coachcountilfour
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coachcountilfour · 4 months ago
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NON RIUSCIRE A DIMENTICARE:
Succede improvvisamente che ripenso ad alcuni momenti, magari sto facendo qualcosa di assolutamente quotidiano, sono in bagno… e boom un flash.
È il primo maggio, la festa dei lavoratori… c’è musica su alle fortezze a Portoferraio una band sconosciuta “Gli scapigliati” suona ad un ritmo travolgente, nessuno balla, ci guardiamo, un mezzo sorriso d’intesa…. Ci alziamo in piedi sul muretto dove siamo seduti e iniziamo a ballare senza vergognarci…
Era naturale, lo spazio per il male del mondo scompariva, perché tutto diventava amore, veniva proprio rappresentato, lo potevi vedere, era arte.
Eravamo come due bambini che giocano insieme e non pensano al fatto che il mondo possa fare male, in quel momento tutto è dolce, tu sei al sicuro e niente di passato o futuro può portarti via da quel luogo, per una volta quella sensazione di essere sempre un po’ estranea alla vita, inadeguata, diversa dagli altri scompariva completamente perché non ero più sola.
Dentro di me sentivo che, dal momento in cui ti avevo incontrato in poi, non lo sarei stata mai più.
P.s. Averlo perso è indescrivibile.
Vedo la me bambina…
Ti chiedo scusa per averti fatto credere che è vero che non ti meritavi quell’amore e per continuare a farti pensare anche oggi che tu debba chiederlo per favore e che non sia gratuito.
Ancora non l’ho capito, ancora non ci credo, cosa serve?
Forse se quell’amore fosse rimasto per sempre me lo avrebbe insegnato…
Ma non sarà mai qualcuno di diverso da te, perderai sempre se non ami quella ragazzina
È a te che chiede di darle conforto.
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coachcountilfour · 4 months ago
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Per favore, non cercare di aggiustarmi.
Non cercare di risolvere
il mio dolore o di scacciare
le mie ombre.
Siediti accanto a me mentre
affronto le mie tempeste interiori.
Sii quella mano ferma che posso raggiungere mentre cerco il mio percorso.
Il mio dolore è mio da portare,
le mie battaglie sono mie da combattere.
Ma la tua presenza mi ricorda
che non sono sola in questo mondo vasto e a volte spaventoso.
È un promemoria silenzioso
che sono degno di amore,
anche quando mi sento a pezzi.
Quindi, in quelle ore buie in cui perderò la strada, sarai qui?
Non come salvatore,
ma come compagno.
Stringimi la mano fino all’alba,
aiutandomi a ricordare la forza
che è in me.
Il tuo sostegno silenzioso è il dono più prezioso che tu possa offrire.
È un amore che mi riporta a chi sono, anche quando io stessa lo dimentico.
(Attributo a Ernest Hemingway, ma l’autore è sconosciuto)
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coachcountilfour · 7 months ago
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06.05.2024
Non mi sento bene, la mia voce non risuona in echi coincisi, non ritorna niente indietro di preciso, quello che sento è doloroso. Ho 26 anni, mi sono messa a girare intorno all’interno di un loop infinito che non somiglia per niente ad una galassia in espansione, piuttosto un ammasso di buchi neri stanno risucchiando con una potenza sempre maggiore ogni genere di vocio armonioso. Questa è l’uccisione dell’Ego, la morte di ogni attaccamento, l’insegnamento primordiale, lascia andare. Lo so che era da tanto tempo che desideravi un amore così, lo so che vederlo ti ha fatto spalancare occhi, anima e ventricoli, la verità però è che non basta, non basta trovare la persona giusta, l’amore è diventare la persona giusta, diventare un solido ponte innalzato, capace di far scivolare sotto di sé tutti i vortici ponderosi di un fiume che è palesemente incazzato. Sono stanca, sono stanca di vivere all’interno di questo corpo che non fa altro che scatenarsi contro sé stesso, mi auto saboto, mi ritrovo nei luoghi giusti grazie a rari momenti di chiaroveggenza in cui per vibrazioni tanto emanate e per desideri così fortemente pronunciati qualcosa per miracolo giunge da me, ma trova la porta serrata, incatenata, c’è il panico. Intellettualizzare la propria guarigione non significa guarire, conoscere razionalmente i meccanismi che ti governano non significa gestirli, un astronomo non è un astronauta. Ci vuole una pazienza e una forza enormi per contrastare questo cazzo di disastro che mi è stato delegato contro la mia volontà. I traumi, i traumi, i traumi, io non ne posso più di lasciare che il passato comandi, che la paura devasti le cose più belle che ho, perché come si è potuto ormai constatare questo ti fa allontanare dalla verità, ti strappa di mano l’amore, l’amor proprio prima di ogni altra cosa. Brividi lungo le braccia, non mi ero mai persa così, mi è successo tante volte di non vedermi tornare a casa, ma questa volta… se imparo questa volta a lasciar andare, a distaccarmi dall’idea che la vita debba andare necessariamente come me la immagino allora vinco… questa è la volta buona, non voglio più ritornare a sentirmi in questo modo e non lo voglio fare tramite strategie di allontanamento, innalzamento di muri o sofferenza a propulsione. Non posso sicuramente pensare che non dovrò più averci a che fare con questa roba, non penso la soluzione sia l’annientamento, ma ancora una volta accettazione, perdono, compassione, assenza di giudizio… tutto questo NEI MIEI confronti, perché se mi lego al senso di colpa, alla disperazione di aver perso la cosa più bella della mia vita, al dilaniarsi che leggo dentro degli occhi oceano che non mi guardano più con meraviglia, se mi perdo dentro il volere, non ne esco più. Devo imparare a togliere, a fare di meno: non volere, non forzare, non inseguire, non pensare, non giudicare me stessa.
Ragazzi ma vi rendete conto di che impresa è?
Lo so, è la cosa più difficile che ti toccherà fare nella vita, ma è tutto, è tutto. E’ importante.
Devo imparare a diventare la persona su cui posso contare, altrimenti ogni onda mi renderà sabbia.
Coraggio.
Punta un raggio di luce sopra il cuore.
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coachcountilfour · 7 months ago
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09.05.2024
In pectore, mi sento così per te.
No, mi sbaglio, se fossi in pectore una qualche forma di bene la percepirei, invece il vuoto spalanca le sue fauci, mi mangia per colazione, pranzo e cena. Però dico di sentirmi in pectore perché questa è una parola dai vari significati, e io effettivamente sono molto confusa.
Riporto dal dizionario:
〈in pèktore〉 locuz. lat. eccles. (propr. «in petto»). – 1. Nel linguaggio eccles., espressione con cui è indicata una forma speciale di nomina a cardinale (reservatio in pectore): il papa nel concistoro annuncia di aver creato un cardinale, riservandosi però di farne in seguito il nome. 2. estens. Di persona che è stata investita di una carica in modo non ancora ufficiale: il nuovo direttore in pectore. 3. non com. Di qualcosa che si ha in mente di fare, ma che non si vuole ancora rivelare: il soggetto del mio libro è ancora in pectore.
Prendiamo uno ad uno i vari significati.
Se fossi speciale lo sentiresti in petto, quindi se sono in pectore perché non mi nomini? Non dico cardinale, ma almeno Miriana.
Investita, beh sì, questa possibilità spiegherebbe tante cose, il dolore che sento, le mani che tremano. No, qui si parla di avere un ruolo, un ruolo non ancora ufficiale ma che sicuramente verrà dato in futuro: “Per il momento è così, adesso voglio star solo”; “Non è poi così grave, piano piano, senza fretta.”, mancano però a questa opzione sia il mio ruolo nella sua vita, sia la sicurezza di un dopo. Quindi no, non sono in pectore in questo senso.
In forse: ho in mente di fare una cosa ma non la dico, i motivi? Non li conosco, potrebbe essere perché non ne sono sicuro, perché ho paura di dire la verità… Non sono ancora un personaggio definito in questo libro, sono ancora in pectore. Sì direi che questo è il significato più plausibile da fornire alla parola in pectore. Opzionale. Non sicura.
Davvero? Che delusione Miriana che sei per te stessa, possibile mai che il fuoco che hai dentro possa essere del terzo tipo?
Lo so che le parole per te sono importanti, ma devi ricordarti che alcune di esse hanno più significati.
Ci sono cose però che hanno una sola spiegazione.
L’assenza e il silenzio sono una di queste.
Fatti un bagno di consapevolezza, svegliati.
Amati, cazzo.
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coachcountilfour · 7 months ago
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01/07/2024
Salò, Lago di Garda.
Oggi mi viene da piangere, sto vivendo di alti e bassi spaventosi, montagne russe che non si fermano più. Prima o poi finirà questo giro di giostra, vero? Ci sono momenti in cui mi guardo intorno e sento dentro una connessione infinita con la mia persona, mi centro e inizio a vedere che il modo in cui osservo il mondo è qualcosa che non mi può essere tolto per nessun motivo al mondo. Guardo le ragnatele, i bambini tuffarsi dai pontili in legno, un padre in barca a vela con sua figlia, specie di uccelli e piante mai viste prima, che volano, si immergono, le nuvole che si aprono e i raggi del Sole timido che le attraversano spalmandosi sul verde di queste montagne, i prati tagliati, il profumo dell’erba fresca e del cibo proveniente dai ristoranti, le piante che respirano sott’acqua, lo sguardo gentile di una donna, una bambina che gioca con il suo mini aquilone, l’umano, la vita e me stessa che osservo. Poi mi perdo, guardo al passato, alle ferite che ho generato nei momenti di assenza, lo so che c’è poco da risolvere, arrivati a questo punto mi chiedo come si possa anche solo coltivare la speranza, è da sciocchi, finisce che mi sento sciocca, che mi rendo conto che una relazione così danneggiata è un pericolo per tutti quelli che ci sono dentro, che un amore che ti allontana non è amore, quando crei il ricordo di una sofferenza come può l’altro sentirsi al sicuro? E tu, tu puoi sentirti al sicuro? Lo vedi che non ha senso? Però se due persone credono in un amore, in un futuro insieme, in una vita insieme, allora non diventa poi tutto possibile?
No, non lo diventa, diventa possibile qualcosa soltanto cambiando davvero, si può dimenticare? Si può mettere da parte? Io non lo so, il lato razionale di me dice che avendone avuta esperienza quando si arriva ad un livello tale di distacco, quando si arriva a fare certe cose non è più la realtà che comanda, si sta credendo di poter vivere nel passato e non si può. Ma se baso le possibilità di qualcosa sull’esperienza non è poi come creare uno schema che sembra sempre uguale traendone delle conclusioni che non possono essere tratte poiché si parla di qualcosa che sembra sempre uguale ma che non lo è? Io e lui non siamo mai esistiti prima di ora nella storia dell’Universo e magari con noi le cose possono essere diverse perché siamo diversi noi no?
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coachcountilfour · 7 months ago
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24.07.2024
Quando sei amato il tempo si dilata, ti sembra di possedere un tempo infinito e che protetto da quel sentimento niente potrà davvero scivolarti dalle mani e invece il fiume continua a scorrere e quello che lo compone cambia. Oggi sono andata in piscina e mi ha aiutato tantissimo nuotare, ho fatto l’ultima vasca dando tutta me stessa e nel mentre pensavo: Miriana possiedi un fuoco, la consapevolezza delle cose importanti e delle cose che invece non lo sono, rivolgi tutto l’amore che puoi a quella bambina, poi adolescente e ora donna, diventa la tua stessa casa, sii fiera di chi sei, amati. Poi sono andata a Brescia al cinema a guardare un film della Marvel (non è il mio genere, ma andare al cinema è sempre una bella cosa), ad un certo punto Deadpool chiede ad una donna di poter far tornare indietro nel tempo Wolverine così che potesse cambiare il male che aveva compiuto, lei gli risponde: “Non è possibile, non sarebbe l’uomo che è oggi senza il suo passato.” Il passato non esiste, e al contempo senza di esso non avremmo imparato tante cose veramente fondamentali alla nostra crescita. Devo ricordarmelo più spesso per smettere di traviarmi con il senso di colpa, per perdonare prima di tutto me stessa ed essere compassionevole nei miei confronti così come lo sono con tutte le persone che amo, anche io sono una persona che amo. Poi alla fine dice “a volte chi salviamo ci salva” e ho pensato beh allo stesso modo chi distruggiamo, ci distrugge, però davvero gli altri possono fare questo, distruggere o salvarci? Penso che l’amore ti possa insegnare tante cose, che essere guardata dall’esterno con meraviglia, senza intenti non potendo tu guardarti esternamente a volte ti può aiutare, ma non salvare. Ci si salva e distrugge da soli, esistiamo nelle nostre menti ed il cervello è veramente una cosa sottile, bisogna stare bene attenti ai pensieri che si decide di alimentare.
Poi ho immaginato a quando porterò per la prima volta mio figlio al cinema… “Questo è un posto magico, le storie nella finzione possono farti pensare a volte che la realtà sia incantevole, essa può veramente diventare magica se la sai assaporare.
Penso all’amore che già provo per i miei figli, non li farei mai sentire piccoli o spaventati, li tratterei come persone quali sono, persone da cui imparare.
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coachcountilfour · 7 months ago
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22.07.2024
E se alla fine la ricerca interiore non fosse altro che un percorso fatto per ritornare da sé stessi?
Sì, la vita non è altro che un ritorno al proprio io primordiale, io sento dentro di me una presenza, essenza eterna, incancellabile, permanente, è impossibile da descrivere, è come se possedesse una quarta dimensione, più il mio ambiente si riempie di cose che non le appartengono e meno riesco ad entrarci in contatto, ogni cosa parla per far sì che accada esattamente quello che deve accadere e se ti allontani da lì tutto urlerà al fine di metterti sulla tua strada, come nell’Alchimista, la Leggenda Personale.
Io so qual è la mia, l’ho sempre saputo, sento dentro di me di aver vissuto già una vita, forse tre o quattro, di conoscere esattamente il tipo di condivisione che desidero, non esiste niente di diverso, non posso allontanarmi da quel centro, o meglio, puoi perderti e allontanarti quanto vuoi da lì, ma ci saranno delle cose che per forza ti ricongiungeranno a te, inizialmente ti sarà concesso che sia semplice, con il passare del tempo ci vorrà forse un po' più di responsabilità, sarai tu poi a dover creare le condizioni tali per far sì che la tua vita ti somigli il più possibile.
Da un po' di tempo questa vita non mi somiglia, ci vuole coraggio e dovrò fare delle cose scomode, dovrò parlare quando non voglio farlo, chiedere quando vorrei che tutto si mettesse in linea da solo, a volte ci si aspetta che senza muovere un dito le cose arrivino e tutto si mette al proprio posto, non sempre è così, o almeno non sento più che sia così, forse è questo diventare adulti?
Ho espresso due concetti che sembrano essere esattamente opposti (questo significa che quello che sto dicendo è degno di nota), il concetto diventa una cosa tipo: okay è vero che dentro abbiamo un focolare, ma è pur vero che non sempre questo risulta inattaccabile, è presente sempre e comunque (e in tal senso è infrangibile) ma per farlo diventare specchio della tua vita non basta che esista e che resti lì assopito, non ci sono sempre condizioni favorevoli, a volte la fortuna ti scansa completamente, ed è pensabile arrendersi e lasciare che questa cosa che io chiamerei anima rimanga lì a prendersi il gelo di una vita fatta di cose che non le somigliano? No.
Mi sono successe delle cose e tante continuano ad accadere a tutte le persone del mondo, questo non significa mettersi seduti su di un divano che sembra estremamente comodo finché non succede che sollevi una gamba e senti un formicolio doloroso, non sarebbe una buona idea mettersi a camminare?
Senza grosse bastonate, basterebbe accettare che è potuto accadere di tornare indietro e non di progredire nelle cose che più sento mie, è peggio mettermi lì ed urlarmi addosso che ho sbagliato, che non ho fatto le scelte migliori, che ho preso l’insegnamento macabro dato dall’infanzia del dover fare quello che più far sentir meglio gli altri e l’ho reso paradigma, continuando a dare, aiutare, mettermi in un angolo, adattarmi agli spazi, stringendomi il più possibile, diventando un personaggio secondario della mia stessa esistenza, continuamente.
Ora ci sono delle cose da fare, si è creato un loop discutibile, non lo voglio giudicare, ma nemmeno restar ferma a guardare.
Mi metto in moto.
SARA’ CHE NOI SIAMO DI UN ALTRO LONTANISSIMO PIANETA, MA DA QUI IL MONDO SEMBRA SOLTANTO UNA BOTOLA SEGRETA.
Provo l’ansia di non riuscire a vivere la vita che mi scorre dentro le vene da quando sono nata, mi sento il cervello diventare meno elastico, mi sento diventare più fragile, voglio invertire la rotta, e stare ferma ad urlare quanto tutto questo sia ingiusto non serve assolutamente a nulla.
Ora torno.
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coachcountilfour · 7 months ago
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FLATLANDIA
23.07.2024
Geniale! Oggi ho finito di leggere Flatlandia un libro di Abott, scritto tra l’altro a fine 800, è stato praticamente uno dei precursori della quarta dimensione. Mi è capitato nel corso della vita di percepire il metafisico, una sorta di visione, la sensazione che il tutto non sia soltanto quello che si riesce a vedere, esperienza di questo tipo mi è stata data la possibilità sopraffina di provarla qualche volta in amore. Credo che un amore puro può aprirti le porte all’esplorazione dell’anima, una volta provata una cosa del genere credo che sia difficile da dimenticare.
Oggi ho parlato con Giorgia di tutto quello che avevo scoperto leggendo questo meraviglioso libro e mi sono ricordata di come mi faceva sentire poter parlare con lui di tutte le scoperte e le cose belle che vedevo nel mondo e non poterlo fare mi ferisce profondamente, è una violenza enorme per me quella di non poter più creare con lui quel mondo vero e vivo che vivevamo insieme, mi fa male sentire continuamente intorno a me storie di rapporti malsani, uomini infedeli e poco maturi, amori che chiamarli tali è abominio e ricordarmi di aver avuto tra le mie mani tutto quanto si potesse desiderare, è una follia per due persone che potrebbero vivere un sogno nella realtà costringersi per una cosa banale come la paura a stare lontane.
Con M. ho toccato la quarta dimensione, ho visto un mondo fatto di amore gratuito e altruismo senza privazioni, alimentato dalla felicità, dalla gioia di vedere il mondo con gli occhi dell’altro, occhi che si affacciano come da una finestra verso l’orizzonte immaginando quello che non c’è, rendendolo in realtà più vero di qualsiasi cosa tangibile. A volte bisogna amare da lontano e lasciare che le cose scorrano a ripulire le strade come questa pioggia di luglio che sento scrosciare via dalla mia stanza su questo lago.
Ad oggi è importante che io ritorni a ricordarmi che certe cose sono mie e che nessuno può togliermele anche se mi sento sfuggire di mano la casa nella mia mente che mi rendeva chi sono e questo non è okay, nessuno dovrebbe mai portarci a tanto, noi siamo responsabili per le nostre emozioni, nessun altro ha la facoltà di proteggerti, se non ci sei tu per te stessa non ti sentirai mai al sicuro tra le braccia di nessuno.
M. io con te mi sentivo galleggiare su di un cielo limpido, libera di volare, sostenuta e protetta dallo strato di atmosfera che soltanto tu riuscivi a creare dentro di me.
Io ci credo in te, io credo in noi, mi manchi ogni giorno che passa sempre di più e mi da fastidio sentirmi così legata a qualcuno che ha deciso di suo pugno di non voler più fare parte del mio presente, anelando ad un futuro inconsistente, Mati il futuro non esiste, o comunque come direbbe Calcutta “tra 7 minuti inizia il futuro.” Senza oggi non ci sarà domani, se tu non sei qui ora non ci sarai Mati, non lo dico io è una legge naturale, è vero noi veniamo da un mondo in cui vigono altri principi, ma tu non so più dove sei e io continuo a cercarti nel nostro mondo, ma ci sono solo io…
TRE DIMENSIONI
Chiudo gli occhi (non ti vedo), li riapro (ti vedo);
Chiudo gli occhi (ci sei), li riapro
(non ci sei più).
QUATTRO DIMENSIONI
Chiudo gli occhi (ti vedo), li riapro (ti vedo);
Chiudo gli occhi (ci sei), li riapro
(ci sei).
CINQUE DIMENSIONI
Ti vedo non vedendoti, ti sento non sentendoti, io ti chiamo e chiamo me stessa, siamo la stessa cosa, non posso perderti se sei me.
Ti amo in tutte le infinite dimensioni possibili, grazie per avermi fatto sentire cosa significa unirsi all’intero Universo entrando dentro di me.
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coachcountilfour · 7 months ago
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02.12.2024
Volevo scrivere di un pensiero, è sfuggito via. Allora forse dovrei scrivere di come i pensieri sfuggano via. Io tiro un sospiro di sollievo (l’incenso mi entra nelle narici e mi fa sentire rilassata) alla consapevolezza che le cose, i pensieri, sfumino alla fine. Ma questo vale per tutto? Perché ci sono alcune cose che a pensarle temporanee proviamo un senso di leggerezza e altre che a pensarle lontane ci schiacciano come noci?
Ipotesi:
Alcune cose fanno bene, altre fanno male.
I pensieri non esistono, le persone sì.
Se ti appartiene puoi mandarlo via, se è esterno da te potrebbe invaderti.
Sviluppo delle ipotesi:
Sappiamo cosa ci fa bene e cosa ci fa male?
Ma se io non penso, chi sono? Si dice che non siamo i nostri pensieri ed io sono d’accordo, ma se la mia mente non elabora delle informazioni come potrei dire che funziona in un modo determinabile diverso da quello degli altri? In effetti si parla del pensiero di un poeta e direi che quello esiste eccome. Okay esiste ma non mi definisce, è mutabile, cambia, evolve oppure involve, non sono io, però esiste, esiste eccome, posso quindi restare legato ad un pensiero? Definitivamente sì. Le persone invece, esistono? La realtà che ci circonda è un dato percepito dal fatto che ho la possibilità di osservare con i sensi e tramite le dimensioni gli oggetti e di conseguenza anche le persone, ma fermiamoci un attimo a pensare ai neuro-divergenti, agli autistici, a chi soffre (che poi soffre soltanto perché esistono in una realtà in cui la maggior parte delle persone vedono il mondo in modo diverso da loro), in un modo o nell’altro di allucinazioni, non è forse reale quell’Universo? Lo è, una persona è reale se la percepisco tramite i miei parametri, ma potrebbe non esserlo utilizzandone altri, potrei quindi dire che probabilmente i pensieri esistono più preponderanti delle persone ecco perché probabilmente facciamo più fatica a staccarci dal pensiero di una persona che dalla persona stessa. Però esisti soltanto se ti percepisco? No, esisti comunque, io sento senza ombra di dubbio la presenza di determinate vibrazioni umane, generate dall’amore e da un navigare in mondi paralleli ma uguali. Quindi sia i pensieri che le persone esistono, sempre secondo me (ora).
Proviamo a invertire la frase: se è esterno da te puoi mandarlo via, se ti appartiene potrebbe invaderti. Hm, secondo me è vera anche così. Se qualcosa fa parte di me, posso davvero mandarlo via? Ho il potere di migliorare, di cambiare certi aspetti di me e della mia vita, ma certe cose sono dentro di noi e vanno accettare, belle o brutte che siano. Accettarsi credo sia una cosa davvero importante da imparare, ti insegna ad amare anche gli altri, sii paziente, gentile, comprensivo con i tuoi bui, perdonati, non ti crocifiggere, sei così labile e sottile come presenza in questo Universo, davvero hanno così tanto impatto le tue azioni? Beh dipende! Ma secondo me sì! Secondo me ciascuna delle piccole impercettibili mosse che facciamo generano uno spostamento, è tutto perfettamente utile, anche cose che sembrano immobili, altrimenti che senso avrebbe il nostro navigare questa vita? Ho visto parole salvare vite, e piccole scelte compassionevoli rinsaldare un cuore traballante, miracoli. E le mie azioni sbagliate invece?
Sono stanca… continuo domani.
Buonanotte.
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coachcountilfour · 7 months ago
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30.11.2024
Silenzio, no nessuna lenza pescherà questo sì.
Ho un male dentro che mi vomita fuori per quanto mi riempie, vorrei mandarlo via, farlo morire di fame e di sonno, quindi non mangio e non dormo, vomito, cerco di farlo trasudare, lo piango via, non esce.
Non esce, si ingrandisce, mi divora e mi fa scomparire.
Scompaio, divento trasparente e le cose più belle diventano illusioni, piccoli sogni vestiti a maschera per celare il buio di una colpa che mi attraversa e mi lacera come se avessi ucciso.
Ho ucciso?
Sì io ho ucciso l’amore, poi sono sopravvissuta io, ma avrei voluto morire quel giorno.
Vorrei bloccare questo tempo e andare direttamente al giorno in cui mi parlerai, in cui finalmente mi dirai la verità, una verità che già conosco ma che si cela dietro una speranza, vorrei non averla più, ma quella puttana è l’ultima a morire.
Dovrebbe essere la prima invece, non appena sorge, fermarla lì sull’uscio della porta, perché ogni giorno in cui penso che tornerai da me sembra prolungare il momento in cui tutto questo prenderà la forma di una cosa reale.
Non riesco a smettere di vederti, vorrei strapparmi dalla testa tutto quello che so di te, tutto quello che percepisco in uno strato profondo della mia essenza, ma ormai è dentro, è parte di me e non posso dimenticarlo, non posso.
Ho paura di averti perso, mi ricordo di quel giorno a Pescara, ero andata in bici con Dalì nel cestino e Giorgia che correva accanto a me, avevo indossato il foulard di seta legandolo allo chignon, prima di uscire ho chiesto “Dici che lo perdo così?”
Torniamo a casa, lascio che le mani scorrano tra i capelli e sento il vuoto, non c’era più.
“No, ho perso il foulard che abbiamo comprato a Venezia. Devo andare a cercarlo.”
“Miri ma no, non lo troverai mai così, chissà dov’è.”
“Fammi provare”
Chiudo il cancello dietro di me e inizio a cercare, ogni angolo, ogni scalino, non ricordo più la strada che abbiamo fatto, siamo venute da destra o da sinistra? Aspetta, dov’era il calzolaio?
Inizio a piangere, l’ho perso, da sempre così, incapace di tenere cura, anche col presentimento della perdita, comunque il vuoto tra le dita.
Abbasso lo sguardo e lo vedo.
Una gioia infinita mi pervade, l’ho trovato.
“Giorgia se non fossi mai uscita a cercarlo non l’avrei più trovato.”
Io me la ricordo la strada a ritroso, continuo a cercarti per le strade di questa città fantasma dove risuonano le risate e i baci lenti dell’amore più divino che posso immaginare, ma reale, vissuto, tangibile.
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coachcountilfour · 7 months ago
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21.11.2024
Il Sole brucia, il sale brucia, brucia questo cazzo di stomaco e le mie lacrime attraverso questa roccia friabile che è il mio volto, non riesco a fingere niente, nemmeno di star scrivendo queste parole perché colta da qualche fugace ispirazione, io scrivo il vero, il vero. Lo vedi? Davvero da questa testa esplodono lapilli e non vedo più, non c’è un volto, soltanto lava, poi sangue. Non sono in grado di fingere, non riesco a dimenticare nulla, come potrei pensare che non sia mai accaduto quel momento in cui si sciolgono le catene di infinite schiavitù.
Io non ho avuto corpo e riesco a sentire l’anima che attraversa la porta, bussa forte, la vuole far cadere come un lamento, vedo i suoni che curvano, sembra un mugolio, una richiesta di aiuto, ma è il boato della creazione, un caos spettacolare che riempie i bordi del conosciuto e sconfina laddove le cose si interrompono e la musica è soltanto un momento tra un silenzio ed un altro, capace di ridestare dentro le memorie di una vita mai interrotta da nulla.
I pianeti e le stelle mi chiamano milioni di anni luce lontano da te, le mie lacrime stanno diventando un mare e scorrono verso l’unico enorme tutto che contiene la progenie di ogni potenziale.
Mi manchi, mi manchi, mi manchi.
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coachcountilfour · 7 months ago
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18.11.2024
“Non si può cancellare il passato, per quanto forte lo si desideri”
E io come faccio a cancellare il futuro che viene da quel passato, il presente che esiste come una grande certezza?
Le uniche cose che so sono quelle che non posso avere, io spero di averci capito qualcosa, che tutto questo non sia soltanto frutto della mia immaginazione.
E anche se fosse? Qual è la reale differenza tra la finzione e la realtà?
Chi dice che cosa esiste e che cosa no?
Questo per me esiste, mi scuote forte.
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coachcountilfour · 7 months ago
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08/11/2024
Le strategie e i comportamenti degli altri non hanno niente a che fare con ciò che provano e con ciò che vali tu. Hai dei coping, dei meccanismi di auto-difesa, la storia del fare determinate cose perché ti vuoi bene è una bugia che racconti a te stessa per giustificare le tue azioni, in realtà sono modi per controllare che tu non sbagli, per anticipare l’errore e quindi la ferita, piuttosto esci, fai quello che ami. Sei autocritica, sii empatica con te stessa, non ti criticare per le emozioni che provi, non è sbagliato provarle, stai attivando dei confini, stai migliorando su questo, cambia la visione delle cose, passa dalla vittima di una situazione spiacevole a qualcuno che quella situazione per l’appunto la reputa spiacevole e non la vuole più.
Oggi sono andata da Alice e lei mi ha fatto fare un salto nel passato, mi ha fatto visualizzare la me bambina in difficoltà, mi ha chiesto di immaginare un adulto, qualcuno che entra nella stanza improvvisamente. Le ho detto che vedevo me entrare in quell’asilo.
“Cosa fai?”
“Mi avvicino, mi prendo in braccio e mi porto via da lì, fuori.”
“Cosa fa lei?”
“Chiude gli occhi, quasi si addormenta…”
“Come si sente?”
“Libera, al sicuro.”
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coachcountilfour · 7 months ago
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coachcountilfour · 7 months ago
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coachcountilfour · 7 months ago
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coachcountilfour · 8 months ago
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E lei abbia un cuore grande e meno paura
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