Scoppia un incendio in teatro.
Il clown esce per avvertire il pubblico, ma tutti pensano a uno scherzo e applaudono.
Il clown lo ripete.
L'applauso è ancora più forte.
Credo che il mondo finirà così: tra gli applausi degli scaltri che pensano a uno scherzo.
Chi uccide un bambino uccide un bambino, non un israeliano, non un palestinese. Solo un bambino.
Vietato chiamarla guerra, questo è uno sterminio, il grado peggiore di odio e violenza perché non combatte contro un nemico ma elimina tutta l’umanità.
L'enciclopedia Treccani, pardon, “TreccagnE” rivendica con orgoglio la scelta di inserire forzatamente le forme femminili di nomi e aggettivi.
Dunque non troveremo più “gatto”, bensì “gatta/gatto”.
Non solo: pare che anche la parola “uomini”, intesa ad indicare tutto il genere umano, sia da abbandonare immediatamente.
Perché è risaputo che le donne, in quanto esseri emotivamente instabili, si sentano terribilmente offese quando leggono, che so, “l'uomo passò dal nomadismo alla sedentarietà”.
Vero, signore? È una descrizione accurata? Una simile frase vi fa sentire escluse dalla Storia?
Un momento però… Storia è una parola al femminile.
Quindi esclude anche me, che sono uomo. Perché non Storiə?
La “TreccagnE” parla di “inclusività”, una delle tante parole d'ordine che spianano la strada alle isterie del politicamente corretto e alle barbarie della cancel culture.
I geni che, guarda caso in piena campagna elettorale, se ne sono usciti con questa fesseria parlano anche di “evoluzione della lingua”.
Peccato che l'operazione puzzi di politica e ideologia lontano un miglio. E che nulla abbia a che fare con la naturale evoluzione di una lingua o di una cultura.
I globalisti fanno così, in ogni campo: prendono un argomento o una materia, ne stuprano le forme e ne distorcono il significato, per poi dichiarare che si tratta di un inevitabile progresso e dunque qualsiasi ripensamento equivarrebbe ad un passo indietro.
La “TreccagnE” ha smesso da oggi di essere un'enciclopedia patrimonio della cultura italiana e si è messa a fare un lavoro diverso: la propaganda.
Quirinarella è un Garante. Subcomandante rispetto alla Von Der Leyen, a sua volta Garante a livello di Region Europea della lobby guerrafondaia globalista neoschiavista Democratica mondiale.
Poche ore fa ci ha tragicamente lasciati Shinzo Abe, ex Primo Ministro del Giappone. La sua politica economica, d'ispirazione apertamente keynesiana, ha tratto in salvo il Giappone da un ventennio di deflazione salariale e stagnazione dell'economia.
Ancora oggi, a quasi dieci anni dal lancio delle prime misure espansive, l'economia giapponese si dimostra solida e fiorente, nonostante le innumerevoli difficoltà della fase storica in cui è piombato il mondo intero da due anni a questa parte.
In tutto questo tempo, l'Abenomics ha infranto sistematicamente tutte le previsioni nefaste dell'intellighenzia bocconiana. E, con la sua sola esistenza, ha demolito i paradigmi ottocenteschi che infestano il dibattito economico occidentale.
Oggi che Abe se n'è andato, assassinato con due colpi d'arma da fuoco durante un comizio, non possiamo che ricordarlo così. Come colui che in dieci anni ha fatto del Giappone un esempio per tutte le economie del mondo.