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Il calendario dell'apostasia
Nessun seguace delle orrende eresie del Cristianesimo originatesi in centro Europa fra il XV e il XVI secolo può dirsi Cristiano. Esse sono, ognuna, talmente ridicola e oscena da non meritare alcun commento.
Quella cattolica romana non è una forma di eresia: ma, dal 1054 e ogni anno in modo crescente, di apostasia.
La Chiesa cattolica è una sola, ed è quella fondata dagli Apostoli nei primi anni dopo la Resurrezione del Signore. Sotto forma di cinque patriarcati: Alessandria, Roma, Costantinopoli, Antiochia e Gerusalemme.
Man mano che la fede si diffondeva inesorabile in tutto il mondo, fino a ricomprendere il Paese più grande ed importante della storia - la Russia - in nessun modo la dottrina trasmessa dagli Apostoli potè essere scalfita dalle innumerevoli eresie che nascevano una dopo l'altra.
Non esiste, dunque, alcuna Chiesta cattolica "ortodossa" contrapposta a quella "cattolica romana". La Chiesa è una sola ed ' cattolica. Segue una sola liturgia. Immutabile. Utilizza il Greco come lingua prediletta dal Signore perché lingua della sapienza con cui volle fossero scritti i Vangeli.
E il Latino come lingua dell'Impero Romano che il Signore renderà Cristiano tramite Flavio Valerio Aurelio Costantino. Ovvero S. Costantino il Grande. Nato in Illiria a Naissus da Costanzo Cloro e da S. Elena, primo imperatore cristiano, che governerà l'Impero dal 306 al 337 ricostruendo Bisanzio e ribattezzandola Costantinopoli.

La Chiesa continuerà ad illuminare il mondo fino al 1.054, quando il Patriarca di Roma, naturalmente un tedesco - il conte Brunone von Egisheim-Dagsburg, detto Leone IX - oserà scomunicare il Patriarca di Costantinopoli, Michele Cerulario.
Da allora, la storia del Patriarcato di Roma è la storia di un continuo precipitare nell'apostasia. Cioè nel progressivo allontanamento dalla fede attraverso continue "riforme" il cui unico fine era - ed è - la perdizione delle anime dei Cristiani che hanno avuto la sfortuna di restare sotto il rito Latino.
Fra le due principali eresie con le quali era stata ed è continuamente attaccata la Chiesa e la fede vi è la questione della misura dello scorrere del tempo dalla Resurrezione del Salvatore.
E' una questione esiziale alla fede. Perché alterando la misura del tempo - come ben sanno i nemici della fede e del Signore - si costringeranno i Cristiani a festeggiare la Nascita e la Resurrezione del Signore nei giorni sbagliati.
Ecco perché l'israelita Ulianov (detto "Lenin"), preso il potere in Russia nel 1917, impone per primi due decreti: l'adozione dell'infame calendario detto "Gregoriano" nel 1918; e l'omicidio dei bambini nel grembo materno finanziato dallo stato nuovo Moloch (primo Paese al mondo, nel 1920).
Trattamento Sodoma
E così, come nella ridicola Roma del 1582 quando con il nuovo calendario vennero soppressi 10 giorni (dal 5 al 14 ottobre 1582), in Russia il giorno dopo il 31 gennaio 1918 fu il 14 febbraio 1918. Il giorno in cui l'unica Chiesa cattolica esistente lo adottasse, il mondo sarebbe trasformato dal Signore in sale. Esattamente come fece a Sodoma e a Gomorra.
Nessun uomo festeggerebbe più nel giorno corretto la Nascita e la Resurrezione del Signore. Ovvero, non esisterebbero più il Natale e la Pasqua.
Il Patriarcato di Mosca per questo subirà il martirio ad opera degli israeliti detti "bolscevichi" dopo il putsch del 1917. La Chiesa, infatti, mai accetterà l'infame calendario. Che l'Unione dei Commissari dei Popoli chiamerà l'8 febbraio 1918 "calendario delle persone colte".
I Patriarcati che invece passarono all'infame calendario – la greca, la bulgara, la romena – hanno precipitato i loro Paesi in un'ininterrotta storia di vergogna, sconfitte militari, distruzione sociale ed economica che non finirà fino al loro ritorno all'unica vera fede. Ma non il Monte Athos che non è mai passato né mai lo farà al nuovo calendario; e per questo ospita gli unici Santi della Grecia.
Distruggere la Pasqua
Al popolo bue, nel 1582 Roma raccontò che il calendario di Giulio Cesare Magno veniva abbandonato per le idiozie "astronomiche" che i maghi italiani e tedeschi detti "astronomi" avevano giusto introdotto.
Ma il vero motivo era di origine religioso: esattamente come al tempo di Costantino, che allo scopo convocherà il Concilio a Nicea nel 325, dietro l'infame calendario c'era il tentativo dei nemici della fede, che ormai nel 1582 in tutto comandavano il Patriarcato di Roma, di "correggere" i paschalia. Cioè i cicli pasquali alessandrini in base a cui ogni anno si calcola la caduta dell'unica vera Pasqua di Resurrezione proprio dal 325.
Da nessuna parte nella Sacra Scrittura c'è qualcosa che parla dell'equinozio di primavera, o altre idiozie "astronomiche". Né da nessuna parte nella Sacra Scrittura si dice che la Pasqua sia una festa "stagionale" come quella ebraica, collegata alla luna piena del mese di Nisan (marzo-aprile).
La Pasqua dei Cristiani è il ricordo della Resurrezione del Salvatore. Non ha alcun rapporto con i cicli astronomici o il sorgere della luna e delle stelle. Poiché la Pasqua di Resurrezione è una festa celeste che apre ad ogni uomo un cielo ed una terra nuova , il movimento degli astri o i cicli naturali non vi avrà mai alcun significato.
ll 25 dicembre è la Natività di Cristo. E così è in tutto il mondo. In nessun modo, i Russi festeggiano il Natale la notte fra il 7 e l'8 di gennaio e il nuovo anno la sera fra il 12 e il 13 gennaio. Queste sono date sbagliate del ridicolo calendario "Gregoriano".
I Russi e i veri Cristiani festeggiano il Natale il 25 dicembre e il nuovo anno la sera fra il 31 Dicembre e l'1 gennaio dell'unico vero calendario, quello di Giulio Cesare Magno migliorato dagli studiosi alessandrini poco dopo il Concilio di Nicea (325).
Il calendario è insieme memoria ritmica delle comunità degli uomini ed organizzatore del tempo. Ma il tempo, da quando Dio si fece Uomo, è stato santificato da Dio. Ecco perché profanare il tempo inventandosi un "nuovo" calendario, significa - come ben sanno i nemici di Dio - profanare il nome del Signore.
Il centro del tempo umano sono il 14, 15 e 16 di Nisan (marzo-aprile, primo mese lunare dell'anno). Il 14 di Nisan, un venerdì (giorno, infatti, maledetto), il Signore viene crocifisso. Il 16 di Nisan, con la Resurrezione, nascono il Cristianesimo e la Chiesa.
Nicea, 325: Porre fine alla vergogna
Per fare in modo che tutti i Cristiani festeggiassero la Pasqua nello stesso giorno Costantino convoca 318 Santi Padri del Concilio a Nicea. Ai vescovi non presenti al Concilio scrive:
"Si è riconosciuto che è meglio celebrare la Santa Pasqua tutti e ovunque nello stesso giorno. Il nostro Salvatore ci ha lasciato un giorno per la commemorazione della nostra liberazione...che la sagacia delle Santità vostre rifletta su quanto sia biasimevole e indecente che negli stessi giorni alcuni facciano digiuno mentre altri sanno celebrando feste".
Il Concilio affidò dunque la compilazione dei cicli pasquali alla Chiesa della città più erudita, Alessandria. Gli studiosi Cristiani alessandrini fecero un capolavoro varando il calendario giuliano ecclesiastico.

E' il calendario usato da tutti i Cristiani dal 325 al 1582, anno dell'inizio dell'apostasia di massa dei Cristiani del Patriarcato di Roma oggi manifesta a tutti. E' dunque il 1582 il vero anno dello scisma: perché fino al 1582 tutti i Cristiani hanno festeggiato la Pasqua nel suo unico vero giorno. L'infame "riforma" gregoriana noterà preciso il rumeno Braiste "violò l'unità dei Cristiani relativa al calendario e, in conseguenza di ciò, l'unità pasquale".
Ovvio che dietro la "riforma" varata dal bolognese Boncompagni vi fossero i nemici della Chiesa, fra cui egli stesso consegnatosi con la sua scelta all'infamia perpetua.
I Romani tornano alla vera fede
Quelli presenti, tuttavia, sono tempi di disvelamento.
Pentiti, nel 2015 i seguaci del Patriarcato di Roma (mai "cattolici", i cattolici sono i fedeli dell'unica Chiesa) residenti in Terra Santa sono passati direttamente ai paschalia della vera Chiesa (mai "ortodossa", esiste una sola Chiesa) tornando alla tradizione che l'eretico Gregorio XIII gli aveva fatto abbandonare nel 1582.
Per la precisione, il 15 ottobre 2012 i vescovi del Patriarcato romano della Terra Santa stabilirono che entro due anni tutti i seguaci del Patriarcato di Romano di rito latino e dei diversi riti orientali "celebreranno la Pasqua secondo il Calendario giuliano, in concomitanza con le liturgie pasquali celebrate nelle chiese ortodosse".
Naturalmente, la volontà di Roma apostata impose che questo non avvenisse a Gerusalemme e di Betlemme, dove il Signore morì e nacque, "si continuerà a seguire il Calendario gregoriano "sia per rispettare i vincoli imposti nella Città Santa dal sistema dello “Status quo” (che regola la convivenza tra le diverse Chiese cristiane nei Luoghi Santi), sia per tener conto dell'afflusso dei pellegrini che da tutto il mondo vengono a celebrare la Pasqua a Gerusalemme e Betlemme".
Ovvero, per far piacere al mondo che il Signore ci ha insegnato invece a combattere.
Ma la strada era ormai tracciata.
Verranno gli infami anni del 2020-22 in cui il Patriarcato di Roma mostrerà a tutti i Cristiani cos'era ormai divenuto. E cosa rischiasse - e rischi - chi ne ascoltasse parole ormai divenute di morte.
Ma con la scelta operata naturalmente in Terra Santa nel 2012, i Cristiani di rito Latino iniziavano il ritorno all'unica fede, aprendo la strada ai non pochi veri fedeli di rito Latino che in massa torneranno nell'unica versa Chiesa dopo la guerra ormai imminente.
Puntuale, il Signore riconosce ogni anno ai suoi fedeli che il Sabato Santo dell'unico vero calendario amato dal Signore si compia il miracolo: il Fuoco Santo discende sulla Basilica del Santo Sepolcro accendendo i due fasci di 33 candele tenuti dal Patriarca. Fuoco che, per i primi 33 minuti non scotta.
Quanto a Roma, di essa avverrà secondo la profezia di S. Rasputin.
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Leonard Koscianski
" Early Morning Ride ", 2014
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@gianlucacitiart


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@artofalvin
artist. Alvin
#ArtOfAlvin
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