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Roberto Godofredo Christophersen Arlt, per tutti Roberto Artl, giornalista e scrittore argentino
Ecco poche righe da uno dei suoi abissi narrativi, il racconto Le Belve.
E poi il tango, il tango e magari un liquore sorseggiato in una fetida milonga di Buenos Aires a fine anni 30
“La musica esalta la noia. Un vecchio tango ci ricorda momenti del carcere, un altro la notte con una donna ritrovata, un altro ancora un istante terribile degli anni più duri. Se il tango diventa aspro, uno spasimo ci contorce l'anima. Ricordiamo allora il piacere rosso e terribile di pestare il viso di una donna, o il piacere di ballare allacciati a una femmina schiva in una milonga assassina, o i primi soldi ricevuti da una donna che ci iniziò alla vita, un biglietto da dieci pesos tirato fuori dalla giarrettiera e che noi abbiamo preso con trepido piacere perché l'aveva guadagnato andando con altri. Pianto di fisarmoniche che ti scompigliano in dolci ricordi, prime emozioni agrodolci della vita da mantenuto: la donna che va per la strada con un uomo; la donna che ride al tavolo in compagnia di tre uomini, sensazione di sfacciataggine e violenza; la donna che di notte fa avanti e indietro tra il caffè e la stanza, al braccio di clienti che passano davanti ai nostri occhi, emozione che riempie l'attesa di alcune parole sussurrate di nascosto: "Aspetta un momento, caro, che mi libero subito". Il tango adorna la nostra anima con il ricordo di primitive allegrie: la donna di tutti che si pavoneggia in compagnia di chi riceve in regalo il suo danaro, la gente che ci guarda passare, gli sprovveduti che si meravigliano per le conversazioni sconce, i festini in casa delle amiche, le presentazioni d'obbligo: "Le presento mio marito". Pomeriggi di pioggia perduti tra lunghi giri di mate, la ragazza del grammofono in un angolo, il vassoio dei dolci abbandonato tra i vasetti di brillantina. Se la donna batte la strada, il regolamentare saluto alle quattro, l' "arrivederci caro", "stai attenta agli sbirri, pupa", e lei, al momento di andarsene, ha sempre un gesto strano, quasi doloroso per l'inizio del lavoro; allora, con uno sforzo di volontà, nasconde il viso sotto una maschera di impassibilità trasformandosi di colpo in un'altra, per poi confondersi tra i passanti con il passo lento della meretrice. E improvvisamente chi rimane si chiede preoccupato: "E se la mettono dentro?" o "Non sarà questa l'ultima volta che la vedo?" Per questo, quando nel silenzio che manteniamo seduti al tavolo del caffè, squilla il telefono, un sussulto ci scuote la testa, e se non è per noi, sotto le luci bianche, vermiglie o azzurre, Unghia d'Oro sbadiglia e Guglielmino il Ladro borbotta qualche ingiuria, e un'oscurità che non hanno neanche le strade più buie nelle loro profondità fangose, penetra nei nostri occhi, mentre al di là dello spessore del vetro che dà sulla strada passano donne oneste al braccio di uomini onesti.”
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CORTO, MIO CARISSIMO CORTO. NON SONO IL SOLO A VOLERTI BENE (35.000 candele e oltre 350 volontari per creare la magia dell'opera dell'artista catalano Muma, che riproduce il manifesto realizzato da Hugo Pratt per la prima edizione del più importante festival mondiale del fumetto.)
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Piccolo tesoro trovato stamani in un negozietto fiorentino. Li leggevo quando avevo vent’anni e con Hugo Pratt, Antonio Giardino, Crepax, Sergio Toppi e Moebius collezionavo suggestioni ed immaginavo viaggi oltre le colline che circondavano il mio paese
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«State zitti… ascoltate!» Un immenso silenzio. Sentivamo il nostro respiro. «Sta accadendo qualcosa» Era un silenzio totale, angoscioso. I mille rumori lontani e vicini di una città viva, erano d’un tratto scomparsi. La radio era ammutolita. Ci affacciammo alla finestra. «Guardate!» «Non è possibile…» Nella strada uno spettacolo incredibile, allucinante. «No… No… Non aprire, Lucas!» «C’è qualcosa nell’aria… come se stesse nevicando» «È vero! Guardate… È neve fosforescente…» Lenti, galleggiando nell’aria quieta della notte, cadevano dal cielo leggeri fiocchi di una neve trasparente, che emanavano una strana luce azzurrina… Fin dove si poteva vedere, la nevicata stava coprendo la strada, le case, tutto. Una nevicata irreale. Ma era la morte che stava scendendo dal cielo… «Dev’essere la polvere radioattiva di cui parlava prima la radio» «Bisogna chiudere tutto… Chiudere bene» L’ETERNAUTA - Hector German Oesterheld
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Prendete l'orizzonte. È solo una linea immaginaria, ma è da millenni che trasforma i marinai in sognatori
(F. Caramagna)
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Il tramonto infiamma l'Arno ed il cielo sopra Firenze. Tutto intorno le ombre si appropriano repentinamente della città ingoiandone i dettagli. 23.02.2020
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Sognando di essere il gatto del Pequod.
Dreaming of being the Pequod cat
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With Corto, dreaming of the next destinations
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Venice. Dualism (near by Campo de la Tana - 13.11.2019)

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VENEZIA. 13.11.19. da una vetrina nei dintorni di Ca' Foscari
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Location: Juno Beach, Florida, United States
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