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C'è un posto dentro te che tieni spento, è il posto in cui nessuno arriva mai.

Luciano Ligabue (via maledettadaunangelo)

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De Gregori

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— Vasco Brondi.

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Io e la vita.

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Rivedersi era come rinascere ancora una volta.

Francesco Guccini (via vialemanidagliocchi)

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“Hai cercato di capire e non hai capito ancora se di capire di finisce mai. Hai provato a far capire con tutta la tua voce anche solo un pezzo di quello che sei.”

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La felicità parte quando finalmente hai nelle tue mani il biglietto, poi parte il conto alla rovescia, -50, -30, e alla fine arrivi a -1. Inizia l’ansia, iniziano i preparativi, maglie, striscioni, macchine fotografiche cariche. Poi finalmente arriva IL GIORNO DEI GIORNI, ti svegli con una marcia in più, ti svegli con una felicità assurda, quel tipo di felicità che solo un concerto ti può dare. Non appena arrivata inizi già a vedere la fila, le canzoni che partono, le foto, l’attesa che ti mangia dentro. Poi aprono i cancelli, li aprono e cominci a correre, corri finche non arrivi proprio lì, lì nel mezzo. Appena arrivata le gambe tremano, il cuore ormai è completamente andato, ma tu sei lì e cosa c’è di più importante? Aspetti con ansia le 21:00, aspetti con ansia finalmente di vederlo, di vedere la sua grinta –che oltretutto a 55 anni non so veramente come fa- Aspetti di vederlo cantare, di vederlo finalmente sorridere dopo otto lunghi mesi. Tra una canzone, un panino, una fato e tante risate arrivano le 21:00. Le gambe iniziano a tremare e qualche lacrime inizia a scendere, lui entra, sorridente come sempre. Entra e inizia a cantare, gli attimi e i brividi passano, arriva a fare “Quella che non sei” arriva a cantare “quella che non sei non sei, ma io sono qua e se ti basterà, quella che non sei, non sarai a me basterà.” Viene vicino a noi, ci guarda, mi guarda, e le lacrime arrivano. Poi ovviamente non è mancata “Certe notti” ed è proprio vero che “Certe notti somigliano a un vizio che non voglio smettere, smettere mai.” Tra un canzone e un’altra la fine si avvicina sempre di più, attimi e secoli, lacrime e brividi! Ed ecco la fine, come sempre la presentazione della band, che per l’altro erano quasi tutti malati, ma non una grinta assurda. L’ultima canzone arriva “Con la scusa del rock ‘n’ roll” Inizi a campire che tutta la magia sta finendo, che è arrivato il momento di levarti dalla transenna, di prendere lo zaino e uscire. Non realizzi ciò che hai appena visto, non realizzi di averlo visto vicino a te, non realizzi niente, tutto un sogno, un sogno incredibilmente bellissimo. Allora prendi lo zaino, e ti dirigi verso l’uscita, consapevole di aver trascorso due ore da urlo, due ore di felicità, due ore dove hai dato il meglio di te. Arrivi in macchina e piano piano cerchi di rimettere insieme tutti gli attimi trascorsi in quelle ore, magicamente non ti ricordi quasi più nulla, ti ricordi attimi a pezzi. Ti senti completamente a pezzi, le gambe che vanno per conto suo, il collo dolorante, ma cosa importa? Cosa importa dei mille dolori post- concerto quando per la seconda volta hai realizzato il tuo sogno? Una cosa che non scorderò facilmente però è quando mi hai guardata e mi hai sorriso e io incoscientemente ti ho mandato un bacio, come una bambina felice. Ieri sera finalmente ho sentito ciò di cui avevo veramente bisogno, tutt’ora non riesco a realizzare, ma come sempre caro Liga non deludi mai, stupisci sempre, anche in un palazzetto. A neanche 24 ore dal concerto non vedo l’ora di tornare lì, sempre lì, lì nel mezzo. Ed è proprio vero che siamo il più bel pubblico di tutti !!

Chiudimiachiavequandomihaidentro (via chiudimiachiavequandomihadentro)

💕

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If I lay here... 💕✨

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25th anniversary of the fall of the Berlin Wall

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#ungaretti (Scattata con instagram)

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Pasolini intervista Ungaretti in “Comizi d’amore”, 1965.

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