A francescodegregori che compie 70 anni e io lo ascoltavo da piccina da casa mentre mamma e alessandra erano al suo concerto e da una cabina chiamavano e io per gelosia dicevo che era stonato.
al credere sempre che giuro che lo faro non avesse l'accento era un faro e andava bene così. Va tutt'ora bene così.
alle caterine la notte il vino e la malinconia, ché tu disegni come un degregori (e non un guccini), e allora innamorarsi. alle parole che tornano come se scegliessi dall'archivio dei tuoi ricordi il bandito che l'ha scritto per te, all'alba che evapora, così distratta quando m'ha morso il cuore, a cantare oggi con mamma una buonanotte che delle poche parole quella la riesce a completare sempre, tra le stelle e la sta?nza, quasi quanto il mio nome.
occhi ciliegia non c'è niente da capire certo che no, come si fa, trucco infame, a dire più grazie di tutto questo.
Vengo, con la presente, a te, per chiederti formalmente di esentarmi d'urgenza
dal comunicare, con te, per telefono (io non posso battere zuccate disperate,
contro il primo muro che mi trovo a disposizione, ogni volta, capirai,
appena mollo giù il ricevitore):
(perché, mia diletta, io non saprò mai separare, stralciandole,
le tue parole, a parte, dai tuoi gomiti, dai tuoi alluci,
dalle tue natiche, da tutta te) (da tutto me):
sola, la tua voce mi nuoce.
Edoardo Sanguineti - da: "Scartabello XLVII poesie"
“L’amore, che è la cosa più naturale al mondo, è anche la più cerebrale. E infatti lo riconosci solo quando entra nel tuo pensiero e ci resta. Un’inesausta immaginazione ragionante senza alcun esito pratico ai fini del piacere, e da cui però non ci si può sottrarre. Ricorda Dante? Amor che nella mente mi ragiona. È per questo che è necessario fare l’amore. Gli unici momenti in cui si smette di pensare a chi si ama è quando si è tra le sue braccia. Un gran riposo, anche fisico. Persi in quel vasto paesaggio che è il corpo amato, ci dimentichiamo delle nostre singolarità corporee, belle o brutte che siano.”