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artegreca · 24 days
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L'Afrodite al bagno (incerto se àgalma o anàthema) che Plinio ricorda al suo tempo a Roma, nel tempio di Giunone presso il portico di Ottavia, era una replica in marmo dell'originale in bronzo, commissionato a Doidalsas dal re Nicomede, e che pare esistesse ancora nel tardo Impero nella capitale orientale (appare infatti su tarde monete asiatiche) ... La statua ci è nota da varie repliche con variazioni dovute ai copisti: la dea è accovacciata in un atteggiamento comune alle donne greche, le quali si lavavano in piccole vasche facendosi versare l'acqua sul corpo da un'ancella. L'artista dal realismo dell'impostazione non è stato indotto alla ricerca di effetti sensualistici, anzi è riuscito a togliere qualsiasi carattere di volgarità alla figura creando un ritmo mirabilmente concentrato che corregge la pienezza esuberante delle forme, quasi nascondendola, e pure permette incontri angolari e diagonali di volumi ricchi di colore. ... Il grande artista ha sentito il gusto del suo tempo, ossia dell'ellenismo di mezzo, per il reale e per il raffinato, conservando una grande compostezza.
Voce Doidalsas nell'Enciclopedia dell'Arte Antica
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~ Venus of Vienna.
Date: 175-100 B.C.
Place of origin: Sainte-Colombe-lèz-Vienne
Medium: Marble
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artegreca · 2 months
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from november 2023 to may 2024 at villa caffarelli, part of the capitoline museums, an exhibit entirely dedicated to phidias, the famous sculptor behind the parthenon and the chrysoelephantine colossi of the athena parthenos and zeus of olympia.
the exhibit is composed of a selection of more than 100 works, from archaeological finds to paintings and manuscripts narrating the life and work of the artisan, with the support of reconstructions, multimedia installations and digital content.
the exhibition is the first of a series of five exhibitions, "i grandi maestri della grecia antica". in addition with the artworks coming from museums in rome and other italian institutions, the exhibit contains some extraordinary loans, items that have never left their museum premises, as for example two fragments from the parthenon frieze, from the acropolis museum in athens.
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artegreca · 2 months
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E tuttavia, proprio perché su di esso fanno gran conto, i Greci nutrono nei confronti di questo animale una fiducia meno cieca di quella che induce la nostra cultura a chiamare il cane Fido per antonomasia.
Fra le molte elaborazioni che lo riguardano, ve ne sono molte in cui il cane appare un soggetto non totalmente affidabile: lo si pensa per esempio pronto ad attacchi di improvvisa e imprevedibile voracità lupina – accessi di aggressività che i Greci denominavano lyssa (da lyk-ja, il comportarsi da lykos “lupo”); lo si sospetta di collusione con il nemico – il lupo, la volpe, il ladro – cui potrebbe consegnare qualche capo di bestiame o libero accesso in casa in cambio di congruo compenso; si teme che manifesti il suo affetto solo per ottenere un tozzo di buon pane o un succulento pezzo di carne, come il più viscido degli adulatori.
 Cristiana Franco Greci e gli animali da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco
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Rhyton in the shape of a dog's head, Greece, circa 480 BC
from The State Hermitage Museum, St. Petersburg
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artegreca · 8 months
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Il gruppo di Zeus e Ganimede è probabilmente una copia romana di un originale tardo-ellenistico del I sec. a.C., forse ispirato a una famosa creazione dello scultore greco Leochares, attivo nel IV secolo a.C.
L’opera apparteneva a Giovanni Grimani, patriarca di Aquileia: nel 1587 egli donò alla Repubblica di Venezia gran parte della sua raccolta privata di sculture antiche, dando origine al primo museo pubblico della città, lo Statuario. Il gruppo era uno dei pezzi più importanti della famosa Tribuna, allestita da Grimani nel suo raffinato palazzo di famiglia a Santa Maria Formosa: sappiamo che si trovava al centro di essa, sospeso nel vuoto tramite un sistema di ganci infissi nel dorso e nel capo dell’aquila, come una perfetta macchina teatrale. L'attuale esposizione a Palazzo Grimani ha voluto ricreare la collocazione originale.
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Ganymede abucted by Zeus’ eagle. Roman sculpture, copy from a Greek original, exhibited in Palazzo Grimani museum, in Venice
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artegreca · 9 months
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Il Tempio di Apollo Epikourios a Bassae fu progettato da Iktinos, uno degli architetti del Partenone, e costruito nel 420 a.C. circa. Pausania (VIII 41, 7) lo esalta per la bellezza del materiale costruttivo, un granito locale grigio chiaro, e per la sua ἁρμονία: è infatti un periptero esastilo dorico dalle proporzioni molto equilibrate.
I primi resoconti di viaggio settecenteschi che parlano del tempio ammirano la grandiosa collocazione paesaggistica tra le montagne del Peloponneso. Oggi è coperto da una tenda protettiva in attesa di trovare una sistemazione definitiva.
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artegreca · 9 months
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Una delle creazioni nate da questa visione ritmica più matura può essere il celebre Satiro anapauòmenos, cioè in riposo, che era a Roma al tempo di Plinio, una delle statue più ammirate nell'antichità a giudicare dal numero delle copie conservate, che raggiungono la settantina e che costituivano l'ornamento dei giardini romani. Le migliori sono quelle Torlonia da Tivoli al Capitolino, e un bel torso dal Palatino al Louvre. Opera di agreste e delicata sensualità, dove la scabrosità della pardalide attraverso il petto fa risaltare il molle e levigato nudo carnoso, e le sole orecchie appuntite restano a caratterizzare la natura semiferina di questo efebo, il cui flauto e l'albero di appoggio richiamano all'ambiente boschereccio.
Voce Prassitele in Enciclopedia dell'Arte Antica di Giovanni Becatti
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Sculpture (Carrara marble) of a satyr leaning against a tree trunk. Roman-era copy (ca. 130 CE) after a 4th cent. BCE original by Praxiteles; restored in 1999. Now in the Capitoline Museums, Rome.
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artegreca · 9 months
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Il Tempio della Concordia di Agrigento è un periptero esastilo dorico costruito nel 430 a.C. e deve essere ancora identificata la divinità alla quale era dedicato: deve il suo nome a un’iscrizione latina della metà del I secolo d.C. dedicata alla Concordia degli Agrigentini scoperta intorno alla metà del 500.
Verso la fine del VI secolo d.C. fu trasformato in basilica cristiana dedicata ai santi Pietro e Paolo per volontà di Gregorio, vescovo di Agrigento. Negli anni 30 del secolo scorso si concluse una serie di restauri destinati a liberare le parti originali del tempio dai rifacimenti posteriori. Particolarmente ben conservati erano il robusto crepidoma, destinato a superare le asperità del terreno, e la peristasi, dalle proporzioni particolarmente gradevoli ed equilibrate.
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artegreca · 9 months
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È da ammettere che le lèkythoi a fondo bianco fossero destinate unicamente a usi funerarî: e le loro figurazioni comportano d'ordinario scene di quieto addio, arcane, aspettanti presenze presso una tomba decorata, e anche, palesi ammissioni del viaggio nell'Oltretomba proclamato dalla presenza di Thanatos, dalla barca di Caronte con il triste barcaiuolo e i malinconici canneti della palude infera.
dalla voce lekythos dell'Enciclopedia dell'Arte Antica di Roberto Paribeni !961)
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The Underworld ferryman Charon watches as Hermes, in his role as psychopomp, leads the soul of a deceased man toward him. Attic white-ground lekythos, attributed to the Sabouroff Painter; 440s BCE. Now in the Altes Museum, Berlin. Photo credit: ArchaiOptix/Wikimedia Commons.
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artegreca · 11 months
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Costruito tra 449 e 415 a.C. per volontà di Cimone, l'uomo politico ateniese figlio di Milziade e sfortunato rivale di Pericle, l’Ephaisteion domina ancora con la sua mole solida ed elegante l’agorà di Atene da una piccola collina. E’ forse il tempio greco meglio conservato, per il fatto che in epoca bizantina fu riutilizzato come basilica cristiana dedicata a San Giorgio.
E’ un periptero esastilo dorico tutto in marmo pentelico dedicato in origine a Efesto, ma anche ad Atena: un gruppo di bronzo eseguito da Alkemenes raffigurava le due divinità nel momento in cui avevani dato vita al primo re di Atene, l'uomo-serpente Erittonio.
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artegreca · 11 months
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La figura del centauro appartiene a un rhyton in argento ritrovato a Falerii con tre ciotole oggi conservate a Napoli. ... La mano sinistra del centauro reggeva uno strumento a corda (lira o cetra), nella mano destra si è conservato il plettro. Il centauro è un capolavoro dell'antica tecnica di martellatura. Testa e busto sono costituiti da un unico pezzo di lamina d'argento, per cui anche le punte più esterne dei capelli e della barba sono cave. Braccia e gambe sono fuse, inserite e saldate nella fusoliera.
Dal sito del Kunsthorische Museum di Vienna
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Silver centaur, Seleucid Empire, ca. 160 BC, gilded silver, Kunsthistoriches Museum, Wien.
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artegreca · 11 months
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Sposa di Tolomeo II Philadelphos, Arsinoe II venne spesso identificata con la dea Isi. A Canopo, sul delta del Nilo presso Alessandria, c'era un importante santuario dedicato alla dea, dal quale proviene questa scultura. L'abito, panneggiato a pieghe piatte e geometriche disegnate sul corpo alla maniera egizia, veste un nudo inequivocabilmente greco.
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Statue of Queen Arsinoe II identified as the goddess Isis. Ptolemaic Period (305-330 BC)
Black granite, from Canopus. Now in the Bibliotheca Alexandrina Antiquities Museum.
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artegreca · 1 year
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Spinario (Ragazzo che si toglie una spina dal piede) I secolo a.C. bronzo a tutto tondo Roma, Musei Capitolini
La piccola scultura bronzea, che rappresenta un giovinetto nell'atto di levarsi una spina dal piede, è giunta in Campidoglio nel 1471, con la donazione dei bronzi lateranensi al Popolo Romano fatta da Sisto IV.  La posa singolare e particolarmente aggraziata della figura, sorpresa in un gesto inconsueto, ne hanno fatto una delle opere più apprezzate e copiate del Rinascimento, e insieme hanno suscitato numerosi spunti interpretativi sull'identificazione del personaggio. Si tratta di un'opera eclettica, concepita probabilmente nell'ambito del I secolo a.C. fondendo modelli ellenistici del III-II secolo a.C., per il corpo con una testa derivata da opere greche del V secolo a.C.
Musei Capitolini
Filippo Brunelleschi si ispirò a questa scultura per una delle figure della sua formella con il Sacrificio di Isacco, eseguita per il concorso per la seconda porta del Battistero di Firenze indetto nel 1401.
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artegreca · 1 year
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Statuetta di Sileno accovacciato V secolo a.C. - I secolo d.C bronzo a tutto tondo di provenienza non documentata Harvard, Museums
La compattezza della sua posa gli conferisce un'aria tesa, visibile nella colonna vertebrale strettamente piegata e modellata con cura e nei volumi sottilmente resi dei suoi fianchi e della schiena. Le punte dei piedi all'insù aggiungono un ulteriore tocco di animazione... Tra il VII e l'inizio del VI secolo a.C., laboratori di ceramica a Corinto, a Rodi e probabilmente altrove produssero un'interessante serie di statuette in terracotta e vasi di plastica di silenoi accovacciati, inginocchiati e seduti... I muscoli della schiena ben modellati, combinati con le persistenti convenzioni arcaiche per rappresentare i suoi capelli, barba e baffi, suggeriscono una data c. Dal 500 al 480 a.C. Si sospetta che sia stato realizzato in un laboratorio della Grecia continentale, forse a Corinto.
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artegreca · 1 year
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A Caryatid’s view to Philopappos Hill, Athens, Greece 1930 by Walter Hege
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artegreca · 1 year
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Bronze handle attachment in the form of a mask 1st century B.C–1st century A.D. | Greek or Roman x
Despite all the change and innovation in Hellenistic iconography, there was also continuity. The three masks in this case demonstrate the tendency to perpetuate, if not to revive, styles going back to the Classical and even to the Archaic period, a tendency that gained impetus from the second century B.C. on, as Greek artists were being called upon to cater to the demands of the Roman art market.
Images related to Dionysos, Greek god of intoxication and ecstasy, were well suited to the luxurious and hedonistic life that wealthy Romans led in their villas. These handle attachments were for wine buckets. The wreath of ivy leaves and the fillet crossing the forehead are associated exclusively with the god of wine and his followers. The mask brings to mind Archaic images of Dionysos, who until the fifth century B.C. was always shown with long hair and a beard. But the pointed, equine ears on these masks mark them as representations of satyrs or silenoi, the quasi-human woodland creatures in the rowdy entourage of the god.
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artegreca · 2 years
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Poseidon. Bronze sculpture, 480 BC. Found in the sea in Boeotia, Greece. It rests on low rectangular plinth on which is engraved the inscription: "Sacred to Poseidon". NAMAthens.
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artegreca · 2 years
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Il tempio si innalza su un ampio krepìdoma di tre gradini, ha una peristasi di 6 × 12 colonne doriche, e consta di cella divisa in tre navate da due file di cinque colonne, preceduta da un pronao e seguita da un opistodomo con due colonne fra ante. Il materiale impiegato nella costruzione è un calcare locale giallastro, ricoperto da un sottile strato di finissimo stucco. …
Un problema assai dibattuto è quello relativo al nome della divinità onorata nel santuario. Infatti, se il soggetto dei frontoni fa chiaro riferimento ad Atena, la grande iscrizione, trovata presso il santuario dal Furtwängler, ricorda la erezione di un òikos di Aphaia. Altre iscrizioni, incise sulla roccia, fanno pure menzione di Aphaia. È molto probabile che il tempio sia stato eretto ad Atena, ma che la popolazione abbia continuato a dare alla dea il nome dell'antica divinità indigena. Voce Egina nell’Enciclopedia dell’Arte Antica
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Temple of Aphaia in the island of Aigina
Around 500 BCE, Greece
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