Inutile dire che è dalle otto e trenta del mattino che rimugino sulle sue pidocchiose parole. Piuttosto mi sparo negli occhi, così mi danno la pensione d'invalidità e la vita la passo a farmi le seghe idealizzando Anne Hathaway.
Poi bocciare perché non ho senso di responsabilità ma soprattutto perché non vuoi che da vecchia giovani come noi governino il paese e ti rappresentino. Penso che tu come insegnante non riesca a capire il valore di ogni singolo individuo. E se ti dico che non ero preparata su un argomento perché ne ho approfondito un altro per un mio disturbo della concentrazione dovuto dai farmaci, permetti che non devi lanciarmi merda addosso e farmi sentire ancora più merda di quanto io non percepisca? Che poi quel cazzo di trattato l'ho letto quasi tutto ed è molto più interessante del programma stesso.
È dall'inizio dell'anno che avrei bisogno di un certificato che attesti la mia malattia. Non chiedo mi esonerino da certe attività ma vorrei essere un po' meno martoriata.
Non è bello arrivare a lezione coi mali del mondo e sentirsi dire dalla dona-capo che desidera la mia bocciatura. Madonna bastarda.
Non so veramente che fare. Mi sembra una settimana che non frequento scuola. In questo piccolo spazio che ho creato non faccio altro che attuare stratagemmi per sentirmi più leggera. Leggo tanto, studio il giusto, suono quanto basta, compongo come capita. La notte accendo le candele e scrivo, il giorno mi accontento di piangere davanti ad un piatto di pasta e singhiozzare tra un boccone e l'altro. Fumo al crepuscolo mentre bevo del tè. Quello alla betulla è il mio preferito. Bulgakov e i suoi colpi di scena sono ciò che mi fa provare emozioni. Emozioni talmente vivide che mi pare di tornare bambina. Che aspro. Paio andare sempre più verso il centro della Terra e mi consola pensare che venga avvolta dalla lava. La candela è spenta e segna l'avvenire d'una fiaba onirica. Che bello sognare.
E colla coscienza sempre più contorta e bizzarra m'addormento. Ciò che m'avvolge sono le coperte ma dormire svestita le fa bruciare e dunque mi consolo. I sensi, dall'essere continuamente pizzicati, non sentono bruciore alcuno.