla, non basta offrire soluzioni pratiche o tecniche: serve riaccendere la fiamma del significato, riscoprire la bellezza dell'incontro, ritrovare un orizzonte in cui credere.
In un mondo in cui tutto cambia velocemente, in cui le certezze sembrano sgretolarsi una dopo l'altra e ogni punto di riferimento appare provvisorio, non si cercano risposte facili, ma un fondamento stabile su cui costruire: il bisogno di credere in qualcosa che non vacilli al primo urto, che non si misuri in like o in performance, ma che risponda al cuore, all'anima, al desiderio profondo di senso. Forse è proprio qui che si riapre lo spazio della fede, non come rifugio cieco, ma come fiducia consapevole in ciò che ancora non si vede. 
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Durante le festività pasquali i Carabinieri di Tortona incontrano la cittadinanza per prevenire le truffe agli anziani. Informazione e vicinanza anche nelle frazioni più isolate. Scopri di più su Alessandria today.
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scienza-magia · 1 month ago
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Variante Covid LP.8.1: diffusione e rischi per l'Italia
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Negli ultimi mesi, la variante LP.8.1 del virus SARS-CoV-2 ha attirato l'attenzione della comunità scientifica per la sua rapida diffusione in diverse parti del mondo, inclusa l'Italia. Sebbene non presenti sintomi più gravi rispetto alle varianti precedenti, la sua capacità di eludere la risposta immunitaria ha sollevato preoccupazioni tra gli esperti2. Origine e caratteristiche della variante LP.8.1 La variante LP.8.1 è stata identificata per la prima volta nel luglio 2024 e deriva dal lignaggio JN.1, appartenente alla famiglia Omicron. Rispetto alla sua variante madre, LP.8.1 presenta nove mutazioni aggiuntive nella proteina Spike, il che potrebbe renderla più resistente agli anticorpi sviluppati attraverso vaccinazioni o infezioni precedenti. Secondo i dati più recenti, LP.8.1 è diventata la variante dominante in Europa e negli Stati Uniti, rappresentando circa il 42% dei casi negli USA e quasi il 60% nel Regno Unito. In Italia, la sua diffusione è in crescita, con un aumento significativo dei contagi nelle ultime settimane. Sintomi e impatto sulla salute pubblica I sintomi della variante LP.8.1 sono simili a quelli delle precedenti varianti Omicron e includono: - Febbre alta - Mal di gola e tosse secca - Stanchezza e dolori muscolari - Perdita di gusto e olfatto - Congestione nasale e mal di testa L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha classificato il rischio globale della variante come basso, pur raccomandando attenzione, soprattutto per le persone fragili e immunocompromesse. Implicazioni per l'Italia e strategie di contenimento In Italia, l'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha richiesto l'aggiornamento dei vaccini anti-Covid per la stagione 2025/2026, al fine di offrire una protezione mirata contro LP.8.1. Le autorità sanitarie stanno monitorando la situazione e valutando nuove strategie di vaccinazione, con particolare attenzione ai soggetti più vulnerabili. Nonostante l'aumento dei casi, gli esperti sottolineano che la situazione non è paragonabile alla fase acuta della pandemia, grazie alla protezione offerta dai vaccini e alla maggiore consapevolezza della popolazione. Tuttavia, è fondamentale continuare a seguire le raccomandazioni sanitarie, come il lavaggio frequente delle mani e l'uso della mascherina in ambienti affollati. La variante LP.8.1 rappresenta una nuova sfida per la sanità pubblica, ma grazie ai progressi nella ricerca e alle strategie di contenimento, il suo impatto può essere gestito efficacemente. L'Italia, come il resto del mondo, dovrà adattarsi alle nuove evoluzioni del virus, mantenendo alta l'attenzione e aggiornando le misure di prevenzione. Fonte: Copilot Read the full article
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gabrielegoriwriter · 1 month ago
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La Chiesa della Discordia
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In tempi recenti, nelle terre fiorentine di Ponte a Greve, si consumò una vicenda dai contorni sfuggenti, quasi irreali. Questo quartiere, avvolto da un’apparente tranquillità, si colloca in una posizione di equilibrio perfetto: abbastanza vicino al centro storico per essere raggiunto in pochi minuti con la tramvia, eppure sufficientemente lontano da offrire un respiro di quiete e la comodità di un parcheggio facile. Sebbene non brilli per svaghi, la vita scorre serena, e basta allontanarsi un poco per raggiungere il cuore pulsante di Firenze o, nella direzione opposta, Scandicci, dove la vita sociale si fa più vivace. Forse proprio questa posizione strategica attirò l'ombra vorace del vescovo Aroldo Strondo, un uomo privo di scrupoli, il cui desiderio di dominio non conosceva argini.
Il quartiere, baciato dal sole toscano, non era solo un punto sulla mappa, ma un rifugio per coloro che anelavano alla quiete e alla serenità. Tuttavia, l'ingordigia del vescovo Strondo calò come la scure sul legno su questo piccolo paradiso terrestre. Egli concepì un piano spietato e calcolato per strappare ai residenti un giardino amato da tutti, un rifugio di pace per i più fragili: gli anziani, i bambini e gli animali del quartiere. La sua ambizione era di innalzare un nuovo tempio, un monumento al proprio ego, eretto sulle ceneri dell’innocenza e della gioia collettiva. In un’epoca in cui sempre più persone iniziano a vedere le religioni come vestigia del passato, il suo sogno appariva anacronistico e superfluo. Le chiese già presenti erano infatti più che sufficienti per soddisfare i pochi fedeli rimasti o per svolgere le funzioni tradizionali.
Con inganno e malizia, il vescovo Strondo tessé le sue trame, stipulando accordi leciti e occulti, per sottrarre il giardino alla comunità. La sua sete di controllo era tale da spingerlo a demolire il cuore stesso della vita del quartiere, ignorando il benessere degli abitanti e la gioia dei piccoli che vi trovavano rifugio. Il giardino in questione, seppur privo di attrazioni sfarzose, era il polmone verde del quartiere, un luogo di pace e condivisione per bambini e animali domestici. Era un prato modesto, con qualche albero e una manciata di panchine, ma per gli animali era un punto di ritrovo e di socializzazione. Quando annunciò i suoi nefasti piani, il quartiere rimase sconvolto: la proposta di costruire una nuova chiesa fu accolta con sgomento e rabbia. Ma il vescovo Strondo, avvolto nel mantello della santità, cercò di persuadere la gente che l'attuale chiesa non poteva più accogliere i fedeli, quando in realtà le sue azioni erano mosse solo dalla sua insaziabile sete di dominio. Sebbene l'opinione pubblica considerasse ormai la religione un'eco lontana, la Chiesa conservava ancora un potere radicato in Italia, derivante da secoli di storia. Questo gli garantì la libertà di disporre delle terre a suo piacimento, calpestando la volontà della piccola comunità.
Tra coloro che si opposero con coraggio al nefasto progetto del vescovo Strondo, si formò un'associazione di instancabili difensori dei diritti degli innocenti e degli indifesi. Questi risoluti guardiani si eressero contro il giogo del potere ecclesiastico, decisi a preservare il giardino, santuario di serenità per i più piccoli e i loro fedeli amici a quattro zampe. Iniziò così una lotta senza quartiere tra i giganti della Chiesa e i tenaci ribelli dell'associazione, un confronto destinato a lasciare un segno indelebile nel cuore di Ponte a Greve. Le barricate furono erette con panche di legno e cancelli di ferro, mentre i volontari vegliavano a turni per impedire l’accesso ai costruttori. Ogni mattina, i bambini dipingevano cartelli di protesta con colori vivaci, e gli anziani raccontavano storie di come il giardino fosse stato un rifugio per generazioni. Ma nonostante il coraggio e la determinazione del gruppo, furono inevitabilmente travolti dalla potenza degli interessi e dell’influenza ecclesiastica. Le forze dell’ordine sgomberarono con violenza le barricate, disperdendo i manifestanti tra lacrime e grida. Alcuni ribelli furono arrestati, altri si ritrovarono feriti nel tentativo di difendere quel piccolo angolo di felicità. Il terreno, sacro alla memoria di tante risate e giochi infantili, fu profanato per fare spazio alle fondamenta della nuova chiesa, un monumento alla cupidigia e all'arroganza del vescovo Strondo, eretto sulle macerie della speranza. Così, nel silenzio rotto solo dal ruggito delle macchine e dallo stridio dei lavori, il pretucolo realizzò il suo oscuro desiderio di dominio, mentre il cuore del quartiere piangeva per la perdita del suo santuario verde e della sua anima. E fu così che, nel settimo giorno del settimo mese, la chiesa fu eretta come un macabro trofeo, un emblema della sconfitta della speranza dinanzi all’avidità. La chiesa di San Rocco, così battezzata dal vescovo in un cinico gesto di ironia, rimase desolatamente vuota e abbandonata per settimane interminabili, testimone silente della corruzione che aveva avvolto Ponte a Greve come una nube nera e che promette pioggia. Il monumento, sproporzionato e grottesco, si ergeva come un relitto di un’epoca decadente, un obelisco eretto sulle ceneri della fiducia tradita.
Ciò che il vescovo Strondo, accecato dalla sua smisurata ambizione, non riusciva a comprendere, era che il dominio non si impone con la forza su chi appartiene a un luogo e lo vive nel profondo. La chiesa della discordia, sebbene eretta con il suo orgoglio, rimase desolatamente vuota. Nessuno varcò mai quella soglia, e il silenzio parlò più forte di qualsiasi ribellione, un messaggio inequivocabile rivolto alla sua cecità e alla sua arroganza. Dopo mesi di abbandono, la comunità ecclesiastica si arrese all'evidenza dell'inutilità di quel tempio privo di fede e di vita. Un tempo simbolo di devozione e preghiera, la chiesa si trasformò in un monumento alla vanità umana, un relitto condannato a sgretolarsi nel tempo, lasciato in balia della polvere e dell'oblio. Così, nell’abbraccio di un silenzio carico di significato, la chiesa di San Rocco rimase lì, testimone di un’avidità destinata a marcire e dissolversi nel nulla.
Non essendoci più segni di presenza umana, gatti e ricci tornarono attratti da quei luoghi, memori del tempo in cui il verde dominava incontrastato su quei mattoni freddi e inadatti alla vita. A loro seguirono presto una moltitudine di creature alate e terrestri. Piccioni, gazze e colombacci fecero dei tetti sgretolati il loro nido, mentre i felini, liberati dalle restrizioni umane, si dilettavano nell'esplorare ogni angolo del vecchio tempio, lasciandovi i loro segni e la loro prole. Nel tempo, la chiesa divenne un rifugio per ogni tipo di animale: le volpi trovarono riparo nei confessionali, i tassi si insediarono sotto l'altare, e persino un vecchio lupo solitario si accasò tra le panche, vegliando silenzioso sul suo nuovo regno. Anche i cani finirono per condurre i loro padroni in quel luogo ormai selvaggio, dove natura e pietra si fondevano in un'armonia primitiva. La riunione di tante specie trasformò la chiesa in un santuario animalesco, riempiendola di odori così intensi da far lacrimare chiunque si avvicinasse. La riunione di sì tanti animali di diverse specie riempì quella costruzione di un odore così pregno e forte da far lacrimare chiunque si avvicinasse. Ciò attirò un gruppo di cinghiali che si stabilì nel piccolo giardino rimasto dirimpetto alla costruzione.
Ma il destino aveva ancora in serbo una sorpresa, un evento che avrebbe reso la chiesa di San Rocco famosa in tutto il mondo. Una tigre, fuggita dalla prigionia di uno zoo in circostanze misteriose, trovò rifugio sull'altare della chiesa, trasformandolo in un trono maestoso degno di una regina della natura. La notizia di questa strana e simbolica convivenza fece rapidamente il giro del mondo, attirando l'attenzione dei media e mettendo il vescovo Strondo in una posizione impossibile: ogni tentativo di espellere gli animali avrebbe scatenato un'ondata di indignazione pubblica. Così, la chiesa divenne un rifugio consacrato non più agli uomini, ma alle creature della terra, un santuario dove il dominio del vescovo si sgretolò sotto la legge silenziosa e invincibile della natura. Gli alti recinti eretti attorno al luogo non furono più barriere, ma protezioni per questa comunità selvaggia, mentre l'istituzione ecclesiastica fu costretta a destinare fondi per il loro mantenimento, una penitenza intrinseca nell'atto egoistico che avevano avuto. E mentre il vescovo Strondo sprofondava nell'ombra della sua stessa ambizione, la chiesa di San Rocco restava lì, scolpita nella memoria del mondo come il simbolo della caduta dell'uomo e della rivalsa implacabile della natura.
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lapigna · 2 months ago
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RASSEGNA STAMPA
"Quello del 𝗰𝗮𝗿𝗲𝗴𝗶𝘃𝗲𝗿 é un ruolo fondamentale e spesso gravoso all’interno della nostra comunità. Consapevoli delle sfide quotidiane che questo comporta, la 𝗚𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗩𝗲𝗿𝗹𝗶𝗰𝗰𝗵𝗶 intende mettere in campo e sviluppare ulteriormente una serie di iniziative concrete volte a offrire un supporto tangibile alle famiglie e ai singoli individui che si dedicano alla cura dei propri cari."
Emily Tassinari racconta a Ravenna WebTV il nostro progetto per i più fragili.
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mezzopieno-news · 2 years ago
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IL BANGLADESH È IL PRIMO PAESE A DEBELLARE LA LEISHMANIOSI
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Il Bangladesh è diventato il primo Paese al mondo ad essere ufficialmente libero dalla leishmaniosi viscerale, malattia comunemente nota come kala-azar.
Nel 2005, Bangladesh, India e Nepal (che insieme rappresentavano il 70% del carico globale della malattia) hanno lanciato un’iniziativa per l’eliminazione del kala-azar. Questi sforzi sono stati accompagnati da un quadro strategico regionale incentrato sulla diagnosi precoce, la gestione completa dei casi, la gestione integrata dei vettori, la sorveglianza della malattia, la mobilitazione sociale e la ricerca operativa.
Kala-azar, la forma più grave di leishmaniosi, è una malattia mortale causata dalla Leishmania un parassita trasmesso attraverso la puntura di insetti infetti che colpisce prevalentemente le comunità rurali più fragili. Nel corso degli anni, gli sforzi di ricerca e sviluppo, coordinati dall’OMS, insieme ad altri partner tra cui il governo del Regno Unito e la Fondazione Bill & Melinda Gates, hanno portato all’introduzione di strumenti come il test immunocromatografico rapido rK39 e terapie come la miltefosina che hanno svolto un ruolo fondamentale nel consentire la diagnosi precoce e il trattamento nelle comunità remote. “Il Bangladesh è il primo Paese ad eliminare due malattie tropicali trascurate nello stesso anno, dopo aver convalidato con successo l’eliminazione della filariosi linfatica come problema di salute pubblica nel maggio 2023”, ha osservato Ibrahima Socé Fall, direttore del Programma globale sulle malattie tropicali trascurate dell’OMS.
Ad oggi, 50 paesi hanno eliminato almeno una malattia tropicale trascurata, in linea con l’obiettivo della road map dell’OMS di far sì che 100 paesi raggiungano questo traguardo entro il 2030.
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Fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità; foto di Kelly
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