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Ma se dovessi proprio dire qual'è lo stile che preferisco, dirò che è quello dell'anatra, che senza sforzo apparente fila via tranquilla e impassibile sulla superficie, mentre sott'acqua le zampette palmate tumultuosamente e faticosamente si agitano: ma non si vedono
Raffaele La Capria
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Ginepro
“Io penso che gli italiani diano troppa importanza ai propri governi. Chiaro, il rigurgito fascista di questo periodo è grave e va limitato, ma era preventivatile che in momento di forti flussi migratori alcune persone non sarebbero stato in grado di svolgere lo sforzo intellettivo necessario a superare l'antropologica paura della diversità.
Prendiamo un personaggio di fantasia ispirato alla realtà. Lo chiameremo Ginepro.
Ginepro vive nel mio paesello. È sulla cinquantina, non bello e del tutto privo di eleganza.
Ginepro ha un lavoro orribile e ripetitivo, mal retribuito e odia i suoi superiori. Ovviamente non ha idea di come si compili un Curriculum e come possa cercare alternative, quindi sa di restare a svolgere quelle mansioni fino alla pensione.
Ginepro ha una moglie che non ama. Andare a letto con lei non è un piacere ma un atto di coraggio, svegliarsi la mattina e vederla nel letto lo devasta.
Ginepro ha tre figli, non ha i soldi per mantenerli e non ha il tempo per goderseli. Sono stati educati da maestri incapaci, allenatori di calcio e televisione generalista. Il più grande vive in Canada e Ginepro ha imparato a usare Skype, o almeno ci prova. Ci parla un po'. Poi piange.
Ginepro per sfogarsi ogni domenica tira fuori gli attrezzi da giardino e dalle 8.30 -quando il Tu Pneomatico dorme beato in hangover- della mattina fino al calare del sole lavora al suo prato. Metri quadrati dodici, piante due di cui zero da frutta. Se gli dici "Ginè ma almeno fatti l'orto" ti risponde "ehhhh ma chi c'hà il tempo". Sospende solo per i pasti e un paio di bianchini al bar.
Gli eventi culturali più frizzanti del paese sono delegati alla filarmonica di dopolavoristi che ai patroni esegue, male, le solite quattro sonate. C'è qualche sagra o festa del paese in cui c'è da mangiare. Ginepro va con la moglie e qualche amico. Si diverte poco, ma vede la sua figlia più giovane che serve ai tavoli, non prende un euro ma finita la festa a chi ha lavorato regalano patatine e birre e tutto quello che vogliono e li mangiano e bevono con i loro primi amori e Ginepro sa che non vivrà più quelle emozioni.
Una volta per bramosia sessuale o forse per innamorarsi ha caricato una prostituta sulla sua stilo bordò, ma come l'Holden salingeriano non se le sentita di fare nulla. Penso si sia fatto unpianto.
Insomma Ginepro fa una banale e noiosa vita di provincia, terribile e tendente all'infelicità.
A me ovviamente di Ginepro non frega assolutamente nulla. Niente. Se leggo sul giornale che si è impiccato nel capanno degli attrezzi sarei indifferente o felice per lui.
Il problema è uno. Quando a mezzogiorno della domenica mi concedo il caffè al bar del paese per riprendermi dalla sera prima lui sta bevendo il suo bianchino -non il primo- in tenuta da giardiniere, sudato e puzzando di fieno e vino di terribile qualità.
Le ho provate tutte. Lo sfoglio della Gazzetta, il cellulare con le stories di Insta, le finte telefonate o le telefonate vere. Non c'è niente da fare. Ogni domenica da quindici anni Ginepro mi ferma, porta i suoi odori vicino al mio caffè e si lamenta del governo. Berlusconi, Bersani, Prodi, Renzi, Salvini, Grillo e Napolitano, Mattarella e una marea di nomi che non ho mai sentito.
Colpa loro. È sinceramente convinto che la sua vita piatta, brutta, senza stimoli e possibilità sia colpa del presidente del consiglio di turno e non delle scelte comode e sbagliate che l'hanno portato a fare la sua vita. Ginè, rassegnati, se la tua vita fa schifo è per lo più colpa tua.
Sia ben chiaro. Sono convinto, a costo di cadere nella demagogia, che in Italia abbiamo avuto governi arrivisti, arraffoni, schifosi, incapaci, disonesti e con il gusto della presa in giro verso il cittadino e il loro stesso elettore. Tranne ovviamente il Professor Mario Monti che dai era un bel tato con i suoi capelli tutti bianchi.
Quello che voglio dire è che la politica fa male soprattutto al basso. Se la malapolitica diventa deterrente nella ricerca di una vita più felice e stimolante i popoli collassano.
Il secondo punto è che dobbiamo tornare alla lira perché prima il caffè lo pagavo mille lire e ora un euro che sono quasi duemila lire. Ma stiamo scherzando o cosa?”
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“...che il Mediterraneo sia la fortezza ca nun tene porte...” 😭💕
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Non si può investire della cultura del sospetto tutto e tutti. La cultura del sospetto non è l’anticamera della verità, la cultura del sospetto è l’anticamera del komeinismo
Giovanni Falcone
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“ (...) l' ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto e un Dio che è morto, nei campi di sterminio Dio è morto, coi miti della razza Dio è morto (...)” L’ipocrisia di chi oggi, in occasione della Giornata della Memoria, condivide frasi di circostanza, per ricordare lo sterminio degli ebrei, ma ieri ha criticato l’esodo dei migranti in cerca di un futuro migliore e domani continuerà ad urlare a gran voce “prima gli italiani”, proprio non la tollero. Sono razzista, sì, ma nei confronti degli ipocriti. Da sempre e per sempre lo sarò.
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La storia dovrebbe insegnarci a non commettere gli stessi errori del passato. La cieca indifferenza segue la direzione del vento, mentre chi conosce la storia sceglie di stare dalla parte di chiunque abbia bisogno di aiuto, senza alcuna distinzione di sesso, “razza” o religione. 🌹
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“(...) E poi a quelli che non ritornano, certo lassù, forse lassù sono capaci di non dormire mai più. Chissà se in cielo passano gli Who (...)” ...missing you.
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Enrico Mentana:
“Consiglio a tutti la lettura delle sagge parole pronunciate del maggior studioso del fascismo in Italia, Emilio Gentile, nell'intervista a Simonetta Fiori di Repubblica:
«Questi fenomeni sono la spia della grave crisi che colpisce la democrazia, in Italia e in tutto l’Occidente», dice Emilio Gentile, uno dei massimi studiosi dei totalitarismi fascista e nazista.Professore, come interpreta questo rigurgito neofascista?«Non lo vedo come una novità, piuttosto mi domando perché questa destra estrema abbia successo. Vuol dire che c’è qualcosa nella democrazia che suscita disgusto nelle nuove generazioni. E questo disprezzo spinge i più giovani verso mitologie nordiche, naziste più che fasciste, che ormai sfuggono completamente a qualsiasi riferimento storico. Sono simbologie prive di senso, che non hanno niente a che vedere con la storia concreta dei regimi di Mussolini e Hitler».Perché non la convincono le analogie con il passato?«Negli anni Venti i fascisti erano reduci di guerra che volevano difendere la patria dalla minaccia della rivoluzione russa internazionalista. Tutto questo oggi io non lo vedo. A meno che i naziskin non intendano i “non popoli”, ossia gli immigrati, come truppe d’invasione: ma siamo alla farneticazione!».Ma lo stesso termine,“non popoli”, non evoca il linguaggio violento dei fascismi?«No, è solo ignoranza. Il fascismo di Mussolini non ha mai liquidato gli arabi come un “non popolo”: erano considerati guerrieri da incorporare nell’esercito italiano».Però la radice comune è quella del razzismo, largamente praticato dai colonizzatori italiani in Africa.«Ma il razzismo ha una radice nella civiltà occidentale dell’Ottocento: il fascismo ha sviluppato nella propria ideologia e nellapropria cultura quello che avevano già fatto le democrazie europee e americana. Francamente l’analogia storica non ci porta da nessuna parte».Dove dobbiamo guardare?«Alla crescente debolezza dei nostri assetti democratici. Io vado parlando da anni di “democrazia recitativa”, ossia di una finta rappresentazione dove il popolo non decide mai. Oggi le minacce alla democrazia non arrivano dai naziskin, che sono gruppi minoritari, ma dalle stesse istituzioni democratiche che sembrano incapaci di mostrare una superiorità rispetto a ogni forma di prevaricazione. Le democrazie si vanno indebolendo perché la gente non ha più fiducia in esse».Una sfiducia che si può tradurre in indifferenza alla violenza.«Certo. Si finisce per accettare ogni sorta di malattia infettiva, anche quelle che scatenano aggressività e violenza. Il dramma è che è venuta meno la passione per la democrazia come forma di convivenza».
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Essere “predatori di felicità e bellezza” e avere un “destino scelto e non subìto”: unico vero senso della vita.
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Sono una di quelle persone che non sa rispondere alla domanda: di dove sei?
Sono nato in un Paese, l'Egitto; cresciuto in un altro, il Qatar; ho la cittadinanza in un terzo, il Canada; vivo in un quarto[, l'America]
Omar El Akkad
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Il cuore e la menzogna.
Si incrociano alcuni sguardi ed è subito gelo. Sguardi che trafiggono la parte più profonda dell’anima, perché vessillo di aridità e menzogna. Mettiamoci il cuore, insieme alle nostre capacità e al sacrificio, anziché l’arrivismo e la cattiveria, e tutto arriva se lo meritiamo.
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Ora l'Austria è inquinata da un malessere simile a quello che si diffonde, come un epidemia, in tanti paesi del nostro mondo, rischiando di rendere quest'ultimo non più il nostro mondo. I vincitori di oggi non sono dei protagonisti; sono un fenomeno, una febbre, un rigurgito del peggior passato nutrito dei mali più drammatici del presente. Sono un nostro specchio, in cui la nostra faccia non è molto gradevole.
Claudio Magris
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Vulture, Basilicata, Italia.
Il territorio del Vulture non necessita di attrattori perché è un attrattore naturale. Ciò che ci manca è forse una sorta di spirito di autopromozione e la consapevolezza che ciascuno di noi, nel proprio piccolo, può fare qualcosa per il nostro territorio.
Non dobbiamo demandare ad altri un compito che tutti insieme possiamo svolgere. Tutti insieme dobbiamo fare un lavoro di promozione del nostro territorio, superando i campanilismi sterili e sentendoci, piuttosto, tutti cittadini di un'unica comunità: il Vulture.
Dobbiamo semplicemente urlare con fierezza e a gran voce che il Vulture è stupendo; dobbiamo dirlo credendoci realmente, affinché tutti possano crederci, a loro volta. Uno scenario naturale fantastico, un gioiello, una perla rara: questo è il Vulture! Pura verità. E la verità traspare dagli occhi di chi parla e giunge al profondo del cuore di chi ascolta.
Non dobbiamo esimerci affatto dal dovere di promuovere questo bellissimo territorio, perché solo grazie ad ognuno di noi possiamo crescere. Trasferiamo le nostre emozioni positive sul Vulture ai nostri amici e agli amici degli amici, affinché anche gli amici degli amici facciano lo stesso.
Il nostro compito può essere esattamente quello di diffondere emozioni positive, atrraverso una frase, una foto, un video sul nostro bellissimo Vulture!
A volte basta poco per essere felici. A me, ad esempio, è bastato vedere il Vulture su Raiuno per piangere dalla gioia, perché finalmente la Basilicata riesce ad emergere! Tutto questo accade forse grazie a Matera, che fa da traino per tutta la nostra Regione, e proprio per questo non dobbiamo mollare.
Conti alla mano: quanti ne siamo nel territorio del Vulture? Circa 50.000 abitanti? Se ognuno di noi riuscisse a comunicare le proprie emozioni ad almeno due persone, già altre 100.000 conoscerebbero il nostro bellissimo territorio!
Un semplice passaparola può aiutare a far crescere questo territorio, affinché tutti gli abitanti della Terra possano godere di cotanta bellezza!
Viva il Vulture!

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"E poi fu creato il cane, per dimostrare all'uomo che la fedeltà esiste." #beagle #beagles #beaglelife #beaglelove #dog #dogs
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"E che fanno questi tutto il giorno?" "E perché devono usufruire dei nostri stessi servizi?" "E perché se sono richiedenti asilo hanno persino un cellulare?" Questa si chiama segregazione razziale, proprio come quella istituita dal Sudafrica nel secondo dopoguerra. Siamo nell'era dell'Apartheid 2.0.
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Kindness
C'è gente che utilizza la gentilezza soltanto come un'arma per accattivarsi le simpatie altrui. C'è altra gente, invece, che la gentilezza ce l'ha insita nel proprio animo. Per "affinità elettive" ci si riconosce lontano un miglio. ❤️
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