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Niccolò Bosi detto Cocco
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Consigliere Comunale di Faenza ° Consigliere Unione della Romagna Faentina
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cocconb · 7 years ago
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Elisoccorso: visori notturni per assistere sempre e tempestivamente.
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Un nuovo elicottero dotato di tecnologia NVG (Night Vision Goggles, visori a intensificazione di luce posizionati sui caschi dei piloti), che permetterà di utilizzare anche le basi di decollo e atterraggio non illuminate con modalità operative analoghe a quelle diurne, e in piena sicurezza. Il nuovo mezzo, già annunciato in precedenza, sarà operativo da mercoledì 15 agosto, e consentirà di arrivare più velocemente e più vicino alle persone che hanno necessità di ricevere un soccorso sanitario tempestivo.
La tecnologia NVG mette a disposizione sistemi di ausilio alla visione notturna in grado di “amplificare” i segnali luminosi attraverso l’effetto fotoelettrico. La corsa per salvare una vita, o rendere meno negativa una prognosi, può contare dunque su una risorsa in più, all’interno del piano di potenziamento dell’elisoccorso in Emilia-Romagna, servizio che nel 2017 ha effettuato 3.213 missioni e 1.960 ore di volo.
L’elisoccorso in Emilia-Romagna
L’inizio dell’attività di soccorso con gli elicotteri risale al 14 giugno 1986: viene attivata a Bologna (ospedale Maggiore) la prima base di elisoccorso regionale, cui fanno seguito l’apertura della base di Ravenna (ospedale Santa Maria delle Croci, 4 luglio 1987) e di Parma (ospedale Maggiore, 17 luglio 1988). Nel 2000 si aggiunge quella di Pavullo nel Frignano (Modena), caratterizzata dalla presenza di un elicottero dotato di verricello e di personale, oltre a quello sanitario, appartenente al Soccorso alpino. Attualmente sono quattro gli elicotteri che prestano servizio sul territorio regionale.
A partire dal primo giugno 2017 si aggiunge un’importante novità: l’impiego di una eliambulanza 24 ore su 24 (con estensione del servizio della base di Bologna), e quindi anche di notte. L’avvio di questa nuova modalità ha coinciso con la realizzazione delle prime 17 aree idonee al decollo e all’atterraggio notturno degli elicotteri; ciò ha consentito di qualificare ancora di più il sistema di intervento per l’emergenza/urgenza, soprattutto a favore dei cittadini che vivono nelle località più decentrate e in montagna. Con un investimento della Regione di 3,2 milioni di euro in più.
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cocconb · 7 years ago
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Nuovo asfalto per via Castel Raniero e via Granarolo
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L'intervento deliberato dalla Giunta avrà un costo complessivo di 430.000 euro e sarà realizzato con risorse proprie del Comune di Faenza 
*** Comuniato stampa dell’Ufficio di Staff del Sindaco***
Nei giorni scorsi la Giunta Comunale ha dato ufficialmente il via all'iter amministrativo che porter�� alla riqualificazione completa e alla messa in sicurezza dei tratti stradali di via Castel Raniero e di via Granarolo. 
Il progetto complessivo prevede le opere essenziali di ripristino della complanarità del manto stradale, sia nel tratto di via Castel Raniero che in quello di via Granarolo, per sanare definitivamente le situazioni di criticità e garantire la pubblica incolumità e la piena fruizione delle strade. 
Il tratto di Via Castel Raniero presenta una lunghezza di 2.600 metri lineari e riporta problematiche di dissesto riconducibili principalmente ad una struttura stradale non pienamente compatibile con i carichi a cui è spesso sottoposta come il passaggio di numerosi mezzi pesanti. 
L'intervento prevede opere per sanare le situazioni di cedimento costituite dalle “ormaie”, ripristinare la segnaletica orizzontale e restituire alla strada una sagoma idonea allo smaltimento delle acque meteoriche. Oltre alla pulizia e alla risagomatura dei fossi ammalorati, è previsto anche un intervento sulle banchine laterali per portarle ad una larghezza minima di 50 centimetri. 
Per quanto riguarda via Granarolo, un primo tratto, dalla circonvallazione S.P. 8 a Via Cabrona, è privo di immissioni da un lato, ed è caratterizzato da un doppio senso di marcia (per chi transita dal centro abitato e da Via Cabrona) per i soli residenti.
Il secondo tratto, invece, si sviluppa interamente nel centro abitato nel quale si registrano numerose intersezioni, tre attraversamenti pedonali e le maggiori criticità relative alla sicurezza. La percezione visiva rettilinea, lo scarso numero di intersezioni (limitate ai soli accessi carrai) e il traffico limitato del primo tratto, portano gli automobilisti a raggiungere velocità elevate, già pericolose al raggiungimento della prima intersezione di Via Cabrona per diventare critiche in quelle successive a ridosso del centro. Inoltre le problematiche legate alla velocità eccessiva vengono accentuate dalla situazione di degrado del manto stradale e pertanto si è reso necessario intervenire. 
Gli interventi saranno di due tipi: il primo sarà finalizzato a sanare la pavimentazione, mentre il secondo ad attuare quegli interventi ritenuti necessari a mitigare la velocità e a mettere in sicurezza le intersezioni stradali e gli attraversamenti anche grazie all'utilizzo di una nuova segnaletica verticale e orizzontale e l' installazione di nuovi corpi illuminanti per attraversamenti.
Per l'Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Faenza Claudia Zivieri:  "La manutenzione delle strade è una priorità per la sicurezza e la qualità urbana. Il progetto approvato in Giunta rientra in una programmazione più ampia relativa alla manutenzione straordinaria delle strade che proseguirà nei prossimi mesi, interessando anche altre strade della città. Questo è un progetto di riqualificazione molto atteso che contribuirà a rendere più sicuri e più fruibili due tratti stradali molto frequentati dagli automobilisti e non solo". 
"La via Castel Raniero infatti - continua Zivieri - è un tratto molto frequentato anche da podisti, camminatori e cicloturisti che spesso la percorrono per allenarsi o semplicemente per godere di punti panoramici di pregio. Il rifacimento del manto stradale e della segnaletica contribuirà anche a rendere più sicura la loro attività". 
L'intervento, da realizzare con risorse proprie a carico del Comune di Faenza, avrà un costo complessivo di 430.000 (153.347,07 per via Granarolo e 186.946, per via Castel Raniero - al netto dell'I.V.A, più i relativi oneri per la sicurezza, il contributo ANAC e altre somme a disposizione dell'ente).
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cocconb · 7 years ago
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Pala Bubani: dalla Regione 400 mila euro
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Dalla Regione un contributo di 400.000 euro per la riqualificazione del Pala Bubani, grazie ad un bando vinto dal nostro Comune.
*** comunicato stampa dell’Ufficio di Staff del Sindaco
E' ufficiale: il progetto per la ristrutturazione del palazzetto dello sport "Dino Bubani" redatto dal Settore Lavori Pubblici del Comune di Faenza risulta tra gli interventi di riqualificazione degli impianti sportivi che la Regione Emilia-Romagna ha deciso di finanziare al termine dell'istruttoria dell'apposito Bando indetto nel febbraio scorso.
La notizia era attesa visto lo sforzo straordinario che la Giunta regionale sta mettendo in campo per la valorizzazione dello sport sia a livello di base nella sua dimensione pegagogico-educativa che di rinnovo impiantistico. Ma per nulla scontata.
Il contributo regionale è di 400mila euro e servirà a coprire il 50% delle spese di ristrutturazione del glorioso PalaBubani rispetto ad costo complessivo di 800mila euro. L'altra metà è invece finanziata con un mutuo a interessi zero concesso dall'Istituto di credito sportivo nell'ambito degli incentivi agli investimenti nel settore dell'impiantistica sportiva. I lavori, il cui primo stralcio ha già preso avvio qualche giorno fa, consentiranno di superare le attuali limitazioni di utilizzo, capienza e accesso del pubblico. Nella zona interna è previsto il rifacimento della zona spogliatoi collocata sotto la tribuna, andando a migliorare e razionalizzare l'utilizzo degli spazi da parte delle società sportive nelle loro attività quotidiane.
Ovviamente soddisfatto il sindaco Giovanni Malpezzi: «il riconoscimento ricevuto dalla Regione corrisponde alla nostra forte volontà di restituire il PalaBubani alla sua piena funzionalità, un impegno che abbiamo ribadito più volte. Oltre agli ottimi risultati agonistici conseguiti in svariate discipline, le società sportive faentine svolgono una funzione sociale di base preziosissima, che deve essere salvaguardata e valorizzata. Questo progetto, così come la recente inaugurazione degli spogliatoi del campo sportivo di Granarolo e gli adeguamenti in diverse palestre - per fare alcuni esempi - dimostrano che l'attenzione dell'Amministrazione comunale nei confronti del mondo dello sport di certo non manca».
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cocconb · 7 years ago
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Mandela Day: Faenza aderisce
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A 100 anni dalla nascita di questo grande uomo, il Consiglio di Faenza discuterà un ordine del giorno per aderire al Nelson Mandela International Day 2018
“Essere liberi non significa solo sbarazzarsi delle proprie catene, ma vivere in un modo che rispetta e valorizza la libertà degli altri.” (NM)
Nelson Rolihlahla Mandela nasce il 18 luglio 1918 a Mvezo, in Sudafrica. Durante gli anni degli studi in Legge  aderisce al movimento di opposizione al regime che nega i diritti alla maggioranza della popolazione nera. Nel 1942 si unisce all’African national congress, per la lotta contro l'apartheid. Nel 1962 viene arrestato e resta in carcere, a Robben Island, fino all’11 febbraio 1990. Nel 1993 riceve il Nobel per la pace insieme al presidente De Klerk, che si era impegnato per la sua scarcerazione.Eletto alla presidenza del Sudafrica nel 1994,  da presidente (in carica fino al 1999) guida la delicata transizione dal vecchio regime basato sulla segregazione razziale verso la democrazia e la riconciliazione pacifica del Sudafrica.
In occasione del centenario dalla nascita le Nazioni Unite organizzeranno in Italia per il prossimo 24 febbraio il Nelson Mandela Peace Summit, un incontro per la pace e la fratellanza tra i popoli all’insegna dei valori portati avanti per tutta la sua vita, con forza e costanza, dal leader sudafricano.
Legautonomie ha lanciato un’invito ai Comuni Italiani per aderire al Nelson Mandela International Day 2018 e la conferenza dei Capigruppo del Consiglio Comunale ha deciso unitariamente di presentare un testo per sancire l’adesione del nostro Comune.
“La libertà senza civiltà, la libertà senza la possibilità di vivere in pace non è vera libertà.” (NM)
Ecco il testo, nella versione non definitiva in quanto verrà discusso nel Consiglio del 23 luglio, nel quale si evidenza:
la necessità di contrastare nelle nostre comunità la disuguaglianza, la discriminazione a tutti i livelli, la violenza e l’esclusione sociale e del valore immortale dell’esempio di Nelson Mandela e del suo messaggio di pace, non violenza, riconciliazione e fratellanza;
lo scopo dell’istituzione del Mandela Day con l’obiettivo di riportare all’attenzione dei cittadini l’esempio di vita di Mandela, formare e sensibilizzare gli alunni delle nostre scuole e promuovere la riflessione nella nostra comunità
si condannano fermamente ogni forma di violenza e di discriminazione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali,
e impegna il Consiglio stesso e l’Amministrazione Comunale:
ad aderire al Nelson Mandela Day 2018;
a condannare fermamente ogni forma di violenza e di discriminazione razziale e/o di altro tipo, e a non commettere, a non tollerare, né a rimanere in silenzio rispetto ad episodi di discriminazione o violenza contro chicchessia;
a sostenere le azioni, anche formative, volte a promuovere una cultura di pace ed uguaglianza, tese ad instaurare una nuova cultura improntata al rispetto di ogni persona.
“Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione o della classe alla quale appartengono. Gli uomini imparano a odiare, e se possono imparare a odiare, possono anche imparare ad amare, perché l'amore, per il cuore umano, è più naturale dell'odio.” (NM)
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cocconb · 7 years ago
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Che problemi hanno gli alberi di Viale Vittorio Veneto?
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Circa l’abbattimento di 119 alberi su Viale Vittorio Veneto in molti hanno criticato e posto dubbi sull’effettiva situazione degli alberi che ha portato alla scelta della sostituzione. Di seguito alcune considerazioni direttamente dai tecnici del Servizio Giardini:
Un viale, per quanto costituito da diversi individui rappresenta un elemento unitario dal punto di vista compositivo, estetico, funzionale e biologico. 
Quando questa unitarietà viene a mancare per la perdita di un numero elevato di individui del viale, ogni funzione dell’impianto stesso viene inevitabilmente a cadere. Se dovessimo dare corso ai soli abbattimenti scaturiti dall’ultima campagna di analisi, anche Vittorio Veneto si ritroverebbe in queste condizioni. 
Le più recenti acquisizioni in materia di arboricoltura urbana sconsigliano nel modo più assoluto il reintegro puntuale delle fallanze createsi nel tempo in quanto tale sostituzione non permette ai nuovi alberi di crescere ed affrancarsi adeguatamente, lasciandoli al contempo esposti a eventuali infezioni data la generalizzata presenza di patologie, causa della perdita degli esemplari precedenti 
Quando la presenza di fallanze risulta inequivocabilmente legata alla progressione di patologie degenerative di carattere epidemico (come ad esempio i funghi appartenenti ai generi Ustulina, Ganoderma, Perenniporia, Polyporus, presenti su Viale Vittorio Veneto) l’eliminazione dell’intero impianto assume anche carattere di profilassi 
Nei casi in cui le patologie degenerative interessino la stabilità degli alberi, il ricorso a ripetute campagne di valutazione della stabilità si configura come un accanimento di tipo diagnostico di breve periodo insostenibile dal punto di vista  tecnico ed economico 
Quando inoltre il mantenimento degli alberi in condizioni di sicurezza impone interventi arboricolturali mutilanti in un contesto di generalizzata sofferenza vegetativa, indotta dalle patologie di cui sopra, si ottiene un’accelerazione del deperimento arboreo fino alla morte o alla destabilizzazione degli alberi trattati 
Il Comune di Faenza ha ed ha sempre avuto un atteggiamento profondamente conservativo nel confronti delle alberature e se ha deciso di attuare un piano di sostituzione è perché Vittorio Veneto riassume in sé tutte le caratteristiche e gli aspetti sopra richiamati. 
Il profondere cospicue risorse in un viale come Vittorio Veneto implica di conseguenza il sottrarre le medesime risorse dalla cura e dalla gestione di altre alberature, di maggior valore e sulle quali ha senso investire in una logica di medio – lungo periodo.
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Fruttificazione del Ganoderma (fungo)
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Carie da Ganoderma (fungo)
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cocconb · 7 years ago
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Per l’educazione civica nelle scuole
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Anche il Comune di Faenza sostiene la proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione dell’educazione alla cittadinanza nelle scuole di ogni ordine e grado, depositata in Cassazione nei giorni scorsi da una delegazione guidata dal sindaco di Firenze, Dario Nardella. 
La proposta di legge, fortemente voluta anche da Anci Emilia-Romagna, mira a reintrodurre l' educazione civica come disciplina autonoma nei curricula e nei piani di studio, affidandone l’insegnamento a docenti abilitati.
Educazione alla legalità, studio della Costituzione, apprendimento degli elementi di educazione civica, studio delle istituzioni dello Stato e dell’Unione Europea, educazione ambientale. Questi i alcuni dei temi fondamentali che la proposta di legge vuole riportare tra i banchi di scuola per promuovere lo sviluppo civico, il rispetto e la consapevolezza di essere cittadini. 
Per il sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi: "Si tratta di una proposta da valorizzare e sostenere. L'insegnamento dell'educazione civica nelle scuole sarebbe uno strumento importante per rendere i giovani sempre più consapevoli di essere cittadini portatori di diritti e di doveri". 
"A Faenza - continua l'Assessore alle politiche educative Simona Sangiorgi - abbiamo da tempo avviato alcune iniziative per rafforzare la conoscenza delle Istituzioni e favorire la costruzione del bene comune tra i cittadini più giovani, come l'istituzione della Consulta dei ragazzi e delle ragazze, la creazione di progetti di cittadinanza attiva (Lavori in Unione) e la consegna della Costituzione ai diciottenni in municipio, che rappresenta un momento di condivisione importante in cui si approfondisce anche il rispetto della legalità, col supporto di un esponente delle Forze dell'Ordine". 
La proposta di legge è stata consegnata alla cancelleria della Corte di Cassazione, per essere presentata e discussa in Parlamento dovrà attendere almeno 50mila firme. Non appena perverranno i moduli per la raccolta firme, saranno fornite ulteriori informazioni a riguardo
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cocconb · 7 years ago
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Interventi sugli alberi di Faenza
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L’altra mattina alcuni cittadini si sono svegliati scoprendo che gli alberi della propria via erano stati abbattuti, capiamo il perchè e come si procederà.
E’ sempre triste quando un albero viene abbattuto.Qualche mese fa il Comune di Faenza ha ricevuto i risultati di una valutazione complessiva sullo stato di salute degli alberi della città. Purtroppo da questa analisi sono emerse diverse criticità dovute ad alberi malati o arrivati al termine del percorso di vita e quindi in intere strade tutti gli alberi sono arrivati al termine del loro percorso di vita in quanto furono piantati tutti nello stesso periodo. Si è dovuto procedere quindi ad operare la scelta di abbatterne 520 in tutto il territorio comunale per evitare di mettere in pericolo con la caduta di rami o di intere piante i passanti, gli autoveicoli o le proprietà dei cittadini. Questo percorso fu oggetto tra l’altro di un incontro organizzato al quartiere Centro Sud lo scorso 22 marzo. Il percorso progettato era quello di iniziare i lavori al termine dell’estate (gli alberi sono oltre che belli, importanti soprattutto nei mesi estivi), ma purtroppo a seguito dei fortunali intensi con fenomeni atmosferici a volte estremi e con forte vento, verificatisi negli ultimi periodi, onde evitare eventuali cadute accidentali delle piante, si è scelto di procedere subito con diversi abbattimenti. In tutto questo però c’è un aspetto importante e positivo, infatti gli alberi verranno prontamente sostituiti: a fronte di 520 abbattimenti verranno ripiantumati 971 nuovi alberi e quindi si procederà alla rimozione delle ceppaie e alla sostituzione con nuove piante. Per noi le aree verdi e la presenza silente di tanti alberi nelle città, come è a Faenza, è un elemento fondamentale per una buona qualità della vita, per l’ambiente e per far vivere meglio noi cittadini.
Gli alberi sono vita per una città.
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cocconb · 7 years ago
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Dai maturandi di Faenza un limpido pensiero
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Un pensiero circa l’azione di grande maturità dei maturandi del Liceo Torricelli-Ballardini svolta in occasione della prima prova dell’esame di maturità.
Nell’attuale periodo di urlata, e misera, propaganda politica che il nostro ministro dell’interno ci dispensa giornalmente, la voce che si è alzata da questo gruppo di ragazzi faentini del Liceo Torricell-Ballardini alle prese con l’esame di maturità ci ha ridato uno sprazzo di speranza che le cose possano cambiare, che si possa tornare alla normale dialettica politica, che gli articoli fondanti della nostra Costituzione non siano stati scritti invano.
La voce forte e libera di alcuni diciottenni dal pensiero limpido (come li ha definiti Michele Serra nella sua “Amaca” di Repubblica) ci fa sperare che dalle generazioni che stanno ora costruendo il loro futuro possa venire uno stimolo a quanti già dovrebbero avere nelle loro parole e nelle loro azioni il compito di opporsi con fermezza alla pericolosa deriva che rischia di portare l’Italia su un ciglio di fitta nebbia e di far saltare i difficili equilibri europei. Intendiamolo come un invito all’opposizione perché ricostruisca il suo storico patrimonio di “solidarietà politica, economica, sociale” (art. 2 della Costituzione) e lo getti in campo, superando personalismi e beghe correntizie, per ridare forma a quell’idea di Stato i cui Principi Fondamentali furono disegnati dall’Assemblea Costituente settant’anni fa.
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cocconb · 7 years ago
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Vigiliamo sul progetto di riorganizzazione ospedaliera
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Il testo dell’intervento all’assemblea di tutti i Consiglieri Comunali dei Comuni della Romagna Faentina con il Direttore Generale dell’ASL Romagna
“Solo le persone curano le persone”: le persone quindi al centro di ogni azione: gli operatori e i pazienti. E' appunto su questo assunto che analizzeremo, io e i miei colleghi nei loro interventi, i progressi nell'attuazione del piano.
Noi, rappresentanze politiche dei cittadini della Romagna Faentina abbiamo accettato, condiviso e poi sostenuto questo progetto convinti e coscienti delle necessità di operare una riorganizzazione complessiva che tenga conto sia delle esigenze dei cittadini, sia dell'offerta di servizi di alto livello e specialistici, sia delle esigenze di riorganizzazione e di una spesa sanitaria che sia sostenibile anche in un'ottica futura.
Continuiamo a sostenere con convinzione la costruzione dell’ASL Romagna, perché siamo profondamente convinti che la piena realizzazione del progetto di un'unica governance sanitaria per tutto il territorio, volta a fornire un servizio sanitario completo e sinergico, sia la condizione per accrescere la qualità e la quantità dei servizi sanitari, per dotare il nostro territorio di strutture e servizi di eccellenza, per rispondere al meglio ai bisogni delle nostre popolazioni.  
Riteniamo necessario che l'azienda comunichi questo progetto di riorganizzazione, pubblicizzando con una carta dei servizi quali unità operative e quali servizi sono presenti per ogni struttura e nel sostenerlo per noi è imprescindibile che la Direzione espliciti in maniera chiara le tempistiche per l'attuazione del progetto.
Analizzando quanto definito nella riorganizzazione vogliamo evidenziare alcuni punti per noi essenziali:
non si è ancora giunti alla effettiva realizzazione di un'unica organizzazione sanitaria per il presidio Faenza_Lugo che a tutti i livelli e nei vari ambiti riteniamo essenziale
è evidente la carenza di personale per tutto l'ambito della Provincia di Ravenna, carenza che viene da scelte passate, di passate direzioni, ma situazione non più sostenibile e assolutamente non condivisibile. Si necessita reintegrare con solerzia il personale mancante, pur constatando alcuni passaggi positivi in questa direzione
assistiamo attoniti e impotenti alle lungaggini nella realizzazione del nuovo pronto soccorso di Faenza, inutile dire che questa situazione di un pronto soccorso vetusto e cantierizzato da anni è poco sostenibile sia per i pazienti, sia per gli operatori
la medicina territoriale, la presenza capillare di servizi assistenziali in tutti i territori è punto inderogabile nell'attuazione del progetto di riorganizzazione. La presenza di servizi specialistici dislocati nelle strutture ospedaliere di Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini, non deve farci perdere di vista questo obiettivo, anzi. La realizzazione di una fattiva medicina territoriale doveva essere punto iniziale e di cardine di tutto il progetto organizzativo. Chiediamo che la casa della Salute di Faenza, insieme alle altre case della salute previste per il territorio della Romagna Faentina, siano portate a compimento, vengano quindi resi operativi tutti quei servizi che dovrebbero essere forniti come dalla deliberazione della Giunta Regionale. Parliamoci chiaro, non si realizza una casa della salute solo con un cartello e con un nome, si realizza con i servizi che vengono offerti. Siamo altresì coscienti delle difficoltà organizzative e di reperimento del personale, ma questi ostacoli devono essere velocemente superati dedicando energie e risorse. Non possiamo accettare che ci sia così disparità tra quanto offerto in Emilia e quanto è in Romagna
siamo soddisfatti dell'impegno assunto dalla Direzione per il mantenimento del Punto Nascita a Faenza, ma siamo estremamente perplessi circa il protocollo interno all'azienda che di fatto porta la stragrande maggioranza delle partorienti in strutture differenti
pur non riguardando direttamente l'Azienda, vogliamo cogliere questa occasione per segnalare che una dislocazione in diverse strutture dei servizi deve essere accompagnata dalla possibilità per i nostri cittadini di recarsi facilmente, anche con servizi di trasporto pubblico o convenzionato, nelle altre strutture ospedaliere, in particolare quelle su cui gravitano maggiormente: Lugo e Ravenna
chiediamo di tenere conto delle persone che amministrativamente non sono della nostra provincia, ma che anche per questioni sanitarie sono portate a rivolgersi in via preferenziale all'ospedale di Faenza e stiamo parlando di Marradi, Modigliana, Palazzuolo sul Senio e Tredozio
segnaliamo infine le tensioni e le difficoltà in cui opera il nostro personale sanitario,  orbene se sono le persone che curano le persone, bisogna investire e sostenerle
Noi condividiamo e sosteniamo questo progetto, così come riconosciamo i progressi fatti per la sua effettiva attuazione, ma chiediamo di procedere con solerzia circa le criticità che in questo intervento e in quelli che faranno i miei colleghi si evidenziano.
Noi, Consiglieri Comunali, siamo prima di tutto rappresentanti dei cittadini, delle loro istanze ed esigenze, dei loro umori e dei loro problemi e non possiamo e non dobbiamo mai venire meno a questo rapporto fiduciario. Il nostro orizzonte sono servizi di prossimità efficienti e specializzati, rispondenti alle esigenze delle nostre popolazioni
Per noi quindi quanto evidenziamo è inderogabile al fine di dare un parere positivo all'operato della Direzione Generale circa l'attuazione del Progetto di Riorganizzazione.
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cocconb · 7 years ago
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Nidi: rette chiare, più economiche e semplificazione nelle riduzioni
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Un nuovo modo di calcolo delle tariffe dei nido, più intuitivo, più chiaro, che sia di facile lettura da parte di tutti e armonizzato con tutti gli altri comuni dell’Unione.
Il ministero dell’Istruzione ha messo a disposizione del sistema Regioni e Enti locali un fondo complessivo di 209 milioni di euro per sostenere il sistema nazionale integrato di educazione e istruzione per i bambini da zero a sei anni: all’Emilia-Romagna sono stati destinati 20 milioni di euro, che sono stati ripartiti tra i Comuni della Regione.
Queste risorse provengono dallo specifico fondo istituito in attuazione di uno dei decreti attuativi della legge 107/2015 (Buona Scuola). SI tratta di risorse che si sommeranno ai contributi che la Regione ogni anno stanzia per la qualificazione dei servizi educativi.
E' la prima volta lo Stato investe una somma così cospicua sui nidi e questo significa riconoscere l’importanza di questo servizio per i più piccoli e significa di conseguenza intervenire per contenere le rette, abbassarle, migliorare e intensificare la formazione del personale, riqualificare i servizi nel loro complesso. 
Il nostro Comune destinerà i fondi messi a disposizione dal riparto regionale (238,000 euro) alla gestione dei servizi educativi per l’infanzia, soprattutto quelli per bambini da 0 a 3 anni, per rendere possibile un effettivo contenimento e una riduzione delle rette a carico delle famiglie.
A questo proposito siamo dunque passati a formulare un nuovo sistema di definizione delle rette che possa tenere conto di questa novità che auspichiamo resti come sostegno strutturale anche per i prossimi anni. Allo stesso tempo abbiamo colto l'occasione per fare un primo passo verso una prima armonizzazione dei sistemi tariffari di Unione per il servizio Nidi. In quale modo? Adottando un principio condiviso tra tutti e sei i comuni dell'unione in base al quale le rette saranno definite secondo una tabella articolata per fasce isee.
Perchè una tabella? Per motivi di trasparenza e chiarezza, come condiviso con i sindacati, così che ogni famiglia possa all'occorrenza verificare la tariffazione che possono tenere a casa in copia e allo stesso tempo avere sott'occhio il quadro tariffario complessivo.
La formulazione proposta in delibera inoltre prevede di poter mantenere comunque flessibile il sistema nella sua definizione degli scaglioni isee, così da adattarsi a nuove situazioni – potrebbe verificarsi ad esempio il caso in cui il finanziamento di cui sopra non venisse più erogato, oppure il caso in cui invece ci sia la possibilità di abbassare ulteriormente le rette e semplificare la suddivisione in scaglioni – dunque, per permettere una più veloce revisione, (che speriamo sempre migliorativa!) pensiamo utile questo tipo di formulazione.
Altro tema affrontato riguarda i certificati pediatrici. Per andare incontro alle famiglie abbiamo aggiunto questa modifica a seguito della misura adottata dal Ministero della Salute, per la quale non si rende più necessario presentare il certificato pediatrico dopo i 5 giorni di assenza dal servizio. Se da un lato, ai fini della RIAMMISSIONE non occorre più presentare tale certificato, per il nostro regolamento comunale restava comunque necessario presentarlo per ottenere lo sconto sulla retta. Purtroppo abbiamo poi constatato che tali certificati venivano prodotti a pagamento (in alcuni casi ad un costo di 30 euro) cosa che scoraggiava la famiglia a richiedere lo sconto che in molti casi veniva appunto neutralizzato se non addirittura superato dal costo del certificato pediatrico stesso. Così abbiamo stabilito un ��tetto” di assenze, intese per periodi pari o superiori ai 5 giorni e inferiori alle tre settimane, come dall’art. 19 comma 1 lett. e) del Regolamento, per le quali non si richiede certificazione ai fini della riduzione sulla retta. Superate quelle tre settimane di “franchigia” occorre poi, per avere lo sconto, presentare la relativa certificazione. Si può criticare questa proposta affermando che così facendo ci saranno famiglie che anche in casi diversi dalla malattia possano approfittare di questa agevolazione. Va tuttavia considerato che spesso, nella primissima infanzia, i bimbi si ammalano di frequente e dunque questa “franchigia” si consuma velocemente.
Redatto con il contributo dell’Assessore Simona Sangiorgi.
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cocconb · 7 years ago
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Interpellanza sulla Chiesa dei Servi
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Nel Consiglio Comunale del 27 aprile 2018 ho presentato un’interpellanza alla Giunta per chiedere informazioni sul distaccamento di alcuni materiali dall’edificio.
Personalmente credo che questo semplice accaduto ponga con forza il tema di quale futuro ci immaginiamo per questo complesso e dell’urgenza con cui si dovrebbe agire. Dobbiamo trovare la strada per riaprire alla città questi splendidi luoghi recuperando la chiesa, la canonica e il chiostro della biblioteca.
di seguito il testo:
Nella giornata di domenica 22 aprile avveniva il distaccamento di alcuni materiali dalla Chiesa dei Servi, che per fortuna sono state trattenuti dall'impalcatura allestita tempo fa dall'amministrazione al fine di ridurre i rischi per i passanti.
Cosciente che l'edificio della Chiesa e la contigua canonica versano in uno stato manutentivo critico si chiede all'amministrazione:
quali misure sono previste nell'immediato per mettere in sicurezza il complesso,
quali misure sono previste per garantire la sicurezza dei passanti e dei veicoli,
quali intenzioni o progetti sono previsti per il recupero del complesso.
La risposta dell’Amministrazione è arrivata da parte del Sindaco che rispettivamente alle questioni poste ha affermato:
che nella giornata di giovedì 26 è stato messo in atto un intervento per la messa in sicurezza del prospetto della chiesa lungo corso Saffi che è consistito nel controllo e fissaggio delle gronde e dei coppi,
che sono in corso approfondimenti tecnici sulle misure più idonee da adottare al fine di migliorare le condizioni di sicurezza della facciata della chiesa per poi procedere alla riapertura al traffico di via Manfredi alla viabilità veicolare, che è attualmente interrotta, quando saranno garantite le condizioni di sicurezza. Attualmente è consentito il transito a pedoni e biciclette condizioni sicurezza,
che si stanno valutando i vari bandi e tutte le opportunità per cofinanziare il recupero di tutto l’intero complesso chiesa e canonica il cui costo complessivo stimato si aggira attorno ai 3,7 milioni di euro. E’ un impegno particolarmente rilevante in assenza di bandi che possano consentire un cofinanziamento; risulta molto difficile intervenire esclusivamente con risorse proprie.
La Chiesa dei Servi è chiusa dal secondo dopoguerra, quando fu danneggiata dagli eventi bellici, è una testimonianza dell'architettura del Settecento, infatti venne completamente ricostruita fra il 1726 e il 1735 su un preesistente edificio di culto del 1343 curato ed abitato dai Padri Serviti.
L'originaria chiesa possedeva una facciata caratterizzata da un portico composto da sei archi ed aveva un campanile eretto, fra il 1758 ed il 1774, da Pietro Borboni; era il più alto di Faenza, ma venne fatto saltare dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale e non venne più ricostruito. Resti della fiancata meridionale del trecentesco edificio sono visibili dal primo chiostro dell'adiacente Biblioteca Comunale, sorta dove era ubicato il convento dei Padri Serviti. (parte storica tratta da Wikipedia)
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cocconb · 7 years ago
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Insulti su FB al Sindaco: i responsabili hanno accolto l’invito al chiarimento
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Oltre alle scuse i ragazzi hanno accettato di svolgere 15 ore di volontariato sociale come gesto di riparazione nei confronti della città.
***Comunicato stampa dell’Ufficio di Staff del Sindaco***
Venticinque colloqui con altrettanti ragazzi a cui ha fatto seguito la proposta di quindici ore di volontariato sociale ciascuno, da svolgersi tra maggio e settembre presso strutture per disabili o anziani non autosufficienti, in collaborazione con alcune realtà associative che operano in città. A due profili facebook invece, non è stata ancora possibile associare una corrispondenza e identificazione personale certa.
E' questo in sintesi l'esito del confronto faccia a faccia terminato nei giorni scorsi del sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi con i cosiddetti "haters" di facebook, in gran parte minorenni - sedici su venticinque - che il 26 febbraio scorso riempirono la bacheca del primo cittadino di insulti, offese e bestemmie, a commento del post con il quale veniva comunicata la decisione di tenere aperte le scuole nonostante la neve.
Come noto la cosa non passò inosservata e il giorno seguente, sempre tramite social network, il sindaco decise di reagire offrendo al posto di una segnalazione all'autorità giudiziaria per il reato di offesa a pubblico ufficiale, l'opportunità di un incontro chiarificatore.
Una decisione che fin da subito aveva suscitato un acceso dibattito tra i faentini e l'attenzione dei media nazionali, ripresa e commentata tra gli altri dai quotidiani la Repubblica e Corriere della Sera, da Radio24 e da Canale 5.
«L'invito al confronto - commenta il sindaco Giovanni Malpezzi - è stato raccolto quasi immediatamente da buona parte dei ragazzi e dei loro genitori. Durante i singoli colloqui a cui ho voluto fossero presenti l'assessore alle politiche educative Simona Sangiorgi e il comandante della polizia locale Paolo Ravaioli, tutti hanno ammesso lo sbaglio e accettato spontaneamente la proposta di un periodo di volontariato presso strutture per disabili o anziani non autosufficienti come risarcimento simbolico nei confronti della propria comunità. Dopo la censura di certi comportamenti è giusto dare ora atto a questi ragazzi di essersi assunti le proprie responsabilità, senza cercare scuse».
«Verrebbe da dire che non tutto il male vien per nuocere - prosegue Malpezzi - ma ammetto di essere ancora sorpreso dalla tanta attenzione che si è creata sulla vicenda. Ho ricevuto chiamate, messaggi ed email di sostegno un po' da tutta Italia. In fondo quello di voler parlare e confrontarmi con i ragazzi è stato il gesto naturale di chi non può accettare impotente che maleducazione e totale mancanza di rispetto prendano il sopravvento. Vale per la responsabilità che riveste un sindaco, ma vale per tutti. Ognuno di noi ha precise responsabilità educative non derogabili, ad iniziare dalla famiglia e nel proprio lavoro. Come ci raccontano gli episodi di bullismo nelle scuole di questi giorni e come dimostrato anche nel recente Festival Comunità Educante, recuperare questa consapevolezza è senza dubbio una delle sfide più importanti che ci attendono».
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cocconb · 7 years ago
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Lotta all’abbandono dei rifiuti
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Nello scorso anno a Faenza Hera è intervenuta 5450 volte per recuperare rifiuti abbandonati. Una brutta pratica che ci costa 100.000 euro all’anno.
“comunicato stampa dell’ufficio di Staff del Sindaco”
“Se abbandoni i rifiuti offendi la tua città”. E’ questo lo slogan della campagna informativa promossa dall’Amministrazione Comunale di Faenza, in collaborazione con Hera, per porre un freno agli episodi di abbandono dei rifiuti che si verificano sul territorio, creando situazioni di degrado. 
Una campagna per contrastare gli abbandoni
Faenza sta dimostrando una buona risposta e collaborazione nell’impegno a separare i rifiuti: i cittadini hanno portato la raccolta differenziata a una media superiore al 50% con un picco del 70% nelle zone dove è attiva la raccolta domiciliare.
Parallelamente, prosegue il fenomeno degli abbandoni non solo di materiali di grandi dimensioni, ma anche di sacchetti di rifiuti. La maggior parte dei faentini rispetta le regole, ma c’è chi si chiama fuori e in strada abbandona di tutto, quasi che la città fosse di altri.
Sono ancora molti, quindi, i  comportamenti difformi e fuori dalle regole che tendono a ledere gli sforzi compiuti quotidianamente dai cittadini che invece si impegnano. Per porre un freno l’Amministrazione Comunale faentina, in collaborazione con il gestore Hera, ha deciso di mettere in atto un’articolata serie di azioni e strumenti, con lo scopo di ricordare le regole che stanno alla base della separazione dei materiali e della convivenza civile in una città.
E’ nata, quindi, una campagna informativa rivolta principalmente a coloro che, ignorando i giusti comportamenti, offendono Faenza. Da qui il contenuto della campagna: una macchina in sosta dove non dovrebbe essere – le strisce pedonali - ricorda l’illecito e la multa. Una macchina fatta però con tutto ciò che nella strada viene trovato: sacchi di vari colori, elettrodomestici, materassi e tanto altro… Manifesti affissi, pieghevole in bolletta e welcome kit multilingue da consegnare ai nuovi residenti, saranno gli strumenti utilizzati per comunicare con i cittadini.
Gli abbandoni: qualche numero
Nel 2017 in città sono state effettuate circa 5.450 prese di rifiuti provenienti da abbandoni (in prevalenza ingombranti). Alla luce dei servizi gratuiti che sono a disposizione, come appunto la raccolta degli ingombranti a domicilio, si tratta di comportamenti incivili e ingiustificati. Un fenomeno importante non solo per l’immagine complessiva della città, ma anche per quello che significa in termini economici, con ricaduta sulla collettività: in media, infatti, l’abbandono dei rifiuti costa alla città circa 100.000 euro l’anno.
A fronte di questi dati, è comunque molto positivo l’utilizzo dei servizi a domicilio di raccolta ingombranti, sfalci e potature e cemento-amianto. Nel 2017 gli appuntamenti richiesti complessivamente a Hera nella città di Faenza sono arrivati a quota 3.580. Per ulteriori informazioni e per prenotare il servizio di ritiro è a disposizione il Servizio Clienti Hera, al numero verde gratuito da fisso e cellulare 800.999.500, attivo dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 22, e il sabato dalle 8 alle 18.
A Faenza, inoltre, i rifiuti ingombranti e gli sfalci e le potature possono essere portati  gratuitamente anche alla stazione ecologica Hera di via Righi, aperta dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 12 e dalle 14.30 alle 17, il sabato dalle 7.30 alle 13.
Non solo ingombranti: non buttarla a terra
Ma la campagna lanciata non riguarda solo gli ingombranti. A essere presi di mira saranno anche i mozziconi di sigaretta, ai quali il Comune di Faenza, in collaborazione con Hera, ha deciso di dedicare un’azione di prevenzione per contrastare e limitare il fenomeno del loro abbandono a terra. E’ stata, quindi, progettata un’iniziativa specifica con l’obiettivo di promuovere comportamenti virtuosi nei cittadini e in particolare nei fumatori, chiamati a un approccio più responsabile rispetto a un gesto che, nonostante possa apparire di poco conto, nel complesso ha un oneroso impatto sull’ambiente, basti pensare che un mozzicone abbandonato impiega da 1 a 5 anni per degradarsi. Si tratta della campagna Non buttarla a terra che prevede la distribuzione di un comodo gadget per i fumatori, un posacenere da tasca: un aiuto per conservare le cicche di sigaretta fino al cestino più vicino e contribuire, con un piccolo-grande gesto, a un ambiente migliore per tutti. I porta cicca sono in distribuzione a Faenza, fino a esaurimento scorte, alla stazione ecologica di via Righi e all’URP, insieme a un volantino informativo.
Accanto alla campagna, sono stati anche potenziati i contenitori stradali per la raccolta delle cicche: sono infatti stati collocati oltre 140 posacenere in altrettanti cestini gettacarte del territorio comunale di Faenza.
Abbandonare i rifiuti è vietato ed è un comportamento sanzionabile
Utilizzare i servizi gratuiti di raccolta a domicilio messi a disposizione da Hera e le stazioni ecologiche significa aumentare la raccolta differenziata e il recupero, limitare l’utilizzo inappropriato dei cassonetti al cui interno purtroppo si trovano rifiuti ingombranti che ne limitano la fruibilità, ma soprattutto significa un minor abbandono di tali rifiuti lungo le strade. Si ricorda che l'abbandono dei rifiuti su suolo pubblico è vietato, provoca il degrado dell'ambiente ed è sanzionabile per legge con multe che possono arrivare fino a 3.000 euro circa per i casi più gravi.
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cocconb · 7 years ago
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Una “Velopolitana” per Faenza
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Si allunga la lista dei Comuni che hanno istituito nel loro territorio percorsi dedicati agli utilizzatori delle due ruote.
A Faenza esistono già oltre 50 km di percorsi ciclabili, sia interni all’abitato urbano sia di collegamento con alcune frazioni, che concorrono a migliorare la qualità della vita dei nostri concittadini permettendo l’uso di un mezzo di trasporto ecologico e che fa bene alla salute.
Ad oggi a Faenza però le varie piste ciclabili non sono raccordate tra loro, sono tanti singoli percorsi che costeggiano le vie della città. In questi ultimi anni in molte realtà sta prendendo piede la costruzione di quelle che vengono definite “bicipolitane” cioè di percorsi ciclabili ben definiti che siano raccordati tra loro. 
La bicipolitana o “velopolitana”, come mi piacerebbe fosse chiamata nella nostra città, riprende il concetto delle linee della metropolitana che con le sue linee collega zone della città attorno a direttrici portanti. Tutto ciò per semplificare, rendere più agevole e quindi stimolare l’uso della bicicletta per gli spostamenti cittadini.
Per la realizzazione della velopolitana occorrerebbe incentrarsi su alcuni punti:
mappatura della situazione esistente di piste e percorsi ciclabili,
individuazione delle direttrici portanti per la viabilità ciclabile (e quindi delle così dette linee) al fine di collegare tutto l’abitato urbano e il forese (ove fossero presenti piste ciclabili),
attenzione al tema della sicurezza con un particolare focus sugli attraversamenti e gli incroci,
raccordo tra i percorsi ciclabili esistenti al fine di creare percorsi facili e lineari,
realizzazione di segnaletica apposita,
indicazione intuitiva dei percorsi delle varie linee,
individuazione di parcheggi scambiatori auto/bici con postazioni per le biciclette pubbliche,
intermodalità tra mezzi pubblici e trasporto ciclabile,
realizzazione di velostazioni, parcheggi sicuri per le biciclette in prossimità dei parcheggi scambiatori.
A fronte di piccoli investimenti la Velopolitana porterebbe ad un importante cambio del modo di vivere la città. Una sfida da raccogliere e sulla quale puntare?
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cocconb · 7 years ago
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Guardiamo ai nostri errori, ma ripartiamo, con orgoglio!
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Oggi siamo qui perchè ci crediamo, perchè vogliamo ripartire.
Oggi siamo qui perchè orgogliosi di essere parte di questa comunità.
Certo il 5 marzo abbiamo subito una cocente sconfitta che però ci ha ridato il senso della realtà.
In questi anni abbiamo commesso gravi errori sia interni al nostro partito, sia nelle realazioni verso l'esterno.
Spesso ci siamo relazionati con supponenza, sottintendendo la giustezza solo nelle nostre azioni, non siamo stati capaci di coltivare la spinta innovatrice di Renzi e anzi ci siamo sempre più chiusi in un percorso autoreferenziale. Renzi, ma sopratutto i suoi fan (e non sostenitori, perchè un sostenitore dà un valore aggiunto, dà stimoli, muove critiche costruttive, un fan semplicemente parteggia, non mette mai in dubbio, è uno yes man), hanno commesso l'errore di voler fare a tutti i costi, senza considerare che nel fare questo si sono lasciati alle spalle iscritti e soprattutto elettori.
L'ambizione interna, la volontà di rivincita, l'interesse per la propria parte, l'occupare ogni posizione con i propri, l'affrontare le discussioni interne in maniera fredda e arrogante, il non considerare la pluralità interna (che è forza), il far prevalere e avanzare persone della propria parte a scapito di impegno competenza e passione, solo per mettere una bandierina, per controllare: questo ci ha logorato, ha fatto perdere a molti la voglia di partecipare e mettersi in gioco, ha iniziato a creare una frattura. Siamo finiti in un cortocircuito che non è stato in grado di ascoltare, e questo è un peccato.
Abbiamo lavorato nella divisione e non nell'inclusione, nella contrapposizione noi vs. loro come può essere un esempio la parte finale della campagna referendaria, che rimane un'occasione persa.
Alle elezioni si sono affacciate due realtà che sono state in grado convogliare e condurre una spinta che cavalcava un movimento che contrapponeva e contrappone la ragione delle scelte e nelle scelte alla rabbia e alle pulsioni della “pancia” degli elettori.
Lega e M5S hanno semplificato facendolo loro  messaggi demagogici, accattivanti, irrealistici; fondati su una risposta diretta alle paure, vecchie e nuove, dell’elettorato italiano, ma quello che però ci deve preoccupare è l'assenza della nostra risposta.
Su grandi temi abbiamo errato nell'evitare di proporre nostre soluzioni e visioni a problemi emergenti, spesse volte inseguendo e scimmiottando gli altri.
Siamo identificati troppo nel governare, nell'amministrare, nelle istituzioni e nel far funzionare la macchina pubblica, quasi dimenticandoci il motivo per cui esiste questa macchina: i cittadini.
Siamo identificati con il potere, come il baluardo garantista delle istituzioni, in quella concezioni negativa di stato, contrapposto all'interesse della gente.
La crisi ha colpito duro. E' stata erosa la ricchezza e la tranquillità della classe debole e di quella media, che si sono arroccate nell'individualismo e quindi nella paura. Si va via via perdendo quel concetto di comunità, che ci contraddistingue, quel senso di tolleranza e ospitalità tipico del nostro territorio e qui in Romagna questo fa ancora più male. Sulla crisi non siamo riusciti a coniugare il tema della ripresa e della crescita con quello del benessere, dei bisogni e delle richieste dei cittadini.
Oggi con la preponderanza e la permeazione in ogni ambito della globalizzazione digitale (quella dei social, dei grandi siti di vendite, ecc.) non stiamo dando le giuste risposte che siano di garanzia per la tenuta della società, che riescano a dare sicurezza e questo è assurdo perchè è proprio qui che i partiti social democratici dovrebbero trovare il loro motivo d'essere. Ci si pongono grandi temi ai quali dobbiamo rispondere, ma per farlo dobbiamo riscoprire i nostri ideali, saper immaginare il futuro, saper disegnare.
Siamo qui per ripartire, ma per farlo occorre aver presente alcuni punti. Occorre cambiare metodo interno, creare finalmente quella unica comunità e non la somma di vecchi mondi o appartenenze, essere una comunità aperta verso l'esterno che si muove per un'obiettivo comune. Dobbiamo con solerzia affrontare e dare risposte concrete ai temi che oggi, nell'attuale, sono preminenti per i cittadini: sicurezza, giustizia, certezza della pena, equità, immigrazione e timore nella perdita di identià. Sono temi molto difficili, impegnativi, ai quali dobbiamo rispondere con una nostra visione, appunto una nostra risposta, non abdichiamo al nostro ruolo tacendo.
Dobbiamo ripartire dai nostri ideali, definirli e indicarli perchè possano essere la nostra strada, la nostra guida.
Al centro di tutto l'Europa, che non vuol dire semplicemente Stati Uniti d'Europa, certo è l'obiettivo finale, ma dobbiamo essere artifici di azioni e passi per una maggiore integrazione, per un'Europa dei cittadini, che allarghi i suoi orizzonti oltre gli aspetti economici e proporre un percorso. Dobbiamo essere i primi a credere in questo percorso europeo e quindi è opportuno che le forze social democratiche in Europa inizino a ragionare in un'ottica transnazionale con il Partito Socialista Europeo.
Si deve affrontare il tema delle pensioni e dell'equità in tutti gli strumenti sociali, perchè è essenziale che uno strumento sociale e non privato sia equo e proporzionale. 
Riportare al centro il lavoro, come strumento che qualifica l'individuo, l'essere cittadino, concentrandoci sul sostegno ai redditi e al potere d'acquisto, operare azioni strutturali e non ricorrere sempre alla politica dei “bonus”. Certo il lavoro e i lavoratori, ma dobbiamo anche continuare a sostenere le aziende attuando azioni che ne permettano l'agevolazione degli investimenti e l'accesso al credito.
Dobbiamo essere più socialisti, senza timore nel dirlo, sperare quindi che tutta la società possa migliorare e qui occorre ridistribuire le ricchezze, tassare le rendite finanziarie, tassare i giganti che fatturano immense cifre in maniera impersonale (e con pochi lavoratori) e che creano rivoluzioni nel tipico tessuto commerciale italiano, utilizzando queste risorse anche per il sostegno del piccolo commercio, artigianato e industria.
Adottiamo serie politiche ambientali e non semplicemente ambientaliste, per essere dirompenti, perchè soprattutto i giovani ci chiedono questo, un'attenzione all'ambiente e al futuro e in questo dobbiamo essere convinti e certi che investire su questo genererà ricchezza.
Occorre ridare i soldi ai comuni, che sono il primo punto di contatto tra i cittadini e lo stato, permettergli di poter fare investimenti. Un comune che non ha soldi per investire, un comune che cade nel degrado, sarà un luogo dove si alimenta la rabbia e il distacco dalla “cosa pubblica”.
Sosteniamo veramente i giovani con strumenti a loro dedicati, dando loro prospettive e investendo su questo. Permettendogli di poter viaggiare, di potersi confrontare e contaminare, ma anche di potersi immaginare un futuro qui, un futuro migliore, poter rispondere alla giusta aspettativa di voler di più, di voler migliorare. Investire quindi su cultura, istruzione e ricerca.
Ora è giunto il momento di ripartire, imbocchiamo questa strada, scendiamo di nuovo tra le gente e determinati ascoltiamola, andiamogli incontro e indirizziamoci sulle loro richieste e aspettative.
Ripartiamo per la comunità come comunità, ma diamoci una mossa.
nota: intervento tenuto all’Assemblea degli Iscritti ed Elettori del PD di martedì 20 marzo 2018
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cocconb · 7 years ago
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Una grande artista, un grande cuore: Berasi Vanda, MUKY
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Verranno donati gli edifici in piazza II Giugno e di via Maioliche. Luoghi di grande valore storico e architettonico che diventeranno patrimonio della collettività.
Il Consiglio Comunale di lunedì 19 marzo discuterà l'accettazione della donazione di questa grande nostra concittadina che ha deciso di lasciare alla sua morte alla Fondazione MIC e al Comune di Faenza il complesso posto in Piazza II Giugno numeri 7 e 8 e Viale Maioliche, costituito dalle case del Pistocchi, del Pietro Tomba e della Loggetta con le 4 statue del Trentanove e dalla Rotonda dell’Architetto Galli.
L'artista nell'atto di donazione stimola la creazione di un Centro internazionale artistico e culturale principalmente aperto a studenti e artisti provenienti da ogni parte del mondo, senza distinzione di lingua, colore, etnia, religione, e pertanto senza alcuna discriminazione.
Tale disposizione è stata voluta al fine sia di internazionalizzare lo studio della ceramica, sia al fine di promuovere la pace tra i popoli, in modo da perpetuare il ricordo della donante artista Berasi Vanda Muky e dell’artista Matteucci Prof. Domenico. Tale centro culturale sarà chiamato “Casa Dell’arte Muky e Matteucci.
In particolare, gli spazi potranno essere destinati allo svolgimento delle seguenti attività, volte a promuovere incontri con carattere di internazionalità ed interdisciplinarietà:
Residenza d’artisti: destinare uno spazio all’accoglienza di artisti non locali e riconosciuti internazionalmente, che possano usufruire di laboratori per lavoro e ricerca, artistica.
Luogo espositivo per mostre ed eventi temporanei, come da sempre si è effettuato, da destinare uno spazio ad eventi temporanei che rientrino nella programmazione culturale della città e collegati al MIC.
Museo del percorso artistico di Muky e Matteucci (che sarà chiamato MUKY M.A.M.): raccogliere in uno spazio apposito documenti, immagini, opere per raccontare la vita e le opere dei due artisti; in particolare farà parte della dotazione del MUKY M.A.M. tutta la produzione letteraria di Muky, tutta la rassegna stampa, tutte le fotografie, ed eventualmente gli stampi.
Un enorme grazie dalla città. 
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cocconb · 8 years ago
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Le invasioni barbariche, il medioevo e il rinascimento
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Lunedì 5 marzo, ci siamo svegliati, come di consueto abbiamo iniziato la nostra solita settimana come se niente fosse, come tutti i giorni nella frenesia degli impegni. Ci siamo svegliati, ma oggi il mondo, il nostro mondo è diverso. Certo il sole è sorto, ma dopo tanti anni non è sorto il sole dell'avvenire.
Fino a ieri credevamo che la nostra idea di società e di stato fosse giusta. Un'idea nata a metà dell'800 e poi sviluppatasi nei molti decenni successivi, nata per essere democratica e non rivoluzionaria, fondata su un adeguato sistema di regolamentazione delle imprese private nell'interesse dei lavoratori, dei consumatori e delle aziende di ridotte dimensioni; in un esteso sistema di sicurezza sociale finalizzato a limitare le conseguenze della povertà e a proteggere i cittadini dalla perdita di potere di acquisto a causa della disoccupazione o delle malattie. Un’idea fondata anche sul welfare, sull'educazione, sulla tassazione progressiva, sulla tutela dell'ambiente, su posizioni progressiste nella visione di società e a sostegno delle istituzioni internazionali. Questa visione ha continuato a ispirarci anche quando l'oscurantismo fascista è diventato padrone, che si è rinvigorita e ha trovato nuove e solide basi nell'antifascismo, nella resistenza. Una visione che però ha perso la forza delle idee e degli ideali, si è attorcigliata in un vortice di scissioni e frammentazioni, di posizionamenti, di potere relativo: si è insomma perso di vista l'obiettivo. In tutto ciò abbiamo perso di vista i nostri cittadini, il nostro riferimento e senza di loro che senso può avere il pensiero socialdemocratico e liberale? Questa domanda ce la dovremmo porre tutti, tutti noi cittadini che crediamo ancora in quegli ideali socialisti e democratici, tutti noi che oggi ci siamo svegliati scoprendoci minoranza.
Ecco oggi sono scesi su di noi i barbari e non lo dico per offendere, lo dico per sottolineare la diversa visione del mondo, i diversi approcci alle politiche e al modo di fare politica.
Oggi però credo sia sentimento comune, oltre alla sconfitta, quello di sentirsi persi, di non capire perché, anche alla luce di un cocente ridimensionamento, noi oggi riteniamo ancora questa nostra visione un'opzione valida, anzi la migliore. E allora domandiamoci perché ci siamo così discostati dai nostri ideali di società e di priorità e perché non abbiamo più tenuto per mano i nostri elettori.
A questa invasione barbarica noi potremmo reagire in maniera differente: perseverare nelle nostre posizioni come quel sovrano tiranno che negli ultimi 200 anni abbiamo cercato di combattere; potremmo optare per un'illusione, nella creazione del nostro personale Impero Romano d'Oriente, splendido ingannatore riflesso di una luce che ovunque si spegne; o potremmo, con molta umiltà, calma e fierezza scivolare nel nostro medioevo.
Nostro medioevo perché la forza del governo, il concetto di sovranità stessa sarebbe e sarà molto diverso, quasi irriconoscibile per noi socialisti e democratici. Un medioevo che però dovrà essere per noi operoso, un luogo, un momento per avere tempo di pensare, di interrogarci per chiederci chi siamo diventati, dove siamo finiti. Potremmo anche però scegliere di mollare, di smettere di essere quelle api operose che lavorano per tutta una colonia, accettare semplicemente di dire “non conviene” e rinnegare noi stessi e la nostra storia non impegnandoci, non sostenendo le nostre idee, semplicemente guardando come passivi attori di un mondo convulso.
Ma noi non siamo questo, noi dopotutto crediamo ancora nella forza delle nostre idee.
Ed ecco che il medioevo ci servirà per rinascere, per entrare in una nuova fase che, morta la prima e la seconda Repubblica e passata la terza, potrà renderci attori e protagonisti di una quarta che ridia vigore a quegli ideali oggi sopiti, ma che racchiudono intrinsecamente dentro di sé la forza dell'innovazione e della giustizia.
Il nostro rinascimento potrà avvenire solo se avremo la forza di condannare le nostre azioni degli ultimi anni quando abbiamo prediletto, anche se in buona fede, non le classi popolari, non le classi operaie, non il ceto medio, ma gli interessi di pochi nella speranza che con il segno più davanti agli indicatori del PIL, della produzione industriale, del lavoro a tempo indeterminato, che però viene percepito come ancora più fragile, anche i cittadini si sentissero meglio. No, questo non è avvenuto, abbiamo smesso di essere un partito popolare, un partito del popolo e i cittadini, il nostro popolo, giustamente ci hanno salutato.
Abbiamo discusso internamente su questioni per le quali non doveva esserci discussione, operando scelte di mediazione, per garantire le sensibilità delle varie posizioni interne. L’effetto è stato quello di non accontentare nessuno e soprattutto di renderci poco credibili perché abbiamo rinnegato la forza dei nostri ideali.
La forza dei nostri ideali è invece quella che deve guidare le nostre scelte politiche: noi abbiamo ideali chiari, abbiamo bene in mente una visione di società, di paese e di Europa. Dobbiamo operare una cesura con il recente passato e porre dinanzi a tutto proprio questi ideali che sono il nostro DNA e non dobbiamo più scegliere il compromesso al ribasso per la tranquillità interna o per una divisione del potere tra i diversi animi dei vari territori. La colpa non è di uno, di un segretario, di un singolo partito, ma di tutti perché in crisi è entrato tutto il nostro mondo culturale di riferimento.
Allora qui noi siamo chiamati ad operare diverse scelte.
Riprendere in mano gli ideali e le idee per cui siamo nati, dar loro la forza dell'attuale, legarli alla realtà e non alla mera ideologia. La nostra forza è stata quella di essere attuali, di saper dare risposte ai problemi dei tempi, di saperci innovare e questo ci è mancato negli ultimi anni.
Sostenere con forza il progetto europeo, un'Europa che però sia dei cittadini, un'Europa che non sia legata al pareggio di bilancio e al rispetto dei parametri economici. Un'arena politico-sociale che parli di equità e solidarietà reale tra gli stati.
Ripartire dai lavoratori e dalle loro necessità per risolvere le difficoltà, la grande incertezza e l’insicurezza, male di questo tempo.
Fare politiche che portino ad una redistribuzione delle ricchezze, perché è giusto voler aspirare a una condizione migliore, è giusto voler vivere e non sopravvivere.
Pensare agli anziani, ma anche ai futuri anziani eliminando fastidiosi e ingiusti privilegi che sono quanto di più distante dalla nostra cultura.
Immaginare un futuro per l'Italia (e l'Europa) ed essere in grado di disegnarlo, di indicare una direzione che profumi di futuro e di possibilità. Iniziare a guardare al nostro territorio, a una equità territoriale e a rispettare l'ambiente.
Delineare le nostre politiche su temi che erroneamente abbiamo ritenuto distanti o non nella nostra orbita, come sicurezza e immigrazione, sostenendo con forza il nostro pensiero di uguaglianza, ma mantenendo fermo il timone della giustizia e del rispetto delle regole. Sostenere la cultura, in tutti i suoi aspetti, compresa la cultura popolare, le tradizioni, i nostri usi e costumi perché è sbagliato perdere la propria identità. Smettere di fare politiche basate su benefici una tantum. Si deve avere la forza di compiere politiche strutturali Sostenere la scienza, lo studio, la ricerca e la loro condivisione con gli altri paesi europei.
Mettere al centro di ogni progetto o idea i giovani, una visione futura per loro, ascoltarli nei loro desideri e preoccupazioni, insegnare loro, accompagnandoli, i nostri valori, e perché lottare per questi, sostenerne la forza e non darli per scontati. Non abbiamo insegnato, ma solo propagandato.
Non siamo finiti, anzi. Oggi più che mai riteniamo necessario riprendere forza perché queste elezioni più che averci avvilito ci hanno preoccupato. Il Partito Democratico è nato per essere la casa di questa cultura politica, socialista, liberale e democratica. Una casa per tutti e questo deve ritornare ad essere. Apriamo quindi le porte a chi vuole aiutarci a ricostruire questa casa sulle fondamenta iniziali evitando di porre veti e le ostilità personali. Abbandoniamo fin da subito le fughe di correnti, gruppi, aree di pensiero. Riprendiamoci la nostra struttura territoriale e capillare quale primo e principale luogo di incontro, condivisione e confronto. Ritorniamo in mezzo al nostro popolo, ad ascoltarlo, a essergli vicino, a coinvolgerlo nelle scelte.
Il nostro obiettivo è ben chiaro, dobbiamo solo ritrovare noi la consapevolezza. Buon lavoro e buon rinascimento a tutti noi.
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