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Fenomenologia Dell’abbandono
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finishdayoubegan · 6 years ago
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Adesso ricordo il motivo per cui mi innamorai di te. Era per via per tuo sorriso: non riuscirei nemmeno con 1000 parole a descrivere la sensazione che mi dava il tuo sorriso. Spensierata timidezza, se dovessi riassumerlo. O forse non sarebbero neppure la parole giuste, dal momento che già quando le ho digitate mi sono subito pentito di averle scritte. Beh, non devo certo essere io a descriverti, dopotutto.
Il tuo sorriso mi nutriva.
Il tuo sorriso mi faceva sperare nella bontà del genere umano.
Non credo che troverò molto facilmente un sorriso come il tuo.
Che poi, è un semplice fatto di espressione; quella timidezza mascherata da spensieratezza, come ho scritto prima; quella gioia nel voler stare bene, nel voler essere felice; quei segni che lanciavi e lasciavi di una tristezza nascosta. Eri tutto. Nel contrario di tutto.
Mi hai donato la felicità, questo devo ammetterlo. Una felicità che io adesso non riesco più a trovare. E neppure riesco a immaginarmi dove potrei cercarla. In qualcun altro, forse, o in me stesso, nella vita, negli affetti, magari? Non so. Sono ancora qui a domandarmi cosa mi manchi per essere felice. Sei tu? Sono io con te? È l’autoconvinzione? Lo ignoro.
Spesso però penso che il tuo sorriso mi abbia tradito, nel gettarmi in un mondo irreale, drogato è filtrato da occhi malati. I miei, i tuoi. Ci esaltavamo per un nonnulla, ricordi? Bastava il saluto di un barista, o l’approvazione del signore anziano per strada, per farci sentire speciali. Non era poi la realtà. Ci siamo e mi hai - soprattutto - convinto del tuo mondo fatto di auto convinzione, magari, di importanze non giustificate, di voglia di scappare, soprattutto. Come hai sempre fatto, come ho sempre fatto anche io. Ci rifugiavamo sempre in quei gesti, in quei modi di interpretare la realtà, per i quali niente e nessuno poteva farci del male. Scappavamo. Così anche io ho imparato a scappare con te, perché era bello il mondo con te. Irreale, ma bello.
E a me manca quel mondo, che ricerco instancabilmente ogni giorno della mia vita, da quando te ne sei andata. Lo cerco, sapendo di non poterlo trovare, sapendo che non sarebbe neppure giusto trovarlo; ma continuo a farlo. Ogni giorno, in ogni modo, in ogni luogo.
Spero che tu rida ancora. Ridi ancora, che aiuta a respirare. Non me, ma sicuramente tanti altri.
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finishdayoubegan · 7 years ago
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È difficile accettare una sola cosa: il fatto che tu mi abbia detto che non ti sentivi a tuo agio con me. Mi sono sempre sforzato di far accomodare la gente quando parla con me, e spesso ci riesco. Perché con te non ci sono riuscito? Perché hai frainteso tanti dei miei comportamenti? Perché tanti mi dicono che sono “una delle poche persone che mi fa essere me stessa” mentre tu mi hai detto il contrario?
Shame on me.
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finishdayoubegan · 7 years ago
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Non sono mai venuto a casa tua perché non ho mai sentito la tua forza di poterli sostenere nel mio disagio. Non ho mai sentito quello che io ho fatto sentire a te, credo: sostenermi e proteggermi in un contesto “ostile”. Mi hai raccontato cose terribili della tua famiglia, e, da quel momento, è come se anche io avessi avuto qualcosa da dire o da temere da casa tua. I mostri si condividono, Fra, e io li ho condivisi pienamente dal primo giorno in cui piangesti nella Polo raccontandomi cosa avevi di brutto a casa tua. È come se io fossi stato te pienamente nella paura di varcare quella soglia, nella sensazione di straniamento, di angoscia, di rabbia. Tutte queste cose mi arrivavano alla testa le poche volte in cui mi hai chiesto di venire a casa tua. Ma non ho mai sentito quella forza che proveniva da te per riuscire a tranquillizzarmi. Era come se, prima di entrare in casa tua, avessi dovuto risolvere tu per prima i tuoi problemi con loro. Io non ci sarei riuscito da solo: avrei visto quelle facce delle persone che avevano creato, nella persona che amavo più di me stesso, il male ed il bisogno di cura. No, non è un fatto di “complessità”; è un fatto di empatia totale, come c’è sempre stata da me verso di te. Mi dispiace, Fra, di non essere riuscito a venire a casa tua. Ho preferito che fuggissi, ho preferito offrirti un luogo lontano da chi ti spaventava, anche se ogni volta sentivo bene che non era giusto fuggire.
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finishdayoubegan · 7 years ago
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Forse non eravamo perfetti, ma ci meritavamo un’occasione. Abbiamo avuto degli angoli da smussare entrambi, ma che non abbiamo mai avuto il tempo di limare. E sono 7 anni, in fondo. Sette anni di tutto che mi dispiace lasciare. Perché - ne sono sicuro - avremmo potuto viverci nel migliore dei modi, al di là della ragione. Magari, se l’avessimo usata prima questa sconosciuta, sarebbe cambiato qualcosa. Io aspettavo, Fra, aspettavo solo di potermi arrendere a te. Avrò sempre questo rimpianto, di non aver avuto l’occasione di mostrarti me stesso davvero, o ricordarti cosa fossi, dopo aver aspettato che tu finissi la tua splendida vita.
Non aspettavo che la tua frase “non voglio più tutto questo, o uniamo le nostre vite o per me è finita”: quel limite che dovevi darti, ma che non sei riuscita mai a gestire. Solo allora avrei saputo che saresti stata pronta a non attaccarti a me come i primi due anni: dovevi riconoscere il limite della tua volontà. E ho sperato che l’avessi fatto quando mi hai chiesto di vivere con te. Peccato fosse solo un qualcosa di “leggero”. Peccato per quei 4 giorni mancati, perché avresti conosciuto un me totalmente diverso, felice di poterti fare tutti i complimenti che avrei voluto, tutte le accortezze ed i baci che mi sono trattenuto a darti. Tutte le birre che avrei voluto bere con te, e le sbronze alle 4 di mattina che volevo prendermi ma che ho preferito prendessi altrove, per non limitarti.
Ma, alla fine, non era Francesco il punto. Non sono mai stato io, forse, il punto.
Peccato non mi abbia conosciuto mai davvero.
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finishdayoubegan · 7 years ago
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Sarebbe bastata una sola cosa per abbattere quel muro che mi dicevi. Sarebbe bastato che appoggiassi la tua mano sulla mia, che mi facessi sentire la tua vicinanza in questo modo. Una cosa, una sola. Non subito, ma dopo pochi minuti mi sarei sciolto come neve al sole. E, se è vero che spesso ci hai provato e non è servito a molto, è solo perché non ho sentito quella vicinanza, ma solo una richiesta di affetto. Ecco, non una richiesta, ma un’offerta di amore mi avrebbe fatto sciogliere il cuore nei momenti più duri. Solo questo gesto, non altri, non mille, non troppo complicati - contrariamente a quello che dicevi tu. Ma solo questo. Peccato, Fra: avremmo potuto vivere come poche persone al mondo, ma ora siamo solo qualcosa che è stato, nei nostri errori a cui non abbiamo mai veramente provato a far fronte.
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finishdayoubegan · 7 years ago
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Peccato per quelli che non ti hanno conosciuto o non ti conosceranno: non sapranno mai cosa sia la vera bellezza in quel tuo sguardo felice, la tenerezza delle tue mani, l’ironia nelle tue parole, la perfezione delle tue forme, la semplicità del tuo profumo; il mio cuore che si sente a casa, come se ci fossi sempre stata nella mia vita e nella vita degli altri. Sei la pace della mia mente nelle tue espressioni stranite quando parli con me. Ed è una vera pena pensare che tanti non sapranno accorgersi di cosa tu sia veramente, tanto quanto lo so io e lo saprò sempre. Ti ho pensato migliore di quello che tu sia in realtà, magari: ma troverai sempre un rifugio sicuro ogni volta che avrai bisogno di sentirti migliore di quello che tu non sia magari in realtà.
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finishdayoubegan · 7 years ago
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“Non ci divertiremmo più insieme”. Beh, sono anni che non riesco a sorridere di niente, figurarsi se riesco a divertirmi. Mi hai giustificato davanti alla persone, ma ti sei dimenticata di curarmi per cercare di stare bene con me. Il muro era una scusa per la tua voglia che non c’era: Siena era un’alternativa valida alle mie tristezze.
Mi viene da pensare che ti facessi solo comodo, quando avevi un problema ed io riuscivo sempre ad ascoltarti, a chiederti ed interessarmi. Ma tu, con il tuo “proiettarti altrove”, non mi hai mai chiesto come stessi, fermandoti all’utile di usare il tuo ragazzo solo quando Siena non ti poteva aiutare: per dormire lontano da casa, per l’affetto di cui avevi bisogno, delle borse che ricevevi in regalo.
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finishdayoubegan · 7 years ago
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Mi sarei aspettato empatia attiva, come dire. Mi sarei aspettato che volessi tu salutarmi e non annuire a certe mie affermazioni. Mi sarei aspettato che prima di lasciarmi mi scrivessi tante e tante cose, di tuo pugno, e non fermarti a “lo sappiamo quando abbiamo condiviso” o “sarai la mia storia più importante per chissà quanto”. No, non questo. Mi sarei aspettato il tuo essere melodrammatica e tragica, che è quello che adoro di te.
Mi sarei aspettato di trovare quella persona di cui mi sono innamorato, ma fortunatamente non c’è più, Fra. Perché è vero, magari lei non mi avrebbe mai lasciato; ma non per paura, per amore ed amore soltanto. Mi fa piacere, da una parte, non essere stato lasciato da quella persona a cui importava ogni tipo di scemenza, che si emozionava per una farfalla o per le nuvole che assomigliavano a delle cose. Una persona che si sarebbe emozionata a leggere certe cose, e forse avrebbe preso il primo aereo per Roma se l’avesse lette. O quantomeno, avrebbe deciso di rispondermi e non di lasciarmi solo nel mio addio sensibile. Mi dispiace che tu debba pensare di essere più forte, che ricerchi altro dall’infinita dolcezza che so e sai avremmo potuto viverci quando avremmo voluto.
Mi dispiace se non ci sarà più quella persona, ma egoisticamente adoro realizzare che nessun altro se la godrà come me la sono goduta io.
Rimarrò per sempre quel cavaliere che combatte quel drago, per quella principessa che non esisterà più se non nei miei ricordi più belli.
Se potessi leggermi, magari, ti verrebbero gli occhi lucidi almeno un po’. Ma no, adesso sei fredda più dell’aria di questi giorni.
Ti ho cercato disperatamente, Berry; ho cercato di salutarti davvero, ma non credo di esserci mai riuscito, perché ti sei nascosta dentro ad una pelle che vuoi ti protegga da quel mondo di cui hai sempre avuto paura.
Sappi solo che sei la cosa più bella di questo orribile mondo. Ti chiedo scusa, Berry, se qualche volta mi sono lasciato infangare da quel mondo di cui ho anche io mortalmente paura. Ebbene sì: in verità, quello che stai facendo ora, nasconderti, io l’ho fatto prima di te. Per altri motivi, magari, ma la mia dolcezza l’ho dovuta nascondere per non aver paura di morire; perché tu eri lontana, e dovevi esserlo per la tua vita. Ci ha uniti questa cosa, se ci pensi: la terribile paura della vita che abbiamo entrambi. Insieme, però, ci nascondevamo da tutto e da tutti, in luoghi solo e soltanto nostri, in cui nessuno sarebbe potuto arrivare. Camera mia, la Polo e la Panda, i Renai e altre decine di posti che ci hanno visti abbracciati e vivi, ma timorosi che il mondo ci potesse trovare.
Ma, infine, tu non hai più paura o non vuoi averne, e questo legame che ci ha uniti indissolubilmente per anni è caduto in parte.
Spero che tu non faccia come me, che sono stato mangiato dalla mia insensibilità, che ho usato per proteggermi da chi o cosa mi potesse ferire. Spero davvero che tu riesca a trovare la strada che io non ho trovato.
Io, invece, ho ancora bisogno come l’aria di quella dolcezza infinita. Non sarai più tu a farla e dovrò ottenerla da qualcun altro.
Ancora, Berry, anche se non mi potrai mai leggere, abbi cura di te. Rimani ben nascosta, parata dai colpi della vita, non uscire da quel cuore che ti contiene se non per sporadiche boccate di ossigeno quando nessuno può vederti.
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finishdayoubegan · 7 years ago
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Mi hai fatto venire in mente una cosa stasera: che a ottobre i Finley erano a Firenze, e, prima che ci lasciassimo, te lo dissi che sarebbe stato bello portartici. Così, per dirti quanto sia stata strana la vita nel suo svolgimento. Ah, e lo stesso venerdì c’erano i Sick Tamburo all’H2. Sarebbe stato bello anche lì, ma le sliding doors esistono per un motivo. Torno a chiudere il cassetto. Buonanotte, fantasma.
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finishdayoubegan · 7 years ago
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Non ho mai scritto del tuo sesso per voglia. Perché quella era e rimane la parte più intima che non sono riuscito e non voglio smuovere. Perché se ti avessi pensato come Sharon sarebbe stato molto più difficile staccarmi da te. Ma questo voglio scriverlo per ricordarmelo: ogni centimetro della tua pelle trasudava sesso, eccitazione e voglia che io non ho sempre saputo cogliere, per una mia mancanza fisica, o forse per il coraggio di esploderti addosso.
È stato un peccato non poterti far vedere quanto scoparti fosse per me bellissimo, quanto anche le unghie dei tuoi piedi mi facessero eccitare da morire, quando la mia testa e il mio cazzo funzionavano.
Sharon, ti penserò sempre come la cosa che mi eccitava più di ogni cosa al mondo.
No, questo non te lo manderei mai, perché non ho potuto che farlo uscire male, dato che non voglio proprio farlo uscire.
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finishdayoubegan · 7 years ago
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Non ci sei
Ho sempre pensato di te che fossi la persona migliore di questo mondo. Non scherzo, l’ho fatto. Ho sempre creduto che il male non facesse parte dei tuoi pensieri, che la vita ti avesse risparmiato l’odio in tutte le sue forme. Le parole, per come uscivano dalla tua bocca, ed i pensieri sono sempre apparsi ai miei occhi come l’incarnazione del bene assoluto; tanto che molto spesso mi sentivo nella posizione scomodissima di essere chi rappresentava quello che semplicemente tu non avevi: la negatività della vita. Mi sono spesso pensato non meritevole del tuo affetto per questo motivo: tu, così perfetta nella tua aurea quasi celestiale, mentre io ero quello sporco di sangue e di merda. 
Ma adesso sono cambiate molte cose. Mi trovo davanti e per forza alle ombre del tuo essere, di cui ignoravo totalmente l’esistenza. O meglio, l’esistenza era certa, ma speravo che mi risparmiassi di conoscerle. Ed anche se tutte le persone hanno la loro parte oscura, ebbene io la tua quasi non la credevo possibile. E’ difficile accettare quello che non si vuol vedere, ed ancora non riesco pienamente a farmene una ragione: non capisco come sia possibile che il tuo cuore sia stato pervaso dalla coltre scura della malvagità. Non so, non vorrei ammetterlo, che tu sia stata sempre così, e che fosse solo la mia presenza - o fossero i miei occhi - a renderti migliore. Migliore di quello che ora appari alla mia mente - e forse alla realtà della tua fenomenologia. Migliore di gran lunga alla persona che non ha risparmiato neppure la più grande delle mancanze in tutto questo processo, che non ha avuto il benché minimo senso di responsabilità, che non è riuscita a guardare negli occhi chi doveva lasciare, e che non riesce a farlo nemmeno adesso. E non si capisce neppure il perché.
Non ci sei, per me. Non sei quella che (non) vedo. Voglio ricordarti come ti credevo mesi fa, perfetta nella tua imperfezione. 
Non è poi la fine del mondo se non sei la fine del mondo.
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finishdayoubegan · 7 years ago
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È adesso metà gennaio, e non ci sono più i tuoi occhi sul mio comodino.
E’ arrivato il momento di dirti addio.
Non leggerai mai queste cose, perché ci sono dei pensieri che vanno semplicemente abbandonati nell’oblio.
Non so se cancellerò tutto, forse prima o poi lo farò: quando troverò qualcuno a cui scrivere cose migliori di quelle che ti ho scritto in questi mesi, o per cui provare cose migliori di quelle che ho provato in questi 7 anni.
Addio, davvero. Sei stata un pensiero e un’immagine che non sono riuscito ad abbandonare molto facilmente, e che non abbandonerò molto presto.
Ma è giunto il tempo, dopo aver svuotato tutto, che inizi a riempire questo mio enorme vaso di altre cose, altre facce, altre mani ed occhi.
È solo che sei in me come una roccia.
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finishdayoubegan · 7 years ago
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Quante cose avrei voluto dirti e fare prima che tu andassi via: piangerti addosso, dirti che mi saresti mancata da morire, pregarti di non partire, dirti che ti avrei pensato ogni istante, disperarmi e lasciarti mille e mille pagine.
Ma no. Non ho fatto niente di tutto questo solo perché non volevo che ti pesasse in alcun mondo partire. Ho minimizzato questi 5 mesi perché tu non avessi il minimo rimorso, almeno per me. Ho voluto che tu vivessi la tua esperienza senza la gravità di un abbandono, senza fazzoletti bianchi e tragedie.
Beh, sì, tornassi indietro non mi frenerei. Ma ormai è tardi. È tardi per dirti tutto questo, è tardi per farlo: è tardi e basta.
C’è un universo del “non detto” - scrivevo - in cui ogni azione fatta e non detta trova la sua dimensione nell’ignoto; questo mio universo è stracolmo, tanto da averle dovute scrivere per liberarle e liberarmi. Forse è l’utilità che spinge la nostra vita, e - utilitaristicamente - non avrei dovuto tacere. Ma il romantico che è in me prevale sempre: preferisco aver fatto e non detto - e averti perso comunque - che aver fatto e detto, avendoti trattenuto per quello che semplicemente non sono.
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finishdayoubegan · 7 years ago
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Avrei voluto mandartela da molto tempo, e adesso che l’ho riascoltata, mi è venuto in mente il perché. Tanti anni fa, quasi 4 credo. Certe volte le canzoni descrivono meglio di qualunque discorso, dibattito o discussione quello che uno vorrebbe dire all’altro. Chissà se te l’avessi inviata, se avessi saputo sarebbe potuta andare diversamente. Ancora oggi questo testo contiene le mie giornate nella difficoltà di essere me stesso. Non troppo, ma pur sempre abbastanza. Ma vorrei mandartelo ora, e lo farei se non fosse semplicemente inutile. L’utilità ci uccide nel peggiore dei modi spingendoci a vivere solo quel poco che serve; ma hai deciso di sposarla in tutta la sua bellezza. Questo, però, è un altro discorso.
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finishdayoubegan · 7 years ago
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Era forse un addio quello che c’eravamo dedicati?
Per tutte le volte che ti ho protetto ai concerti dalle spinte della gente, per le bottiglie d’acqua e le volte in cui ci siamo fermati ad aspettare Manuel e Alberto, per le infinite canzoni che ci siamo dedicati, e le emozioni che rimarranno nel tempo, che ci hanno legati per sempre nei pianti e negli occhi lucidi di qualche nota e tante parole. Per le attese degli inizi, come fossero stati nuovi inizi, per le ore al sole ed il sudore, per i Radiohead e io te e Diletta, per i cazzo di Cure che fanculo avrei voluto morire su quella poltrona. È facile pensare che non vorrei mai nessun altro, perché quello che ho provato con te non riuscirò mai più a provarlo. E questo ammasso di cose, incastrate nelle nostre notti, mi peseranno come niente mi ha mai pesato. Questo nostro mondo che dovrà scomparire nella nebbia, che stingerà consumato dagli anni in cui saremo lontani, mi costringerà solo ad averne nostalgia; è orribile averti pensata in ogni più bella canzone, e non averne più da dedicare a chi verrà dopo. In fondo, è la tua malattia che io ho amato alla follia, quella costante sensazione di mancata appartenenza, quella complessità magnifica nei tuoi occhi: quegli occhi che guardavano il mondo in un modo così tragico è bellissimo. È la tua pena che io ho amato: la pena che hai odiato ed amato in queste canzoni, la pena che io ho voluto coprire con tutto me stesso, quei vuoti nel tuo sguardo che ho voluto riempire in tutti i modi, per quanto ho potuto. Non so cosa mi abbia legato e mi leghi a te, Francesca; so solo che sarà difficile ignorare la richiesta delle tue braccia di essere abbracciate fino alla morte. Avrei tanto voluto riniziare ad andare a questi concerti con te, cazzo. Lo volevo più di ogni altra cosa, il farti venire ai miei incontri, sperare di poter incidere un disco e farti conoscere i tuoi miti, riuscire a parlare con Samuel e passartelo al telefono; condividere con te la mia vita che stavo cercando di raggiungere con tutto me stesso. Quella vita che ho sempre voluto, fatta di pullman da prendere ed amplificatori; concerti in centro a Bologna, birre e risate, e te sempre dietro, per farci divertire con gente sempre diversa. Non vedevo l’ora di poterti prendere da casa e portarti con me ai concerti: miei, ma anche degli altri. Poter trasferirmi a Firenze e chiederti di venire con me, in quella casa che sarebbe stata la mia VERA casa. Proporti un aperitivo tutti i giorni, una bevuta in un locale, ascoltando un concerto jazz o dei FASK. Quella è la vita che avrei voluto avere, e avrò, prima o poi. Ma non vedevo l’ora di condividerla con te, darti qualcosa che ho sempre voluto, nell’attesa che tu fossi satura della tua stessa vita. Forse è questo che mi manca: vedere che i tuoi occhi non hanno più quello che io amo, questa continua sensazione di mancata appartenenza.
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finishdayoubegan · 7 years ago
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Viaggi, speranze, il cuore pieno di tutte le cose. Fiducia, voglia di riempirsi la bocca e lo stomaco di ogni cosa nel mondo. Tornare ma ripartire, conoscere e sfruttare occasioni: c’è sempre qualcuno o qualcosa che può allungarmi la giornata, che riesca a non farmi fermare.
E’ bella la luce dell’infinità. Il mondo ai tuoi piedi e il giorno che si confonde con la notte: non un momento fermi, non un momento di vero buio.
Tutto questa è la vita che chiunque vorrebbe; o almeno io vorrei. Ed anche tu.
Ma ci sarà il tempo in cui le stelle si nasconderanno e non ci sarà nessuno dietro l’angolo ad abbracciarti. Arriverà fredda la noia e l’ansia di vivere, arriverà la fame e la tempesta, i sogni che si spezzeranno sulla roccia forte del dovere.
Arriverà la vita che scardina le certezze di un tempo felice.
Ecco, questo mi manca: riuscire a respirare il profumo dei giorni, senza quel peso sullo stomaco di cui ignoro l’origine.
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finishdayoubegan · 7 years ago
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Nei tuoi occhi c’è una luce che riscalda la mia mente.
Ma adesso è la tua profondità quella che mi manca.
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