Tumgik
cameraconvista-blog · 8 years
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cameraconvista-blog · 8 years
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Please, tell me that I can come to say to you hello and goodbye again. Tell me that your roads of every day will be mine too, a day. Tell me that your language will be so familiar to me like mine to you in these months. Tell me that is not a end but a new beggining; that you’ll bring me to the shower from the bed again, again, again. Don’t tell me that i’m in love with a person that I could see anymore in my life.
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cameraconvista-blog · 9 years
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Cose che io oggi.
La doccia, Jefferson Airplane, una stella cadente in pieno giorno, Vivaldi con i suoi Ospedali della Pietà, Cimagalli e Carozzo. La zuppa di cereali, le corse sulle scale per fare ginnastica, lavare il pavimento per togliere gli aloni, un batticuore improvviso, Dear Prudence, voglia di quelle lentiggini di quelle labbra sulle mie labbra, su di me tutta. Ricci belli, pantaloni strappati. Solitudine infinita e forse l’emicrania sta arrivando. Twinings agrumance tea, nuova coinquilina, una stella cadente in pieno giorno, un’amica lontana, Milano devo fare il biglietto. Merenda a pane e maionese. Lavo i denti da sola senza M. che parla o se li lava anche lei accanto guardandosi allo specchio e poi sputando il dentifricio. Sigarette tante. Tristezza un pochino. Abbastanza voglia di farcela. Un attimino piccolo di felice esaltazione per non so bene che cosa. 
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cameraconvista-blog · 9 years
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Ci sono dei film in cui si parla l’inglese, il tedesco e il turco. In cui la musica è fuori, dentro e accanto. In cui addirittura i musicisti fanno l’inchino prima dei titoli di coda. Uno di questi film, anzi questo film è la Sposa turca, di Fatih Akin.
Questo film ricorda di come si può essere morti anche essendo vivi. Cahit è il perfetto eroe tragico. Si sposa, ama tantissimo e poi rimane vedovo. Non sappiamo come, quando, perchè. Ci dice solo un nome. Intanto muore senza saperlo, ma gli basta incontrare Sibel per vivere ancora: quindi amando, uccidendo per poi morire di nuovo, una volta arrivato in carcere. Uscito, decide di resistere ancora e si aspetta che Sibel gli dia un’altra occasione per vivere, come aveva fatto quando si erano conosciuti, chiedendogli di sposarla “per finta”. Si precipita a Istanbul per ritrovarla, per iniziare tutto da capo e dunque vivere insieme. Invece lei non ce la fa. Decide di continuare a morire un po’ alla volta. Forse perchè con Cahit avrebbe potuto avere la vita eterna ma solo se il destino fosse stato clemente. Al contrario, invece, la morte sarebbe stata improvvisa e questa volta fisica. Dopotutto questo non possiamo saperlo. Sappiamo solo che entrambi sono vedovi uno dell’altra ma finalmente non più di se stessi.
Film come questi fanno accapponare la pelle. Per la loro fisicità e la crudezza con cui viene messa in scena la tragedia. Ad esempio: il sangue sulle braccia  di Cahit delirante tra la folla di un concerto, il volto tumefatto e il polso ricucito di Sibel, il lo sguardo di Cahit mentre aspetta Sibel che non arriverà più.
Film così  fanno venire la voglia di prendere subito un aereo, un autobus, una stanza d’albergo da due soldi per rischiare tutto l’ultima volta e poi iniziare a vivere da capo con una tragedia alle spalle e, se il destino non sarà clemente, una nuova dietro l’angolo.
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cameraconvista-blog · 9 years
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cameraconvista-blog · 9 years
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Foto che risvegliano la mia parte eterosessuale.
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cameraconvista-blog · 9 years
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cameraconvista-blog · 9 years
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GPOY
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cameraconvista-blog · 9 years
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“Come on, say something to me,” Midori said, her face buried in my chest. “What do you want me to say?” “Anything. Something to make me feel good.” “You’re really cute,” I said. “ - Midori,” she said. “Say my name.” “You’re really cute, Midori,” I corrected myself. “What do you mean really cute?” “So cute the mountains crumble and the oceans dry up.” Midori lifted her face and looked at me. “You have this special way with words.” “I can feel my heart softening when you say that,” I said, smiling. “Say something even nicer.” “I really like you, Midori. A lot.” “How much is a lot?” “Like a spring bear,” I said. “A spring bear?” Midori looked up again. “What’s that all about? A spring bear.” “You’re walking through a field all by yourself one day in spring, and this sweet little bear cub with velvet fur and shiny little eyes comes walking along. And he says to you, “Hi, there, little lady. Want to tumble with me?’ So you and the bear cub spend the whole day in each other’s arms, tumbling down this clover-covered hill. Nice, huh?” “Yeah. Really nice.” “That’s how much I like you.”
Haruki Murakami, Norwegian Wood (via emmanuelnegro)
:)
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cameraconvista-blog · 9 years
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Due anni dopo.
Sono tornata a casa e non ho trovato i piatti da lavare. Ho camminato per ore da sola in cerca di oggetti inutili che potessero farmi credere di prendermi cura di me. Mi sono seduta per tre volte nella stessa panchina per fumare tre sigarette diverse. In fondo un po’ mi piace. Coccolarmi nella solitudine, cadere sempre nella mie solite e piccole ossessioni. Illudermi di aver trovato ciò che cercavo e disilludermi. La musica è diventato l’intonaco con cui coprire la muffa sul mio soffitto, lo stucco con cui tampono le ferite che mi trascino passo a passo. Ma non basta. Domani ritornerò dalle prove con l'orchestra. Apparecchieró il tavolo con un solo piatto. Tutto ricomincerà da capo.
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cameraconvista-blog · 9 years
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Everywhere all at once, Vanessa Marsh
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cameraconvista-blog · 9 years
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Che poi ci sono quelle volte che speri che le persone se ne vadano via. Che a vederle andar via sei abituata. Che sai cosa significa ricordarsi a malapena un volto o un modo di dire. Ma ad avere quelle persone e non vederle nè andar via nè restare non sei abituata. Che a fare le cose a metà si rischia solo di avere tra le mani qualcosa che non ha sapore nè odore. Qualcosa che non ha definizione. E c’è qualcosa di peggio che non aver parole per descrivere una sensazione?
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cameraconvista-blog · 9 years
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Con un amico.
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cameraconvista-blog · 9 years
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E come sempre, quando ci si arrende, si apre una fessura sottile da cui può irrompere l'inatteso, proprio perché si ritiene di non avere più niente da perdere.
Fredrik Sjöberg, L’arte di collezionare mosche (via signorinalunastorta)
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cameraconvista-blog · 9 years
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Il privilegio di usare il pavimento come letto?
È un antidolorifico naturale per il gonfiore causato dalla tendinite ai gomiti. È un comodo condizionatore. È molto affettuoso. Inoltre dalla prospettiva del pavimento puoi ammirare meglio la bellezza del condizionatore (quello vero) sul soffitto. Una bellezza pura perché impalpabile. Perché lontana. Perché non esiste. Il condizionatore esiste, i soldi per pagare la bolletta no.
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cameraconvista-blog · 9 years
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Monica Rohan, su Tumblr
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cameraconvista-blog · 9 years
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