conquestipiedi
conquestipiedi
Con questi piedi
37 posts
Metti indietro il tuo orologio.
Don't wanna be here? Send us removal request.
conquestipiedi · 4 years ago
Text
Questo blog è nato perché Elisa lo leggesse. Non è andata così, almeno credo, non credo lo saprò mai. Quando ho deciso di chiuderlo perché ho pensato che tanto non l'avrebbe mai letto per piglio e disciplina, mi son detta che andava bene ma forse era tempo di smettere, però volevo conservarlo, c'era troppa roba che non volevo perdere, era un concentrato di "Non s'è fatto in tempo, lo so, colpa mia." Non riuscivo a fare un backup, l'ho chiesto a @der-papero, Papero l'ha fatto, l'ho ringraziato a modo mio, mandando un fumetto di un autore che mi aveva consigliato lei. Non il primo, il secondo, quello che era uscito dopo che non parlavamo più. L'ho comprato a Bologna, l'anno scorso, per il mio compleanno, al bilbolbul, ho preso una stanza in un albergo fintamente decente, ho passato due giorni in giro per il festival e ho viaggiato in su e in giù con la valigia pesante piena piena di copertine rigide.
E lo stesso giorno in cui è arrivato il fumetto a Papero è arrivato un fumetto diverso anche a te, per il tuo compleanno, e mi hai risposto Grazie e che sei felice. A questo punto, lo stesso giorno, a questo punto io sono contenta, allora facciamo che lo stesso giorno vado a raccogliere gli asparagi, cosa posso fare, vado nei campi con il mio amico Piero, amico dei giorni più inquieti, Piero l'italiano che diceva
"Quanta gente
d’intorno
che non ci ama.
Gianni
quanta gente
che ci ama
e non può
raggiungerci."
Tumblr media
13 notes · View notes
conquestipiedi · 5 years ago
Text
Dicono i muri / 4
Nel pieno centro di Medellìn:
La scrittura costa sangue.
E sotto, la firma:
Sicario alfabetizzatore.
A Melo, in Uruguay:
Aiutate la polizia: Torturatevi.
Su un muro di Masatepe, in Nicaragua, poco tempo dopo la caduta del dittatore Somoza:
Moriranno di nostalgia, ma non torneranno.
- Il libro degli abbracci, Eduardo Galeano -
Tumblr media
#Said go mine the sun and go gold and come back when you're done #il blog abbassa le serrande
11 notes · View notes
conquestipiedi · 5 years ago
Text
Tumblr media
Al netto di tutto ciò di cui ho memoria e tengo conto, tutti i posti in cui ho vissuto mi sembrano dei posti sognati, soprattutto quelli coi corsi d'acqua.
Non abbiamo imparato niente da Euridice, Vivendo dentro un pastis, però Ero certa mi avresti salutato, che fa parte di Novembre per come lo sento io ora, sul ballatoio dove ti fermavo per un penultimo bacio di saluto e poi sulle scale, non ti faccio fare tardi, e poi di sotto, mentre ti guardavo sparire sulla bici, sulla via dell'ufficio e vedi, a un tratto si tappano un po' il naso e le orecchie, all'improvviso senti tutto ovattato, tutto s'illiquidisce. Dura una ventina di secondi, venti secondi all'incirca. Venti secondi, dura venti secondi.
Tumblr media
8 notes · View notes
conquestipiedi · 5 years ago
Text
Stanotte ho sognato che ero andata nelle campagne vicino al mare e visto che non le conosco avevo fatto una ricerca su google "posti in mezzo al nulla nei pressi di" e tra i risultati mi era venuto fuori un articolo in cui parlavano delle zone dove erano avvenute le cose più cruente, lì intorno a quelle campagne vicino al mare. Aprivo l'articolo per curiosità, intanto avevo già parcheggiato e mi ero inoltrata in mezzo a queste campagne, queste vicino al mare, le stesse che tu dicevi Mamma mia che paura, ogni volta che leggevi il nome sulle indicazioni stradali e io ridevo, ridevo sempre. Insomma, sono in sogno in queste campagne, alzo la testa e vedo il corpo di un bambino in mezzo ai vigneti e in quel momento leggo che lì avevano trovato un bimbo morto pochi giorni prima e ora la zona era segnalata coi nastri. Ah beh, allora siamo protetti. Poi guardo a sinistra e vedo altri due corpi. E uno di questi si alzava, era vestito come Freddy Krueger e mi vede e mi segue, lento, allora io scappo ma non torno alla macchina, arrivo a piedi nel paese vicino e non c'è nemmeno un bar aperto. Penso (bestemmione) Perché ho messo l'impermeabile nero, mi si nota a distanza ma come cazzo mi concio, mannaggia tutto. Provo a chiamare gli sbirri e qui, il genio: nel sogno il 112 mi mette in attesa e devo ascoltare una canzone terribile per tutto il tempo dell'attesa al telefono e dopo quasi dieci minuti io non sono più nemmeno spaventata perché un omicida mi ha vista e mi sta seguendo, a me, con 'sto cazzo di casual city look in un posto come Le campagne delle zone dove succedono cose cruente, non Los Angeles, qui, con l'impermeabile nero, uno sciarpone e il cappello da tranviere e sì, sono spaventata ma la sensazione che prevale su tutto è la rottura di coglioni perché son dieci minuti che sto ascoltando una canzone di merda.
Tumblr media Tumblr media
4 notes · View notes
conquestipiedi · 5 years ago
Text
È importante essere amati, ci mancava una erre, inteso come equipaggiati.
Secondo me è più importante la erre.
No, dici, niente è più importante di essere amati.
Va bene, tanto ti amo, mi hai amata tanto,
tanto che ci siamo prestate il fianco.
Adesso che – dici – non ci amiamo, vai nel mondo completamente nuda,
tutta bardata di cuffie a raccontare che è più importante essere stati ed essere stati amati, senza la erre.
Nel ping pong tra kronos e kairos il punto è sempre dell'altro.
Ed è di nuovo autunno e non è dolce e nemmeno più clemente.
Clemente, non è rimasto davvero niente?
Ma come fanno i genitori a darci nomi così ingiusti.
Stanotte ho la scusa delle lancette da mettere indietro, allungami il polso,
fai 8-1 cappotto.
Tumblr media
Tumblr media
8 notes · View notes
conquestipiedi · 5 years ago
Text
Più son le cose da dire più mi faccio silenziosa.
"A trent’anni dalla morte di Blanquita, lui seguitava a evocarla, nell’ora del crepuscolo. Amando, il nipote che mi regalò questa storia, spiava di nascosto quella cerimonia segreta. Sul balcone illuminato dall’ultima luce, il nonno apriva un portacipria di altri tempi, una scatola rotonda di quelle con gli angeli rosei sul coperchio, e si portava al naso la nappa: «Ti riconosco», mormorava, aspirando il lieve profumo della polvere bianca. «Ti riconosco.»
E mollemente si lasciava cullare nella seggiola a dondolo, sonnecchiando sussurri."
Il libro degli abbracci, Eduardo Galeano.
Però mi spunti sempre nei righi e in quei momenti, a ragionarmi il presente, io tiro fuori un fiato da corridore.
Teniamolo qui.
6 notes · View notes
conquestipiedi · 5 years ago
Text
Tumblr media
Al minuto 1:33 prende fiato e io sento il prologo di un sospiro lungo, un sospiro lunghissimo.
14 notes · View notes
conquestipiedi · 5 years ago
Text
Carta taglia.
Stavo giocando a scacchi, ho perso e ho capito perché. Ho alzato la testa, ho visto l'orsa maggiore, l'orsa minore, ho pensato qua se voglio vedere una stella cadente si deve tirare giù una costellazione, non lo so se si può, forse quest'anno salta. E subito dopo ho pensato un pensiero molto preciso: delle volte tendiamo a ridurre al nostro, a quello che capiamo, eh, cosa vuoi, siamo gentaglia. Sì però anche Hemingway, una pippa infinita su uno che va a pesca e aspetta 84 giorni per prendere un pesce. Non è la pesca, non è l'attesa del pesce, è un'altra cosa. Amleto, non è il tradimento, non è la morte del padre, è un'altra cosa. Il Rigoletto, la partita a scacchi, le costellazioni che devono cadere per le mie stronzate - stronzate nell'economia generale, sia chiaro -, sono altre cose, sempre altre cose. E quindi sono pretesti, ma soprattutto mi guardo l'ombelico e penso di poterci vedere il mondo, peggio, uso l'ombelico come metafora del mondo. Brava, grazie. Il problema è quando io il mondo non lo l'ho mai visto e perciò penso davvero di poterlo ridurre al mio ombelico, o quando il mondo non voglio vederlo e perciò mi importa solo del mio ombelico o quando il mondo non voglio più vederlo, ché sono stanca, e il mio ombelico, improvvisamente, chi l'avrebbe detto, diventa l'unico mondo possibile.
"GRATITUDINE.
Un ringraziamento per aver fatto, appositamente per me, il mondo così grande e vario. Di aver fatto tanti miliardi di altri uomini in apparenza simili a me per tenermi compagnia e di averli disseminati dovunque affinché, in qualsiasi punto vada, non abbia a trovarmi solo. Inoltre: di averne fatti vivere molti molti altri miliardi prima della mia nascita allo scopo che le loro avventure mi possano distrarre e far pensare. E di aver creato tante terre lontane dove, se fossi diventato esploratore, avrei potuto esplorare. E messo al mondo tanti sapienti i quali mi potessero spiegare le infinite stranezze di questo regno; pur lasciandone la parte maggiore ancora avvolta nel mistero affinché, se attratto, ne possa scoprire qualcuna anch’io o per lo meno fantasticarci sopra nelle sere d’estate. E appese al cielo miriadi di stelle, di cui scorgo solo una minima porzione; riservando le altre al caso che fossi diventato un astronomo e mi fosse piaciuto investigarle. [...] Eppure, guardate, non basta (e qui sta la suprema meraviglia). Tutto e tutti intorno a me, fissandomi negli occhi, senza mai lasciar prevalere la mia astuzia avidissima, mi additano col loro esempio la vanità delle cose, o mi fanno cadere perché io senta come è ruvida la terra; con pazienza infinita disfanno, via via che le tento, le trame della mia attesa. Non basta, vi dico. Cieco, io rialzo ogni volta la testa spregiando tanta sapienza che dilaga nell’universo.
Ogni mattino ricomincio, stupidamente mi accingo a godere questo palazzo misterioso. Il coro giornaliero di pene, di singhiozzi e di morti mi minaccia invano. Io non voglio capire. L’ospite sorridendo non si stanca di additarmi la porta, invitandomi a guardare più in là, verso il regno felice. Ma io stupido mi ostino, resto seduto a giocherellare, aspettando, trastullandomi con delle pietruzze. Incaponito, me ne sto fermo, e trasalgo a ogni scricchiolio, nella solitudine del giardino."
Dino Buzzati, In quel preciso momento.
# stumble on
8 notes · View notes
conquestipiedi · 5 years ago
Text
Che cosa possono, comunque, le parole.
Due anni fa dopo il lavoro andavo a guardare la gente che ballava le milonghe in un parco fuori Modena. Passavo le serate a stupirmi del suono dei passi sulla pedana, mi piaceva soprattutto quando facevano strisciare la punta delle scarpe in un mezzo giro.
Qualche tempo dopo mi ricordo di una mattinata torrida in cui ero fuori dal palazzo dell'Inps e avevo un biglietto del saltafila con un numero a tre cifre, allora sono entrata in un bar di quelli che piacciono a noi, la signora mi ha fatto un caffè schiumato con le decorazioni di meringhe blu, Va bene? Mi ha detto, io ho sorriso, Va bene, è bellissimo, grazie. Guarda Loris, Guarda come si tiene un bar, ha urlato al marito che pranzava in fondo alla sala, Eh, lo sai te come si tiene, che nemmeno lo volevi, il bar, ha risposto lui con il tono tipico dell'emiliano che ti vuol bene e perciò ti percula. Il caffè era bruciato, le meringhe di plastica, il più buono che riesco a ricordare. All'uscita del bar ti avevo scritto "La senti la puzza?", Significava sempre "Sono in città".
Adesso esco pochissimo, parlo quasi solo con i pescatori, molto presto, la domenica mattina, gli chiedo tutto con la mia curiosità fastidiosa. "Splendono gli astri metallici e bianchi", non moriamo mai, siamo in posti protetti.
Tumblr media
#suonando per anni a testa in giù
11 notes · View notes
conquestipiedi · 5 years ago
Text
Le mie frasi preferite sono 3 e non sono mie. Sono una tua, una di tua mamma e una di tua nonna. Quanto è bona l'acqua quando c'hai sete, Che te dico, Fija mia, i dolori li sente chi ce li ha. Le dico spesso, prima ci facevano ridere, anche adesso ma in un altro modo. Quando entri nel linguaggio di alcune persone che sono fatte tutte di parole, è un bel guaio. Ogni tanto qualcuno che mi conosce da un secolo me lo fa notare, io non mi giustifico nemmeno più, di solito rispondo prima con la frase di tua madre e poi con quella di tua nonna. Poi bevo un sorso d'acqua e mi nascondo dietro al bicchiere, perché tante volte l'acqua può succedere che ti vada per traverso e che ti finisca negli occhi.
youtube
7 notes · View notes
conquestipiedi · 5 years ago
Text
C'è tutto un fiume
Tumblr media
Oggi c'è un vento che se alzi la testa vedi questi soffioni velocissimi che sembrano aerei o stelle cadenti in pieno giorno.
Avevo pochi anni e la Ciancia dispensava cassette miste fatte su misura, a me, a Giulia e ad Evelin. A me era toccata quella piena di Subsonica e di un gruppo punk di Taranto che aveva come pezzo di punta Vorrei, Vorrei Che Non Ci Fosse Lei.
Il giorno più lungo dell'anno, e guarda a cosa dovevo pensare.
"La sensazione di essere incarcerato da cose bellissime e abominevoli. Mi domando, dovesse essere fatale, se avrò il cervello per tirarmene fuori."
Una specie di solitudine, John Cheever.
Tumblr media
7 notes · View notes
conquestipiedi · 5 years ago
Text
"Una volta qualcuno, allontanandosi definitivamente da me, mi ha lasciato come saluto questo verso di Rilke: Il faut laisser seuls ceux qu’on aime. È un buon consiglio."
(Da una lettera di Julio Cortázar a Fredi Guthmann)
Tumblr media
#l'unico possibile col mio cachet #leggereparole #taffettà
14 notes · View notes
conquestipiedi · 5 years ago
Text
Per natale Andrea mi ha regalato l'ultimo di Gipi, io ho provato a leggerlo durante le vacanze ma arrivata all'ultima vignetta di pagina 4 non riuscivo ad andare avanti. Un pomeriggio me lo son portato al mare, ho letto la prima vignetta di pagina 5, ho alzato la testa e sulla spiaggia di fronte a me c'era questo ragazzino che si allenava con una katana, lo guardavo mentre fumavo, c'eravamo solo noi in spiaggia, completamente disinteressati l'una alla presenza dell'altro, lui con la sua katana tutto intento a combattere l'aria, io con la mia sigaretta, in qualche modo, anche.
Sono passati quattro mesi e oggi ho finito il libro, all'ultima pagina ho alzato la testa e di fronte a me c'era un'immagine nitida, una serata passata al Millenium, io dietro un appendiabiti, tu che ballavi e mi facevi segno di raggiungerti, sorridevi.
Tumblr media
12 notes · View notes
conquestipiedi · 5 years ago
Text
Il merito non era di Roma e la colpa non era di Bologna ma sono certa che il merito era dei miei vent'anni e la colpa dei miei trenta e quasi sicuramente al di là di tutte queste cose c'ero io e la mia inettitudine a fare i conti con la vita per quella che è, perciò sono tutti senza premio e tutti assolti eccetto me, che qui ritrovo le lucciole anche se so che è solo la rifrazione e certi miracoli li percepisco ancora solo se penso di raccontarteli.
È successo più o meno tutto in quel frattempo che va dal "non ho fatto niente" che sottintende di male e ti affranca dalla colpa, al "non ho fatto niente" che sottintende di bene, che invece è un'ammissione di colpa totale. Ora, io quel tutto non lo so argomentare, ma so che c'è stato.
La casa nasconde ma non ruba, ragno porta guadagno, se chiudo gli occhi fuori dalla finestra vedo ancora il Tulipano glorioso e mai finito con la sua gru sospesa. E ancora, so che non mi posso permettere la tristezza ma ogni tanto, con un po' di indulgenza, lo faccio.
Tumblr media
9 notes · View notes
conquestipiedi · 5 years ago
Text
Pancrazio dice niente coltello, mai col coltello, i funghi si raccolgono con le mani, signorina; dalla base nel terreno si capisce se sono tossici, se lo ricordi signorina, se lo scriva così non se lo scorda. Rinus mi insegna la composizione su nastro con un quattro tracce e un piccolo panoramico ma più di quello mi insegna a sentire tutti i suoni che mi circondano, faccia attenzione signorina, faccio attenzione e stavolta non me lo scordo. Tutti e due mi insegnano l'attenzione, la pazienza che ha la pazienza come unico fine e il resto viene da sé e se non viene riprovi. Mi aggrappo a queste cose, anche quando penso che non funzioneranno e lo faccio con la purezza che ora di me sembra l'unica cosa rimasta, alla fine di un lungo saccheggio. Al centro della solitudine che abito ringrazio sempre questa curiosità e questa grazia inaspettate. Adesso posso andare per campi e intanto mentre cerco i funghi accorgermi del rumore che faccio ad ogni passo e da quello riconoscere cosa c'è sul terreno che calpesto e poi la vastità dello spazio, il vento, quanti uccelli passano e i loro canti, a volte addirittura una specie di ritmo interno. Ed è tutto così inutile e così necessario che capirlo è la fatica minore, quanta pazienza, quanta fatica e quanta pazienza quando tutto si scolora. Delle decine di cose in cui compari ogni giorno non so più scrivere, e può darsi che non voglia più farlo per chiunque e nemmeno per me, voglio tenerle da parte, invece, in un posto protetto dove perlomeno conserveranno un'aria e avranno bisogno solo di pochissime parole essenziali, come mi ripetevi sempre. E forse non i nuovi divani, ma ci sono panchine di legno e di marmo, in più di un parco, che conservano ancora la sagoma del mio sfinimento. Marcello, non lo so in quanti siamo rimasti ad essere scontenti di noi stessi, scontenta non lo so, se vuoi saperlo tu a me fa male la schiena e il respiro ma in questa carenza generale di perdono non me la sento di rassegnarmi, tutte le mattine lascio le briciole sul balcone e non mi aspetto nulla. E adesso quando penso che senza volerlo ho finito le parole non mi sembra nemmeno una brutta cosa.
Tumblr media
Tumblr media
25 notes · View notes
conquestipiedi · 5 years ago
Text
Tumblr media
È il mio orologio, non lo tolgo mai, nemmeno quando dormo, da quasi dieci anni, tanto il tempo che ci ho messo a capire che a tutto serviva meno che a segnare l'ora. L'ho vestito di qualsiasi cosa, è stato appartenenza, attesa del momento, ansia della partenza e dell'arrivo, luce per la chiave nella toppa, a volte paura a volte sollievo a metà nottata, misura di me sul cinturino, definizione di tutti i volumi, regola dei lieviti, sorpresa o tristezza per una norma esterna a cui non obbediva quasi mai.
"One day, three autumns" dice il ragazzo cinese del negozio cinese, "When you miss someone." Io ne sapevo un'altra, però bella questa, bella.
Tumblr media
6 notes · View notes
conquestipiedi · 6 years ago
Text
E invece era soltanto una stazione.
Uscire alle 5:30 di mattina con la nebbia e la neve gelata per terra mi faceva bene e mi piaceva, non l'avrei mai detto ma con le cose che non avrei mai detto ci posso riempire 3 container. Sul treno La Signora Grassa affianco a me, dopo l'ennesimo sospiro che non avverto, mi guarda con gli occhi pieni di pietà, Va tutto bene? Vado al bar, ha bisogno di qualcosa? Di niente, grazie, rispondo solo. Ma qui dove l'Arcadia è una camiceria, il Cinico un liquore alla cannella, sulle colline fuori Padova dove gli alberi sembrano una processionaria, una piccola ciminiera proprio sotto di loro fuma quel tanto per non confondersi con la nebbia ed è tutto un gocciolìo, un vapore fitto in cui ci dissolviamo nell'attesa del caldo, della colazione, della chiacchiera al bar che sembra da niente, Dov'eri tu quando eravamo entrambi bambini? Questo c'è scritto sulla quarta di copertina del libro che mi scalda le gambe. Da stamattina mi risuonano le parole di un film che diceva "Ho aspettato ancora un po', affinché passasse o nell'attesa che qualcosa accadesse, che cominciassi a credere in Dio o che tu mi mandassi i guanti per il freddo." Non so più niente degli insetti che gravitano intorno ai tuoi scuri o dell'aria che tira e ora che sono uguale a sempre e non mi riconosco più, a parte qualche volta quando guardo in su e rimango in silenzio, aspetto, sposando questo presente con una maturità che mi sorprende. Per il momento qui all'orizzonte ci sono fulmini molto belli e spaventosi e so che lo sai che in qualche modo a dio ci ho sempre creduto, ma si gela e i guanti che ho fanno quello che possono, perciò Adesso spengo la luce, e così sia.
Tumblr media
6 notes · View notes