Nonna le chiamava persone medicina,
diceva che ci sono persone
che quando le guardi guarisci,
che appena le senti calmano i battiti
aggiustano i polsi,
ti aprono le persiane del cuore
e fanno entrare la luce vera,
quella del sole
persone che con un abbraccio
ti fermano la tachicardia di dentro,
quella che per notti e anni
hai collezionato a colpi di ansie
che nemmeno ti appartenevano
nonna diceva che esistono persone
che hanno le tisane dentro gli occhi,
camomilla nello sguardo
che tu le vedi
e ti si tranquillizza il respiro, i pensieri,
dopo averle incontrate
anche i sogni diventano più puliti,
dopo averle incontrate
pure i sogni sognano meglio
diceva che esistono persone
che non si spaventano dei tuoi dolori,
che non hanno paura di abbracciarti i traumi
che sanno dove metterti dentro le parole giuste,
persone che hanno imparato a frequentare così bene il sole
che sanno addirittura accompagnarti fino al tuo tramonto
nonna le chiamava persone medicina,
diceva che ci sono persone
che quando le guardi guarisci,
a detta sua
le uniche persone da frequentare,
le uniche persone da diventare.
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Ho unito con il dito tutti i tuoi nei,
quella sera di Maggio,
il gracidio delle rane era quasi fastidioso ed il canto delle cicale rimbombava sulle pareti.
Il petto a tempo di musica, rispettava i tuoi respiri, faceva caldo per non essere ancora estate.
Ed io mi divertivo così tanto a creare forme astratte che quasi pensavo fosse il mio posto nel mondo quello.
Mezza nuda a gambe incrociate a guardarti respirare.
Ho osservato il solco che i sorrisi creavano sul tuo viso, la ruga centrale sulla fronte, quando qualcosa non andava,
ricordo il tocco delle tue dita, sulla mia pelle sudata;
ed ho dimenticato invece come ci si sente ad essere amata.
Ho consumato i rullini fotografici della mente, ripercorrendo la nostra storia tante di quelle volte da avere il mal di mare.
Ho dimenticato il suono delle tue parole, solo quelle dolci,
gli occhi colmi di lacrime ed il rumore dei baci sulla fronte.
Credo sia un bene.
Perché tutto sommato era quello che volevo dimenticare,
dimenticare te.
Mi deve essere sfuggita la situazione di mano,
perché nel frattempo,
credo di aver dimenticato l’amore.
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The Grand Canyon by Rob Biesenbach
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