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Ho bisogno di qualcuno che sappia cosa dire quando io non riesco a parlare
12 aprile 2020
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STANZA 131
Il profumo di narghilè alla vaniglia si impossessava di tutta la stanza, il fumo andava verso l’alto come le braccia di un bambino che vuole essere preso in braccio, ma lui era libero e si disperdeva nell’aria mischiato alle nostre parole.
Conversazioni infinite, dalla scuola, al lavoro, a ricordi di estati lontane, persone mai più viste, racconti di vissuto che avevi rimosso e che riemergono ed escono feroci per non essere dimenticati.
Tutto si mischia in quel quadro perfetto di luci soffuse, divani pelle marrone e baci al sapore di the marocchino, una punta di menta che rende tutto cosi fresco, eppure qui ci sono 40 gradi.
Nessuno dei due pensa al dopo, anche se sappiamo benissimo cosa abbiamo preparato, ma non è tempo.
Gli sguardi muti si susseguono, le parole escono solo come contorno di quel momento perfetto.
La nostra serata lontano dal mondo, dai problemi, dall’ansia lontano da tutto. Se siete in una frequentazione mi capirete, non esiste altro, finalmente puoi non pensare se non a vivere e ti riesce solo con QUELLA persona.
lei per me era questo, la fuga dalla realtà, quel sospirò d’aria che i polmoni richiedono alla fine di una lunga corsa, la luce in fondo al tunnel, le lenzuola pulite alla fine di una lunga giornata, il dolce nel giorno di sgarro.
La chiamavo pasticcino, un nomignolo che mipiace tanto, perché racchiude tutto, dolcezza, amore e quella punta di porno che io metto in tutto, “dopo ti mangio pasticcino”, voglio dire, a chi non piacciono dai? e cosi sarebbe stato, ma non è ancora tempo.
Guardavo la collanina con il suo nome pendere sulla sua pelle che no ha aggettivi per essere descritta, o forse non avere è già per se un aggettivo, la conoscevo alla perfezione. il neo vicino al seno sinistro, un piccola voglia sulla coscia destra, un piccolo taglio sul polso, una mappa del tesoro bramata per anni da un marinaio.
Mentre parla io le fisso le labbra, con il rossetto nude che è ancora perfetto, e le immagino in posti che forse non dovrei.
ma la mente viaggia da sola, su una frequenza tutta sua, come un’autostrada infinita senza caselli senza sosta e può essere interrotta solamente dalla messa in pratica ma era impossibile, avrei dovuto strapparle i vestiti e farlo li in quel momento, ma non era ancora tempo.
In macchina ridiamo e scherziamo come se fosse una cosa normale, un viaggio qualsiasi, un esperienza come altre, invece sapevamo che non era cosi, ma ci piaceva fare finta di niente, come essere in un film di cui tutti conoscono già il finale ma nessuno vuole spoiler, ma solo goderselo, lo sai come finisce titanic eppure ogni volta di fa piangere.
le prendo una mano, è gelida, mani fredde cuore caldo penso, ed è cosi, un fuoco solo per me, che solo io posso vedere e questa cosa mi fa eccitare da morire.
“Ciao volevamo informazioni, sai è la nostra prima volta” mi giustificavo con il signore con gli occhiali e gli occhi stanchi che mi fissava all’ingresso, nel in auto ride un pò imbarazzata. un pò bambina un pò donna.
“Sono 80 euro la notte 100 la suite.”
“cosa cambia? la grandezza?”
“no nella suite cè l’idromassaggio”
“andata per la suite.”
“131, in fondo il parcheggio è davanti.”
Salgo in macchina, contento come un bambino al suo compleanno, lei ride consapevole della follia che avevamo organizzato.
é mezzanotte e 43, buio pesto, i fari illuminano queste piccole villette mono appartamento, tutte identiche, spiazzo in mattonelle davanti, paratia verde scuro e una luce che illuminina l’entrata.
troviamo la nostra, parcheggio e scendiamo.
Entriamo in questa stanza che sembra un vecchio hotel anni 80, divani in pelle rossa, carta da parati beige divisa da un striscia d’orata che circonda la stanza.
letto con le lenzuola perfette, copriletto oro e rosso, ai piedi un divanetto in pelle nere che userò sicuramente più tardi.
Ma la cosa più bella è lo specchio enorme al lato del letto.
Ridiamo e ci baciamo come due ragazzini al primo appuntamento, consapevoli di quella che era la nostra serata, come due amanti che si cercano e di trovano.
era la nostra prima notte in motel.
dedicata unicamente al sesso, alla passione.
Lei va in bagno, io in abito mi siedo sul divanetto e attendo impaziente, conscio che il mio battito superava i 180bpm, che mi sembrava di non essere nemmeno li.
I minuti sono interminabile mentre lei dice di aspettare e io che urlo muoviti, ti voglio, adesso.
Tacchi, autoreggenti e un corpetto nero.
Fine di tutto. anzi forse inizio. ma non voglio rovinare tutto e attendo i passi che mi separano da lei, si avvicina guardandomi negli occhi, sapendo quanto io stessi andando su di giri, il mio corpo sussultava ma volevo godermi ogni attimo.
mi slaccia la camicia, con una mano mi tocca e i capelli e con l’altra scende, si inginocchia e continua a baciarmi, cosi sexy che riesco solo a guardarla, emettendo un timido gemito di approvazione, lei ride, io mi lascio andare, non la tocco nemmeno, mi sembra quasi di rovinarla, di scalfire quell’essenza cosi pura, l’eccitazione era palpabile nell’aria mentre lei si dedicava a me, le prendo i capelli e accompagno dolcemente il movimento, mi piace perdere il controllo ma mi piace ancor di più prenderlo.
Non resisto molto a quel momento, dopo due minuti le alzo il viso dolcemente appoggiandole una mano sotto il mento e piegandomi verso di lei baciandola.
Li inizia tutto.
La prendo in braccio e la sbatto sul letto, fronte specchio, con le mani le affero le gambe e le allargo dolcemente inziando a baciarle lentamente, ogni cm, ogni spazio di pelle bianca disponibile, appoggio dolcemente le labbra sull’inguine godendomi ogni sussulto del corpo, la faccio impazzire per qualche istante, dando piccoli baci qua e la poi mi dedico a lei, le prendo una mano e la metto nei miei capelli, voglio sentire che le piace, voglio farla impazzire, la voglio mia.
I gemiti si susseguono, le lenzuola si stringono nelle sue mani, le sue cosce si irrigidiscono ma la sento libera, la sento godere e non mi fermo per nessuna ragione.
la prendo, su quel letto di amanti passati, di amori nascosti, di baci rubati, la prendo in ogni modo, sopra mentre i nostri sguardi si incrociano, mentre le mie mani le stringono il seno, mentre le bacio il collo e lei gode, la prendo mentre i suoi capelli riflessi nello specchio le cadono sul viso nascondendo appena l’espressione di passione sul suo volto, le mie mani percorrono ogni sua curva a velocità lenta, studiando ogni lembo, sentendo ogni sensazione.
Due corpi che si cercano, si vogliono, un intreccio di mani e movimenti sincronizzati come fosse tutto scritto, tutto già deciso.
Mi ricordo molto bene il suo orgasmo, “amore oddio” io che spingo, tenendole una gamba per accompagnare il movimento, lei butta la testa all’indietro sprofondando nei cuscini bianchi come le nuvole di maggio, le sue mani entrano nella mia schiena, due secondi di totale paralisi per poi sentire il corpo lasciarsi andare, lasciarsi guidare, lasciarsi in un impeto di movimenti lenti rilassando tutti i muscoli, non esiste più nient’altro, i suoi occhi mi sorridono mentre mi bacia.
questo è il mio di orgasmo.
Non si può spiegare l’amore di quella notte di passione, quel sentore di una notte solo nostra.
Non si può spiegare a chi non l’ha vissuto.
Non si può spiegare a nessuno.
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“Non puoi scappare da ciò che sei.”
— @lovehoperespect
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Abbiamo bisogno di una mano che prenda la nostra quando arriva il buio, di uno sguardo che ci faccia sentire al sicuro anche quando il mondo fa paura, quando la terra trema sotto i nostri piedi e tutto intorno sembra cedere e crollare.
Abbiamo bisogno di riconoscerci negli occhi di qualcuno che ci guardi senza giudicarci, qualcuno che ci abbracci tutte le volte che arriva il freddo, che ci ritrovi tutte le volte che ci perdiamo.
Abbiamo bisogno di guardare le stelle, di baciarci in riva al mare, di innamorarci di continuo, tutte le mattine, della stessa persona che ci ha fatto perdere la testa la notte prima. E che ce la farà perdere di nuovo il giorno dopo.
Abbiamo bisogno di correre su una spiaggia, sulla sabbia, a piedi nudi, mentre il tramonto più bello del mondo disegna i contorni delle nostre imperfezioni e ci fa sentire unici, anche solo per un attimo.
Abbiamo bisogno di fare l’amore, come se i brividi di uno fossero il proseguimento dei brividi dell’altro, come se le gocce di piacere fossero prima acqua, poi sudore, e poi pioggia, e poi rugiada. In una fusione di sapore ed emozione che sa di bellezza, che sa di vita…
Ma non abbiamo bisogno di chiedere a nessuno di amarci, non possiamo chiedere a qualcuno di amarci, perché chi non ha voglia di farlo non merita la nostra attenzione, non merita la nostra tristezza. Non merita la nostra rabbia, non merita le nostre lacrime…
- Roberto Emanuelli, tratto da Buonanotte a te
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"Quando il rumore comincia a farsi troppo forte, scarponi ai piedi e zaino in spalla, cammini fino a quando il vento e qualche animale in lontananza sono gli unici suoni che senti, fino a quando ti ritrovi sola con il cuore che batte a mille e gli occhi che brillano" 🌲 (presso Madonna Di Campiglio, Trentino-Alto Adige, Italy) https://www.instagram.com/p/BqpD5RSHlaS/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=3d4r5ixg36k0
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Quando sei ad una festa in mezzo a tanta gente e ai tuoi amici, stai ballando e ti stai divertendo e ti rendi conto che nella tua testa stai pensando a una sola persona, che vorresti che ci fosse lei lì, che tutto il resto potrebbe anche non esistere...
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"Ti va se ci vediamo? Ho bisogno del tuo sorriso, dei tuoi occhi, di un tuo abbraccio. Ho bisogno di appoggiare la mia testa sul tuo petto e sentirmi al sicuro."
Animadigirasole
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"Era dolce, delicato, aveva il sapore del cacao. Sarebbe stata l'ultima cosa che avrebbe sentito"
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"Voglio vivere di istanti che mi tolgono il fiato
Come le tue mani sul mio collo mentre facciamo l'amore
Come quando mi guardi con quei tuoi occhi scuri e smetto di respirare
Come quando mi stringi forte al tuo petto e io mi sento al sicuro"
Animadigirasole
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