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“Thesaurus” Exhibition Art Biodiversity Expo in città until to 20 september 2015
Terme Romane di Como
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“Thesaurus”  Exhibition Art  Biodiversity Expo in città until to 20 september 2015
Terme Romane di Como
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THESAURUS
Curated by Fabio Carnaghi
From July 3 to September 20, 2015 LOCATION/ TERME ROMANE COMO Via Dante-Viale Lecco - Como
OPENING July 3, h. 6 pm Monday - Friday h.10 am - 2 pm Saturday  h.10 am - 6 pm extraordinary opening 16 July, 20 August 2015, 12 September 2015, h. 9 pm
PROMOTED BY Ark Cultural Property and contemporary Soprintendenza per i Beni archeologici della Lombardia
AS PART OF Biodiversity for EXPO in Città Milan
WITH THE SUPPORT OF Touring Club Italiano Assessorato alla Cultura Comune di Como
CONTACT AND PRESS OFFICE/ 
[email protected] www.arkmilano.com www.archeologica.lombardia.beniculturali.it
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THESAURUS Lorenza Boisi/ Tamara Ferioli/ Robert Gschwantner/ Francesca Ferreri/ Eva Hide/ Dacia Manto/ Massimiliano Pelletti/ Eva Reguzzoni/  Andrea Salvatori/ TTOZOI/ Devis Venturelli
Curated by Fabio Carnaghi
Dal 3 luglio al 20 settembre 2015 LOCATION/ TERME ROMANE COMO Como
Thesaurus è un percorso di scoperta immaginato  per lo spazio delle Terme Romane di Como. Lorenza Boisi, Tamara Ferioli, Robert Gschwantner, Francesca Ferreri, Eva Hide, Dacia Manto, Massimiliano Pelletti, Eva Reguzzoni, Andrea Salvatori, TTOZOI, Devis Venturelli esplorano il senso della scoperta presentando gli esiti di differenti ricognizioni contemporanee.
Lo scavo archeologico restituito ad una fruizione collettiva offre lo spunto per  raccontare il momento della scoperta nella sua fase primigenia, nell’istante del rinvenimento. Lo svelamento è l’atto primario che rappresenta una sospensione del tempo tra la storia e il futuro. Il tesoro è affidato alla terra, ne diventa parte, ne è custodito fortuitamente come un seme o deliberatamente collocato per essere ritrovato quando forse verrà il tempo. La mostra documenta la sospensione nello stato del rinvenimento quando il reperto non fa più strato con la terra ma non ha ancora cominciato la sua seconda vita, lontano dalle teorizzazioni didascaliche. La spazialità dell’area suggerisce un viaggio immersivo, quasi viscerale nell’osservare in una suggestiva passeggiata archeologica le risposte di undici artisti a questo tema. Dalle riflessioni sull’interiorità della scoperta insite nell’atto dello scavo alle risultanze di una cultura materiale contemporanea, la mostra coglie il valore della restituzione di un luogo, ripensando all’emozione effimera della scoperta, che finisce nell’attimo in cui l’oggetto trovato viene appena sfiorato, atto che sancisce l’inizio della sua nuova vita.
Thesaurus è un evento promosso da ARK Cultural Property and Contemporary e da Soprintendenza Archeologia della Lombardia nell’ambito della rassegna Biodiversity per Expo in Città, con il supporto di Touring Club Italiano, partner tecnico Valduce Servizi Spa. Si ringrazia Assessorato alla Cultura del Comune di Como.
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FLORENCIA MARTINEZ
“Carritos. Hay restos de amapolas“ Curated by Fabio Carnaghi
From June 23 to July 2, 2015 LOCATION/ GALLERIA FRANCESCO ZANUSO Corso di Porta Vigentina, 26 - Milan
OPENING June 23 h. 6 pm Monday - Friday 3,30 pm – 7 pm  morning, by appointment t. +39 335 6379291 FREE ENTRANCE
CONTACT AND PRESS OFFICE/ [email protected] www.arkmilano.com www.galleriafrancescozanuso.com www.cmila.mrecic.gob.ar www.florenciamartinez.com
TO GET TO THE GALLERY/ METRO: MM3 Crocetta BUS:  24,16
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FLORENCIA MARTINEZ
“Carritos. Hay restos de amapolas“ Curated by Fabio Carnaghi
Dal 23 giugno al 2 luglio 2015 LOCATION/ GALLERIA FRANCESCO ZANUSO Milano
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“Carritos. Hay restos de amapolas“
Carritos. Hay restos de amapolas è un racconto per immagini che in un progetto specifico raccoglie le esperienze di vita dei Cartoneros, vicenda emblematica per l’Argentina contemporanea. I carritos, a cui l’artista si è ispirata, carichi di scorie della società industriale assumono il valore aggiunto dell’opportunità pesante e alleviante nel contempo: la prospettiva del raccolto abbondante testimoniata dalla scelta di carretti agricoli di legno, ma anche le strutture di tessuto esausto che divengono intrichi problematici come insostenibilità di una condizione.  Il bianco di rasi e tessuti preziosi crea oggetti surrealisti che dialogano inevitabilmente con la storia, nell’allusione al Tren Blanco, simbolo di misero conforto di un’intera stagione di viaggi dal Conurbano di Buenos Aires.
Il progetto esplora i meandri di questa antropologia culturale che per contrasto abbina il decoro con la funzione, proprio come gli abitanti delle bidonville decorano le loro case costruite con i rifiuti del mondo industriale, rievocando quella pratica che in tutte le epoche nell’architettura rurale ha fatto ricorso ai materiali d’ingombro per l’agricoltore, come paglia, argilla, pietre e legno.
Florencia Martinez si cala totalmente nella realtà contrastante del rifiuto come chance di vita ma anche come diniego disincantato, rigenerando le sue potenzialità di esistenza e offrendo una nuova vita allo scarto di norma emarginato e abbandonato dalla società globale.
La mostra si inserisce nella rassegna d’arte contemporanea Biodiversity promossa da Ark Cultural Property and Contemporary per Expo in Città, con il patrocinio del Consolato Generale della Repubblica Argentina.
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GIULIA BERRA
“Nowhere is a Cloud“ Curated by Fabio Carnaghi
From June 14 to June 28, 2015 LOCATION/ CASTELLO VISCONTEO Legnano (Milan)
OPENING/ June 14, 2015, at 10 am Monday - Saturday 3 pm – 7 pm Sunday 10 am - 12.30 am / 3 pm – 7 pm  FREE ENTRANCE
contact and press office/ [email protected] www.arkmilano.com
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GIULIA BERRA “Nowhere is a Cloud” 13 - 28 giugno 2015 Castello Visconteo Viale Toselli, Legnano (Milano)
CASTELLO VISCONTEO di LEGNANO
Il Castello Visconteo sorge su un'isola naturale del fiume Olona. È conosciuto come Castrum Sancti Georgi ("castello di San Giorgio") sin dal XIII secolo. La presenza di un castello a Legnano è collegata alla funzione strategica che la città ebbe dal Medioevo al XVI secolo. Legnano si trovava infatti lungo un'importante via di comunicazione che proveniva dalla valle dell’Olona verso Milano. Legnano dunque era un importante avamposto, baluardo nella difesa di Milano. Dal XVI secolo Legnano iniziò a perdere gradualmente la sua funzione strategica e si trasformò in un semplice centro agricolo. Di conseguenza, anche il castello perse la sua funzione militare. Per tale motivo, sulle torri del castello non si trovano postazioni per armi di artiglieria, che iniziarono infatti a diffondersi sui campi di battaglia proprio nel XVI secolo.
Le origini del castello di Legnano sono collegate ad un antico convento di Regolari Agostiniani, la cui presenza è documentata fin dal 1231. Tale complesso religioso non compare però nel Liber notitiae sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero, che descrive il contesto religioso dell'area milanese tra la fine del XIII secolo e l'inizio del XIV secolo. A seguito dell’abbandono del complesso da parte dei monaci, Il monastero ed i terreni circostanti furono acquisiti dai Lampugnani e dai Torriani. Accanto ad una preesistente torre di vedetta, i Torriani tra il 1261 e il 1273 ampliarono l'edificio costruendo due ali che diventarono il nucleo originario del castello. Nel 1277 l'edificio passò ai Visconti in seguito alla sconfitta di Napo Torriani per mano di Ottone Visconti, che decise di insediarsi nel castello.
Il castello di San Giorgio è stato di proprietà dei Visconti fino al 1437, quando l'ultimo signore della dinastia che dominava Milano, Filippo Maria, lo assegnò in dono al fedele Oldrado Lampugnani. Nel 1445 il complesso venne fortificato e l'anno successivo furono costruite nuove torri, le mura difensive, un fossato e un ponte levatoio. Con questo ampliamento venne soppresso l'ingresso principale, che un tempo era sul lato di ponente, e venne costruito un nuovo e più grande torrione d'ingresso. Persa la sua importanza strategica nei secoli successivi, il maniero è stato di proprietà dei Lampugnani fino al 1729, quando fu donato all'Ospedale Maggiore di Milano dall'ultimo discendente della famiglia, che non aveva eredi diretti. Nel 1798 venne acquistato dal marchese Carlo Cristoforo Cornaggia. I Cornaggia erano una famiglia benestante che commerciava cotone e che era presente a Legnano sin dal 1598. Nel 1883 il castello venne convertito ad uso rustico e di conseguenza  il castello conobbe una fase di decadenza. Nel 1973 i Cornaggia lo vendettero al comune di Legnano, che ne è l’attuale proprietario.
COME RAGGIUNGERE IL CASTELLO
AUTO: Con l’autostrada A8, prendere l’ uscita Legnano e seguire le indicazioni Centro Città. 
TRENO: I treni partono ogni 30 minuti, orari: www.trenitalia.com, da Milano Porta Garibaldi ( FS o Passante S5) e raggiungono la stazione di Legnano in circa 30/40 min. La stazione dista a 10 minuti a piedi dal centro della città. Dalla stazione di Rho Fiera Milano Expo 2015 Legnano si raggiunge in 15 minuti.
AUTOBUS: La città di Legnano può essere raggiunta facilmente con il servizio autobus. Per controllare percorsi e orari: www.movibus.it  
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GIULIA BERRA
“Nowhere is a cloud“ Curated by Fabio Carnaghi
Dal 13 al 28 giugno 2015 LOCATION/ CASTELLO VISCONTEO Legnano (Milano)
“Nowhere is a cloud″
 La scelta di Giulia Berra di indagare la natura da un punto di vista pressoché leonardesco, sperimentandone i confini scientifici e la riproducibilità ingegnosa e ingegnata spesso per mezzo di apparati miniaturistici e concentrandosi sulla mimesi della fenomenologia naturale. Il volo è attrattiva cruciale nell’immaginario dell’artista che spazia da suggestioni entomologiche, alla progettualità costruttiva in quanto tentativo poetico. L’aspirazione umana a divenire creatura in grado di volare si tramuta in nostalgica condivisione dell’esistenza degli uccelli. Il volo è effetto di una metamorfosi, rappresentazione della libertà ed emblema dell’evasione. Il progetto installativo di Giulia Berra sembra ribadire lo scambio tra consistenza e inconsistenza, tra atto fondativo e sospensione eterea: in poche parole la spazialità realizza la sua valenza definitiva e dunque risulta essenziale la localizzazione di un non luogo. L’intervento artistico si focalizza su due aree una terrena ed una a mezz’aria, ovvero polos – il cielo – a cui basta lo scambio di una lettera per tramutarsi in polis, la città. I due livelli di polos e polis intraprendono un dialogo polivoco sulla nascita e la caducità, sulla stanzialità e la provvisorietà, sull’integrazione e l’apolidia. Le piume diventano così tracce di un passaggio proprio del nomadismo migratorio ma anche della persistenza nidificata. Una nuvola è l’agglomerato etereo che le accoglie dopo la loro conservazione a seguito della loro raccolta, testimonianza della loro esistenza e della loro crescita in natura. La piuma in quanto objet trouvé assume i significati più estesi, da quello talismanico alle sue estreme valenze apotropaiche. Andando oltre le sovrastrutture antropologico-culturali, l’intervento dell’artista coinvolge il torrione d’ingresso del Castello Visconteo, teatro della restituzione atmosferica dell’elemento naturale, che consente all’installazione di continuare a vivere nell’aria e di mutare secondo la destinazione del piumaggio degli uccelli. La fragilità diventa ritorno all’elemento aereo e alla libertà autoreferenziale di ogni piuma, in questo modo autarchica ed autonoma, rispetto alle connotazioni attribuitele dall’umano. Emerge la discrasia tra cultura e natura, rappresentata da macchine di intrecci e di cordami, apparati quasi proto-teatrali, in cui le piume si imprigionano, destinate alla volatilità e alla caduta. Per metonimia il mondo degli uccelli torna ad essere imprendibile con la sua forza naturale, ribadendo la sua impalpabile astrazione e idealità.  I due poli di Nowhere is a cloud, una nuvola sospesa e una cupola a terra, ricostruiscono il modello di Utopia nella tendenza rappresentativa in scala dell’artista. Dall’invenzione di Aristofane all’apologo poetico in Pasolini, il regno degli uccelli è depositario dell’armonia ideale e della libertà, secondo un principio convenzionalmente umano. Una biosfera aerea è rifugio autistico dalla comprensibilità e dalla contaminazione, a cui la poetica dell’artista allude attraverso una partitura musicale le cui note sono coloratissime penne esotiche, segni di una musica non musicabile. Il nonsense del versificare degli uccelli  fa da sottosfondo ad una ipotetica architettura disegnata, paesaggio utopico di vestigia di una civiltà alata ormai scomparsa. In questa archeologia ipotizzata o nell’idea più hitchcockiana di una quiete dopo la distruzione torna come un presagio l’impossibilità di imprigionare la natura e la sua forza.   Fabio Carnaghi
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MARIANNA LODI 
“Anime #1“ Curated by Fabio Carnaghi
From June 14 to July 3, 2015 LOCATION/ CRESPI BONSAI MUSEUM Parabiago (Milan)
OPENING/ June 14, 2015, at 9.30 - 12.30 am  Monday 2.30 pm - 7 pm Tuesday - Saturday 9 am - 12 am / 2.30 pm – 7 pm Sunday 9 am - 12.15 am FREE ENTRANCE
contact and press office/ [email protected] www.arkmilano.com www.mariannalodi.com
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MARIANNA LODI “Anime #1” 14 giugno – 3 luglio 2015 Crespi Bonsai Museum Parabiago (Milano)
CRESPI BONSAI MUSEUM
Aperto il 26 maggio 1991, il Crespi Bonsai Museum, è stato il primo museo permanente al mondo di bonsai. Situato a pochi chilometri da Milano, questo Museo è nato dalla determinazione di Luigi Crespi di offrire, a tutti coloro che si interessano di bonsai, ma anche a coloro che desiderano avvicinarsi a questa cultura, la possibilità di ammirare una preziosa collezione che comprende alberi che portano sulla loro corteccia i segni dei secoli trascorsi, vasi di grande pregio, fra cui spiccano contenitori per bonsai di epoca Qing, Tokugawa e Meij di eccezionale fattura, e libri antichi.
La struttura del Museo in cemento e acciaio, abbinata a materiali naturali come l’ardesia e la pietra di Barge, dà risalto ai magnifici esemplari esposti su tavoli di pietra e di legno, alberi che sono stati educati dai più famosi maestri giapponesi tra i quali Kato, Kawamoto, Kaneko, Kawahara, Ogasawara e altri.
Il pezzo più significativo della collezione è senz’altro il millenario Ficus retusa Linn, collocato al centro di una pagoda.
La collezione Crespi è composta da circa duecento opere, che vengono esposte a rotazione secondo il momento stagionale, poiché ogni specie ha un momento migliore per essere esposta. Questo è l’aspetto più affascinante e sorprendente dell’esposizione permanente di arte viva del Crespi Bonsai Museum, che cambia veste in ogni stagione tingendosi di nuovi colori e che anno dopo anno si perfeziona, grazie alle attente cure di Luigi Crespi e agli interventi di miglioramento del maestro Nobuyuki Kajiwara, responsabile del museo e docente dei corsi triennali dell’Università del Bonsai Crespi.
Un posto di rilievo è occupato dalla ricostruzione del "toko-no-ma", l’angolo che nella casa giapponese tradizionale viene adibito all’esposizione di oggetti con alto contenuto spirituale.
La raccolta è completata da preziosi mobili tansu e diversi complementi di arredo, fra cui antiche lanterne giapponesi, mentre all’esterno della galleria l’occhio può scivolare tra le pietre del giardino zen creato da Luigi Crespi con materiali originali importati dal Giappone.
In continua trasformazione la preziosa collezione del Crespi Bonsai Museum si arricchisce di anno in anno di capolavori di particolare pregio. Nonostante diventi sempre più difficile acquisire nuovi capolavori secolari, sempre più gelosamente custoditi in Giappone come simbolo della cultura tradizionale, in questi ultimi anni Luigi Crespi ha avuto l’onore di ricevere da Daizo Iwasaki, noto collezionista e proprietario del giardino bonsai Takasagoan recentemente scomparso, alcuni esemplari di grandissimo valore: due Pinus pentaphylla (uno famosissimo e collocato in un vaso di eccezionale valore), un Taxus cuspidata e due Juniperus chinensis Itoigawa.
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MARIANNA LODI
“Anime #1 “ Curated by Fabio Carnaghi
Dal 14 giugno al 3 luglio 2015 LOCATION/ CRESPI BONSAI MUSEUM  Parabiago (Milano)
“Anime #1″
Il titolo Anime è riferimento volutamente ambiguo al dualismo della cultura giapponese che si rifà da un lato alla lettura italiana del termine nel senso più tradizionale e introspettivo, dall’altro equivoca con la definizione del noto genere d’animazione, elemento più tecnologico. Anime nella prima delle due parti del progetto affronta la valorizzazione della collezione Crespi, toccando l’aspetto più intimo e profondo della ricerca della forma naturale.
La cultura della rappresentazione intesa come esercizio di preservazione si racchiude nella pratica creativa di Marianna Lodi, trovando una corrispondenza d’intenti nella tradizione orientale del bonsai. Ricreare paesaggi alla stregua di paradisi nel senso etimologico di giardini artificiali riflette il senso più antico e profondo dell’arte e della coltura del Bonsai.
La cura nel tempo e la sopravvivenza di forme accudite dalla manualità umana si incontra nel lavoro artistico di Marianna Lodi. Nidi costruiti con un gesto di raccolta esprimono la conoscenza delle forme e della materia, superando il significato scultoreo per approdare a quello di una totale immersione nell’equilibrio naturale.
Anime #1 è un evento promosso da Ark Cultural Property and Contemporary in collaborazione con Crespi Bonsai Museum nell’ambito della rassegna Biodiversity per Expo in Città, con il supporto di Parco dei Mulini e con il patrocinio di Regione Lombardia.
Si ringrazia Cooperativa San Pantaleone, Branzi (Bergamo) per aver contribuito alla realizzazione dell’evento.
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EVA REGUZZONI  
“Herbarium“ Curated by Fabio Carnaghi
From June 13 to June 28, 2015 LOCATION/ MONASTERO DEGLI OLIVETANI Nerviano (Milan)
OPENING/ June 13, 2015, at 9 pm Saturday and Sunday, 10 am - 12 am / 4 pm – 7 pm Monday-Friday by appointment T. +39 0331 438942 FREE ENTRANCE
contact and press office/ [email protected] www.arkmilano.com www.evareguzzoni.it
Sound performance: “Seconda Navigazione” Music by ROBERTO CACCIAPAGLIA  Sunday, June 14, 2015 Palace Crivelli Piazzi, Nerviano (Milan) From 10 am to 12 am / From 2 pm to 6 pm 
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EVA REGUZZONI “Herbarium” Dal 13 al 28 giugno 2015 Sala del Bergognone, Monastero degli Olivetani Nerviano (Milano)
Performance sonora : “Seconda Navigazione” con musiche di Roberto Cacciapaglia Domenica 14 giugno 2015 Palazzo Crivelli Piazzi Nerviano (Milano) dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 14 alle ore 18 Si ringrazia Glance Studio
MONASTERO DEGLI OLIVETANI
Il Monastero degli Olivetani è un monastero di Nerviano. La sua costruzione iniziò nel 1468 per volontà del Conte Ugolino Crivelli, componente di un'antica famiglia feudale, apparentata con i Visconti. L'Ordine degli Olivetani era nato nel 1319 in Toscana, fra Siena ed Arezzo, per opera di Bernardo Tolomei; il primo abate del monastero di Nerviano fu Alessandro da Sesto a partire dal 1468.
L'ordine degli Olivetani si formò nel 1319 in Toscana grazie a san Bernardo Tolomei. Il primo priore dell'abbazia fu Alessandro da Sesto, incaricato dal 1468. La chiusura del monastero avvenne il 16 ottobre 1798 a causa di Napoleone. In base alla rivoluzione francese le proprietà ecclesiastiche erano proprietà dello Stato e, quindi, espropriabili. In seguito la chiesa del monastero fu destinata a culto dalla parrocchia di Santo Stefano. Non si conosce il nome del fabbricante del convento e dei suoi chiostri. Il restauro del complesso incominciò nel 1974 grazie all’intervento del Comune di Nerviano.
L'abbazia, oggi di proprietà comunale, si sviluppa attorno al chiostro ed oltre agli edifici monastici possiede anche una chiesasconsacrata, di cui rimane solamente la facciata in mattoni, un rosone in cotto ora murato. Il chiostro è la parte meglio conservata del monastero.
L'importanza dell’abbazia di Nerviano è legata ad una famosa pala del Borgognone, oggi custodita presso la Pinacoteca di Brera a Milano, raffigurante l'Assunzione della Vergine, tra i santi Ambrogio, Agostino, Gervasio e Protasio e l'Incoronazione della Vergine, temi particolarmente cari alla devozione olivetana. Il dipinto è datato 1522, ed è l'ultima opera del pittore.
Il Convento venne costruito a partire dal 1468, per volontà del Conte Ugolino Crivelli, membro di un'antica famiglia feudale, imparentata con i Visconti. L'Ordine degli Olivetani era nato nel 1319 in Toscana, fra Siena ed Arezzo, per opera di Bernardo Tolomei; il primo abate del monastero di Nerviano fu Alessandro da Sesto a partire dal 1468.
La più importante espressione storico-artistica di Nerviano è l’ex convento olivetano di S. Maria Incoronata, fondato nel 1468, e che prosperò per oltre tre secoli fino alla soppressione nel 1798. Il complesso, lambito dal corso dell’Olona, per lungo tempo fu inglobato nel tessuto urbano popolare e riutilizzato per varie funzioni abitative, artigianali e commerciali, fino a quando, acquistato dal Comune, dopo lunghi restauri e ristrutturazioni, che ne hanno però in buona parte conservato o ripristinato le forme preesistenti, a partire dal 2003 è stato adibito a sede municipale: nel chiostro quattrocentesco hanno trovato spazio gli uffici comunali e la biblioteca civica, nell’aula della chiesa sconsacrata uno spazio polifunzionale, destinato a seconda delle esigenze alle sedute consiliari, a sala congressi o a spazio espositivo.
COME RAGGIUNGERE NERVIANO
In auto SS33 Sempione
A8 Uscita Lainate
A4 Uscita Rho
In bicicletta Piste ciclabili dell’Anello Verde Azzurro a pochi minuti dal sito di Rho Fiera Expo Milano
In aereo Aeroporto Malpensa
In treno Linea S5 Milano Varese
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EVA REGUZZONI 
“Herbarium “ Curated by Fabio Carnaghi
Dal 13 al 28 giugno 2015 LOCATION/ SALA DEL BERGOGNONE, MONASTERO DEGLI OLIVETANI  Nerviano (Milano)
Verrà presentata la performance sonora: “Seconda Navigazione” con musiche di ROBERTO CACCIAPAGLIA Domenica 14 giugno 2015 LOCATION/ PALAZZO CRIVELLI PIAZZI Nerviano (Milano) Dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 14 alle ore 18 Si ringrazia Glance Studio
Herbarium Herbarium è un excursus attorno alle anatomie vegetali, che individua una similitudine quasi fisiognomica tra forme fitomorfe e conformazioni dell’interiorità umana. Nelle opere di Eva Reguzzoni l’indagine di queste tematiche è essenziale e si manifesta significativamente in sedimentazioni di inchiostro, frammenti di garze o cuciture di filo su carta, quasi fogli di un volume immaginario su cui resta la stratificazione di un processo di elaborazione. L’equivoco nella procedura estetica propria dell’artista si insinua nel pensare alla pratica amanuense ed è lecito liberare l’immaginazione verso un erbario accuratamente miniato e frutto di copiatura basata sull’analogia di forme organiche, siano esse naturali o umane. L’attinenza di queste rappresentazioni con lo spazio monasteriale in cui vengono collocate permette di esplorare e confrontare negli andamenti, l’ulteriore valenza fitomorfa del decoro che nelle tracce di partiture affrescate scopre candelabre cinquecentesche, ribadite nelle simmetrie speculari degli arazzi di carta bianca.                         Fabio Carnaghi
La mostra è realizzata nell'ambito di Biodiversity, rassegna promossa da ARK Cultural Property and Contemporary per Expo in Città, con il supporto di Parco dei Mulini e con il patrocinio di Regione Lombardia e Comune di Nerviano.
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MAURO PELLEGRINI E BARBARA PIANCA  
“Dimensione Zero (quello che ci piace di più) “ “Zero Dimension (what we like best) “ Curated by Fabio Carnaghi
June 12 – July 4, 2015 LOCATION/ SANT’AMBROGIO DELLA VITTORIA Abbey via Spagliardi 10,  Parabiago (Milan)
OPENING/ June 12, 2015, at 7 pm Saturday and Sunday, 10 am - 12 am / 4 pm – 7 pm Monday-Friday from 4 pm to 7 pm by appointment T. +39 338 7576502  FREE ENTRANCE
contact and press office/ [email protected] www.arkmilano.com www.mauropellegrini.com www.barbarapianca.eu
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MAURO PELLEGRINI E BARBARA PIANCA “Dimensione Zero (quello che ci piace di più)” 12 giugno – 4 luglio 2015
Location: SANT’AMBROGIO DELLA VITTORIA via Spagliardi 10,  Parabiago (Milano)
L’attuale abbazia di Sant’Ambrogio della Vittoria e l’annessa chiesa omonima risalgono al XVI secolo.
La chiesa nasce come ex voto a seguito di un episodio avvenuto durante la battaglia di Parabiago del 1339. Luchino Visconti era stato fatto prigioniero e legato ad un noce, ma gli sarebbe apparso Sant'Ambrogio che l'avrebbe miracolosamente liberato. In ringraziamento della grazia ricevuta fu decisa l'erezione di una chiesa intitolata al santo sul luogo della battaglia, la cui prima pietra fu posta dall'arcivescovo Giovanni Visconti. Terminata nel1348, il tempio venne affidato a cappellani nominati dall'amministrazione cittadina di Milano ed ogni anno, nell'anniversario della battaglia (21 febbraio), vi si svolgeva una processione religiosa a cui partecipavano i nobili della città.
Nel 1481 su petizione dei nobili di Parabiago, la chiesa venne affidata ai Frati della congregazione di San Barnaba e Sant'Ambrogio ad nemus. A causa del degrado in cui l’edificio di culto versava, nel 1647 il Consiglio dei LX decurioni la affidò ai Padri cistercensi, che ne poterono prendere possesso solo nel 1668, annettendola ai possedimenti terrieri che si estendevano fino al fiume Olona.
Nel 1606 era stato affidato all'architetto Alessandro Bisnati il progetto della ristrutturazione della chiesa, che tuttavia, prevedendo la demolizione dell'edificio esistente, fu giudicato troppo oneroso. I lavori di demolizione e ricostruzione iniziarono nel 1624, e nel 1647, quando l'edificio passò ai cistercensi, non erano ancora conclusi. Tra il 1708 e il 1713 si svolsero i lavori di costruzione della nuova chiesa e dell'annesso convento, sotto la direzione dell'architetto Giovan Battista Quadrio. In seguito ad una visita di Elisabetta Cristina di Brunswick, promessa sposa del futuro imperatore Carlo VI d'Asburgo nel primo anno dei lavori, l'abate ottenne che una diramazione del torrente Riale venisse realizzata per irrigare le proprietà cistercensi, dando avvio ad un periodo di prosperità per l’insediamento monastico. Il campanile fu innalzato nel 1723-1725 su progetto dell'architetto Pietrasanta. Sempre nel XVIII secolo la chiesa si arricchì di dipinti e di un organo datato al 1716. Nel 1796, a causa delle norme anticlericali ispirate agli ideali giacobini,  i Cistercensi furono costretti a vendere le loro proprietà e nel 1798 l'ordine venne soppresso.
Nel 1799 l'intero complesso venne adibito ad uso scolastico destinato ai ceti meno abbienti, ma nell'anno V Repubblicano (1806) venne acquistato da uno svizzero di nome Emanuele Odoni, sequestratogli subito dall'Amministrazione del Fondo di Religione. Nell'anno VI Repubblicano (1807) il monastero ed altri beni religiosi subirono diversi passaggi di proprietà fino all’acquisizione da parte di Don Agostino Peregalli che lo adibì a collegio per nobili fino al 1857, anno in cui la rinomata scuola nobiliare chiuse per sempre.
Nel 1864 la signora Rachele Peregalli, pronipote del suddetto parroco, vendette tutto il complesso a Don Giovanni Spagliardi, che vi fondò il Pio Istituto per fanciulli derelitti, un riformatorio i cui ospiti venivano soprannominati barabitt, ovvero piccoli Barabba. Nel 1869 il Pio Istituto si fuse con l'Istituto Marchiondi di Milano, prendendo la denominazione di Opera Pia Marchiondi Spagliardi per l'assistenza minorile. Ma nel 1924 chiuse i battenti, trasferendosi definitivamente nella sede milanese.
A causa del suo elevato interesse storico ed architettonico il complesso fu dichiarato Monumento Nazionale nel 1913. Nel novembre del 1932 l'Amministrazione Ospedaliera Provinciale acquistò l'ex-convento per farne una sezione distaccata dell’Opedale psichiatrico di Mombello, gestito dalle Suore di Santa Maria Bambina. Smantellato il vecchio ospedale, oggi l’intero complesso in parte proprietà dell’Azienda Sanitaria Locale versa in condizioni di totale decadenza, nonostante molte siano state le campagne di valorizzazione e sensibilizzazione per il recupero del monumento.
COME RAGGIUNGERE Sant’Ambrogio della Vittoria, via Spagliardi 10, Parabiago (Milano) In automobile: A4 Milano-Torino (uscita Arluno); A8 Milano-Varese (uscita Legnano); A9 Milano-Como (uscita Origgio); SS. 33 del Sempione.
In aereo: Aeroporto Internazionale di Malpensa a Nord-Ovest dalla città.
In treno: TRENORD  linea suburbana S5 http://www.trenord.it/it/circolazione-e-linee/le-linee/linee-s/s5.aspx
Collegamento diretto da Rho fiera Milano Expo 2015 (2 fermate) e dal centro di Milano
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