Guido Catalano
Teniamoci stretti che c’è vento forte
Teniamoci stretti che c’è vento forte
che ci porta via
teniamoci stretti facciamoci stretti
bellezza mia
abbracciamoci coi bracci
aggambiamoci con le gambe
addentiamoci
annodiamo i nostri capelli ai nostri capelli
incastriamoci le dita dei piedi
diamoci le mani
guardiamoci senza mai dimenticarci di guardarci
dentro gli occhi
c’è un vento così forte
che ci porta via
teniamoci stretti che c’è vento forte
ancoriamoci
l’una all’altro
l’altro all’una
finché non calma
e se non calma
perché potrebbe non calmare - bada - potrebbe
se ci molliamo
saremo scaraventati via lontano
sarà poi difficile trovarci
forse impossibile
dimenticheremo le nostre voci
le nostre facce
dimenticheremo ciò che ci piaceva dirci e farci
dunque
teniamoci stretti
che c’è vento forte
bellezza mia
io ti tengo stretta
mia unica bellezza
che tu mi tieni
ed io sia maledetto
sia maledetto io, non dio
se mollo questa presa di salvezza.
————————————————
Illustrazione: Marco Cazzato
#Tiamomapossospiegarti
Miraggi Edizioni
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Sei quello
che non dici,
le fantasie
di cui ti vergogni,
le paranoie
che ti fai
quando qualcuno
ce l'ha con te,
sei le parole
che non dici mai,
come le canzoni stoppate,
come i libri letti a metà
e di cui non vuoi sapere
il finale
c'è una parte
dentro di te
che è sempre nuda,
di cui ti vergogni
e dove nascondi
tutti i tuoi sogni,
se lo pensi
ma non lo dici
è perché ancora
non trovi
qualcuno
con cui aprirti.
Marco Polani
🌹Instagram
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“Capitano a volte incontri con persone a noi assolutamente estranee, per le quali proviamo interesse fin dal primo sguardo, all'improvviso, in maniera inaspettata, prima che una sola parola venga pronunciata.”
— Dostoevskij
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Sei rara per come ti comporti,
perché sorridi
anche quando
non c’è da ridere.
Per quello che fai
senza farlo vedere
per le volte che ti perdi
dentro i tuoi pensieri.
Sei profonda
e parli troppo
con te stessa
fino a non trovarti più.
— Marco Polani
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C'è qualcosa di interessante in lui. Non so se sia il suo modo di essere sincero eppure non dire mai nulla, non so se sia il futuro che immagina e fin dove vuole arrivare. Non so se sia il suo credere dannatamente a se stesso o gli occhi con cui mi ha guardato quella prima volta fregandosene che io l'avessi notato, non distogliendo lo sguardo. Non so cosa di lui esattamente mi attragga, ma lo ha fatto dal primo momento, quando entrambi non sapevamo i nomi l'uno dell'altra e pensavamo di non rivederci mai più.
scrivoperanestetizzaretutto
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Ricordo di aver incrociato il suo sguardo appena entrato.
E’ stato un colpo al cuore.
Sbam.
Steso.
Era successo in una frazione di secondo, o forse meno.
Come quando inizia a piovere o a nevicare.
Come quando scatta un terremoto o esplode un vulcano.
Succede e basta.
C'è un momento in cui succede e non c'è niente che possa cambiare quello che sta accadendo.
Perchè è semplicemente già accaduto.
Nulla che possa fermarlo, anche se non sai perchè sta succedendo.
Anzi, forse è proprio quello a fotterti del tutto: la perdita di controllo su te stesso.
Le cose belle si presentano così, all'improvviso.
La vita ti travolge, ti investe, senza se e senza ma.
“Piacere, Luca”
“Piacere, Mary”
Sbam.
Fottuto.
Sono arrivato alla conclusione che certa gente venga creata geneticamente per uccidere.
Perchè, quando succede, l'universo intero trema.
Si rigira, si rovescia.
Nulla è come prima.
Il colpo di fulmine non colpisce te, colpisce tutto, ogni cosa, rendendola per sempre diversa.
Quando arriva, sfonda tutto: barriere, muri e strutture.
Inutile opporre resistenza.
Inutile fuggire.
Perchè, quando arriva, è già dentro di te.
E nessuno può scappare da se stesso.
(Roberto Emanuelli)
Gif creata da me @struruso
da un film che amo
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Vivian Lamarque - Poesie (1972 - 2002).
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Sento dentro, forte, che è la cosa giusta.
Giusta non vuol dire facile. O non dolorosa.
Mi rendo conto che questo dolore è sano, che questo lutto per qualcosa che muore è necessario. Mi rendo conto che è più sopportabile del dubbio che mi hai incanalato, della gelosia, delle insicurezze. Del devo essere di più per non perderlo. Perdere cosa, poi? Le tue bugie, i tuoi cambi improvvisi che manco il meteo, le tue manipolazioni?
So forte, dentro, lo so bene, tutto ciò.
Ma fa male, nonostante tutto.
Non continuamente. Passo i pomeriggi con le mie amiche e sono genuinamente contenta e senza pensieri. Mi sveglio la mattina con un peso in meno, con delle domande in meno. Vado a dormire senza la costante preoccupazione.
Ma quando fa male, in quei pochi momenti, colpisce proprio dove deve colpire. I ricordi. Tu che mi guardi come se fossi un sogno. La tua voce spezzata dalle lacrime. Tu che ridi da solo alle tue battute. Come parli di me, come se fossi speciale e la mia bontà, la mia intelligenza fossero trascendentali. Le giornate a giocare. Le prese in giro sulla mia musica, o sui miei libri. Le canzoni che dicevi erano nostre.
Quando sono lucida, so che non valeva nulla. E sto bene, e aspetto che la vita mi regali qualcosa di più bello, più semplice, meno dannoso.
Quando non lo sono, non lo sono.
E quando non lo sono, sei ancora l'unica persona con cui vorrei parlarne.
Ma la supererò. Ti supererò.
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Uno, se vuole, trova sempre il modo per detestarsi, io poi sono (dai, ero) bravissima a farlo, non mi sono mai piaciuta tanto, soprattutto fisicamente, però, un poco alla volta, ho imparato a volermi bene e accettarmi così, come sono. Ma devo dire che una cosa bella ce l’ho, da sempre, e mi voglio vantare di questo: non ho mai sofferto di invidia, ecco, l’invidia è una cosa pessima ti abbruttisce anche se sei bellissima. Ho sempre goduto della bellezza altrui, mi ci sono sempre riempita gli occhi e quindi lo spirito, e questo mi ha fatto bene, forse. La bellezza delle persone, di un viso, di un corpo, dei luoghi, dell’arte, della scrittura, della poesia, della natura, la bravura si dovrebbero solo apprezzare, non criticare, che poi si sente che è gelosia. Bisogna abituarsi alla bellezza. (La bellezza salverà il mondo, e meglio di me lo diceva sicuramente Dostoevskij).
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“Ho capito che la felicità sta nelle piccole cose. E generalmente queste “cose” hanno quattro zampe, una coda ed un nasino umido sempre pronto per essere riempito di baci.”
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“La vita è strana, non ti pare? Proprio quando credi di aver calcolato tutto, quando finalmente cominci a fare progetti, ti senti elettrizzato e credi di sapere quale strada prendere, proprio allora quella strada devia, i punti di riferimento cambiano, il vento si mette a soffiare in un’altra direzione, il nord diventa improvvisamente sud, l’est diventa ovest, e ti senti perduto. È talmente facile smarrire il cammino, perdere l’orientamento.”
— Cecelia Ahern, Scrivimi ancora
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“Belle le fotografie, perché non cambiano mai, mentre le persone immortalate al loro interno sì.”
— Itsmyecho
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“Alcuni per trovare il cuore, prima devono perdere la testa.”
— Friedrich Nietzsche.
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“Io non sono per niente una persona facile. Io non sono di quelle spigliate che fanno colpo subito, io ho bisogno di essere scavata. Io sono i sorrisi semplici, sono le battute stupide, sono i capelli sempre fuori posto e gli occhi lucidi per niente. Sono tante cose, davvero. Solo che non lo do a vedere, e forse sbaglio. Sbaglio perchè al giorno d’oggi piacciono di più le persone che saltano subito fuori, mentre quelle come me restano in un angolo. Soltanto che io non voglio essere come loro, proprio non ce la faccio. Io devo essere me.”
— P.S.I love you
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“Ma che paragoni mi fate.
Allora non capite.
Con lei è bello anche senza il sole.
Con lei è bello anche quando si sta in silenzio senza dirsi niente.”
-Charles Bukowski
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“Mi riesce difficile comportarmi in modo affettuoso, persino nella vita amorosa. Do sempre meno di quel che ho. Questo è il mio modo di amare: un po’ reticente, riservando il massimo solo alle grandi occasioni. […]. Infatti, se dessi sempre il massimo, che resterebbe di quei momenti (ce ne sono quattro o cinque in ogni esistenza, in un individuo), in cui bisogna metterci tutto il proprio cuore?”
— Mario Benedetti, La tregua (dal diario di Martín Santomé, martedì 30 Luglio)
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Sono abituata a scappare la mattina, lasciare il letto come una puttana da una notte e via. So muovermi piano, senza far rumore, senza sfiorarti e svegliarti.
È una routine. Mi alzo, prendo le mi cose, vado in bagno, mi preparo, mi fumo una sigaretta in salotto e “io vado”. Mi rispondi con un grugnito e io replico chiudendo piano la porta per non darti fastidio. Non voglio andare via, ma devo farlo, ne vale della mia vita. Tu neanche apri gli occhi, come a dire “non voglio vederti, non ti voglio in questo nuovo giorno che inizia.”
Come una puttana, ti lascio lì, a dormire nel tuo letto caldo e vado a prendere la metro nel freddo del mattino. Sguscio via da quella quella casa e mi sento come se avessi appena lasciato il mio posto di lavoro. Era il mio corpo che volevi e il mio corpo ti ho dato. Ho lavorato. Vado via soddisfatta, ma ad ogni scalino perdo un pezzo di me.
Ma stamattina mi sono svegliata e accanto a me c'era un ragazzo. Abbiamo dormito tre ore forse, o forse di meno, non lo so, so solo che siamo rimasti avvinghiati tutta la notte, sentivo il suo respiro. Suona la sveglia, mi stringe ancora di più a lui e mi dice “buongiorno piccola”. Nessun grugnito. Buongiorno piccola, due parole. Apre gli occhi, mi guarda e poi mi bacia, a lungo. Stavolta è lui che deve andar via, è lui che ha la metro da prendere eppure va con calma. Restiamo abbracciati nel letto per più di dieci minuti senza dire niente, ci bastava così. Ci siamo alzati e siamo andati a fare il caffè. Io ho preparato la moka e lui ha acceso i fornelli, io ho preso le tazzine e lui ha messo lo zucchero. Mi ha afferrato i fianchi e mi ha dato un altro bacio. Alle otto del mattino, con le occhiaie, i capelli in disordine, il pigiamone di pail e la faccia non proprio da amore, io avevo già ricevuto due baci. Più di quanti tu me ne abbia mai dato in una notte intera.
Siamo tornati in stanza, una sigaretta e lui si è vestito. Mi bacia ancora, si siede con me sul bordo del letto e mi dice “ho meno di un minuto per scendere, altrimenti ti avrei già strappato il pigiama.” E sorride e mi desidera, vuole me. Non vuole un buco da riempire, non vuole solo svuotarsi le palle. Vuole il mio neo sul basso ventre, le mie gambe intorno alle sue e il mio seno che a sua detta “mi fa impazzire”. Mi dice che sono perfetta, mi sfiora il reggiseno e si allontana da me.
Così l'ho accompagnato alla porta, siamo rimasti a guardarci finché non è arrivato l'ascensore e con lui un ultimo bacio rubato. Anche lui non voleva andarsene, ma doveva.
Le situazioni sono uguali, io sono sempre io, eppure con te mi sentivo una sgualdrina da quattro soldi. Guardami adesso: ho la faccia di una che realizzerà i suoi sogni.
Mi hai insegnato tu ad essere una puttana, mi hai insegnato tu a scappare, a non lasciare tracce, mi hai insegnato tu a considerare il mio corpo solo un corpo e non qualcosa di più, mi hai insegnato tu a restare giusto il tempo di una notte e poi niente. Ma sono molto più di questo. Adesso lo so.
Avresti dovuto vedere le mie mani che tremavano quando mi ha sussurrato “sei bellissima”. Io non ci credevo neanche più. Eppure oggi qualcosa è successo.
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