Tumgik
grancasini · 11 months
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17 giugno 2023
Tornare qui è sempre bello, aggiornare questo blog che mi accompagna da quando avevo 14 anni. Tumblr è e rimarrà sempre un posto sicuro.
Sono cambiate tante cose nella mia vita dall'ultimo post, e penso sempre più che tenere traccia della mia vita su uno stupido blog con zero lettori sia stata la cosa migliore mai fatta in 22 anni. Sì, ora ne ho 22. Nata sempre a fine primavera ma faccio finta di esserci nata proprio nel bel mezzo, proprio nel giorno che segna la perfetta metà della primavera.
Mi chiamo grancasini da qualche anno. Prima mi sono chiamata in modi ridicoli che non ricordo e forse è meglio non ricordare ma ora grancasini a distanza di tempo suona ancora bene. Grancasini sono proprio io, che inciampo su me stessa e mi faccio lividi a caso semplicemente perché sono sbadata, e non vedo nemmeno gli ostacoli davanti a me. Grancasini perché a volte parlo troppo e, davvero, penso che se non avessi la lingua sarei una santa. Per ora, potrei inaugurare un girone dell'Inferno.
A proposito! In questi mesi avevo completamente abbandonato l'università perché sì avevo finito la scuola e badaboom, eccomi fiondata in questo mondo dove esiste ancora la distinzione tra destra e sinistra, si parla di politica e di problemi del mondo. Non mi piace questa cosa, la gente giustamente si informa e vuole cambiare le cose ma a me questo mette solo ansia. Ansia, ansia, ansia. Finalmente, dopo anni di auto terapia mi sono decisa ad andare dalla psicologa. Mi ha aiutata? Sì. Ci tornerei? Super sì! Cioè allora facciamo chiarezza. Ora un minimo so gestirmi, ma ogni tanto mi torna la rabbia soprattutto quando sono a casa. Se questo blog potesse parlare e muoversi mi azzitterebbe, perché qui ho sempre e solo parlato dei miei genitori.
I miei genitori nella mia vita hanno avuto un ruolo molto più importante della mia stessa persona. In teoria, dovrebbe essere marginale perché loro hanno il dovere di crescerti, educarti e poi lasciarti andare. Ma così non è. Cioè, è sempre stato il contrario. Immagina non riuscire a dormire la notte perché hai l'ansia che uno di loro stia male. O magari che litigano, che si picchiano e cose così. Dai ragazzi le mie sono palesemente preoccupazioni da genitore. Questa cosa è davvero divertente per qualcuno che la vede da fuori perché magari la gente non ci crede nemmeno. A volte pensano che io sia esagerata. "Ma no ti pare" eccome se mi pare! È che poi alcune cose non vuoi nemmeno più dirle perché diventano cosi pensati anche per te. È impossibile!
Ma torniamo a noi.
Ho fatto un breve excursus su come è andata la mia vita fino ad ora, ma io purtroppo, sono sempre io. Forse un pochino più felice, ma sempre e solo io.
Raluca.
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grancasini · 3 years
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28 febbraio
Sono così.
Attaccata sempre
A quel millimetro di cuore
Di cui fai parte anche tu.
Non ci sei, non ti vedi e quasi
nemmeno ti sento.
Ma sei sempre ad un millimetro dal mio cuore.
E se facessi silenzio, solo per un attimo
io sentirei il tuo battito,
e tu sentiresti il mio.
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grancasini · 4 years
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10 ottobre
il 10 ottobre di 1 anno fa ci conoscevamo.
questi giorni sono strani, affrontiamo la tua prima difficoltà insieme. traballi, sei insicuro. non mi baci come l’altro ieri.
in questo panorama grigio scuro volevo dirti che nel nostro rapporto ci ho messo la mia anima, i miei sospiri scazzati e la mia testardaggine.
ci ho messo colore, quello che avevo perché come te anch’io ho pochi colori, ma un po’ di giallo l’ho messo nella tua vita. sento di averlo fatto.
“mi ami ancora un pochino?”
“sì, un pochino.”
“solo un pochino?”
“sì, bisogna essere sinceri.”
a volte ti scordi di quanto io possa essere piccola, e ti scordi che magari in realtà nemmeno lo pensi, magari mi ami tanto, ma io alla fine credo a quel che dici.
non m’importa, puoi anche non amarmi.
io, però, mi prenderò cura di noi.
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grancasini · 4 years
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20 dicembre
caro papà,
mi trovo sulla terra, in un posto sperduto e ho una testa che fa tanto casino. tu dove sei?
tu sei sulla luna, ti sei perso su marte, sei lontano da me eppure se aprissi la porta della cameretta mi ti ritroverei davanti. è così strana questa cosa, una sinestesia, un ossimoro.
sei stato il mio mondo, ed io un razzo diretto chissà dove senza una meta, me l’avresti dovuta imporre tu ma avevi fin troppo da fare. 
avevi così tanto da fare da essere sempre nervoso, contavo sempre fino a tre prima di chiederti una cosa. ma tre era troppo poco, a volte arrivavo a venti, altre a sessanta. poi la tua risposta era no molto spesso, quindi ci rinunciavo. mi hai insegnata a mettermi da parte fin da piccola, dovevo sempre pensare a te prima dei miei desideri, e allo stesso tempo ho imparato a saper accettare un no.
mi ricordo quella volta che partisti e mi riportasti una bambola gigante, completa di salone di bellezza. eravamo in salotto, ancora mi ricordo, ero così felice.
mi ricordo che un natale sotto l’albero c’erano 8 pacchi; quella mattina mi svegliai per fare la puntura e quando vidi tutti i pacchi mi passò il sonno e il dolore. erano 5 per me, uno per te e due per mio fratello.
mi ricordo che al mio onomastico, del secondo nome, eravamo al supermercato e c’era la bambola di cenerentola. io te la chiesi e mi dicesti di no. annuii e basta.
e poi uscimmo, e tu dalla giacca tirasti fuori la bambola.
e poi accadde di nuovo, quando ero più grande, stavolta con un libro. 
teorema catherine.
mi hai insegnato cos’è il materialismo, e anche che un bambino non lo riesci a comprare nemmeno coi giocattoli.
e poi ci portavi ovunque a me ed a mamma, viaggiavamo tantissimo.
e poi avete cominciato a litigare. 
avrei voluto non avere mai ricevuto tutti quei regali da te papà, avrei voluto che tu usassi meglio i soldi e avrei preferito che tu fossi migliore, evitando i buffi con la banca.
mi ricordo quel pomeriggio in cui tu e mamma avete litigato così forte da far crepare il vetro della porta della cucina, e mi hai fatto conoscere la paura.
da piccola dicevo la preghierina, poi un giorno mi ricordo di averla detta e la stessa sera tu hai fatto vedere a mamma i documenti del divorzio.
mi ricordo che gesù non mi aiutò a trovarli per nasconderli.
non mi diede la forza di andare con mamma quando la cacciasti di casa.
e poi un giorno ci siamo ritrovati ad accompagnarla all’aeroporto, e mi hai insegnato che l’uomo di base non ha sentimenti e che si può placare tutto tranne che la rabbia.
e siamo rimasti in tre, a mangiare alette di pollo a cena. e non ci stavamo mai a casa, stavamo a casa dei tuoi amici, stavo sempre fuori, a crescere così, senza nessuno. e poi mi portavi da nonna, le dicevi di prendersi cura di me e te ne andavi, mangiavi lì e te ne andavi. 
e io nel frattempo crescevo, e guardavo dalla finestra aspettando che tu salissi e mi riportassi a casa e stare insieme. io ci ho sempre sperato, papà, che a te n giorno andasse di vedermi crescere. ho sempre sperato che un giorno potessi diventare geloso di nonna perché lei mi vedeva più di te.
e io, papà, ho sempre sperato che tu smettessi di andare con altre donne, ho sempre sperato di vederti sobrio per più di quattro giorni di  fila, ho sempre sperato che tu amassi me almeno un quarto di quanto amavi mio fratello e ho sempre sperato che tu mettessi da parte te stesso e diventare papà.
mi hai insegnato a non sperare, perché sperare fa male e non porta a niente. mi hai insegnata a non piangere, perché nella vita non avrei mai avuto nessuno ad asciugarmi le lacrime.
mi hai insegnata a credere solo in me stessa, nella mia solitudine, mi hai fatto capire che da soli si sta male ma si cresce meglio.
poi un giorno ci siamo ritrovati una famiglia, in un paese diverso, e tu le hai messo le mani addosso, papà, hai messo le mani addosso alla mia mamma. 
e poi l’hai odiata, e hai odiato me, hai odiato la tua vita.
e l’odio porta male, e mamma si è ammalata, e tu ti sei svegliato un giorno e avevi la faccia serena.
ed eri più bello.
e sei cambiato.
hai pensato a mamma, e ti sei innamorato di lei di nuovo come un bambino.
ti sei innamorato della sua calvizia nella chemioterapia, dei suoi gemiti sofferenti, della sua vicinanza alla morte. ti sei innamorato di una donna che stava per non esserci più, e l’amore l’ha salvata.
l’hai salvata, papà.
e mi hai insegnato che si può cambiare, che si può amare di punto e daccapo, che puoi limitarti a non parlare del passato e pensare a ciò che si è oggi.
mi hai insegnato che in silenzio si può cambiare il mondo, si può tornare a vivere, che si deve arrivare al limite per tornare in alto.
che non è mai finita.
che c’è sempre una seconda rinascita.
grazie a te mi spingo al limite a scuola, punto al massimo, perché la gioia più grande sei tu che mi guardi e mi dici “sei come me” e so che intendi la tua parte buona, quella che sei ora, quella che mi rende fiera di essere tua figlia.
e se fosse mancato anche solo uno di questi insegnamenti, o ne fosse uno in più, non sarei così ma avrei sbandato da tanto.
eppure, nonostante la mia solitudine, sono sempre lì a prestare attenzione a tutto ciò che faccio e preoccuparmi troppo per non deluderti. è ciò che mi resta.
la cosa fondamentale è saper cambiare e tornare ad amare.
grazie papà, sono fiera di me.
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grancasini · 4 years
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27 settembre, mezzanotte e quarantasei. G
tu sai
è passato del tempo ma ancora sai
sai e saprai sempre
perché forse quella mia parte mancante sei tu
che un po’ mi manchi e un po’ mi stai sul cazzo perché ho parlato male di te tante volte
ti ho bestemmiato contro mille volte
ma quella mille e cento
ti ho sussurrato che forse avrei voluto di più da noi
se ci siamo volute bene dopo vuol dire che io e te avremmo avuto un futuro
e mai avrei pensato di scrivere di te
ma cerco una migliore amica, e sento di averla persa
mi manchi, rassegnati
mi rassegno anche io
riflettici, coincidevamo
prima o poi tornerò, e spero che non sarà mai troppo tardi
ho bisogno di te, e tu di me
com’è sempre stato
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grancasini · 4 years
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18 settembre
Oggi ho preso la patente, dopo due fallimenti. È una piccola cosa che quando la prendi dici “cazzo, potevo prenderla alla prima se non avessi avuto l’ansia”, e qualcuno potrà capirmi.
Oggi ho capito che non importa il numero dei fallimenti, il numero delle volte che ti sei buttato giù, il numero di sacrifici economici e fisici fatti giorno dopo giorno perché sarà quel giorno in cui provando ti rassegnerai, che arriva quella brezza di felicità. Arriva quell’aria fresca che ti dice “cancella quello che è successo ieri, oggi è diverso”.
Come sempre detto, al centro della propria vita ci siamo noi stessi. Non dipende da lui, da lei, da Dio o da chi ti pare. Dipende da te, e se tu dai il meglio avrai il meglio. Se fatto nella maniera giusta.
Prendere la patente è stata una delle emozioni più forti della mia vita. Ancora non realizzo di avere un pezzo di plastica rosa in mano. Godetevi la vita, alzate le teste, aprite le finestre della cameretta.
Fuori c’è un mondo da vivere. A me, ad oggi, cade il mondo addosso. Eppure ho speranze.
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grancasini · 4 years
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Vorrei con te da solo sempre viaggiare
Scoprire quello che intorno c'è da scoprire
Per raccontarti e poi farmi raccontare
Il senso d'un rabbuiarsi o del tuo gioire
Vorrei tornare nei posti dove son stato
Spiegarti di quanto tutto sia poi diverso
E per farmi da te spiegare cos'è cambiato
E quale sapore nuovo abbia l'universo
Vedere di nuovo Istanbul o Barcellona
O il mare di una remota spiaggia cubana
O un greppe dell'Appennino dove risuona
Fra gli alberi un'usata e semplice tramontana
7set2020
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grancasini · 4 years
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13 giugno
sono triste, non voglio stare a casa perché qui
nella mia stanza
la testa mi soffoca
ma tu amore mio mi salvi
mi baci, e ti bacio
mi guardi e mi calmi,
vorrei parlarti di tutte le cose
che mi saltano in mente ma non riesco
non riesco e sono triste
perché non voglio essere chi sono ora
maledetta quarantena che mi ha scombussolata
io voglio la mia vita e uscire senza mascherina
voglio piangere dicendo ciò che sento
ma non lo so
non capisco
e non voglio dormire sola
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grancasini · 4 years
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8 giugno
scrivo su post-it i miei pensieri e li attacco in giro per la camera. mi piace scrivere quello che ho in mente, mi sento capace di condividere ma so che non è così. è finita la quarantena, e sto di nuovo riempendo la mia testa di cose a caso, cose che mi permettono di non pensare a quello che ho veramente nella testa.
due mesi di solitudine, perché la mia famiglia non è una famiglia felice di condividere momenti ma siamo solo persone solitarie che portano avanti un concetto astrattissimo di famiglia appunto. in due mesi ho scoperto un mio lato rimasto nascosto per anni, ed è quello ipocondriaco. lo stress e il “trauma” mi hanno portata in luoghi molto bui della mia mente che tutt’ora mi fanno paura e cerco di sedare il più possibile. l’equilibrio che avevo trovato è stato compromesso dalla situazione di gennaio, in cui mia madre scoprì i tradimenti molteplici di mio padre e via dicendo. poi ecco, a marzo la pandemia, a maggio la caduta dei capelli ed il peso troppo sotto la norma.
sono convinta che siano stati mesi utili, dai quali sono uscita male, malissimo, piena di paure e insicurezze. mesi in cui ho capito che in realtà ci vuole ben poco a farti perdere il controllo e che io a differenza degli altri non sono così forte come pensavo, anzi, forse sono anche più debole. ho voglia di ricominciare in qualche modo, di riprendere il controllo ma non come prima, di dare sfogo a tutto e di parlare di più, pesando le parole. la cosa buona è che sono innamorata, e vi auguro un amore immenso, che vi sappia salvare come è successo a me.
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grancasini · 4 years
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30 maggio
Innamoratevi, e non abbiate paura di mettere la persona che amate al centro della vostra vita. Decidete di farne il centro della vostra vita, decidete di fondervi.
Innamoratevi. Abbiate voglia di sentire nello stomaco un uragano che vi smuova tutto al solo pensiero della persona amata, abbiate voglia di passare anche solo 10 minuti insieme, abbiate voglia di ridere delle cazzate e abbiate voglia sempre di imparare qualcosa dall’altra persona.
Abbiate il coraggio di dire ‘ti amo’ nonostante non l’abbiate mai fatto così spesso, scrivetelo 10 volte nel giro di 5 minuti, abbiate voglia di sottolinearlo costantemente. Abbiate voglia di sorreidere, di piangere per la felicità.
E non temete mai, mai, di non innamorarvi più. Arriverà quella persona che ancor prima che ve ne accorgiate, vi ha già preso il cuore, attirato l’attenzione, scambiato già le idee. Siate sempre, sempre, sempre voi stessi. Non c’è amore più puro e più sincero.
Innamoratevi, amate, e sentitevi amati. Ma soprattutto amate, e fate l’amore.
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grancasini · 4 years
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E vorrei, vorrei
Saperti più felice
Sì vorrei, vorrei
Dirti molte più cose
Ma sai, mamma sai
Questa vita mi fa tremare
E sono sempre i sentimenti
I primi a dover pagare
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grancasini · 4 years
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“Io sono con te in ogni maledetto istante che ci vuole dividere e non ci riesce.”
— Alda Merini
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grancasini · 4 years
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30 marzo, futuro
Sono ormai due giorni che ipotizziamo sul nostro futuro. Sono due giorni che mi immagino le mattine con te, la colazione e la doccia insieme. Sono due giorni che sogno di pranzare con te, di cucinare insieme, e poi buttarci pigri sul divano. Stare tra le tue braccia e respirare il tuo respiro, guardarti in silenzio mentre guardi il film, tenerti stretto, baciarti ogni tanto.
Sogno poi di andare a correre come vuoi tu, di fare sport a casa, di studiare insieme il pomeriggio e cenare con una bottiglia di vino bianco.
Mi manchi in tutto questo pensare, mi manchi in queste giornate tutte uguali, in questo caps e in questi anni che non ci meritavamo, ma ci meritavamo un’annata in cui la borghesia era ancora una classe sociale effettiva. Io e te ci meritavamo anni insieme, ci meritavamo tutti i giorni insieme, non un mese di separazione forzata. Mi salvo solo quando mi trovo da fare, perché riesco a stare impegnata e a pensare con una potenza diversa a te, per non buttarmi giù e per quanto sei mitomane non la prenderesti bene.
Ma ti assicuro, amore mio, che la lontananza mi sta mangiando viva dentro, mi sta mescolando le budella e mi fa venire la nausea, mi fa dormire male, mi fa venire gli incubi che non ti racconto, mi toglie il respiro, mi inumidisce gli occhi e distrugge tutte le mie speranze. Tutte. Nulla, mai, niente, nessuno, mi è mancato così tanto. Perché solo tu, nella mia vita, mi stai dando così tanto amore mio, col tuo carattere così intricato ma così intrigante che non ci uscirei mai. Farei un tuffo dentro di te e ci annegherei, per quanto io possa innervosirmi, per quanto possa infastidirmi a volte, per quanto a volte faccia male fare a botte d’orgoglio, sono innamorata pazza di te.
Di te, solo di te, e lo sarò per sempre. Per la tua aria misteriosa, per il tuo essere dinamico ma rimanendo lo stesso del giorno prima. Sono nei guai, perché capisco davvero quanto significhi avere accanto qualcuno che meriti, qualcuno che ti capisce e quando non ci capisce si mette lì ad analizzarmi, a guardare l’espressione e sentire il timbro della voce.
Ti amo, come non ho mai amato nessuno, con l’amore che si prova a diciott’anni. E ti guardo, ad oggi dietro ad uni schermo, con tutto l’amore che capisco di provare ogni giorno per te. Perché ti amo, ti amo e lo direi a tutti i passanti e lo farei urlare sui balconi in un Flashmob delle 18. Mi manchi, ms che vuoi farci, siamo alla fine di marzo e ci aspetta ancora tanto.
Ce ne ho messo tanto a tornare a scrivere, ma fin’ora ho cercato di gestirla al meglio, ma fa sempre più male. Ti amo, per sempre.
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grancasini · 4 years
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A te, spero tu capisca - 10 febbraio
Ti scrivo perché non ce la faccio più. È una situazione paradossale, ma la sto vivendo molto male.
Mi mancate, mi mancate tanto, dal primo all’ultimo e vedere che voi la mancanza non la sentite mi fa male. Mi fa male uscire e non sapere le cose, mi fa male essere lì e non essere me stessa, quella di una volta, a cui chiedevate tutto e dicevate tutto. Mi fa male non essere più la vostra migliore amica, quella di ognuno, mi fa male non essere più parte della vostra vita, parte presente e incidente della vostra vita.
Mi fa male perché non ho più nessuna base, zero, mi sento così sola. Mi sento maledettamente sola, lo so che sola ci sono cresciuta, ma quando abbiamo stretto i rapporti è cambiata tutta la mia vita. Perché se a casa non avevo una vera e propria famiglia, uscivo e avevo voi.
Mi ricordo le prime sere in giro, che dovevamo tornare a casa tutti alle 10.30 ma ci vedevamo comunque in piazza per un’ora e giocavamo a guardie e ladri con quelli più grandi. Quando andavamo su al Castello a giocarci con i walkie-talkie che nemmeno funzionavano bene. Un’estate passata in bicicletta, che io avevo la bici più piccola del gruppo, che ero sempre la prima ad uscire ed ero la più puntuale. Che correvamo per le discese velocissimi senza mai curarci delle macchine che potevano arrivare.
Ho cambiato tante comitive nel mio periodo di crescita: sono stata con Silvia Porcu ed Elisabetta Somma per fidanzarmi poi con Emanuele, poi sono tornata da voi. Uscivamo con le altre, ed eravamo già tutti contro di loro e contro le loro abitudini. Poi abbiamo litigato, tutti insieme chi più chi meno, ma sempre tutti insieme a coprirci il culo a vicenda. C’è stato poi il periodo con Elisabetta, che alla prima è riuscita a litigare con me. Vecchie storie, inutili, ma al mio ritorno voi eravate sempre lì. Un po’ arrabbiati, un po’ straniti, ma eravate lì.
Eravate lì la sera in cui ho rotto per sempre con Luca, perché nonostante fosse una storia solo mia, è diventata vostra, e la mia sofferenza è stata vostra, è stata quello che ci ha reso forti. La mia sofferenza, data dai miei momenti no, è stato punto di partenza di belle serate.
Siamo così, non è mai importato lo scazzo e i guai che ci portavamo dietro, non è mai importato il “perché stai male”, ma pensavamo solo ad aggiustarci le serate a vicenda. È una cosa in cui siamo bravissimi, pensateci bene: anche oggi nella nostra quotidianità -almeno per quanto mi riguarda- continuo a fare così e quelli attorno a me lo apprezzano. Insieme abbiamo imparato a usare il sesto senso, abbiamo imparato a capire senza tante parole, a guardarci in faccia e basta. Abbiamo imparato che, anche se non abbiamo le stesse ferite, abbiamo la capacità di ridere di tutto e buttare all’aria ogni peso e ogni problema.
Abbiamo imparato a camminare, a saper condividere, a ridere sempre davanti a tutto, a tenere la testa bassa, a far fronte ai colpi, ai problemi, abbiamo imparato a scavalcare muri, a costruirli e distruggerli, abbiamo imparato a distruggerci, a ricomporci, a ricominciare da capo. Ecco tutto quello che ci accomuna: le storie, le emozioni, quello che abbiamo fatto insieme.
Ci siamo trovati quasi per caso, quasi costretti a stare insieme perché abitiamo in un paesino del cazzo e uscire a volte è così complicato: quindi ci siamo sempre accontentati, ma quanto è stato bello accontentarsi?
Ci accomuna l’essere stati sempre noi stessi, sempre, davanti a tutto, anche a costo di litigare e sappiamo bene tutti le mie litigate con Stefu, con Alessandra, con Francesco, con Federico. Con Tiziano. Anche con Leonardo mi sono scannata. Con Matteo quasi mai, di argomenti ne avevamo pochi.
Ci accomuna l’essere delle teste calde, con idee in testa, testardi e orgogliosi. Ed io oggi, stasera, abbasso la guardia e sono qui per questo. È il 10 febbraio, e ho addosso una mancanza e un dolore che mai riuscirò a colmare. È una mancanza che sta tra le cose che ci accomunano, la nostalgia di ciò che eravamo prima e che mai torneremo ad essere. Ci ho provato, ci abbiamo provato e ci siamo rassegnati tutti. C’è chi non ci ha mai provato, che si è sempre sentito messo da parte, ma sono state solo sensazioni. Io per tutti, tu per tutti, tutti per tutti, sempre.
Quante volte avreste voluto andarvene, cercare altri amici, altre comitive, persone migliori, persone più fighe. E quante volte avreste voluto essere amici di quei fighetti di Guidonia. Quante volte avremmo voluto essere anche noi super fighi? E invece abbiamo sempre fallito, perché non lo abbiamo mai voluto davvero, perché ci siamo voluti troppo bene per lasciarci. Non co saremmo mai lasciati per una convenienza, siamo sempre tornati perché ciò che ci lega è più forte di qualunque amicizia futura o passata. Quante volte vi ho tirati per le maniche, vi ho fermati dal combinare guai. Perché voi maschi avete molti più ricordi insiems, molte più nottate e molte più serate. Nonostante questo, però, ci avete volute bene. Quante volte avrei voluto lasciarvi stare anch’io con Alessandra, perché a volte avevate quei comportamenti da sfigati che ci facevano sentire fuori luogo.
Che sceme. Che ad oggi venderei anche l’anima al diavolo per avere una di quelle serate. In cui io e Francesco parliamo, in cui Federico non mi odia, in cui Alessandra mi racconta tutto. Darei tanto, lo sapete bene dentro di voi, uno per uno.
E se una sera fossi potuta uscire e non l’ho fatto è per questo. Perché mi sarei ritrovata, come quel pomeriggio sul cotral, a sentire Stefu e Francesco parlare di cose loro. Di ragazze, come avete sempre fatto, ma invece di fare parte del discorso ero tagliata fuori. Tagliata fuori da tutti i discorsi che hanno fatto. E non lo trovo giusto, perché con nessuno di voi ho mai fatto così.
Mi serviva uno sfogo, mi sento sola, sola da morire, e non ce la facevo più.
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grancasini · 4 years
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13 gennaio
Avrei voluto scrivere, ma c’è poco da dire.
Un grazie all’amore, uno all’amicizia.
Sempre i sentimenti salvano,
Sempre i sentimenti svaniscono
E lasciano distruzione.
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grancasini · 4 years
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10 gennaio
Litigate
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grancasini · 4 years
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You died on a Saturday morning. And I had you placed here under our tree. And I had that house of your father’s bulldozed to the ground. Momma always said dyin’ was a part of life. I sure wish it wasn’t. Little Forrest, he’s doing just fine. About to start school again soon. I make his breakfast, lunch, and dinner every day. I make sure he combs his hair and brushes his teeth every day. Teaching him how to play ping-pong. He’s really good. We fish a lot. And every night, we read a book. He’s so smart, Jenny. You’d be so proud of him. I am. He, uh, wrote a letter, and he says I can’t read it. I’m not supposed to, so I’ll just leave it here for you. Jenny, I don’t know if Momma was right or if, if it’s Lieutenant Dan. I don’t know if we each have a destiny, or if we’re all just floating around accidental-like on a breeze, but I, I think maybe it’s both. Maybe both is happening at the same time. I miss you, Jenny. If there’s anything you need, I won’t be far away.
FORREST GUMP (1994) dir. Robert Zemeckis
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