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Mai contro cuore💫
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Irene 23🍃
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from-dawnto-dusk · 2 years ago
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from-dawnto-dusk · 3 years ago
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μεράκι è una delle parole che ricordo di quando studiavo greco antico.
Fare qualcosa con meraki significa mettere "una parte della tua anima" in quello che stai facendo. ✨
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from-dawnto-dusk · 3 years ago
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ἀλήθεια e veritas
In greco ἀλήθεια (alètheia) vuol dire “verità”, ed è forse una delle prime parole che si apprende al ginnasio; sarebbe interessante approfondirne l’etimologia, capire come è  costruito il termine, poiché dietro a una semplice parola o a una regola grammaticale spesso si nasconde il modo di vedere il mondo di una civiltà, che rivela un approccio alla realtà che con il πάντα ρει (panta rei) dei secoli noi abbiamo perso: ἀλήθεια non vuol dire semplicemente “verità”, ma molto di più. Il termine, infatti, deriva dall’accostamento del famoso ἀ privativo (traducibile spesso con “senza” o con “non”) + un derivato della radice apofonica λαθ/ληθ (lath/leth) del verbo λανθάνω, che vuol dire “nascondersi, celarsi”. Dunque ἀλήθεια è, letteralmente, ciò che “non rimane nascosto”, cioè quello che è alla luce del sole, visibile perché non viene occultato o reso ignoto. Quindi ἀλήθεια, oltre a “verità”, “sincerità”, vuol dire anche “realtà”. La parola  italiana “Verità” deriva dal latino “veritas”, collegato all’aggettivo “verus, vera, verum” e al sostantivo neutro “verum” che tra i significati, oltre a “verità” e “realtà”, significa anche “il giusto”. Interessante poi è che un’altra parola latina, altrettanto famosa, come  “fides” significhi “fiducia, fedeltà” ma anche “verità”. “Fides” presenta la stessa radice della parola latina “fiducia” (che in italiano mantiene lo stesso significato del latino). Il latino e il greco ci insegnano che essere veri, (ovvero assumere un atteggiamento che non cela nulla, ma semplicemente schietto), oltre a essere il solo comportamento a rispecchiare fedelmente la realtà, è anche l’unico “giusto” da assumere, e che la verità, (nel senso etimologico del termine ἀ+λήθεια), è l’unica via possibile per suscitare fiducia negli altri, anche se essa talvolta implica uno scontro, o comporta può comportare un dispiacere.
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from-dawnto-dusk · 3 years ago
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La relazione che hai con te stesso è la più complicata, perché non puoi andartene. Devi perdonare ogni errore, accettare ogni mancanza, devi trovare il modo di amarti anche quando non credi di poterlo più fare.
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from-dawnto-dusk · 3 years ago
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Stai con l'amico che riesce a farti ridere in un momento di broncio, nei tuoi giorni di buio pesto
con chi ti alleggerisce la schiena dai carichi del mondo con chi ti leva di dosso la parte di piombo con chi distrae i tuoi mostri per farti scappare da loro
stai con l'amico che consola a battute le tue figure di merda con chi non copre il foglio del compito in classe con chi ti mette al centro anche quando te ne stai in disparte con chi ti protegge anche quando non ci sei
stai con l'amico che ti anticipa le mosse che ti chiude le frasi che pensa quello che pensavi tu che stava per dire le tue stesse cose che ordina per te quando sei in bagno perché tanto sa cosa prendi
stai con l'amico che ti conosce ma che vuole continuare a conoscerti, che quando lo guardi negli occhi vedi un luna park e una tana, che non la pensa come te ma come te, pensa!
stai con chi se hai bisogno a mezzanotte non è tardi, e ti viene a prendere in tutte le stazioni dei treni senza guardare l'orologio
stai con chi ti fa bene al cuore, il resto lascia che sia di passaggio.
- Gio Evan
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from-dawnto-dusk · 3 years ago
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insistere e continuare a sbattere la testa per provare a riportare le cose come stavano una volta è un altro tipo di dolore
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from-dawnto-dusk · 4 years ago
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It’s a miracle we ever met by Hallie Bateman
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from-dawnto-dusk · 5 years ago
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from-dawnto-dusk · 5 years ago
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“La giornata de a memoria Da regazzino pensavo che la giornata della memoria non serviva a ncazzo. Cioè non è che non serviva a ncazzo però a scuola ce facevano vedè Perlasca Scinder List e ce facevano legge Anna Frank e io un po’ me rompevo le palle. Dicevo vabbè te pare che lo rifamo n'altra volta sto casino, quelli se vede che stavano fori all'epoca e ie sembrava normale sderenà un popolo de poracci, de recchioni, de zingheri. Nce potemo ricascà. Poi crescendo ho capito che magari mo l'ebrei pare che so salvi (pure troppo) e i nuovi poracci so quei disgraziati che scappano dai cazzi che c'hanno ner loro paese e noi giù a dije che so bestie che so cattivi che so negri. A scrive che devono morì sotto agli stati de Salvini. A faie lo sgambetto mentre scappano pe fa la foto fica. Co quella scena ho capito che i nazzisti semo noi, che ar posto der baffetto c'avemo la cravatta e ar posto del pigiama a righe quelli c'hanno er salvagente. Qui dimo che se ricordamo se ricordamo se ricordamo, ma secondo me non se ricordamo popo ncazzo.”
— R. Piacci in Pressappochismo is the way
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from-dawnto-dusk · 5 years ago
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Peppino Impastato: Sei andato a scuola, sai contare? Giovanni Impastato: Come contare? Peppino Impastato: «Come contare», uno, due, tre, quattro. Sai contare? Giovanni Impastato: Sì, so contare. Peppino Impastato: E sai camminare? Giovanni Impastato: So camminà. Peppino Impastato: E contare e camminare, insieme, lo sai fare? Giovanni Impastato: Sì, penso di sì… Peppino Impastato: Allora forza. Conta e cammina. Dai. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto.. Giovanni Impastato: Dove stiamo andando? Peppino Impastato: [alza la voce] Forza, conta e cammina! […] ottantanove, novanta, novantuno, novantadue, Giovanni Impastato: Peppino… Peppino Impastato: Novantatré, novantaquattro, novantacinque, novantasei, novantasette, novantotto, novantanove e cento! Lo sai chi c’abita qua? Giovanni Impastato: Ammuninne  Peppino Impastato:Ah, u’zu Tanu c’abita qua! Cento passi ci sono da casa nostra, cento passi! Vivi nella stessa strada, prendi il caffè nello stesso bar, alla fine ti sembrano come te! «Salutiamo zu’ Tanu!» «I miei ossequi, Peppino. I miei ossequi, Giovanni». E invece sono loro i padroni di Cinisi! E mio padre, Luigi Impastato, gli lecca il culo come tutti gli altri! Non è antico, è solo un mafioso, uno dei tanti! Giovanni Impastato: È nostro padre. Peppino Impastato: Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!
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from-dawnto-dusk · 5 years ago
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Ciao,
È strano ora tornare a scriverti, anche solo il pensiero di una tua risposta mi fa paura, ma avevo promesso che sarei stata io a farmi risentire, perciò eccomi qua
Ciao, di nuovo, ho tante cose che vorrei chiederti, che vorrei sapere su di te, che sicuro non sei la stessa persona di 6 mesi fa. Prima di tutto, come stai? Com’è andata la pagella? E le vacanze con i tuoi amici e quella che avevate progettato di fare a Londra? Hai finito le serie tv che stavi guardando a maggio? La tua super festa dei diciotto? A proposito, mi dispiace non averti fatto gli auguri per il tuo compleanno, tutto il giorno sono stata sul punto di scriverteli, ma non volevo ricevere una risposta, perché sapevo che non sarebbe finita lì la conversazione, e non mi sentivo pronta ad affrontarla, poi magari neanche ti avrebbe fatto piacere ricevere un mio messaggio in un giorno così importante per te. Come sta la tua famiglia? L’hai presa la patente? A scuola come sta andando, Soprattutto matematica? Il clan com’è quest’anno? E le foto le fai ancora?
Vorrei raccontarti tantissime cose che ho fatto quest’estate e che non ho mai avuto il coraggio di fare, di quanto penso di essere cresciuta e di quanto ti ho pensato, abbiamo smesso di parlarci, ma io non ho mai smesso di pensarti, questo non vuol dire che io ti stia scrivendo perché voglio tornare con te, no. Voglio solo dirti che non ho mai smesso di volerti bene, e questo l’ho detto anche alla Gio mentre piangevo il giorno in cui tu sei venuto qui per parlare. Non ho mai smesso di pensare a te ogni volta che ho guardato maze runner, o star wars, o qualsiasi cartone della mia raccolta super fornita, o ogni volta che, a casa da sola, preparavo la pasta, pensando sempre di doverne buttare giù di più perché da un momento all’altro potevi arrivare tu. O non ho mai smesso di pensare a te quando vedevo un ragazzo in moto con il tuo stesso casco, o con il tuo stesso zaino blu con quell’elastico davanti, non ho ancora buttato via il tuo elastico nero che ti ho rubato, anche se si è rotto io l’ho tenuto, non ho smesso di indossare la tua maglietta blu dell’hard rock cafè, e non ho ancora messo via la tua “felpa vacca”. Non penso saró mai pronta per metterla via. Ho buttato via le nostre foto che avevo appese in camera, ma non le ho cancellate dal telefono, neanche la nostra chat di whatsapp l’ho cancellata, a volte mi metto a rileggerla e sorrido. Ho smesso di seguirti su instagram perché Nico mi ha obbligata, l’ha schiacciato lui quel tasto, non io. Le foto le ha buttate via la Gio, non io. Hai ancora la tua pagina riservata sul mio diario.
So che questo messaggio non te lo manderò mai, perché sono andata avanti, non piango più per te da tantissimo, tranne ora, ora sto piangendo mentre scrivo. Volevo solo dirti che non rimpiango niente, anzi sono felicissima di essere stata con te, agli altri racconto solo le cose negative della nostra relazione, ma io mi ricordo tutto, soprattutto come mi facevi stare bene quando mi abbracciavi.
Forse, se segui ancora il mio blog su Tumblr, leggerai questo post lì, altrimenti non penso tu lo possa leggere presto. Mi manca parlare con te, ma non voglio scriverti, ho paura a farlo, lo sai che il coraggio non è mai stato il mio forte.
Detto ciò, scusa se ti ho annoiato, forse non hai neanche più il mio numero, in questo caso spero tu abbia capito chi sono. Non volevo scrivere così tanto, se hai voglia di leggerlo va bene, altrimenti va bene lo stesso, ti capisco perfettamente
Mi dispiace averti fatto stare tanto male, non ho mai meritato di stare con una persona come te
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from-dawnto-dusk · 5 years ago
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from-dawnto-dusk · 5 years ago
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Ogni popolo ha i propri eroi. Nella maggior parte dei casi, uomini divenuti storicamente grandi poiché difensori della patria contro gli invasori. L'Italia è, forse, uno dei pochi paesi che ha eroi, difensori della propria patria non da invasori esterni, ma interni. Uomini che hanno protetto questa nazione da se stessa. Ognuno di noi, come l'Italia, ha un lato oscuro. La cosa che ci rende davvero buoni non è l'inesistenza di quello, ma la lotta contro quello. E Paolo Borsellino, giudice e eroe, lo aveva capito. Paolo Borsellino era un uomo buono.
(In foto anche Giovanni Falcone, perché questo messaggio e le mie preghiere sono rivolti, allo stesso modo, a entrambi).
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from-dawnto-dusk · 5 years ago
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“Se i fiori possono 
imparare da soli 
a fiorire 
dopo che è passato l'inverno,
allo stesso modo 
puoi fare tu.”
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from-dawnto-dusk · 5 years ago
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“Ieri Virginia mi ha chiesto: “Papà,ma se tu e la mamma vi lasciate chi è che tiene due figlie e chi una?” Ero in cucina che stavo affettando le cipolle, la domanda mi ha colto di sorpresa. “In che senso,Virginia?”, ho detto. “Siamo tre sorelle”, ha detto,“la terza sorella non potete mica dividerla a metà!” Mi è venuto da ridere. Stavo per risponderle:“Non ti preoccupare, amore, la mamma ed io non ci lasceremo mai”, ma non volevo mentirle, perché so che ogni relazione s'inventa ogni giorno, e il torto più grande che puoi fare a te stesso, e agli altri, è proprio quello di crederti invincibile.“Virginia”, ho detto, “se per caso la mamma ed io un giorno ci separassimo vi vedremmo tutte e tre, un po’ io e un po’ la mamma, non ti preoccupare.” “Ma in Mrs. Doubtfire il papà vedeva i bambini solo il sabato”, ha detto. “Virginia, certe volte quando due genitori si lasciano possono succedere delle cose”, ho detto. “Magari non si sono lasciati bene, ma litigando. Ma la mamma ed io siamo stati sempre d'accordo che, se anche ci lasciassimo, voi verreste sempre prima di tutto. Hai capito? Sempre.” Mi ha fissato in silenzio.“Papà”, ha detto d'un tratto.“Ma l'amore può finire?“ Ci ho pensato un attimo prima di rispondere."L'amore non finisce”, ho detto,“sono le persone che cambiano.” “Le persone?”, ha detto. “Virginia”, ho detto,“anche gli adulti crescono, sai? Tu adesso sei una bambina grande, sette anni fa eri una bambina piccola. Funziona un pochino così anche per le mamme e i papà. Io quando ho conosciuto la mamma ero una persona diversa, lo era anche lei. L'importante, quando due persone si amano, è riuscire a cambiare insieme o rispettare i cambiamenti dell'altro. I genitori, con i propri figli, fanno proprio quella cosa lì, invece fra loro certe volte non ci riescono. E’ per quello che l'amore per i figli è l'unico che non finisce mai mai. "Ma tu”, ha detto,“quando hai incontrato la mamma, come hai fatto a sapere che era la mamma?"Non ho capito”, ho detto. “Come hai fatto a capire che volevi amarla?”, ha detto. “Ah,quello”, ho detto.“L'ho capito dopo circa dieci minuti. "E da cosa?”, ha detto. “Quando ci siamo incontrati la prima volta, si è sollevata i capelli dietro la nuca, sopra la testa, e si è fatta uno chignon senza neanche un elastico, solo annodandoli”, ho detto. “E allora?”, ha detto. “E allora lì ho capito che lei aveva disperatamente bisogno di un elastico”, ho detto.“E io dei suoi capelli.” “E tu ce l'avevi,l'elastico?”, ha detto. “No”, ho detto,“ma quando la mamma lo ha scoperto ormai mi voleva già bene.” “Papà!”, ha detto,“ma allora l'hai imbrogliata.” “Forse un pochino”, ho detto,“ma il punto è che la mamma è stata la prima che mi abbia mai fatto venire voglia di cercare un elastico, capisci che intendo?” Mi ha guardato per qualche secondo. “Tieni papà”, mi ha detto, sfilandosi l'elastico che le teneva su i capelli. “Così tu e la mamma non vi lasciate.” Lei ha riso, io per fortuna stavo affettando le cipolle.”
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from-dawnto-dusk · 5 years ago
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“ricordatevi sempre di quando vi hanno privato della primavera ma siete fioriti lo stesso.”
— manuela g.
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from-dawnto-dusk · 5 years ago
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“Hai negli occhi la libertà di chi corre scalza in un prato su cui è appena caduta una leggera pioggerella estiva.”
— Simone Carta
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