quella che leggi qui è la mia anima, osservala da lontano ma non parlarmene. se sai dell'esistenza di questo blog e sai chi sono allora probabilmente sei veramente importante per me però ti chiedo una cosa: non chiedermi nulla riguardo a ciò che scrivo. le anime vanno osservate ma non toccate. aggiungi /archive nella barra per sfogliare la mia vita.
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Esco la sera per non pensare
Vederti fuori a farmi del male
Ti mostri felice spensierato
Io da quel Noi sono annegato
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Una pandemia dopo
10 aprile 2021
come cambia la vita in un anno è inimmaginabile, ora sono qui, nella mia stanza milanese a scrivere di nuovo nel mio diario.
è tutto cambiato così tanto, le mie amicizie, i miei studi, la mia cerchia.
della mia vita precedente lombarda è rimasto ben poco, tante cose vorrei scrivere, raccontare e lasciare nero su bianco, ma farò in modo che il grosso rimanga nella mia mente per il tempo che vuole e scompaia quando deciderà di scomparire.
se torno qui è perché ancora una volta non so gestire una parte di me, da febbraio 2020 siamo in una situazione catastrofica, una pandemia di un virus altamente rompicoglioni che ci sta lentamente logorando, se non fisicamente sicuramente psicologicamente. lockdown su lockdown, chiusi in casa poi di nuovo fuori poi di nuovo chiusi. se dovessi contare i giorni che ho passato a casa nell’ultimo anno direi con certezza che almeno i 2/3 l’ho passati davanti al mio computer.
non ho mai sofferto, ho sopportato in silenzio, come sai diario e come sa chiunque abbia mai letto questo blog sicuramente avevo passato un periodo nettamente più devastante psicologicamente che rimanere qualche tempo chiuso in casa, nonostante abbia passato 4 mesi con la mia famiglia h24.
oggi però è diverso, non ce la faccio più.
non vivo una vita serena da settembre 2019 e siamo ad aprile 2021.
sono stanco.
stanco dei lockdown.
stanco di non vivere una vita serena.
stanco di non poter vivere i miei 22 anni come vorrei davvero.
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A Luca
questa pagina di vita sarà una delle più difficili da scrivere della mia attuale vita.
Ancora non ho iniziato eppure sento già le lacrime uscire dagli occhi e cominciare a scorrere tra le mie guance però cercherò di scrivere una lettera, una di quelle che sai che non leggera mai il diretto interessato, in cui sei libero da ogni paletto mentale e dove puoi lasciar scorrere le emozioni senza aver paura che ciò ti possa rendere debole.
questa lettera la dedico a Luca.
Caro Luca,
purtroppo non parliamo più ormai da quasi due mesi ed io non so più nulla della tua vita e tu, allo stesso tempo, non sai più nulla della mia.
Devo confessartelo Luca, io sto male.
sei stata la mia ancora di salvezza nella landa lombarda e fino a l’altro ieri eri il mio punto di riferimento della mia vita al nord, le nostre strade si son divise ed io in tutto questo non mi sento di averne alcuna colpa.
Ho sempre cercato di essere il miglior amico possibile: paziente, disponibile, sempre pronto a dare il 100% nel rapporto in cui crede e tu lo sai che sono così, l’ho sempre dimostrato sia a te che in amore.
io però sto male, e non perché le nostre strade sono ormai divise ma per come si siano divise e te lo giuro Luca io volevo solo il nostro bene, perché tu per me eri come un fidanzato, di cui la rottura ha lacerato in me il cuore, perché io in un certo senso ti amo.
non fraintendere le mie parole, non parliamo dell’amore romantico, quello delle farfalle nello stomaco, ma di un amore pari a quello fraterno ed io mi sento di averne perso uno.
però ora devo parlare di te Luca, perché io le mie colpe le conosco ma tu non conosci le tue, l’orgoglio è sempre stato padrone della tua vita.
partiamo dall’inizio:
Tu mi hai trascurato.
dall’inizio di settembre, quindi dal trasferimento di Delvino e Raffy mi hai piano piano portato sempre più fuori dalla tua vita come se in loro avessi trovato una nuova amicizia che potesse sostituire il rapporto che avevamo noi, io ne ero geloso, mi sono sentito come se tutto quello che avevamo costruito in tutto questo tempo fosse così fragile da poter esser rimpiazzato dall’ultima persona appena arrivata. ma questo lo sai: mi hai visto piangere, stare male per te, soffrire l’ennesimo abbandono di qualcuno che sentivo realmente importante nella mia vita. Purtroppo da li ho smesso di credere alle tue parole:
“Siete importanti entrambi per me”
“Non voglio problemi tra di voi perché vi voglio entrambi nella mia vita”
ho smesso di crederci tempo fa, in cuor mio sentivo che in realtà quello che volevi davvero era che nessuno potesse toccarti l’entusiasmo della novità.
Poi è avvenuta una delle cose che più temevo, la rottura con Alessandro.
beh che dire, non mi sei stato minimamente vicino, tu mi conosci e sai quanto posso soffrire un abbandono del genere, come mi spezzi l’anima , eppure in quel momento non ci sei stato anzi, hai sempre cercato di tirartene fuori il più possibile ed io non ne ho mai capito il perché.
“Non parlarmi di Alessandro”
-“Sai Luca, c’è questa cosa che è successa con Alessandro vorrei un tuo parere...” “Beh non c’è molto da dire, direi che si commenta da sola”
questo è stato il massimo di conforto che ho ricevuto da te, oltre un caffé e una chiamata in piena notte.
Vedi Luca, tutto questo mi ha ferito ma tu non te ne sei mai reso conto perché io, che nel mio piccolo pensavo a te e non te l’ho fatto più pesare ma sappi che non averti avuto vicino mi ha fatto davvero male.
Dopo Alessandro la mia vita ha iniziato a colare a picco, la carriera nell’aviazione per esempio è andata a farsi fottere e non ho avuto la possibilità di rendertene partecipe.
Ora immagina me caro Luca, tu che mi conosci e sai come sono.
Immagina che in poco più di due mesi ti crolli un amore, un’amicizia, una carriera, una vita. immagina che nello stesso preciso momento la tua famiglia stesse vivendo un momento di crisi economica e che non sapesse più se potesse mantenerti dove tu ti stai costruendo la tua di vita.
adesso immaginami solo, nella mia casa a varese circondato dalle foto della mia vecchia vita sapendo di averne perso 3/4 non uscendo più di casa e passando il mio tempo a cercare di rimettere a posto i pezzi sparsi nel pavimento, e di nuovo; senza più i miei amici, lontano dalla mia famiglia, senza più una carriera e senza più un amore in cui credevo. passando il tempo a vedere le foto e le stories di tutti voi che vi divertite e state bene senza curarvi minimamente di chi, qualche tempo prima, definivate vostro amico.
e adesso pensa che tutta questa situazione, almeno tra di noi, si è creata solo perché ho voluto esser sincero, e perché ho voluto essere io la coscienza di qualcun’altro ed alla fine dei giochi Luca, come hai visto tu stesso, quello che ha mentito non sono mai stato io.
ancora mi rimbomba in testa “Smettila di credere di essere l’unica vittima di questa situazione”
beh come vedi alla fine l’unica vittima sono stata io.
Vedi Luca, quante cose non sapevi, eppure l’unica cosa che ti interessava era sapere se avessi messo o no il cuoricino a Walter su Tinder,
Sei stato troppo occupato a vedere solo te per provare a vedere me.
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Amicizia
24 marzo 2020
continuiamo con la rubrica “in quarantena”, in fin dei conti in questo momento siamo tutti così: chiusi in casa senza una via d’uscita;
i rapporti sociali sono ridotti all’osso, il contatto fisico è scomparso e non è più possibile nemmeno dare un’abbraccio a quella persona che in questo momento riuscirebbe a scaldarti un po’ i pensieri.
Come ogni cosa però esistono anche tratti positivi in questa situazione a tratti depressa, è facile capire in queste circostanze chi davvero pensa a te e ti vuole bene, ancor prima dell’amore in questo modo esiste l’amicizia ed è un valore fondamentale nella nostra quotidianità capace anche di rivoltare la sorte delle nostre giornate.
questa quarantena mi ha fatto capire chi sono i miei amici.
< Sai ti stavo pensando >
< Menomale che mi hai chiamato >
< Guarda questo meme! >
< “Sei stato taggato in” >
sono tutte frasi o situazioni che ti fanno capire che in quel momento qualcuno ti stava pensando e che, nella solitudine della reclusione, infondo non sei mai solo.
Ho imparato che l’amicizia in realtà però è molto più fragile di quel che si pensi;
ho visto amicizie che credevo indistruttibili crollare per un pezzo di pane e questo porta in me sempre un po’ di tristezza.
Bisogna sempre coltivare le proprie amicizie e non darle mai per scontate, infondo sono parte dei rapporti sociali e proprio come l’amore bisogna esser sempre in due a dare o prima o poi qualcosa rischia di rompersi.
Abbi cura dei tuoi amici così che quando ne avrai bisogno saranno loro ad aver cura di te.
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Quarantena
22 marzo 2020
la quarantena continua, quasi mi abituo a questa situazione in cui ogni giorno non ho nulla da fare se non chiudermi nei miei pensieri e nei miei ricordi.
le notti passano tutte uguali e riesco solo a pensare a quando ricomincerò la mia vita, ricomincerò a studiare ed a vivere la vita che voglio. la musica accompagna le mie emozioni tra ricordi, rimpianti e nostalgie.
Devo essere forte, smettere di credere che ciò di cui abbia bisogno sia qualcuno da abbracciare e che mi faccia sentire sicuro. io sono io. mi basto da solo.
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Chiusi in casa
20 marzo 2020
Siamo tutti in quarantena forzata ormai da due settimane, noi come tutto il mondo deve affrontare questo virus denominato COVID19 o pe l’amici er coronavirus.
tutto ciò è stancante, dover vivere h24 in una stanza sempre a contatto con la tua famiglia senza poter mai aver un momento di svago fuori casa in certi momenti è uno strazio, la mente poi gioca brutti scherzi quando è affondata nella noia e la tristezza facilmente ci si sposa.
le mie giornate passano così: buongiorno! - colazione - pc - serie tv - buonanotte!. tutto ciclico e ripetitivo senza un minimo di stimolo esterno.
spero che finisca tutto il prima possibile e che arrivi subito settembre per potermi dedicare a ciò che mi piacerebbe fare, nel mentre penso continuamente ancora ad Alessandro, non so perché e non so in che modo, non lo sento più “mio” ma sicuramente in questa quarantena un messaggio da parte sua mi farebbe piacere.
a volte mi chiedo: chissà se un giorno ci innamoreremo davvero l’un dell’altro.
questa quarantena uccide ed io ci sto delirando dentro.
in tutto ciò comunque non mi ero reso conto fosse venerdì.
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ti capita mai di rivedere le nostre foto? gli chiesi col cuore in gola.
si ma non ne ho nostalgia rispose, bucando il mio cuore.
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Una notte insonne, un amore che comanda
16 marzo 2020 - 17 marzo 2020
Oh cara notte, come tu possa in pochi attimi riportare alla mente tutti i nostri dolori non me lo spiegherò mai. è proprio in quel momento prima di addormentarti che ripensi a tutto quello che ancora ti tormenta, poi per magia la mattina dopo non ne ricordi più nulla.
questa notte mi è scesa una lacrima nostalgica per un amore ormai perduto e mi rendo conto, ancora una volta, che sono un folle; un amante pazzo che nella vita desidera solo qualcuno con cui condividere il letto ogni sera.
-Forse dovrei solo dormire, magari domani non ricorderò nulla-
Fortunatamente questo momento di tristezza è stato spezzato da un sorriso, sentire mia madre andare a dormire e mettersi a giocare con mio padre nel letto, alle 2:20, come fossero dei ragazzini nei primi mesi di coppia.
sto piangendo perché mi manca amare ma sto sorridendo nel vedere altri ancora riuscirlo a fare.
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un’ipocrisia onnipresente
12 marzo 2020
L’ipocrisia è una di quelle cose che non sopporto nelle persone, sarà che io do sempre valore a ciò che dico ed una cosa che non tollero di sentirmi dire è “Ma tu avevi detto diversamente”. No, quando io dico una cosa è quella e ci crederò sempre.
ti dico che ti amo o ti ho amato? è perché ti amo o ti ho amato.
ti dico che penso certe cose su quella persona? a meno che non siano pregiudizi non cambierò opinione.
a quanto pare però le persone sono diverse e dire una cosa per poi correggersi poco più avanti è uno degli sport preferiti della comunità.
in questo particolare caso mi riferisco alla mia precedente relazione di cui ho parlato, straparlato ed ormai annoiato pure me stesso, però dico io, quando vengono dette certe cose te ne devi assumere la responsabilità per non risultare un completo idiota e farmi cadere nel pensiero che in fin dei conti sei solo un coglione.
non parlo di quando mi dicesti che mi avresti voluto nel tuo 2020, che volevi continuare a sentirmi, di quando “ti avevo cambiato la vita” e di tutte le belle parole che si dicono alla fine di una storia; parlo di un concetto fondamentale: l’onestà.
la nostra relazione lo sanno tutti, è nata un po’ per caso, sono venuto nel mezzo di una tua frequentazione molto altalenante e burrascosa con tutto il mio amore e ti ho trasportato in una realtà completamente differente. le domande però te le porsi; mi sentii dire le peggio cose su questo ragazzo: immaturo, non ci si riesce a fare un discorso concreto, con problemi di droga, problemi in famiglia, “un po’ un coglione”, non mi frega niente di lui; e peggio ancora quando ti chiesi se mi stessi sostituendo con lui mi dicesti “Mi offendi e ti offendi se ti paragoni a lui” lasciando sottointendere che lui era una briciola in confronto a me.
ad oggi non mi dovrebbe più interessare e ognuno è più che libero di vivere la vita come meglio crede però vedere una potenziale rifrequentazione con questo ragazzo mi offende. mi fa pensare che tutto ciò che mi è stato detto in realtà fossero bugie, che forse non era vero che non te ne fregava più nulla di lui e che dicessi tutto solo per “tranquillizzarmi” e illudermi di essere l’unico esistente.
ma infondo a te non frega più nulla di ciò che posso vivere o provare, perché dovrebbe fregare a me?
ora ti senti un Re, senti che sei tu a potermi concedere attenzioni, che sei tu a decidere quando possiamo sentirci e se possiamo.
i tuoi deliri di onnipotenza e la tua eccessiva ipocrisia ormai non mi sorprendono più , infondo devo accettare la realtà: sono stato con un narcisista.
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a te
queste brevi righe le dedico a una persona entrata relativamente da poco nella mia vita ma che mi è stata vicino come nessuno mai.
grazie Gian Marco, in te ho trovato un tesoro.
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Il bisogno di sentirmi amato
07 Marzo 2020
uno dei miei più grandi “difetti” è quello di dovermi sentire amato,mi rendo conto che la mia aspirazione più grande è avere un lavoro che mi soddisfi e qualcuno che mi faccia sentire amato la sera, che sappia farmi sentire al sicuro.
non ho mai imparato a vivere da solo.
un tempo ero capace; non avevo nessuno con me e mi bastavo io, le mie giornate erano esclusivamente rivolte a fare quello che mi piaceva: dal più stupido degli hobby agli impegni più rilevanti. A Daniele bastava Daniele e nient’altro più.
il dramma del primo amore.
Il primo amore ti cambia la vita, ti fa sentire emozioni nuove e ti fa provare cose mai vissute; Il sesso si trasforma in una dimensione paradisiaca, il buongiorno diventa l’essenza della felicità, le braccia avvolte a te prima di addormentarsi diventano quell’acchiappasogni concreto realmente funzionante.
il primo amore crea bisogni, un po’ come la Apple, ciò di cui non avevamo mai avuto bisogno diventa magicamente la necessità più quotidiana che mai.
oggi vivo con questa dipendenza, il bisogno di avere qualcuno che la sera mi dia un bacio sulla guancia e mi faccia sentire amato. questa sensazione l’avevo rivissuta solo grazie ad Alessandro dopo di Marco ed è forse questo che mi porta a farmelo mancare così tanto, ed è forse in fondo, l’unica cosa che mi manca.
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Rincontrarsi
05 marzo 2020
Rincontrare una persona che senti di aver amato è difficile, il tempo è passato, le persone sono cambiate e la vita che conoscevi di lui è ormai svanita.
nel vedere i suoi, il rimpianto circonda i miei occhi sensibili, li riporta a quando con lo stesso sguardo trasmettevano calore intenso ed a quando quello stesso sorriso era capace di sciogliere in me tutte le insicurezze.
io però non ho sorriso.
sorridere è difficile quando qualcuno ti ha fatto del male, il fuoco emotivo che hai dentro viene annegato dalle azioni , dai ricordi che più di tutto ti hanno portato sofferenza;
parcheggiato la macchina mi ti ritrovo lì, davanti a me a guardarmi come se fossi un’opera storica, un sorriso emozionato e la felicità nel rivedere chi ti ha fatto sentire vivo, una storia che hai vissuto. questo tipo di emozioni sono transitorie ed io, ero incapace di guardarti negli occhi: si vive sempre nella paura, ma il terrore di potere ricadere nei propri sentimenti è il più grande di tutti.
un caffè come tanti altri a tratti noioso, si parla del più e del meno, di come procede la vita e di come uno è diventato dopo l’altro. ironico che in tutto ciò quello che avesse così tante da cose da raccontare fossi io: perché sì, la sua vita è rimasta mediamente invariata, la mia è diventata un disastro. il racconto della mia sofferenza mi porta un tumuglio di emozioni difficili da contenere, trasformatesi poi in lacrime. Nei suoi occhi tanta compassione, il sentimento umano di conforto prende il sopravvento del suo gelo artico e la sua mano posta sulla mia porta la quiete nella mia mente.
Era quello che avevo cercato settimane prima.
Perché sì, nel mio periodo più buio ho cercato lui come ancora di salvezza che però non ci fu , questo mi portò a cadere ancora più in basso.
la mia natura gelosa mi porta a cercare risposte sui suoi sentimenti senza però voler affrontare direttamente il discorso, questo momento è nostro ed è così bello, non vorrei mai rovinarlo. il caffè si conclude con un saluto affettuoso, un abbraccio lungo ed intenso; in lui l’affetto di una persona che ti ha voluto bene veramente; in me la malinconia di non sentire più il mio cuore appartenergli.
l’amore è come una partita di poker: a volte vinci ed altre perdi ma sai perfettamente che giocando i rischi sono elevati.
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1 marzo 2020
Vedo piano piano la punta dell’iceberg di un periodo difficile della mia vita, come tutte le domeniche ci si ritrova a pensare ed a chiedersi se si è davvero felici.
uno dei giorni più amati e odiati dell’intera settimana, la si ama al mattino quando ti permette di riposare e la si odia la sera quando si trasforma nell’antipasto di una nuova settimana di merda;
quante cose si potrebbero dire solo sulla domenica, oggi la mia domenica è come tante altre: malinconica , desiderosa, con un velo di tristezza.
a volte penso di essere sentimentalmente punto a capo. Sono a Roma, la mia città, le mie amicizie , i miei giri, eppure mi manca una linea; quella che collegava e trasformava le negatività di questo ambiente nei piaceri di un battito accelerato.
quella linea purtroppo è stata una persona che dopo mesi ancora non riesco a dimenticare, si dicono tante cose sulle relazioni: che la durata infici molto, che alcune siano destinate a finire subito e che altre siano destinate ,invece, a rimanere integre per sempre; il mio pensiero è l’importanza della storia la da l’intensità con cui la vivi, non la durata, e quanto questa intensità ti renda poi nel tempo fragile è forse l’unico aspetto negativo dell’amore.
oggi vorrei scrivergli.
vorrei tradirmi, tradire i miei valori e soprattutto tradire la mia dignità per rivedere quella linea che mi ha tanto tenuto vivo nel precedente anno.
bisogna farsi forza nella vita ed imparare a preservarsi, di porte in faccia ne ho prese tante da lui ed ho tutto meno che il bisogno di ricevere altro dolore.
lui era la mia Roma, il mio cuore ora è il Colosseo.
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22 febbraio 2020
Un sabato pomeriggio come tanti, reduce da una serata e consapevole che il resto delle ore della giornata verranno spese tra coperte, tv e netflix.
questi pomeriggi sono i più malinconici, forse la stanchezza ti riporta alla mente i pensieri e i ricordi di quando nella stessa situazione avevi qualcuno con te. La solitudine è un sentimento che nell’ultimo anno ho vissuto più concretamente a cui non mi abituerò mai.
in questo momento ho voglia di piangere, di credere nelle favole e soprattutto di sentirmi amato.
mi manca sentirmi amato: la sua mano capace di completare la mia; un bacio dietro la nuca , lo sguardo di chi infondo con gli occhi mostrava il cuore.
essere amato da lui è ciò che rimane dei miei desideri.
io vivo di cuore e la più grande responsabilità che mi assumo è permettere a qualcuno di prendere la mia essenza, controllare i miei battiti.
Io non sono come gli altri: quando vengo frantumato ci metto tempo a ricostruirmi , ed ogni volta che ritorno, un pezzo si perde per strada.
il mio cuore è la mia spada, ma come ogni arma se non impari ad usarla finisci per ferirti da solo.
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Rinascita
20 febbraio 2020
Mi divincolo nel vento e accetto il mio destino
Nel cader resto lento questo male non è il primo
Nell’oceano in ginocchio quasi fosse un inchino
Con la forza delle onde ritrovare il mio cammino
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La fame
15 febbraio 2020
Cos’è la fame? un bisogno.
Qualcosa che ci serve per vivere, andare avanti, un desiderio più o meno palese che ci viene richiesto.
esistono più tipi di fame: la fisiologica è la più palese. Ogni lasso di tempo da 4 a 6 ore il corpo ci richiede di introdurre del cibo e ce ne accorgiamo subito: il vuoto allo stomaco che sentiamo, l’acquolina che viene osservando o pensando a del cibo, il desiderio di qualcosa, e nel bene o nel male ci viene facile soddisfarla; Nell’antichità era impegnativo, bisognava cacciare e procurarsi una preda, oggigiorno basta aprire il frigo o nei casi più complicati fare un giro per un supermercato.
La fame più complicata, subdola e intrinseca di questo mondo però è la fame sentimentale. Non siamo esseri perfetti e nel singolo forse siamo uno peggio dell’altro ma la cosa che accomuna tutti , in questo vortice di errori, è il bisogno di qualcuno che li colmi, che ci sappia completare e che trasformi i nostri peggiori guai nelle migliori delle decisioni.
questa fame è atroce perché non sai mai quando verrà.
alcune persone vivono in un perenne stato di fame, una bulimia emotiva che ti porta a cibarti anche della più piccola briciola per poi fartene pentire e vomitare il tutto, altre solo dopo un periodo di digiuno iniziano ad avvertirne i primi sintomi e spesso sono più selettivi su cosa andranno a consumare, la sicurezza però è che prima o poi arriva a tutti ed il problema è sempre e solo come affrontarla.
sarebbe facile se funzionasse come la fame fisiologica: apro il frigo , smangiucchio un po’ e sto bene fino alla prossima sensazione, sarebbe così semplice. Purtroppo in questo mondo questa fame si colma col tempo ,con la dedizione, con la fede che il piatto e gli ingredienti che stai preparando non si rivelino tossici e mortali.
come abbiamo già detto inizialmente la certezza che ritorni è chiara, dobbiamo fare attenzione al gradino prima. Ti capita mai di andare a mangiare una pizza o del sushi con degli amici? la sensazione strettamente successiva è un po’ contorta: la soddisfazione di aver passato un bel momento si scontra col senso di pesantezza lasciato da esso. Ti ritrovi così a dover bilanciare due situazioni distinte: una gioia ed una sofferenza nascosta, diciamo più uno stato non palese di inadeguatezza momentanea.
La chiave è questa: siamo pieni.
e come nel cibo bisogna comportarsi in altrettanto modo col cuore. quando siamo pieni iniziamo a non sentire più i sapori, ogni pietanza diventa simile e quasi delle volte ci disgusta, ci porta a pensare che fosse sarebbe stato meglio non consumarla.
lasciamo che sia la nostra mente a digerire e trasformare il tutto in qualcosa di diverso, aspettiamo che il senso di pienezza svanisca prima di buttarsi di nuovo nel buffet, rispettiamo noi stessi senza imporci la dieta; finire tutto ciò che è nel piatto non sempre è giusto.
e quando siamo di nuovo affamati?
come dovremmo affrontare questa fame? la risposta non esiste, questo istinto non viene dal basso ventre e non è mai chiaro, l’unica cosa di cui devi preoccuparti è di capire di che istinto si tratti, e come step successivo, capire qualche pietanza ti viene offerta. non è mai bello ritrovarsi a consumare una minestra quando si ha voglia di hamburger. Impara a capire la tua fame, accoglila perché è naturale ma preservati dal cibo sbagliato.
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Ho augurato ai miei ex di essere felici ma ora quello triste sono io
13 febbraio 2020
Ho sempre augurato a chiunque condividesse con me parte della sua vita di essere il più felice possibile dopo l’allontanamento, è un augurio importante, al giorno d’oggi quante persone dopo la separazione ti augurano il peggio che ti possa accadere? un’infinità, io però non mi sono mai lasciato prendere dalla rabbia in modo definitivo perché nella realtà se ti voglio bene non riesco mai ad essere cattivo con te.
questo spesso è anche una debolezza che mi porta ad essere gentile anche con chi non solo non lo merita ma si comporta in modo vile ed egoista.
un eccessivo buonismo sentimentale;
un po’ come nel baseball, ricevi una pallonata, la accogli e la rilanci indietro in modo diverso per poi correre intorno campo cercando di salvarti.
Funziona così: vieni trattato male, assorbi il tutto e rispondi solo con gentilezza cercando e sperando che non succeda più.
ad oggi sono tutti felici tranne me, io che sono stato accanto in tutti i loro momenti di sofferenza dando conforto non dovuto, caricandomi di responsabilità e accumulando emozioni che ora mi si ritorcono contro.
nella vita bisogna dare priorità ai propri interessi, te lo insegnano fin da piccolo ma se non è nella tua indole diventa una sfida. Pensa più a te perché ne verrai ripagato nella vita e nei sentimenti.
l’egoismo può essere una chiave di felicità, un’anima sporca spesso vive bene con se stessa.
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