Sono un punto e virgola. Né fine, né continuazione. Di solito lascio le finestre aperte. Così passa l'aria a disordinarmi i pensieri.
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C'era in quel suo volto stanco, ... anche qualche cosa di leggero, di magico, di assente. Mi ricordava il cielo, il mare.
Alda Merini
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Era una roccia, ma soprattutto era una roccia spenta. Una di quelle rocce fatte di tufo che si sgretolano facilmente, che cadono giù in mille pietre. Le sue lacrime erano pietre.
Alda Merini
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te chi?
Che poi io parlo di te. Io parlo a te. Ma te chi? Chi sei? Cosa fai? Dove sei?
L’amore.
L’amore dell’amore. L’amore dell’immaginazione.
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vai sott'acqua e ascolta. lo senti? il niente. il silenzio. la pace.
giuliafrsdtvhg
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il fondo
a volte bisogna toccare il fondo. appoggiarci bene i piedi. sdraiarcisi. e da sdraiati, osservare. da lì, dalla profondità, dal buio, dal silenzio, guardare in su. la sommità lontana. dove c’è la luce, la musica, dove i colori sono più vivi.
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Chiunque si sia perso scrive Anime poetiche in cerca di pace
giuliafrsdtvhg
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in fondo
Quando tocchi il fondo, quando arrivi talmente giù che ti ci puoi proprio sdraiare, a pancia in su, a guardare i raggi del sole che filtrano nell'acqua e vanno a disperdersi nella profondità, quando ti adagi laggiù, hai il tempo di pensare. O forse il tempo non lo hai, ma te lo prendi. Pensi a come ci sei arrivata là sotto. Con dei macigni, che piano piano ti hanno tirato giù, sempre più giù. Sei arrivata in piedi e poi ti sei adagiata, stanca. Con i macigni addosso, che premono sul petto, che ti tengono bene a terra. E tra i pensieri ti guardi. E ti pensi. Osservi e rifletti. Li guardi questi macigni. Uno per uno. Sono tutti qui. Ma non li hai legati a te. Se vuoi li puoi spostare. Se vuoi. Puoi scostarteli di dosso. Se fossimo stati solo compagni di viaggio? Se fosse che loro dovevano arrivare qua e solo io potevo portarli? Se fosse che io dovevo arrivare qua per capire? Per sapere cosa fare? Se li sposto posso tornare su. Posso riprendere il mio peso, solo quello del mio corpo. E posso tornare a galla. Da sola. Senza spinta. Senza macigni. Ad occhi chiusi. A cuore leggero. E’ fisica.
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Responsabilità.
Ognuno è artefice del proprio vivere. Siamo gli unici responsabili di noi stessi, della nostra serenità o della nostra tristezza. Non dipendiamo da nessuno, non abbiamo realmente bisogno di nessuno, abbiamo tutti i mezzi necessari per essere indipendenti. Siamo dipendenti solo dai nostri pensieri. E’ questa la vera ragione per cui non bisogna pensare negativo. Per non autocostringerci a marcire dentro. Ed è nostra sola e unica responsabilità.
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Ho iniziato a scrivere.
Ho iniziato a scrivere quando mi è crollato il terreno da sotto ai piedi. Ho provato a ricostruirmi un terreno di carta. Ho provato a mettere in ordine quello che era in disordine nella mia testa. Per vederlo da un'altra angolatura. Con un’altra prospettiva. Nero su bianco. Ho iniziato a scrivere quando ho notato che non c'era abbastanza spazio nella mia mente, per contenere tutti i pensieri.
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Giulia;
Chi sono non chiedetemelo. Non lo so, non so mai cosa dire. Sono un po’ un punto e virgola. Né fine, né continuazione. A volte fine, altre continuazione. Decisa ma indecisa. Bionda, ma biondo cenere lo chiamano; Occhi verdi, ma con del marrone, verde muschio si dice; Alta, ma non per chi è più alto di me; Magra, ma troppo per chi lo è meno di me; Strana e contemporaneamente normale, forse banale. Non sono il mio aspetto fisico. Sono i libri che leggo, la musica che ascolto, i sogni che faccio, le cose che penso e quelle che scrivo, sono i valori in cui credo, i dettagli che noto, quelli che fotografo, sono le mie capacità, le mie volontà, sono i miei sentimenti. Non sono la mia età. Sono nata oggi, qualche anno fa. Ma non ho mai avuto la mia età. Non credo nei numeri. Come non credo nei visi. Credo nei fatti e negli sguardi. Credo nella profondità delle cose. Nella sincerità. Il mare non è l’onda sulla riva. Il mare è la sua profondità più buia. Io non sono un’onda sulla riva. Sono un’anima nel buio.
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