Tumgik
che-de-di-co · 1 day
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Remembering Billie Holiday who would have celebrated a birthday today 💕 #botd
200 notes · View notes
che-de-di-co · 1 day
Text
Tumblr media Tumblr media
Ella Fitzgerald & Dizzy Gillespie, 1947 ♡
1K notes · View notes
che-de-di-co · 2 days
Text
129 notes · View notes
che-de-di-co · 4 days
Text
Due cose ci salvano nella vita:
Amare e ridere. Se ne avete una va bene, se le avete tutte e due siete invincibili.
Tarun Tejpal
Tumblr media
15 notes · View notes
che-de-di-co · 6 days
Text
200 notes · View notes
che-de-di-co · 6 days
Text
Tumblr media
UBUNTU
Un antropologo ha mostrato un gioco a dei bambini di una tribù africana.
Ha posizionato un cesto di frutta vicino un albero e ha detto loro: il primo che raggiunge l'albero avrà il cestino.
Quando ha dato il via è rimasto sorpreso che camminassero insieme tenendosi per mano arrivando insieme e condividendo il cesto.
Quando ha chiesto perché l'avessero fatto hanno risposto "Ubuntu".
Cioè come può uno essere felice se gli altri non lo sono?
Ubuntu significa IO SONO PERCHÉ NOI SIAMO.. ..
Quella tribù conosce il segreto della felicità che si è persa in tutte le società che si considerano civili...
246 notes · View notes
che-de-di-co · 6 days
Text
" ma dove vai, vieni qua, ma che fai..."
Il potere che promette una vita piena di benessere e piaceri in cambio dell'anima a cui milioni di Gianna-persone rispondono "ci sto". Milioni di Gianna-Faust pronti a vendere l'anima al diavolo pur di assaporare i piaceri materiali di questo mondo..
Prendi e vai, prendi e vai, tu non prendi se non dai. Vieni qua, ma che fai? Dove vai? 🎺🎸🥁
@ilpianistasultetto
70 notes · View notes
che-de-di-co · 8 days
Text
https://www.reddit.com/r/ChatGPT/s/7sNycwIrkH
Dove si vede tra cinque anni?
In quarantena.
9 notes · View notes
che-de-di-co · 8 days
Text
...Fu nel parco di un manicomio che incontrai un giovane con il volto pallido e bello, colmo di stupore.
E sedetti accanto a lui sulla panca, e gli domandai: “Perché sei qui?”.
E lui mi rivolse uno sguardo attonito e disse:
È una domanda poco opportuna, comunque risponderò.
Mio padre voleva fare di me una copia di sé stesso, e così mio zio.
Mia madre vedeva in me l’immagine del suo illustre genitore.
Mia sorella mi esibiva il marito marinaio come il perfetto esempio da seguire.
Mio fratello riteneva che dovessi essere identico a lui: un bravissimo atleta.
E anche i miei insegnanti, il dottore in filosofia, e il maestro di musica, e il logico, erano ben decisi: ognuno di loro, voleva che io fossi il riflesso del loro volto in uno specchio.
Per questo sono venuto qui.
Trovo l’ambiente più sano.
Qui almeno posso essere me stesso.”
E di scatto si volse verso me e chiese: “Anche tu sei qui a causa dell’educazione e dei buoni consigli?”
Ed io risposi: “No, sono qui in visita”.
E lui disse: “Ah, ho capito.
Vieni dal manicomio dall’altra parte del muro”.
Khalil Gibran. ❤️
3 notes · View notes
che-de-di-co · 8 days
Text
Il cattivo uso della parola.
La parola ha un peso. Non è mai leggera, non è mai un arredo. Una volta detta, una parola si fa strada nella mente, produce un pensiero, diventa azione. Le parole pronunciate non tornano indietro. Mai vista una parola ritornare nella gola di chi l’ha pronunciata o nelle dita di chi l’ha scritta.
(Igiaba Scego, Il Peso Delle Parole)
31 notes · View notes
che-de-di-co · 9 days
Text
Sopra la crosta dura brulica un basso paradiso.
0 notes
che-de-di-co · 9 days
Text
0 notes
che-de-di-co · 9 days
Text
0 notes
che-de-di-co · 9 days
Text
0 notes
che-de-di-co · 9 days
Text
Negli anni ’90 molte band si spendevano su temi antifascisti. C’erano anche più locali, ambienti più piccoli di condivisione, i concerti costavano meno, c’era più autonomia nell’organizzazione e i mega-eventi non avevano ancora vampirizzato la musica dal vivo. Quale immaginario può offrire la musica a una società disgregata come quella di oggi?
I mega-eventi rappresentano la più autentica manifestazione del capitalismo nell’ambito della musica. È lì che si consuma il triste rito dell’inutile: la musica diventa ciò che il Capitale vuole che sia, semplice merce. Gli «artisti» diventano merce, le loro canzoni, le parole, gli arrangiamenti, e il pubblico, ovviamente. Tutto è reificato, la poesia ridotta a cosa, la speranza a indifferenza. Se osserviamo le classifiche, ci sono i rospi della trap, quelli del turpiloquio che sguazzano nel pantano sintattico di una grammatica mai conosciuta, in cima a tutti. Sono giovanissimi, disagiati, vengono dalle periferie, e invece di reagire all’ingiustizia sociale, come americani qualsiasi in preda all’astinenza, in quell’ingiustizia colgono l’opportunità di arricchirsi di soldi e fama. Poveri schiavi, i tatuaggi resteranno loro impressi sulla pelle per tutta la vita. È il fallimento antropologico-culturale di un paese, e il guaio è che sembra un destino.
Pierpaolo Capovilla
20 notes · View notes
che-de-di-co · 10 days
Text
Tumblr media
90 notes · View notes
che-de-di-co · 10 days
Text
Tumblr media
158 notes · View notes