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Tu sei come il profumo in un campo di lavanda
il calore del sole d’estate al tramonto
l’arte di un quadro in un museo
il fiore di una pianta all’orto botanico
il riflesso di una luce sull’acqua di un canale
l’ombra che rinfresca la sabbia al mare
l’asse di briscola all’ultima mano
la coperta calda nella notte d’inverno
la neve sull’albero di Natale in piazza
la salsa rosa a lato dell’hamburger
la schiuma della birra fredda
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Chi l’avrebbe mai detto.
Chi l’avrebbe mai detto che è la fine. Ma non è la fine. Siamo qui seduti al tavolo di sempre. Ci siamo tutti. La mia coinquilina è contentissima. L’altra ha le lacrime agli occhi. Sembra tutto così perfetto. Sono qui e sogno di non andarmene mai. Domani ho il treno che mi porterà all’aeroporto. Tornare a casa mi fa tristezza mi rende davvero malinconica. Ho questo peso sul petto che non se ne va. Sono così triste. Questo Erasmus mi ha reso una persona migliore. Mi ha cambiata. Mi ha resa migliore. Tutte le esperienze che ho vissuto, tutte le persone che ho conosciuto. Manifesto, manifesto forte. Voglio che tutto questo non finisca, che tutto questo sia la mia vita per sempre. Qui ho trovato la me autentica, la me vera. Voglio essere questa me a casa, voglio essere me realmente nella mia vera vita quotidiana. Voglio vivere questa libertà e freschezza che vivo qua. Chi l’avrebbe mai detto che quattro mesi ti possano cambiare così tanto.
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Chi l’avrebbe mai detto.
Chi l’avrebbe mai detto che stasera è una sera diversa. Sono seduta fuori dall’appartamento. Sono in Finlandia. Sta nevicando. Ed è notte. In realtà visto che è inverno è come se fosse pomeriggio qui. Il buio è reale come viene descritto sui libri di viaggio. Ma non è questo il punto. Sono fuori, al freddo, e non lo sento. Sembra tutto allineato, come le stelle che dietro le nuvole in cielo stanno. Stanno la, lontane, coperte. Come lo sono tutti i miei problemi e le preoccupazioni che ho lasciato a casa, la mia vera casa. Respiro e il mio respiro si trasforma in nebbia e scompare. Si, la vita reale mi aspetta a casa. Ma qua è come se avessi ritrovato una pace, che cercavo da anni. Sono qui e i miei pensieri si fanno più vividi, più reali. Sto vivendo una delle esperienze più forti che la mia vita mi abbia mai donato. Sono così grata per questo. La neve che copre tutto mi da un senso di pace, di tranquillità. Alzo gli occhi al cielo e vedo la luce di un lampione, sembra la luna. Chi l’avrebbe mai detto che io mi senta a casa anche se in realtà io non lo sia.
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Chi l’avrebbe mai detto.
Chi l’avrebbe mai detto che anche oggi le emozioni travolgessero, senza nemmeno che io avessi il tempo di prepararmi. Oggi è stata una giornata come le altre, ma ad un certo punto ho perso completamente il legame con il presente. Sto provando una moltitudine di emozioni insieme. Vorrei piangere. Vorrei urlare. Vorrei sdraiarmi. Vorrei saltare. Vorrei strapparmi i capelli. Vorrei correre. Vorrei nuotare. Vorrei cantare. Vorrei ballare. Vorrei battere forte i piedi a terra e creare un terremoto. Vorrei buttarmi dal balcone. Vorrei sedermi alla scrivania. Vorrei leggere. Vorrei ridere a crepapelle. Vorrei bere. Vorrei fumare. Vorrei guidare fino a domani mattina. Vorrei dormire a pancia in giù. Vorrei camminare fin sopra la montagna di casa. Vorrei abbracciare mia mamma. Vorrei parlare con la mia migliore amica. Vorrei fare il bagno al mare. Vorrei sciare come quest’inverno. Vorrei cadere e rialzarmi. Vorrei suonare. Vorrei andare in bici. Vorrei tante cose, ma sono qua che fissò il muro e provo un vuoto dentro me incolmabile. Sono completamente persa e in realtà non voglio fare nulla. Chi l’avrebbe mai detto che io voglia solo sopravvivere a stasera ed alzarmi domani mattina non con lo stato d’animo di oggi.
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Chi l’avrebbe mai detto.
Chi l’avrebbe mai detto che puoi essere triste anche sentendoti bene. La tristezza ha diverse forme e non sempre ti rendi conto di provarne una di quelle. Oggi era una giornata come le altre, un po’ nuvoloso quello è vero. Ma davvero non me lo sarei mai aspettato. Ho passato la giornata sdraiata a pensare a non so a cosa e ho deciso di farmi una doccia per almeno svegliarmi un po’. Scrivo per parlare appunto di questo strano avvenimento. Sotto la doccia improvvisamente mi misi a piangere. Non so se perché io mi sia rilassata, o perché ero convinta non mi vedesse nessuno. Ma mi misi a piangere, forte. Non riuscivo nemmeno a rendermi conto se mi stessi lavando con l’acqua del soffione o con le mie lacrime. Davvero, non mi ero resa conto di essere triste. Mi ha colpito completamente. Non capivo come mai io stessi piangendo, non ne avevo il motivo. Eppure ero triste. Uscita dalla doccia feci come al solito. Con le occhiaie e il nero sotto gli occhi (perché ovviamente come al solito non mi ero struccata) sono tornata in camera, come se nulla fosse successo. Ma io mi chiedo, come mai? Perché non riesco a rendermi conto che il mio corpo mi sta dicendo di vivere la tristezza nel mio quotidiano? Mi devo sempre nascondere per piangere, è assurdo. Passo giorni a fingere di essere contenta, sorrido a tutti anche agli sconosciuti. Arrivo a casa da sola e piango. Cosa c’è che non va in me? Come mai piango? Perché devo essere triste nella mia vita? Chi l’avrebbe mai detto che io sia così tanto capace di fingere e nascondere la mia tristezza.
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Chi l’avrebbe mai detto.
Chi l’avrebbe mai detto che una cosa così banale mi sembrasse così strana. Sono qui seduta al tavolino di un bar. Il sole si appoggia gentilmente sulle mie guance ancora abbronzate dal post stagione. Il vento leggero mi accarezza giusto per risvegliarmi da questa situazione. Sono in silenzio. Chiudo gli occhi. Sento tutto. Sento le persone che chiacchierano sedute ai tavoli vicini, sento il gru gru dei piccioni che raccolgono le briciole a terra, sento il rumore del ferro delle biciclette, sento dei bimbi che ridono e si rincorrono. Sento il proprietario della bancherella del mercato che urla la frutta in offerta. Sento tutto, tutto quanto. Apro gli occhi ed è proprio come me lo sono immaginato. È l’inizio della primavera, una stagione che personalmente amo. È rinascita, è vita, è ripartenza. Chi l’avrebbe mai detto che nel caos si può comunque sentirsi vivi.
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Chi l’avrebbe mai detto.
Chi l’avrebbe mai detto che oggi avrei sentito il peso della giornata in modo ancora più intenso. Probabilmente sono scesa dal letto con il piede sbagliato, o forse perché oggi proprio non c’era lo stimolo per vivere la giornata. Oggi sentivo in tutte le parti del corpo la stanchezza, anche in zone che nemmeno sapevo facessero parte del mio corpo. Sempre quel sorriso finto stampato sulla faccia e lo sguardo fisso sull’orologio sperando che oggi il tempo passasse più veloce. Che poi, nel senso, quei giorni così forse è meglio rintanarsi in camera da letto a fare una bella seduta di meditazione di quelle intense e cercare di evitare completamente lo stress della routine forse è la scelta migliore. Ma poi tutto d’un tratto esce il sole e ti rendi conto che l’essere così bronciata oggi non ne sarebbe valsa la pena. Anche perché basta davvero poco per cambiare l’umore di una persona in una giornata così grigia. Cominci a renderti conto che l’essere stanco non è poi così male se alla fine durante la giornata tutto fila liscio. Basta un gesto gentile di un collega, un caffè offerto, un sorriso di uno sconosciuto che ti rende un favore grazie al karma dei favori. A parte gli scherzi, io ci credo davvero al karma dei favori. Credo all’astrologia e all’oroscopo, vuoi che non creda al karma dei favori? Praticamente funziona così: tu fai una cortesia a qualcuno anche che non conosci e fidati che prima o poi stile boomerang ti torna indietro. Succede davvero. E poi soprattutto ritorna quando meno te lo aspetti e se accade durante una giornata così grigia, mamma mia. Ti svolta completamente il temperamento. Cominci a pensare che forse l’umanità non è tutta così stronza e acida come dicono i telegiornali. Che c’è del buono in noi, nonostante le giornate no o la stanchezza. E quindi sorridi perché oggi sei stanco, ma potrai migliorare il giorno di qualcuno o qualche buon anima ti stravolgerà il tuo. Chi l’avrebbe mai detto che dal grigio di un dì si può passare al verde speranza così di botto
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Chi l’avrebbe mai detto.
Chi l’avrebbe mai detto che il rapporto l’avrei sentito meno forte. Ci siamo avvicinate al massimo ma allo stesso tempo allontanate. Abbiamo camminato per mezz’ora in silenzio perché non avevamo niente da dirci. Mi sono accorta di dare tanto e ricevere poco, anzi pochissimo. Credo di aver tenuto questo rapporto sotto una cappa di vetro perché in fondo in fondo avevo paura di restare sola. Credo di avere quasi la certezza che questo sia un rapporto di dipendenza. Cammino guardando per terra. Sento il mio respiro pesante e sento il suo sbuffare. Vorrei tanto chiedere “C’è qualcosa che non va?” Ma poi penso tra me e me <ma io ho qualcuno che mi chiede come sto realmente e ascolta la risposta>. Ovviamente no. Mi sono stufata di essere sempre scontata. Il rapporto è tra due persone, lo sforzo non deve essere solo il mio. Chi l’avrebbe mai detto che avrei buttato anni di sacrificio per mantenere un rapporto solo perché siamo incompatibili.
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Chi l’avrebbe mai detto.
Chi l’avrebbe mai detto che oggi sarebbe stata una bella giornata. Perché è così, passi giorni e giorni a stare male e ti basta una giornata diversa dalle altre per stare meglio. Oggi dopo quasi otto mesi ho rivisto il mare. Era lì, tranquillo, limpido, silenzioso. Onda dopo onda, mi calmava. L’aria al mare ti accarezza il viso senza chiedere, e ti lascia una sensazione di pace che se si potesse vorrei proprio imbottigliarla per poterla risentire nei giorni di stress. Con il sorriso stampato sulle labbra, continuavo a creare solchi nella sabbia con i miei piedi malformati. Dopo un esame all’Università (uno dei tanti) il 20 maggio feci un bagno al mare. L’acqua era salata e le alghe prolificavano sopra gruppetti di granchi gialli. Il sale e il vento sulla pelle mi sembrava lasciassero un marchio, quello tipico dell’estate, il solito delle giornate infinite di Bibione. L’unico lato negativo di questa giornata è stato il profondo imbarazzo che provai a spogliarmi per fare il bagno con i miei amici. Mi guardavo le gambe glabre con troppe smagliature e cellulite. Per non parlare della pancia con sempre un salsicciotto di troppo. Diciamo che i chili in più che mi portavo sul corpo non mi mettevano a mio agio, e alla sola vista di una forma più tonda sulla mia silhouette mi faceva uscire fuori di testa. Perché non riuscivo ad avere un corpo di cui fossi fiera? Perché non ero in grado di amarmi? Di amare le mie forme e la mia condizione? Ma per tornare al discorso iniziale, si era stata una bellissima giornata: uno spritz sempre tra le mani. I pomeriggi come piacciono a me, tra due palleggi di pallavolo e due battute ironiche, quelle che tutti capiscono e di cui ridono. Potessi intrappolare questi bei momenti e queste brutte sensazioni per poter trarne una conclusione istruttiva, lo farei. Giuro che lo farei. Ma io sono così, o tutto o niente. O sto bene tutto il tempo o mi lamento del malessere che provo, come se non ci fosse nulla di positivo nella vita. E io non voglio trovarmi in questa condizione. Non voglio il bianco e il nero, non voglio il benessere e il malessere nella mia vita. Voglio una via di mezzo, voglio un equilibrio, voglio stare bene. Chi l’avrebbe mai detto che nella vita di tutti i giorni io volessi essere il grigio.
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Chi l’avrebbe mai detto.
Chi l’avrebbe mai detto che mi sarei trovata di nuovo qui a scrivere i famosi “chi l’avrebbe mai detto”. È buffo, mi fa quasi ridere. Di solito quando mi trovo ad aprire le note del telefono non è mai per una buona causa. Io le uso semplicemente per annotare (com’è giusto che sia) ma lo faccio perché sono smemorata, a livelli estremi proprio. Del tipo che dimentico spesso, quasi sempre. E ho pochi ricordi passati , brutta sensazione non la auguro a nessuno. Ma questa volta è diverso. Ho aperto le note per scrivere. Quando mi parte la vena “poetica” è la fine. Devo assolutamente scrivere. Non è che io abbia cose super interessanti o innovative, anzi il contrario. Ma sento il bisogno di far scorrere i miei pensieri e tramutarli in movimenti delle mie dita sulla tastiera. È uno di quei momenti. Quando sei sola. Sorridi. Non è essere felice, è essere tranquilla, rilassata, serena. Belli quei momenti. Chi l’avrebbe mai detto che scrivere un “chi l’avrebbe mai detto” ti fa rendere conto di star bene.
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Chi l’avrebbe mai detto.
Chi l’avrebbe mai detto che pure lui se ne andasse così. Senza salutare, senza avvisare. Ero lì, lo guardavo e sembrava mi parlasse ancora. Bianco come la neve, statico come l’inverno. Ho troppi rimpianti di momenti passati, voglio tornare indietro ma non si può. Ti ho voluto salutare da sola, io e te e basta. Pensavo solo a quel giorno quando ti abbiamo trovato semi morente a casa e son contenta perché tu abbia passato altri molti anni con noi. Non alla stessa maniera ma mi ero accontentata di vederti così, ancora vivo. Voglio solo ricordarti contento e sereno, è l’unica cosa che voglio in questo momento. Non piango e mi sembra strano. Io che piango per qualsiasi cosa davanti alla morte in persona non piango. Sai, probabilmente è perché sotto sotto già lo sapevo. Sapevo che un giorno te ne saresti andato e sai cosa? Hai fatto bene. Hai fatto bene a scappare dalla sofferenza, a scappare dal tuo corpo che ti lasciava intrappolato e non ti faceva muovere come tu volevi veramente. Hai fatto bene a voler la libertà piuttosto che i limiti che il tempo ti ha dato. Chi l’avrebbe mai detto che nonostante il male che mi hai causato, tu abbia fatto bene.
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Chi l’avrebbe mai detto.
Chi l’avrebbe mai detto di trovarmi qui stasera e non avere voglia di fare nulla. Aspetta... non è proprio voglia di fare nulla. Mi spiego meglio. Una voglia la ho in realtà. Ho voglia di partire e cambiare vita. Scritto così sembra la solita frase di chi ha commesso un errore nella sua quotidianità e vuole scappare per sempre per non essere più rintracciato. Non è così, lo giuro. Ho voglia semplicemente di svegliarmi domani mattina e vivere una vita diversa. Diversa da quella che ho adesso. Capiamoci: ho tutto quello di cui ho bisogno in questa vita. Tutto a portata di mano.. e se non riesco ad avere un qualcosa semplicemente cerco di impegnarmi e la ottengo. Ho voglia solo di iniziare da zero. Un nuovo posto. Nuove persone. Nuove storie. Nuova me. Si ho voglia di partire e iniziare di nuovo. Ogni giorno mi alzo e mi sembra di non avere uno scopo, un obiettivo in questa monotonia giornaliera. Chi l’avrebbe mai detto che non ho voglia, ma ho voglia di iniziare da capo.
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Chi l’avrebbe mai detto.
Chi l’avrebbe mai detto che mi sarei trovata di nuovo qui a scrivere altri pensieri. Altri pensieri che mi passano per la mente. Così. Vado proprio a flusso libero. Scrivo e scrivo qualsiasi cosa mi passi per la mente. E non importa davvero perché tanto nessuno leggerà mai ciò che sto scrivendo. Ho così tante cose a cui sto pensando. Eppure sento il vuoto dentro di me. Ma un pensiero è molto più pesante e divoratore di tranquillità. Sto vivendo appieno la mia vita? Tutte le buone occasioni che mi sta offrendo? Sono in pace con il mio essere in questo momento?
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Chi l’avrebbe mai detto.
Chi l’avrebbe mai detto che avrei fatto un cammino per cercare me stessa. E chi l’avrebbe mai detto che non mi sarei trovata comunque. Perché non era proprio questo ciò che cercavo. Volevo non trovarmi mai così da cercarmi in continuazione per avere una costante. L’ho capito a tavola a cena a fine della seconda tappa. Una tavola con persone di diversi posti nel mondo: Francia, Corea, Svezia, una cinese di origine ma olandese. Adoro l’inglese e adoro avere una lingua per parlare.
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Chi l’avrebbe mai detto.
Chi l’avrebbe mai detto che il vento possa essere magico. Il tempo si ferma. Le foglie primaverili vibrano. Del polline danza in armonia. Il sole accarezza leggero delle margheritine di campo. Mentre io ammiro la magia di questo momento, della musica entra nelle mie orecchie. È un momento. Non la sto ascoltando veramente. Mi sento così immersa in questa magia che nemmeno la sento. Sorrido mentre mi scende una lacrima. La sento rigare la mia guancia dolcemente. Sorrido e basta. So che è solo un momento. Il tempo è fermo si, ma è un piccolissimo momento. Gioia, tristezza, completezza.
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Chi l’avrebbe mai detto.
Chi l’avrebbe mai detto che oggi mi sento bene. Il cielo è grigio. Di un grigio malinconico. Un bel grigio. Quel grigio omogeneo, completo. Stasera mi sento bene con quel grigio. Non mi sento sola, perché posso condividere quel grigio con lui. Mi sento un tutt’uno con il cielo. Così bello condividere questa emozione con lui. Stasera siamo uguali, siamo grigi e malinconici. Ma siamo di un bel grigio. Quindi stiamo bene. Io e lui. Io e il cielo. Io e il grigio malinconico. Un grigio bello però. Chi l’avrebbe mai detto che un colore possa farti sentire bello.
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Chi l’avrebbe mai detto.
Chi l’avrebbe mai detto che una come te potesse credere all’amore a prima vista. Sai non ci credi finché non lo provi. Era un semplice passaggio a casa. È bastato pochissimo, uno sguardo, due parole. E boom. Cavoli è da tutto il viaggio che lo osservo. Guida una audi nera. Vedo i muscoli delle sue braccia che si contraggono mentre tiene il volante stretto con le sue mani. Per non parlare dei lineamenti del viso, sembrano disegnati. I suoi capelli sono ricci, sparsi, liberi. Mi ha fregato lo sguardo assolutamente. Dei semplici occhi marroni che continuo ad incrociare nello specchietto retrovisore. Poi ciò che mi è piaciuto di più è stato il primo impatto, lui sembrava quasi imbarazzato mentre ci scambiavamo delle parole. Questo è sinonimo di un’anima pura e gentile. Si ora ragazzi miei ci credo, ci credo all’amore a prima vista. Chi l’avrebbe mai detto che io fossi stata in grado di innamorarmi di uno sconosciuto.
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