Tumgik
criticaprogetto8marzo · 4 years
Text
Critica al progetto 8 Marzo
Allora, premetto che per ogni indagine di mercato occorre disporre di un bacino variegato quanto numeroso (non solo la mamma e le amiche di Tizio, ma anche di maschi e femmine di ceto, titoli di studio, cultura e provenienza diversa....). Non si può sperare di ricevere un commento critico e genuino da quelle categorie immediatamente vicine al produttore (amici e parenti), tanto meno circoli e ambienti che condividono molti degli aspetti della forma mentis del produttore, si cadrebbe vittima di un bias cognitivo che inquinerebbe la ricerca di mercato. Sarebbe più corretto, anche se intuitivamente controproducente promulgare la campagna verso quelle eco-camere che non sono avvezze a questi temi (forum Incel a parte, Instagram sarebbe stato un ottimo campo di prova, magari creando una pagina apposita e sollevare rumor presso le pagine maggiori affini al messaggio come Freeda o Videodrome...). Ora passiamo al contenuto del messaggio che si vuole veicolare: la scelta di una citazione parziale ed estrapolata dal contesto non sempre può essere univocamente percepita dall'audience come congruente al messaggio che il produttore vuole veicolare. Spesso, per ovviare a questo problema si riporta l'autore della citazione, in modo tale che la fama o lo spessore intellettuale di quest'ultimo possano legittimare e quindi investire di merito la citazione stessa (ah, la citazione è di Caio, Caio è un grande quindi la campagna che riporta le parole di Caio deve essere a sua volta grande e giusta!). Ciò non funziona con figure minori o che non hanno goduto di copertura mediatica sufficiente da associare il loro nome a un paradigma universale (Hitler=male; Gandhi=bene). C'è inoltre da dire che l'idealizzazione di una personalità, che sia artistica, storica o civile, porta con sé anche un parziale abbandono dell'obiettività del suo operato sia privato che professionale, fino a sfociare in dogma dove le persone che sostengono il lavoro di quella figura, proiettano quell'ammirazione sulla personalità di quella figura e viceversa (Il lavoro di Egon Schiele fu massimo campione dell'espressionismo viennese, introducendo il filtro della psicologia nella rappresentazione dei corpi, quando si sa che Schiele frequentava con troppa assiduità le minorenni prepubere del circondario e sappiamo che con elle intrecciò anche rapporti 'amorosi'; leggasi: pedofili). Tutto questo per dire che la citazione inserita nel progetto in questione non godrebbe forse dell'approvazione dei soggetti esposti, senza il nome 'Merini' in calce. Apparato visivo/grafico: il volto di una donna di colore con un occhio pesto, sopracciglio suturato e occhio rosso lacrimante con capigliatura rossa che si trasforma in una corolla di rosa, fondo bianco. La scelta del colore rosso unita al pattern che richiama la corolla di una rosa e i gambi verdi spinati sono un palese richiamo alla passionalità amorosa, recisa da delle forbici: un'allusione alla fine di un rapporto amoroso abusivo (che troppo spesso è la principale causa di violenza sulle donne). La scelta del colore della pelle è fondata sull'intento di fare percepire la violenza come un evento che interessa tutte le donne: non conta etnia, religione o razza (razza intesa come l'insieme di tutti i connotati le cui peculiarità sono condivise da una popolazione di individui in particolare). A mio parere la scelta di una donna nera come volto della campagna è forse semplicistica dato che fa riferimento a una forma mentis dove il colore scuro della pelle è un dettaglio che viene percepito come diverso/estraneo soprattutto da individui dalla mentalità retrograda, quindi per inversione, il messaggio visivo veicolerebbe l'idea che solo donne non-caucasiche siano vittime di violenza, a riprova del fatto che i maggiori casi di soprusi e diritti umani negati vengono da quelle aree del mondo dove vi è una maggior diffusione della pelle scura. Mi sento inoltre di dire che per questo tipo di mentalità, che giudico retrograda, è ancora presente nella fascia di popolazione più avanti con l'età... Inoltre avrei preferito che a stringere le forbici fossero state le mani stesse della donna (simboleggerebbe l'empowerment femminile e la promozione di una figura attiva che spontaneamente e con le sue sole forze recide i legami di un rapporto tossico.) In definitiva: avrei usato più il corpo femminile (magari ricoperto di lividi che stringe le forbici che tagliano i gambi) e un volto dai connotati indefiniti. Tutto fatto con uno stile minimalista e stilizzato, così non si sarebbe dato troppo peso alla descrizione del corpo (dando adito ad accuse di oggettificazione della figura femminile) e avrebbe fatto respirare la composizione, che giudico molto pesante, spostando l'attenzione sulla citazione. Citazione che purtroppo non credo la più adatta per i motivi che ho già scritto. Umile Opinione di Daniele, studente di cultura del progetto e comunicazione presso la Nuova Accademia Di Belle Arti.
0 notes