#p: selc
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edgarwhitmanwilde · 2 years ago
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231029 Yeonjun's Tweet
오랜만에 모아들을 위해 흑발로 돌아왔는데 어땠어요~? 좋았다구요? 알아요ㅎㅎ 막방까지 모아 덕분에 진심으로 너무 행복하고 즐거웠어요 늘 고맙고 너무 많이 사랑해요 ❤️
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ochoislas · 9 months ago
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Hilas, que de calor y sed se abrasa, quiere llenar un vaso de onda helada, conque cargando al hombro jarro de oro se embosca allá donde el azar lo guía. La sombra de la espesa breña alarga el sol que ya declina hacia su ocaso; y él por doquiera acecha algún rumor de manantiales aguas derramadas.
Hete que llega donde revestida de helecho y musgo y de salvaje yedra pénsil vertiente de escarpado tajo la abierta playa en buena parte adumbra. Aquí fresno y encina, aliso y roble, del sol espantan los ardientes rayos, sus foscas crines difundiendo en torno alto frescor, de fronda entenebrado.
En la entraña del bosque fuente umbrosa murmurando en mitad el prado anima, y brinda fresca paz al caminante, que repara el verdor de fuego estivo. Del hondo seno de su lecho algoso exhala aliento de fecundo efluvio que a yerba, flor y tierna mata envía los nutrientes humores por mil venas.
Dentro del hontanar con sueltas crines el tardo meridión tenía costumbre un corro de napeas, a recato del ameno lugar, bailar sus rondas. Las luces de Hilas vueltas a sus carnes aun logran en el agua enardecerlas, conque en el vívido cristal luciente la rueda por mitad dejaron rota.
Como astro descuajado cae al mar del sereno turquí de estivo cielo, o como arpando por torcidas vías rasga el dosel nocturno un haz festivo, así la rara y singular belleza raptada al fondo de la gorga viva y entre las claras linfas zozobrando viose en los brazos de las ninfas frías.
La húmeda tropa de graciosas diosas con zalemas lo esconde entre sus filas; Driope, Egeria, Nicea, Neera, Nisa su llanto enjugan con las rubias crenchas. Él su nativa libertad perdida llora, y el llanto acerbo la onda ceba. ¿Qué dice en tanto, ay, qué hace, furioso, aquel tebano domador de endriagos?
Orillas del mar póntico, corriendo, registra cada recoleto paso. La clava enorme tiene en mano fiera, el líbico carcaj sobre la espalda. —¡Hilas, Hilas! — a voces por tres veces— ¡Hilas! —clamó en el soledoso valle: no más que un rumor sordo y apagado le respondió de la ensenada peña.
Luego ya de aguardar su vuelta en vano, ayes desesperados libró al cielo, con bufidos de rabia abrasó el bosque, de los astros, de Amor, de sí doliose. Tifis, tendida ya la vela al viento, los claros héroes reunió en la popa. Sólo Hércules quedó gritando fiero, mísero amante que la riba atruena.
*
Ila, dal caldo e da la sete adusto, cerca ov’empir di gelid’onda un vaso, onde d’urna dorata il tergo onusto colà s’imbosca ove lo porta il caso. Crescer l’ombre fa già del folto arbusto il sol ch’omai declina inver l’occaso; et ei per tutto spia se d’acqua sente alcuna scaturigine cadente.
Et ecco giunge ove di musco e felce tutta vestita e d’edera selvaggia pendente costa di scabrosa selce gran parte adombra de l’aprica spiaggia. Quinci l’orno e la quercia e l’alno e l’elce scacciano il sol qualor più caldo irraggia, spargendo intorno da la chioma oscura, opacata di fronde, alta frescura.
Quasi cor de la selva un fonte ombroso mormorando nel mezo il prato aviva, et offre al peregrin fresco riposo chiuso dal verde a la stagione estiva. Dal sen profondo del suo fondo erboso spira spirto vital d’aura lasciva e porge a l’erbe, agli arboscelli, ai fiori per cento vene i nutritivi umori.
Sotto questa fontana a chiome sciolte su ’l bel fitto meriggio aveano usanza le napee del bel loco in cerchio accolte vaghe carole essercitare in danza. Com’Ila in lor le luci ebbe rivolte d’infiammarle tra l’acque ebbe possanza, onde nel vivo e lucido cristallo rotto nel mezo abbandonaro il ballo.
Come stella nel mar divelta cade da l’azurro seren del cielo estivo, o qual strisciando per oblique strade fende il notturno vel raggio festivo, così la rara e singolar beltade rapita in giù dentro quel gorgo vivo precipitando tra le chiare linfe trovossi in braccio a le gelate ninfe.
De le vezzose dee l’umida schiera consolandolo a prova, in sen l’asconde; Driope, Egeria, Nicea, Nisa, Neera gli asciugan gli occhi con le trecce bionde. Ei la perduta libertà primiera piagne, e col pianto amaro accresce l’onde. Ahi che disse ahi che fe’, per doglia insano, de’ mostri intanto il domator tebano?
Lungo il pontico mar con piè veloce cerca e ricerca ogni riposto calle. Tien la gran mazza ne la man feroce, la libica faretra ha da le spalle. “Ila, Ila” tre volte ad alta voce, “Ila” chiamò per la solinga valle; né fuor ch’un mormorio debile e basso gli fu risposto dal profondo sasso.
Poscia che ’ndarno il suo ritorno attese, gemiti desperati al ciel disciolse, di rabbiosi sospiri il bosco accese, de le stelle, d’Amor, di sé si dolse. Tifi, poi che le vele a l’aura tese, gl’incliti eroi su l’alta poppa accolse. Ercol restò con dolorosi stridi tapino amante ad assordare i lidi.
Giovan Battista Marino
di-versión©ochoislas
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stanneoctchinaline · 6 years ago
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HAPPY DOYOUNG DAY!!!
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140eoltre · 5 years ago
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ODE PER TED Dove preme lo stivale del mio uomo spuntano verdi germogli d'avena; egli dà nome a una pavoncella, mette in rotta i conigli, correndo agile all'irta siepe di rovo, di soppiatto stana la volpe rossa, l'astuto ermellino. Le talpe, dice, montagnose d'argilla, sgusciano fuori dalle scavate dimore dei lombrichi; vello turchino hanno le talpe; con un colpo di selce spacca un quarzo nocchiuto; maturano i colori scorticati ricchi, bruni, a sorpresa sotto il sole. A una sua sola occhiata la stenta terra dona messi: ogni campo solcato dal suo dito spinge fuori stelo, foglia, fruttiferi smeraldi; il chicco luccicante che germoglia di rado egli lo trae innanzi tempo al suo volere; all'imperioso cenno della sua mano nidificano gli uccelli. I colombacci posano volentieri nella sua foresta, intrecciano canzoni intonate al suo umore quando passa; come potrebbe non essere felice oltremisura la donna di codesto adamo quando la terra tutta convocata dalle sue parole sorge a lodare il sangue di un tal uomo! 21 aprile 1956
SYLVIA PLATH, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 2019, p. 31
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urbanhermit · 2 years ago
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‘Ronald Knox: A Man for All Seasons’ (2026) edited by Francesca Bugliani Knox [Senior Research Fellow, Faculty of Arts & Humanities, University College London. She has written on William Makepeace Thackeray, John Donne, Ignatius Loyola]. The Preface is by Professor Emeritus Dilwyn Knox, SELCS-CMII at University College London. The book is subtitled ‘Essays [14] on his [Msgr. Ronald A Knox] life & works with selections from his published & unpublished writings.’ It contains two extensive selections [of 16] of Knox’s unpublished writings and correspondence, as well as published pieces that are now difficult to trace, compliment the [14] essays in the volume. For myself, two autobiographical sources included: - Unpublished Preface to ‘A Spiritual Aeneid’ (1917) [Loss of friends in the Great War] - ‘Twenty Years After’ (1937) [Autobiographical] https://www.instagram.com/p/CnphoovJwnR/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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fondazioneterradotranto · 6 years ago
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Nuovo post su http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/02/23/dialetti-salentini-pirumafu/
Dialetti salentini: pirumafu
di Armando Polito
In tempi in cui quasi tutte le emittenti televisive hanno fatto dei programmi di culinaria il fulcro dei loro palinsesti, chi non sa che la piròfila è una pentola, un tegame, un recipiente fabbricato con materiale resistente al fuoco?
L’importante, però,, è cucinare e poi, naturalmente, mangiare, per la qual cosa non tutti sanno che piròfila alla lettera significa amica del fuoco, perché, il vocabolo, pur essendo nato alla fine degli anni ’50 dello scorso secolo, utilizza le voci greche πῦρ antiche (leggi piùr), che significa fuoco,  e φίλη (leggi file), che significa amica. Piròfila non è l’unico vocabolo moderno costruito con voci greche antiche; in particolare, fra quelle che hanno come primo componente πῦρ, basti ricordare pirotecnico (alla lettera: relativo all’arte del fuoco), piromane (alla lettera: pazzo per il fuoco) e, con πῦρ come secondo componente, il nome commerciale Tachipirina, in cui il suffisso diminutivo quasi indica l’effetto sul fuoco della febbre annunciato dal primo componente che è da ταχύς.(leggi tachiùs), che significa veloce, per cui il tutto evoca un prodotto che agisce velocemente sulla febbre.
L’atmosfera conviviale domestica, però, molto più delle suggestioni televisive, è in grado di fornire alimento, anche culturale. Non a caso della voce sdialettale del titolo avrei continuato ad ignorare l’esistenza se non fosse venuta fuori nel corso di una delle solite cenette con mio cognato Giuseppe Presicce al quale devo le tre foto di testa (raffiguranti, rispettivamente lastre di pirumafu e vista anteriore e posteriore di un forno costruito con questa pietra) per gentile concessione dell’azienda Mater carparo di Ezio Stifanelli..
Il pirumàfu mi obbliga, però, a parlare in prima battuta delle voci italiane corrispondenti sul piano solo formale, come vedremo, entrambe nate in epoca moderna La prima è piròmaca, usata anche nella locuzione selce piròmaca, detta anche pietra focaia.1 È la selce, quasi sempre organogena, che in noduli e straterelli si trova frequente nei calcari, specialmente in quelli giurassici e cretacei. Ha frattura scheggiosa o concoide, colore vario, grigio, giallastro, rossastro, bruno; sulle superficie esterne è spesso ricoperta da una patina farinosa bianca.
Tuttavia va detto che piròmaca è la riesumazione moderna di una voce antica, della quale tratterò a breve. Se la dimestichezza col fuoco della pietra focaia (utilizzata negli acciarini) giustifica il piròmaca della mineralogia,  più sottile è il suo utilizzo in botanica. Si tratta dell’Artemisia Pyromacha, classificata da Domenico Viviani nel suio Florae Libycae specimen, Pagano, Genova, 1826. Da p. 54 ne riporto la scheda e la traduco:
(ARTEMISIA PYRONACA: Arbustiva, bianca. con le foglie frangiate verso l’apice o pennate; con foglioline ora integre, ora incise  inferiormente arrotondate; superiormente solcate. Tab. XIII fig. 5. Il suo habitat è nel deserto della Grande Sirte.
Osserva: ho voluto che questa specie di Artemisia fosse ricordata perché di essa i nuovi viaggiatori diano notizia più completa. Tutti dettagli che posseggo mancano del fiore né mai toccò ad un nostro viaggiatore di vederla in fiore; forse <assalita dalla puntura di qualche insetto, dalla quale si trovano colpiti qua e là il suo stelo e i rami dai glomeruli coperti da una densa peluria setosa. Con questi glomeruli come alimento gli Arabi del deserto utilizzano le scintille scaturite dalla selce per attizzare il fuoco).
I piròmaca e pyromacha fin qui esaminati sono, dunque, rivisitazioni moderne di un termine antico che trova, proprio nella voce dialettale del titolo un precedente cronologico e non solo.
Pirumàfu è in uso solo nel Leccese e, in particolare, nella forma riportata nel titolo  ad Alezio, Bagnolo, Galatina e Maglie, mentre la variante pilumafu è in uso a Cursi, Galatina, Sogliano, pilumàfiu ad Aradeo e Parabita, pilumacu a Specchia, pilumahu a Melpignano, piromaho a Martano, pilomafo a Corigliano, Soleto e Zollino.
Si tratta di un tipo di pietra usato nella costruzione di forni e camini per la sua spiccata proprietà refrattaria, come dimostra eloquentemente l’etimo. Tutte le voci riportate, infatti, sono dal greco πυρόμαχος (leggi piuròmachos), composto da πῦρ (leggi piùr), che significa fuoco, e dalla radice di μάχομαι (leggi màchomai), che significa combattere.
Oltre a πυρόμαχος attestato in Teofrasto (III secolo a. C.), De lapidibus, 9, esiste anche, con identica composizione, la variante più antica πυρίμαχος (leggi purìmachos) attestata da Aristotele (IV secolo a. C.), De mirabilibus ausuiltationibus,, XLVIII, in cui la nostra pietra entra nella purificazione del ferro: Λέγεται δὲ ἰδιοτάτην εἶναι γένεσιν σιδήρου τοῦ Χαλυβικοῦ καὶ τοῦ Μισικοῦ, συμφύεται γὰρ, ὤς γε λέγουσιν, ἐκ τῆς ἄμμμου τῆς καταφερομένης ἐκ τῶν ποταμῶν. Ταύτην δὲ οἱ μἑν ἀπλῶς φασι πλύναντας καμινεύειν· οἱ δὲ τὴν ὑπόστασιν τὴν γενομένην ἐκ τῆς πλύεως πολλάκις πλυθεῖσαν συγκαίειν, παρεμβάλλειν δὲ τὸν πυρίμαχον καλούμεον λίθον – εἶναι δ’ἐν τῇ χώρᾳ поλύν -. Οὗτος δ’ὁ σίδηρος поλὺ τῶν ἂλλων γίνεται καλλίων. Εἰ δὲ μὴ ἐν μιᾅ καμίνῳ ἐκκαἰετο, οὐδὲν ἄν. ὠς ἔοικε, διέφερε τἀργουρίου, μόνον δέ φασιν αὐτῶν ἀνίωτων ��ἶναι, οὐ поλὺν δὲ γίνεσθαι (Si dice che peculiare è la generazione del ferro calibico2 e misio3: nasce infatti, come dicono, dalla sabbia portata giù dai fiumi. Altri dicono semplicemente che dopo averla sciacquata la scaldano nella fornace, altri che bruciano il residuo della lavatura lavato più volte e vi aggiungono la pietra detta pirimaco -dicono che sia abbondante nella regione -. Questo ferro è di gran lunga migliore degli altri: infatti, se non fosse bruciato in un’unica fornace in niente, a quanto pare, differirebbe dall’argento e dicono che solo esso non arrugginisce, ma non ve n’è molto).
Solo per completezza riporto il lemma come risulta trattato,  un po’ cripticamente secondo me, da Esichio di Alessandria (V secolo d. C.) nel suo glossario: πυρίμαχος ὁ ἐν τῇ †4 ἀνίκητος. καὶ λίθος ἀπὸ τοῦ συμβεβηκότος πυρίμαχος (pirimaco: l’invincibile [in battaglia] e pietra da quello che succede5 (detta) pirimaco.  Faccio notare che le varianti pilumahu di Melpignano e piromaho a Martano con la loro aspirata che riproduce l’originale greca χ secondo me attestano l’antichità della voce cronologicamente anteriore, e di molto, rispetto alle voci italiane scientifiche ricordate.6
Per quanto riguarda la letteratura latina segnalo come semplice curiosità in quanto irrilevante ai fini di questa ricerca, la presenza di Pyromachus come nome proprio di persona. Si tratta di uno scultore ricordato da Plinio (I secolo d. C.) nel libro XXXIV della Naturalis historia.7
Appare evidente come la voce dialettale ha conservato il significato etimologico di quella greca riferendo la generica indicazione qualitativa a una delle numerose varietà8 di quella che genericamente è chiamata pietra leccese.  il piromafu appunto, di colore giallo-verdastro con venature azzurre, dalla struttura omogenea, che per la sua resistenza al fuoco  è molto utilizzato in lastre dallo spessore superiore ai 10 cm. nel rivestimento dei forni a legna. Ma c’è un ulteriore dettaglio non da poco: la sua porosità interna è in grado di catturare gli aromi del fumo della legna combusta e al calare della temperatura di rilasciarli conferendo al pane il tipico profumo.
Sarà lo stesso che sembra emanare  dall’ambiente ritratto nella foto di chiusura tratta da immagine tratta da https://www.gliamicidelsalento.it/blog/tradizioni/lu-furnaru-il-fornaio/<<?
  __________
1 La voce appare per la prima volta nella forma latina scientifica Pyromacha in Magnus von Bromell, Mineralogia, Kiesewetter, Stoccolma, 1739.
2 Di Calibe, città della Tracia.
3 Regione dell’Asia minore.
4 Lacuna nel testo, integrata solitamente con μἀχῃ, per cui la voce è interpretata violento come fuoco in battaglia.
5 Cioè dalla sua refrattarietà.
6 Da notare, rispetto alla voce attestata in Aristotele e Teofrasto (πυρόμαχος), la diastole (spostamento in avanti di una sillaba dell’accento), giustificata dal fatto che si tratta quasi di una regolarizzazione dovuta al fatto che la pronuncia piana è la più facile, anche perché un eventuale intermediario latino sarebbe stato piròmachos, essendo breve l’-α– dell’originale greco. Non è da escludere, però, una derivazione, più tarda, dalla forma presente in Esichio (πυρίμαχος).
7 CXXI Olympiade Eutychides, Euthycrates, Laippus, Cephisodotus, Timarchus, Pyromachus (Al tempo della 121a Olimpiade fiorirono Eutichide, Euticrate, Loippo, Cefisodoto, Timarco) … Pyromachi quadriga ab Alcibiade regitur (La quadriga di Piromaco è guidata da Alcibiade).
8 in ordine stratigrafico (tra parentesi la profondità in metri rispetto al piano di scavo: Oltre al pirumafu (2-4), la cucuzzara (4-6), la dura (6-11) particolarmente adatta per lastricati, la bianca (11-12) selezionata per la costruzione dei muri maestri, la dolce (12-16) preferita dagli scalpellini per la facilità di lavorazione, la saponara (17-18) in strati sottili e di scarso interesse merceologico, la gagginara (18-27) compatta e di coloro chiaro, molto apprezzata, occupa molto spesso il 50% del banco di coltivo, e la nera (27-30) usata in pavimentazioni tipiche.
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cicciobarbara · 3 years ago
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“La trasmigrazione dell’anima” Grotta Mangiapane (Custonaci). domenica 30 ottobre 2022 - ore 10:00 Pittura di Piriongo (aka Piergiorgio Leonforte) DJ: Ciccio Barbàra Tecnico audio: Nola Vito Fotografo: Enrico Amodeo Operatore Drone: Federico Fefe Tosto L’evento sarà possibile vederlo esclusivamente in differita. Un particolare ringraziamento al Dott. Luigi Biondo. Sito archeologico. Le Grotte di Scurati sono un antico insediamento preistorico e un geosito speleologico. Sorgono in prossimità della frazione di Scurati del comune di Custonaci, in provincia di Trapani. Accoglie al suo interno un piccolo borgo di case, abitato dal 1819 fino alla metà del '900. La grotta Mangiapane, la più grande, alta circa 70 metri, larga 13 e profonda 50, è chiamata anche Grotta degli Uffizi. La grotta era abitata fino agli anni '50 e apparteneva alla famiglia Mangiapane. Scavi archeologici condotti nel 2004 hanno rivelato la presenza di ceramica preistorica del Neolitico antico e medio. Una seconda grotta, denominata anch'essa Mangiapane (Mangiapane II), si trova un centinaio di metri più ad ovest, lungo la stessa falesia rocciosa. In questa grotta, nel 1925, venne condotto uno scavo archeologico diretto dal paletnologo francese Raymond Vaufrey, coadiuvato dall'archeologo italiano Ugo Rellini. Lo scavo mise in luce i resti di un focolare contenente ceramica della media età del Bronzo (cultura di Thapsos) e abbandonati reperti litici in selce riferibili alla fine del Paleolitico superiore (fase Epigravettiano Finale). Alcuni di questi reperti sono esposti presso il museo Pepoli di Trapani, mentre la restante parte della collezione si trova nel Museo Salinas di Palermo e presso il Museo Etno-Antropologico di Parigi. https://www.instagram.com/p/CkP7BYzNAYr/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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nft-simple-us · 3 years ago
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Selce NFT Nice place to dip your feet https://opensea.io/assets/matic/0x2953399124f0cbb46d2cbacd8a89cf0599974963/57265661050320364067395174038994663047615269759414222925390537983149742227457/ https://www.instagram.com/p/CegwS3xMhJG/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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chiefsharkpainter · 3 years ago
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Poslední koupačka před odjezdem 😃🌊 (v místě Selce / Crikvenica) https://www.instagram.com/p/CQwjNN6rtVn/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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julie83983 · 3 years ago
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Sunshine video chatted not 5 minutes earlier, we couldn't even see the mountains...it was gloomy and looked foggy with snow rolling in. She calls back and showed me this 😳. Wish I had screenshot the previous. Oh, and this is "Joy". She loves the snow (at Selce, Banskobystrický, Slovakia) https://www.instagram.com/p/CZermU7ru1e/?utm_medium=tumblr
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animesl · 4 years ago
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Anime heads list
A list of anime heads that are allowed in our community: Audax: JRPG heads, Dollheads, Cerezo. CHIBIT avatars. Kakurenbo - XRezo head, AHRI, Kun, Fictus. Utilizator - M2, M3 anime/venus, M4 chibi/anime/venus/mars/anniemay heads, Kos-mos head, full anime avatars. Raven Bell BJD 1 (Elliot) and BJD 2(Damien). krankhaus - Akira. Bakemonoya - cyclops. FG anime heads. Kowloon anime heads. P I X E L S anime heads. Mokyu anime heads. Zero Style anime heads. U&A anime head. Tonic Legacy anime heads. ASR - Philo Sophia, Aeon, Alitheia. UO - Zith, Selce, Yuri anime heads. ALL ANIME heads. 6DOO - manga heads, BUT with anime modifications! MisakiMatsumoto - yuna, kita, suzume, izamu, eva. ToKa anime avatars. Windows 3.1.-tan Unreal avatar Full anime avatars. Jojo ANIME HEAD ONLY stylization is ALLOWED. Kyo Sohma (an old avies). INABA - roidkun, roidchan. MLY - yimi, kami, jotaro. If the head has been heavily modified for a realistic human or so much doll, the work will be REJECTED. Add the name of the head to the description. Heads that are not on this list may be rejected. We are not interested in the usual cartoonish styling that has nothing to do with anime.
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photos-byleo-and-vanja · 4 years ago
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#alcohol #gemist #wineandwater #whitewine #kutjevograsevina #jamnica #seacoast #localrestaurant #50shadesofgrey (at Restaurant ''Palma'' Selce) https://www.instagram.com/p/CSRPK5xMmXX/?utm_medium=tumblr
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holidayincroatia · 5 years ago
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▫️Have you reserved your spot on this beautiful beach? ▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬ 📸 by @macpaluchphoto 📍Selce, Croatia ▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬ #holidayincroatia #croatia #selce #crikvenica #travelcroatia #beautifulcroatia #instacroatia #igcroatia #visitcroatia #lovecroatia #croatia_photography #croatia🇭🇷 #croatie #croatiatravel #croatie🇭🇷 #croatiafulloflife #croatia_ig #croatiafullofmagic #croatiafullofnature #croatiawithlove #timeoutcroatia #discovercroatia #croatiaonmymind #croatiafullofcolours #croatiatrip #croatiapostcards #croatia_instagram #croatiancoast #kroatien #kroatia https://instagr.am/p/CHw-cxYp6XV/
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carol-agostini · 5 years ago
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Vermentino di Sardegna AZZESU DOC Tenute Ledda "Il nostro cuore inizia a battere nell’area vinicola per antonomasia del Mejlogu - Monte Santu – massiccio calcareo che si eleva fino a 700 metri. Sul crinale meridionale di questo splendido massiccio, a 400 metri di altezza, si estende il nostro primo vigneto di 6 ettari: uno strato di argilla che sostiene un banco di sabbia silicea, coltivato con uve Moscato, Vermentino, Cannonau, Muristellu. Uno spettacolo per gli occhi del visitatore, uno straordinario terroir per la produzione di vini minerali, caldi, vivaci e potenti, come solo la terra vulcanica riesce a dare". Vino così vinificato: Pigiatura delle uve diraspate e successivo illimpidimento statico dei mosti, poi fermentati con controllo della temperatura in vinificatori in acciaio. Seguono vari travasi fino al periodo di affinamento che avviene almeno 9 mesi in vetro. Un vino a mio parere intenso, fresco e persistente, dai profumi intensi e verticali, con sentori floreali e finemente minerali, che mi riportano alla gerbera, calla e giglio bianchi, grafite, gesso e selce; questi sentori minerali sono attribuibili al fatto che è l’unico Vermentino prodotto in Sardegna sulla cima di un vulcano, a 730mt sul livello mare. Sento della frutta ancora da maturare con quella freschezza associabile al colore verde, come pera e mela, elegante e fine, un vino olfattivamente complesso, con note anche tostate e balsamiche, pepe bianco, ginepro, noce moscata, caffè. E' assolutamente un vino originale, a livello gustativo sento aromi di limone e bevanda cocacola, caffè, albicocca, pesca, mandarino, mela, pepe, bacche di ginepro, nocciole e noci, aroma salmastro di acqua salata. Vino di corpo, persistente e setoso, sapido, fresco e abbastanza morbido in chiusura. L'ho abbinato al Baccalà mantecato che tanto adoro e faccio spesso, non manca nella mia attività culinaria, con gli Schiaccini al Raboso del Pastificio Bosco di Treviso, con una crema di carote e carota marinata in vino e salamoia. Un antipasto con buon connubio, il vino lungo e fresco sgrassa il palato, inoltre incontra accostamento con gli aromi salmastri, la grassezza e pastosità del pesce. (presso Tenute Ledda) https://www.instagram.com/p/CAIrZ45nNGc/?igshid=wasc4ncm0xx5
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burde · 6 years ago
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Laurent Perrier Blanc de Blancs Champagne 100% chardonnay 🤩⛰🧂 • • • • • • • • • Uve da Avize, Cramant, Oiry, Choully e poi da Montagne , Tour su Marne, Villers-Marmery, Rilly La Montagne, 0 gr/lt, tutto in acciaio, serve equilibrio perfetto tra vini di ultima vendemmia e vin de reserve, necessità più tempo dopo sboccatura prima di andare sul mercato, colore giallo verde chiaro, bel mix floreale e fruttato, susine, mandarino, lime delle filippine, pepe rosa e bianco, aromi più torrefatti e canditi, anice confetto, bocca con equilibrio speciale, soffice eppure freschissimo, lime, zenzero, pietra bagnata, selce, salinità spiccata ma mai aggressivo #academiedechampagne #andreagori #wine #vino #andreagorisommelier #vin #winelover #tasting #degustazione #assaggimemorabili #champagne #laurentperrier #blancdeblancs #ambassadeurduchampagne (presso Principe di Savoia) https://www.instagram.com/p/B4-7qS5CTtV/?igshid=154t7vdb0j7js
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chiefsharkpainter · 3 years ago
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Z hor přímo k moři. Pláž ve vesnici Selce u Crikvenice. https://www.instagram.com/p/CQjX5dDHkp7/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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