Tumgik
demonextdoor · 1 year
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è che ricevere significa fiutare la debolezza dell’altro e può far sentire in pericolo di poter dipendere, così che decristallizza ogni cosa optando per i picchi emotivi che solo la novità può concederti
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demonextdoor · 1 year
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vorrei solo che questo mio desiderio di evasione di colpo diventasse compiuto e protratto nel tempo, voglio sganciarmi, polverizzare ogni ponte e tornare a sentirmi mia, mia e basta. la mia pelle non ha memoria di nessuna carezza che non si sia poi squarciata in taglio, ma io merito abbracci, non coltelli
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demonextdoor · 2 years
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amare qualcuno è come accettare di farsi scorticare sapendo che in qualunque momento l’altra persona può andarsene via con la tua pelle
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demonextdoor · 2 years
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Voglio l'amore di un uomo che mi permetta di prendermi cura del bambino che è in lui e di lasciarlo giocare con la bambina che è in me; voglio vederci tornare piccini entrambi, insieme. Voglio l'amore ingenuo, puro.
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demonextdoor · 2 years
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Gli errori più grandi da fare nei confronti della vita sono due: correre troppo in fretta o camminare troppo piano. L'ideale è mantenere un buon passo, per poter notare i piccoli dettagli delle vedute e per poterne conoscere il giusto, di vedute – quelle migliori.
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demonextdoor · 2 years
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Cercavo un mucchietto di parole che potessero esprimere, anche solo a grandi linee, alcune delle sensazioni radicate come una malattia inestirpabile nel mio cuore: impossibile. In fondo, anche la causa di queste sensazioni era incomprensibile: lui… Lui come l’incognita in un’espressione, una di quelle fatte di lunghissimi calcoli, e quando ti convinci di aver finalmente raggiunto la soluzione solo allora ti rendi conto, comparandola con il risultato sul libro, che non combacia; ecco, lui era così, mi indirizzava al suo cuore di sua spontanea volontà ma, a pochi passi dal traguardo, realizzavo che il risultato non combaciava con le premesse, e io mi ritrovavo per l’ennesima volta con un cumulo d’amore chiuso nel pugno come sabbia, di cui proprio non sapevo che farmene se non lasciarlo scorrere via dalle dita. 
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demonextdoor · 2 years
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inciampiamo nelle braccia dell'amore per schiocchezze; e per molto meno di una sciocchezza, un passo dopo, inciampiamo nel dolore.
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demonextdoor · 2 years
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ti amerò in silenzio
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demonextdoor · 2 years
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Si vede dagli occhi.
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demonextdoor · 2 years
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ho fame nostalgica di te, della nonchalance con la quale rendevi le mie barriere sabbia e del modo in cui il tuo ego si accavallava al mio frastagliato in un intreccio malato e perfetto
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demonextdoor · 2 years
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mastico proiezioni di briciole che seppur tali mi danno la parvenza di anestetizzare l’astinenza di cui il tuo abbandono, così crudo e aggressivo, mi ha reso schiava ma il tuo senso di possesso che mi rende momentaneamente appetibile si estingue non appena capti il minimo riflesso di questo amore patologico che mi ha reso dipendente dalla violenza della perversione che si lega, ti sfama e mi annichilisce. siamo calamite per i nostri traumi
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demonextdoor · 2 years
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sto trascorrendo le ultime quarantotto ore rimuginando sulla nonchalance con la quale mi hai scartato e su quanto sia velenosa la consapevolezza che tu legga anche nel più remoto di me solo un abominevole scempio di complessi e fratture emotive
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demonextdoor · 2 years
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approdata a questo, o crepo o rinasco
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demonextdoor · 2 years
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“Ho passato la maggior parte della mia vita a credere che qualsiasi cosa avesse avuto realmente valore si sarebbe salvata, prima poi, alla fine. Ma, presto o tardi, ho capito che non c’era niente da salvare, ché nulla va salvato davvero. Confidiamo nel ‘per sempre’ mentre le nostre esistenze, e tutto ciò che conosciamo, è destinato a concludersi, in un modo o nell‘altro. Ed ogni fine non è mai né brutta né bella; è semplicemente una fine. Termine ultimo. È contro natura pensare che niente sia mutevole e ciclico, che le nostre vite possano davvero riuscire a sottrarsi all’inevitabile. Lungi dal per sempre essere tangibile e concreto; risiede soltanto nelle nostre emozioni, quelle che, liberamente, hanno plasmato esperienze e ricordi. Allora ti dico: non rimpiangerle. Portale con te e lascia siano niente di più, niente di meno di quello che in verità sono state. Non farne trofeo né cicatrice. Il tuo sorriso sarà lo stesso, solo che sorriderà per gioie diverse. Le tue lacrime saranno le stesse, solo che piangeranno per dolori diversi.”
— manuela g.
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demonextdoor · 2 years
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Non è il cambiamento che ci distrugge. È la sua resistenza. È vero: è peccato buttar via il pane vecchio ma, a volte, se è proprio andato a male, finisce per intossicarci. Crediamo che l’amore sia solo tenere, stringere, quasi soffocare. Ad ogni costo. Siamo maledettamente convinti che non esista amore più grande di quello che abbiamo provato, che non saremo mai più in grado di amare e di essere amati nello stesso modo, in futuro. Eppure, comunque vadano le cose, ci ritroviamo liberi di farlo ancora, e ancora, e ancora. Perché è quello che fa l’amore, nella sua forma più pura. Ci rende liberi. Liberi di scegliere. Liberi di scrivere l’inizio ma anche la fine. Liberi da ciò che non ci fa più crescere. Liberi di reinventarci. Liberi di ringraziare senza dimenticare, liberi di riabbracciare la solitudine, di cambiare strada, di cadere in nuovi dolori e rialzarci in nuove gioie.
Un po’ come la pioggia quando ha fretta di lasciare il cielo. Lei vuole piovere e lui le dona la libertà di farlo. E continuerà a farlo sempre. Perché è quello che fa l’amore. Ci rende liberi.
— manuela g.
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demonextdoor · 2 years
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Sono venuta a cercarti in una sera d’estate qualunque, lì, al confine tra il sole e la luna, a metà strada fra la realtà e il mito. Di storie se ne raccontano tante, è vero, e chi sa farlo bene, forse, è perché è stato da sempre educato ad un sensibile silenzio. In fondo, so che a te piace rimanere nascosto nel bagliore di un raggio di luce artificiale, in perfetto equilibrio tra riverbero e penombra. Proprio tu, che nella vita delle persone ci entri in punta di piedi e non vuoi mai disturbare troppo, ignaro che la tua presenza lasci poi un buco nello stomaco insanabile.
Mi è rimasta la tua voce incastrata nel petto, e quasi ne sento ancora l’eco, tra i polmoni e il cuore. Quella bocca irraggiungibile io continuo ad averla addosso, dappertutto, nella magia di parole che si consumano troppo in fretta. E adesso so che il mare è bellissimo pure quando è in tempesta, ma diventa un’opera d’arte quando fa paura.
Perché la paura sarà anche una grande stronza, eppure solo lei è in grado di fare della pelle d’oca l’unica risposta sincera, solo lei sa insegnarti il coraggio di entrare in un labirinto senza la volontà di cercare per forza una via d’uscita, ma solo e soltanto Arianna.
Non saprei dirti quanto, in quell'istante, avrei voluto rubarti la malinconia ed ogni suo canto, e contagiarci luoghi lontani, strade, cieli, albe e tramonti; ho pensato —se il mondo parla di te, e tu parli più forte, magari, io sarei finalmente capace di abbracciare quella mia libertà che, non lo sai, somiglia un po’ alla tua.
— manuela g.
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demonextdoor · 2 years
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“Quando qualcosa finisce hai come l’impressione che nulla possa essere in grado di iniziare, dopo. Eppure la vita non arresta la sua folle corsa, nemmeno di fronte ad un dolore straziante. Ogni cosa progredisce, incessantemente, a dispetto del tuo volere, anche quando temi di non avere più la forza per lasciare che questo accada davvero. E in un giorno qualunque, in una stagione qualunque, in un posto che conosci da sempre, imparerai a lasciar andare tutto ciò che, già da un pezzo, ha lasciato andare te. Allenterai la presa, comprendendo come, a volte, cercare di trattenere quello che non ci appartiene più fa più male del vederlo allontanarsi da noi; che i graffi sulla pelle possono guarire, che i lividi dell’anima sono, sì, una lezione di sofferenza, ma anche di salvezza. Perché la vera bellezza viene sempre fuori da ciò che resta. E bisogna prenderci cura di quello che ci resta. Senza eccezione. Perché, dopotutto, è solo una fine. Non la fine.”
— manuela g.
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