Side blog dedicato a Roma, alla sua storia, alle mie foto, a foto e materiali d'epoca ripescati in rete o da libri e fonti d'archivio.Potete trovarmi anche su Twitter-X come Figli_di_Roma ^_*
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Temple of the Sibyl at Tivoli (1884) by Peder Mørk Mønsted
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Head of Athena
Ancient Rome, early 1st century.
The monumental head of Athena is a high-quality copy of the head of the goddess, the statue of which was executed in bronze, probably by Cresilas, in the 430s-420s BC.
It was found near Rome in 1764 and delighted the German historian of ancient art Johann Joachim Winckelmann, who considered it 'The most perfect beauty of any treasure found below ground'.
The Greek sculptor Cresilas created a new image of the goddess of wisdom and war, by emphasizing her intellectual power instead of her qualities as a stern warrioress and mighty protectress of Athens. The clarity of the regular facial features and the lips slightly opened in a smile lend a lyrical intellectuality to the appearance of the deity.
(State Hermitage Museum, St Petersburg.)
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Suppongo che si riferisca a Rocca di Papa, di cui si riconosce l'altura preceduta da una ripida gibbosità, come in questa bellissima foto di fine 800 reperita su l sito de L'Alveare - associazione Amici del Castagno di Rocca di Papa.
Qualcosa, nell'immagine, mi fa pensare che l'edificio sulla destra ritratto dall'acquarellista sia collegato al Santuario della Madonna del Tufo, anche se la datazione dell'acquarello non incontrerebbe quella, dal 1792, indicata dal sito del Santuario. va osservato che lo stesso Towne ha prodotto altri acquerelli che citano un "hermitage" in zona, un romitaggio od eremo che, a quanto mi pare di capire, deve essere stato o il romitaggio di San Pietro costruito nel Medioevo sul vecchio tracciato della Via Sacra al tempio di Iuppiter Latiaris, o il minuscolo eremo di S. Angelo in Lacu, poco più che una grotta lungo il sentiero 511 del Parco dei Castelli Romani.
Collateralmente, un'osservazione di antropologia religiosa: non siamo solo in un'area densa di richiami alle cerimonie del regifugium ricordate ne Il Ramo d'Oro; siamo vicinissimi al cuore della tradizione religiosa e politica pre-repubblicana, per via della vicinanza con il santuario a Giove Laziale, e come spesso accade un luogo di culto e di romitaggio antichissimo come la grotta di San'Angelo - attorno alla quale emergono testimonianze di insediamenti palafitticoli - viene ridedicato dalla chiesa cristiana a un santo che altri non è se non Michele, posto a vigilanza sia dei luoghi alti ed elevati, "solari" - spesso in sovrascrizione a figure apollinee - sia delle grotte e delle cave, com'è questo il caso.
Mentre l'indicazione di San Pietro appare plausibile per altre opere di Towne che menzionano un "convento vicino al Lago di Albano", altri acquarelli dell'artista riportano un edificio a pianta rotonda che sposa invece le povere rimanenze della cappella di Sant'Angelo in Lacu.
Va notato che, poco prima della datazione di numerosi acquerelli romani di Towne, e precisamente nel 1773, il cardinale Savelli - famiglia con numerosi possedimenti nella zona, parte dei quali poi passati ai Chigi, nei quali i Savelli riconfluirono per alcuni rami, tanto che la Collegiata Chigi di Ariccia era in realtà un possedimento dei Savelli - ordinò la distruzione del romitorio, ormai da un secolo abbandonato e covo di briganti.
Towne, per altro, come molti viaggiatori del Grand Tour, e certo più di altri, vista la sua produzione dedicata alle boscaglie e alle belle vedute rustiche nel territorio nemorense, sfidò egli stesso il pericolo rappresentato dai briganti. Per capire di che atrocità si potessero macchiare ai danni dei viaggiatori e anche degli itineranti autoctoni, richiamo un bellissimo dipinto del fiammingo Jan Miel, per l'appunto datato intorno al 1663, giusto poco più d'un secolo prima dell'intervento del Cardinal Savvelli. Il quadro è esposto a Palazzo Braschi, nel Museo di Roma.



Francis Towne (1739, Isleworth ? Exeter ? - juillet 1816 , Londres)
Rocca del Papa, from a road below the town, formerly part of an album; view of the town on a hill, a building to right and woods to left. 1781 Watercolour, with pen and grey ink
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Francis Towne (1739, Isleworth ? Exeter ? - juillet 1816 , Londres)
View from the Martinelli Vineyard, two miles from the Porta Pia, Rome, formerly part of an album; view over fields and plains, with villa in left mid-distance and larger dwelling on r, mountains in distance. 1780 Pen and grey ink and watercolour
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Amazing Photochroms of Rome, Italy in the 1890s.
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Siamo in quella che diverrà via del Teatro di Marcello (via Tor de' Specchi, poi Via del Mare). Mentre mi scervello per identificare la torretta campanaria e l'edificio a spioventi sulla sinistra (sospetterei il convento delle Oblate di Santa Francesca Romana almeno per la torretta), allego una carrellata di link e immagini, sottolineando come l'acquarello del 1780 circa e le immagini a cavallo tra 800 e 900 testimonino una Roma quasi immobile che, poi, subisce una rapidissima e drastica metamorfosi con l'elezione a capitale umbertina.
Fonti: Romano Impero, Rupe Tarpea (visitate il sito quanto meno per le splendide foto della locanda alla Rupe Tarpea), Trastevere App - Via di Tor de' Specchi, Valter Vannelli, quest'ultimo davvero straordinario per le immagini raccolte (alcune delle quali si devono a Roma Sparita).

Cartolina di fine '800. Si distingue lo spiovente che compare anche nell'acquerello.

Dal sito Roma Sparita, non ho trovato la foto ma rimando al sito per le molte altre che contiene, tutte indicative di come si presentava il Colle capitolino e la Rupe prima delle trasformazioni tra 1800 e 1940.



Francis Towne La Roche Tarpéienne, 1780, aquarelle, 37x42,2cm, British Museum.
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Questa foto è stata scattata in via Candia, all'angolo con via Sebastiano Veniero e, dirimpetto, con un dedalo di viuzze come via Tunisi, via Otranto, via Ruggero di Lauria.
Alle spalle del fotografo, dietro le case, c'è il Cupolone, e alla sua destra probabilmente la fermata del bus dove si prendono 490 e 492 verso la Tiburtina. L'edificio grigio mi lascia sempre perplessa.
Abito a Prati, e mi è capitato di seguirne i lavori di restauro della facciata che era più o meno sul rosa-giallo degli altri edifici intorno. Il rifacimento avvenne probabilmente con gli auspici del Super Bonus e Bonus Facciate, orientativamente tra 2020 e 2021 ma, per un motivo che non ho mai capito, allo smantellamento dei ponteggi era chiaro che le facciate non erano state ridipinte.
Quel grigio che appare in foto, infatti, al tatto è ruvido, sembra una mano di intonaco o calce non rifinite e lasciate così con l'intento di lavorarci ancora. Fanno poi bella mostra di sé, sull'angolo, delle specie di pois dorati il cui intento non è ben chiaro, decorativo o funzionale? Fatto sta che il povero palazzo è rimasto così, nudo, e io lo chiamo la Pimpa per via di quei pois senza apparente spiegazione logica.

Rome. August 2024.
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We couldn’t get inside, but we still got a great view of the Great Synagogue of Rome from the sidewalk 🕍
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