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Una raccolta di prosa e versi tutta al femminile. Aspettando l'aurora di Federica Ziarelli è la novità della Collana Narrativa della casa editrice Midgard. Poesie e racconti brevi accendono e risvegliano colori, forme e aromi in una primavera che nasce con delicatezza, proprio come l'aurora. Un lirismo fattosi donna e madre, partendo da un sensibile approccio verso il percepibile per raggiungere la voce nascosta delle cose. Nascita, crescita e maturità poetica in un percorso di vita che è quella di un papavero, una margherita, un fiore campestre e spontaneo che danza e si addormenta. Versi stagionali, versi per tappe che a tratti appaiono stretti nel foglio di carta e desiderosi dell'oltre e del nuovo. Un continuo rinnovarsi allo scadere di ogni tappa, di ogni palpito e di ogni fermento interno. Nascita come tunnel nell'universo cosparso di stelle e caos e di battiti di cuore accelerati che non si possono arrestare. E sei immensa oh madre, sei piccola come un fungo tra l'erba alta; la gioia ti fa brillare, la paura ti risucchia. Sei una gondola felice, una scatola aperta a forza, una pesca spaccata ed il suo nocciolo nero. Incalzante il susseguirsi dei titoli, incalzante il ritmo del profumo e del suono, incalzante, ma per nulla aggressivo, il tono amorevole e confidenziale dell'autrice che si avvicina al lettore. Delicatezza a gocce nella ricerca di un ordine interno che sia pari all'esterno. Costanza Lindi http://www.costanzalindi.it/blog/?p=2219
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La travagliata storia di uno scrittore che di punto in bianco fuggì dallo scrivere. Per la Collana Narrativa della casa editrice Midgard una nuova uscita: la vicenda dello scrittore Arturo Guardani che si allontana come un estraneo dalla sua vita da romanziere. Si scrive per comunicare, ma non sempre si comunica quello che si vuole. In un susseguirsi di incomprensioni, delusioni, critiche e dubbi esistenziali la vita del protagonista cambierà notevolmente passando da un'esistenza isolata nella "capanna" lontano dal suo ambiente di lavoro verso una rinascita o una scoperta di sé rintracciabile nel suo nuovo romanzo. L'ambiente editoriale, con i suoi frenetici ritmi, con le aspettative di un pubblico di lettori esigenti, con una critica spietata in attesa di nuove uscite, è reso, nell'opera dell'autore Guizzardi, con grande realismo. La frenesia del produrre qualcosa di nuovo, di interessante e peculiare a discapito di quello che è stato prodotto fino ad ora, affiora in tutto il romanzo sin dalle prime pagine. I personaggi dell'intera opera hanno caratteristiche che li accompagnano costantemente e continuamente in tutto il romanzo e questo permette al lettore di riconoscerli anche solo nei toni utilizzati e seguirli da vicino. Il soliloquio che si perpetua in tutto il romanzo rende il protagonista vicino a noi, amico e confidente, descritto nella sua amara simpatia di uomo alla ricerca di un sé scrittore pieno di carisma e sensibilità artistica. Acquista il libro http://www.costanzalindi.it/blog/?p=2021
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Poesia dell'assurdo. Qualcuno oserebbe dire "insulso". Personalmente lo trovo geniale. Un insolito e assurdo genio. La poesia italiana rompe nuovi schemi e abbatte frontiere irregolari. Un applauso e buon compleanno. 2 febbraio 1885 Lo sconosciuto L'hai veduto passare stasera? L'ho visto. Lo vedesti ieri sera? Lo vidi, lo vedo ogni sera. Ti guarda? Non guarda da lato soltanto egli guarda laggiù, laggiù dove il cielo incomincia e finisce la terra, laggiù nella riga di luce che lascia il tramonto. E dopo il tramonto egli passa. Solo? Solo. Vestito? Di nero è sempre vestito di nero. Ma dove si sosta? A quale capanna? A quale palazzo? Il saltimbanco Chi sono? Son forse un poeta? No certo. Non scrive che una parola, ben strana, la penna dell' anima mia: follìa. Son dunque un pittore? Neanche. Non à che un colore la tavolozza dell' anima mia: malinconìa. Un musico allora? Nemmeno. Non c'è che una nota nella tastiera dell' anima mia: nostalgìa. Son dunque... che cosa? Io metto una lente dinanzi al mio core, per farlo vedere alla gente. Chi sono? Il saltimbanco dell' anima mia. La porta Davanti alla mia porta si fermano i passanti per guardare, taluno a mormorare: << là, dentro quella casa, la gente è tutta morta, non s'apre mai quella porta, mai mai mai >>. Povera porta mia! Grande portone oscuro trapunto da tanti grossissimi chiodi, il frusciare più non odi di sete a te davanti. Dagli enormi battenti di ferro battuto che nessuno batte più, nessuno ha più battuto da tanto tempo. Rosicchiata dai tarli, ricoperta dalle tele dei ragni, nessun ti aprì da anni e anni, nessun ti spolverò, nessun ti fece un po' di toeletta. La gente passa e guarda, si ferma a mormorare: << là, dentro quella casa, la gente è tutta morta, non s'apre mai quella porta, mai mai mai >>. http://www.costanzalindi.it/blog/?p=2016
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Nulla esiste nel detto. Ogni cosa parla nella sua esistenza. Tormentata personalità di un coraggio femminile acceso e vivo, la poetessa statunitense Anne Sexton accompagna la nostra settimana nell'invito a riconoscere l'inesistenza del limite poetico, e il dramma del limite dell'essere umano, visto dagli occhi di una donna. Costanza Lindi La città non esiste se non dove un albero dai capelli neri scivola via, come una donna annegata nel cielo caldo. Tace, la città. Bolle la notte, con dieci e una stella. Oh notte stellata, stellata notte! È così che voglio morire. Si muove. Sono tutti quanti vivi. Quando la luna rompe le catene arancioni che la legano e spruzza bambini dai suoi occhi, come un dio, il vecchio serpente, senza esser visto divora le stelle. Oh stellata notte, notte stellata! È così che voglio morire: in questa strisciante bestia notturna, risucchiata tutta dentro nel grande drago, separata dalla mia vita senza una bandiera, senza pancia né grido. Anne Sexton http://www.costanzalindi.it/blog/?p=2010
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Ciao benvenuto nel mio blog, dimmi qualcosa di te, cosa fai da queste parti? Sono tornato in Umbria dopo 12 anni trascorsi a Firenze per motivi di lavoro e ormai abito qui a Perugia da circa 25 anni. Sono nato a Pietralunga e vissuto per i primi vent’anni a Città di Castello. A Perugia ho frequentato l’Università (sono laureato in agraria). Ho svolto l’attività di informatore medico: adesso sono in pensione. Perché hai iniziato a scrivere? Ne ho avuto sempre il desiderio e, in gioventù, ho anche buttato giù qualche riga e alcune brevi poesie; poi, una volta in pensione e con maggior tempo a disposizione, ho preso a rispolverare vecchi appunti. È stato difficile arrivare alla pubblicazione? No, più che altro è stato un caso. Mi è stato consigliato di partecipare con il mio primo lavoro al Premio indetto dalla Casa Editrice Midgard che poi è stato premiato. So che sei l’autore dell’opera sulla copertina del tuo romanzo, “Qualcosa di nuovo”, com’è nata questa idea? Il quadro riportato in copertina, realizzato anni prima, ha lo stesso titolo del libro, anzi: ”Qualcosa di N’uovo”, con l’apostrofo. Un gioco di parole, un doppio senso. Avevo utilizzato la forma semplice e perfetta dell’uovo per realizzare il contrasto con paesaggio di fondo del quadro che rappresenta una zona industriale inquinante, a sottolineare il desiderio di cambiamento. Quest’immagine mi è poi sembrata calzare bene col tema del romanzo e quindi ho voluto usarla come immagine di copertina. Ti applichi in campo artistico sotto varie spoglie quindi, ci sono delle differenze nel modo in cui tu vivi il rapporto con ogni forma d’arte? No, in sostanza, che io dipinga, scolpisca o scriva, a parte l’applicazione pratica che cambia, è sempre per lo stesso motivo. Penso che l’arte, al di là della rappresentazione del bello debba lanciare dei messaggi, delle idee, stuzzicare delle riflessioni. Attraverso quale di queste credi di esprimere più facilmente te stesso? Ho appena scoperto il piacere e la voglia di scrivere. In questo momento penso che questo sia il campo a me più congeniale, ma non rinuncio agli altri, in particolare alla scultura, che continuo a praticare ancora per la forza espressiva che quest’arte consente. Quanto la scultura e la pittura hanno influito nella realizzazione del tuo romanzo? Non saprei. Non credo ci sia un rapporto diretto: la storia l’avevo già in mente da tempo e ad un certo punto mi è venuta la voglia di scriverla. Però un legame c’è: non è un caso che uno dei personaggi del romanzo sia uno scultore. Qual è tuo rapporto con il lettore? Vorrei che chi legge riesca, al di là della storia in sé, a conoscere intimamente i personaggi, capire il loro pensiero e i loro sentimenti ed immaginare con chiarezza le situazioni ed i luoghi dove le scene si svolgono, pertanto, mentre scrivo, mi pongo sempre dalla sua parte preoccupandomi di essere compreso. Se fossi il lettore di te stesso cosa ti diresti? Nel rileggere il mio primo lavoro mi sono sentito abbastanza soddisfatto e quasi sorpreso: all’inizio non ero affatto sicuro che sarei riuscito a concluderlo. Adesso però, che ho tanta voglia di continuare a scrivere ed ho altre storie in testa, vorrei direi a me stesso di essere ancora più attento e capace di coinvolgere il lettore. Cosa rende l’artista tale a tuo avviso? L’artista, secondo me, è colui che, pur vivendo come tutti il quotidiano, si sorprende ogni tanto, a guardarsi intorno con occhi diversi. Osservare con attenzione ciò che succede intorno è uno stimolo a carpire le immagini meravigliose che il mondo ci offre e che altrimenti ci sfuggirebbero, ma anche a riflettere e cercare di comprendere i fatti della vita. Da qui scaturisce poi la voglia, la necessità di raccontare agli altri tutto questo: con la pittura, la scultura, la scrittura…e nasce l’artista. Perché hai scelto come genere il romanzo piuttosto che il racconto, il saggio o la poesia? Non l’ho programmato. Ho cominciato a raccontare una storia che avevo vagamente in testa e che via via, scrivendo, si è arricchita di altri personaggi e altre piccole storie intorno, fino al risultato finale. Cosa diresti del tuo libro per convincere a comprarlo? Pur essendo una storia di fantasia, si ispira a valori e fatti del mio tempo e della mia giovinezza, ma credo sia adatto anche ai ragazzi di oggi perché è sincero, autentico e pulito. É di facile lettura per ogni età pur trattando, tra le righe, tematiche sempre attuali. Quali soddisfazioni ti ha dato la scrittura? Tantissime. Il piacere di inventare dei personaggi, descriverli anche nei dettagli, raccontare la loro vita, esprimere il mio pensiero attraverso i loro dialoghi, ma anche ripescare piccole storie dal mio passato. Dove e quando nascono le tue idee? Dovunque ed in qualsiasi momento può venire un’ispirazione. Lo stimolo può essere un’immagine, una scena, un articolo di giornale o qualsiasi altra cosa. É importante però, almeno per me, fissare subito l’idea, per non dimenticarla. Per questo ho sempre con me carta e penna. Quanto c’è di te in quello che scrivi? Abbastanza. Al di là della fantasia nel costruire i fatti, le storie e tutto il resto, io scrivo per dire liberamente ciò che penso attraverso i dialoghi dei miei personaggi. Come sei venuto a conoscenza del Premio Midgard? Attraverso internet, ma conoscevo già il nome della casa editrice. Come ti sei trovato a lavorare con questa casa editrice? Molto bene. Il rapporto è cordiale e piacevole, ricco anche di stimoli e consigli, utili per me visto il recente ingresso nell’ambiente editoriale. Apprezzo molto, poi, la precisione e la puntualità. Cosa consiglieresti se ti trovassi di fronte a chi vuole provare a scrivere un libro? Intanto lo incoraggerei perché la ritengo un’esperienza bellissima. Consiglierei soprattutto spontaneità e chiarezza e riletture frequenti a distanza di tempo, come se il libro fosse stato scritto da altri. Cosa ti piace leggere? Cerco di leggere un po’ di tutto: qualche classico più impegnativo, romanzi di autori attuali che mi incuriosiscono di più, qualche giallo e anche cose leggere. Ultimamente sono passato da ”Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar e “Il Regno” di Emmanuel Carrère ai racconti gialli di Camilleri, Manzini, Malvaldi. Cosa non ti piace? Non mi piace ciò che è volutamente eccessivo, violento e sovraccarico di scene forti al limite del grottesco, al solo scopo di accattivarsi l’attenzione dei lettori. Consigliaci un libro non tuo. “Il Dolore Perfetto” di Ugo Riccarelli Un autore che vorresti conoscere? Cosa gli diresti? Andrea Camilleri. Gli chiederei come fa a costruire così tanti gialli, incastrando mirabilmente personaggi e storie parallele creando intrecci così appassionanti. Progetti futuri? Per ora sono impegnato a terminare il secondo romanzo, che poi è il seguito di “Qualcosa di Nuovo”. Intendo continuare a scrivere anche dopo: per ora ho solo qualche idea. Regina Mab ti saluta. Un tuo personalissimo saluto per noi? Sono davvero lusingato per l’attenzione prestata al mio lavoro, conoscendo la professionalità con cui questo blog tratta autori di grandissima levatura. Complimenti ed Auguri a Regina Mab per la sua attività e l’interesse per l’arte tutta. http://www.costanzalindi.it/blog/?p=1999
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Poiché nessuna definizione E' definitiva E poiché delle mille versioni Nessuna spiega Che cosa sia Un poema, Suppongo che non graveranno Altre tre parole: Ritmicamente Pensieroso Sentimento. Andonis Fostieris http://www.costanzalindi.it/blog/?p=1986
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A mio padre Se mi tornassi questa sera accanto lungo la via dove scende l’ombra azzurra già che sembra primavera, per dirti quanto è buio il mondo e come ai nostri sogni in libertà s’accenda di speranze di poveri di cielo, io troverei un pianto da bambino e gli occhi aperti di sorriso, neri neri come le rondini del mare. Mi basterebbe che tu fossi vivo, un uomo vivo col tuo cuore è un sogno. Ora alla terra è un’ombra la memoria della tua voce che diceva ai figli: “Com’è bella la notte e com’è buona ad amarci così con l’aria in piena fin dentro al sonno”. Tu vedevi il mondo nel plenilunio sporgere a quel cielo, gli uomini incamminati verso l’alba. Alfonso Gatto da Tutte le poesie (Mondadori, 2001) http://www.costanzalindi.it/blog/?p=1981
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