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animepersissime · 3 months
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Lione.
Lione è colorata, ma non come Parigi.
Lione è grande e caotica, ma non come Parigi.
Lione è fredda, ma non come Parigi.
Forse Lione mi piace, ma non tanto quanto Parigi.
È come avere due fiamme e non sapere chi scegliere perché entrambe sono fenomenali, asfissianti, emozionanti.
Lione è bella, anche perché tu sei lì con me. Come a Parigi.
Perché a te non piace?
Lione diventa più luminosa ogni giorno di più.
Lione a me piace.
Vorrei fartela amare. Vorrei darti i miei stessi occhi per poter farti vedere l’immensità.
Quando corro a casa so che tu sei lì ad aspettarmi, le tue braccia sono i più belli del mondo.
Adesso arriva la primavera.
I pomeriggi passati a bere caffellatte nel nostro bar preferito.
I pomeriggi passati a camminare lungo la riva del fiume.
I pomeriggi passati a disegnare e a passeggiare al parco.
I pomeriggi a sguazzare per la città calda.
Tutto questo finalmente avrà di nuovo un inizio.
Finalmente ti posso far amare la città.
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animepersissime · 3 months
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Gli occhi:
Une femme qui marche avec des airpods et qui danse,
Des fleurs colorées,
Un monoprix très loin,
Un bâtiment immense,
Une pharmacie illuminée avec des led,
Un graffiti,
La pluie sur mes lunettes,
Du vert et des travaux.
Une rue très grande,
Mieux dormir espace dos et sommeil,
Un gratteciel,
Un graffiti,
Des personnes qui marchent,
Des voitures garées,
Des voitures,
Un subway,
Un kebab.
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animepersissime · 1 year
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Come ti stava bene il tramonto addosso.
Il tramonto che ci guarda, timido dietro i palazzi bianchi, la ruota panoramica che si illumina di rosa.
Noi troppo distratti, i nostri occhi curiosi che si scrutano dolcemente, troppo presi ad amarsi, come se fosse di nuovo una prima volta.
Nelle orecchie solamente il rumore delle onde che si infrangono sulla sabbia bagnata e la tua voce che mi ripete quanto io sia importante.
Il mondo poteva cadere in quel preciso istante che tanto avremmo fluttuato, perché tutte quelle emozioni, i nostri baci e quel tuo sguardo dolce sul mio volto, così pieno di tutto, ci teneva a galla entrambi.
Tutto intorno a noi si fonde, anche i nostri due corpi, si mescolano l’uno con l’altro, il mio cuore diventa il tuo e il tuo respiro diventa il mio.
Mentre i miei occhi verdi annegavano nei tuoi marroni, ricordo di aver pensato per un attimo ‘ti amo come non ho mai amato nessun altro’.
Come ti stava bene il tramonto addosso quel pomeriggio sulla spiaggia vuota di rimini.
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animepersissime · 1 year
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È passato un anno, ma ricordo tutti i nostri momenti come se fosse ieri. I tuoi occhi che mi guardavano incuriositi, le tue mani un po’ timide mentre mi accarezzavano dolcemente le braccia e i tuoi sorrisi dopo ogni singolo bacio che mi provocavano un mix tra felicità e nervosismo, ma un nervosismo piacevole, quello di quando hai così tante emozioni in corpo che non sai come esprimerle, perché davanti a te non sai veramente cosa fare.
Ritorniamo in quel letto di Parigi, l’unico vero momento in cui mi sono sentita libera, amata. I tuoi occhi che mi perforavano l’anima e mi guardavano dentro per capirmi meglio, per conoscermi.
Chi sei veramente? Secondo me un po’ te lo sei domandato.
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animepersissime · 1 year
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Henri Matisse, “Une Fin d'Apres-Midi”, 1902
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animepersissime · 1 year
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Maurice-Quentin de La Tour, La Marquise de Pompadour detail, ca. 1749-55
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animepersissime · 1 year
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animepersissime · 1 year
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animepersissime · 1 year
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Spiazzata. Un po’ vuota. Non capisco. Dovrei essere arrabbiata, triste, delusa, in realtà mi sento indifferente. Non riesco a leggermi. E’ un’emozione nuova, non ho mai fatto i conti con queste cose. Le emozioni, è tutta una lotta con il cervello.
E’ veramente questo essere adulti? Voglio tornare ad essere piccola, ancora protetta dal mondo esterno. 
Ti amo perché sei la persona di cui mi fidavo. Ti detesto perché continuo ad amarti, nonostante faccia male da morire. Non voglio cancellare ciò che è stato, tu continui a farmi promesse, io continuo a crederci. Non so cosa pensare, in questo momento verità e bugia si sono fuse in un’unica miscela che fa a botte nei miei pensieri.
Non so che fare. Ho svuotato il mio cassetto delle lacrime, ieri sera sono scoppiata mentre ti stavo chiamando, perché i miei sentimenti sono così forti e impossibili da gestire che non riesco ad esprimerli. Pensa a te stessa. 
I giorni a Bergamo ti hanno fatto solo del bene, lontano da tutto e da tutti. Ciò che hai sempre voluto, alla fine stai bene da sola. Come ti senti da sola? Indipendente? Libera? Oppure sola e basta? 
Domani tornerai alla tua vita, alla tua quotidianità. Cerca di restare in piedi, non pensarci troppo, non entrare nello stato di inemotività, quello stato in cui una persona vedendoti ti domanda “che hai?” e l’unica cosa che vorresti fare sarebbe gridare o piangere; mentre tutto ciò che fai è rispondere con un semplice “niente” e finirla lì, dove non è neanche incominciata.
Bergamo ha una luce diversa quando sei triste. In un qualche modo diventa più bella, si notano tutti i suoi dettagli, non è monotona come pensavo. O forse le città sono più belle quando fuori splende il sole?
Il solito baretto, in città alta, è stato il mio posto in questi giorni. Sotto il sole, i raggi del sole che mi baciano la faccia, mentre bevo il mio solito caffè macchiato. I piccoli uccellini che ronzano intorno alle briciole sui piattini ormai vuoti, lasciati sui tavolini bianchi; io circondata da turisti, mezzi inglese e mezzi tedeschi, (forse anche un po’ ubriachi alle 10 di mattina) e dalle signore sulla ottantina, di un certo ceto, vestite anche in una certa maniera, con un cane legato al proprio braccio, che si riuniscono tutte le mattine al solito tavolino, a parlare delle loro vite e dei loro nipoti. 
“E’ andato in Francia per migliorare il francese e non è più ritornato.” “Ho il nipote che non parla, ha quasi due anni, ma niente, speriamo cresca in fretta.” “Su instagram, mi hanno seguito delle donne, sai, quei profili con le donne nude, io le ho bloccate subito.” 
Il loro accento mi entra dentro, non capisco se mi piaccia oppure no. Mi sembra di essere quella riga nera sulla pagina di un libro che devi rileggere tre o quattro volte perché non si capisce molto bene il significato delle parole. Vorrei sapermi leggere meglio.
Anche tua mamma al telefono ti ha sentita distante, svuotata. « Mamma non farmi piangere, sono in mezzo alla gente » con le lacrime ormai copiose sulle guance, come se in quel momento era più importante l’apparire bene.
In mezzo a queste persone felici e con in mano una tazza di caffè o una sigaretta, mi sento un pesce fuor d’acqua. Qui, seduta in un tavolino, al centro e accecato dal sole, io sono in cerca di qualcosa, forse di aiuto, da me stessa. Mi sento fuori dal mondo. Non ho voglia di restare lì, ma allo stesso tempo voglio, perché mi fa del bene. 
Vorrei solo sparire, non ho più certezze. L’unica cosa che faccio è sospirare, prendere i soldi per pagare il caffè e chiamare Alice, per sentirmi ascoltata e forse per sentirmi meglio. 
Ho bisogno che qualcuno si prenda cura di me, perché io non ho il coraggio di farlo.
Dove sei?
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