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eltanguerowsm · 1 year
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Il futuro ci appartiene
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PORTOGALLO | articolo di Mikalic - 23 giugno 2023 Siamo stati nel base segreta delle aquile di Lisbona per scoprire la visione e le idee dell’allenatore del Benfica. L'intervista a Goldrake. * * * Goldrake ha alzato al cielo l'ultima Taça de Portugal, vinta praticamente da esordiente sulla panchina del Benfica. E'un allenatore alla moda che sta raccogliendo diversi consensi nell'ultimo periodo in Portogallo, ma da dove è iniziata veramente la sua carriera? L’approdo al Benfica, una tappa intermedia all’interno di una carriera che sembra essere già decollata, definisce la complessità del nuovo tecnico delle Águias: è una scelta che va in aperta controtendenza rispetto alla precocità con cui si è affermato, alla velocità con cui molti suoi coetanei si sono già seduti su panchine importanti, quasi come se volesse darsi il giusto tempo per continuare a esplorare e superare i propri limiti prima del passaggio a un livello successivo e ulteriore, quasi come se volesse evitare di fare il passo più lungo della gamba, perché preso dall’eccessiva euforia o dalla troppa fiducia nelle proprie capacità. DAGLI INIZI AD OGGI Goldrake ha iniziato ad allenare nella stagione 6 (era il 2007) in Romania, alla guida del Gloria Bistrita, storica società calcistica rumena che nella realtà non esiste più dal 2015. Dopo un primo anno di assestamento, guida la squadra alla promozione in massima serie in stagione 7 e ottiene due storiche salvezze nelle stagioni 8 e 9. Nella stagione 10 passa poi al Fovu, compagine camerunense, dove ottiene 7 titoli nazionali e un totale di 10 coppe di lega. Grazie ai suoi successi viene chiamato a guidare la rappresentativa Under-23 del Camerun che nel 2019 (stagione 28) si laurea campione d'Africa. Avvia la seconda utenza per tornare in Romania, questa volta alla guida del Pandurii Târgu-Jiu, risollevandolo dalle paludi della seconda divisione e guidandolo fino alla conquista di un isperato quanto sensazionale scudetto in stagione 34, seppur in un campionato che non ha più molto da dire e sembra ormai abbandonato a se stesso. Nella stagione 36 arriva la svolta grazie alla chiamata del Benfica. Il club lusitano vive da ormai troppe stagioni nell'ombra dopo lo storico scudetto di stagione 15 sotto la guida di mister Marko, e decide di puntare su Goldrake per rilanciare le proprie ambizioni.
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ET: per chi non ti conosce ancora, puoi dirci qualcosa di te? chi è GOLDRAKE nella vita reale? Come hai conosciuto WSM e perché continua a piacerti? Ciao a tutti, mi chiamo Fabio, ho 52 anni e sono di Milano. Sono sposato, ho due figlie e nella vita mi occupo di collaudo software. Ho conosciuto WSM nel lontano 2007 e mi è subito piaciuto perché, a differenza di altri giochi simili, ci sono squadre vere e in ogni stagione c'è sempre un obiettivo da raggiungere, sia in campionato o nelle varie coppe. Nel corso di questi anni ho cambiato poche squadre, mi ritengo un utente serio e ho sempre portato avanti con molta pazienza i progetti ai quali ho lavorato anche perchè, secondo me, WSM è un gioco in cui devi obbligatoriamente programmare nel lungo termine per poter arrivare a vincere qualcosa. La mia carriera inizia quindi con i rumeni del Gloria Bistrita, poi sono emigrato al Fovu, in Camerun, nazione alla quale sono da sempre affezionato sin dal Mondiale spagnolo del 1982. La squadra dei leoni indomabili mi ha da sempre affascinato e ricordo ancora a memoria la formazione del 1990 con i vari Oman-Biyik, Makanaky e Roger Milla che riuscirono a battere i campioni in carica dell'Argentina fino ad arrivare ai quarti di finale. Tornando a noi, proprio perchè non avevo intenzione di abbandonare il mio amato Camerun, ho deciso successivamente di attivare la seconda utenza, tornando quindi in Romania, questa volta sulla panchina del Pandurii Târgu-Jiu, club che dall'anonimato della seconda divisione ho condotto a vincere un incredibile scudetto eclissando il favoritissimo Rapid Bucarest di Stevegil (eravamo solo noi due). Mi sono tolto diverse soddisfazioni, soprattutto in campo nazionale, nonostante mi rendessi conto di come la Romania - come anche tanti altri campionati in giro per WSM -, era diventata una lega molto meno complicata e competitiva rispetto ai primi tempi del gioco a causa del sempre più alto numero di squadre bot. Da lì ho sentito l'esigenza di cimentarmi in un campionato più combattuto e con altre caratteristiche, così, quando si è presentata l'opportunità di andare al Benfica non ci ho pensato due volte e ho fatto le valigie per trasferirmi a Lisbona. ET: Parlaci dell'impatto con il campionato portoghese. Ti aspettavi di poter arrivare a vincere la Taca de Portugal da esordiente? Quando sono arrivato la squadra non era messa benissimo, ma la dirigenza mi ha affidato da subito un grosso budget per la campagna acquisti. L'obiettivo di inizio stagione era la salvezza, in più, volevamo spingergi il più lontano possibile nella Taça. Il mercato è stato anche discreto, sono arrivati dei calciatori che avevo fortemente inseguito, così mattone dopo mattone siamo riusciti a dare del filo da torcere a diverse big e soprattutto abbiamo compiuto un vero miracolo vincendo la Taça de Portugal con una serie di prestazioni incredibili.
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[Estádio da Luz]: è il principale stadio di calcio della città di Lisbona. Ospita le partite casalinghe del Benfica e dai tifosi della squadra è chiamato anche "a Catedral". E' un impianto da 64.000 posti. ET: Qual è il giocatore che ti ha colpito di più da quando sei al Benfica? Sono due giocatori di grande esperienza, il brasiliano Hugo e l'inglese Karl Lewinton, fedelissimi del club. Il primo è il classico trequartista funambolo, cresciuto in Brasile e capace di ottimi inserimenti grazie alla sua grande tecnica; Lewinton è invece il difensore senza fronzoli che ogni squadra dovrebbe avere, determinato, veloce e con grandi letture del gioco difensivo. ET: Parlando un pò di WSM, cosa ti piace di più del gioco e cosa invece cambieresti? Innanzitutto mi piacerebbe sapere con certezza i valori dei giocatori con un tool ufficiale, senza dover ricorrere ai vari file excel, che sono per me scomodissimi, oppure altri tool che girano e che a volte sembrano funzionare a altre volte no. Avevo fatto la proposta in una discussione di portare a 5 le sostituzioni, dato che abbiamo tanti giocatori in rosa a cui dover far fare le famose 6 presenze, ma ha avuto pareri contrastanti fra gli utenti del forum. Cambierei anche il sistema di pescate dal settore giovanile, perché con il metodo attuale vengono cestinati troppi giocatori, è fatto male e la maggior parte degli utenti non mi sembra essere molto contenta. ET: Hai lavorato in tanti Paesi, e hai potuto osservare che ogni campionato ha le sue caratteristiche. Il fattore comune probabilmente rimane la crescita dei giovani. Quali sono le tue impressioni? Credo che i giocatori portoghesi abbiano grandi doti e che la Primeira Liga possa guardare con ottimismo al futuro. Ma è necessario che i giovani abbiano più spazio in campo. Al Benfica stiamo cercando di portare avanti anche questo tipo di cambiamento, dando minutaggio a ragazzi come Manuel Silva, De Albreuin, Wagner, Amdre Guajira, Prpos, O'Callaghan. Sono certo che anche altri giovani del settore giovanile ripagherebbero la fiducia se gli venisse data l’opportunità di giocare, esattamente come stanno facendo loro. ET: Quali sono i campionati che segui di più su WSM? Sei legato a qualche allenatore in particolare? Tendenzialmente seguo i campionati che sono di mio interesse, quindi esamino attentamente tutto quello che succede in Portogallo e in Camerun. Non sono legato a nessun allenatore in particolare ma colgo l'occasione di questa intervista per rinnovare l'invito a tutti i miei colleghi di essere più presenti sul forum, che è sempre aperto ma viene usato troppo sporadicamente. Credo che WSM debba essere soprattutto condivisione. ET: Chiudiamo parlando del Benfica. Come vedi il futuro del club? Quali sono gli obiettivi di questa stagione? Sicuramente proveremo a ripeterci in Taça de Portugal; il cammino dell'anno scorso e la finale conquistata contro lo Sporting ci hanno entusiasmato molto. L'ambiente è carico e anche in campionato proveremo con tutte le nostre forze a migliorare il settimo posto dell'ultima stagione. Il futuro ci appartiene, noi ci crediamo. [16]: E' il numero dei trofei complessivi del Benfica. 1 titolo di Primeira Liga, 8 Taça de Portugal, 1 Supertaça Cândido de Oliveira e 6 titoli di Segunda Liga. __________
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eltanguerowsm · 1 year
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Primeira Liga 36, atto finale
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PORTOGALLO | articolo di Mikalic - 10 aprile 2023 Anche la Primeira Liga portoghese numero 36 si è conclusa e tutti i verdetti sono stati emessi. Si chiude una stagione che ha visto il Beira Mar conquistare il suo quindicesimo titolo portoghese, il quarto della gestione Manson. I gialloneri saranno accompagnati in Champions League dal Porto, mentre in Europa League troveremo lo Sporting Lisbona e il Gil Vicente. Tutti gli altri verdetti nell'articolo. * * * L'edizione numero 36 della Primeira Liga è volta al termine. Come era facile preventivare, il Beira Mar ha conquistato il suo quindicesimo scudo portoghese, festeggiato tra le mura amiche dell'Estádio Mário Duarte dopo l'ultima netta vittoria (5-0) con il Vitoria Guimarães. Per l'undici di Manson da sottolineare alcuni numeri: 71 i gol segnati, decisamente miglior attacco, e 23 quelli subiti, miglior difesa del torneo (in concomitanza con lo Sporting Lisbona). In seconda posizione troviamo il Porto di Alex, che chiude il suo campionato a quota 39 punti, rendendo più tollerabile l’abisso statistico che c’è con il Beira Mar, distaccandosi di “soli” 5 punti in classifica dai gialloneri di Aveiro. L’ultimo gradino del podio spetta allo Sporting Lisbona di Mikalic, che guidato da un ispiratissimo Sergio Fernandez, autore di 15 reti e laureatosi capocannoniere del torneo, tocca i 37 punti, qualificandosi in scioltezza per l'Europa League. Infine, chiudono il capitolo "Europa" il Gil Vicente di McKeane, quarto classificato con 29 punti (sarà Europa League anche per il Galo), il Nacional di Lele con 26 punti, vera grande delusione del torneo, e l'União de Leiria di Ricdo a 16, rispettivamente quinto e sesto classificato, che guadagnano un dignitoso ingresso in Conference League. Subito sotto i piazzamenti europei troviamo il Benfica di Goldrake, settimo (15 pt), e il Braga - bot - (12 pt), ottavo. Per entrambe, salvezza sudata ma meritata. Chi saluta e chi torna in Primeira Liga? Saranno Vitoria Guimarães e Boavista a retrocedere in Segunda Liga. I bianconeri di Oporto tornano in seconda serie dopo 26 stagioni, chiudendo un campionato davvero disastroso e impronosticabile a inizio torneo. Per i bianconeri di Guimarães, senza guida tecnica da ormai due stagioni, salvezza sfiorata fino all'ultimo istante, a dimostrazione della competività della rosa a disposizione. Tornano nella massima serie invece la Moreirense guidata da Copertinese e l'Estoril (bot), rispettivamente prima e seconda classificata nella seconda divisione portoghese. __________
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eltanguerowsm · 2 years
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Le undici delusioni della Primeira Liga
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PORTOGALLO | articolo di Mikalic - 26 gennaio 2023 Prima dell'inizio del campionato ci aspettavamo molto da loro. Pochi mesi dopo, mentre il girone d'andata volge al termine, alcune stelle del campionato portoghese non sono ancora riuscite ad accendersi. Abbiamo quindi stilato la formazione degli undici giocatori che hanno deluso le aspettative in questa prima parte di stagione. * * * PORTIERE: JULIO NUNEZ (UNIAO DE LEIRIA) Una sorpresa in negativo di questo inizio di stagione dell'União de Leiria è stata Julio Núñez; il club rossoblù ha avuto un avvio complicato in campionato, dovuto anche a qualche errore banale da parte dell'estremo difensore uruguaiano, apparso incapace di garantire la giusta sicurezza all’intera squadra in più di qualche occasione. Nunez è il secondo portiere più battuto del campionato dopo Rafael Joje del Braga (bot). TERZINO DESTRO: DANKO BABIC (UNIAO DE LEIRIA) Arrivato dal Dundee United per risolvere i problemi difensivi della squadra di Gervasoni, ha decisamente fallito la missione; Danko Babic, infatti, è uno dei principali problemi della squadra. Chiusure in ritardo, letture difensive sbagliate e la necessità di ritrovare un minimo di fiducia per provare a dare sicurezza a un reparto in seria difficoltà. DIFENSORE CENTRALE: EDD CHINA (BENFICA) Il difensore statunitense rappresenta come nessun altro la pessima stagione vissuta dal Benfica, soprattutto a livello difensivo. Alla sua dodicesima stagione consecutiva con la maglia delle aquile di Lisbona, China ha collezionato una serie di prestazioni negative in Taça de Portugal evidenziando tutti i limiti tecnici che ne hanno condizionato il suo mancato impiego in campionato. Nessuno poteva immaginare una stagione del genere per uno dei beniamini della tifoseria. DIFENSORE CENTRALE: RODOLFO MARQUINHOS (GIL VICENTE) Il secondo centrale di cui dobbiamo parlare è Rodolfo Marquinhos; il brasiliano ex Ado, oltre ad aver disputato alcune pessime partite, si è anche reso protagonista di una stagione a dir poco complicata dal punto di vista automobilistico: ha distrutto la sua Ferrari schiantandosi contro un tram di linea nel centro di Barcelos. La sua squadra si sta giocando i sedicesimi di Champions League ma lui viaggia su binari paralleli. TERZINO SINISTRO: SAAED LABBAD (GIL VICENTE) Dopo aver vinto tutto con gli arabi dell'Al-Qadisiya, Labbad non ha avuto un impatto favorevole con i nuovi colori del Gil Vicente, mostrando qualche insicurezza di troppo. Nel corso della stagione ha alternato alcune buone prestazioni a clamorose amnesie difensive che ne hanno determinato l'ingresso in questa speciale classifica. Sarà meglio tornare sull'italo-giapponese Misugi per il ruolo di terzino sinistro? INTERDITORE: ALESSIO PAGLIACCIA (BOAVISTA) Diventato imprescindibile nel centrocampo bianconero non si sa bene per quale motivo, scalzando dalla titolarità il granitico Wallace, l'ex Goias Alessio Pagliaccia non riesce proprio a mettere a disposizione la sua qualità ad una squadra che sulla carta rimane una delle più forti del panorama lusitano. Deludente in quasi tutte le sue prestazioni, sembra un pesce fuor d'acqua nel contesto Boavista. REGISTA: SULJO PECUR (BENFICA) Partito sulla carta come uno degli uomini chiave del centrocampo biancorosso, il serbo Suljo Pecur ha perso progressivamente la sua titolarità nel corso del campionato a discapito del più giovane (e anche più convincente) Fowkes, dimostrando di dover migliorare dal punto di vista qualitativo. Sebbene il campionato sia ancora lungo, anche il livello di gioco mostrato dal talento ex Metalurh non è stato all'altezza di quello che ci si aspetta da un giocatore tecnico come lui. ALA DESTRA: TOMEE EDINHO (SPORTING LISBONA) Rientrato in patria dopo cinque stagioni in Svezia con la maglia del Djurgårdens, Edinho, non è riuscito a imporsi nelle gerarchie del centrocampo dei leoni di Lisbona, apparendo lento e piuttosto impacciato nelle 4 presenze collezionate fin'ora in campionato. Forse l'anno prossimo, con il rinnovamento che la rosa sembra attraversare, Edinho troverà un ecosistema più favorevole per prendere in mano la corsia laterale. ALA SINISTRA: ESTEVAM COUTO (GIL VICENTE) Il Gil Vicente, di per sé, è stato una delle grandi delusioni di questo inizio di stagione. Una squadra configurata per lottare per i vertici della classifica, si è ritrovata qualche gradino più in basso. Couto è stato nelle ultime stagioni il timone della squadra. Un ragazzo a cui si potrebbe chiedere di organizzare il gioco, sfornare assist e anche segnare partendo dal centrocampo. Ma la stagione 36 non è stata la sua stagione, almeno fin'ora. Ben al di sotto del suo abituale livello fisico, ha accumulato problemi con gli infortuni e, quando è entrato in squadra, non è mai riuscito a incidere fornendo prestazioni al di sotto della media. ATTACCANTE: ALONZO CASALDELIGA (UNIAO DE LEIRIA) Sbarcato in Portogallo dopo aver trascinato a suon di gol il West Ham alla vittoria della Championship inglese, il peruviano Casaldeliga, sembra aver smarrito la bussola dei giorni migliori. Svogliato, a volte un pò goffo e ormai in evidente sovrappeso, ha collezionato 9 presenze con la maglia degli "Os Lis" senza mai andare a segno. Un lento declino per l'ex bomber di Sampdoria, Blackburn e Borussia Dortmund, che a 37 anni, sembra ormai essere vicino al viale del tramonto. ATTACCANTE: EUGENIJUS PANAVAS (NACIONAL) Arrivato dal Paris Saint Germain con tanto hype attorno a se, il lituano Eugenijus Panavas è sicuramente una delle delusioni più importanti del Nacional. Impiegato con il contagocce a causa della forma altalenante, ha fornito prestazioni al di sotto delle aspettative, almeno per quanto riguarda i termini realizzativi. A peggiorare le cose sono state poi alcune foto apparse su alcuni giornali scandalistici, che ritraevano il giocatore lituano nei locali della movida locale in compagnia di diverse donne. Una bella grana per il club di Madeira, che ha dovuto giustificare alla stampa i fatti con non poca difficoltà. Per Panavas solo 2 i gettoni di presenza in campionato e nuovi rumors di mercato. Addio vicino già nel mercato di gennaio? ALLENATORE: ALESSANDRO MONSIGNORE (BOAVISTA) Bagna la sua stagione d'esordio come peggio non poteva: -14 punti di penalizzazione per errori durante le sostituzioni (bug using). Una gestione confusa dovuta anche agli innumerevoli problemi tecnici di WSM, che complica notevolmente il prosieguo del Boavista in Primeira Liga. ALLEGATO SPECIALE: scarica il poster della flop 11 ---> FLOP 11. __________
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eltanguerowsm · 2 years
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La top 11 della Primeira Liga (stagione 34)
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PORTOGALLO | articolo di Mikalic - 20 aprile 2022 Anche quest'anno abbiamo stilato la top 11 della massima divisione portoghese, presentando i principali protagonisti della Primeira Liga, più l’allenatore ideale per guidarli. * * * PORTIERE: BERNAL (BEIRA MAR) Stagione importante quella del brasiliano Bernal, portiere del Beira Mar nonché uno dei motivi per cui gli aurinegros hanno chiuso al primo posto. Agile, sicuro e sempre presente nei momenti chiave, ha dato fiducia a tutto il reparto arretrato che è stato il migliore del campionato portoghese con soli 22 gol concessi. I numeri sono meravigliosi: in 12 partite giocate il portiere verdeoro ha subito 5 reti ed ha tenuto la propria porta inviolata in 7 occasioni (2 MoM), alternando la stagione con l'ottimo Úlfsson. TERZINO DESTRO: SERGIO MARTINEZ (SPORTING LISBONA) Lo Sporting Lisbona ci ha illuso di nuovo. Dopo un inizio scoppiettante era tra le favorite degli scommettitori per la corsa al titolo e la sua difesa sembrava impenetrabile. Alla lunga però i disastri tattici hanno colpito la formazione di Mikalic, che ha dovuto più volte riorganizzare il suo stile di gioco. A salvarsi c’è sicuramente il cileno Sergio Martinez che anche nella scorsa annata aveva impressionato. Tredici partite, 3 gol, una serie interminabile di interventi decisivi e una media voto di 7.72. DIFENSORE CENTRALE: MARIAN SEMAK (BEIRA MAR) Non solo portieri. La splendida stagione difensiva del Beira Mar è stata accentuata da una linea arretrata che è stata di altissimo livello. Abbiamo deciso di premiare il nazionale russo Marian Semak che alla sua terza stagione con i gialloneri non ha fatto mancare il suo apporto in entrambe le fasi, sia come baluardo difensivo che in fase di inserimento, come testimoniano i cinque gol messi a referto nelle 10 partite disputate. Promosso a pieni voti con una media di 8.15. DIFENSORE CENTRALE: NICKLAS KNUTSEN (BEIRA MAR) Altro giocatore fulcro della difesa del Beira: l'esperienza del nazionale svedese Nicklas Knutsen si è sempre fatta sentire in campo. Determinante nei contrasti, tignoso, affamato e qualche volta marcatore, in campionato ha ottenuto una media voto di 8.12 in 9 gettoni di presenza. Ha vinto più volte una maglia da titolare a discapito di un altro pilastro difensivo, il pupillo di mister Manson, Wali Hakki. TERZINO SINISTRO: ROBERTO MISUGI (GIL VICENTE) In attesa di capire se esista un pulsante ‘off’ sulla sua schiena, l'italo-giapponese Roberto Misugi continua a macinare kilometri come se non ci fosse un domani. Cresciuto nel Bayern Leverkusen come esterno offensivo, ha leggermente arretrato il suo raggio d'azione da quando si è trasferito in Portogallo. Il lavoro iniziato da Silvio94 e portato a termine da Simone Satanassi su di lui è stato incredibile e la sua grande crescita ne è la conferma. La sua media voto stagionale è stata di 7.93, arricchita da due gol nelle 16 presenze in maglia gilistas. INTERDITORE: MANFRED WALLACE (BOAVISTA) Il mediano di questa top undici non poteva che essere il sudafricano Manfred Wallace, cervello difensivo del Boavista. Il numero quattro delle panteras non si prenderà la scena dal punto di vista realizzativo ma è stato indispensabile nel sistema di gioco di Ciko, tamponando il gioco anche come centrale di difesa. La sua media voto è stata di 7.78 nelle tredici partite disputate, 2 i gol. Menzione d’onore per Evangelos Antetokounmpo. Il 30enne greco è stato la spina dorsale del Porto e non ha mai fatto mancare il suo contributo (7.56 la media voto), destreggiandosi al meglio anche come esterno. REGISTA: LUIS ABEL XAVI (NACIONAL) L’uomo ovunque del Nacional non può non trovare un posto nella nostra top 11. Da anni si parla di una sua possibile cessione e ogni anno si alza il livello delle squadre che sembrano disposte a prenderlo poiché alza sempre di un pochino l’asticella del suo gioco. In questa stagione Xavi è stato semplicemente meraviglioso - il regista con la migliore media voto del campionato (7.83) - e i 6 gol in undici presenze testimoniano solo in parte questa magnificenza. Dalla prossima stagione farà le fortune dei campioni egiziani dell'Olympic Alexandria, con i quali ha appena firmato un triennale. ALA DESTRA: HUGO MESMIN (BEIRA MAR) Esterno offensivo, regista in cabina di regia, interno, insomma il classico tuttofare. Stiamo parlando di Hugo Mesmin, elemento fondamentale per il Beira Mar sia per la sua duttilità tattica sia per la sua abilità tecnica. Da mezzala può far valere la sua forza fisica e la sua capacità di attaccare la profondità andando ad aiutare il reparto offensivo; noi lo abbiamo messo ala destra per formare un centrocampo sublime. Annata importante per lui in Primeira Liga, dove ha collezionato 5 gol in dieci presenze complessive. La sua media voto è stata di 7.69. ALA SINISTRA: INACIO KENEDY (PORTO) Chiudiamo il centrocampo con un giocatore diventato ormai fondamentale nel Porto di Alex76, Inacio Kenedy. Motorino imprevedibile, scaltro, duttile e tecnico: ha rappresentato il punto di forza del centrocampo dei dragoes risultando uno dei più presenti dell'organico blues. Per lui sedici le presenze e 4 gol per una media voto di 7.51. ATTACCANTE: FRANC KLASINC (GIL VICENTE) Sul ruolo di centravanti penso che non ci siano dubbi; il numero nove del nostro undici è Franc Klasinc, autore dell'ennesima stagione ad alti livelli. L’attaccante sloveno è, senza ombra di dubbio, il più forte nel suo ruolo. Forte fisicamente, abile nel gioco aereo, nel calciare con entrambi i piedi e impossibile da marcare per le difese avversarie. Ha chiuso la stagione a quota 15 gol in diciassette presenze e una media voto di 6.69, laureandosi per la prima volta capocannoniere della Primeira Liga. ATTACCANTE: SID SHORTALL (PORTO) L'americano Sid Shortall è come il vino, invecchiando migliora. A 31 anni è protagonista di una stagione da 15 gol in quattordici partite disputate, impressionante. La punta del Porto è un cervello pensante che sa fare sempre la cosa giusta al momento giusto, impossibile fare a meno di un giocatore del genere. Non può mancare una menzione per Srecko Vracnik, il totem del Nacional che ha raggiunto quota 13 gol in campionato in tredici presenze. Oltre ad essere uno scorer puro sangue sa far salire la squadra nei momenti difficili e farla respirare. Leader. ALLENATORE: ROBY MANSON (BEIRA MAR) Arriva il terzo Scudetto in quattro stagioni per Roby Manson, allenatore esperto e sempre più leader del campionato portoghese. Un risultato che va oltre lo strapotere economico della squadra giallonera, ma che pone la sua lente di ingrandimento sulla capacità dello stesso allenatore di nobilitare il capitale tecnico a disposizione raggiungendo risultati attraverso il gioco. Abituato ai ritmi di apprendimento imposti dalle campagne acquisti del Borussia Dortmund, ha sempre dimostrato di poter valorizzare chiunque venisse lanciato nel suo 4-4-2 al Beira Mar, e di poter rilanciare le ambizioni delle sue squadre ogni volta che sembrava fossero arrivate alla fine di un ciclo. Così dopo la sbandata imprevista della scorsa stagione, è arrivato un grande cammino in questa Primeira Liga numero 34, a spese del Nacional di Lele e del Boavista di Ciko, principali antagoniste dei gialloneri. Questa stagione rappresenta quindi la sublimazione del suo percorso, segnata da 46 punti in diciotto partite giocate, 61 gol fatti e 22 subiti, miglior attacco e miglior difesa del torneo. Ricapitolando ecco la top undici della Primeira Liga 34: Bernal; S. Martinez, Semak, Knutsen, Misugi; Wallace, Xavi, Mesmin, Kenedy; Klasinc, Shortall. All: Roby Manson. __________
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eltanguerowsm · 3 years
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I colori del Campionato Argentino
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DESIGN | articolo di Mikalic - 11 marzo 2022 Abbiamo scelto per voi i rappresentanti delle tifoserie dei 18 club argentini di WSM. Un viaggio grafico tra gagliardetti, simboli, colori, allegria e usanze del popolo argentino fatte ad avatar. * * *
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Gli avatar rappresententano i tifosi di Argentinos Juniors, Banfield, Boca Juniors, Colon, Estudiantes, Gimnasia, Huracan, Independiente, Instituto, Lanus, Newell's, Olimpo, Quilmes, Racing, River Plate, Rosario Central, San Lorenzo e Velez. __________
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eltanguerowsm · 3 years
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Una questione di identità
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ARGENTINA | articolo di Mikalic - 19 gennaio 2021 Abbiamo intervistato l'allenatore del San Lorenzo Mlupi, che ci ha parlato dell'ottimo momento di forma della sua squadra, dei suoi giocatori, di passione e identità. * * * L’ultimo roboante successo esterno (4-0) contro il River Plate ha permesso al San Lorenzo di appropriarsi dello scettro di Campione d’Inverno d’Argentina, ma non si è trattato di un exploit, di un risultato prestigioso da mettere in bacheca e venerare come un’impresa necessariamente isolata. Al contrario, la vittoria contro i Millonarios di Buenos Aires ha chiuso un percorso trionfale per la squadra di Mlupi: il primato in classifica è arrivato dopo sei vittorie, due pareggi e una sola sconfitta in un campionato sempre più complesso come la Primera División, che oltre al San Lorenzo comprende anche Vélez Sarsfield, Newell's Old Boys e Huracan come squadre accreditate per la vittoria finale. Odnes e compagni hanno preso il ritmo in maniera importante sin da subito, inanellando tre vittorie consecutive contro Huracan, Rosario Central e Lanús, fino al doppio pareggio contro Argentinos Juniors e Vélez nei primi di dicembre. Da lì in poi sono arrivate altre 3 vittorie in 4 gare, con l’unico passo falso all’ottava giornata contro il Quilmes (3-5). Risultato: testa della classifica presa e soprattutto la dimostrazione di poter vincere a mani basse addirittura in casa del River Plate, che per onor di cronaca ha iniziato il campionato con l’handicap di dover assimilare la filosofia del nuovo allenatore dopo il doloroso addio di Genzo. Ovviamente per il San Lorenzo vincere il titolo a marzo sarà impresa molto ardua, considerando le importanti ambizioni delle antagoniste Vélez e Newell’s, apparentemente determinate a non mollare il passo nemmeno di un centimetro. Eppure, nel momento in cui una squadra fa più punti di tutti al giro di boa diventa quasi automatica la candidatura come possibile contendente per il trionfo finale.
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A guardare le evoluzioni del San Lorenzo salta subito all’occhio la sicurezza con cui la squadra approccia le gare. Una costante che ricorre molto spesso nelle creature plasmate dal ‘Lupo’, soprattutto nella fase più matura del suo percorso da allenatore. L’ingrediente fondamentale per il piano di gioco della capolista si basa soprattutto sulla perfetta realizzazione dei capovolgimenti di fronte, utili a mettere in mostra la tecnica e lo strapotere atletico degli interpreti offensivi. A dare manforte all’ottimo primo scorcio di campionato c’è anche il fatto di non aver dovuto, malvolentieri, far fronte a impegni di Federation Cup, terminata anzitempo per mano dei brasiliani del Ponte Preta. Ora, però, più di qualcuno benedice il fatto di potersi concentrare su un solo appuntamento a settimana, considerando che le coppe nazionali non sono ancora entrate nel vivo. [IDENTIKIT]: Matteo Lupi, è nato a Ferrara il 24 agosto 1971. Ha iniziato ad allenare su WSM nella stagione 6, allo Sportivo Luqueño. Poi la lunga gavetta europea sulla panchina del Vojvodina fino ai primi trofei con Tromso, CSKA Kiev e la conquista dell’Europa League con il Belgrado. Nel mezzo, anche due brevissime parentesi con Valencia e National Bucarest. Con la seconda utenza ha guidato Coquimbo Unido, Tigres, AUN e ora il San Lorenzo. ET: per chi non ti conosce ancora, puoi dirci qualcosa di te? chi è MLUPI nella vita reale? Come hai conosciuto WSM e perché continua a piacerti? Ciao a tutti, mi chiamo Matteo, ho 50 anni e sono di Ferrara. Inizio subito a dire che sono completamente innamorato della mia Spal, squadra che seguo direttamente dai gradoni della curva dai tempi in cui ero un ragazzino. Lavoro in banca a Bologna, ho un figlio di 15 anni e WSM, tra le altre cose, fa parte ormai della mia vita. Mi sono iscritto nel 2007, mi pare dopo aver letto un articolo su Sportweek, il magazine della Gazzetta dello Sport, e la mia prima panchina è stata quella dello Sportivo Luqueño in Paraguay. ET: parliamo subito del San Lorenzo, che sta attraversando un ottimo periodo di forma in campionato e sta facendo sognare i tifosi. Si può dire che è la tua creatura meglio riuscita da quando sei allenatore? Sicuramente posso affermare che è una squadra che sento molto mia, anche perché dei 31 giocatori in rosa, soltanto 5 fanno parte della precedente gestione; quindi, è quasi tutta farina del mio sacco. Quest’anno è partito decisamente bene per noi, siamo più attenti dietro e subiamo meno reti, mentre in avanti abbiamo dimostrato di essere molto concreti e pericolosi. Ovviamente, siamo molto felici e cerchiamo di goderci la situazione. Nonostante questo, siamo anche consapevoli che il campionato è ancora lungo e sappiamo quanto sia difficile affrontare i nostri rivali. Tra le big, temo soprattutto Vélez ed Huracan, subito dopo anche il Newell’s, mentre il River sta facendo più fatica del solito. Il nostro obiettivo minimo rimane comunque l’accesso alla Panamericana. Da lì, tutto ciò che viene è il risultato del lavoro, della perseveranza e di tutto quello che stiamo facendo di buono per mantenere alto il nostro livello competitivo. ET: avete una mentalità offensiva. Vogliamo giocarcela sempre, con tutti. Al Nuevo Gasómetro abbiamo appeso un cartello: Si può fare. È il nostro mantra. Così i giocatori finiscono per crederci. Abbiamo un attacco che sta facendo molto bene: l’uruguaiano Savall è stato capace di inserirsi in fretta nel gruppo e ci ha stupito tutti per la sua incredibile vena realizzativa (11 gol in 11 gare), poi i soliti Odnes, Polo e Navarro hanno fatto il resto, e non a caso abbiamo il miglior dato offensivo del campionato con 33 gol segnati. Impressionante il primo anno del giovanissimo Aimar, regista arrivato dalla nostra cantera e già in odore di maglia Albiceleste, che porta quasi sempre a casa i 3 pallini verdi ed è un campione nella testa oltre che nei piedi. Può giocare titolare sempre ma va accompagnato, perché abbia il tempo di metabolizzare ciò che gli succede intorno. ET: Ultimamente ha tenuto banco in Argentina l'addio di Genzo dal River Plate, ferocemente criticato dopo aver accettato il successivo incarico al Fluminense. Qual è il tuo pensiero? Quando ho allenato in Serbia, per ben nove stagioni, ho imparato questo termine: dòmovina, che ha un significato importante nelle lingue slave ma non credo abbia equivalenti in italiano. Descrive il posto dove si è nati, e dove si è trascorsa l’infanzia. Oppure il posto nel quale ci si identifica e nel quale ci si sente a casa. Genzo è un mister molto preparato, sempre attivo sul forum, con il quale ho stretto un buon rapporto nel corso di questi anni e con il quale mi sentivo spesso. Mi spiace sia andato via, per di più da un grande club come il River Plate. Sinceramente non capisco le motivazioni per andare in Brasile, perché allenare qui in Argentina deve essere innanzitutto una questione di identità. Perché dietro una maglia, uno scudo o una bandiera, quello che apparentemente è soltanto un modo per distinguersi dagli avversari, c’è una massa di valori che - specie da queste parti - è molto valorizzata. È il veicolo di ogni club. È il testimone della missione che la squadra si pone da sempre. Non si ferma agli obiettivi annuali, ma è qualcosa di ancora più grande. È il senso di appartenenza. ET: Quali sono gli allenatori che segui di più del panorama argentino? E quali invece in Europa? In Argentina seguo più o meno tutti, mi piace guardare nel dettaglio anche la Seconda Divisione. In Europa guardo invece molte partite di Champions League e qualche big match domenicale. Gli allenatori che stimo sono moltissimi, ma oltre a guardare le partite, mi piace molto andare a scovare nuovi giocatori e leggere i resoconti che mi arrivano dagli osservatori, sempre impegnati a cercare giovani talenti in giro per il mondo. ET: Parlando invece di WSM e considerando che sei un utente di vecchia data, qual è l'aspetto che più ti piace di più del gioco? E cosa invece cambieresti? Di WSM mi piace francamente tutto e trovo stucchevoli le critiche che ogni tanto arrivano al game da parte di molti utenti, che siano fantasie sul motore o altro. Non bisogna dimenticare che è un gioco che ha 17 anni e che il suo creatore, il mitico Daniele Paviani from Ravenna, è andato via diverso tempo fa, affidando tutto il pacchetto alla nuova gestione. Immagino non sia un lavoro proprio facilissimo da ereditare e da portare avanti. Per quanto riguarda le nuove implementazioni, sicuramente mi piacerebbe gestire WSM tramite un App dal cellulare, perché oltre alla comodità in sé, credo sia anche una possibilità di attirare nuovi utenti nel gioco. Un’altra bella idea sarebbe l’introduzione degli assist, che renderebbe ancora più complesso e affascinante WSM. ET: Tornando a parlare di San Lorenzo, qual è il giocatore a cui sei più legato? E quale giocatore avversario ti ha stupito più di tutti in Argentina? In cima alla classifica metto il danese Benny Odnes, arrivato pochi giorni dopo il mio sbarco a Buenos Aires e rivelatosi uno dei marcatori più prolifici del club. Se parliamo di giovani invece, non posso non menzionare due canterani come Matias Polo e Pablito Aimar, che faranno le fortune del club nel prossimo futuro, così come il nuovo acquisto Aurelio Savall, preso per due noccioline dal Danubio, e ora cercato da mezza Europa. Per il resto mi hanno sempre impressionato le prestazioni di Davor Yelic, bandiera e bomber inossidabile dell'Huracan, così come quelle dell’estremo difensore Sauncho De Alencar del Newell’s. ET: Hai parlato di identità e senso di appartenenza durante questa intervista. Per concludere, qual è l’identità del San Lorenzo? Come vedi il futuro del club? Il San Lorenzo per me è pura passione. È un percorso iniziato con tanta convinzione quattro stagioni fa, un sentimento di appartenenza che mi ha spalancato le braccia e con il quale mi sono ormai identificato del tutto. Dobbiamo affinare alcune cose e cercare di essere più ambiziosi, ma penso che le cose stiano andando bene. Nel breve periodo dovremo gestire al meglio gli over 32 e sviluppare il lavoro del settore giovanile, partendo da basi già molto valide. Abbiamo sempre avuto grandissimi giocatori davanti, ora invece servirebbe un portiere che dia maggiori garanzie al reparto difensivo. Dopodiché potremmo tornare ad essere competitivi ogni stagione e poter dire la nostra sia in campionato e chissà, forse anche in Copa Libertadores. [23]: E' il numero dei trofei complessivi del Club Atlético San Lorenzo de Almagro. 7 titoli di Primera División, 3 Federation Cup, 3 Coppe Nazionali, 7 Supercoppe, 1 Copa Panamericana e 2 Libertadores. __________
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eltanguerowsm · 3 years
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PRIMEIRA LIGA, IL PUNTO DI CIKO
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PORTOGALLO | articolo di Ciko - 11 gennaio 2021 Gli Aurinegros del Beira Mar sono Campioni d'Inverno: la Primeira Liga si tinge nuovamente di giallonero. Il resoconto di Ciko su come è andata questa prima parte di campionato. * * * Non sarà un trofeo in bacheca, ma è pur sempre il primo risultato su cui tracciare bilanci. Il titolo di Campione d'Inverno, ora che siamo a gennaio, inizia a popolare la mente dei tifosi. Ma se nei principali top campionati europei la situazione in vetta è ancora incerta e ingarbugliata, in Portogallo c'è già chi sta festeggiando. Il Beira Mar è tornato ad essere – almeno in patria - lo schiacciasassi di qualche anno fa, chiudendo questa prima parte di stagione a +4 sulle antagoniste Boavista e Nacional. La formazione stellare di Roby Manson può già festeggiare il primo simbolico titolo dell'anno dopo aver nettamente dominato tutto il girone di andata e aver messo dietro di sè tutte le avversarie. I gialloneri hanno sbancato infatti tutti i big match: 4-2 al Boavista, 3-1 al Porto, 3-1 allo Sporting, addirittura 4-1 al Nacional, sbandando soltanto sul campo dell'Estoril (1-1) a inizio dicembre. Una stagione che, a scanso di colpi di scena, sembra già essere incanalata sui binari gialloneri, con l'ennesimo scudetto (sarebbe il terzo dell’era Manson) pronto a materializzarsi sul petto di Verne e compagni se le cose dovessero continuare in questi termini. Le avversarie non sono state di certo a guardare, anzi, la classifica parla chiaro: al netto degli scontri diretti, Boavista e Nacional sono subito dietro ai gialloneri, anche se distanti 4 punti, con il Porto più distaccato ad occupare la quarta posizione. Il nuovo Boavista targato Ciko, che insegue lo scudetto dopo l’ultimo successo in stagione 23, è ancora costretto a stare dietro. Dopo la brutta partenza determinata delle sconfitte contro Sporting Lisbona e Beira Mar, i bianconeri di Oporto hanno però iniziato a sfornare prestazioni sempre più convincenti, grazie soprattutto alle sue bocche di fuoco offensive, con ben 33 reti fin qui realizzate, dodici delle quali messe a segno dal duo Mamba-Dunga. Bene anche il Nacional, che dopo lo storico scudetto della scorsa stagione manca clamorosamente la ciliegina della Supertaça a novembre, ma si riconferma squadra solida e molto equilibrata anche grazie alla seconda miglior difesa del campionato. Occhio però, perché le due eclatanti sconfitte contro Boavista e Beira Mar sembrano essere un chiaro segnale di come sia cambiata la musica per gli uomini di Danielinho rispetto all’ultimo campionato. Passiamo al Porto, sorpresa in positivo della nuova Primeira Liga. La squadra di Alex esprime un calcio propositivo, efficace e difensivamente più solido rispetto allo scorso anno, schierando in campo un mix di esperienza e qualche giovane in rampa di lancio come il gioiellino Aparece, che ha ripagato la fiducia del tecnico con otto centri in 15 partite complessive tra Campionato ed Europa League. Un gradino più sotto c’è l'Estoril di Bobone, che si riconferma mina vagante del torneo grazie al suo calcio verticale fatto di vie centrali, trequartisti slavi con un look anni 80 e guidata dallo spagnolo Cojuango, sempre più uomo simbolo del popolo gialloblù di Cascais. Scendiamo ancora per trovare in sesta posizione il Gil Vicente del bomber Klasinc (attuale capocannoniere della Primeira Liga con dieci gol) che dopo aver portato a casa la Supertaça battendo il più quotato Nacional, ha iniziato a balbettare in campionato, offrendo prestazioni altalenanti per tutta questa prima parte di stagione, colpa anche di una difesa tra le peggiori della competizione. Stesso destino per lo Sporting Lisbona, vera grande delusione di questo girone d’andata, partito a razzo con la manita al Boavista alla prima giornata per poi scivolare in fondo alla classifica dopo una lunga serie di risultati negativi che hanno tolto alla squadra di Mikalic un po' di quella sana e ingenua spregiudicatezza nel proporre i suoi schemi di gioco alternativi. Una delle poche note positive per i leoni è stato l’impatto devastante dell’olandese Van der Rohe con il calcio portoghese, letteralmente esploso allo Sporting dopo la gavetta in Argentina con le maglie di Racing e Boca, e andato a segno per ben dieci volte tra Campionato e Taça de Portugal. Chiudiamo il discorso Primeira Liga parlando delle palesi difficoltà tecniche di un Vitoria Guimarães che ha la fortuna di avere dietro di sé le due bot – Braga e Académica - già condannate alla quasi certa retrocessione, dando così ampio margine d'errore alla squadra dell’esordiente Sacquy, alla guida di questa neopromossa che ha dimostrato di essere qualche passo indietro rispetto alle altre. Occhio però al mercato di riparazione, che da queste parti hanno già dimostrato di saper fare, e che potrebbe regalare ai bianconeri qualche rinforzo utile - magari in attacco - per continuare l'ottimo percorso fatto invece in Taça de Portugal, sogno nel cassetto del popolo vimaranense. Piccola parentesi sulla Segunda Liga, dove l'União de Leiria sembra non avere rivali per il grande ritorno in massima serie, primo a +6 dalla seconda, in un campionato tra squadre bot e altre gestite come tali (vedi Benfica o Moreirense). Ottimo il lavoro del mister biancorosso Ricdo, che sembra aver gettato le basi per un progetto a lungo termine fatto di giovani promesse. CLASSIFICHE
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eltanguerowsm · 3 years
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Le 15 maglie più belle di WSM
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DESIGN | articolo di Mikalic - 9 dicembre 2021 Dopo avervi fatto sanguinare gli occhi con la classifica delle 10 MAGLIE PIÙ BRUTTE DELLA STORIA DI WSM, è giunto il momento di dare visibilità a chi invece ha mostrato buon gusto nel disegnare la maglia perfetta, mescolando una buona dose di stile, sobrietà ed eleganza in una manciata di pixel. Abbiamo selezionato così le 15 maglie più belle di WSM. * * * Esiste un codice delle maglie da calcio condiviso da tutti gli appassionati del genere. Ogni sfumatura è un messaggio diverso, ma spesso chiaro, inequivocabile. Superano anche il tifo, per diventare una dichiarazione universale di condivisione. Negli ultimi tempi, anche molti utenti su WSM trattano il lancio delle nuove divise alla stregua degli acquisti più importanti. La personalizzazione di questo aspetto ha molti punti in comune con un colpo di mercato – l’eccitazione per le cose nuove, l’attesa per ciò che verrà svelato, l’idea che sta ripartendo un’altra stagione – ma nel caso delle maglie da calcio c’è qualcosa in più: la possibilità di comunicare la propria identità, i propri valori, le proprie radici. Anche su WSM le società di calcio si comportano da veri e propri brand perché lo sono in pieno, e quindi quello che vestono è anche quello che vendono. E se quello che vestono piace, il club ne guadagnerà sotto ogni punto di vista. La maglia diventa un elemento di forte riconoscibilità da cui far valere il proprio buon nome a tutto il resto della comunità. Parlare di maglie da calcio significa, perciò, parlare dei club stessi: la loro veste è la loro identità. Ci sono squadre che, per prestigio e forza economica, partono “avvantaggiate”: godono di una maggiore audience, hanno dalla loro un blasone e firmano contratti milionari con i migliori giocatori del momento. Ma a volte non basta, e ci sono anche “piccole” capaci di fare passi in avanti sotto questo profilo ed essere in grado di far parlare di sé anche per questi aspetti secondari del gioco. Quella che segue è una selezione delle migliori quindici maglie attualmente in giro su WSM, a livello mondiale: ecco chi ha saputo declinare tutti i concetti di cui abbiamo discusso in design stilisticamente efficaci e fedeli agli originali. #15: JEF UNITED (GIAPPONE)
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Smuoviamo subito le acque: si parte dai kit di una squadra asiatica attualmente bot, il JEF United Ichihara Chiba, club della J-League giapponese. Completini davvero molto dettagliati e bellissime colorazioni richiamano alla perfezione quelli reali grazie a un mix stilistico molto affascinante. #14: WERDER BREMA (GERMANIA)
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Quella del Werder Brema è una delle maglie più iconiche del gioco, che porta inevitabilmente alla memoria la gestione di lunga data del suo storico allenatore: Roby Dax, più di un istituzione in Germania. Al momento la squadra è bot e ultima in seconda divisione ma le sue maglie sono quelle più ricercate dai collezionisti tedeschi. #13: TIROL (AUSTRIA)
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Altra piccola rarità per gli amanti dei completini fatti bene: la squadra è il Fußballclub Tirol Innsbruck, che nella realtà non esiste più dal 2002 (sostituito dal Fußballclub Wacker Innsbruck) e su WSM galleggia invece nelle acque della seconda divisione austriaca. Un lavoro certosino per quanto riguarda i kit, che risultano molto elaborati e stilisticamente perfetti nella loro realizzazione. #12: SPORTING LISBONA (PORTOGALLO)
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Altri completini piuttosto celebri sono quelli dello Sporting Lisbona, società portoghese sempre molto attiva dal punto di vista del design, anche grazie a un team creativo di assoluto livello e sempre al passo con i tempi. Modelli che si diversificano anche in base alle competizioni, rimarcano allo stesso tempo un'identità forte grazie ai colori a bande orizzontali conosciuti in tutto il mondo, il bianco e il verde. #11: CAGLIARI (ITALIA)
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Sbarchiamo in Italia, dove il Cagliari ci offre una delle maglie più belle di tutta la Serie A. Semplice ma allo stesso tempo molto curata nei particolari è la prima maglia, che presenta la classica doppia banda larga rossa e blu. Più impegnativo invece il kit trasferta a linee verticali, che riporta fedelmente le textures del 'Casteddu' della real life. Coerenza stilistica niente male per un club in grande crescita, non solo a livello di brand, sotto la gestione Holly. #10: MOREIRENSE (PORTOGALLO)
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I quadrettoni biancoverdi, le rifiniture dorate, la trama tono su tono: la maglia home del Moreirense è una piccola chicca per gli appassionati del calcio lusitano e non solo. Il rinnovamento totale del club con sede a Moreira de Cónegos è avvenuto grazie alla nuova gestione di Copertinese, utente storico del Portogallo tornato da queste parti per rilanciarsi. Il secondo kit è decisamente più audace nei colori, con il verde fluo che accende i pantaloncini e contrasta alla perfezione la semplicità della maglietta, ricca comunque di particolari. #9: RACING CLUB (ARGENTINA)
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Una delle maglie più iconiche d'Argentina è sicuramente quella del Racing di Avellaneda. Entrambi i kit sono disegnati con maestria e riportano fedelmente l'identità, i colori, la passione e il design caratteristico del club della provincia di Buenos Aires. #8: AMERICA (MESSICO)
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Restiamo in Sudamerica e facciamo visita al Club América, squadra messicana tra le più amate e riconosciute in tutto il mondo. Entrambi i kit sono un esempio riuscito di come fare le cose per bene, senza strafare: un design pulito e convincente, il color crema che si sposa perfettamente con i richiami blu nella prima maglia, la trama blu con i particolari rossi nel secondo completino. Efficace, accattivante e sicuramente molto distintivo. #7: KAWASAKI FRONTALE (GIAPPONE)
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Si ritorna in Giappone, dove ci aspetta il Kawasaki Frontale, altra società bot della J-League giapponese. Entrambi i modelli sono un risultato decisamente positivo di come personalizzare al meglio il proprio club con finiture dettagliatissime. Interessante la scelta dei laccetti visibili sui pantaloncini. #6: CELTIC (SCOZIA)
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La maglia di una delle due fazioni di quella che in Scozia viene definita Old Firm - ovvero la rivalità tra i Celtic che rappresentano la comunità cattolica di Glasgow e i Rangers, che invece rappresentano quella protestante - è praticamente rimasta invariata nel corso degli anni, mantenendo una bellezza e un fascino mistico che è diventato unico nel suo genere. La sua leggendaria immutabilità la rende a tutti gli effetti un baluardo storico del calcio scozzese. La maglia home è rifinita con l'arancione, che impreziosisce il bordo delle maniche e dei pantaloncini. Più trasgressiva la maglia away, con la scelta vincente del giallo-nero. #5: VASCO DA GAMA (BRASILE)
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Una delle maglie più ricercate del Brasileirão è quella del Vasco da Gama, che si presenta completamente nera con la classica banda diagonale bianca dove campeggia la croce rossa di Malta. Nella parte sinistra spicca invece il simbolo della Umbro, storico sponsor tecnico del club. Il pantaloncino è nero e pieno di particolari, mentre i calzettoni sono neri con rifiniture bianche. Su entrambi i completini sono presenti infinite croci di malta che caratterizzano in modo inequivocabilmente la tradizione e il legame del club al Portogallo. Il Vasco è infatti un club seguitissimo da tutti gli emigranti di origine portoghese. #4: LILLE (FRANCIA)
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Altra preziosità rara per gli amanti delle magliette è la proposta del Lille, che esibisce i suoi modelli richiamando le maglie Umbro della stagione 2012/13. La prima maglia è rossa con inserto triangolare blu navy che asseconda la forma del colletto. Pantaloncini completamente blu e calzettoni blu con una fascia orizzontale rossa. La maglia da trasferta è bianca con inserto rosso e colletto a V con righine tono su tono. Pantaloncini bianchi e calzettoni che ricalcano quelli della divisa home, con il bianco al posto del blu. Segno distintivo del club è lo storico sponsor "Partouche" a centro maglia, che caratterizza fortemente entrambi i modelli. #3: GREMIO (BRASILE)
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Saliamo sul podio per omaggiare i brasiliani di Porto Alegre del Gremio, una delle squadre più seguite di tutto il Sudamerica. La maglia casalinga presenta le consuete tinte tricolori tipiche del Gremio, con l’azzurro, il bianco e il nero. La divisa away è bianca con una grafica ben curata a strisce orizzontali celesti e nere. Entrambi i modelli richiamano il design Kappa. #2: BOAVISTA (PORTOGALLO)
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La tradizionale maglia a scacchi bianconeri, abilmente ridisegnata da Raptus - uno dei massimi esperti del settore -, colloca il Boavista tra i top club di questa speciale classifica. Facendo riferimento ai completini della stagione 2020/21, le maglie mettono in risalto tutta la forza di un brand con pochi eguali su WSM. «Ha venduto quattro volte di più di qualsiasi altra maglia del Boavista», ha detto il direttore commerciale delle panteras. La maglia home è classica, accuratamente definita attorno allo sponsor di colore giallo ocra che prende la parte centrale. Più semplice la maglia da trasferta, quasi completamente bianca con dettagli neri. Comunica un’eleganza immediata. #1: MILAN (ITALIA)
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Altro maestro indiscusso del kit designer è Johnmcf, che ripropone su WSM le maglie del Milan della stagione 2012/13, un mix tra gusto vintage e maestria grafica. E' un diavolo con le strisce più larghe e il colletto bianco, che fa riferimento allo stile Puma di quegli anni. La seconda maglia richiama la divisa degli anni ’50, con la banda orizzontale rossonera al centro: pochi fronzoli, tanta sostanza, una maglia che fa un figurone pure indossata come capo casual. Un lavoro perfetto che mette in risalto i dettagli giusti e, di conseguenza, merita tutto l’apprezzamento degli appassionati. __________
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eltanguerowsm · 3 years
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L’inaspettata crisi del Galo
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PORTOGALLO | articolo di Mikalic - 3 dicembre 2021 La squadra di Barcelos non ha ancora vinto una partita in questo campionato, un avvio tutto in salita per l'undici di Satanassi nella nuova Primeira Liga. * * * La terza sconfitta consecutiva in campionato ha quasi cancellato il trionfo in Supertaça di un mese fa contro i campioni del Nacional. Un dolce ricordo che rende un pò meno amara questa crisi di risultati in un novembre nerissimo per il Gil Vicente, costretto ad arrendersi al cospetto di Beira Mar, Porto ed Estoril. E quindi, inevitabilmente, i rossoblù sono ultimi in classifica a zero punti e risultano essere una delle otto squadre - non bot - nei cinque campionati top in Europa ad aver collezionato fino a questo momento zero vittorie in campionato. Le altre sette sono il Lecce, il Liverpool, il Betis, l'Atletico Madrid, l'Hannover e il Partick Thistle. L’ultimo incontro di Primeira Liga contro l'Estoril ha rappresentato una grande occasione sprecata per il Gil Vicente: la squadra gialloverde era probabilmente - ed è - uno dei pochi avversari contro cui era possibile immaginare una partita tecnicamente equilibrata, se non a favore del Gil Vicente. E invece è finita 3-2 per gli uomini di Bobone, un altro risultato inaspettato che ha lasciato l'amaro in bocca a molti tifosi. Ora gli uomini di Satanassi dovranno affrontare l'Academica (bot), che ancora in attesa di un allenatore condivide l'ultimo posto in classifica con i rossoblù di Barcelos. Non è eccessivo parlare di partita decisiva, di ultima spiaggia, per il Gil Vicente: non tanto per risalire subito la classifica, quanto per il calendario che attende la squadra di Satanassi. Dopo la trasferta di Coimbra, infatti, i galletti sono attesi da quattro sfide impegnative contro Sporting Lisbona, Braga, Boavista e Vitoria Guimarães, prima di chiudere l’anno solare con Nacional, Beira Mar e Porto. Insomma, la situazione è abbastanza compromessa per non dire drammatica. Soprattutto dal punto di vista difensivo: il Gil Vicente ha già subito 10 reti in 3 gare e forse non è un caso, soprattutto se consideriamo che i difensori più utilizzati da Satanassi sono Morillo, Marquinhos, Zonta e Goggings. È evidente che la qualità difensiva a disposizione del tecnico rossoblù sia venuta a mancare in queste prime giornate, così come testimoniano le medie voto dei sigoli giocatori del pacchetto difensivo. Negli altri slot della formazione titolare, gli unici elementi con doti e prospettive incoraggianti sono invece Misugi, Capucho, Alfonso, Jurada e Klasinc, tutti atleti con caratteristiche offensive e in ogni caso di valore medio-alto, considerando il contesto della Primeira Liga. Ovviamente Satanassi si è detto «certo e contento» delle qualità dei giocatori a sua disposizione, e sarebbe stupido pensare di farlo rientrare tra i colpevoli di questa situazione. Resta il fatto, però, che il Gil Vicente è una squadra che difende malissimo e che gioca un calcio poco sofisticato, poco redditizio, almeno in campionato. Si, perchè di tutt'altro impatto è stato l'esordio in Conference League, dove il Galo ha inanellato invece tre vittorie consecutive nel suo girone, seppur contro i non irresistibili Dundalk, Marsiglia e AZ, assicurandosi il passaggio ai sedicesimi di finale. Un segnale importante per una squadra alla ricerca della sua vera identità, anche perchè la stagione è ancora soltanto all’inizio ed è doveroso provare a voltare pagina sin da subito. __________
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eltanguerowsm · 3 years
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Guida alla Primeira Liga 34
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PORTOGALLO | articolo di Mikalic - 18 novembre 2021 Riparte la caccia al titolo di campione di Portogallo: dalle favorite alle neopromosse fino ai volti nuovi, tutto sulla Primeira Liga 34. * * * Pronti via e subito la prima sorpresa. La stagione 34 del calcio portoghese si è aperta con l'assegnazione del primo trofeo, la Supertaça Cândido de Oliveira. Ad aggiudicarsela è stato il Gil Vicente, che ha superato di misura i campioni di Portogallo del Nacional allenati da Lele. Un avvio deludente per gli 'alvinegros' di Madeira, che si presentano da campioni in carica ai nastri di partenza della nuova Primeira Liga con l'obiettivo di confermarsi tra le big, dopo la clamorosa vittoria del campionato nella scorsa stagione.
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LE FAVORITE Quello del Nacional dello scorso anno è stato un vero e proprio miracolo, che difficilmente si ripeterà. La squadra bianconera ha perso due grandi protagonisti dell’undici titolare come Boban e Kristoffersdatter, e probabilmente non ha svecchiato come avrebbe dovuto una rosa che inizia a dare i primi segnali di decadimento. In più, il mercato in entrata non ha regalato il grande colpo che tutti si aspettavano dopo la conquista del primo storico scudetto. Il Nacional riparte comunque con l'obiettivo di dare continuità a quanto di buonissimo fatto nell'ultima stagione, magari con un piazzamento in Champions, ma per la corsa al titolo c'è una sola grande favorita ed ovviamente è il Beira Mar. Difficile, quasi impossibile che i gialloneri di Roby Manson manchino la vittoria del titolo anche quest’anno, specie dopo il super mercato portato avanti nel corso della scorsa estate e rifinito nell’ultima sessione con gli arrivi degli spagnoli Noseda e Azcarate dal Real Saragozza. Per il resto la squadra di Aveiro è cresciuta molto dal punto di vista dei meccanismi di gioco e dovrebbe far dimenticare molto presto il quarto posto racimolato nell’ultimo campionato. Occhio però al possibile grande rilancio dello Sporting Lisbona, che in termini di calciomercato è stata la squadra più attiva tra tutte le portoghesi: in un colpo solo sono arrivati infatti quattordici volti nuovi mentre diciassette giocatori hanno lasciato l’Alvalade. Il nuovo progetto ha preso il via subito dopo la cessione del bomber argentino Rodolfo Mauceri, idolo indiscusso della torcida leonina, ed ha visto arrivare giocatori del calibro di Jens Malisse dal Gent, Del Moral dall’Atletico Mineiro, Goss e Porbjörnsson dal Louviéroise e Mateus Helveg dal Palmeiras su tutti. Una squadra costruita per lottare per i primi tre posti, con un reparto offensivo tutto nuovo e Mikàlic confermato in panchina. Percorso inverso invece per il Boavista, che ha effettuato pochi ma significativi cambiamenti. Soprattutto, è cambiato l’allenatore: salutato Raptus, passato alla Dinamo Kiev, la dirigenza ha voluto puntare tutto su Ciko. L’ex allenatore del Middlesbrough avrà l’obbligo di dare continuità al progetto iniziato dal suo predecessore puntando con decisione al primo posto. Dovrà farlo con una squadra che ha cambiato pochissimo: ha perso il bomber Da Assuncao, volato in cile, e gli esterni difensivi Ordonez e Lipovac, inserendo Peixe come difensore centrale di alto calibro e il belga Dierickx in avanti. Migliorare le prestazioni dell’anno scorso non è follia ma è quello che si aspettano i tifosi dopo due secondi posti consecutivi.
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LE POSSIBILI SORPRESE Al numero uno tra le possibili sorprese c'è il Gil Vicente di Simone Satanassi, pronto a disputare un campionato di livello puntando tutto sul gioco frizzante e offensivo che abbiamo potuto notare nelle prime uscite del 'Galo'. L’obiettivo è migliorare il sesto posto della scorsa stagione, e il mercato ha confermato le ambizioni del club con gli arrivi di Jurada dal Cacovek, Capucho dal Bologna, Alfano, Sabau e Mandandan dal Borac, Alfonso dal Ponte Preta e soprattutto Reinassance dal Mladost Lucani. Se Satanassi troverà la giusta quadratura potremo vederne delle belle. Forse un passo indietro la formazione del Porto, per la quale non sarà semplice confermare l’ottimo terzo posto dell’ultimo campionato. Attenzione, comunque, al solido impianto di gioco e ai giocatori d’esperienza come Shortall, Dohring e Antetokounmpo, che dovrebbero garantire ad Alex una stagione senza particolari grattacapi. Dal mercato tante cessioni e un solo acquisto, e l’addio di Tome Nunho pesa come un macigno. Dei tanti giovani mandati in prestito in giro per il mondo, è rimasto il fantasista rumeno Alexandru Aparece, sul quale la società ha voluto puntare dopo la poco convincente stagione in maglia Moreirense. Un po' più defilata rispetto a queste ultime è invece l’Estoril di Bobone, che dopo l’ottimo esordio della passata stagione punta a riconfermarsi come mina vagante del campionato. Il mancato mercato in entrata da parte della società, però, ha messo un po' di dubbi alle aspettative dei tifosi ‘Canarinhos’ e nonostante le riconferme di Favreu e Cojuango, il cammino nella nuova Primeira Liga potrebbe essere più difficile del previsto.
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LE NEOPROMOSSE Benfica e Moreirense hanno salutato la Primeira Liga con la retrocessione al termine della passata stagione. Al loro posto ci saranno Academica e Vitoria Guimarães. Guidati dall’esordiente Sacquy, i ragazzi del Vitoria Guimarães sono riusciti a festeggiare il ritorno nel massimo campionato portoghese dopo ben quattordici stagioni. I 'Vimaranenses' hanno condotto un campionato straordinario, scoprendo una squadra capace di conquistare il primo posto in Segunda Liga con la miglior difesa e un gruppo bel collaudato di giovani e giocatori più esperti. A completare l'opera ci ha pensato la società, allestendo una rosa che si pone come obiettivo quello della salvezza tranquilla. Nell’ultimo mercato sono arrivati così Keglovits e Nunho dallo Sporting Lisbona, Morillo e Patricio dal Porto, oltre ai vari Ioscopula dall’Olympiakos, Beresch dal Karpaty Lviv, Caso dal Rosario Central e gli svincolati Turgulan e Guentchev. Un progetto portato avanti con parsimonia e un mercato al risparmio, fatto spesso di parametri zero e prestiti. C'è dunque grande curiosità su questa piccola creatura calcistica, che proverà a sfruttare l'effetto sorpresa per conquistare una salvezza che sarebbe già storica. Più sfortunata invece l’Academica de Coimbra, che dopo il mercato importante della scorsa stagione, ha esonerato l’allenatore Baffo, ritrovandosi in Primeira Liga senza una guida tecnica. La formazione 'A Briosa' si è piazzata al secondo posto, proprio alle spalle dei bianconeri del Vitoria Guimarães grazie al miglior attacco (ben 52 gol fatti) e al capocannoniere del torneo Luke MacCord, che ha trascinato la squadra in Primeira Liga per la seconda volta nella sua storia. La squadra è ricca di giovani promesse ma la salvezza rimane l'unico vero obiettivo stagionale. TUTTE LE OPERAZIONI DI MERCATO NACIONAL Chi in più (1): Giorgio Grappasonni (KuPS). Chi in meno (4): Zarkov Boban (Bayer Leverkusen), Raoul Del Core (Legia), Valdemar Kristoffersdatter (Sao Caetano), Edwardo Folha (svincolato). ESTORIL Chi in più (0): nessuno. Chi in meno (5): Domigos Izquierdo (Real Cartagena), Gicheru Ndururi (Tecnico Universitario), Aidan Lougher (Maccabi Tel-Aviv), Owen Bridger (Al-Mesaimeer), Nu'man Faraj (HK). GIL VICENTE Chi in più (8): Laurent Mandandan (Borac), Ionel Sabau (Borac), Harvey Bruzzese (Salernitana), Roman Alfano (Borac), Patrice Renaissance (Mladost Lucani), Carlos Capucho (Bologna), Romeo Jurada (Cakovec), Teobaldo Alfonso (Ponte Preta). Chi in meno (14): Leopoldo Sampaio (Cobresal), Misa Omeragic (Cobresal), Paulo Barbosa (Cobresal), Adrien St. Andre (Goteborg), Joham Persichini (Ponte Preta), Enrico Papalia (Bologna), Logan Simond (Mladost Lucani), Julianus Bronsch (3 de Febrero), Tristam Paulinho (Borac), Aristotele Picione (Salernitana), Leslie Artz (Borac), Kosma Tarassenko (Borac), Njord Vang (Esteghlal Tehran), Parrela (Finn Harps). PORTO Chi in più (1): Noah Caccialino (Southampton). Chi in meno (13): Quentin Deshayes (Southampton), Bernaldo Salvador (Southampton), Andre Peteira (Jubilo Iwata), Ayres Leal (Jubilo Iwata), Ioham Simoes (Wac Casablanca), Julio Guerra (Real Tamale United), Gismar Ehle (Real Tamale United), Garcia Bunuel (Real Tamale United), Marco Patricio (Vitoria Guimarães), Syman Morillo (Vitoria Guimarães), Nazaire Leplat (Zenit), Zhi-qiang Meng (Vasco Da Gama), Alex Alves (Vasco Da Gama). BRAGA Chi in più (0): nessuno. Chi in meno (0): nessuno. SPORTING LISBONA Chi in più (14): Phillip van der Rohe (Boca Juniors), Jens Malisse (Gent), John Milla (Sochaux), Juan Carlos Abalos (Nacional), Roldan Aguero (Aston Villa), Francisco Bonasola (Aston Villa), Albarics Bokassa (Argentinos Juniors), Bartomeu Perahia (Siviglia), Mauricio Canas (Deportivo), Mateus Helveg (Palmeiras), Pupt Ten Boom (Colorado Rapids), Bo Goss (Louviéroise), Greipur Porbjörnsson (Louviéroise), Ferdinand Del Moral (Atletico Mineiro). Chi in meno (17): Rodolfo Mauceri (Louviéroise), Ordono Lizarraga (Zeta), Urbano Araque (ItalMaracaibo), Mirko Cesar Genovesião (Korona Kielce), Alcazar (Korona Kielce), Pitin Selleri (Newell’s Old Boys), Fernando Moura (Harbour View), Leonardo Beto (Palmeiras), Fabian Escudero (Deportivo), Bruno Barbosa (Olympic), Klemen Keglovits (Vitoria Guimarães), Guillermo Monserrat (Tigres), Maximiliano Rinaldi (Tigres), Vicente Nunho (Vitoria Guimarães), Joao Sousa (Gent), Adolfo Casamayor (Boca Juniors), Neto Cordova (Atlético Mineiro). VITORIA GUIMARAES Chi in più (13): Stu Wildman (svincolato), Giovanni Crisciotti (svincolato), Andrei Tugurlan (svincolato), Ares Parastadidis (svincolato), Georgiu Guentchev (svincolato), Vicente Nunho (Sporting Lisbona), Klemen Keglovits (Sporting Lisbona), Mike Corona (Macarà), Akim Beresch (Karpaty Lviv), Sauro Caso (Rosario Central), Syman Morillo (Porto), Marco Patricio (Porto), Panaretos Ioscopula (Olympiakos). Chi in meno (14): Chagas (Deportivo Cuenca), Tiago Vesconcelos (El-Kameni Warriors), Ricardo Gonçalves (Sepahan), Eduardo Dano (Thunder Bay), Bernalldo Figuiera (Al-Ittihad), Lidon Ottaviano (Waterford United), Giovanni Gobbi (HLM), Anibal (Incheon United), Andy Barros (CSKA Sofia), Ilariy Mirnyi (New York City), Saidi- Sief (Foudre), Roberto Ruscigno (Marek), Manuell Lopes (Ramonense), Tiago Vesconcelos (El Kanemi Warriors). __________
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Psicodramma River Plate
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ARGENTINA | articolo di Mikalic - 2 novembre 2021 Dopo sette stagioni, le strade di Genzo e del River Plate si separano. Ciò che si sapeva ormai da tempo è divenuto ufficiale: nella giornata di ieri i millionarios hanno annunciato l'addio dell'allenatore argentino, pronto a sbarcare in Brasile per sedersi sulla panchina della Fluminense. Un duro colpo da digerire per i tifosi della città di Buenos Aires e forse per tutti gli appassionati del calcio argentino. * * * Genzo non è più l'allenatore del River Plate. Il tecnico argentino ha infatti lasciato il Monumental nella giornata di ieri, dopo ben sette stagioni alla guida del club dei los millonarios, un Titolo di Prima Divisione, una Federation Cup, una Supercoppa e il riconoscimento più grande di tutti: essere il tecnico più amato d'Argentina. Non si tratta di un esonero, ma di una decisione di comune accordo che il River Plate ci tiene ad evidenziare nel comunicato di addio. Un divorzio che nessuno voleva a Buenos Aires ma che di certo potevano aspettarsi i sostenitori più vicini all'ambiente biancorosso, così come ha poi comunicato Genzo sui suoi canali social: "E' arrivato il momento dei saluti, sono state sette stagioni bellissime e davvero divertenti ma da un paio di stagioni avevo in mente di cambiare squadra. Lasciare il River è stata dura, molto dura, una squadra presa al sesto posto in stagione 27 e con una bella base costruita da Mustang. In poche stagioni la rosa è stata totalmente nazionalizzata e portata a lottare in tutte le competizioni. Sono arrivate delle piacevoli vittorie (Federation 28, Scudetto 29, Supercoppa 30) e delle amare sconfitte (3 scudetti persi all'ultima giornata, 2 finali di Coppa Nazionale, 1 finale di Panamericana 33 ed una semifinale di Libertadores 32)." Gli indizi hanno iniziato infatti ad ammonticchiarsi come polvere in un angolo a fine stagione 32: l'amaro per la finale di Panamericana persa a settembre contro i giamaicani dell'Arnett Gardens e poi il mancato mercato sono stati chiari segnali di un addio già scritto. Fino a quel momento non esisteva Genzo senza River Plate, né River Plate senza Genzo. La notizia ha fatto ovviamente discutere in tutto il sudamerica: chi ha accettato la decisione del mister di porre fine al suo progetto tecnico arrivato evidentemente al capolinea, chi ha puntato il dito contro il declino del forum argentino e chi ha addiruttura accusato l'allenatore di alto tradimento. Succede anche questo in un Paese dove il calcio è vissuto visceralmente e dove l’amore per i propri colori e il senso di appartenenza vengono al di sopra di ogni altra valutazione. Di sicuro, nessuno potrà mai cancellare quello che di buono ha lasciato il tecnico nel suo periodo sulla panchina biancorossa: 4 anni di successi e sorrisi, record e campioni veri in una squadra costruita con un'identità forte, ben riconosciuta da tutto il popolo argentino e forse anche per questo una delle più amate di tutto il sudamerica. E adesso che succede? Si aggiornano di continuo le pagine dei siti sportivi, più che per vedere l’effetto che fa la notizia di un altro allenatore, per capire chi saranno i millionarios da oggi in poi, e prendere coscienza di cosa non saremo più tutti noi senza il River Plate di Genzo. __________
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Cosa aspettarsi dal Boavista di Ciko
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PORTOGALLO | articolo di Mikalic - 27 ottobre 2021 Oporto è una città che affascina, una di quelle in cui immagini di trasferirti non appena hai mosso i primi passi per le sue strade. Non è una grande città come Lisbona, ma ha un'atmosfera più tranquilla e semplice. Ed è proprio questa sua semplicità che la rende così affascinante. Diversamente dall'immaginario collettivo della real life, la squadra più blasonata della città è il Boavista, secondo club per numero di vittorie della Primeira Liga su WSM (7 titoli nazionali), a discapito del più modesto Porto. Le panteras bianconere hanno infatti un notevole potere economico e sono da diversi anni un punto di riferimento a livello europeo per tutto il Portogallo. * * * BOAVISTA FUTEBOL CLUBE Ramalde è una frazione ormai inglobata dentro la fitta cerchia urbana di Oporto. Un tempo era un piccolo centro a sé stante, pieno di operai impiegati nelle fabbriche locali, e comunque sempre a pochi passi dal centro della città, inclusa in quella grande area dai confini imprecisati conosciuta come Boavista, che dalla rotonda di Praça de Mouzinho de Albuquerque si sviluppa lungo Avenida de Boavista e in cinque chilometri arriva all’oceano. Calcisticamente, su WSM, le panteras sono diventate la seconda potenza del Portogallo, alle spalle della super-corazzata Beira Mar. La società è molto ambiziosa e con idee molto chiare, ansiosa di proseguire l'ottimo lavoro svolto da Raptus nelle ultime due stagioni. L'addio del mister paraguaiano è stato improvviso, ma non sorprendente: i primi segnali di rottura si erano visti già la scorsa estate, e per tutta la stagione il tecnico è rimasto sul piede di guerra, rimarcando a più riprese la sua distanza dai piani a medio-lungo termine della società. La separazione da Raptus ha messo la società bianconera in una situazione tutt’altro che semplice, perché dalla scelta del nuovo tecnico non sarebbe passata soltanto una delicata transizione del progetto sportivo, ma anche l’immagine che avrebbe dato di sé la società. Dopo non poche peripezie, il Boavista ha tirato dritto su Ciko, convinto a firmare nonostante avesse già un accordo di massima per il rinnovo con gli inglesi del Middlesbrough. Durante la sua presentazione all'Estadio do Bessa, il presidente Vitor Morta ha affermato che Ciko è l'allenatore di prospettiva che il club stava cercando. Parliamoci chiaro, il palmares di Ciko non è da top club, ma nella sua lunga carriera su WSM il tecnico ha vinto quattro campionati di seconda divisione sulle panchine di Sion, Nizza e Basilea, tre coppe nazionali e una supercoppa. PROGETTO TECNICO In ogni caso, più che nella sicurezza di vincere, il Boavista ha fatto una scelta nel segno della continuità: non tanto nel percorso tattico – pur condividendo lo stesso modulo, Ciko e Raptus hanno un’interpretazione diversa del 4-4-2 – quanto nel profilo umano e professionale di Ciko, un tecnico giovane che ha già dimostrato di saper trarre il meglio dai giocatori messi a disposizione. Durante la presentazione alla stampa Ciko ha espresso la volontà di dare continuità al lavoro di Raptus, ed è probabile che riparta dai punti di contatto tra le sue idee e quelle già interiorizzate dalla squadra, dato confermato anche dal mercato piuttosto statico del club bianconero, che - salvo qualche eccezione - ha preferito fare affidamento sui giocatori della passata stagione. PROSPETTIVE I tifosi più fiduciosi possono sperare che Ciko possa aver studiato il lavoro fatto dal suo predecessore nelle ultime due stagioni, così da poter ripartire dagli stessi concetti di gioco che fanno parte del DNA vincente del Boavista; i più realisti sperano invece che questa nuova avventura possa portare il neo-tecnico a lanciarsi in un lavoro così totalizzante senza alcun pregiudizio. Un Ciko quindi che sia in grado di ignorare la sua posizione in un dibattito sempre più incancrenito sul raggiungimento degli obiettivi, per concentrarsi tranquillamente sulla squadra. L’idea principale dell'ex-Boro è che le quattro fasi di gioco siano pienamente interconnesse, e quindi la transizione offensiva sia complementare a quella difensiva: solo se l’inizio azione si svolge con regolarità e porta la squadra compatta nella metà campo avversaria, allora sarà possibile riconquistare il pallone evitando di subire pericolosi contropiedi. Su questo sta lavorando nelle prime amichevoli il Boavista targato Ciko, alternando il già collaudato possesso al più sperimentale pressing. SOLUZIONI TATTICHE La forza del Boavista stava in un meccanismo per certi versi prevedibile, ma estremamente efficace, grazie non solo alle qualità dei singoli, ma ad automatismi che in alcuni momenti hanno rasentato la perfezione. Il Middlesbrough di Ciko si è contraddistinto invece per un gioco molto meno dogmatico e più flessibile, che si adattava per mettere nelle migliori condizioni i suoi giocatori più forti. Una necessità che spesso l’ha portato a cambiare. Nelle sue tre stagioni nel North Yorkshire, Ciko ha ottenuto piazzamenti dignitosi in un campionato difficile come la Premier League passando dal 4-4-2 al 4-3-3 o addirittura a moduli più verticali come il 3-4-1-2 o il 3-5-1-1. Nei suoi momenti migliori il Middlesbrough di Ciko era una squadra brillante e piena di soluzioni, che poteva partire dal basso con lo scozzese Currie, allargare per le conduzioni di Possidel e Dayson, cercare la superiorità numerica con Starcevic o alzare palla per Gestsson, con la minaccia di un giocatore come Rivaldo, pronto a scappare alle spalle della linea difensiva. Nei suoi momenti più opachi il Middlesbrough era invece una squadra più fragile e poco efficace, troppo legata allo stato di forma dei suoi giocatori. A Ciko, di certo, non è mai mancato il coraggio di cambiare: quando le squadre hanno iniziato a bloccare con efficacia il suo modulo di base, il tecnico ha iniziato a utilizzare il croato Starcevic come fantasista, chiedendogli di non dare punti di riferimento per avere un altro canale da cui far risalire il pallone. Nonostante i pochi giorni con la nuova squadra, l’impronta di Ciko in queste prime amichevoli del Boavista è stata abbastanza evidente: rispetto allo scorso anno la squadra ha provato a passare più dal centro del campo, con due centrocampisti in supporto e un terzo sulla trequarti, mentre i due attaccanti si occupavano principalmente di mettere pressione sulla linea difensiva. La squadra ha poi iniziato a collaudare anche un sistema di gioco improntato sul 3-4-3 che prevede l'utilizzo del neo-acquisto Dierickx come attaccante esterno a discapito di un terzino fluidificante. Questo per adattarsi alle caratteristiche del belga ex-Huachipato, che vuole un riferimento centrale – Dunga o Mamba – che gli permetta di partire dalla preferita zona di centro-sinistra per poi svariare a piacimento lungo il fronte d’attacco.
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Sulla base di questo schieramento, il Boavista proverà a rendere più efficace il pressing, avendo a disposizione più uomini in avanti da far avanzare sul portatore. A centrocampo Ciko potrà contare su Berhardijnsonn e Regalo, due giocatori con un gran senso per la verticalità, che sembrano perfetti per una squadra che proverà ad attaccare con tanto campo davanti. L’ex Norimberga Estevam Couto invece è pronto a strappare una maglia da titolare ai vari De Albreuin, Haraculamo e Vilela. Il suo utilizzo potrebbe declinarsi in due modi: da interno in una squadra ancora più diretta, dove avrà il compito di lanciare subito in verticale, oppure in un ruolo più laterale, dove già ha fatto vedere grandi cose nella sua prima stagione in bianconero. CONSIDERAZIONI Solo con il tempo capiremo come evolverà davvero il sistema di Ciko, ma si avverte la ricerca di due linee di gioco: da un lato, accorciare sempre di più nella zona della palla, alzando il baricentro e difendendo in avanti con il pressing, per ridurre le fasi di difesa posizionale; dall’altro, garantire la possibilità di occupare la zona centrale e le fasce con la stessa qualità che offre il possesso palla. Alla sua prima esperienza portoghese, il tecnico ex-Boro ha forse trovato per la prima volta una squadra adatta al suo calcio, che gli garantirà una rosa migliore e più ampia di quelle avute in passato. Al Boavista lo aspetta una difficile transizione, ma sembra pronto al compito. Sulla carta sembra l’uomo giusto, ma alla fine – come sempre – deciderà il campo. __________
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START ME UP: ALONZO CASALDELIGA
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START ME UP | articolo di Mikalic - 22 ottobre 2021 Mentre su WSM ci prepariamo a salutare definitivamente la 33esima stagione, inauguriamo la nostra nuova rubrica dedicata ai giocatori che, per questioni tecniche, economiche e di tendenza, sono entrati a far parte del nostro START ME UP dopo un'operazione di calciomercato. Nei nostri pezzi proveremo a capire se tutta l'aspettativa che ruota attorno a un determinato giocatore è solo il fumo del mercato e quanta sostanza c’è dietro alle chiacchiere. * * * ALONZO CASALDELIGA, EL FALCO Pur avendo perso le caratteristiche di avanguardia nel discorso tecnico e tattico, i tornei di fine stagione per clubs mantengono ancora la capacità di generare un’enorme attenzione mediatica attorno a quei giocatori che hanno la bravura e la fortuna di sfoderare delle grandi prestazioni al momento giusto. Ed è proprio in quelle situazioni che nasce un interesse tanto forte da far abbandonare ogni prudenza nei giudizi, tanto da far decretare un colpo di mercato come benriuscito. Ad Alonzo Casaldeliga è bastato il torneo "Rising Stars" per far scattare il meccanismo. La partita tra Sampdoria e Saint Mirren era una delle più importanti degli ottavi di finale e chi ha seguito il torneo non se l’è persa. La tripletta del peruviano è stata il miglior biglietto da visita per il nuovo acquisto di mister Felix che ha inevitabilmente caricato di aspettative tutto il popolo blucerchiato. Uno dei più grandi talenti sudamericani, con già un bagaglio di esperienze internazionali alle spalle con le maglie di Borussia Dortmund, Newcastle Jets e Blackburn Rovers, è passato in 5 partite dall’essere l'ultima meteora del calcio sudamericano, al colpo di mercato più riuscito di tutta la Serie B. Come fosse una sorta di reincarnazione dell’ideale Casaldeliga, quello dei tempi migliori per intenderci, le prestazioni del peruviano durante il Rising Stars sono state di pura velocità e potenza in controllo: dopo il calcio tanto bloccato dei doriani visto nell'ultimo campionato (con il peggior piazzamento di sempre nella storia del club), vedere le cavalcate del peruviano palla al piede e i suoi dribbling nello stretto hanno dato l'impressione che tutto l’intero contesto di gioco della Sampdoria sia stato modificato. Non solo, il contributo in zona gol di Casaldeliga è stato sbalorditivo, con 5 reti nelle prime 5 presenze e 3 MoM. NATURAL BORN LEADER La condizione fisica invidiabile nonostante i 34 anni gli permette ancora un ottimo controllo di palla, sempre attaccata al piede, a disposizione per un dribbling improvviso eseguito a grande velocità. In un calcio sempre più organizzato nei minimi dettagli e dove hanno sempre più importanza i giocatori in grado di portare la superiorità numerica nella zona dove si trova il pallone, Casaldeliga è già adesso un profilo in grado di fare la differenza in un campionato come quello di Serie B. GIOCATORE DA PRENDERE AL FANTACALCIO? Casaldeliga alla Sampdoria funzionerà? Per il tipo di calcio che Felix ha perfezionato durante queste prime partite della sua nuova gestione, Casaldeliga è sembrato perfetto: resterà solo da vedere come proseguirà il suo ambientamento nel campionato italiano. Ma indipendentemente dal modo in cui verrà utilizzato, l’attenzione che ha generato l'acquisto di Casaldeliga sembra ampiamente giustificata, sia per quello che potrà dare da subito in maglia blucerchiata che sull'impatto che un giocatore di livello internazionale potrà avere sull'intera Serie B. In ogni caso l’Italia ha guadagnato un giocatore unico, che merita di essere osservato ogni settimana. __________
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E’ TUTTO VERO: IL NACIONAL E’ CAMPIONE DEL PORTOGALLO
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PORTOGALLO | articolo di Mikalic - 21 settembre 2021 Il campionato portoghese si è concluso con cinque vittorie esterne ma sopratutto con il sorpasso in vetta del Nacional di Lele a discapito del Boavista di Raptus. Una lotta scudetto combattuta fino all'ultima giornata, che ha sancito per la prima volta nella storia un memorabile trionfo dell'undici bianconero di Madeira. * * * Migliaia di fan e sostenitori festeggiano il club alvinegro, appena incoronato campione di Portogallo, mentre solleva il trofeo della Primeira Liga durante una parata sull'arcipelago portoghese di Madeira. Domenica il Nacional ha chiuso con un punto di vantaggio sui rivali del Boavista e ha vinto il suo primo titolo nazionale. Non un miracolo, ma un'impresa costruita nel tempo, grazie a un progetto sostenibile e un sistema di gioco aggressivo, moderno e funzionale. Ma riavvolgiamo il nastro dall'inizio. Il percorso verso la gloria per il Nacional parte da molto lontano e, come spesso accade, inizia proprio quando le cose sembrano mettersi male. Nell’aprile del 2018, infatti, Fabio Sansao, allenatore “guru” del Nacional, si dimette dopo alcuni dissidi con la dirigenza lasciando il club dopo dodici stagioni. Per raccogliere la sua eredità, a Madeira, viene chiamato un giovane tecnico reduce da un ottimo esordio sulla panchina dell'Estoril Praia. Il suo nome è Lele82, e in Portogallo ha speso buona parte della sua carriera per imparare il duro mestiere dell'allenatore, prima delle brevi parentesi con Birmingham City ed Espanyol. In quegli anni, mentre le big portoghesi si danno battaglia acquistando fior di campioni da mezza Europa, Lele raccoglie un Nacional ricco di giocatori giovanissimi ma privo di talenti già affermati e con un organico un po’ troppo arrangiato. Il lavoro richiede calma e organizzazione ma durante una delle prime uscite stagionali di quella squadra, l’allora presidente del Nacional è molto chiaro e profetico, dichiarando alla stampa che «per Lele i soldi non sono fondamentali: a lui interessa vincere e farlo, se possibile, con giocatori giovani e di talento». Ed ora è facile evidenziare, a distanza di sette stagioni e tre anni solari, come l’approccio manageriale dell'allenatore portoghese sia stato la pietra angolare su cui edificare un progetto solido, concreto, futuribile. Un progetto vincente anche in Primeira Liga, il campionato che ha visto trionfare una corazzata come il Beira Mar nove volte nelle ultime dieci stagioni. «Coordinare la ricostruzione di un club che non era preparato per competere ai massimi livelli è stato molto faticoso e allo stesso tempo anche molto stimolante: la riorganizzazione di intere aree come la formazione dei giocatori, la gestione della squadra, lo studio degli avversari, l’implementazione di una nuova metodologia nello scouting, sono stati i primi passi nella costruzione del nuovo Nacional» ha dichiarato Lele in una delle sue ultime interviste. Per questo quando oggi pensiamo, parliamo e scriviamo del Nacional come una squadra dinamica, iper-cinetica, diretta, verticale, lo facciamo perché è stato Lele a volerla strutturare così, in totale adesione con quella che era – e che è – la sua visione filosofica e culturale del calcio su WSM: un calcio in cui il riconoscimento e lo sviluppo del talento, il player trading esasperato, la coerenza tra le scelte di mercato e la direzione che si imprime di volta in volta al progetto tecnico, devono determinare la missione aziendale e sportiva del club. TUTTI GLI UOMINI DI MISTER LELE Lele non ha un undici titolare fisso, ma ci sono comunque dei riferimenti a cui non rinuncia mai: oltre al tuttofare Tristam Feijo, la coppia centrale è composta da Dolyanov ed Hennart; i terzini sono Simoncelli a destra e Vallalpando a sinistra, con Feijo come prima alternativa, l’ala destra invece è Kost e la linea mediana è affidata all'austriaco Brueren. Nelle altre posizioni le gerarchie sono meno definite. Di solito sulla sinistra giocano Skold o Racan, ma anche Galca ha occupato quella zona; Burkowski e Boban, invece, agiscono a centrocampo ma anche sul fronte offensivo, a supporto del bomber sloveno Vracnik e dell'esperto Al Sahaf. La rivelazione è invece Luis Abel Xavi, che a 21 anni si è preso le chiavi della regia con grande naturalezza. PRESSING E RITMI ALTI, LA SOLUZIONE AI PROBLEMI DEL NACIONAL Il 4-5-1 del Nacional è stato quasi inespugnabile in questa stagione (solo due le sconfitte), caratterizzato da un pressing a tutto campo e dal gioco fisico, altra unicità in un campionato dove la maggior parte delle squadre preferisce abbassare il baricentro e aspettare nella propria metà campo l’avversario sfruttando il possesso palla. Contro sistemi di questo tipo, che non pressano i primi passaggi, il Nacional ha potuto eseguire alla perfezione la costruzione del suo gioco, occupando il campo in ampiezza per creare spazi nei corridoi centrali con l'aiuto dell'interno di centrocampo (Burkowski) e gli esterni a rimorchio. Le punte invece, Vracnik soprattutto, hanno avuto il compito di eseguire tagli interno-esterno in profondità tra terzino e centrale avversario per allontanare i difensori dal centrocampo e dilatare gli spazi tre le linee. CONSIDERAZIONI Se viviamo un’epoca per cui, nel calcio in generale ma anche su WSM, prestazioni e risultati vengono declinati secondo i parametri della ricerca di una precisa identità tattica e di una certa riconoscibilità progettuale, possiamo dire che poche squadre sono più identitarie e riconoscibili del Nacional. Questa è la vera eredità di Lele: aver brevettato e codificato un metodo che gli sopravvive a prescindere dalla sua effettiva presenza all’interno del contesto. Un metodo che ha resistito alla corazzata Beira Mar e al temutissimo Boavista, e ha portato il Nacional a vincere per la prima volta nella sua storia il massimo titolo portoghese imponendosi inoltre con uno stile di gioco in totale controtendenza a quelli usati dai maggiori allenatori in tutto il mondo, avvalorando ulteriormente il fantastico trionfo finale della squadra bianconera. CLASSIFICA FINALE 38 pt Nacional, 37 pt Boavista, 36 pt Porto, 35 pt Beira Mar, 28 pt Estoril, 28 pt Gil Vicente, 25 pt Sporting Lisbona, 10 pt Braga, 5 pt Moreirense, 5 pt Benfica. __________
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GUIDA ALLA PRIMEIRA LIGA #33, FCD PORTO
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PORTOGALLO | articolo di Mikalic - 4 giugno 2021 Continua la presentazione della nuova stagione del campionato portoghese, squadra per squadra, nella nostra personalissima Guida alla Primeira Liga stagione #33. Questa volta ci addentriamo nella tana dei dragoni del Porto, allenati da Alex 76. * * * SQUADRA: FCD Porto ALLENATORE: Alex 76 (confermato) PIAZZAMENTO LO SCORSO ANNO: 5° GOL FATTI: 66 GOL SUBITI: 42 TOP SCORER: Sid Shortall, 10 gol; Martinho Negrão, 10 gol. OBIETTIVO STAGIONALE: Qualificazione alle coppe europee Chi in più (2): Andreyan BILYK (Molde), Denis TOMASSO (Santos). Chi in meno (13): Andre FILHO (ritirato), Martinho NEGRAO (ritirato), Alex ALVES (in prestito a Vasco da Gama), MENG (in prestito a Vasco da Gama), Syman MORILLO (in prestito a Sydney), Andre PETEIRA (in prestito a Sydney), Alexandru APARECE (in prestito a Moreirense), Ioham SIMOES (in prestito a Moreirense), Cossme FOFãO (Molde), Julio GUERRA (in prestito a Wac Casablanca), Nazaire LEPLAT (in prestito a Zenit), Gismar EHLE (in prestito a Real Tamale United), Ayres LEAL (in prestito a Real Tamale United). La squadra Dopo un campionato concluso nel peggiore dei modi, il Porto si presenta alla nuova Primeira Liga con rinnovate ambizioni di medio-alta classifica. Poche le facce nuove, molte le conferme pronte a riscattarsi dopo una stagione che si può tranquillamente definire fallimentare. I ritiri illustri di Filho e Negrão pesano molto sul giudizio generale della rosa, soprattutto perché i due ex-veterani non sono stati sostituiti a dovere nell’ultima sessione di mercato. Gli arrivi di Bilyk e Tomasso non sembrano bastare per colmare le gravi lacune difensive che la squadra ha evidenziato nell’ultimo campionato (seconda peggior difesa escludendo le bot), e l’impressione generale è quella di una squadra decisamente più indebolita rispetto al recente passato. Parliamo chiaro, sarà difficile fare peggio della scorsa stagione. Il quinto posto rimediato all’ultima giornata è stato un duro colpo da digerire per la dirigenza Azuis e Brancos, ma qualcosa di più andava fatto sul fronte mercato per offrire alternative extra all’idea tattica di Alex, alle prese con una rosa forse un po' troppo corta per accontentare le ambizioni di vertice del club.
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Il Porto avrà comunque il dovere di puntare con tutte le sue forze ad un posto tra le prime quattro, anche se le pretendenti non mancano di certo. Occhio invece alla Conference League: Alex ha tutta l'intenzione di portare un trofeo all'Estádio do Dragão. E la nuova coppa europea potrebbe essere quello giusto. Giocatore chiave Non ha raggiunto – e probabilmente non raggiungerà mai – i livelli dell’amico fraterno Andre Filho, ma l’apporto che Tome Nunho ha dato alla squadra in questi anni è stato notevole e lo ha reso uno dei giocatori più interessanti della Primeira Liga, oltre che uno degli uomini di punta del Porto. Difensore fluidificante di spinta, a 36 anni è una delle poche certezze su cui Alex farà affidamento anche in questa nuova stagione. La sua fantasia sarà determinante non solo in difesa ma anche per garantire gol e assist sul fronte offensivo. L’anno scorso si è fermato a 14 gol, tre in meno del bomber americano Shortall, che però di mestiere fa l’attaccante. L'allenatore La squadra sembra piuttosto definita e l’unica incertezza riguarda la disposizione della difesa, reparto che negli ultimi tempi ha dato qualche grattacapo all’esperto Alex 76, storico allenatore dei dragoni. Se cioè il Porto giocherà con il suo classico 3-5-2, e quindi con Silvestre Mestres, Czene e il fluidificante Al Mukhtar a proteggere la difesa e a coprire i 5 centrocampisti, oppure con il 3-4-3 con Trigoso vertice basso in regia e Kenedy interditore, sacrificando il mediano fluidificante a discapito di una difesa a tre con un solo centrale e due difensori laterali. Davanti, il centravanti più affidabile è l’americano Shortall, che non occupa la posizione in modo statico ma si apre spesso per non dare punti di riferimento alle difese avversarie. Ai suoi fianchi Alex ha schierato spesso il brasiliano Lope Dohring, che però al suo primo anno portoghese non ha brillato, e Guillem Francia, valido backup alla perenne ricerca della migliore condizione. Come l’anno scorso, Alex ha sviluppato il gioco sulla velocità, dove ritmi forsennati e gioco fisico la fanno da padrone. La conduzione del pallone, come ben sappiamo, è molto concentrata sulle fasce laterali, dove i vari Borreco, Nunho, Antetokounmpo e Paolo possono combinare anche senza l’intervento del centrocampista centrale, spingendosi direttamente a ridosso dell’area avversaria. Quando non ha palla, il Porto tende anche a pressare alto l’avversario, facendo affidamento soprattutto sul mordi-caviglie Inacio Kenedy, altro pupillo del mister. Giocatore di cui avere la maglia L’ago della bilancia del Porto, oltre che giocatore più forte in senso assoluto, è Sid Shortall, che sulle spalle ha il numero 18. Il jolly offensivo americano può ricoprire tutti i ruoli d’attacco, nasce come interno di centrocampo, si evolve come trequartista per affermarsi successivamente come attaccante centrale. Il vizio del gol non gli è mai mancato, ma ha perfezionato l’arte da quando si è trasferito in Portogallo. La sua media è salita lo scorso anno: 17 gol in 21 partite è il suo miglior fatturato in carriera. __________
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PRIMEIRA LIGA (33), 2ª GIORNATA
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PORTOGALLO | articolo di Mikalic - 25 maggio 2021 Tre pareggi, una vittoria interna e una esterna scandiscono la seconda giornata della Primeira Liga portoghese numero 33.
* * * IL RESOCONTO La seconda giornata del massimo campionato portoghese regala risultati interessanti e vede tornare alla vittoria i campioni in carica del Beira Mar. Bene anche lo Sporting Lisbona che strapazza 5-0 la Moreirense, mentre pareggiano tutte le altre. E' protesta al Da Luz per la gestione Iacovone. SPORTING LISBONA - MOREIRENSE 5-0: Mikalic vede finalmente la prima vittoria stagionale dopo aver collezionato due pareggi tra campionato ed Europa League. Lo Sporting Lisbona domina la gara dell'Alvalade contro una Moreirense fin troppo bloccata nella propria metà campo e probabilmente ancora troppo acerba per questa Primeira Liga. Ne approfittano così i leoni, a segno con la doppietta del peruviano Hernandez, Mauceri, Guajira e Lianos. BRAGA - PORTO 3-3: Gara rocambolesca al Nuevo Estádio Municipal de Braga, dove Braga e Porto giocano chiaramente a viso aperto e mettono in scena un divertentissimo 3-3. Pronti-via ed è subito Abdelsatta a mettere la freccia sull'incontro dopo cinque minuti sfruttando un tiro-cross di Ceretti. Il Porto si riorganizza e poco prima dell'intervallo riporta la partita in parità con Rui Borreco, laterale destro definito da molti come l'erede di Andre Filho. Nel scondo tempo altra girandola di gol: il Porto va in vantaggio con Paolo, poi è il turno del tunisino Ouakili che pareggia ancora per il Braga. Nei minuti finali Nunho sembra mettere il sigillo definitivo sulla partita beffando Joje in uscita, ma l'ultima parola è del danese Bye, che pareggia ancora una volta i conti nei minuti di recupero. GIL VICENTE - NACIONAL 3-3: Stesso risultato nella gara del Comunal de Barcelos, con il Gil Vicente di Satanassi alla ricerca della prima vittoria stagionale e il Nacional in cerca di riconferme dopo l'ottimo avvio contro il Benfica. Padroni di casa più spigliati nella prima parte, in gol dopo quindici minuti con un bel colpo di testa del neo acquisto Marquinhos. La gara è comunque equilibrata, con capovolgimenti improvvisi da una parte e dall'altra. A inizio ripresa è Dolyanov a riportare in parità la partita per il Nacional, che deve però arrendersi al nuovo vantaggio del galo firmato dal bulgaro Iliev. Poi è il turno di Vracnik, bravo a spiazzare Guterres dagli undici metri. Gli ultimi due gol sono una magia del giovane Xavi e un piattone a fin di palo dell'esordiente Griffith. BOAVISTA - ESTORIL 1-1: Succede tutto nel finale tra Boavista ed Estoril. Le panteras potevano allungare in classifca dopo la convincente vittoria d'esordio contro il Porto, ma il Boavista non ha fatto i conti con l'Estoril di Bobone: i canarinhos riescono a riprendere i bianconeri grazie a un gol fantastico di Velimir Cestic a tempo ormai scaduto che pareggia la rete di qualche minuto prima del giovane nigeriano Mamba, la terza marcatura in tre partite per il 22enne. A costare due punti per la squadra di Raptus è l'espulsione dopo 35 minuti di Haraculamo, che ha permesso all'undici ospite di condurre il gioco per lunghi tratti e rendersi pericoloso con le giocate dei vari Favreu e Church. BENFICA - BEIRA MAR 0-3: Vincono senza problemi i campioni in carica del Beira Mar in un Estádio da Luz completamente vuoto per la protesta dei sostenitori locali nei confronti del club che va avanti ormai da diversi mesi. Con i padroni di casa intrappolati dalla terribile gestione Iacovone, i gialloneri di Roby Manson giocano sul vellutto e passano grazie alle reti di Dozsa, Mesmin e Medina Reyes. "E' un peccato vedere situazioni del genere - ha commentato il tecnico del Beira Mar a fine gara -; sarebbe ora di introdurre una regola per i casi di cattiva gestione e intervenire nella rimozione di quegli utenti che si collegano al gioco una o due volte al mese, tra l'altro senza capirci niente. Tutto questo non ha senso ed è penalizzante per l'intero movimento calcistico portoghese". CLASSIFICA La seconda giornata vede sei squadre portarsi momentanemente al comando della classifica di Primeira Liga con 4 punti: sono Sporting Lisbona, Beira Mar, Nacional, Boavista, Braga e la sorpresa Estoril. Seguono a 1 punto Gil Vicente e Porto, entrambe protagoniste di un avvio di stagione molto sfortunato. Chiudono ancora a quota 0 punti Moreirense e un Benfica sempre più nell'abisso. 4 pt Sporting Lisbona, 4 pt Beira Mar, 4 pt Nacional, 4 pt Boavista, 4 pt Braga, 4 pt Estoril Praia, 1 pt Gil Vicente, 1 pt Porto, 0 pt Moreirense, 0 pt Benfica. __________
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