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Lèttiere
74 posts
Qua pubblico e raccolgo da questa casella di posta: [email protected] tutte le lettere che non siete mai riusciti ad inviare. In forma anonima e non. Altrimenti cliccate sul link Ask. P.S. Pubblico anche sulla pagina Facebook Lèttiere
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balbuzie-blog · 7 years ago
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Lettera #44
Caro amico,
ricordati di me. Di me statua incompiuta, di me primula in ritardo, di me sbronza sul tetto di casa tua. Ho imparato il verbo procrastinare, ha un suono così croccante che procrastinerei tutto quanto. L'amante, la moglie, la figlia, la macchina, il cancro, il caffè al bar.
Sapessi ora che ti sto scrivendo quante cose il fiume si è portato via, che fiume pasticcione, che mare ingordo. Si , quel mare dove ci piaceva fare il morto a galla, aspettando l'abbraccio fatale dell'onda.
Il mare mi sta divorando. Mi capita di rivivere il tuo odore di sale e sudore e mi accorgo che è simile al mio, sei sempre stato il coraggio che non ho. Sai che non riesco a svestirmi, non posso abbandonare questa pelle e questo imbuto. Sono un amplificazione stonata , una esaltazione riuscita male, una voce che si lascia conquistare, un corpo che non si rende conto. Le barche stanno rientrando in porto, il sole sta sbadigliando il mattino.
Ricordami di te, caro amico.
15.07.17
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balbuzie-blog · 7 years ago
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Lettera #43
Caro te che leggi,
Ci sono tanti amori diversi. Me lo disse mio fratello quando si è fidanzato, per evitare la fatidica domanda: “e tu a chi vuoi più bene?”
Pensandoci, oggi, ha detto bene. Ci sono tanti amori diversi.
Questo spiegherebbe perché il mio cuore è andato in mille pezzi quando ho sentito che ti sei allontanato da me, quando ti ho sentito distante anni luce, quando non ti sei più fatto sentire. Vuoi spiegarmi le tue ragioni, e io ti ascolterò come ho sempre fatto ma non è detto io possa credere alle tue parole come ho sempre fatto. Non mi merito questo comportamento, non me lo sono mai meritata. Ma forse mi sbaglio, forse in realtà me lo merito.
Questo spiegherebbe perché io non riesco più a guardare un’ecografia, o perché non riesca a sentire la parola “nipote” ripetuta più di una volta. Come possono non essere felici di diventare zii? Ma per felici, intendo Felici. Come quando ti scoppia il cuore. Ma come glielo spieghi alle persone che la loro felicità con la F minuscola ti causa dolore? Non lo spieghi.
Questo spiegherebbe perché voglio solo vederti felice, anche a discapito mio. Non importa se non facciamo piani per il futuro, perché a te non piace farli ed effettivamente non si sa se saremo ancora insieme. Mi va bene così. Ma ridi, per dio, ridi. Alleggerisciti il cuore. E perdonami se ogni tanto ti rispondo male, se sono sgarbata, ti prego scusami. Il mio cuore si spezza ogni volta che lo faccio.
Questo spiegherebbe perché non ti scrivo più come prima, perché non ti chiedo di andare a prendere una birra. Perché capisco che sei concentrato sul lavoro, su tua moglie, su tutto quanto. Abbiamo lo stesso sangue, e non potrei mai andare da nessuna parte. Ma spero tu un giorno possa capire le mie scelte: spero tu possa capire che la mia, in realtà, non è un’assenza ma una presenza silenziosa. E spero tu possa perdonarmi, se lo ritieni necessario.
Questo spiegherebbe perché cerco sempre di fare il possibile per accontentare voi che mi avete dato la vita, per non farvi innervosire, per farvi stare calmi. Ma guardatemi ogni tanto, ve ne prego. Fatemi una carezza o ditemi una parola, giusto per farmi capire che capite lo sforzo che faccio anche solo per stare di buon umore quando di buono non c’è niente. Vi prego.
Ci sono tanti amori diversi, e per ognuno hai un cuore diverso. Questo spiegherebbe perché, quando tutti i cuori si scheggiano insieme, il dolore che provi non può avere parole.
Non riesce ad uscire.
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balbuzie-blog · 7 years ago
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Lettera #42
18/09/2017
Caro Andrea,
non ci parliamo molto, vero? Eppure, abitiamo nello stesso corpo! E sono sicuro che se non mi fossi fatto vivo io, tu non mi avresti mai cercato, vero?
Dì la verità: a te piace, il tuo isolamento, vero? Quando stai in compagnia cerchi apposta un angolino appartato perché hai paura di buttarti, vero? E allora, perché ti lamenti se nessuno ti invita da nessuna parte?
Ma, a parte questo, non mi sento di giudicarti: hai sofferto tanto a causa di questo tuo problema, però davvero, non è mai troppo tardi anche solo per dire “ciao” al prossimo. Il prossimo sicuramente apprezzerà!
Non è per questo, però, che ho deciso di scriverti. In realtà, voglio solo dirti che quando prevali tu, sale l’introspezione e gli scritti malinconici cominciano a fioccare. Certo, c’è gente che apprezza.
E che dobbiamo fare? E l’obiettivo che ci siamo preposti di far sorridere la gente, dov’è andato a finire?
Obietterai sicuramente che ci vuole anche un momento serietà, e su questo non ti do torto. In fondo, non possiamo sempre ridere e scherzare. Tuttavia sembra che la gente apprezzi più quel tuo momento piuttosto che sapere di quella volta che la giraffa ha indossato un cappello a forma di rinoceronte!
Non so a cosa sia dovuto, ma ammetto che devo farti i complimenti. Qualcuno ti ha detto che quando dai il meglio di te, dici cose spettacolari. Non so se sia vero, ma è anche questo “arrivare al cuore delle persone”.
Peccato per il tuo carattere intrattabile, e forse è per questo che sono venuto fuori io, perché hai paura di isolarti del tutto e quindi vuoi far vedere un lato allegro di te, in modo da poter vivere e realizzarti.
Ti aiuterò a uscire fuori, te lo prometto. Te lo meriti. Non meriti di stare per sempre chiuso nella tua gabbia, non è necessario che tu ascolti sempre le tue paranoie, e a volte le cose sono più semplici di quello che sembrano.
Smettila di punirti, non dire più “Le persone mi evitano perché io faccio schifo”: no, lo fanno perché ti odi.
Per fortuna, ci sono qui io e questa cosa cambierà, fosse anche l’unica cosa che riesco a fare.
Spero di sentirti presto,
Tuo
Aven
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balbuzie-blog · 7 years ago
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Lettera #41
17/09/2017
Domani ho un esame, l'ultimo della mia carriera universitaria, o meglio l'ultimo del primo step della triennale. Dovrei essere li a studiare come una pazza e invece sono qui a scrivere questa lettera. Sai vorrei che domani non arrivasse. Dopo che domani avrò dato quell'esame, sarò da sola, col futuro a tenermi compagnia. Non so come sarà, dove sarà. In realtà sono sempre state più le cose che non so rispetto a quelle che so. L'unica che forse so è che ho paura, tanta. Ho paura perchè non so cosa sono, cosa mi piace fare, non ho un reale sogno per me stessa. Me ne sono inventato uno abbastanza credibile per quando mi chiedono "E dopo? Cosa farai?". A volte guardo la gente per strada e mi chiedo cosa facciano delle loro vite, cosa piace fare a loro. Oppure guardo le persone che conosco da tanto tempo e che sembrano essere cambiate e mi chiedo come abbiano fatto. Io mi sento sempre la stessa. Ho 22 anni, e mi sento addosso la forza di una che ne ha 80 e il coraggio di una bambina di 4 che ha paura della sua ombra. Sai ho un ragazzo, è bello, è intelligente (che fortuna!) e anche se non me lo ha ancora mai detto penso che mi ami. Abitiamo lontano, è una storia a distanza e mi manca molto. Non mi sono mai sentita così amata prima d'ora. Ma quello che continuo a chiedermi è cosa trovi di così bello in me a parte la bellezza fisica. Mi sento bella, non ho mai avuto problemi con il mio aspetto fisico. Ma mi sento così vuota dentro. Ho paura di non riuscire a camminare con i miei piedi se mi lascia. Ci sono già passata con un altro ragazzo ed è stato terribile, mi sentivo così sola e inutile. Sono severa con me stessa, mi impongo delle cose che se vuoi nessuno mi ha chiesto di fare. Mi arrabbio con me quando non riesco a fare quello che avevo programmato di fare. Mi fa sentire inferiore al mondo che va avanti e io rimango sempre nello stesso triste punto. A pensare, a rimproverarmi.Non mi sento all'altezza del titolo che sto per ottenere. Ho studiato lingue, 2 lingue, e una delle due non so nemmeno parlarla, non ho mai avuto una reale passione a darmi una spinta. Ho dei voti altissimi, ma mi considero ugualmente una stupida ricordo poco di quello che ho studiato. Non ho la forza di vivere e a volte ho anche pensato di togliermi dal cazzo, ma non ci ho mai provato. Sai mi sento ancora molto chiusa in quella che tutti chiamano comfort zone, non so come ne uscirò e se ne uscirò. Mi dispiace che questa lagna sia capitata proprio a te Gaia. Non cerco risposte o consolazioni da te. Sei solo quella persona qualsiasi che non è un pezzo di carta. Se sei arrivata fin qui, grazie per aver letto la mia lettera.
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balbuzie-blog · 7 years ago
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Lettera #40
Ti ho sognato. In realtà adesso ho scordato cosa succedeva esattamente però ricordo che mi sorridevi. Come nella realtà. Mi piace tanto quando mi sorridi Chissà che faccia ho io Spero una faccia normale E tu sorridi. A me e alla mia faccia di minchia. Ultimamente non li guardo più gli occhi Mi innamoro dei cervelli dei sorrisi degli atteggiamenti, Sono cambiata parecchi. E ne ha di inviarmi richieste di amicizia, non sono più la passionale e istintiva di una volta Mi innamoro di cervelli e tengo tutto dentro Fino a non provare più nulla. Tipo P: che fine ha fatto? Ah bo non guardo più nemmeno i suoi stati Whatsapp. Non le storie. Gli stati! Quelli scritti, tipo "Hey there I am using WhatsApp", che P li cambia spesso. Un po' mi dispiace. Ma la vita è così: l'acqua mi vagna e u ventu m'asciuca (passa tutto insomma) Non so perchè allora perdiamo tempo ad innamorarci Ci sono tante altre belle cose da fare ma tu mi sorridi.
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balbuzie-blog · 8 years ago
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Lettera #39
Avrei voluto scriverle di come io con lei mi senta petrolio sfuggito da una nave lacerata nel bel mezzo del mare: infesto tutto; il mare me lo inghiotto; mi insedio in ogni angolo di mare senza pietà e il blu scompare.
Io, con lei, mi sento così: come se la coprissi col mio fino a mangiarmela. Me la immagino dentro una sostanza tutta blu e viscida. Lei che vorrebbe che non accadesse ma che poi non scappa in salvo. Lei sta seduta allo stesso punto. Sotto l'unico tetto col buco al centro che non la protegge dalle piogge di catrame. A volte credo anche che spalanchi la bocca ed esca la lingua, mi vuole come neve sulle papille gustative. Ma io non mi sciolgo. Io rimango. Ancora oggi desidero che mi baci len-ta-men-te. Leggilo piano. E immagina un bacio lento, con le pause degli schiocchi, con i morsi sulle labbra, Gli occhi chiusi perché mi han sempre detto che si bacia così. Le mani a reggerle il viso perché il cervello si appesantisce di pensieri ed è giusto tenerla dritta. Avrei voluto scriverle "Sei così bella che a volte mi vien voglia di morire". Morire perché è bella, cazzo. E camminerei come un mendicante, con addosso stracci, senza nulla. Attraverserei l'inferno se ciò significasse averla: mia, suo, nostri.
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balbuzie-blog · 8 years ago
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Lettera #38
Ciao Leo, sono “già” o “soltanto” passati due giorni da quando hai lasciato questo mondo in questo modo orribile. Un errore, una disattenzione di un’altra persona, è costata la vita a te. Sono passati 8 anni da quando ci siamo incontrati la prima volta. Dopo un po’ di giornate passate assieme ho realizzato che, nonostante la tua giovane età (avevi compiuto 18 anni da poco), eri una persona eccezionale, intelligente, costruttiva, allegra, solare. Potrei scrivere un libro intero sui momenti belli e brutti che abbiamo condiviso assieme, sulle discussioni stupide e sulle incomprensioni che abbiamo avuto in passato. Ma adesso sto qui, a 7000 km di distanza, a pensare a quanto stupido ed idiota sono e sono stato. Idiota per averti dato per scontato, per aver dato per scontato che ci saremmo visti ed aver trattenuto quel “ti voglio bene” troppe volte. Si dice spesso, ci si deve aprire più spesso alle persone, dir loro il bene e l’affetto immenso che provi per loro… ma ogni volta tutti sembriamo dimenticare di quest’avvenimento triste che avviene nelle nostre vite. A volte sembriamo dimenticare che basta un attimo e ti ritrovi con la testa tra le mani, piangendo la scomparsa di un tuo carissimo amico, un fratello… forse la persona che mi conosceva meglio. Non hai idea di quanti bei ricordi mi vengono in mente passati con te, le passeggiate, le ore passate in macchina ascoltando sempre le stesse canzoni e parlando degli argomenti più disparati, più o meno seri, più o meno personali. Avrò sempre sul groppone quelle ultime parole che non sono riuscito a dirti, ma spero che adesso, dovunque tu sia, tu possa ascoltarle, che tu possa sapere quanto mi dispiace non esserti stato vicino in questi ultimi mesi, quanto mi stia pesando adesso essere a 7000 km di distanza dalla nostra città e non poterti salutare per l’ultima volta. Spero che non mi abbandonerai adesso, che in qualche modo tu continui a guardarmi lì dall’alto. Avrai sempre un posto speciale nel mio cuore… lo hai sempre avuto. Ti ho voluto, ti voglio e ti vorrò sempre tanto bene… mi piace pensare che in questo momento tu sei qui accanto a me. Buon viaggio fratello mio!
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balbuzie-blog · 8 years ago
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Lettera #37
sono sicuro che da qualche ci sarebbe una poesia anche per questo momento. ma sono ormai stanco di parlare con parole non mie, scritte da altri per altri, in altre città, altre vite. ci sono cascato di nuovo. con un’accurata analisi direi anche peggio delle altre volte. ma non importa nemmeno sapere dove vado o meno, se resto nella mia stanza e tu parti quando mi volto. tra le tante, la cosa più triste è rimanere fregato da ogni lato. pareti lisce ovunque mi giro, senza alcun appiglio. la consapevolezza di non essere mai stato capito fino in fondo. sebbene la peggiore sia quella di non aver lasciato nessun segno. nemmeno con la mia mano sulle tue gambe, che timidamente provava a tracciare un confine accessibile a nessuno se non che a me medesimo. ma tu non sei una terra che si conquista, non posso arrivare e piantare le tende sulla tua pelle arida decisa a non ospitare più nessuno. eppure a volte lo facevi sembrare possibile, solo quando non potevo toccarti, ti mostravi, fingevi (davvero?) di concederti.
mesi fa, mentre aspettavo di veder sbucare la tua faccia dalla densa calura estiva che qui sembra quasi formare una patina nell'aria, ho sognato che la strada si spaccava nell'esatto momento in cui passavamo, per andare in quella stazione dimenticata tra la campagna dove davvero la strada ha franato e chissà, forse aspetta di crollare proprio quando sarò io ad attraversarla. ad un tratto ero fuori dalla macchina e tu mi tenevi la mano e mi baciavi. per questo mi sono svegliato triste. perché tu le mani me le tieni tanto e spesso ma la testa la poggi solo sulla spalla, accanto la mia. ho mollato tutto, tu lo sai. ho lasciato i posti felici e infelici -ma comunque vissuti-, i rifugi sicuri, per vivere in pace con me stesso accarezzandoti le nocche. ho declassato l’amore e come un mantra ripeto che nemmeno il sesso e lo squallore mi interessano più. ho vent'anni e sono vecchissimo. ti guardo allo stesso modo da anni, mi aggravo, mi ammalo e non ti accorgi di quanti ti guardano, quasi come me. indubbiamente peggio di me. ti cammino accanto e vedo cani bavosi spogliarti con gli occhi. corrugo la fronte, aggrotto le sopracciglia, sono pessimo e pessimo è il mio modo di proteggerti, ma tu non ti soffermi sulle cose e mi vorresti bene in qualunque modo.
nelle notti in cui sarò solo un ricordo troppo distante, sfocato dal tempo, accartocciato agli angoli come una vecchia foto di famiglia, ti raggiungeranno solo le mie mani, le riconoscerai e dovrai fidarti. anche stringendole, le tue resteranno fredde. non sarò capace di cambiarti e proprio per questo non ci proverò nemmeno. nel letto dove mi rigiro e che dal pavimento al soffitto mi mangia vivo, chiuderò gli occhi l’ultima volta. sul comodino, un foglio che recita: svegliami quando non è più il nostro tempo sbagliato.
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balbuzie-blog · 8 years ago
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Lettera #36
I sentimenti mi inghiottono ogni giorno di più, mi sento spaesata e confusa, non so se ho le forze di vivere così. Ho fatto tanti sacrifici sono stanca e fisicamente ne risento ogni giorno. La testa mi esplode, i polmoni sono stretti, senza aria. Ho sempre pensato che la mia vita potesse essere facile, subito dopo la mia laurea mi sono scontrata e sto continuando a scontrarmi contro il mondo a muso duro e ogni volta che sbatto perdo una parte di me. Mi trascino a fatica. Faccio sacrifici pensando all'amore e alle persone che amo. Ho solo sognato. Ho solo chiesto di essere felice di avere una vita serena. Sono partita via dalla mia famiglia, dalla mia culla, dal mio amore e ora sto nuotando in acque profonde dove sotto ci sono squali, non sai di chi puoi fidarti, di chi no, e ogni giorno muoio lentamente, non voglio sanguinare in mare aperto, morirei in un secondo. Sento freddo e ho paura, non voglio condannare nessuno con le mie scelte. Scrivo e piango, a stento prendo fiato, mi sento sempre in apnea come se stessi nuotando sempre in acque profonde, le gambe sono sempre più stanche. Non voglio andare a fondo, ho bisogno di aiuto. Ho bisogno delle braccia grandi e confortanti della mia città della mia conca, ho bisogno delle braccia confortanti di mia madre costretta in carrozzella che lotta ogni giorno per la vita, vorrei avere la sua forza e i suoi abbracci, vorrei gli abbracci dei miei amici, gli abbracci più belli, quelli sicuri e caldi di mio padre, quelli che spazzano via ogni male, voglio sentire la felicità e la sicurezza di una casa attorno a me, vorrei sentire ancora il peso del mio cane schiacciarmi le coperte e russare la notte. Se affrontare questo significa diventare grandi non voglio esserlo così. Giuro ci sto provando, ma sono come in mare aperto, sola e senza barca. Sento l'amore bussare alla porta una volta ogni tanto, mi nutro di lui dei suoi occhi e mi dico che devo essere forte per lui e per tutti gli occhi come lui. Mi sento in colpa, fallita, tradita. I miei sentimenti mi tradiscono? Di cosa mi devo fidare? Di me? Delle parole che dicono tutti? “ci riuscirai, tieni duro!” “guadagni bene” “a casa tua non guadagnerai mai cosi, non avrai mai la tua indipendenza” “niente è come casa” “ quanto ti manca casa? Mi manca come il vuoto che ha preso possesso del mio cuore, mi manca come il vuoto che sento nel mio petto, mi manca come l'aria che non ho più dentro i miei polmoni.
Lo chiamano mal d'Africa dicono, “è la troppa nostalgia che ti fa parlare” “ le motivazioni che dai per tornare sono solo per la bellezza e la nostalgia”. Mi chiedo allora perchè sono così sensibile alla bellezza, mi chiedo perchè sono venuta al mondo e l'unica risposta che posso darmi e che riesco a darmi è: Per la bellezza! per portarla, per assaporarla e viverla.
Non nego che il mare mi manca era il mio migliore amico e consigliere. Non sono forte come tutti credono non sono capace di sopportare tutte queste emozioni, e questo mondo così duro e cattivo voglio affrontarlo a casa mia. E se poi me ne pentissi? Come posso condannare con me la persona che amo? Non posso, resisti mi dico, resisti un altro mese, potrai farcela. Non voglio dita di disapprovazione al mio ritorno, so cosa mi aspetta e cosa troverò. Ma perchè devo farlo lontano dai miei amori e dal mio grande amore. Quelle sono acque che so navigare in cui anche se tocco in punta di piedi e una volta tanto qualche onda mi travolge so di non trovare squali sotto i miei piedi ad aspettare una mia goccia di sangue.
Mi chiedo ogni giorno se sono io quella sbagliata, se ho qualcosa che non vada se sto cominciando a dare di matto. Giuro vorrei solo essere più forte.
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balbuzie-blog · 8 years ago
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Lettera #35
Che stupida non sono mai stata, non ho mai creduto che l'amore bastasse, ma nemmeno che contasse così poco. Adesso è un po' strano, barcollo verso un punto che non conosco, continuo ad inciampare, ma mi reggo da sola, cosa che è sempre stata così anche se mi dicevo di no. Sto cercando di non appendermi all'amore che trovo, che amore non è, ma sono attenzioni che durano un attimo di nulla, poi rimane ancora più nulla e io nel vuoto non ci voglio stare, che rischio di inciampare definitivamente e poi chi mi alza più. Non tu, non tu. Volersi bene non basta, amarsi non basta, ciò che mi davi non mi basta, ciò che c'era non conta più niente e io non so se sto scrivendo a te o a me stessa. A me che non mi basto o a te in fondo non ci sei stato mai. Mai abbastanza. Le colpe ci sono ma non si possono dire, tu non vuoi ascoltare ed io ho finito la voce, la forza e la voglia. Non basta ma basterà, mi basterò. Amore non è (e non può essere) mentire per poi lavare via tutto con le lacrime.
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balbuzie-blog · 8 years ago
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Lettera #34
Ti chiedo perdono se ancora la marea mi porta sul tuo scoglio, vicino alla nostra grotta. Quante sirene avrai cantato, quanti marinai ho ammaliato pur di cercare te. Ma non ti ho trovato perché sei solo tu e perché in qualche modo ho scritto sempre sulla sabbia le parole più belle e imbrattarle di alghe e farle affogare come tu senza volontà fai col bene più prezioso che hai di me. Forse sei la mia scusa per farmi raccontare meglio del mio cuore; che tu che ne sai. E’ un colibrì che spicca troppo presto il volo. E poi troppo tardi. E poi mi manchi. Mi manchi e non voglio non mancarti perché voglio te e non lo dico per portarti via da lei nel bel mezzo dei vostri baci, però devo, dovevo dirtelo. Abbraccia me. A volte cammino solo per cercarti e arrivi da sobrio nel bel mezzo della mia confusione alcolica. Non farmi piangere. No no, non voglio nulla da te. E tu dici che siamo amici, l’hai detto una volta. Quando io accanto a te sono un fiammifero bruciato, quando tu non mi dici delle tue ragazze, quando io non te lo chiedo nemmeno, quando non usciamo perché lo sappiamo. Avrei voluto strappare le labbra tue dalle sue? Minimamente neanche. Ho pensato che eri tu, era lei e che eravate con un motorino e tante risate. Quella che non c’entrava ero io e l’unica cosa strappata è stato un battito. Anch'io ero in compagnia, anch'io avevo i miei baci e nel mentre ho rimorchiato un altro ma non mi frega un cazzo perché sei solo tu. Va meglio così, sì.
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balbuzie-blog · 8 years ago
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Lettera #33
Non riconoscerai la mia scrittura, la maniera in cui ti sto venendo a parlare perché non lo facciamo più da un po' e invece mi avevi detto che era la tua cosa preferita che facevi con me e che non era una di quelle attività che ti piacesse fare molto con nemmeno la maggioranza di gente della tua vita. A volte ti sbircio e guardo le tue foto; non quelle che raffigurano il tuo viso, ma quelli degli altri e immagino come sarebbe farne parte. Probabilmente non me ne scatteresti nessuna perché ogni volta m'imbarazzo e scoppio a ridere. Immagino anche come sarebbe far parte delle tue giornate senza flash o tempo di esposizione. Penso anche a chi già c'è in quei (ri)tratti, che non sono io. In realtà nemmeno mi ci vedo; è come se stessimo camminando accanto sullo stesso marciapiede che poi però si fa più stretto e stiamo in fila indiana, poi tu acceleri, io ho le gambe corte e non ti vedo più. Ho imparato che era vero quando ti dicevo "tu sei più simpatico, più dolce e più buono di quello" e tu mi hai risposto "nemmeno mi conosci". Al momento mi ero offesa perché si non conoscevo te ma conoscevo lui, solo che non mi passava dalla mente che magari voi due foste più simili di quanto pensassi; non solo nella forma degli occhi, nella camminata e nella maniera in cui saluti. Nella maniera in cui saluti. L'ultimo fu che io ti ho dato un bacio e ti sei scostato quasi subito e hai fatto una risatina. Io lo sapevo che sarebbe stato l'ultimo. A volte decifravo i tuoi sguardi. A volte penso che non ti piacesse come io facessi sesso, non so. Nella maniera in cui saluti. Comunque a volte ti penso ancora e a quelle cose che ci dicevamo. A serate belle e conseguenti mattine.
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balbuzie-blog · 8 years ago
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Lettera #32
Non ti voglio dare alcuna importanza, sia chiaro. Ma se un giorno ci incontreremo sarà solo per caso. Tanto non riuscirei a far uscire dentro tutto lo schifo che mi sta mangiando la testa da anni neanche se lo studiassi una vita intera. Mi offrirai una sigaretta come quella volta in cui ero ubriaca fradicia, come tutte quelle sere, ed io la rifiuterò disgustata. Poi ci accoltelleremo a vicenda, colpendo i punti più bassi che pensavamo di aver dimenticato ma che sono stampati non so neanche io dove. E rideremo della nostra cattiveria reciproca, nervosamente. E ce ne andremo, ed io continuerò ad odiarti e tu a cercare una pace apparente che hai sempre desiderato con tutte. Ma io non sono tutte. Non lo sono mai stata, cazzo. E lo sai anche tu. Mi fai ancora estremamente schifo, tu e tutto quel gene maschile di merda che ti porti dentro. Perché tanto siete tutti uguali, voi. Amate, vi fate amare e poi uccidete nel modo più sadico che conoscete. "Non perdere la fiducia negli altri..." ma vai a cagare male. Col tuo Ego smisurato che io stessa ponevo al primo posto, prima di me, di tutti, di tutto. Ed eri una grandissima merda. Io sarò stata una gran rompicoglioni, ma tu eri davvero una Merda. E te ne ho dette tante, molto dopo che mi hai distrutta con quella faccia di cazzo. Ma ancora non sono soddisfatta, e mai probabilmente lo sarò. Non ti odio affatto, non potrei mai. Ma vorrei davvero incontrarti, sapere come stai e farti rivivere tutto il dolore che m'hai dato. Tutto. Senza tralasciare neanche un istante, neanche un morso o una bruciatura. Io sto costruendo la mia felicità. Alla facciazza tua di minchia. Manco un orgasmo m'hai fatto venire, stronzo.
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balbuzie-blog · 8 years ago
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Lettera #31
Sono quattro gli anni che ormai ci separano, infinitamente di più i kilometri. Sei venuto di nuovo a trovarmi stanotte, in sogno, il solito. Tu che torni, mi sorridi, sei sempre diverso però: ora i capelli, ora i vestiti diversi, forse la voce. Sei tu e non lo sei. Ti comporti come se mi avessi mai voltato le spalle, come se non mi avessi mai maltrattato. Mi abbracci, pretendi di poter ritornare nella mia vita, come fosse la cosa più naturale del mondo, la giusta fine di una storia mai davvero cominciata. Potrebbe essere così. Ma non lo sarà e va bene così. Altre mani mi stringono adesso, altri sono gli occhi in cui ti specchi e non dovrebbe essere altrimenti. Non ti penso più. Prima era diverso, eri in qualche modo un'immagine che costantemente riempiva la mia testa, i miei ricordi. Sono dovuti passare tre anni prima che smettessi di volerti rendere partecipe. Di cosa poi? Di quel libro che ho letto e non mi ha più lasciato dormire, di quella canzone che ho ballato per mesi e mesi senza mai sentirmi stanca, di quella storia che ho scritto e che avrei voluto tu potessi leggere. Ma tu non c'eri. Non eri lì a sentirmi cantare, non eri lì a sbirciare i miei taccuini. Solo nell'ultimo anno però ho capito di non potermene fare una colpa. Chissà se mi pensi ancora, anche solo per sbaglio. Ogni tanto ci spero. Spero di poter essere per te un ricordo felice. In un altra vita rideremo ancora insieme, lo so.
A te, amore, fratello, compagno di viaggio, anima affine.
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balbuzie-blog · 8 years ago
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Lettera #34
Ti chiedo perdono se ancora la marea mi porta sul tuo scoglio, vicino alla nostra grotta. Quante sirene avrai cantato, quanti marinai ho ammaliato pur di cercare te. Ma non ti ho trovato perché sei solo tu e perché in qualche modo ho scritto sempre sulla sabbia le parole più belle e imbrattarle di alghe e farle affogare come tu senza volontà fai col bene più prezioso che hai di me. Forse sei la mia scusa per farmi raccontare meglio del mio cuore; che tu che ne sai. E’ un colibrì che spicca troppo presto il volo. E poi troppo tardi. E poi mi manchi. Mi manchi e non voglio non mancarti perché voglio te e non lo dico per portarti via da lei nel bel mezzo dei vostri baci, però devo, dovevo dirtelo. Abbraccia me. A volte cammino solo per cercarti e arrivi da sobrio nel bel mezzo della mia confusione alcolica. Non farmi piangere. No no, non voglio nulla da te. E tu dici che siamo amici, l’hai detto una volta. Quando io accanto a te sono un fiammifero bruciato, quando tu non mi dici delle tue ragazze, quando io non te lo chiedo nemmeno, quando non usciamo perché lo sappiamo. Avrei voluto strappare le labbra tue dalle sue? Minimamente neanche. Ho pensato che eri tu, era lei e che eravate con un motorino e tante risate. Quella che non c’entrava ero io e l’unica cosa strappata è stato un battito. Anch'io ero in compagnia, anch'io avevo i miei baci e nel mentre ho rimorchiato un altro ma non mi frega un cazzo perché sei solo tu. Va meglio così, sì.
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balbuzie-blog · 8 years ago
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Lettera #33
Non riconoscerai la mia scrittura, la maniera in cui ti sto venendo a parlare perché non lo facciamo più da un po' e invece mi avevi detto che era la tua cosa preferita che facevi con me e che non era una di quelle attività che ti piacesse fare molto con nemmeno la maggioranza di gente della tua vita.
A volte ti sbircio e guardo le tue foto; non quelle che raffigurano il tuo viso, ma quelli degli altri e immagino come sarebbe farne parte. Probabilmente non me ne scatteresti nessuna perché ogni volta m'imbarazzo e scoppio a ridere. Immagino anche come sarebbe far parte delle tue giornate senza flash o tempo di esposizione. Penso anche a chi già c'è in quei (ri)tratti, che non sono io. In realtà nemmeno mi ci vedo; è come se stessimo camminando accanto sullo stesso marciapiede che poi però si fa più stretto e stiamo in fila indiana, poi tu acceleri, io ho le gambe corte e non ti vedo più. Ho imparato che era vero quando ti dicevo "tu sei più simpatico, più dolce e più buono di quello" e tu mi hai risposto "nemmeno mi conosci". Al momento mi ero offesa perché si non conoscevo te ma conoscevo lui, solo che non mi passava dalla mente che magari voi due foste più simili di quanto pensassi; non solo nella forma degli occhi, nella camminata e nella maniera in cui saluti. Nella maniera in cui saluti. L'ultimo fu che io ti ho dato un bacio e ti sei scostato quasi subito e hai fatto una risatina. Io lo sapevo che sarebbe stato l'ultimo. A volte decifravo i tuoi sguardi. A volte penso che non ti piacesse come io facessi sesso, non so. Nella maniera in cui saluti. Comunque a volte ti penso ancora e a quelle cose che ci dicevamo. A serate belle e conseguenti mattine.
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balbuzie-blog · 9 years ago
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Lettera #30
Lèttiera anonima: Oggi non dovevamo baciarci ed invece è successo, i tuoi occhi azzurrissimi mi hanno stretto il cuore. Io non dovrei baciare te, non sei tu che stai con me. Eppure oggi, abbracciati su quel letto, mi sembrava tutto perfetto e naturalissimo. La mia testa poggiata al tuo petto caldo mentre ti grattavo la braba come piace a te, e tu che mi passavi la mano tra i capelli e poi sul busto e poi sulla vita scoperta e sentivo i brividi ad avere le tue dita sulla pelle. Mi manchi e mi mancherai per sempre. L'altro giorno mi hai chiesto "cosa hai fatto mentre eravamo separati?" e a me veniva tanto da dirti "sono sparita" ma poi ho risposto "boh" ed ho ficcato il viso tra la tua spalla e il collo. Domenica prossima parti e vai lontanissimo in un posto che è l'esatto contrario di qua, non mi toccherai più e non ci sará più nessun bacio. Io non so che fine farò. Ti aspetto, ti aspetto sempre anche se non lo meriti. Mi fai stare bene, sto bene con te, mi sento a casa. Oggi avrei voluto che quei momenti insieme durassero per sempre. Domenica prossima parti ed ho una paura dannata; io non posso dirtelo che ti amo,
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