#sbraco
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PRIMA PAGINA La Stampa di Oggi lunedì, 26 agosto 2024
#PrimaPagina#lastampa quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi cultura#nuove#parole#delle#della#cortesia#penti#monella#invece#modesta#compita#sbraco#continenza#doppietta#napoli#crisi#roma#manifesto#contro#emesso#paolo
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Parlando tra colleghe chiacchieravamo di tatuaggi e io me ne sono uscita dicendo che trovavo un po’ stupido o ridicolo tatuarsi qualcosa con un fidanzato, perché potrebbe finire mentre quello sbraco te lo porti teoricamente per sempre. Spunta una mia collega e fa “eh io ho un tatuaggio sulla schiena con il mio ex”
AH.
Ciao Giulia un saluto.
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Di questi tempi per fare il politico devi avere una sola qualità: saper fare le puzzette. C’è anche qualche volpone che non ha il requisito fondamentale ma prova ad aggirare l’ostacolo riempiendosi tasche o borsette di fialette puzzolenti, quelle che si usano da bambini durante il carnevale. Certo, la politica non ha mai avuto “l’alito” profumato ma si è raggiunto un livello veramente puzzolente e pochi si salvano. C’è chi si traveste da puttana, chi si atteggia a maniscalco, chi sta sempre con la bocca da pingù, pronto a laudar benignamente il miracolato/a dai sondaggi di turno. Un tempo gli scorreggioni erano frenati dalla morale, qualcuno viveva anche di etica politica, di orgoglio nell’avere le mani pulite. Oggi siamo allo sbraco totale. Enrico Letta che si comporta come un Giulio Cesare che riaccoglie tra le sue braccia quel baldracco di Bruto-Renzi, colui che lo aveva da poco accoltellato o quel finto canguro di Calenda, uno che propone inceneritori, rigassificatori e nucleare come fossero mentine salutari per i polmoni. Sempre Enrico Letta si è lasciato andare alla possibilità che sindaci e presidenti di regione scendano in campo. Insomma, gente che un anno fa o qualche mese fa ha spergiurato il proprio impegno quinquennale per rianimare certe città o certe regioni e ora si preparano a scappare come topi di fogna per qualche poltrona molto meglio remunerata. Ma questi non sono politici, al più somigliano ai fulmari o all’upupa, uccelli che sparano feci fino ad un metro di distanza. Ho risentito Salvini, uno che parlava di migranti fin da quando portava i pantaloni corti..e lo fa ancora oggi. L’ottuagenario Berlusconi , somigliante sempre più alla cariatide di Alan Ford che passa dal milione di posti di lavoro del 1992 al milione di alberi di oggi. Siamo alle prese con riassetti militari mondiali globali , con i gravi problemi climatici, con la tecnologia galoppante che modifica il modo di vivere di settimana in settimana e il massimo sforzo che il politico riesce a produrre è solo qualche slogan fascista: “io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana”.. E la gente? Il popolo? Non pervenuto..
@ilpianistasultetto
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Eccezionale a Saxa Rubra: Il Tg2 batte il record di servizi che mostrano le piazze applaudire Salvini Piccola notazione: chi segue il Tg2 con un minimo di spirito critico avrà notato che quando si parla di Salvini, salvo casi poco frequenti, i servizi mostrano spesso piazze piene e, soprattutto, sostenitori che applaudono. Domenica è stato un tripudio sia nella edizione delle 13 che delle 20.30. Ma va avanti cosi da molto tempo. Perché anche se ora Capitan Nutella rischia di essere messo in naftalina dai suoi stessi colonnelli che, ormai, smentiscono ogni suo proclama (vedi il Green pass) nel telegiornale di quello che qualcuno si ostina a chiamare servizio pubblico il capo della Lega è trattato con entusiastici toni da Istituto Luce. Tant’è che al pari di un Marcel Jacobs televisivo e grazie al Tg2 il fan di Trump, Bolsonaro, Orban e Putin è riuscito a battere due record: in questo giorni quello del numero di servizi televisivi con generose inquadrature alle folle plaudenti. A cui aggiungere il record sta stabilito in precedenza, ossia quello dei servizi nei quali il giornalista o la giornalista nella sua narrazione entusiastica delle virtù del ‘capitan’ usava la frase “ma Salvini tira dritto”, che per la verità è più da ufficio stampa che da servizio pubblico. La domanda è: esiste una par condicio che oltre al numero dei minuti o dei secondi contempli anche la sobrietà o - al contrario - lo sbraco del giornalista? Perché non fissare una ‘par condicio’ anche delle immagini? Elettori plaudenti per tutti o per nessuno. O sempre o mai. Nel frattempo ci divertiremo a proseguire il conteggio dei servizi con applausi: se continuerà con questi ritmi propagandistici o se ci sarà un ritorno alla decenza televisiva. Almeno fino a quando il canone e il costo del Tg2 saranno a carico dei cittadini italiani e non del cassiere della Lega. Globalist
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Scriveva Moravia:
"A Roma è avvenuto il contrario di quello che avviene nelle altre capitali. La città si è ingrandita, si è arricchita, ma è rimasta legata a un’idea del vivere elementare e grossolana, cui gli ultimi decenni di totale incuria amministrativa sembrano aver regalato un tocco di ulteriore, enfatico e sublime sbraco."
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Tristan
Rido, canto, volteggio... Sono lì sul palco del cielo a fare l’idiota, mentre me ne sto disteso per terra, con un filo d’erba tra i denti, che ha il sapore della semplicità e la freschezza della giovinezza. “Tristan!” Non chiamate il mio nome, non ora. Nell’ozio della mia fantasia, mi sento bene, mi sento a mio agio qui a guardare le fate, a giocare con loro a fare le smorfie, a incantare i miei occhi nel luccichio delle ali che spargono brillanti. Perché ci deve essere sempre qualcosa da fare? Non viene giù il cielo se, di tanto in tanto, mi sbraco nei miei pensieri... almeno lì posso volare. Quelli che mi passano accanto, mi sembrano giganti, da questa posizione, con i lineamenti del viso al contrario che il grugno diventa sorriso, e il bla bla di fare e agire mi fa ridere, così. Dolce far niente, dolce sentire le melodie degli uccelli, stupirsi dei fenomeni della Natura, lasciarsi scavallare da una colonna di formiche in marcia, ognuno col suo chicco di grano: andate avanti voi, poi vi raggiungo con una spiga intera, se adesso non mi schiacciate di responsabilità. Rilasso i muscoli, inspiro pace ed espiro gioia... “Tristan!” Maledetto quel nome, vorrei essere sordo. Mi rigiro per terra, mi acquatto nel verde, chè se schiaccio la testa non mi vede nessuno e posso rotolare e sbuffare e non far niente. Quanti giorni ci saranno per sgobbare e ritrovarsi stanchi al tramonto? Se penso a quelli, mi viene soltanto di starmene così adesso che sono giovane, chè la grande bellezza, di cui mi accorgo in questo momento, domani sarà ancora qui ma i miei occhi saranno cinici e abbacchiati, forse, e non avranno più voglia di intenderla. La fantasia e la magia saranno delusione e rassegnazione, o forse no, dipende da come son fatto io dentro, chè sono un giullare che si strabilia dell’agilità delle proprie mani, che mettono in circolo palle colorate in numero crescente, e se ne cade una ricomincio da capo, tanto è inutile che mi tirate via per un braccio perché sono inconcludente; se mi lasciate fare, chissà che non riesca a camminare su un filo sospeso domani, o sui carboni, o sulle mani. Rido, canto, volteggio... Ci sono sogni nel cuore che non vi lascio toccare. “Tristan!” Danzo, piango, mi libro... Ci sono fantasie che non potete scacciare. “Tristan!” Mi alzo, scocciato; mio padre ha due vanghe e il lavoro reclama. Ma son tanto felice di come sono che se scavo una fossa ci pianto i miei piedi e mi lascio crescere come più mi piace, coi rami contorti, le foglie a casaccio e, se passa qualcuno triste e bigio, mi scuoto più forte che posso per far fuggire il suo pessimismo.
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PRIMA PAGINA La Stampa di Oggi lunedì, 26 agosto 2024
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di Martina Oddi
SAN BENEDETTO – Coronavirus ed economia: quale impatto per la cultura? Intervista con Mimmo Minuto, presidente dell’ Associazione I luoghi della Scrittura e storico libraio sambenedettese
Quale impatto avrà il coronavirus sul settore culturale e soprattutto su quello editoriale libraio, inteso come fruizione della cultura ad personam e tramite il contatto fisico, librerie e biblioteche, al di là dell’online?
“Il settore potrebbe andare bene, ma è relativo perché non pu�� andare, in questo momento .. ed è una cosa incredibile, visto il fatto che c’è molta promozione alla cultura e alla lettura, in particolare da scrittori e case editrici, ma le librerie sono chiuse fino al 25 come le altre cose …io non ho nulla contro le altre attività … ma penso che se si da un messaggio “iniziate a leggere in questi giorni” e il raccordo focale della scrittura, cioè le librerie, sono chiuse. .. ti viene un dubbio: purtroppo c’è chi vende online. L’ online è sempre più avvantaggiato”.
Primo: essendo chiuse le librerie sono solo loro che vendono. Poi c’è di più. Il 13 marzo è stata approvata la legge sul libro per cui tutti possono applicare il 5% di sconto. Ma l’online continua a fare il 15% . Come sempre a discapito delle librerie”.
Come se ne uscirà?
“Come se ne uscirà? Se pensa che già in questo momento i dati che ci danno dicono che hanno chiuso 2700 librerie importanti in tutta Italia … adesso stanno nascendo delle librerie nuove, di quartiere, come una volta, in cui il lettore che ha voglia di onorare la carta può fare la sua scelta, ma può ordinare anche libri che in 48 ore arrivano. E arrivavano tramite una piattaforma che abbiamo creato e in cui garantiamo l’arrivo del libro in 48 ore. Se ne uscirà? Chi ha cominciato dice che se ne uscirà”.
Ma noi abbiamo tantissimi appuntamenti da seguire: i finalisti del premio Strega, data già fissata per il 14 giugno; il salone di Torino; Amaquilone; il Reflex di AlbaAdriatica; il festival di Piceno d’Autore a Monsampolo; la 39 edizione di Incontri con l’Autore. Poi stamattina ho ricevuto una telefonata da Torino in cui mi hanno assicurato che faranno tutti gli sforzi possibili affinché il salone abbia luogo. Che facciamo? Gli impegni sono già stati presi”.
Una situazione paradossale, in sintesi, all’italiana.. in cui per non fermare chi è sceso al sud, si blinda tutta l’Italia. Come non è accaduto in Cina, all’avanguardia nella affrontare l’emergenza.. e come è accaduto solo nei paesi che hanno sottovalutato la capacità di contagio del Covid19...
“Quella è un altra situazione incedibile .. ma mica solo da Milano .. prendi ad esempio la Puglia: fino a qualche giorno mi pare avesse quattro o cinque casi positivi, oggi è la Regione con più incremento in percentuale di contagio di tutte le altre. Perché questi signori che sono partiti da Milano, da Bologna, non hanno avuto il pensiero che si sono salvati il sederino, ma hanno infettato l’Italia. Mi meraviglia che tra loro ci fossero studenti, gente di cultura …mi fa molto male”.
Si, è una situazione che non fa onore agli italiani. Anche se ora si nota un certo maniacale rispetto delle norme di sicurezza, all’inizio c’è stato il solito sbraco all’italiana.
“Si le città sono chiuse. Ieri ho fatto un po’ di spesa con mia moglie: città deserta. Direi che se da un lato questo è un dato positivo per il contagio, c’è però da dire che i buoi sono già scappati. Questo mi fa pensare che qualche ignorante leggero ha fatto scappare la notizia del decreto che doveva estese approvato un minuto prima. Poi tutte le tv hanno cominciato a diffonderla e nel panico generale la gente ha reagito dandosi alla fuga. Perché siamo italiani e ci facciamo prendere dal panico.
Questo mi fa pensare che l’Italia è sempre quella. Brava gente, viva l’Italia. Ma, parlando di politica, su due guerre mondiali a cui ha partecipato, ha iniziato con uno schieramento e ha finito con l’altro. Oggi gli scompensi sono dovuti alla convenienza, non sono le ideologie che muovono la gente e iI Paese. Le ideologie non ci sono più, sono finite e oggi quello che conta è la convenienza. Ci chiediamo: chi mi può dare di più? Senza più riferimenti valoriali o di appartenenza.
Un altro dato mi fa pensare. Oggi del 40:% di Renzi e Dem, del 37% del movimento5stelle e del 12% della Lega, tutta sta roba qui non esiste più e si è passato al 20% del Pd, al 15% dei 5 stelle e al 33% della lega. Con un dato su tutti: la crescita dal 3 al 13% di FdI. E la scomparsa di Forza Italia. Oggi impera il legame all’interesse. Ci si attacca al carrozzone per motivi di interesse, chiedendosi chi potrebbe essere il vincitore. Il motivo che muove le decisioni è l’interesse, non l’adesione alle ideologie, che non ci sono più”.
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Lunar City
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Lunar City, film diretto da Alessandra Bonavina, è un documentario che celebra il cinquantennio dello sbraco sulla luna di Neil Armstrong, avvenuto il 20 luglio 1969. Da quel momento in poi la tecnologia ha fatto passi da giganti, superando confini e sfide e raggiungendo grandi traguardi, tra cui nuove scoperte.
from WordPress https://altadefinizione10.club/lunar-city/
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Fuck la quarantaine
Giorno n°8 della quarantena
Stare a casa, non lavorare ed essere comunque pagati può sembrare bello e divertente, ma non lo è. Premessa necessaria : il virus del lavorismo non ha mai attecchito in me. Ho sempre pensato che nella vita ci sono cose molto più importanti da fare piuttosto che lavorare. Tuttavia il lavoro resta una necessità fondamentale per alimentare il mio dispendioso vivere parigino. Secondo anni di educazione sabauda hanno talmente inciso nel mio super io che ora non riesco a evitare un fastidioso senso di colpa ogni qualvolta mi sbraco pigramente sul divano. Lavorare è una piccola tragedia quotidiana, di cui non possiamo fare a meno. Infatti detesto inerzia, l’ozio gratuito e prolungato mi da agitazione e insofferenza. Io amo fare cose, tante cose. Amo cambiare e fare cose diverse e varie, per cui per tornare all'inizio di questa riflessione che mi sta portando lontano, potrei dire che il lavoro sia una piccola tragedia, si ma non lavorare del tutto è molto peggio.
Conclusa la premessa, capirete che chiuso in casa, io non resisto. Ad aggravare la situazione di soffocamento ci sono il 24 metri quadri del mio appartamento. Impazzirei anche in uno splendido appartamento haussmaniano, ma ci vorrebbe più tempo. Come occupare il tempo concessomi da queste peculiare quanto inaspettata situazione diventa la mia ossessione quotidiana. Non ho Netflix, ho disattivato il conto più di un anno fa. Non sopporto più l’idea di passare il mio tempo a vedere interminabili stagioni di serie tv fabbricate in serie dopo attenti studi di mercato che hanno il solo scopo di tenermi incollato allo schermo per giorni interi.

Per cui decido di darmi al più sacro dei passatempi: la lettura. Parigi rigurgita di librerie. Bellissime, sterminate, profumate, colorate, ricche e sensuali librerie che adornano questa urbe moribonda e mefitica. Perciò decido di sfidare il confinamento impostomi dalla burocrazia scolasti nella speranza di dare pace al mio animo irrequieto. La mia iniziativa, infatti, si scontra con l’inevitabile definizione di quarantena: è un isolamento forzato, solitamente utilizzato per limitare la diffusione di uno stato pericoloso (spesso una malattia) fonte Wikipedia. Secondo questa definizione io non potrei uscire da casa, ma io non sono in quarantena. O meglio, io sono in quarantena preventiva asintomatica, basata su un pregiudizio discriminatorio, in quanto ho confessato di aver trascorso alcune ore a Milano dieci giorni fa. In più, non mi è stata data nessuna indicazione chiara circa le cose che potevo e che non potevo fare durante la mia esclusione dal lavoro. Non ci sono indicazioni sul sito del provveditorato né sul sito del Ministero. E per finire non ho sintomi, io mi sento bene. Io sono sano, per Dio! Per cui esco.
La prima tappa del mio pellegrinaggio letterario è LA LIBRAIRIE VOYAGEURS, al 48 di rue Saint-Anne, nel pieno del triangolo nippocoreano di Parigi, tra ramen e kimono. La libreria fa parte di una bellissima agenzia di viaggi che si trova giusto davanti alla vetrina ed è specializzata in viaggi. Qui trovo tutto ciò che mi provoca fibrillazioni erotico culturali: guide di viaggio storiche, percorsi linguistico-culinari; carte, mappe e cartine di ogni angolo del pianeta; racconti e grandi reportage di esploratori da ogni parte del mondo. Ne esco eccitatissimo con in tasca Un roman russe, di Emmanuel Carrère. Giusto cosi, per sollazzare la mia sconsiderata e irragionevole attrazione la Russia.
Tappa numero due, Comme un roman, la mia libreria preferita del marais. A due passi dal Marché des Enfants Rouges, dove trovo lo spazio e il respiro di una libreria storica. Due piani di romanzi di grandi classici del pensiero moderno e contemporaneo. Sempre affollatissima, questa libreria resta uno di quei pochi posti dove mi sento sempre a mio agio. Cerco un bel saggio, me ne esco con Hannah Arendt, Les Origines du totalitarisme, notevole tometto che mi permetterà di avere strumenti per riflettere sugli orrori del Novecento mentre mi crogiolo tra le mura domestiche in attesa dell’apocalisse virale.
Concludo il mio vagabondare irrequieto con l’ultima della mie tane letterarie: Librairie du Globe, 67 Boulevard Beaumarchais. Melanconica libreria russa dove sguazzo languidamente nei momenti di più intensa tristezza slavofila, tra saggi sulla geopolitica russa, samizdat e raccolte di poesie di Anna Akhmatova. Mi lascio consigliare dalla dolcissima libraia moscovita in stage sulle ultime raccolte sulla storia e la geografia del più grande paese del mondo, ma alla fine sprofondo nella poltrona che dà le spalle alla vetrina. Comprerei tutto. Esco a mani vuote, ma inebriato di libri che ho visto e che ho sognato di leggere, ma soprattutto di Russia.
Sono le cinque e mezza, non è ancora l’ora dell’aperitivo, ho tempo per un caffè. M’infilo in un bar. Le Cannibale Café è perfetto. Impaziente di divorare un po’ del mio bottino quotidiano, mi piazzo nella sala interna, arredata con gusto tutto parigino, dove c’è un’atmosfera perfetta per leggere in santa pace. Sfilo il romanzo di Carrère dalla tasca e mi lancio. Dopo due pagine mi fermo. Voglio immortalare questo momento di piacere solitario. Vorrei condividerlo con i miei amici, ma in verità sto cedendo alla pulsione nefasta dell’autocompiacimento social. Sto cedendo a quella insana voglia di voler condividere tutto e sempre con gli altri, anche quando non dovrei, soprattutto perché sarei in quarantena. Non pago rincaro la dose. Decido di fare una storia su Instagram, dove oltre a vedersi il mio libro e lo sfondo del bar, aggiungo la posizione e una bella frase di sfida Fuck la quarantaine!

La risposta è una fucilata.
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16 dic 2018 19:23
“ROMA CORROMPE” - MASSIMO FINI RILANCIA UN SUO ARTICOLO DEL ’79 CONTRO I “SALOTTI ROMANI” PER DIMOSTRARE CHE NULLA E’ CAMBIATO: “BASTA ENTRARE IN UNO DI QUESTI SALOTTI PER RENDERSI CONTO CHE IN ITALIA NON SI FARÀ MAI LA RIVOLUZIONE - È L'ETERNO "GENERONE" ROMANO, QUELLO CHE SI ABBOFFAVA INTORNO A CIANO, CHE ETERNAMENTE SI RIPRODUCE E CHE ADESSO SI ABBOFFA INTORNO ALLA DEMOCRAZIA…”
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Massimo Fini per il “Fatto quotidiano”
Basta entrare in un "salotto" romano per rendersi conto che in Italia non si farà mai la Rivoluzione. Né le riforme. Né nulla di serio. Basta entrare in una di quelle stupende case -belle come solo a Roma possono essere - e vedervi prestigiosi uomini politici variamente intrecciati con palazzinari, mafiosi d'alto bordo, giornalisti dall' aria di manutengoli, cocottes, scrittorucoli del Corriere della Sera, fotografi alla moda, pubblicitari e parassiti di tutte le risme, per capire com'è conciata l'Italia.
Quando vedi il parlamentare che, appena lanciate durissime accuse contro la mafia, ammicca complice al palazzinaro notoriamente legato ad ambienti mafiosi, ti rendi conto che le polemiche, gli attacchi, i furibondi scontri, gli scazzi ideologici di cui i giornali quotidianamente ci informano, non sono che lo spettacolo della democrazia, la commedia della democrazia, ma che la realtà è qui: nel salotto.
Ci sono qui, nel salotto, una complicità, uno sbraco, una mancanza di tensione morale e ideale, così veri, così evidenti, così sinceri che non è proprio possibile farsi illusioni. Qui, nel salotto, parole come classe operaia, lotte, giustizia, uguaglianza, libertà perdono ogni senso e quando vengono dette -perché, pur spudoratamente, vengono dette- acquistano un significato grottesco e di scherno.
È l'eterno "generone" romano, quello che si abboffava intorno a Ciano, che eternamente si riproduce e che adesso si abboffa intorno alla democrazia. Ai simulacri della democrazia. Nulla è cambiato. Se non il segno con cui questa gente giustifica i propri privilegi e la propria pochezza. Forse la storia d' Italia sarebbe stata diversa se la capitale fosse rimasta a Firenze. Forse, a Firenze, avremmo avuto una leadership più seria.
Ma, purtroppo, la capitale è Roma. E Roma corrompe.
Corrompe anche chi non lo vuole. È irresistibile Roma, in questo. E, quel che è peggio, da qualche anno Roma sta fagocitando tutto: la vita intellettuale, la finanza, le banche, il management industriale, perfino i giornali e le case editrici. Questo cancro enorme sta terzomondizzando l'Italia. E le sue metastasi, che si chiamano clientelismo, burocratismo, parassitismo, mentalità mafiosa, corruzione, si diramano ormai ovunque e raggiungono Milano e Torino e Genova.
Tutti hanno un'aria beata: l'importante è partecipare. Il lettore penserà che questo articolo io l'abbia scritto oggi. Invece fu pubblicato l' 11 ottobre 1979 su Il Lavoro di Genova col titolo "Un salotto sinistro". In quarant' anni nulla è cambiato. Se non in peggio. Come ci dicono anche le cronache recentissime che, come è stato riportato dal Fatto del 12/12/2018, coinvolgono l' ex ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan, il Direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza Alessandro Pansa e l' ex premier Paolo Gentiloni.
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Massimo Fini per il “Fatto quotidiano”
Basta entrare in un "salotto" romano per rendersi conto che in Italia non si farà mai la Rivoluzione. Né le riforme. Né nulla di serio. Basta entrare in una di quelle stupende case -belle come solo a Roma possono essere - e vedervi prestigiosi uomini politici variamente intrecciati con palazzinari, mafiosi d'alto bordo, giornalisti dall' aria di manutengoli, cocottes, scrittorucoli del Corriere della Sera, fotografi alla moda, pubblicitari e parassiti di tutte le risme, per capire com'è conciata l'Italia.
Quando vedi il parlamentare che, appena lanciate durissime accuse contro la mafia, ammicca complice al palazzinaro notoriamente legato ad ambienti mafiosi, ti rendi conto che le polemiche, gli attacchi, i furibondi scontri, gli scazzi ideologici di cui i giornali quotidianamente ci informano, non sono che lo spettacolo della democrazia, la commedia della democrazia, ma che la realtà è qui: nel salotto.
Ci sono qui, nel salotto, una complicità, uno sbraco, una mancanza di tensione morale e ideale, così veri, così evidenti, così sinceri che non è proprio possibile farsi illusioni. Qui, nel salotto, parole come classe operaia, lotte, giustizia, uguaglianza, libertà perdono ogni senso e quando vengono dette -perché, pur spudoratamente, vengono dette- acquistano un significato grottesco e di scherno.
È l'eterno "generone" romano, quello che si abboffava intorno a Ciano, che eternamente si riproduce e che adesso si abboffa intorno alla democrazia. Ai simulacri della democrazia. Nulla è cambiato. Se non il segno con cui questa gente giustifica i propri privilegi e la propria pochezza. Forse la storia d' Italia sarebbe stata diversa se la capitale fosse rimasta a Firenze. Forse, a Firenze, avremmo avuto una leadership più seria.
Ma, purtroppo, la capitale è Roma. E Roma corrompe.
Corrompe anche chi non lo vuole. È irresistibile Roma, in questo. E, quel che è peggio, da qualche anno Roma sta fagocitando tutto: la vita intellettuale, la finanza, le banche, il management industriale, perfino i giornali e le case editrici. Questo cancro enorme sta terzomondizzando l'Italia. E le sue metastasi, che si chiamano clientelismo, burocratismo, parassitismo, mentalità mafiosa, corruzione, si diramano ormai ovunque e raggiungono Milano e Torino e Genova.
Tutti hanno un'aria beata: l'importante è partecipare. Il lettore penserà che questo articolo io l'abbia scritto oggi. Invece fu pubblicato l' 11 ottobre 1979 su Il Lavoro di Genova col titolo "Un salotto sinistro". In quarant' anni nulla è cambiato. Se non in peggio. Come ci dicono anche le cronache recentissime che, come è stato riportato dal Fatto del 12/12/2018, coinvolgono l' ex ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan, il Direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza Alessandro Pansa e l' ex premier Paolo Gentiloni
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Lo sbraco della domenica mattina #bianca #domenicamattina (presso Pisa, Italy)
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e Buon sabato amici igers! oggi mi va proprio così, #insalata di fusilli zucchine carote e piselli e rotolini di surimi che poi che è sto surimi s'ha ancora da capire da queste parti😳: di pesce sa, se c'è ippesce dentro invece NON si sa😂 comunque a me mi fa un gran caldo😱 e il fatto che sia grigiobigio e plumbeo non è che mi prende per i fondelli che è più fresco....anche te cielo fammele meglio le trappole no sti scherzi da prete con chi credi di avere a che fare son cresciuta a settimananimmistica con la nonna che pensi😌😫😂comunque vediamo di farci piacere sto pranzo che c'ho un monte da fare e voglio spappolarmi il cervello oggi così domani allo sbraco totale dalle nipo o a leggere, finito un libro se ne fa un altro e tra la melancolia di dire ciao a qualcosa, a qualcuno che ha vissuto con te e in te, c'è la gioia ruzzolina di scoprire guardinga e poi abbracciare una nuova intersezione di parole, un nuova cadenza con cui amalgamarsi a un'altra storia, a un nuovo Senso. Have a nice weekend guys see ya next time!💙 #le1001tavola 👑 #instaeat #pasta #veggies #fish #solocosebuone #foodofinstagram #italianfood #lunch #foodie #lifestyle #instadaily #recipeoftheday #thefeedfeed #phootooftheday #ifoodit #bonappetit #huffposttaste #foodlove #instafood #homemade #foodofinstagram #pranzoitaliano #food4thoughts #f52grams #onthetable #ricetteperpassione #foodoftheday (presso Florence, Italy)
#f52grams#lunch#ifoodit#phootooftheday#instafood#onthetable#insalata#foodofinstagram#thefeedfeed#homemade#solocosebuone#lifestyle#foodlove#foodoftheday#food4thoughts#bonappetit#recipeoftheday#instadaily#italianfood#ricetteperpassione#fish#le1001tavola#foodie#pasta#instaeat#veggies#pranzoitaliano#huffposttaste
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