Studente all'uni fuorisede, esperto assaggiatore di muffins, vivo con delle coinquiline in un appartamento in cui accade di tutto.
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Fatemi domande, chiedetemi tutto quello che volete, su di me, sulla mia vita, sulle mie coinquiline, e io vi risponderò: fatelo qua https://davidewblog.tumblr.com/ask
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In questo periodo di inizio-estate, le studentesse che abitano con me hanno iniziato ad uscire in ciabattine infradito, dovunque vadano, che sia per andare al supermercato o all’università o dovunque, abbinate con gli shorts o con dei vestitini estivi corti.
Questo fra l’altro, mi fa capire chi di loro c’è in casa quando sono nell’appartamento, perché loro tre appena entrano le tolgono e le abbandonano vicino alla porta per rimanere scalze a piedini nudi dento casa. quindi io so che: infradito bianche = Veronica è in casa Infradito fucsia = Violetta è in casa infradito nere = Annarita è in casa
ormai è una cosa scientifica
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Da quando vivo da universitario in affitto con tre studentesse, e se da un lato ci sono cose che rimangono sempre come il primo giorno, altre cose mi rendo conto di come siano cambiate, soprattutto nella confidenza tra noi. ma sono cambiate così gardualmente che a volte lo realizzo solo ora.
Esempio: stamattina sono passato davanti al bagno, c'era la porta aperta, sono passato velocemente e ho appena intravisto che davanti al lavandino c'era Veronica che si pettinava con una spazzola.
subito dopo che sono passato velocemente andando verso la cucina, però, ho sentito la sua voce, che mi chiamava "davi!" e sono quindi tornato indietro. lei si è avvicinata alla porta del bagno e davanti a me mi ha detto che dovevamo ricordarci di andare insieme nella biblioteca della mia facoltà perchè devo aiutarla a cercare dei libri.
Insomma, un discorso normalissimmo, ma il fatto particolare è che in quel momento non indossava il reggiseno né altro sopra, aveva i leggings e poi niente, le tettte erano a vista, ma lei stava tranquillamente davanti a me a parlarmi sulla porta del bagno.
Quel seno che non mostrerebbe mai a nessun estraneo, a me invece lo mostrava nella sua nudità con una naturalezza disarmante, parlandomi di biblioteca e di libri.
A questo ci siamo arrivati gradualmente, semplicemente perché ci siamo ritrovati a vivere in affitto nella stessa casa. e devo rendemi conto che per me è una cosa bellissima, stupenda. Mentre mi parlava con le sue tettine a vista io dentro di me ero emozionatissimo, ma a lei cercavo di non darlo a vedere.
Abitare con delle studentesse è anche questo, e lo sto imparando giorno dopo giorno.
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C'è una differenza fra una delle mie coinquiline, Annarita, e le altre due, Violetta e Veronica. Me ne sono accorto relativamente da poco, ma è molto chiara: Annarita è l'unica delle tre ad essere consapevole della sua bellezza.
Loro sono tutte e tre super-carine, però Violetta e Veronica è come se non se ne accorgessero, la loro è una bellezza inconsapevole. Invece Annarita lo sa e quindi ci gioca molto. Non le dispiace se i maschi la guardano per strada, anzi le piace usare vestitini che lasciano vedere molto, e si diverte ad essere ammiccante e a volte anche provocante. Tutto questo mantenendo una bellezza acqua-e-sapone perché praticamente non si trucca mai, o se lo fa, lo fa mantendosi molto naturale con la sua pelle liscia e fresca.
L'altro giorno eravamo al supermercato insieme, lei era vestita con leggings e una maglietta molto aderente, c'erano due ragazzini che non smettevano di osservarla, lei se ne è accorta, e anziché ignorarli a un certo punto ha ricambiato il loro sguardo con un sorriso malizioso, ed è bastato questo perché quei due si arrapassero come conigli, e questo l'ha divertita troppo.
Con me invece il rapporto è più particolare, dal momento che viviamo insieme in affitto nella stessa casa, e quindi va da sé che io la veda in momenti di intimità . Lei sa che ho un rapporto più confidenziale, diciamo così, con una delle altre coinquiline, quindi non mi provoca eccessivamente, ma neanche troppo poco, mi parla molto del suo corpo, del suo seno, del suo posteriore, della sua voglia di essere libera di vestirsi (o svestirsi) come vuole. E fa bene: la sua bellezza consapevole ha qualcosa che mi piace davvero molto.
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Stasera ho ricevuto una telefonata particolare. È squillato il mio cellulare da un numero sconosciuto che non avevo in rubrica, ho risposto ugualmente, ed era la madre di una delle studentesse che abitano con me, Veronica.
Non mi è sembrato strano, perché, siccome quella mia coinquilina era fuori con le amiche, ho pensato che la madre cercasse me perché Veronica non rispondeva e si stava preoccupando, e quindi volesse chiedermi se sapessi dov'era, questo era già successo.
Invece no: questa volta quella signora ha chiamato me proprio perché voleva parlare con me. Praticamente, mi ha detto che mi voleva chiedere aiuto perché è preoccupata perché Veronica da un po' di tempo non sta passando gli esami, e vorrebbe che io la aiutassi a studiare. Mi ha anche detto che secondo lei la figlia è troppo deconcentrata, e che forse è preoccupata perché Veronica ha un piccolo problema di salute, una cosa dermatologica che le provoca qualche piccola irritazone alla pelle, e ha paura che si stia preoccupando.
Io in realtà sapevo di questo piccolo problema perchè Veronica me ne aveva parlato, e so già che lo sta risolvendo con una crema che le hanno dato in farmacia (l'avevo accompagnata io), e la preoccupazione le sta già passando. E anche per gli esami so che Veronica è perfettamente in grado di studiare da sola, e comunque tutte le volte che ha bisogno di aiuto per studiare me lo chiede.
Quindi quella signora mi è sembrata un po' troppo preoccupata per la figlia, ma le ho detto ugualmente che l'avrei aiutata, e così abbiamo finito la telefonata, e mi ha detto di non dire a Veronica che mi ha parlato.
Ora ho un solo dubbio: devo davvero fare qualcosa di diverso dal solito per aiutare la mia coinquilina, anche se so bene che è lei stessa che mi chiede quando ha bisogno? Io penso di no, secondo me quella signora non si è resa conto del fatto che la figlia sa chiedere aiuto da sola.
Però, in fondo, quella telefonata mi ha fatto piacere, perché quella signora ha mostrato di avere fiducia in me, forse anche troppa, perché non si immagina che tutte le volte che studio con Veronica, così come con tutte le altre coinquiline, finiamo per parlare di tutto e divertirci. Ma il fatto che la madre della mia coinquilina si fidi così tanto di me, mi ha colpito molto, davvero.
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Ieri sono andato ad una festa universitaria, in un locale. Ultimamente mi sta capitando di andare più spesso a queste feste, perché sto cercando di integrarmi di più con l'ambiente della facoltà , all'inizio non ci andavo per niente.
Era organizzata da quel solito gruppo di mie colleghe di terzo anno, che sono state molto carine ad invitarmi. Hanno invitato anche le matricole, quindi c'erano molti ragazzi per cui era la prima festa così.
Andando a queste feste mi sto abituando a conoscere meglio l'ambiente universitario, dove si fanno cose che all'inizio mi sembravano strane, invece a queste feste sono del tutto normali.
Esempio di una cosa che è successa ieri sera: a un certo punto si è fatto una specie di gioco, una delle studentesse di terzo anno, amica delle organizzatrici, è salita su un tavolo, indossava una gonna larga fino alle ginocchia. Senza togliere la gonna, si è sfilata le mutande che aveva sotto, le ha fatte scendere fino ai piedi (tenendo sempre la gonna) e le ha levate, facendole scorrere sotto il vestito senza mostrare nulla, ma facendo capire che sotto la gonna era rimasta senza niente.
Poi è stato estratto a sorte uno studente del primo anno fra i presenti, che era lì per la prima volta, è stato portato dalle altre ragazze vicino a quella studentessa e gli è stata fatta infilare la testa dentro la gonna di lei.
Praticamente questo ragazzo con ha avuto una "visione ravvicinata" sotto quella gonna senza mutande, infatti ha tenuto la testa lì dentro e non voleva più tirarla fuori, mentre le ragazze ridevano divertite, compresa la diretta interessata.
Credo che quello studente non si aspettasse minimamente di vivere un'esperienza così, era lì per la prima volta e ancora non conosceva praticamente nessuno, e ha visto cose (anzi: "quella cosa") che non avrebbe mai immaginato.
Ma la vita universitaria è anche questo, oltre allo studio e agli esami. Queste feste iniziano a piacermi.
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Vi chiedo aiuto. C'è una cosa che da quando vivo in affitto in questo appartamento non ho mai detto a nessuno né a chi vive con me né ad altri, e in qualche modo ora non so se devo continuare a tenerla per me. Nulla di serio, ma mi faccio delle domande. Premetto per capire: il nostro appartamento è un una palazzina e alcune camere danno sulla strada, altre sul lato interno, la mia è una di quelle, e su quel lato è l'unica finestra della casa. Allora, io dalla mia camera vedo nel palazzo vicino vicino, a pochi metri da me, la finestra della camera di una ragazza. Ha sui 25 anni e vive con i genitori, e sta in camera da sola, credo sia figlia unica. La finestra di quella camera ha una tendina bianca molto leggera che mentre di giorno ripara un po' la vista, la sera, con la luce interna accesa, crea un effetto trasparenza e si vede tutto ciò che accade dentro. E in più spesso la tenda è del tutto aperta. La mia finestra è leggermente più in alto e quindi da lì si ha l'impressione di non avere nessuno di fronte. Quindi io dalla mia camera vedo ogni cosa che che fa a quella ragazza, anche tutte le volte che si spoglia completamente nuda. Ho capito che non è fidanzata, non ho mai visto un maschio entrare dentro la sua stanza. Quando ha la finestra aperta sento tutte le sue telefonate, e lei non se ne accorge. Anche perché io invece ho una tenda che, a differenza della sua, è più spessa e copre davvero, quindi io vedo lei e lei non vede me. Praticamente neanche i genitori la vedono nuda come la vedo io, e nessun altro. Devo essere sincero: non avevo mai parlato con nessuno di questa cosa, l'ho sempre tenuta per me. Ora mi faccio delle domande. Da un lato mi sento un po' in colpa per il fatto che la osservo, perché ovviamente avendola davanti agli occhi non posso farne a meno, nessun ragazzo etero girerebbe lo sguardo da un'altra parte vedendo una ragazza che entra nella sua camera, si toglie i vestiti e si spoglia nuda. Ciò mi fa sentire un po' in colpa, ma poi mi dico che in fondo non ho voluto io tutto questo, non l'ho chiesto a nessuno, è semplicemente una cosa che mi sono ritrovato ad avere davanti alla mia finestra, senza fare nulla. Quindi, mi chiedo, forse in fondo non devo farmi tanti problemi se godo di questa visione? Anche perché, cosa potrei fare? Non mi pare che potrei dirglielo. Io questa ragazza a volte la vedo anche fuori casa, al supermercato o alla fermata dell'autobus, ma ovviamente non ci parliamo, lei non sa chi io sia. Ma non è che a fermo e le dico "metti una tenda migliore perché ti vedo nuda". Sarebbe impensabile. Davvero non so come fare, mi sembra strano trovarmi in questa situazione, mi sembra di approfittare di qualcosa. Quindi cosa faccio? Devo sentirmi in colpa? Oppure continuo così, perché non c'è nulla di male in fondo se la vedo nuda senza aver mai chiesto io questa cosa? Non so davvero che cosa sia meglio fare o pensare. Mi aiutate? voi che cosa fareste al mio posto?
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Questa stagione ha motivi che ci piacciono in questa casa. Uno, forse il principale, sono le fragole. Piacciono a me e a tutte le mie coinquiline più di ogni altra cosa, e non ci sembra vero quando iniziamo a trovarle al supermercato.
E quando una cosa ci piace, non ci mettiamo limiti, neanche con le fragole. Oggi ne abbiamo comprate un sacco. E abbiamo preso anche la panna montata, praticamente io e le ragazze abbiamo passato il dopocena a mangiare fragole senza fermarci.
Violetta è quella a cui piacciono di più, e siccome tutti lo sappiamo, anche se lei ne ha mangiate la metà , né io né Annarita e Veronica ce la siamo presa.
Diciamo che le fragole sono anche una soluzione contro lo stress degli esami. Ormai gli appelli estivi si avvicinano, e più c'è preoccupazione per gli esami, più mangiamo fragole, quindi questo è solo l'inizio.
Comunque le mie compagne di casa che mangiano fragole con la panna sono una delle cose più carine che mi possa capitare di vedere davanti a me.
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Sono giorni pieni di cose. Si avvicinano i prossimi esami e sono molto indietro con lo studio, ma non sono solo perché anche le mie coinquiline sono indietro come me.
Oggi una delle studentesse che abitano con me mi ha chiesto di interrogarla, allora ci siamo seduti vicini, lei con il suo pigiamino rosa, mi ha dato il libro ci siamo messi a provarci, io le facevo domande aprendo pagine a caso e lei rispondeva, però lei aveva sonno e alla fine si stava addormentando, e anche io ero stanco di studiare per cui abbiamo finito che ci stavamo addormentando insieme.
Ma proprio questi momenti sono i più belli della vita da studenti, questa intimità con le mie coinquiline è qualcosa di bellissimo, penso che devo godermela fino in fondo. O no?

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Verso la fine di questo mese ci sarà una festa universitaria a cui sono stato invitato e sono preoccupato: non ci vorrei andare in nessun modo e non so come fare. Però se non vado la cosa potrebbe essere presa malissimo. A quella festa però ci saranno almeno due persone che no vorrei vedere due colleghi dell'università con cui ho avuto un momento spiacevolissimo qualche mese fa perchè loro mi hanno accusato di averli esclusi da un gruppo di amici e non è assolutamente vero, io non c'entravo niente.
Non vorrei incontrarli, ma se manco a quella festa altri si offenderanno molto. Non so davvero come uscirne. Sto già pensando che forse potrò fingere di non stare bene, sperando che ci credano. Altrimenti non mi viene nessuna idea, mi sento un po' incastrato. Per fortuna ho ancora un po' di tempo per pensarci
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Sono rientrato stasera dalle vacanze di Pasqua dai miei. Sono state lunghissime, neanche per Natale avevo passato da loro un periodo così lungo, è da quest'estate che non mi capitava. Devo dire che "stranamente" ci sono stato bene, forse proprio perché non rientravo da loro da molto, o forse perché loro hanno iniziato a capirmi un po' di più, e a capire che in me certe cose stanno cambiando, non so.
Però la voglia di tornare a fare la vita universitaria era tantissima, gli ultimi giorni desideravo troppo tornare qua, e riprendere la quotidianità qui in questo posto, fremevo moltissimo per rientrare. Ho ancche temuto di tardare perché avevo mal di gola, invece mi è passato e sono potuto tornare.
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Stamattina ero all'uni per passare in biblioteca a restituire un libro e per parlare con un prof per delle informazioni. Dovevo finire tutto per le 11, e invece alle 11:30 dopo un'ora di attesa il professore non era ancora arrivato, e mi ha scritto un suo assistente per dirmi che aveva un ritardo con un aereo e che sarebbe arrivato alle 15:00, e quindi ho dovuto pranzare al bar con un panino striminzito e aspettare buttato lì tutto il tempo.
Poi è arrivato che erano quasi le quattro, e mi ha trattenuto si e no 20 minuti. Sono davvero esausto per questa cosa. Tanto più che oggi a casa c'era Violetta da sola e mi è dispiaciuto un sacco non poter pranzare con lei.
Mi chiedo perché l'università debba mettermi così alla prova.
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Nel mondo dell’università c’è qualcosa che mi mette un’ansia incredibile e a volte non so come fare a reggerla e a gestirla. Anche perché ho paura a parlarne con le persone che mi sono vicine
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Stamattina è venuto il tecnico della lavatrice, che è guasta da un sacco di tempo (un po' funziona, ma a volte perde acqua). È venuto a sorpresa, di sabato mattina, non ce lo aspettavamo minimamente (escludevamo che potesse venire di sabato), perché si era accordato con il padrone di casa che si era dimenticato di avvertirci.
Ha suonato il citofono quando stavamo facendo colazione, e in questa casa io e le ragazze non siamo tanto abituati a ricevere visite di mattina presto. Le mie coinquiline sono andate nel panico, perchè erano in pigiama e a piedi nudi, e così si vergognano a farsi vedere da estranei, quindi hanno dovuto lasciare a metà la colazione e nascondersi nelle loro camere.
Quando succedono queste cose mi viene in mente sempre una cosa: quanto per me in questa casa è normale assistere a ciò che le mie coinquiline non farebbero mi vedere a nessuno, anche semplicemente quando sono in pigiama o sono scalze, il fatto che mi facciano essere parte di un mondo "tutto loro" negato agli altri, tranne che a me. Questa è una cosa che vivo tutti i giorni come il primo giorno.
Comunque poi l'operaio non ha neanche fatto il lavoro, ha detto che secondo lui costa di meno comprare una lavatrice nuova e ne parlerà con il padrone di casa. Questa cosa sta durando all'infinito.
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Oggi dovevo stare a casa, ma forse cambio programma. la mia coinquilina Violetta si è svegliata poco fa e quando è venuta a fare colazione era molto preoccupata perché deve andare a parlare con una professoressa e la teme perché è una tipa sgarbata e preferirebbe non andarci da sola. MI ha chiesto se voglio andare con lei per farle compagnia, ma senza obbligarmi. Mi è dispiaciuto vederla così in ansia già appena alzata dal letto. Penso che andrò.
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Ero dai miei genitori per qualche giorno e sono rientrato stamattina nell'appartamento. È stato solo un weekend di assenza eppure ne ho sentito un sacco la mancanza, di tutte e tre le mie coinquiline.
Quando stamattina sono rientrato a casa, mi sembrava che non ci fosse nessuna delle ragazze, c'era silenzio assoluto, e ho pensato che fossero tutte e tre all'università .
Poi invece ho visto una cosa: sul tavolo di cucina c'erano gli occhiali da sole di Veronica, e siccome lei non esce mai senza, qualunque tempo faccia (e fa bene perché è troppo carina quando li mette), ho capito che almeno lei doveva essere per forza in casa, e infatti ho guardato verso la sua camera, e lei c'era ancora a letto a dormire beatamente, già in mattinata inoltrata. Ed effettivamente in casa c'era solo lei, Violetta e Annarita erano all'uni, tornano per pranzo. Allora ho aspettato il suo risveglio, e quando si è alzata tutta assonnata ci siamo salutati.
A volte bastano un paio di occhiali da sole in cucina per capire certe cose: ormai le mie compagne di casa le conosco troppo bene.
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